Norme Tecniche di attuazione del Regolamento Urbanistico

Variante al Regolamento Urbanistico per zone varie e valorizzazione dei beni comunali- approvazione del 28.04.15

TITOLO I LA DISCIPLINA DI GESTIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE E DEI CAMBI DI DESTINAZIONE D'USO

Capo I Organizzazione e contenuti

Art. 41 Le componenti della disciplina

Art. 41 Le componenti della disciplina

1. La disciplina di gestione del patrimonio edilizio esistente è suddivisa in due componenti:

  • - la disciplina dei Sottosistemi funzionali degli insediamenti (Titolo II), anche con riferimento ai Tessuti insediativi che compongono ciascun Sottosistema e comprensiva delle regole per i cambiamenti di destinazione d'uso. Il quadro complessivo dei sottosistemi funzionali degli insediamenti e dei relativi tessuti è illustrato nella tavola RU1;
  • - la disciplina della Città pubblica (Titolo III), articolata in Servizi e attrezzature, Verde urbano, Mobilità e spazi aperti.

2. La disciplina dei Sottosistemi funzionali degli insediamenti comprende quella inerente gli edifici censiti sia nella "Schedatura dei beni storico architettonici del territorio aperto", contenuta nel quadro conoscitivo del PS, sia nella "Schedatura dei beni storico architettonici in ambito urbano", di cui al quadro conoscitivo del RU. I perimetri delle aree oggetto delle schedature sono riportati con apposito segno grafico nelle tavole RU2 ed RU3.

3. Per l'applicazione delle NTA inerenti le componenti di cui ai precedenti commi costituiscono riferimenti:

  • - per l'ambito urbano: serie cartografica "La disciplina della gestione e trasformazione degli insediamenti in area urbana" (RU2 - scala 1:2.000);
  • - per il territorio rurale: serie cartografica "La disciplina della tutela e valorizzazione del territorio rurale" (RU3 - scala 1:10.000).

Art. 42 La disciplina dei frazionamenti

1. Il frazionamento di un edificio o di una unità immobiliare comporta la suddivisione del bene iniziale in due o più unità immobiliari.

2. I frazionamenti sono consentiti, qualora compatibili con l'impianto tipologico e distributivo originario del bene, rispettando la dimensione minima o media delle unità immobiliari risultanti eventualmente indicata per ciascuna parte dell'insediamento esistente al successivo Titolo II. (La disciplina dei sottosistemi funzionali degli insediamenti e dei tessuti) 3. Salvo specifiche situazioni per le quali nel RU siano previste indicazioni diverse, per il frazionamento di unità immobiliari devono essere garantiti gli standard di parcheggi indicati al precedente art. 40. Nel caso di destinazione d'uso residenziale, devono essere garantiti parcheggi di pertinenza almeno pari a un posto auto per unità immobiliare risultante.

Art. 43 Definizione degli interventi ai sensi della Normativa tecnica sulle costruzioni e sulle zone a rischio sismico

1. Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente devono essere effettuati in ottemperanza alla vigente normativa tecnica per le costruzioni e per le zone dichiarate a rischio sismico.

2. Con riferimento a detta normativa, si deve fare riferimento in particolare ai "criteri generali" e alla "valutazione della sicurezza" riferiti agli edifici esistenti.

3. Con riferimento a detta normativa si individuano quindi negli edifici esistenti le seguenti categorie di intervento:

  • - interventi di adeguamento, atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle norme;
  • - interventi di miglioramento, atti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente, pur senza necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle norme;
  • - riparazioni o interventi locali, che interessino elementi isolati, e che comunque comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.

4. Gli interventi di adeguamento e miglioramento devono essere sottoposti a collaudo statico. 5. Per quanto attiene gli interventi in edifici o manufatti di carattere monumentale o aventi, comunque, interesse storico o artistico, restano ferme le disposizioni del D.Lgs. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni. In particolare ai sensi del comma 4 dell'art. 29 del suddetto decreto è in ogni caso possibile limitarsi ad interventi di miglioramento effettuando la relativa valutazione della sicurezza.

6. La categoria degli interventi strutturali sugli edifici esistenti secondo le definizioni del comma 3 deve essere individuata e dichiarata al momento della presentazione della pratica edilizia.

Capo II Classificazione generale delle destinazioni d'uso e disciplina dei cambiamenti

Art. 44 Destinazioni d'uso: aspetti generali

1. Per destinazione d'uso si intende il complesso delle funzioni previste ed ammesse per un insieme di edifici, singoli complessi immobiliari o parti di esso.

2. La destinazione d'uso individua la funzione cui è attualmente, in maniera prevalente o esclusiva, asservito un insieme di edifici, singoli complessi immobiliari o parti di esso.

3. La destinazione d'uso di una unità immobiliare è quella stabilita da atti pubblici ovvero da atti in possesso della pubblica amministrazione.

4. Le norme generali del presente Capo, integrate dalle norme specifiche indicate nel Titolo II della presente Parte II delle NTA hanno valore di disciplina della distribuzione e localizzazione delle funzioni di cui dell'art. 58 della L.R. 1/2005. Gli effetti urbani e funzionali della disciplina saranno oggetto di specifiche attività di monitoraggio di competenza dall'Amministrazione comunale.

Art. 45 Denominazione dei piani degli edifici

1. Le denominazioni dei piani degli edifici, evidenziate nel successivo schema grafico, riferibili alla loro disposizione nel corpo di fabbrica e alla loro posizione rispetto ai piani stradali o di campagna, sono le seguenti:

  1. a) piano interrato: è disposto completamente o in massima parte al di sotto della quota del piano stradale anche con eventuale accesso in rampa dal piano stradale;
  2. b) piano seminterrato: su di un fronte dell'edificio è disposto alla stessa quota (o ad una quota leggermente superiore o inferiore) a quella del piano stradale e quindi con accesso diretto dallo stesso, mentre sull'altro fronte si trova a quota inferiore rispetto al piano stradale;
  3. c) primo piano seminterrato: non ha accesso diretto dal piano stradale, disponendosi su di un fronte dell'edificio al di sopra del piano stradale e sull'altro al di sotto;
  4. d) piano terra: almeno su di un fronte dell'edificio è disposto alla stessa quota (od a quota leggermente superiore o inferiore) a quella del piano stradale e quindi con accesso diretto dallo stesso, mentre sul fronte opposto può essere collocato a quota del piano stradale oppure a quota superiore;
  5. e) piano superiore: in entrambi i fronti dell'edificio è disposto ad una quota superiore rispetto al piano stradale.
Immagine di un edificio in sezione che illustra la denominazione dei vari piani

Art. 46 Destinazioni d'uso principali e loro articolazione funzionale

1. Sono considerate destinazioni d'uso principali:

  • - R: residenza;
  • - I: industria e artigianato produttivo;
  • - IS: artigianato di servizio;
  • - Tc: commercio e pubblici esercizi;
  • - Ta ricettività turistica;
  • - Tb: direzionale;
  • - S: servizi;
  • - M: mobilità;
  • - AG: agricola;

2. Le destinazioni d'uso principali sono in alcuni casi specificate in articolazioni funzionali, espressive delle differenti attività che possono essere svolte nell'ambito della medesima destinazione d'uso. Le articolazioni funzionali adottate dal RU sono descritte nei commi da 3 a 11 e riassunte nella successiva tabella 2.

3. La destinazione d'uso "residenza" comprende residenze urbane permanenti (R), residenze speciali e collegi (Ra).

4. La destinazione d'uso "industria e artigianato produttivo" (I) comprende edifici e spazi per le attività produttive: fabbriche, impianti, officine, magazzini, depositi coperti, piazzali, spazi espositivi, laboratori sperimentazione, uffici connessi alla produzione, alloggi di servizio (I1) nonché depositi e spazi di stoccaggio (I2).
Le aree a vocazione estrattiva di cui all'art. 156, sono identificate con specifica sigla (Ie).

5. La destinazione d'uso "artigianato di servizio" (IS) comprende laboratori e botteghe artigiane, laboratori artistici, servizi alla persona.

6. La destinazione d'uso "ricettività turistica" (Ta) comprende attività ricettive alberghiere quali hotel, alberghi, residenze turistico-alberghiere, così come previsti dalla vigente normativa regionale, nonché campeggi (Ta-campeggio).

7. La destinazione d'uso "direzionale" (Tb) è articolata in:

  • - Tb1, uffici privati., studi professionali e sedi di associazioni, punti di informazione turistica;
  • - Tb2, banche, assicurazioni e simili (agenzie, sportelli, sedi), centri elaborazione dati;
  • - Tb3, direzionale di ricerca, parco scientifico tecnologico, con servizi annessi.

8. La destinazione d'uso "commercio e pubblici esercizi" (Tc) è articolata in:

  • - Tc1, comprende esercizi di vicinato (fino a 250 mq. di superficie di vendita - SV), bar, ristoranti, locali per servizi, bancomat, agenzie di cambio valute, attività inerenti le telecomunicazioni e la telematica;
  • - Tc2, comprende medio-piccole strutture di vendita (> di 250 fino a 800 mq. di SV);
  • - Tc3, comprende medio-grandi strutture di vendita (> di 800 fino a 1.500 mq. di SV);
  • - Tcc, comprende grandi strutture di vendita (> di 1.500 mq. di SV) anche organizzate in centri commerciali, nonché strutture di commercio all'ingrosso di analoghe dimensioni.

Dove sono consentite attività con superficie di vendita più ampia delle categorie precedenti, queste ultime si intendono ammesse.
Nei tessuti ove è ammesso il cambio di destinazione d'uso verso le medio-piccole e/o medio-grandi strutture di vendita questo è consentito purché non si verifichino le condizioni di cui agli artt. 10 e 11 del D.P.G.R. 01/04/2009 n° 15/R, ovvero non si generi un'aggregazione di strutture che determinino il passaggio ad una categoria non consentita nel tessuto di appartenenza.

L'insediamento di nuove medie strutture di vendita deve conformarsi a quanto previsto dal Codice del Commercio (legge regionale n. 28/2005 e succ. mod.) nonché dal Regolamento di attuazione (DPGR 1 aprile 2009 n.15/R).

9. La destinazione d'uso per "servizi" (S) comprende un insieme complesso di attrezzature ed attività, articolato come segue:

  • - Sa servizi amministrativi
  • - Sb servizi per l'istruzione di base
  • - Sc servizi per l'istruzione superiore, scuole non dell'obbligo
  • - Sd servizi universitari
  • - Se servizi culturali
  • - Sf servizi sociali e ricreativi
  • - Sg servizi religiosi
  • - Sh servizi ospedalieri
  • - Si servizi per l'assistenza sanitaria
  • - Sl servizi cimiteriali
  • - Sm servizi tecnici e tecnologici
  • - Sn servizi per la sicurezza e la protezione civile
  • - So impianti sportivi all'aperto
  • - Sp impianti sportivi al coperto.

10. La destinazione d'uso "mobilità" (M) è articolata in:

  • - Ma viabilità locale
  • - Mbr parcheggi a raso pubblici o di uso pubblico
  • - Mbs parcheggi coperti pubblici o di uso pubblico
  • - Mcr parcheggi a raso di uso privato
  • - Mcs parcheggi coperti di uso privato
  • - Ml garage e rimesse
  • - Md impianti di distribuzione carburanti
  • - Me stazione passeggeri
  • - Mg percorso ciclabile
  • - Mh mobilità pedonale
  • - Mv ferrovia
  • - Mz viabilità principale.

11. La destinazione d'uso "agricola" (AG) comprende la residenza rurale, gli annessi agricoli (cantine, fienili, ecc.) e le funzioni connesse ai sensi di legge quali:

  1. a) quelle previste dall'art. 2135 del Codice Civile;
  2. b) quelle qualificate come agricole o connesse da disposizioni normative comunitarie, nazionali e regionali;
  3. c) quelle relative alle attività di promozione o di servizio allo sviluppo dell'agricoltura, della zootecnia e della forestazione;
  4. d) quelle relative alle attività faunistico-venatorie e di allevamento.

12. L'elenco delle articolazioni funzionali di cui ai precedenti commi individua le attività che si svolgono nell'ambito di ciascuna destinazione d'uso principale. L'elenco può essere aggiornato nel caso in cui si presenti la necessità di classificare attività non esplicitamente contemplate, assegnando la nuova attività ad una delle funzioni principali per analogia con attività similari.

Tab. 2 - Quadro riassuntivo delle destinazioni d'uso e delle loro articolazioni funzionali
DESTINAZIONI D'USO PRINCIPALI ARTICOLAZIONI FUNZIONALI
R Residenza R Residenze urbane permanenti
Ra Residenze speciali e collegi
I Industria e artigianato produttivo I1 Edifici e spazi per le attività produttive: fabbriche, impianti, officine, magazzini, depositi coperti, piazzali, spazi espositivi, laboratori sperimentazione, uffici connessi alla produzione, alloggi di servizio
I2 Depositi, spazi di stoccaggio
    Ie Aree a vocazione estrattiva
IS Artigianato di servizio IS Laboratori e botteghe artigiane, laboratori artistici, servizi alla persona
Ta Ricettività turistica Ta Attività ricettive alberghiere (hotel, alberghi, residenze turistico alberghiere)
Ta-campeggio Campeggi
Tb Direzionale Tb1 Uffici privati, studi professionali e sedi di associazioni, punti di informazione turistica
Tb2 Banche, assicurazioni e simili (agenzie, sportelli, sedi), agenzie cambio valuta, centri di elaborazione dati
Tb3 Parco scientifico tecnologico
Tc Commercio e pubblici esercizi Tc1 Esercizi di vicinato (fino a 250 mq. SV), bar, ristoranti, locali per servizi bancomat, attività attinenti le telecomunicazioni e la telematica
Tc2 Medio-piccole strutture di vendita (> di 250 mq. fino a 800 mq. SV)
Tc3 Medio-grandi strutture di vendita (> di 800 mq. fino a 1.500 mq. di SV)
Tcc Grandi strutture di vendita (> di 1.500 mq. di SV) anche organizzate in centri commerciali, strutture di commercio all'ingrosso
S Servizi Sa Servizi amministrativi
Sb Servizi per l'istruzione di base
Sc Servizi per l'istruzione superiore, scuole non dell'obbligo
Sd Servizi universitari
Se Servizi culturali
Sf Servizi sociali e ricreativi
Sg Servizi religiosi
Sh Servizi ospedalieri
Si Servizi per l'assistenza sanitaria
Sl Servizi cimiteriali
Sm Servizi tecnici e tecnologici
Sn Servizi per la sicurezza e la protezione civile
So Impianti sportivi all'aperto
Sp Impianti sportivi al coperto
M Mobilità Ma Viabilità locale
Mbr Parcheggi a raso pubblici o di uso pubblico
Mbs Parcheggi coperti pubblici o di uso pubblico
Mcr Parcheggi a raso di uso privato
Mcs Parcheggi coperti di uso privato
Ml Garage e rimesse
Md Impianti di distribuzione carburanti
Me Stazione passeggeri
Mg Percorso ciclabile
Mh Mobilità pedonale
Mv Ferrovia
Mz Viabilità principale
AG Agricola AG Residenza rurale, annessi agricoli (fienili, cantine, rimesse) e le funzioni connesse ai sensi di legge Art. 47 Cambio delle destinazioni d'uso: aspetti generali

Art. 47 Cambio delle destinazioni d'uso: aspetti generali

1. È considerato cambio della destinazione d'uso la variazione della funzione originaria dell'immobile o di una singola unità immobiliare al fine di adibirlo, in via permanente, ad una funzione diversa, ossia dall'una all'altra delle destinazioni principali di cui all'art. 46 comma 1, ovvero la variazione tra le articolazioni funzionali di cui all'art. 46 comma 12.

