Art. 156- Aree a vocazione estrattiva (cave e bacini)

1. Ai fini di una adeguata programmazione dell'attività estrattiva di materiali per usi industriali e di materiali ornamentali storici, nel rispetto della L.R. 78/1998 e sulla base delle indicazioni contenute nel P.R.A.E.R. e nel P.A.E.R.P., le aree a vocazione estrattiva (cave e bacini) sono individuate e normate nel RU.

2. Strumento d'intervento: intervento edilizio diretto previa autorizzazione comunale per l'attività estrattiva ed il ripristino morfologico ai sensi della L.R. 78/1998.

3. Il progetto di coltivazione e recupero ambientale e/o le richieste di autorizzazione per lotti dovranno contenere il "Piano di gestione delle acque meteoriche dilavanti", ai sensi del DPGRT 46/R/2008, privilegiando il riutilizzo di tali acque nel ciclo produttivo, al fine di limitare allo stretto necessario i prelievi di acque superficiali e sotterranee, nonché l'apposito "Piano di Gestione dei Rifiuti", redatto ai sensi delle vigenti normative in materia.

4. I materiali utilizzati per il ripristino morfologico delle cave dovranno essere privi di sostanze contaminanti per la destinazione urbanistica agricola, coerenti con i requisiti previsti dall'art. 186 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. e preventivamente autorizzati.

5. Relativamente alle cave di pianura (comprese quelle di prestito) i materiali utilizzati per il ripristino morfologico dovranno essere conformi a quanto definito nelle specifiche tecniche qui di seguito riportate:

  1. a) Terre con Coefficiente di Permeabilità di valore maggiore o uguale a K = 10 -5 m/sec, misurata nel sito di produzione, attraverso una delle prove di permeabilità previste dalla normativa e contenute entro le Raccomandazioni AGI 1977;
  2. b) Terre con Coefficiente di Permeabilità di valore maggiore o uguale a 10 -6 m/sec (misurata nel sito di produzione, attraverso una delle prove di permeabilità previste dalla normativa e contenute entro le Raccomandazioni AGI 1977) ma con percentuale di argilla (2 micron) inferiore o uguale al 10% del passante, misurata attraverso una analisi di sedimentazione;

oppure:

  1. c) Terre con percentuale di passante al setaccio D200 minore o uguale al 50% del totale, ovvero con quantità di sabbia o di altro materiale più grossolano (diametro 0.074 mm o superiore) di almeno il 50%;
  2. d) Terre con percentuale di passante al setaccio D200 fino ad un massimo del 60% , ovvero con quantità di sabbia o di altro materiale più grossolano (diametro 0.074 mm o superiore) di almeno il 40%, purché la percentuale di argilla (2 micron) sia inferiore o uguale al 10 % del passante.

6. La destinazione urbanistica successiva alla fase di ripristino tornerà ad essere quella agricola.

7. Le cave presenti nel territorio comunale sono:
Cava in località Monsindoli (932-I6A)
La cava è ubicata nei depositi argillosi del Pliocene. Il materiale oggetto dell'escavazione consiste in argille destinate alla produzione di materiale laterizio. Il fabbisogno di suddetto materiale non è attualmente coperto da altre cave presenti nel territorio comunale.

  • - Il piano di coltivazione deve preferibilmente prevedere l'escavazione per spianamenti orizzontali;
  • - Le scelte progettuali nonché i criteri ed il metodo di coltivazione e di ripristino devono tenere conto della suddivisione in lotti dell'area. Tale suddivisione deve garantire la migliore organizzazione dell'attività estrattiva, anche sotto l'aspetto ambientale, sia nella fase di coltivazione che in quella di ripristino;
  • - L'attività di escavazione deve essere accompagnata da un'attenta gestione della rete di smaltimento delle acque, in quanto, per la naturale scarsa permeabilità dei terreni oggetto di sfruttamento, il deflusso superficiale assume notevole valenza rispetto all'infiltrazione nel sottosuolo che risulta praticamente nulla;
  • - Contemporaneamente alla coltivazione del materiale argilloso, potrà essere realizzata un'attività di gestione di rifiuti speciali non pericolosi provenienti da costruzioni e demolizioni, che risulti compatibile anche con la bassa vulnerabilità degli acquiferi dell'area in oggetto. Tale attività deve avere comunque un carattere temporaneo, legato alla durata della coltivazione della cava;
  • - Al fine di ricondurre l'area, al termine della coltivazione, all'uso originario del suolo, particolare cura ed attenzione deve essere posta nella conservazione dello strato superficiale, in quanto allo stato naturale si presenta di limitato spessore e scarsamente evoluto, e per tali motivi di notevole importanza;
  • - La morfologia della zona, conseguente al recupero ambientale dell'area escavata, dovrà raccordarsi con il paesaggio delle colline circostanti inalterate che presentano moderate pendenze.
  • - Il P.A.E.R.P individua in tale località anche una porzione di cava dismessa; l'area dovrà essere oggetto di recupero ambientale e morfologico da effettuare sulla base di un progetto di ripristino preventivamente autorizzato.

Cava in località Rondinella (932-II0 e 932-III0)
La cava è ubicata nei depositi fluviali, talvolta anche terrazzati, riferibili al Quaternario. Il materiale oggetto dell'escavazione consiste in inerti quali ghiaia e sabbia. Il fabbisogno di suddetto materiale a livello di territorio comunale non è garantito dalla attuale produzione locale. L'area destinata ad attività estrattiva è composta da due porzioni separate.

  • - L'escavazione dell'area 932-II0 dovrà procedere secondo il progetto di coltivazione e recupero ambientale approvato con conferenza dei servizi in data 20.12.2005, da attuarsi per lotti successivi tramite apposite autorizzazioni;
  • - Per l'escavazione dell'area 932-III0 deve essere predisposto apposito progetto di coltivazione e recupero ambientale organizzato secondo lotti funzionali;
  • - Contemporaneamente alla coltivazione dell'inerte fluviale, potrà essere realizzata un'attività di gestione di rifiuti speciali non pericolosi provenienti da costruzioni e demolizioni, da prevedersi con macchinari ed opere accessorie atti ad evitare il rischio di inquinamento della falda, dato che si tratta di un'area sensibile di classe 2. Tale attività avrà comunque un carattere temporaneo, legato alla durata della coltivazione della cava.

Area di reperimento materiali storici il località Lecceto (ST 932 IV 15)
La cava è ubicata nel giacimento del Calcare Cavernoso (detto "pietra da torre"). Si tratta di un'area estrattiva dismessa adibita al reperimento di materiali lapidei di interesse storico da impiegare per opere architettoniche e restauro di monumenti.

  • - L'estrazione del materiale lapideo deve essere di volta in volta valutata e autorizzata ai sensi della L.R. 78/1998 in base a specifico progetto di coltivazione e recupero ambientale da cui derivi la quantità di materiale da estrarre e le modalità di escavazione e ripristino in base alle effettive esigenze delle opere ed interventi di recupero dei beni d'interesse storico ed alle indicazioni e prescrizioni della competente Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici.
  • - L'estrazione di materiale storico non deve contrastare con il progetto di ripristino morfologico dell'area estrattiva dismessa.
Ultima modifica 26/07/2022 - 11:03