2. In ogni caso costituisce cambio della destinazione d'uso la variazione dell'uso di un edificio o di una singola unità immobiliare quando sia riferita ad una superficie maggiore del 35% della unità stessa e comunque per una superficie maggiore di mq. 30, anche risultante da interventi in successione.

3. Il cambio di destinazione d'uso è ammesso qualora sussistano le seguenti condizioni:

  • - la destinazione finale deve essere tra quelle consentite dal RU nei singoli tessuti o nelle specifiche aree di trasformazione;
  • - il tipo di intervento edilizio da effettuare non ecceda quello previsto nei singoli tessuti o nelle specifiche aree indicate nelle tavole RU2 ed RU3;
  • - nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo RRC, le trasformazioni edilizie siano compatibili con l'impianto tipologico e distributivo originario degli edifici interessati;
  • - gli standard minimi richiesti dalla destinazione finale siano soddisfatti.

4. Sono da considerare, ancorché senza opere, i cambi di destinazione d'uso realizzabili senza necessità di titolo abilitativo esclusivamente quelli che non comportano aggravio degli standard urbanistici. Per gli aspetti procedurali e la documentazione necessaria si applicano le disposizioni contenute nel vigente Regolamento Edilizio.

5. Per gli edifici indicati nelle tavole RU2 ed RU3 con specifica sigla relativa alla destinazione d'uso, questa è da intendersi come esclusiva e non soggetta a cambio di destinazione d'uso.

6. Il cambio di destinazione d'uso in parcheggi (Ml) è sempre ammesso. Fuori dal centro abitato è consentito quando non sia necessario realizzare esternamente la rampa di accesso.

7. Laddove è ammesso il cambio d'uso in R si intende ammessa anche la destinazione Ra (residenze speciali e collegi).

Art. 48 Cambio delle destinazioni d'uso: aspetti specifici

1. Il cambio di destinazione d'uso in residenza al primo piano seminterrato (così come descritto all'art. 45), è ammesso a condizione che la parete controterra sia isolata da uno scannafosso areato, a tutta altezza, di larghezza non inferiore a 80 cm.

2. Il cambio di destinazione d'uso in residenza a piano terra è ammesso a condizione che l'accesso non sia direttamente dalla strada. Le finestre sulla pubblica via non devono consentire l'introspezione.

3. Il cambio di destinazione d'uso in artigianato di servizio è consentito ai livelli con accesso diretto dal piano stradale o al piano sovrastante.

4. Il cambiamento della destinazione d'uso in commerciale Tc (Tc1, Tc2, Tc3) è consentito al piano seminterrato, al primo piano seminterrato e al piano terra mentre ai piani superiori è consentito solo in presenza di un esistente collegamento diretto interno, ad esclusione del sottosistema funzionale delle Aree Miste dove è consentito anche con accesso esterno.

5. Nel sottosistema funzionale del Centro Storico e in quello delle Propaggini del Centro Storico non è ammesso il cambio di destinazione d'uso dei garage e rimesse (MI).

6. Nel sottosistema funzionale del Centro Storico è sempre ammesso il cambio di destinazione d'uso verso le attività istituzionali, ricreative e gestionali delle Contrade.

7. È vietato l'insediamento nel territorio comunale di nuove attività classificate a rischio di incidenti rilevanti, ai sensi del D. Lgs 17 agosto 1999, n. 334.

8. Nel caso di cambio di destinazione verso la residenza è necessario reperire almeno un posto auto per ogni nuova unità abitativa.

Art. 49 Attività ricettive alberghiere (Ta)

1. Per le strutture ricettive alberghiere, come disciplinate dalla vigente normativa regionale, la SUL indicata dal RU è riferita alla somma della superficie delle camere, degli spazi di soggiorno e dei servizi collegati e comunicanti con le camere stesse.

2. Nella realizzazione di nuove strutture alberghiere, la superficie destinata a servizi di ricevimento, servizi di piano, attrezzature, distribuzione e locali di comodo è dimensionata, in funzione della classificazione, secondo i seguenti coefficienti:

  • - una stella e due stelle: SUL x 0.6;
  • - tre stelle e quattro stelle: SUL x 0.8;
  • - cinque stelle: SUL x 1.

3. Nelle strutture ricettive alberghiere esistenti, con esclusione di quelle aventi come massimo intervento ammissibile il RRC, per accrescere la dotazione di servizi, è possibile realizzare ampliamenti per una superficie massima pari al 50% della SUL calcolata come previsto al comma 1 di cui non più del 10% fuori terra. Tale ampliamento non dovrà comportare aumento del numero delle camere e dei posti-letto; le superfici così destinate saranno vincolate, con apposito atto, all'uso per cui sono previste.

4. In caso di attività alberghiera svolta in edifici classificati BSA, sono ammessi cambi di destinazione d'uso di edifici o manufatti presenti nel resede finalizzati all'ampliamento dei servizi ricettivi, senza aumento del numero delle camere e dei posti letto. Sempre ai fini del miglioramento dei servizi ricettivi, è consentita la demolizione e ricostruzione con eventuale accorpamento e comunque senza aumento di volumetria, di edifici o manufatti recenti presenti nel resede.

TITOLO II LA DISCIPLINA DEI SOTTOSISTEMI FUNZIONALI DEGLI INSEDIAMENTI E DEI TESSUTI

Capo I Modalità organizzative dei sottosistemi funzionali

Art. 50 Aspetti generali dei Tessuti

1. I Sottosistemi funzionali degli insediamenti sono stati articolati in Tessuti insediativi, intesi come ambiti con caratteristiche omogenee prevalenti quali il principio insediativo, la tipologia edilizia, la densità, la matrice e il valore storico ed architettonico, le destinazioni d'uso. La tavola RU1, in scala 1:20.000, consente una lettura d'insieme dei tessuti insediativi. I medesimi sono individuati nelle tavole RU2 e RU3 a scale di maggior dettaglio mediante una sigla alfanumerica composta da due lettere che indicano l'appartenenza a uno dei sette sottosistemi individuati dal PS (CS - Centro Storico; PR - Propaggini del centro storico ; UC - Urbanizzato Compatto; FU - Filamenti urbani; CO - Urbanizzato di confine; AM - Aree Miste; FA - Filamenti del territorio aperto) e da un numero che individua le eventuali tipologie di tessuto di ciascun Sottosistema.

2. Per ciascun Sottosistema o Tessuto la disciplina contiene:

  • - una breve descrizione delle sue caratteristiche urbanistiche ed edilizie;
  • - l'indicazione degli interventi edilizi ammessi, con riferimento alle definizioni di cui alla Parte I, Titolo III delle presenti NTA. Qualora per un edificio o per una porzione di Tessuto siano ammessi interventi diversi da quelli indicati per la generalità del tessuto, gli stessi sono specificati con apposita sigla sulle tavole RU2 o RU3 con le abbreviazioni di cui all'art. 26 delle NTA;
  • - l'indicazione dei cambiamenti d'uso ammissibili;
  • - eventuali altre prescrizioni inerenti ad esempio il frazionamento e la monetizzazione degli standard.

3. All'interno del centro storico, peculiarmente, è stato individuato un tessuto discontinuo (CS3 - centro storico di tipo 3) costituito da una serie di emergenze sia tipologiche che funzionali rappresentate da complessi ed edifici per lo più di valenza pubblica. Tali complessi sono individuati con numerazione progressiva e disciplinati con normativa specifica.

4. La disciplina della Città pubblica inoltre individua le differenti tipologie di servizi e attrezzature, di verde urbano, di aree dedicate alla mobilità e spazi aperti; ne definisce gli aspetti gestionali indicando gli interventi edilizi ammissibili, le modalità di gestione con eventuali prescrizioni e criteri.

5. Ogni area perimetrata rappresenta una parte di territorio disciplinata da determinate e specifiche prescrizioni, il cui riferimento normativo è costituito da un gruppo di sigle disposte ed organizzate secondo il seguente schema:

  • - una sigla (ad es.: UC1, AM2, ecc.) che indica il tipo di tessuto le cui norme di riferimento sono riportate nella parte II, titolo II delle presenti NTA;
  • - una eventuale sigla (ad es.: R, Tb, ecc.) che indica la destinazione d'uso esclusiva di un determinato edificio e che comporta l'inibizione del cambio di destinazione d'uso;
  • - una eventuale sigla (ad es.: RRC, RI, ecc.) che indica lo specifico tipo di intervento massimo attuabile per un determinato edificio, le cui norme di riferimento sono riportate nella parte I, titolo IV delle presenti NTA.
  • - la sigla PAE n° riporta il Sottosistema di paesaggio di appartenenza le cui norme di riferimento sono riportate negli artt. da 150 a 153 delle presenti norme.

6. Le suddette previsioni normative valgono sia per le parti edificate che non edificate comprese all'interno dei perimetri.

7. Il recupero abitativo dei sottotetti di cui alla L.R. 5/2010, ancorché senza opere, non è consentito negli edifici dove l'intervento massimo ammesso è il Restauro e Risanamento conservativo (RRC).

8. Nelle aree urbane in cui il massimo intervento ammesso è la ristrutturazione edilizia, è consentita la realizzazione di strutture leggere (legno o metallo) aperte per il ricovero di veicoli in numero commisurato alle esigenze delle attività (direzionali, commerciali, produttive) e, nel caso di residenze, non più di una per alloggio. La dimensione di ciascun manufatto non potrà superare i 15 mq.; la copertura, di norma permeabile, può essere resa impermeabile esclusivamente mediante l'installazione di pannelli fotovoltaici o solari. Tali strutture non sono computate ai fini della SUL e non dovranno comportare aumento delle superfici pavimentate. Per i resede condominiali è obbligatorio il relativo progetto unitario.

9. Negli edifici posti nei diversi tessuti in cui sia dimostrabile che le terrazze, i balconi, le logge e i portici siano stati considerati ai fini della determinazione dei parametri urbanistici, questi possono essere chiusi se non alterano la qualità del fabbricato di cui fanno parte.

Capo II Sottosistema funzionale del Centro storico

Art. 51 Aspetti generali per il Sottosistema funzionale del Centro Storico (CS)

1. Il Centro Storico di Siena, rappresentato dal sottosistema funzionale CS e dalle valli verdi interne alle mura, così come individuate nell'UTOE 1, è stato dichiarato patrimonio culturale di valore universale ed eccezionale nella 19ª sessione del World Heritage Committee dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), del 4-9 Dicembre 1995 con la seguente motivazione:
"Siena rappresenta uno degli archetipi di città medievale. Trasponendo sul piano architettonico la rivalità con Firenze, i suoi abitanti hanno inseguito, attraverso gli anni, una visione gotica ed hanno saputo conservare, nella loro città, l'aspetto acquisito tra il XII ed il XV secolo. In quell'epoca, Duccio, i fratelli Lorenzetti e Simone Martini hanno tracciato i sentieri dell'arte italiana e, in modo più ampio, europea. L'intera città, proiettata verso quel capolavoro di spazio urbano che è la Piazza Del Campo, venne concepita come un'opera d'arte perfettamente integrata al paesaggio circostante." In conformità alla suddetta dichiarazione, il PS ha recepito il perimetro del Sito Unesco quale UTOE 1, mentre il RU ne dispone la tutela per la parte relativa all'edificato con la disciplina del presente sottosistema funzionale e per le valli verdi con quella relativa ai parchi urbani e al verde agricolo in ambito urbano. Entro tale perimetro deve essere attivato il Piano di Gestione coordinato dal Comune di Siena, secondo il modello elaborato dalla Commissione Consultiva per i piani di gestione dei siti UNESCO e per i sistemi turistici locali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

2. Il Sottosistema funzionale del Centro storico è articolato in tre Tessuti, oggetto dei successivi artt. da 52 a 54.

3. Nelle aree appartenenti al sottosistema funzionale del centro storico (CS1, CS2 e CS3) sono consentiti interventi fino al RRC, salvo indicazioni particolari riportate nelle tavole RU2 ed RU3.

4. La dotazione minima dei parcheggi di cui all'art. 40 può essere monetizzata.

5. La SUL media degli alloggi risultanti da frazionamento, non deve essere inferiore a 80 mq.

6. Negli immobili sede delle Contrade o delle società di contrada, limitatamente alle finalità connesse con lo svolgimento delle attività istituzionali, è ammessa una tantum, la realizzazione di volumetrie interrate per un massimo del 50% del solo volume fuori terra destinato a tali attività, nel rispetto delle strutture murarie e di fondazione degli edifici. Le Contrade che negli ultimi 10 anni hanno utilizzato una disposizione similare per realizzare nuove volumetrie, dovranno scomputare una quantità pari ai volumi interrati già realizzati.

Art. 52 Tessuto del Centro storico 1 (CS1)

1. Sono le parti dove è prevalente la funzione residenziale alla quale si affianca, anche se limitatamente al piano terra, quella commerciale - solo esercizi di vicinato - o direzionale. Sono localizzate prevalentemente nelle aree del centro più esterne o comunque non direttamente in contatto con gli assi principali.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino al RRC.

3. Sono ammessi i cambiamenti di destinazione d'uso in:

  • - R, IS (con esclusione dei piani superiori), Tc1, Tb1, Tb2 (per quest'ultimo con esclusione del primo piano se è interrato)

Art. 53 Tessuto del Centro storico 2 (CS2)

1. Sono le parti dove la articolazione funzionale può comprendere anche il commercio con medie strutture di vendita, direzionale e ricettivo, appartenenti in particolare a direttrici del centro dove si raggiunge il più consistente grado di plurifunzionalità, soprattutto lungo gli assi più frequentati e più attrattivi.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino al RRC.

3. Sono ammessi i cambiamenti di destinazione d'uso in:

  • - R, IS, Tb1, Tc1, Tc2, quest'ultima destinazione con le limitazioni di cui al comma 6.

4. Non è ammesso modificare la destinazione d'uso della residenza mentre i cambi di destinazione d'uso verso la residenza sono consentiti.

5. Per quanto riguarda il cambio di destinazione d'uso in IS e Tc1, sono consentite nº30 modifiche delle destinazioni d'uso per una superficie utile lorda complessiva di mq. 4000.

6. Per quanto riguarda la destinazione Tc2, è consentito solo il trasferimento, all'interno dello stesso tessuto, delle attività esistenti o l'ampliamento delle stesse al fine di non aumentarne il numero complessivo.

Art. 54 Tessuto del Centro storico 3 (CS3)

1. Si tratta di un insieme discontinuo di complessi, aggregati e manufatti emergenti nel tessuto urbano, che rappresentano eccezioni alla ripetitività del principio insediativo ricorrente; le funzioni ospitate negli edifici sono generalmente di interesse collettivo, quali grandi attrezzature pubbliche o sedi di istituzioni rappresentative dell'identità della città.

2. I complessi e manufatti che costituiscono il tessuto CS3, indicati con riferimento numerico nelle tavole R03, sono sottoposti alla seguente specifica normativa:

  1. 1 - Mercatino rionale di Camollia
    Edificio di interesse storico, sorto come rimessa di mezzi adibiti al trasporto collettivo poi riadattato a sede del mercato rionale. Oggetto di una recente ristrutturazione, si configura come un "manufatto polifunzionale" e si presta a molteplici usi.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Servizi sociali e ricreativi. Servizi amministrativi.
    • - tipo di intervento: ristrutturazione edilizia senza modifica dei prospetti.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  2. 2 - S. Pietro alla Magione
    Antico complesso costituitosi intorno alla chiesa di S. Pietro alla Magione, comprendente oratorio, residenze e relativi spazi pertinenziali incluso l'impianto sportivo scoperto.
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi culturali. Servizi sociali e ricreativi. Residenza. Verde complementare.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo. La riorganizzazione degli spazi scoperti adiacenti le mura deve comportare il ripristino del Vicolo di Fichereto fino a Via Malta o la creazione di un collegamento pedonale alternativo al percorso originale.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto per gli interventi sugli edifici. Progetto unitario per la sistemazione degli spazi esterni attigui alle mura compreso il manufatto su Via Malta coerentemente alle aree verdi e pedonali adiacenti.
  3. 3 - Santa Maria delle Grazie
    Ex monastero di Santa Maria delle Grazie, detto "delle Convertite", di antico impianto, ma notevolmente rimaneggiato soprattutto sul fronte di via Campansi. Attuale sede dell'Istituto Sacro Cuore di Gesù (scuole e convitto).
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi per l'istruzione di base. Servizi per l'istruzione superiore. Convitto.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo per le porzioni di antico impianto ancora riconoscibili e per i manufatti di valore storico; ristrutturazione edilizia per i fabbricati recenti e gli spazi scoperti.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto. Progetto unitario in caso di ristrutturazione edilizia.
  4. 4 - Villa Rubini Manenti
    Villa risalente al XX secolo, mantiene inalterato il rapporto di valore con il parco circostante.
    • - destinazioni d'uso: Assistenza sanitaria. Servizi culturali. Parco.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo esteso anche agli spazi scoperti.
    • - strumento di attuazione: Progetto unitario per la sistemazione degli spazi scoperti.
  5. 5 - San Domenico
    Complesso monumentale costituito dalla basilica, dal convento e da una serie di edifici sorti in adiacenza a questo.
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi per l'istruzione superiore. Servizi culturali.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: progetto di restauro per il complesso monumentale, riferito a porzioni organiche oggetto dell'intervento. Nell'area individuata nella tavola RU2 con la sigla AR4 vale la disciplina di cui all'articolo 131 "Aree di riqualificazione e completamento".
  6. 6 - Lavatoi di Fontebranda
    Edificio di interesse documentale destinato a lavatoio pubblico. Attualmente, avendo perso di significato la sua originaria funzione, si presta a più utilizzazioni di carattere collettivo.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Servizi sociali e ricreativi.
    • - tipo di intervento: ristrutturazione edilizia con mantenimento della facciata che prospetta sulla simmetrica degli ex-macelli.
    • - strumento di attuazione: Piano di recupero con possibili completamenti volumetrici in copertura e nei vani sottostanti il costone di San Domenico.
  7. 7 - Fontebranda
    Fonte monumentale.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Servizi sociali e ricreativi.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  8. 8 - Santa Caterina
    Complesso architettonico articolato costituito dal santuario-casa di Santa Caterina, preceduto dal portico dei Comuni, e dall'ex monastero, già tiratoio della lana, attualmente ristrutturato con funzione ricettiva.
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi culturali. Servizi per l'istruzione di base. Ricettivo (per la quota già realizzata).
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  9. 9 - La Sapienza
    Complesso costituito dall'antico ed articolato edificio della "Casa della Sapienza", attuale sede della biblioteca comunale, e dalla chiesa di San Pellegrino.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Servizi religiosi.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  10. 10 - Rocca Salimbeni
    Sede storica della banca Monte dei Paschi di Siena. Complesso, di origine medievale, risultato dall'aggregazione di diversi edifici.
    • - destinazioni d'uso: Direzionale.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  11. 11 - San Donato
    Complesso formato dall'ex "Abbazia di San Michele al Monte di San Donato", dalla "Chiesa di San Michele all'Abbadia" e dall'"Oratorio dei SS. Chiodi" attualmente utilizzato come cinema.
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi culturali. Servizi sociali e ricreativi. Residenza. Direzionale.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: progetto di restauro riferito a porzioni organiche oggetto dell'intervento.
  12. 12 - Istituto Santa Caterina
    Complesso costituito dalla Chiesa di Santa Elisabetta della Visitazione e dagli annessi locali del convento, del convitto e della scuola.
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi per l'istruzione di base. Residenza. Convitto.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  13. 13 - San Francesco
    Complesso costituito dalla basilica e dal convento articolato intorno a tre grandi chiostri, attualmente utilizzato come servizi religiosi, sede dell'università e presidio militare.
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi culturali. Servizi universitari. Servizi per la sicurezza e la protezione civile.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  14. 14 - Santa Maria in Provenzano
    Chiesa monumentale; nei volumi sottostanti la chiesa si trovano i locali della Contrada (sede storica e società).
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi culturali. Servizi sociali e ricreativi.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: progetto di restauro.
  15. 15 - S. Cristoforo
    Chiesa di impianto romanico e chiostro retrostante la parte absidale. Lo stesso è attualmente racchiuso nel tessuto residenziale.
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi culturali. Residenza. Artigianato di servizio, esercizi di vicinato, bar, ristoranti limitatamente al piano terra.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  16. 16 - San Vigilio
    Complesso architettonico costituito dalla chiesa di San Vigilio, dall'ex convento omonimo e da Palazzo Cennini. Dal 1816 è sede dell'Università.
    • - destinazioni d'uso: Servizi universitari. Servizi religiosi. Esercizi di vicinato, bar, ristoranti, limitatamente al piano terra.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  17. 17 - San Martino
    Complesso articolato intorno alla chiesa di S. Martino. L'ex convento si sviluppa in adiacenza alla chiesa e si articola intorno al grande chiostro seicentesco del quale mantiene buona parte degli elementi strutturali d'impianto. L'edificio mostra, in particolare al piano ultimo e sottotetto, porzioni costruite e ricostruite, nelle fasi successive di trasformazione, caratterizzate da evidenti rielaborazioni incongrue.
    • - destinazioni d'uso: Residenza, anche uffici privati al piano primo. Servizi per l'assistenza sanitaria. Servizi religiosi. Servizi sociali e ricreativi. Servizi culturali. Attività artigianali di servizio, esercizi di vicinato, bar, ristoranti, limitatamente al pianoterra.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo dell'intero complesso con possibilità di ristrutturazione edilizia limitatamente ai piani ultimo e sottotetto, nel rispetto del comma 5 dell'art.51. Deve essere mantenuta l'integrità degli ambienti voltati, eliminate le superfetazioni recenti incongrue, ridotte le terrazze a tasca (eventualmente da sostituire con lucernai) pur conservando requisiti essenziali di abitabilità. Per l'abbattimento delle barriere architettoniche potrà essere previsto (per la realizzazione di vano corsa ascensore) un contenuto aumento di volume purché collocato in modo da non essere visibile da spazi urbani pubblici.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto. Per la ristrutturazione edilizia è necessario un progetto unitario che comprenda il chiostro ed i piani dalla quota di via del Porrione sino al sottotetto.
  18. 18 - Palazzo Piccolomini
    Palazzo rinascimentale sede dell'Archivio di Stato di Siena sin dalla sua istituzione.
    • - destinazioni d'uso: Servizi amministrativi. Servizi culturali. Residenza. Attività artigianali di servizio, esercizi di vicinato, bar, ristoranti, limitatamente al pianoterra.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  19. 19 - Loggia della Mercanzia
    Loggia quattrocentesca con sopraelevazione e corpo di fabbrica su piazza del Campo settecenteschi, attuale sede del Circolo degli Uniti.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Direzionale. Attività artigianali di servizio, esercizi di vicinato, bar, ristoranti, limitatamente ai piani accessibili dalle pubbliche vie.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  20. 20 - Accademia dei Rozzi
    Isolato molto articolato composto da Palazzo Pelecani, sede dell'Accademia dei Rozzi, dall'omonimo teatro e da una porzione di tessuto residenziale che si affaccia su via di Fontebranda.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Servizi sociali e ricreativi. Direzionale. Residenza. Attività artigianali di servizio, esercizi di vicinato, bar, ristoranti, limitatamente al pianoterra.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  21. 21 - Duomo
    La Cattedrale di Santa Maria Assunta insieme alla torre campanaria, al Battistero, all'edificio della Curia vescovile e al Museo dell'Opera Metropolitana costituisce il più importante e monumentale complesso architettonico a carattere religioso della città.
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi culturali. Residenza. Attività artigianali di servizio, esercizi di vicinato, bar e ristoranti, limitatamente ai locali al piano terra in via dei Fusari e in via Monnagnese.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: progetto di restauro riferito a porzioni organiche oggetto dell'intervento.
  22. 22 - Palazzo Reale
    Un tempo dimora dei Medici, oggi è sede dell'Amministrazione Provinciale, della Prefettura e della Questura.
    • - destinazioni d'uso: Servizi amministrativi.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  23. 23 - Palazzo delle Papesse
    Edificio quattrocentesco di tipo rinascimentale fiorentino, già sede della Banca d'Italia, poi riattato a museo d'arte contemporanea.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Servizi amministrativi.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  24. 24 - Palazzo Chigi Saracini
    Palazzo molto articolato il cui impianto risale al XIII secolo. Ampliatosi nei secoli per successive addizioni, attualmente è sede dell'Accademia Musicale Chigiana.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Residenza. Esercizi di vicinato, bar e ristoranti, limitatamente al pianoterra con accesso da via del Casato di sotto.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  25. 25 - Palazzo Pubblico
    Complesso costituito da Palazzo Comunale, Torre del Mangia, Magazzini del sale e Teatro dei Rinnovati; costituisce il più importante e monumentale complesso architettonico a carattere civile della città.
    • - destinazioni d'uso: Servizi amministrativi. Servizi culturali.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: progetto di restauro riferito a porzioni organiche oggetto dell'intervento.
  26. 26 - Mercato Vecchio
    Ampia copertura sorretta da pilastri in laterizio, presente sin dal 1886, legata alla funzione di scambio commerciale della piazza.
    • - destinazioni d'uso: Servizi ed attrezzature di uso pubblico. Servizi culturali.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  27. 27 - Logge del Papa
    Loggia rinascimentale.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  28. 28 - Lavatoi del Mercato
    Piccolo manufatto di interesse documentale destinato a lavatoio pubblico. Attualmente, avendo perso di significato la sua originaria funzione, si presta a più utilizzazioni di carattere collettivo.
    • - destinazioni d'uso: Servizi ed attrezzature di uso pubblico. Servizi culturali.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: Progetto di restauro.
  29. 29 - Pinacoteca
    Gli spazi della Pinacoteca sono situati, sin dal 1932, all'interno di tre palazzi storici adiacenti: Palazzo Bonsignori, Palazzo Bichi Brigidi e Palazzo in via S. Pietro 25-27.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Residenza.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  30. 30 - Santa Margherita in Castelvecchio
    Ex monastero già sede dell'Istituto Tommaso Pendola per i Sordomuti (Pendola femminile); del complesso fa parte l'antica chiesa.
    • - destinazioni d'uso: Residenza. Direzionale. Servizi culturali. Servizi sociali e ricreativi.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo; ristrutturazione edilizia nel caso di recupero a fini residenziali.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  31. 31 - Ex Istituto Tommaso Pendola
    Edificio, già sede dell'Istituto Tommaso Pendola per i Sordomuti (Pendola maschile), sviluppato intorno ad una corte centrale.
    • - destinazioni d'uso: Residenza. Servizi culturali. Direzionale. Servizi universitari.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo; ristrutturazione edilizia nel caso di recupero a fini residenziali.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  32. 32 - Istituto Santa Teresa
    Complesso articolato, generato dall'aggregazione di più fabbricati; a monte si sviluppa intorno ad un chiostro interno e si affaccia su via San Quirico, mentre a valle l'edificio prospetta su Pian dei Mantellini.
    • - destinazioni d'uso: Residenze per un massimo di 10 alloggi (Pian dei Mantellini). Residenze speciali per un massimo di 80 posti letto (via San Quirico).
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo; ristrutturazione edilizia nel caso di recupero a fini residenziali.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto (con convenzione per il recupero a fini residenziali).
  33. 33 - Ex Convento dei Carmelitani
    Complesso costituito dalla chiesa e dall'ex convento del Carmine.
    • - destinazioni d'uso: Università. Servizi religiosi. Servizi culturali. Servizi per l'istruzione superiore. Ricettivo non alberghiero.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  34. 34 - Ex orfanotrofio San Marco
    Complesso in cui si concentrano funzioni pubbliche di diversa natura: residenza universitaria nell'ex convento di Santa Marta, archivio storico, scuola materna nell'edificio di testata, servizi amministrativi, parcheggio multipiano e residenza.
    • - destinazioni d'uso: Residenze universitarie e collegi. Servizi per l'istruzione di base. Residenza. Parcheggi coperti di uso pubblico. Servizi amministrativi. Servizi culturali. Servizi sociali e ricreativi.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo; ristrutturazione edilizia nel caso di recupero a fini residenziali.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto; progetto unitario per gli spazi scoperti.
  35. 35 - Santa Mustiola e Orto botanico
    Complesso architettonico costituito dall'ex convento dei Camaldolesi (detto anche della Rosa o Convento di Santa Mustiola), oggi sede dell'Accademia e del museo dei Fisiocritici, dalla chiesa annessa, adibita a biblioteca universitaria, e dal nuovo edificio, sede del Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università. Sul retro del complesso vi sono le strutture e gli spazi dell'orto botanico.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Servizi universitari.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo; ristrutturazione edilizia relativamente all'edificio del Dipartimento di Scienze Ambientali. Possibilità di realizzare modeste volumetrie pertinenziali alla funzionalità dell'Orto botanico.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  36. 36 - Ex convento della Maddalena
    Complesso architettonico costituito dalla ex chiesa (attualmente aula universitaria), dall'ex convento (scuola e residenza universitaria) e dal recente edificio della palestra della scuola media.
    • - destinazioni d'uso: Servizi per l'istruzione di base. Residenze universitarie e collegi. Università.
    • - tipo di intervento: RRC. RI relativamente all'edifico della palestra e della scuola.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto
  37. 37 - Sant'Agostino
    Ampia area il cui fulcro ruota intorno alla chiesa e all'ex convento di S. Agostino, in cui si concentrano diverse funzioni pubbliche: chiesa, conservatorio di musica, servizi universitari, scuola superiore per cui è prevista la realizzazione della nuova palestra individuata nella tavola RU2 con la sigla AR80 disciplinata all'articolo 131 "Aree di riqualificazione e completamento"
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Servizi religiosi. Servizi per l'istruzione superiore. Servizi universitari. Residenze. Giardini e verde attrezzato.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto. Progetto unitario per gli spazi scoperti anche per porzioni organiche.
  38. 38 - Casa Lavoro delle Sordomute
    Sede di una residenza assistita per anziani. Nell'area individuata nella tavola RU2 con la sigla AR79 vale la disciplina di cui all'articolo 131 "Aree di riqualificazione e completamento".
    • - destinazioni d'uso: Servizi per l'assistenza sanitaria.
    • - tipo di intervento: ristrutturazione.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  39. 39 - S. Girolamo
    Complesso di notevoli dimensioni e molto articolato composto da un nucleo più antico (chiesa e convento) e da numerosi corpi di fabbrica più recenti e di minor valore.
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi per l'istruzione di base. Residenza.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo per le porzioni di antico impianto ancora riconoscibili; ristrutturazione edilizia per i fabbricati recenti e gli spazi scoperti.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto. Progetto unitario per la sistemazione degli spazi scoperti.
  40. 40 - Santa Maria dei Servi
    Complesso costituito dalla chiesa di Santa Maria dei Servi, dall'ex convento, (utilizzato attualmente come sede universitaria e dalla contrada), dall' Oratorio della Santissima Trinità e dai moderni locali di contrada ad esso adiacenti. Nell'area individuata nella tavola RU2 con la sigla AR81 vale la disciplina di cui all'articolo 131 "Aree di riqualificazione e completamento".
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi culturali. Servizi sociali e ricreativi. Servizi universitari.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  41. 41 - Collegio Santa Chiara
    Complesso architettonico unitario, risalente al XX sec. (ex monastero delle Cappuccine), recentemente ristrutturato come collegio universitario.
    • - destinazioni d'uso: Servizi universitari. Residenze universitarie e collegi.
    • - tipo di intervento: ristrutturazione edilizia.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  42. 42 - San Girolamo in Campansi
    Complesso formatosi a partire dal XV sec. Dal punto di vista urbanistico ed architettonico è il risultato dei numerosi interventi susseguitisi nel corso degli anni per adattarlo all'uso attuale. La tipica matrice conventuale permane nella chiesa e nei due chiostri.
    • - destinazioni d'uso: Servizi per l'assistenza sanitaria. Servizi religiosi. Residenza limitatamente alla porzione di fabbricato con l'accesso attualmente posto al civico nº14 di via Campansi.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo per gli edifici di impianto storico. Sostituzione edilizia per i volumi esistenti nel resede con possibilità di realizzare una struttura leggera, tipo tettoia (massimo mq. 150) su cui appoggiare un sistema di pannelli solari. Per quanto riguarda la totalità degli spazi scoperti dovrà essere assicurata una percentuale minima pari al 60% di superficie permeabile.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto per gli interventi sugli edifici. Progetto unitario per la sistemazione degli spazi esterni.
  43. 43 - Conservatori riuniti femminili
    Complesso costituito dagli edifici dei Conservatori riuniti femminili (attualmente ancora utilizzati come convitto) e dall'ex convento di Santa Monaca (scuola media).
    • - destinazioni d'uso: Servizi per l'istruzione di base. Residenze universitarie e collegi.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto
  44. 44 - Palazzo San Galgano e Refugio
    Porzione dell'antico complesso dei conservatori femminili riuniti, è attualmente sede della Facoltà di Lettere dell'Università.
  45. - destinazioni d'uso: Servizi universitari. Residenza.
  46. - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
  47. - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  48. 45 - Santo Spirito
    Complesso costituito dalla chiesa e dall'ex convento di Santo Spirito, attualmente adibito a carcere.
    • - destinazioni d'uso: Servizi religiosi. Servizi per la sicurezza e la protezione civile.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  49. 46 - Butini Bourke
    Ex convento delle Monache di Vita Eterna, attuale sede dell'asilo Butini Bourke. È parte del complesso anche la chiesa di S. Giacinto.
    • - destinazioni d'uso: Servizi per l'assistenza sanitaria. Servizi religiosi.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  50. 47 - Lavatoi di Porta Pispini
    Manufatto di interesse documentale destinato a lavatoio pubblico. Attualmente, avendo perso di significato la sua originaria funzione, si presta a più utilizzazioni di carattere collettivo.
    • - destinazioni d'uso: Servizi ed attrezzature di uso pubblico. Servizi culturali.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  51. 48 - Santa Maria della Scala
    Complesso architettonico molto articolato dal punto di vista planivolumetrico. Costituisce il più importante e monumentale complesso architettonico a carattere culturale della città.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Servizi religiosi. Commercio e pubblici esercizi (Tc1) affacciati sulla strada interna, su Piazza del Duomo e via del Fosso di Sant'Ansano. Foresteria.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo. Possibilità di realizzare locali tecnici seminterrati nella zona a valle del complesso sfruttando il dislivello dei terrazzamenti.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto. Progetto unitario per la sistemazione degli spazi esterni con piazze e giardini terrazzati, previa demolizione di alcune preesistenze di nessun valore.
  52. 49 - Santa Chiara
    Ex convento di cui rimane praticamente il solo chiostro essendo stato trasformato sin dall'Ottocento in caserma. Nel complesso vi sono anche i resti della chiesa e due edifici di nessun valore architettonico.
    • - destinazioni d'uso: Servizi per la sicurezza e la protezione civile.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  53. 50 - Fonti di Follonica
    Fonte monumentale.
    • - destinazioni d'uso: Servizi ed attrezzature di uso pubblico.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: progetto di restauro.
  54. 51 - Fonte nuova d'Ovile
    Fonte monumentale
    • - destinazioni d'uso: Servizi ed attrezzature di uso pubblico.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  55. 52 - Facoltà di Giurisprudenza
    Edificio di recente costruzione
    • - destinazioni d'uso: Servizi universitari. Servizi culturali. Servizi amministrativi.
    • - tipo di intervento: ristrutturazione edilizia.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  56. 53 - Fortezza Medicea
    Cinquecentesca costruzione a carattere militare, al cui interno sono sistemate una scuola elementare in manufatti di legno, nonché la sede dell'Associazione Siena Jazz. All'interno della struttura principale sono ubicati i locali e gli spazi di servizio dell'Enoteca.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Servizi sociali e ricreativi. Servizi per l'istruzione di base.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto
  57. 54 - Cinta muraria
    Antica cinta muraria della città comprendente le porte di accesso al centro storico, nonché le opere puntuali di fortificazione tra cui il Fortino del Peruzzi in prossimità di Porta Pispini.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: progetto di restauro riferito a porzioni organiche oggetto dell'intervento.
  58. 55 - Palazzo del Capitano
    Palazzo di origine medievale, più volte rimaneggiato fino ad assumere l'attuale veste neogotica.
    • - destinazioni d'uso: Servizi culturali. Esercizi di vicinato limitatamente al piano terra.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo. Possibilità di coprire le corti esistenti per rendere funzionali le superfici al piano terreno ai fini della distribuzione e dell'uso culturale dell'immobile.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  59. 56 - Ex Macelli di Fontebranda
    Complesso di edifici di interesse storico, sorto ed utilizzato nel tempo come mattatoio comunale. Oggetto di una recente ristrutturazione, si configura come un "manufatto polifunzionale" e si presta a molteplici usi.
    • - destinazioni d'uso: Residenza, Artigianato di servizio (IS), Direzionale (Tb1 e Tb2), Commercio e pubblici esercizi (Tc1 e Tc2).
    • - tipo di intervento: ristrutturazione edilizia senza modifica dei prospetti.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  60. 57 - Palazzo Trecentesco in Via dei Rossi 40
    Fabbricato di antico impianto medievale con corpo scala centrale all'interno di torre trecentesca che, per le sue peculiari caratteristiche rimaste invariate nel tempo, mantiene inalterata la vocazione a locanda, con i locali per il ristoro al piano terra e quelli adibiti all'accoglienza posti ai piani superiori.
    • - destinazioni d'uso: Commercio e pubblici esercizi (Tc1) al piano terra. Ricettivo ai piani superiori.
    • - tipo di intervento: restauro e risanamento conservativo.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.
  61. 58 - Via Sallustio Bandini
    Complesso di edifici con pluralità di destinazioni in prevalenza a servizi e in parte a residenze.
    • - destinazioni d'uso: Residenza, Direzionale (Tb1 e Tb2), Servizi, Commercio e Pubblici Esercizi (Tc1) limitatamente ai piano terra
    • - tipo di intervento: ristrutturazione edilizia (RI) senza modifica della sagoma e mantenendo il carattere compositivo delle facciate. È ammesso l'inserimento di elementi accessori esterni necessari per il superamento di barriere architettoniche e per l'adeguamento alle normative vigenti in materia di sicurezza.
    • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

Capo III La disciplina del Sottosistema Funzionale delle Propaggini del Centro Storico

Art. 55 Aspetti generali per il sottosistema funzionale delle Propaggini (PR)

1. Il sottosistema funzionale delle Propaggini è rappresentato dai primi insediamenti che, a partire dalla fine dell'800 e fino agli anni '50, hanno previsto l'espansione della città all'esterno delle mura lungo gli assi che si dipartivano dalle porte. La funzione è principalmente residenziale, con accorpamento di servizi che nel tempo hanno perso la loro connotazione e vitalità anche a causa dell'evoluzione avuta dal sistema commerciale.

2. Nel sottosistema funzionale delle Propaggini del Centro storico sono consentiti interventi sino alla RI, salvo indicazioni più restrittive contenute negli artt. 56, 57 e 59.

3. La SUL media degli alloggi risultanti da frazionamento non deve essere inferiore a 80 mq.

4. Il Sottosistema funzionale delle Propaggini del Centro storico è articolato in quattro Tessuti descritti e disciplinati dai successivi articoli.

Art. 56 Tessuto delle Propaggini 1 (PR1)

1. Sono insediamenti di impianto otto - novecentesco caratterizzati dalla stretta relazione con la strada lungo la quale si dispongono, spesso con affaccio diretto o comunque allineati; sono presenti e compatibili anche funzioni diverse dalla residenza, soprattutto ai piani terra, quali il commercio e il direzionale, in funzione della buona accessibilità - anche con il trasporto pubblico - che connota queste aree.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino al RRC.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R, IS (con esclusione dei piani superiori), Tc1, Tc2, Tb1, Tb2 (quest'ultimo con esclusione dei piani superiori)

4. La dotazione minima dei parcheggi di cui all'art. 40 può essere monetizzata ad eccezione dei casi di nuove aperture di medie strutture di vendita.

Art. 57 Tessuto delle Propaggini 2 (PR2)

1. Sono insediamenti di impianto otto - novecentesco di elevato valore architettonico, spesso dovuto alla unitarietà degli interventi; si tratta in prevalenza di tessuti a densità piuttosto bassa, con presenza della tipologia a villa/villini, quasi esclusivamente residenziali, che in alcuni casi danno luogo a quartieri veri e propri.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino al RRC.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R, Tc1, Tb1.

4. Nel caso di tipologie edilizie "ville" o "villini" il frazionamento non può portare alla creazione di unità immobiliari che suddividano in verticale l'organismo edilizio.

5. In caso di cambiamenti di destinazione d'uso e/o di frazionamento il reperimento degli standard a parcheggio mancanti non può comportare la riduzione dei giardini di pertinenza; è ammessa la monetizzazione degli standard mancanti.

Art. 58 Tessuto delle Propaggini 3 (PR3)

1. Questi ambiti corrispondono ad insediamenti più recenti rispetto ai precedenti e la densità edilizia è sensibilmente più consistente vista la prevalenza di tipologie a blocco e in linea; anche in questo caso la destinazione prevalente è la residenza.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino alla RI.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R, IS (con esclusione dei piani superiori), Tc1, Tb1.

Art. 59 Tessuto delle Propaggini 4 (PR4)

1. Sono insediamenti piuttosto rarefatti costituiti per la maggior parte da abitazioni isolate o case coloniche, generalmente con caratteri dell'edilizia rurale storica; la destinazione prevalente è la residenza.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino alla RIa.

3. Sono ammessi i soli cambi di destinazione d'uso in residenza.

4. Nel caso di tipologie edilizie "ville" o "villini" il frazionamento non può portare alla creazione di unità immobiliari che suddividano in verticale l'organismo edilizio.

Capo IV La disciplina del sottosistema funzionale dell'Urbanizzato compatto

Art. 60 Aspetti generali per il Sottosistema funzionale dell'Urbanizzato Compatto (UC)

1. L'urbanizzato compatto comprende gli insediamenti sorti nel dopoguerra intorno alla città consolidata, nonché le principali frazioni che, a partire dagli anni '50, hanno registrato uno sviluppo incrementale delle aree urbanizzate e della popolazione. In massima parte rappresentano le zone residenziali dove, in relazione alla cospicua presenza di abitanti, sono presenti attività commerciali e servizi con caratteristiche di quartiere.

2. Nelle aree appartenenti al sottosistema funzionale dell'Urbanizzato Compatto sono consentiti interventi fino alla RI.

3. La SUL media degli alloggi risultanti da frazionamento, non deve essere inferiore a 60 mq.

4. Il Sottosistema funzionale dell'Urbanizzato compatto è articolato in quattro Tessuti descritti e disciplinati dai successivi articoli.

Art. 61 Tessuto dell'Urbanizzato compatto 1 (UC1)

1. Sono ambiti connotati da molteplici funzioni, con significativa presenza di attività commerciali e di servizio, tali da assicurare una certa attrattività; spesso è dovuto dalla posizione lungo strade percorse da flussi di traffico principali, dove si riconoscono anche insediamenti di impianto storico caratterizzati dalla stretta relazione con la strada stessa; in altri casi si tratta di contesti puntuali dove si concentrano più funzioni, sempre con un carattere di centralità.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino alla RI.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R, IS (con esclusione dei piani superiori), Tc1 e Tc2, Tb1, Tb2.

Art. 62 Tessuto dell'Urbanizzato compatto 2 (UC2)

1. Sono ambiti a destinazione quasi esclusivamente residenziale con tipologie tendenzialmente a bassa densità - ville e villini o schiere - anche se non sempre si riscontra un basso rapporto tra edificato e lotto di pertinenza.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino alla RI.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R, IS (con esclusione dei piani superiori), Tc1, Tb1.

Art. 63 Tessuto dell'Urbanizzato compatto 3 (UC3)

1. Sono ambiti a destinazione quasi esclusivamente residenziale - con eccezione dei piani terra in alcuni casi - con tipologie a media/alta densità - case a blocco o in linea - che, insieme al tessuto UC2, costituiscono gran parte dei quartieri recenti di Siena.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino alla RI.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R, IS (con esclusione dei piani superiori), Tc1, Tb1.

Art. 64 Tessuto dell'Urbanizzato compatto 4 (UC4)

1. Si tratta di complessi a destinazione quasi esclusivamente residenziale ma connotati da unitarietà dei manufatti e degli spazi aperti, da mantenere evitando modifiche puntuali non coordinate che possano compromettere un'immagine che fa parte dell'identità del luogo.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino al RIa.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R, IS (con esclusione dei piani superiori), Tc1, Tb1, Tb2 (quest'ultimo con esclusione dei piani superiori).

4. In caso di frazionamenti oppure di fusione di unità immobiliari non sono consentite modifiche esterne dei prospetti non compatibili con l'ordito compositivo dei complessi edilizi.

Capo V La disciplina del sottosistema funzionale dell'Urbanizzato di confine

Art. 65 Urbanizzato di confine (CO)

1. L'Urbanizzato di confine comprende insediamenti di limitata estensione la cui principale caratteristica risiede nella localizzazione periferica rispetto al territorio comunale. Spesso sono insediamenti lineari lungo importanti strade di confine dove il carico insediativo si concentra prevalentemente nel territorio dei Comuni contermini. La funzione preminente è quella residenziale, con alcune attività episodiche di tipo artigianale o industriale.

2. Nelle aree appartenenti al sottosistema funzionale dell'Urbanizzato di Confine sono ammessi interventi fino alla RI.

3. La SUL media degli alloggi risultanti da frazionamento, non deve essere inferiore a 60 mq.

4. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R, IS, Tc1, Tb1.

Capo VI La disciplina del sottosistema funzionale dei Filamenti urbani

Art. 66 Aspetti generali per il Sottosistema funzionale dei Filamenti urbani (FU)

1. Il sottosistema funzionale dei Filamenti Urbani rappresenta l'edificato che nel tempo si è attestato lungo i percorsi viari di antico impianto, con prevalente funzione residenziale. I filamenti urbani accompagnano il raggiungimento della città o l'uscita dalla stessa fino a giungere al territorio aperto.

2. Nelle aree appartenenti al sottosistema funzionale dei Filamenti urbani sono consentiti interventi fino alla RA, salvo indicazioni più restrittive contenute negli artt. 67, 68 e 70.

3. La SUL media degli alloggi risultanti da frazionamento, non deve essere inferiore a 70 mq.

4. Il Sottosistema funzionale dei Filamenti urbani è articolato in quattro Tessuti descritti e disciplinati dai successivi articoli.

Art. 67 Filamenti urbani 1 (FU1)

1. Sono i tratti dove l'insediamento di matrice storica è tuttora riconoscibile e mantiene la sua rilevanza anche per la conservazione di manufatti di valore architettonico; grazie al rapporto diretto con la viabilità che li caratterizza ed alla tipologia edilizia, sono presenti anche funzioni diverse dalla residenza.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino al RIa.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R, IS (con esclusione dei piani superiori), Tc1, Tb1, Tb2.

Art. 68 Filamenti urbani 2 (FU2)

1. Sono tratti dove l'insediamento di matrice storica è riconoscibile anche con episodi di valore architettonico, ma la tipologia prevalente è quella a villa e villino, cioè della casa isolata su lotto, quindi la destinazione è quasi esclusivamente residenziale.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino al RIa.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R, IS (con esclusione dei piani superiori), Tc1, Tb1.

Art. 69 Filamenti urbani 3 (FU3)

1. Sono gli inserti più recenti che hanno saturato gli spazi rimasti inedificati lungo il tracciato ordinatore oppure che hanno occupato la fascia retrostante alla prima cortina; sono ambiti prettamente residenziali.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino alla RA.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R, IS (con esclusione dei piani superiori), Tc1, Tb1.

Art. 70 Filamenti urbani 4 (FU4)

1. Si tratta di insediamenti di matrice rurale oggi inglobati dalla crescita urbana che mantengono comunque buona parte delle caratteristiche originarie, a volte con ampi spazi di pertinenza, soprattutto in corrispondenza dei numerosi Beni storico architettonici; la destinazione è prevalentemente residenziale.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino al RRC.

3. Sono ammessi esclusivamente i cambi di destinazione d'uso in R.

Capo VII La disciplina del sottosistema funzionale delle Aree miste

Art. 71 Aspetti generali per il Sottosistema funzionale delle Aree Miste (AM)

1. Il sottosistema funzionale delle Aree miste comprende tessuti caratterizzati da un edificato prevalentemente con tipologia a capannone per attività commerciali, artigianali o industriali. La loro distribuzione nel territorio, in aree di fondovalle, segna lo sviluppo che la città produttiva ha avuto nel tempo, evidenziando le fasi del progressivo trasferimento delle piccole attività presenti nel centro storico verso siti più adatti alle moderne esigenze di gestione

2. Nelle aree appartenenti al sottosistema funzionale delle Aree Miste sono consentiti interventi fino alla DR, salvo indicazioni più restrittive contenute negli artt. 72 e 73.

3. Non è consentito il frazionamento degli alloggi esistenti.

4. Non è consentito l'accorpamento di strutture di vendita che dia luogo a SLV superiori a 1.500 mq.

5. Il Sottosistema funzionale delle Aree Miste è articolato in tre Tessuti descritti e disciplinati dai successivi articoli.

Art. 72 Aree miste 1 (AM1)

1. Sono gli ambiti dove sono presenti principalmente attività terziarie, sia commerciali che direzionali, e attrezzature di interesse collettivo, ma anche quote di residenza; questo insieme di funzioni connota queste aree, poste in prossimità del centro, come spazi realmente urbani, veri e propri luoghi centrali, grandi attrattori di flussi di traffico e di persone. Il Tessuto presenta talvolta caratteristiche frammentarie, derivanti da interventi molto recenti e specialistici, spesso di ristrutturazione urbanistica.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino alla RI.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - R con esclusione del piano terra, I1, IS, Tc1, Tc2, Tc3, Tb1, Tb2, Tb3.

Art. 73 Aree miste 2 (AM2)

1. Sono gli ambiti dove la mescolanza comprende principalmente attività terziarie (sia direzionali che commerciali) che artigianali, anche con tipologie edilizie a capannone, e in cui all'attrazione di grandi flussi di traffico e di persone non sempre corrisponde una adeguata dotazione in termini di accessibilità e di parcheggi.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino alla RI.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - I1, IS, Tc1, Tc2, Tc3, Tb1, Tb2, Tb3.

Art. 74 Aree miste 3 (AM3)

1. Sono gli ambiti più propriamente produttivi, esito di interventi pianificati e pertanto complessivamente omogenei, almeno per quanto riguarda le modalità insediative.

2. Negli edifici appartenenti a questo tessuto sono ammessi interventi fino alla DR limitata alla fattispecie di cui all'art. 32 comma 2 lettera a.

3. Sono ammessi i cambi di destinazione d'uso in:

  • - I1, I2, IS, Tc1, Tc2, Tc3, Tb1, Tb2, Tb3.

Capo VIII La disciplina del sottosistema funzionale dei Filamenti del territorio aperto

Art. 75 Aspetti generali per il Sottosistema funzionale dei Filamenti del territorio aperto (FA)

1. I Filamenti del territorio aperto sono generati dal progressivo completamento ed ispessimento della matrice originaria, costituita da edifici isolati con prevalente funzione di organizzazione e gestione di attività agricola, e normalmente allineati lungo i crinali. Questi processi di crescita hanno in alcuni casi dato vita ad insediamenti intimamente connessi con realtà urbane, e pertanto questo sottosistema funzionale è stato articolato in due tessuti:

  • - Filamenti del territorio aperto in ambito urbano (FA1);
  • - Filamenti del territorio aperto in ambito rurale (FA2).

2. La disciplina di cui alla Parte V delle presenti NTA (Le trasformazioni nel territorio rurale) si applica esclusivamente agli edifici con destinazione d'uso AG appartenenti ai Filamenti del territorio aperto in ambito rurale (FA2).

3. In caso di frazionamenti le unità abitative risultanti dovranno avere una superficie media non inferiore a 80 mq di SUL.

Art. 76 Filamenti del territorio aperto in ambito urbano (FA1)

1. Si tratta di insediamenti di carattere eterogeneo, principalmente formati da una sequenza di ville, abitazioni di campagna e case coloniche la cui origine è in alcuni casi ancora visibile, mentre in altri casi è stata inglobata da una significativa presenza di interventi recenti a carattere residenziale. In altri casi ancora sono stati saturati da interventi recenti con destinazione a servizi a carattere sovracomunale.

2. Per gli edifici ricadenti in questa tipologia di filamenti sono ammessi interventi fino alla RI.

3. Sono ammissibili cambi di destinazione d'uso esclusivamente ai fini della residenza (R), del commerciale Tc1 e del direzionale Tb1, nonché dell'artigianato di servizio (IS).

Art. 77 Filamenti del territorio aperto in ambito rurale (FA2)

1. I Filamenti del territorio aperto in ambito rurale sono insediamenti nati prevalentemente lungo le strade di crinale che attraversano il territorio, costituiti da edifici realizzati in epoca recente che hanno contribuito all'ispessimento dell'edificato lungo queste direttici in origine costituite esclusivamente da ville e case coloniche.

2. Sono ammissibili cambi di destinazione d'uso ai fini della residenza (R) o di attività agricole (AG) con le limitazioni di cui agli artt. 81, 82 e 83 delle presenti NTA.

3. Per gli edifici ricadenti in questa tipologia di filamenti sono ammessi gli interventi di cui agli artt. 81, 82 e 83 delle presenti NTA.

4. Nei resede degli edifici appartenenti ai Filamenti del territorio aperto in ambito rurale (FA2) sono ammessi gli interventi di cui all'art. 85 commi 5 e 6.

Capo IX La disciplina del sottosistema funzionale dell'Insediamento diffuso

Art. 78 L'insediamento diffuso: aspetti generali

1. Appartengono all'Insediamento diffuso gli edifici collocati nel territorio rurale e nel verde agricolo in ambito urbano di cui all'art. 106 delle presenti NTA, con esclusione di quelli censiti come BSA e di quelli appartenenti al tessuto dei Filamenti del territorio aperto in ambito rurale (FA2). Si tratta di un insieme di edifici molto eterogeneo, che comprende abitazioni rurali ed annessi agricoli ancora utilizzati per le originarie funzioni, edifici ed annessi deruralizzati, edifici recenti (in genere con tipologia a villino) realizzati con finalità residenziali, edifici con destinazione d'uso artigianale (IS) o commerciale (T).

2. Il sottosistema funzionale dell'insediamento diffuso è articolato in due componenti:

  • - l'insediamento diffuso in ambito urbano, costituito dagli edifici collocati all'interno del verde agricolo in ambito urbano;
  • - l'insediamento diffuso extraurbano, costituito dagli edifici collocati nel territorio rurale.

3. Gli edifici appartenenti all'insediamento diffuso sono desumibili dalla base cartografica, non essendo indicati nelle tavole RU2 ed RU3 con specifica sigla.

4. Nei casi di frazionamento o di deruralizzazione di edifici ricadenti nell'insediamento diffuso dovranno essere previsti, all'interno dell'immobile oppure negli annessi esistenti posti in prossimità, idonei locali comuni di ampiezza sufficiente per il ricovero di attrezzi per la cura degli spazi aperti. Per aree di pertinenza inferiori ad un ettaro, tali locali dovranno avere una superficie minima pari a mq. 15, per aree superiori ad un ettaro una superficie minima sarà di mq. 30.

5. In caso di frazionamenti le unità abitative risultanti dovranno avere una superficie media non inferiore a 80 mq di SUL.

Art. 79 L'insediamento diffuso in ambito urbano

1. Per gli edifici con destinazione d'uso residenziale o residenza rurale, ricadenti nell'insediamento diffuso in ambito urbano, sono ammessi interventi fino alla RI di cui all'art. 30 comma 2 lettera a).

2. Esclusivamente per le residenze rurali, sono ammessi cambi di destinazione d'uso da AG a R.

3. Negli edifici con destinazione d'uso diversa da quella residenziale sono ammessi interventi di manutenzione straordinaria senza cambio di destinazione. È altresì ammessa la demolizione con trasferimento della SUL di cui all'art. 19 delle presenti NTA.

4. Negli edifici con destinazione d'uso AG non sono ammessi gli interventi di cui all'art. 43 comma 1, lett. b) e c), commi 3 e 4 della LR toscana 1/2005.

5. In caso di frazionamenti e/o cambio di destinazione d'uso, si applica la disciplina dell'art. 85, commi 1, 2, 3, 6 (esclusa la realizzazione di piscine), 9 e 10.

Art. 80 L'insediamento diffuso in ambito rurale

1. Fatte salve specifiche disposizioni del RU, negli edifici appartenenti all'insediamento diffuso in ambito rurale le trasformazioni ammesse variano in funzione della attuale destinazione d'uso e sono indicate nei successivi artt. 81, 82 e 83 delle presenti NTA.

2. Fatte salve specifiche disposizioni del RU, sono ammessi esclusivamente cambi d'uso da R a AG e viceversa.

3. Il cambio di destinazione d'uso di annessi agricoli o la loro destinazione a ricettività agrituristica, anche tramite PMAA, non dovrà comportare, in ogni caso, comunque interventi edilizi eccedenti il Restauro e Risanamento Conservativo (RRC).

4. In caso di frazionamenti e/o cambi di destinazione d'uso si applica la disciplina dell'art. 85, commi 1 e 6.

5. Nei resede degli edifici appartenenti all'Insediamento rurale diffuso sono ammessi gli interventi di cui all'art. 85 commi 5 e 6.

Art. 81 Interventi sul patrimonio edilizio con destinazione d'uso diversa dall'agricola

1. Negli edifici con destinazione d'uso residenziale (R), sono ammessi interventi di ristrutturazione edilizia una tantum con addizione funzionale (RA), con le modalità di cui all'art.33.

2. I volumi aggiuntivi devono essere realizzati rispettando gli assi ordinatori dei prospetti, la forma e le dimensioni delle finestre, e utilizzando materiali costruttivi coerenti.

3. Negli edifici con destinazione d'uso diversa da quella residenziale sono ammessi interventi di manutenzione straordinaria (MS) senza cambio di destinazione o la demolizione con trasferimento della SUL nei casi previsti dall'art. 19 delle presenti NTA.

Art. 82 Disciplina per gli interventi sugli edifici rurali ad uso abitativo

1. Sugli edifici rurali ad uso abitativo sono ammessi interventi fino alla ristrutturazione edilizia con addizioni funzionali (RA).

2. L'addizione funzionale è consentita esclusivamente per gli edifici rurali ad uso abitativo che non siano già stati oggetto di trasferimenti di volumetria o ampliamenti una tantum in applicazione della ex L.R. 64/1995.

3. I volumi aggiuntivi devono essere realizzati rispettando gli assi ordinatori dei prospetti, la forma e le dimensioni delle finestre, e utilizzando materiali costruttivi coerenti.

4. Gli interventi di ampliamento del volume non devono comportare aumento delle unità immobiliari a uso abitativo o la realizzazione di scale esterne aggiuntive, né devono eccedere l'altezza degli edifici esistenti.

5. Gli ampliamenti una tantum sono consentiti fino ad un massimo di 100 mc. per unità immobiliare. In presenza di PMAA si possono prevedere trasferimenti di volumetria tra edifici rurali ad uso abitativo fino ad un massimo di 200 mc., nel rispetto dei requisiti di cui ai precedenti commi 2, 3 e 4 ed a condizione che l'edificio che cede la volumetria venga demolito nella sua interezza, con contestuale ripristino ed eventuale messa a coltura nel suo sedime.

Art. 83 Disciplina per gli interventi sugli annessi agricoli

1. Nel rispetto dei limiti e delle prescrizioni specificate dal RU, sugli annessi rurali non censiti come BSA sono consentiti interventi di:

  • - ristrutturazione edilizia (RI);
  • - demolizione con ricostruzione (DR);
  • - ristrutturazione con addizione funzionale (RA);
  • - demolizione con trasferimento di volume (DT);

2. Negli ampliamenti una tantum di cui all'art 43, comma 3 della L.R. 1/2005 e nei trasferimenti di volumetrie di cui all'art 43, comma 4, lett. b) della L.R. 1/2005 che diano luogo a nuovi edifici sono rispettati - ove applicabili - i criteri di cui all'art. 158 comma 2 delle presenti NTA.

3. In assenza di PMAA possono essere richiesti esclusivamente ampliamenti una tantum fino al 10% del volume preesistente dell'annesso e comunque fino ad una volumetria massima di 300 mc.

4. Per documentate esigenze produttive i PMAA possono prevedere:

  • - ampliamenti volumetrici una tantum fino al 10% del volume preesistente dell'annesso e comunque fino ad un massimo di 500 mc.;
  • - trasferimenti di volumetria tra annessi agricoli fino ad un massimo di 600 mc., a condizione che l'annesso che cede la volumetria venga demolito nella sua interezza, con contestuale ripristino ed eventuale messa a coltura del suo sedime.

Capo X Disciplina aggiuntiva per gli edifici censiti nelle schede BSA

Art. 84 Trasformazioni edilizie ammesse negli edifici censiti e disciplina dei cambi di destinazione d'uso

1. La disciplina di cui al presente Titolo IV si applica agli edifici e spazi scoperti censiti nella "Schedatura dei beni storico architettonici del territorio aperto" contenuta nel QC del PS nonché nella "Schede di rilievo in ambito urbano o integrative rispetto a quelle del Piano Strutturale" (RUqc1) contenuta nel QC del RU; le due schedature sono di seguito per brevità denominate "Schede BSA", e gli edifici compresi al loro interno "edifici censiti" sono suddivisi in edifici d'interesse storico e edifici recenti e precari. La normativa è modulata in funzione dei giudizi di valore architettonico espressi per ciascun edificio censito. I perimetri delle aree oggetto delle schedature sono riportati con apposito segno grafico nelle tavole RU2 ed RU3.

2. Le specifiche tipologie d'intervento ammissibili, per gli edifici censiti, sono riportate nelle schede normative di riferimento, salvo prescrizioni particolari indicate nelle tavole RU2 ed RU3.

3. Le unità abitative risultanti dai frazionamenti degli edifici censiti dovranno avere una superficie media non inferiore a 100 mq di SUL.

4. Negli edifici censiti come BSA ricadenti in ambito urbano, sono ammessi i cambi di destinazione d'uso verso la residenza (R), l'artigianato di servizio (IS, solo al piano terra), il commercio di vicinato (Tc1, solo al piano terra), uffici privati e studi professionali (Tb1), Servizi (S), salvo prescrizioni particolari indicate nelle tavole RU2.

5. Negli edifici censiti come BSA ricadenti in territorio rurale sono sempre consentiti cambi d'uso verso la destinazione agricola (AG). Sono consentiti inoltre:

  • - cambio d'uso da residenza agricola (AG) a residenza (R);
  • - cambio da altri usi agricoli a residenza (R) alle seguenti condizioni:
    1. a) che sia finalizzato all'ampliamento di unità abitative esistenti o alla realizzazione di alloggi con dimensione media di 100 mq. di SUL;
    2. b) che l'edificio non sia censito come "recente" o " precario";
    3. c) che non si tratti di manufatti specialistici quali, parate, carraie, tettoie, castri, legnaie e forni.

6. Nei casi di frazionamento o di deruralizzazione di edifici dovranno essere previsti, all'interno dell'immobile oppure negli annessi esistenti posti in prossimità, idonei locali comuni di ampiezza sufficiente per il ricovero di attrezzi per la cura degli spazi aperti. Per aree di pertinenza inferiori ad un ettaro, tali locali dovranno avere una superficie minima pari a mq. 15, per aree superiori ad un ettaro una superficie minima sarà di mq. 30.

Art. 85 Disciplina della gestione e delle trasformazioni nei resede dei BSA

1. Il RU assume il resede, come area libera connessa agli edifici censiti nelle schede BSA, coincidente con il perimetro della rispettiva Scheda BSA indicato graficamente nelle tavole RU2 ed RU3. I resede censiti sono suddivisi in relazione al loro valore urbanistico e paesaggistico (eccezionale, buono, medio, scarso) e la normativa è modulata in funzione di tali giudizi di valore.

2. Gli specifici interventi ammissibili sono riportati nelle schede normative di riferimento, salvo prescrizioni particolari indicate nelle tavole RU2 ed RU3.

3. Fermo restando l'obbligo della redazione di PMAA nei casi previsti, gli interventi edilizi per la realizzazione di nuove residenze rurali o annessi agricoli oppure la variazione di destinazione d'uso o il frazionamento anche riguardanti un singolo edificio, sono subordinati alla redazione di un progetto del resede, finalizzato al miglioramento e alla conservazione dei caratteri tipologici degli spazi scoperti (aie, giardini, terrazzamenti, etc.), salvaguardandone le geometrie e le dimensioni e conservandone i materiali e gli elementi funzionali e decorativi (pavimentazioni, recinzioni, pozzi, lavatoi, tabernacoli, etc.). Qualora il resede risulti già frazionato, il proponente procederà alla stesura di un progetto parziale di resede, considerando comunque le sue caratteristiche originarie. In caso di impossibilità di promuovere un intervento esteso all'intero resede, per mancanza di accordo tra i diversi proprietari, sarà valutato il progetto parziale anche alla luce degli assetti complessivi.

4. Il progetto di resede interviene sui seguenti elementi:

  • - recinzioni perimetrali o interne al resede, escludendo la previsione di nuove recinzioni in muratura. Se ritenute indispensabili, le recinzioni dovranno essere realizzate con paletti e rete metallica a maglia sciolta, accompagnata da schermature di tipo arbustivo con essenze da selezionare tra quelle indicate nell'art. 107 delle presenti NTA;
  • - parcheggi, da collocare preferibilmente in posizione defilata rispetto a coni visivi significativi;
  • - accessi sia carrabili che pedonali, limitandone la moltiplicazione e mantenendone o ripristinandone le caratteristiche originarie;
  • - eventuali manufatti ed elementi di pregio da valorizzare;
  • - illuminazioni esterne del tipo "cut off" ovvero con riflessione in alto della luce inferiore al 5% al fine di contenere l'inquinamento luminoso;
  • - pavimentazioni, eventualmente da riprodurre nelle configurazioni e materiali della tradizione;
  • - arredi vegetali, da prevedere in coerenza con le indicazioni dello Statuto degli ecosistemi e del paesaggio e con gli aspetti storici del resede stesso.

5. Compatibilmente con la dimensione e nel rispetto della qualità complessiva del contesto sono realizzabili nel resede interventi per attrezzare piccole aree di gioco per bambini e per il soggiorno all'aperto (con tavoli, sedute, coperture mobili di colore adeguato).

6. Nei resede il cui valore urbanistico e/o paesaggistico è stato valutato diverso da eccezionale è consentita la realizzazione di:

  • - strutture leggere (legno o metallo) aperte per il ricovero di veicoli con dimensione commisurata alle esigenze delle unità abitative. La loro copertura, di norma permeabile, può essere resa impermeabile esclusivamente mediante l'installazione di pannelli fotovoltaici o solari;
  • - box per il ricovero di cavalli, fino ad un massimo di 30 mq. (2 posti), da realizzarsi con strutture di legno (solo nei resedi collocati nel territorio rurale o nel verde agricolo in ambito urbano - Ve);
  • - piccoli manufatti in legno per la detenzione di animali da cortile per uso familiare (fino ad un massimo di 4 mq e solo nei resedi collocati nel territorio rurale o nel verde agricolo in ambito urbano -Ve);
  • - piccole aree di gioco per bambini;
  • - piccole aree attrezzate per il soggiorno all'aperto (con tavoli, sedute, coperture mobili di colore adeguato);
  • - piscine, non più di una per resede: le stesse non possono essere alimentate con acqua erogata attraverso gli acquedotti pubblici. la piscina dovrà comunque non eccedere le dimensioni di 150 mq e dovrà essere collocata in posizione tale da non presentare alcuna porzione distante più di 25 mt. dai fabbricati esistenti. Non è consentita la realizzazione di piscine su aree con pendenze maggiori del 10%; l'eventuale salto di quota con il piano superiore dovrà essere raccordato senza realizzare muri a vista.
  • - - nuovi cancelli nei viali di accesso purché non segnalati come viali alberati nella scheda BSA. Salvo impedimenti tecnici da dimostrare in sede di richiesta, lungo le vie di accesso al resede, qualora consentiti, i cancelli o le sbarre sono realizzabili ad una distanza minima di 20mt. dall'innesto sulla strada pubblica.

7. Nei resede il cui valore urbanistico e/o paesaggistico è stato valutato nelle schede di rilievo come "eccezionale" è consentita esclusivamente la realizzazione di interventi fino al restauro.

8. Il resede costituisce riferimento essenziale per la determinazione dell'area libera annessa.

TITOLO III LA DISCIPLINA DELLA CITTÀ PUBBLICA

Capo I Servizi e attrezzature

Art. 86 Disposizioni generali

1. I servizi e le attrezzature pubbliche o di carattere collettivo, sono indicate nei successivi articoli.

2. Il cambiamento di un servizio o attrezzatura pubblica con un altro, è consentito previa deliberazione del Consiglio Comunale con cui sia dimostrata una equilibrata distribuzione delle diverse tipologie di servizi e attrezzature pubbliche.

3. Il dimensionamento dei parcheggi da realizzare nella nuova edificazione o nei cambi di destinazione d'uso relativi a immobili per servizi e attrezzature pubbliche o di interesse pubblico è indicato nei successivi artt. da 87 a 99.

4. Nel sistema funzionale del Centro Storico e nelle sue articolazioni CS1, CS2 e CS3, il tipo di intervento massimo consentito è quello indicato nel relativo tessuto di appartenenza e la destinazione d'uso, individuata con specifica sigla, è da intendersi come prevalente.

Art. 87 Servizi amministrativi (Sa)

1. I servizi amministrativi comprendono gli uffici comunali, provinciali e in genere della pubblica amministrazione, i tribunali e gli archivi pubblici.

2. Nelle aree siglate Sa sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. La dotazione dei parcheggi di relazione deve essere pari ad 1,5 posto auto per addetto.

Art. 88 Servizi per l'istruzione di base (Sb) e per l'istruzione superiore (Sc)

1. I servizi per l'istruzione di base comprendono asili nido, scuole materne, scuole elementari, scuole medie inferiori; quelli per l'istruzione superiore comprendono le scuole e gli istituti non dell'obbligo e sono indicati nelle tavole RU2 rispettivamente con la sigla Sb e Sc.

2. Nelle aree siglate Sb ed Sc sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. La dotazione dei parcheggi di relazione deve essere pari a:

  • - 0,5 posto auto per insegnante + 1 posto auto per aula nei servizi Sb;
  • - 1 posto auto per insegnante + 1 posto auto per aula nei servizi Sc.

4. I servizi Sb e Sc, unitamente alle aree verdi, agli spazi pubblici e alla viabilità limitrofa sono riferimenti privilegiati per l'attuazione degli interventi di cui all'art. 35 del PS, segnalati nella tavola C.5.07 "Il contributo del PRC2 al miglioramento della qualità insediativa" del PS stesso.

Art. 89 Servizi universitari (Sd)

1. I servizi universitari comprendono attrezzature didattiche e di ricerca, nonché i servizi tecnici, amministrativi, sociali e culturali connessi, comprese le residenze universitarie.

2. Nelle aree siglate Sd sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. La dotazione dei parcheggi di relazione deve essere pari a 0,6 posto auto per studente.

Art. 90 Servizi culturali (Se)

1. I servizi culturali comprendono musei, biblioteche, sedi di contrada, sale per mostre ed esposizione, sale di spettacolo, cinema, teatri, auditorium.

2. Nelle aree siglate Se sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. La dotazione dei parcheggi di relazione deve essere pari a 0,1 mq. per mq. di SUL e comunque 0,25 posto auto per posto spettatore.

Art. 91 Servizi sociali e ricreativi (Sf)

1. I servizi sociali e ricreativi comprendono sedi delle società di contrada, centri e circoli sociali, culturali e ricreativi e di volontariato, sale da ballo, discoteche, centri polivalenti, mense, ludoteche e spazi gioco-bimbi coperti.

2. Nelle aree siglate Sf sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. La dotazione dei parcheggi di relazione deve essere pari a 0,15 mq. per mq. di SUL.

4. Qualora promossi da soggetti privati, gli interventi edilizi diretti sono accompagnati da una apposita convenzione che garantisca l'uso pubblico dell'area e delle attrezzature.

5. Il RU individua nell'ambito della Scheda Progetto TU12 Impianti sportivi Acquacalda, l'area di nuova previsione da adibirsi anche agli spettacoli viaggianti.

Art. 92 Servizi religiosi (Sg)

1. I servizi religiosi comprendono gli edifici per il culto in genere nonché le funzioni a questi connesse, quali abitazioni per il clero, oratori e locali parrocchiali, conventi.

2. Nelle aree siglate Sg sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. Le chiese e le cappelle, se sconsacrate ed ancorché non siglate, possono cambiare la destinazione d'uso in Is, Tc1, Tb1 ed S, purché le trasformazioni necessarie al medesimo cambio d'uso non eccedano il RRC. Nei casi di realizzazione di soppalchi, questi non devono essere collegati alle murature originali. Il cambio d'uso in residenza è ammesso purché non si apportino suddivisioni interne all'aula originaria e non si realizzino nuove aperture.

4. Nei locali annessi ai Servizi per il culto, qualora ne posseggano i requisiti, possono essere svolte attività ricreative, culturali, artistiche e di artigianato artistico.

5. La dotazione dei parcheggi di relazione deve essere pari a 1 mq. per mq. di SUL.

Art. 93 Servizi ospedalieri (Sh)

1. I servizi ospedalieri comprendono ospedali, cliniche, distretti e poliambulatori compresi i servizi connessi.

2. Nelle aree siglate Sh sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. La dotazione dei parcheggi di relazione deve essere pari a 0,2 mq. per mq. di SUL e comunque 1 posto auto per posto letto.

Art. 94 Servizi per l'assistenza sanitaria (Si)

1. I servizi per l'assistenza sanitaria sono costituiti da case di riposo, residenze protette e pensionati compresi i servizi connessi.

2. Nelle aree siglate Si sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. La dotazione dei parcheggi di relazione deve essere pari a 0,35 posto auto per ospite.

Art. 95 Servizi cimiteriali (Sl)

1. I servizi cimiteriali di tipo urbano o rurale, sono costituiti dal cimitero comunale del Laterino, dal cimitero monumentale della Misericordia, dal cimitero Israelitico, dal cimitero di Pieve al Bozzone, Casciano delle Masse, Colle Malamerenda, Monastero, Monsindoli, Monteliscai, S. Andrea a Montecchio, Marciano, Osservanza, Presciano, S. Regina, Terrensano, Tolfe, Val di Pugna, Valli, Vico d'Arbia, Vignano, Volte, Poggio al Vento.

2. Per le trasformazioni edilizie da realizzarsi all'interno dell'area cimiteriale, si rimanda allo specifico Regolamento comunale di polizia mortuaria approvato con Del. C.C. n. 51 del 7/2/2008.

3. Nelle parti storiche dei cimiteri di cui al comma 1, al fine di valorizzare gli edifici e le strutture a carattere monumentale, l'intervento edilizio massimo ammissibile è il RRC.

4. Nell'ambito delle aree cimiteriali esistenti individuate nelle tavole RU2 ed RU3, è consentita la realizzazione di eventuali parcheggi a raso a servizio dell'impianto.

5. All'interno del cimitero comunale del Laterino, è consentita la realizzazione della Sala del Commiato e del Giardino del Ricordo in vista del forno crematorio.

6. I cimiteri censiti come BSA nel PS, non hanno specifica scheda normativa ma sono disciplinati da presente articolo e individuati con la specifica sigla Sl nelle tavole RU2 ed RU3.

Art. 96 Servizi tecnici e tecnologici (Sm)

1. I servizi tecnici e tecnologici sono costituiti da edifici, aree ed impianti relativi alle reti per la distribuzione idrica, energia elettrica e gas, per le telecomunicazioni (ivi comprese le antenne e gli spazi di pertinenza) per la raccolta e trattamento dei rifiuti, per la depurazione delle acque, per i trasporti collettivi ed uffici per l'erogazione di servizi pubblici.

2. Nelle aree siglate Sm sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. La dotazione dei parcheggi di relazione deve essere pari a 0,2 mq. per mq. di SUL.

4. Per volumi diversi da quelli destinati ad impianti tecnici, il rapporto massimo SUL/Sf è uguale a 0,1.

5. Gli spazi non pavimentati delle pertinenze dei servizi tecnici e tecnologici sono gestiti in coerenza con le indicazioni di cui all'art. 105 delle NTA.

6. Gli impianti tecnici in strutture mobili e le cabine elettriche per la bassa tensione, possono essere ubicate anche nelle aree Vd.

7. Ove possibile, lungo il perimetro delle pertinenze dei servizi tecnici e tecnologici è garantita la presenza di siepi e schermature arboree tese a limitare la emissione di eventuali polveri, rumori e odori.

Art. 97 Servizi per la sicurezza e la protezione civile (Sn)

1. Appartengono a questi servizi gli edifici, i complessi e le aree utilizzati per la pubblica sicurezza, per usi militari, per la protezione civile.

2. Nelle aree siglate Sn sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. Per le strutture esistenti non sono ammessi cambi di destinazione d'uso.

4. Il RU individua nell'ambito della Scheda Progetto TU12 Impianti sportivi Acquacalda, l'area di nuova previsione da adibirsi anche per la Protezione Civile.

Art. 98 Servizi sportivi scoperti (So)

1. Sono servizi sportivi scoperti gli impianti all'aperto quali campi sportivi, piscine, piste, ippodromi, comprensivi degli edifici destinati ad ospitare spogliatoi, locali e servizi connessi e parcheggi a servizio.

2. Nelle aree siglate So sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. Al fine di assicurare l'efficiente funzionamento degli impianti sportivi scoperti, gli eventuali interventi di adeguamento di questi rispettano le seguenti prescrizioni:

  • - rapporto tra SUL e SF non superiore a 0,08 mq/mq;
  • - altezza massima degli edifici 4 m (con esclusione delle gradinate per gli spettatori o strutture a torretta a servizio dei giudici di gara o dei media).
  • - minimo del 30% della SF sistemata a prato e/o prato arborato.
  • - minimo del 10% della SF, fino ad un massimo del 15% di superficie di parcheggio, realizzate con pavimenti permeabili e dotate di alberature sufficienti a garantire l'ombreggiamento naturale dei veicoli.

4. Non sono ammesse coperture pressostatiche amovibili con la esclusione nei casi per i quali sia dimostrabile l'assenza di cono visivo dal e verso il Centro Storico.

Art. 99 Servizi sportivi al coperto (Sp)

1. I servizi sportivi al coperto comprendono palestre, piscine, palazzi dello sport, campi coperti comprensivi degli edifici destinati ad ospitare spogliatoi, locali e servizi connessi e dei parcheggi a servizio.

2. Nelle aree siglate Sp sono consentiti interventi fino alla RI, salvo eccezioni indicate con apposita sigla sulle tavole RU2 ed RU3, oppure particolari interventi di trasformazione indicati nella Parte III delle presenti NTA.

3. Viene garantita una dotazione minima di 1 mq di parcheggio ogni 3 mq. di SUL, salvo specifiche normative di settore.

4. Le eventuali aree non pavimentate dei servizi sportivi al coperto sono gestite in coerenza con le indicazioni del successivo art. 105 delle presenti NTA.

Capo II Verde urbano

Art. 100 Finalità e articolazione del verde urbano

1. Il verde urbano è costituito dall'insieme delle aree semi-naturali e comunque non interessate dalla edificazione presenti all'interno del perimetro urbano.

2. Il RU intende mantenere, riqualificare e rendere fruibile il verde urbano per una migliore qualità percettiva e insediativa della città, per l'attenuazione degli inquinamenti atmosferici ed acustici, nonché degli effetti dei picchi climatici.

3. In funzione delle specificità del contesto urbano la disciplina dello Statuto degli ecosistemi e del paesaggio del PS, il RU distingue le componenti del verde urbano considerando le loro differenti funzioni e necessità di gestione, articolandolo in sei tipi:

  • - il verde pubblico (Va);
  • - gli orti urbani (Vb);
  • - il verde complementare (Vc);
  • - il verde di ambientazione (Vd);
  • - il verde pertinenziale in area urbana;
  • - il territorio agricolo in ambito urbano (Ve).

4. Al fine di conservare il corretto rapporto tra il verde urbano e il costruito e incrementarne il decoro, i proprietari e chiunque ne abbia titolo, devono effettuare la manutenzione di tali aree mediante la pulizia delle stesse, il taglio periodico dell'erba, la potatura delle piante, l'incremento o la sostituzione delle essenze ammalorate o secche con altre autoctone nonché effettuare tutte le pratiche di buona gestione che si rendano necessarie.

5. È fatto divieto di effettuare il deposito di qualunque tipo di rifiuto o di materiale che non sia strettamente necessario alla conduzione dell'area e la realizzazione di qualunque tipo di manufatto, anche se precario, se non espressamente autorizzato secondo la vigente normativa.

6. La Riserva naturale statale di Montecellesi (VT7), di proprietà statale, è gestita direttamente dal Corpo Forestale dello Stato.

Art. 101 Verde pubblico (Va)

1. Il verde pubblico comprende i giardini, il verde attrezzato, pubblico o di uso pubblico, presenti nel tessuto urbano, compresi gli Orti del Tolomei ed il giardino storico de La Lizza, ed è indicato con la sigla Va nella tavola RU2.

2. Nelle aree a verde pubblico, esistenti e di progetto, vengono perseguiti i seguenti obiettivi:

  • - assicurare la presenza di una adeguata dotazione di vegetazione, tutelando gli alberi adulti e comunque di grandi dimensioni;
  • - migliorare la qualità dell'arredo vegetale e delle forme di fruizione da parte dei cittadini, riequilibrando i rapporti tra elementi artificiali permanenti ed elementi naturali mutevoli con le stagioni, anche mediante la realizzazione di percorsi ed aree pavimentate con materiali permeabili;
  • - assicurare la integrità fisica e la fruizione ordinata del verde storico-monumentale.

3. Nelle aree Va esterne al sottosistema funzionale del centro storico, è consentita la realizzazione di piccole strutture in applicazione del "Piano dei chioschi" comunale, contenendo al minimo le superfici pavimentate.

Art. 102 Orti urbani (Vb)

1. Nelle aree delimitate nella tavola RU2 come orti urbani (Vb) vengono perseguiti i seguenti obiettivi:

  • - riqualificazione del paesaggio;
  • - promozione e razionalizzazione delle attività di coltivazione per l'autoconsumo praticate da cittadini ed associazioni.

2. In singoli orti di dimensione pari o superiore a mq. 50, è consentita la realizzazione di manufatti temporanei adibiti a deposito degli attrezzi e dei prodotti dell'orto che soddisfi le seguenti condizioni:

  • - superficie massima di mq. 0,04 per mq. di orto fino al massimo di mq. 20;
  • - costruzione in legno appoggiata al suolo (senza fondazioni) e tetto a falde coperto in legno, rame, lamiera zincata o guaina ardesiata;
  • - pareti esterne ed infissi eventualmente verniciati con impregnanti o con smalti di tonalità scure, verdi o marroni;
  • - altezza massima in gronda di ml. 2,2;
  • - assenza di impianti collegati all'acquedotto pubblico nonché di impianti di illuminazione esterna;
  • - divieto di realizzare nuove viabilità di accesso e impianti elettrici aerei; eventuale illuminazione interna potrà essere alimentata con impianto fotovoltaico;
  • - divieto di realizzare recinzioni non schermate da essenze vegetali e di abbattere alberi.

3. È in ogni caso vietata la realizzazione di manufatti per la dimora di animali da cortile o di cani.

4. La realizzazione dei manufatti è subordinata ad autorizzazione comunale di durata triennale rinnovabile su richiesta. Il rilascio dell'autorizzazione è subordinata alla preventiva e preliminare eliminazione dei manufatti esistenti non autorizzati, costruiti con materiale di recupero (lamiere, bandoni, faesite, legno ed altro).

5. L'istanza di rilascio dell'autorizzazione comunale deve essere presentata dal soggetto avente titolo e deve indicare:

  • - le motivate esigenze di realizzazione dell'annesso o manufatto;
  • - la consistenza del fondo agricolo ove sarà realizzato il manufatto, che dovrà essere privo di ulteriori manufatti edilizi precari;
  • - le caratteristiche, le dimensioni e la collocazione del manufatto.

6. Il richiedente al momento del rilascio dell'autorizzazione comunale deve fornire idonee forme di garanzia dell'adempimento dell'obbligo di rimozione del manufatto al momento della scadenza dell'autorizzazione stessa o che consegua a specifico provvedimento di revoca adottato dall'Amministrazione comunale.

7. L'autorizzazione comunale può essere revocata, oltre che nelle ipotesi contemplate dall'art. 21quinquies, legge n. 241/1990, nei seguenti casi:

  • - degrado del manufatto o dei luoghi dovuto all'incuria;
  • - realizzazione di ulteriori manufatti non autorizzati;
  • - cessazione dell'utilizzo ortivo;
  • - accertamento di usi residenziali, ancorché saltuari o temporanei.

8. La revoca dell'autorizzazione comunale comporta l'obbligo per il proprietario di rimuovere tempestivamente l'annesso o il manufatto realizzato. 9. Nelle porzioni di orti urbani ricadenti in aree esondabili, è vietata la realizzazione di recinzioni che possono recare ostacolo al libero deflusso delle acque.

Art. 103 Verde complementare (Vc)

1. Il verde complementare è formato da quelle superfici in ambito urbano, in cui è presente vegetazione di vario tipo. Tali aree sono prevalentemente di proprietà ed uso privato e non fanno parte di lotti edificati. Sono indicati dalla sigla Vc nella tavola RU2.

2. Le aree Vc sono gestite con il fine di mantenere le loro funzioni di stabilizzazione dei suoli e per arricchire il paesaggio di elementi naturali e seminaturali. In applicazione della L.R. n. 39/2000 non è ammessa la riduzione delle superfici a bosco e, compatibilmente con le esigenze di sicurezza, sono tutelati gli alberi di grande dimensione.

3. Le aree siglate come verde complementare non possono essere pavimentate o rese impermeabili.

Art. 104 Verde di ambientazione (Vd)

1. Il verde di ambientazione, indicato con la sigla Vd nelle tavole RU2 ed RU3, ha come finalità quella di migliorare i rapporti paesaggistici tra gli insediamenti e le infrastrutture con i contesti che li circondano.

2. Nel caso di aree di verde di ambientazione collocate lungo arterie stradali oppure tra edificato e territorio aperto, la previsione è finalizzata al raccordo tra superfici urbanizzate e contesto agricolo circostante, nonché alla attenuazione dell'eventuale inquinamento acustico e dell'aria generato dalla circolazione veicolare.

3. Il verde di ambientazione è da considerarsi sia che come elemento di mitigazione sia come fascia infrastrutturale ed pertanto possibile realizzarvi infrastrutture di interesse pubblico quali ferroviarie, arterie stradali, parcheggi, elementi accessori della mobilità e opere di protezione idraulica.

Art. 105 Verde pertinenziale in area urbana

1. Per verde pertinenziale si intende quello compreso nelle aree scoperte dei lotti edificati o edificabili, sia di edifici privati che pubblici. Il verde pertinenziale non è indicato nelle tavole, risultando come differenza tra le parti edificate e quelle libere dei singoli lotti.

2. Compatibilmente con le esigenze funzionali (sicurezza, insolazione, distanze minime) saranno mantenute e collocate nelle aree di verde pertinenziale piante arboree, con preferenza per le specie autoctone indicate nell'art. 107 delle presenti NTA.

3. Sempre compatibilmente con le esigenze funzionali richiamate al precedente comma, l'eventuale autorizzazione al taglio di alberature di alto fusto sarà subordinata all'impegno del richiedente di piantare un nuovo albero.

4. Nelle aree di verde pertinenziale viene mantenuta la massima percentuale di superficie permeabile.

5. Nelle nuove costruzioni il Coefficiente di Occupazione dello Spazio del verde (COSV), specificato al comma 5 dell'art. 11, dovrà essere verificato per valori superiori a 1.

Art. 106 Il Verde agricolo in ambito urbano (Ve)

1. Il verde agricolo in ambito urbano (Ve) è costituito dalle permanenze degli assetti agrari storici o comunque tradizionali poste all'interno delle mura (le "valli verdi"), lungo le pendici esterne e nei versanti prospicienti, dalle aree agricole intercluse nel centro abitato a seguito dello sviluppo urbano della città.

2. In coerenza con lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio del PS, nelle aree Ve vengono perseguiti i seguenti obiettivi:

  • - incrementare i livelli di tutela della biodiversità;
  • - garantire la persistenza delle visuali che storicamente connotano la percezione dell'insediamento murato di Siena, nonché delle visuali percepibili dall'interno delle mura;
  • - mantenere e ove possibile migliorare la qualità delle relazioni percettive tra insediamenti e contesto paesaggistico:
    • - orientare la gestione delle forme del paesaggio agrario in direzione del recupero degli assetti storici;
    • - incrementare la consistenza della vegetazione autoctona, operando con modalità differenziate negli impluvi e nei versanti ed ove possibile in contiguità con l'attuale distribuzione delle compagini boschive;
    • - incrementare la presenza delle colture arboree, in particolare di olivo, sui ripiani e in generale vicino agli edifici, storici e non, allineati o sparsi lungo i crinali, contrastando i fenomeni di espansione dei seminativi e delle aree incolte;
    • - tutelare i terrazzamenti e le sistemazioni agrarie tradizionali;
    • - estendere le forme di fruizione pedonale e ciclabile dei paesaggi agrari di maggiore qualità.
    • - promuovere un progetto di riqualificazione dello spazio suburbano, inteso come area di pertinenza paesistica e basamento figurativo della cinta muraria, in una logica di complementarietà con il sistema delle aree verdi interne alle mura;
    • - promuovere attività compatibili con gli assetti edilizi e paesaggistici delle valli verdi interne alle mura.

3. Nelle aree Ve ove siano mantenute in produzione coltivazioni legnose con superficie di almeno 5.000 mq è consentita la realizzazione dei manufatti di cui all'art. 102 delle presenti NTA.

4. Le aree di Ve ricadenti nel Parco del Buongoverno sono gestite attraverso il progetto di cui all'art. 132 delle presenti NTA.

5. Nelle aree Ve è consentita la realizzazione di box per il ricovero di cavalli di cui all'art. 162 comma 3 e seguenti.

6. La collocazione dei manufatti di cui ai commi 3 e 5 dovrà tenere conto di quanto previsto dall'art.158 comma 2.

Art. 107 Indirizzi per l'utilizzo della vegetazione in ambito urbano

1. Per assicurare una maggiore utilizzo di vegetazione autoctona in ambito urbano negli interventi di arredo vegetale, nonché di riqualificazione di aree verdi esistenti, le specie da privilegiare - salvo motivate scelte progettuali - sono quelle indicate nella seguente tabella.

Tab. 3 - Specie vegetali da utilizzare in ambito urbano
Le indicazioni di altezza (h) e diametro della chioma (d) si riferiscono ad un'età di 20-25 anni dell'albero o dell'arbusto e sono utilizzabili per il calcolo del COSV.
ALBERI
Acer campestre L. Testucchio, Loppo h 7 m; d 5 m - Caducifoglio
A lento sviluppo, utilizzato come essenza da siepe o da forestazione in suoli spogli, umidi e declivi o per creare zone di rifugio nelle campagne.
In passato era uno dei sostegni viventi della vite. Rustico, vegeta bene sia in suoli sciolti che compatti, purché profondi e freschi e non asfittici. Ottimo per stabilizzare terreni franosi. Tollera abbastanza bene il freddo e predilige esposizioni soleggiate o a mezz'ombra.
Celtis australis L. Bagolaro, Spaccasassi h 9 m; d 7 m - Caducifoglio
Rustico e frugale, vegeta anche su terreni calcarei, ricchi di scheletro o addirittura rocciosi grazie al potente apparato radicale, non teme la scarsità d'acqua, ma sfrutta l'abbondanza di sali minerali. Viene impiegato nei parchi cittadini nel verde urbano e nelle alberature stradali per la resistenza all'inquinamento e la longevità.
Cupressus sempervirens L. Cipresso Forma fastigiata h 8 m; d 1 m
Forma horizontalis h 8 m; d 3,5 m - Sempreverde
Rustico senza molte esigenze per quanto riguarda il tipo di terreno.
Diospyros kaki L. Kaki h 7 m; d 4 m - Caducifoglio - Fruttifero
Si adatta a molti tipi di substrato, predilige terreni profondi e freschi
Eryobotrya japonica L. Nespolo del Giappone h 5 m; d 3 m - Sempreverde - Fruttifero
Si adatta a molti tipi di substrato, predilige terreni profondi e freschi
Ficus carica L. Fico h 7 m; d 5 m - Sempreverde - Fruttifero
Si adatta a molti tipi di substrato, predilige terreni profondi e freschi
Fraxinus ornus L. Avorniello, Orniello h 10 m; d 7 m - Caducifoglio La sua rusticità ne consente l'introduzione su terreni da ricolonizzare, poiché non possiede particolarmente esigenze pedologiche. Tollera molto bene i substrati calcarei e anche quelli tendenzialmente pesanti, inoltre resiste molto bene alla siccità e all'inquinamento.
Fraxinus angustifolia Vahl Frassino meridionale h 9 m; d 4,5 m - Caducifoglio
Necessita di un substrato ricco di sostanza organica ed elementi minerali con struttura limoso-argillosa, profondo ed in grado di rimanere fresco per lungo tempo.Preferisce inoltre suoli a reazione neutra o subacida; tollera in ogni caso abbastanza bene il calcare.
Juglans regia L. Noce h 8 m; d 5 m - Caducifoglio - Fruttifero
Si adatta a molti tipi di substrato, predilige terreni profondi e freschi
Malus domestica Borkh Melo h 5 m; d 3 m - Caducifoglio - Fruttifero
Si adatta a molti tipi di substrato, predilige terreni profondi e freschi
Morus alba L. Moro, Gelso bianco h 7 m; d 5 m - Caducifoglio
Predilige terreni profondi, umidi ma senza ristagni idrici; eliofilo, resiste sufficientemente bene ai freddi invernali dei nostri ambienti; tollera in ogni caso la siccità.
Olea europea L. var. europaea Olivo h 5 m; d 3 m - Sempreverde - Fruttifero
Si adatta a molti tipi di substrato, predilige però quelli tendenzialmente sciolti calcarei asciutti ed esposizioni soleggiate.
Populus alba L. Gattice, Pioppo bianco h 18 m; d 10 m - Caducifoglio
Predilige luoghi esposti al sole e caldi, terreni freschi, profondi e ben aerati e drenati anche se tollera bene i suoli argillosi e quelli calcarei. Ama l'acqua, ma teme il ristagno idrico prolungato e le situazioni di asfissia in generale. Viene impiegato nelle alberature stradali e a scopo ornamentale nei parchi e nei giardini.
Esistono anche forme colonnari adatte per viali (fastigiata).
Populus nigra L. Albero, Pioppo nero h 19 m; d 10 m - Caducifoglio
Predilige terreni profondi, freschi, ben drenati e con un buon contenuto di sali minerali. Non teme situazioni di temporanee inondazioni e substrati umidi; non ama molto i substrati calcarei.
Populus nigra L. cultivar italica Pioppo cipressino h 19 m; d 3 m - Caducifoglio
Portamento colonnare (fastigiato); a livello paesaggistico-ornamentale vengono generalmente impiegati gli esemplari maschili.
Populus tremula L. Albarello, Gattero, Pioppo tremulo h 16 m; d 6 m - Caducifoglio
Non ha esigenze pedologiche particolari, ma il suo sviluppo è favorito dai terreni ricchi di sostanza organica, sali minerali e freschi.
Tollera comunque molto bene i suoli argillosi e quelli umidi. Ama la luce ma sopporta anche esposizioni particolarmente ombreggiate.
Quercus cerris L. Cerro h 10 m; d 6 m - Caducifoglio
Predilige suoli sub-acidi con struttura anche argillosa purché siano profondi, freschi e tendenzialmente umidi. Si adatta anche a terreni leggermente calcarei (non in quelli molto calcarei).
Quercus ilex L. Leccio h 9 m; d 6 m - Sempreverde
Rustico, predilige terreni asciutti e condizioni climatiche miti; resiste a condizioni di prolungata siccità e terreni anche relativamente poveri. Vegeta sia in condizioni di elevata luminosità che di parziale ombreggiamento. Resistente alle avversità e ai danni da inquinamento.
Quercus pubescens Will. Roverella, Querce comune h 8 m; d 8 m - Caducifoglia
Rustica, predilige ambienti a clima caldo non troppo umido, si adatta a molti substrati sia argillosi che sciolti e tollera anche terreni molto calcarei e aridi; non sopporta i ristagni idrici.
Populus tremula L. Albarello, Gattero, Pioppo tremulo h 16 m; d 6 m - Caducifoglio
Non ha esigenze pedologiche particolari, ma il suo sviluppo è favorito dai terreni ricchi di sostanza organica, sali minerali e freschi. Tollera comunque molto bene i suoli argillosi e quelli umidi. Ama la luce ma sopporta anche esposizioni particolarmente ombreggiate.
Prunus armeniaca L. Albicocco h 7 m; d 5 m - Caducifoglio - Fruttifero
Si adatta a molti tipi di substrato, predilige terreni profondi e freschi.
Prunus avium L. Ciliegio h 9 m; d 6 m - Caducifoglio - Fruttifero
Si adatta a molti tipi di substrato, predilige terreni profondi e freschi.
Prunus domestica L. Susino h 5 m; d 3 m - Caducifoglio - Fruttifero
Si adatta a molti tipi di substrato.
Prunus persica L. Pesco h 5 m; d 3 m - Caducifoglio - Fruttifero
Si adatta a molti tipi di substrato. Poco longevo, soggetto a varie patologie.
Quercus robur L. Farnia h 10 m; d 8 m - Caducifoglia
Predilige terreni profondi, non importa se molto o poco argillosi; per l'attecchimento, dopo la messa a dimora e nei primi anni successivi, necessita di irrigazioni o di un substrato abbastanza umido. Eliofila che preferisce esposizioni "aperte" e ampi spazi. Esistono anche forme colonnari idonee per viali (fastigiata).
Salix alba L. Vetrice h 13 m; d 11 m - Caducifoglio
Igrofilo, cresce bene nei terreni freschi e profondi, ma anche in quelli umidi e argillosi, sopportando bene la sommersione.Viene impiegato per rinsaldare scarpate e rive di corsi d'acqua.
Salix alba L. subsp. vitellina (L.) Arcang. Salcio, Salcio da vinchi h 10 m; d 8 m - Caducifoglio
Ha rami giovani flessibili giallo-oro, di effetto soprattutto nella stagione invernale.
Igrofilo, cresce bene nei terreni freschi e profondi, ma anche in quelli umidi e argillosi, sopportando bene la sommersione.
Sorbus domestica L. Sorbo h 9 m; d 6 m - Caducifoglio
Eliofilo, predilige terreni sassosi, sciolti o argillosi, ma profondi e senza ristagni idrici; si adatta molto bene anche ai suoli calcarei.
Sorbus torminalis (L.) Crantz Mangiàcolo, Magnusello, Ciavardello h 10 m; d 7 m - Caducifoglio
Eliofilo a lenta crescita ma molto longevo; predilige suoli acidi o sub-acidi, argillosi, profondi, ma si adatta bene anche a substrati calcarei e sassosi.
ARBUSTI
Arbutus unedo L. Corbezzolo, Albatro h 5 m; d 3 m - Sempreverde
Si adatta a molti tipi di substrato, predilige però quelli tendenzialmente sciolti e subacidi ed esposizioni soleggiate o parzialmente ombreggiate. Manifesta in ogni caso una discreta tolleranza al calcare e agli agenti inquinanti.
Buxus sempervirens L. Bosso, Bossolo, Verde h 2 m; d 1 m - Sempreverde
Ha uno sviluppo lento ed è indifferente al tipo di substrato, vegetando sia in quelli argillosi compatti che in quelli poveri e sassosi (è molto indicato per terreni calcarei). Da esposizione sia soleggiata che a mezz'ombra; resiste bene agli agenti inquinanti atmosferici; non ha problemi di sopravvivenza in ambienti siccitosi o in climi rigidi (tollera bene le gelate). Usato prevalentemente per siepi.
Crataegus monogyna Jacq. Biancospino h 5 m; d 3 m - Caducifoglio
Eliofilo, anche se sopporta un parziale ombreggiamento; molto rustico, adattandosi a molti tipi di clima e di terreno, con predilezione per quelli argillosi e calcarei, mediamente profondi. Può essere usato per formare siepi.
Ilex aquifolium L. Agrifoglio h 5 m, d 3,5 m - Sempreverde
Predilige luoghi ombreggiati ma luminosi e teme le variazioni climatiche accompagnate da repentini sbalzi termici. Vegeta ottimamente in terreni sabbiosi a reazione acida, ricchi di sostanza organica ed elementi minerali, non tollera substrati molto calcarei. Per la buona resistenza all'inquinamento può essere impiegato nella formazione di siepi in città.
Juniperus communis L. Ginepro h 5 m, d 3 m - Sempreverde
Estremamente rustico, vegeta in tutti i tipi di terreni, tollera bene i climi rigidi e la siccità.
Laurus nobilis L. Alloro h 5 m; d 2,5 m - Sempreverde
Rustico, si adatta relativamente bene al freddo ma non sopporta gelate prolungate. Predilige terreni profondi ricchi di elementi nutritivi; su terreni poveri il suo sviluppo è limitato e vengono facilitati gli attacchi da parte di crittogame ed insetti. Si adatta, inoltre, a esposizioni parzialmente ombreggiate. Può essere usato per siepi.
Lonicera etrusca Santi Madreselva h 1,5 m; d 1 m - Caducifoglia
Si adatta sia a esposizioni soleggiate che a mezzo sole e resiste egregiamente nei climi rigidi; non ha particolari esigenze pedologiche, ma soffre la siccità che pregiudica la fioritura. A scopo ornamentale è impiegata per la formazione di pergolati e per rivestire muri o barriere.
Mespilus germanica L. Nespolo h 3 m; d 2 m - Caducifoglio
Ama posizioni soleggiate, è molto rustico e poco esigente come tipo di substrato; predilige in ogni caso terreni più o meno argillosi e profondi, non troppo calcarei e siccitosi; è molto resistente al freddo e tollera i ristagni idrici ed i substrati umidi.
Pyracantha coccinea Roem. Agazzino h 2 m, d 1,7 m - Sempreverde Rustico, adattabile a molti tipi di substrato, compresi quelli argilloso e calcarei; predilige però suoli umidi e ricchi di sostanza organica ed esposizioni soleggiate o leggermente ombreggiate. Tollera abbastanza bene il freddo (meno le gelate prolungate) e resiste agli agenti inquinanti atmosferici; utilizzato per siepi.
Rhamnus alaternus L. Linterno h 5 m; d 3 m - Sempreverde
Rustico, di facile coltura e adatta per l'impiego ornamentale; predilige esposizioni soleggiate, terreni ben drenati e ricchi di sostanza organica ma si adatta anche a terreni magri o argillosi; tollera bene l'ombra. È in grado di resistere alle basse temperature ed a lunghi periodi siccitosi. Si può usare per siepi o barriere sempreverdi o come singolo cespuglio o alberello.
Rosa sp. pl. Rosa, varie specie h 2 m; d 1 m - Sempreverde o caducifoglia
La rusticità rende facile la coltura di quasi tutte le specie di rosa ornamentale. Ne esistono numerose specie e numerosissime varietà, a cespuglio, ad alberello o rampicanti. La rosa è da sempre è la regina dei giardini.
Rosmarinus officinalis L. Rosmarino, Ramerino h 2 m; d 1 m - Sempreverde
Rustico e frugale. Pur prediligendo terreni calcarei e soleggiati, si adatta a qualunque ambiente. Spontaneo sulla costa è coltivato ovunque come aromatizzante dei cibi.
Salvia officinalis L. Salvia h 0,70 m; d 1 m - Sempreverde
Piccolo arbusto rustico e frugale. Pur prediligendo terreni calcarei e soleggiati, si adatta a qualunque ambiente. Viene coltivato ovunque come aromatizzante dei cibi.
Viburnum tinus L. Lentaggine h 3 m; d 2 m - Sempreverde
La sua rusticità la rende di facile coltura e adatta per l'impiego ornamentale; predilige esposizioni soleggiate, terreni ben drenati e ricchi di sostanza organica; tollera bene l'ombra. è in grado di resistere alle basse temperature ed a lunghi periodi siccitosi. Usata per siepi o barriere sempreverdi o come singolo cespuglio ad effetto.
Vitis vinifera L. Vite h 3m; d 1 m - Caducifoglio - Fruttifero
Liana generalmente usata in filari o pergole. Richiede terreni profondi e, tranne gli ibridi euro-americani (cosiddette fragole) deve essere innestata su vite americana, resistente alla fillossera, e trattata con anticrittogamici contro gli attacchi di oidio e di peronospora.

2. Le specie indicate nella tabella 3 costituiscono anche riferimento privilegiato per la piantumazione delle aree di verde privato posto all'interno dei singoli lotti.

Capo III Mobilità

Art. 108 Viabilità carrabile

1. La viabilità carrabile, evidenziata nelle tavole RU2 ed RU3 è destinata alla circolazione e alla sosta dei veicoli, con specifiche restrizioni disciplinate dal PGTU.

2. Il riassetto e l'incremento della vegetazione di arredo tiene conto delle indicazioni di cui al precedente art. 107.

3. Nella collocazione della segnaletica stradale e della cartellonistica pubblicitaria deve essere garantito il mantenimento e l'eventuale ripristino della agevole fruibilità pedonale dei marciapiedi.

4. Nelle strade con pavimentazione storica (pietra serena, mattonati, acciottolati) non è ammessa la sostituzione con gli asfalti.

5. Nelle piazze e nei larghi viene favorito, compatibilmente con le esigenze e gli usi in atto, il mantenimento e la riaffermazione del ruolo storico di luoghi di incontro, sia attraverso la riqualificazione delle pavimentazioni, degli arredi urbani e vegetali, sia attraverso la progressiva riduzione degli spazi dedicati alla sosta delle auto.

6. Nelle strade bianche non individuate quali invarianti strutturali dall'art.39 delle NTA del PS, potranno essere consentite lievi modifiche del tracciato al fine di migliorare la vivibilità e la sicurezza degli insediamenti attraversati. Nei tratti prospicienti i nuclei posti lungostrada, è altresì consentita la depolverizzazione del manto stradale. Gli interventi di cui sopra sono da valutare nei singoli casi, in relazione alla morfologia ed all'aspetto dei luoghi, per quanto riguarda soluzioni e modalità.

Art. 109 Parcheggi a raso pubblici o di uso pubblico (Mbr)

1. Nei parcheggi a raso di uso pubblico viene garantita, compatibilmente con le situazioni di contesto, una dotazione arborea atta a garantire l'ombreggiamento dei veicoli e l'eventuale abbattimento dell'inquinamento acustico e dell'aria.

2. È ammessa la realizzazione di eventuali servizi igienici, in conformità con il Piano dei Chioschi. È altresì ammessa la possibilità di realizzare e/o istallare piccoli manufatti tipo bancomat, distributori automatici, ecc.

3. Nei rifacimenti di parcheggi esistenti deve essere verificata la possibilità di sostituire i preesistenti manti di asfalto con pavimentazioni permeabili.

Art. 110 Parcheggi coperti pubblici o di uso pubblico (Mbs)

1. I parcheggi coperti pubblici o di uso pubblico comprendono i parcheggi in struttura de il Campo (Fontanella), il Duomo (Porta S. Marco), S. Francesco (B. Peruzzi), Fontebranda (Esterna Fontebranda), Policlinico (Scotte), S. Miniato (Contratto di Quartiere), Colonna di S. Marco - indicati con la sigla Mbs nelle tavole RU2 - nonché altre strutture private di uso pubblico.

2. Sono consentiti interventi di MS, RRC e RI.

3. Non sono ammessi cambiamenti di destinazione d'uso, ad eccezione - per i parcheggi privati di uso pubblico - della trasformazione in parcheggi o box pertinenziali di servizio ad unità immobiliari limitrofe.

Ultima modifica 26/07/2022 - 11:02