Norme Tecniche di attuazione del Piano Operativo

Variante per l’ampliamento del policlinico Santa Maria alle Scotte- approvazione del 10.11.23 (vigente)

Art. 58 Articolazione del territorio urbanizzato

1. Il territorio urbanizzato del Comune di Siena, definito ai sensi dell'art. 4 della L.R. 65/2014 e s.m.i., corrisponde al sistema insediativo costituito da un articolato gruppo di insediamenti:

  • il primo gruppo corrisponde alle parti di città di impianto più antico: il centro storico e le "valli verdi", che insieme formano l'ambito riconosciuto quale sito UNESCO, a cui si aggiungono quelle parti di città storicizzate che il P.S definisce come "propaggini" e i "filamenti" urbani; fortemente caratterizzata dall'impronta storica che ne determina la struttura e dalla permanenza del principio insediativo storico, nella città antica il progetto urbanistico deve essere rivolto, oltre che alla tutela e alla valorizzazione, ad interventi puntuali di riqualificazione, escludendo ogni nuova definizione dei margini, che risultano già chiaramente precisati;
  • il secondo corrisponde ai quartieri che sono esito delle scelte pianificatorie del dopoguerra e ai quali si deve la conformazione e lo sviluppo recente dell'area urbana: i quartieri di Petriccio e Acquacalda, Vico Alto, San Miniato, Malizia e Scacciapensieri, il quartiere satellite di Taverne d'Arbia, la Strada-fiume e la strada Massetana, fino a Cerchiaia, la zona industriale di Isola d'Arbia e Renaccio e infine il blocco specialistico delle Scotte; sono le parti di città ancora suscettibili di completamento e integrazione;
  • il terzo corrisponde a parti di città - Cerchiaia-Coroncina, Ruffolo, Isola d'Arbia, Costalpino, Sant'Andrea, Cappuccini, Botteganuova - dove l'esito dei processi cumulativi delle aggiunte edilizie a insediamenti di più antica formazione richiede interventi puntuali di riqualificazione e di riorganizzazione;
  • infine un ultimo gruppo corrisponde agli aggregati quali Abbadia a Renaccio, Costafabbri, Volte Basse e Istieto, ovvero sottosistemi insediativi a tessuti lineari, che essendo dotati di una certa densità e complessità, si distinguono significativamente dagli insediamenti sparsi del territorio rurale.

Art. 59 Aspetti generali dei tessuti

1. Il territorio urbanizzato è articolato nei seguenti sottosistemi funzionali, riprendendo quanto individuato dal Piano Strutturale:

  • Centro storico (CS)
  • Propaggini del centro storico (PR)
  • Urbanizzato compatto (UC)
  • Aree Miste (AM)
  • Filamenti Urbani (FU).

2. I sottosistemi funzionali degli insediamenti sono stati articolati in tessuti insediativi, intesi come ambiti con caratteristiche omogenee prevalenti, quali il principio insediativo, la tipologia edilizia, la densità, la matrice e il valore storico ed architettonico, la caratterizzazione funzionale. La tavola del P.O. in scala 1: 15.000 consente una lettura d'insieme dei tessuti insediativi. I medesimi sono individuati nelle Tavole di progetto a scala di maggior dettaglio mediante una sigla alfanumerica composta da due lettere che indicano l'appartenenza a uno dei sottosistemi e da un numero che individua le eventuali tipologie di tessuto di ciascun sottosistema.

3. Per ciascun sottosistema la disciplina del presente Titolo contiene:

  • una breve descrizione delle caratteristiche urbanistiche ed edilizie;
  • le dimensioni medie, espresse in superficie edificata SE, delle unità immobiliari derivabili da frazionamento;
  • eventuali altre prescrizioni o interventi ammessi in relazione allo specifico contesto;
  • la possibilità o meno della monetizzazione dei parcheggi per la sosta stanziale e di relazione.

4. All'interno di ciascun tessuto, in ragione delle caratteristiche morfologico-insediative dei diversi contesti, sono indicate:

  • la disciplina di intervento prevalente attribuita al Tessuto, con riferimento alla Parte I, Titolo III delle presenti Norme; qualora per un edificio o per una porzione di tessuto siano ammesse discipline di intervento diverse da quella indicata come prevalente, le stesse sono specificate con apposita sigla sulle Tavole di progetto del P.O.;
  • le destinazioni d'uso ammissibili; qualora per un edificio o per una porzione di tessuto nelle Tavole di progetto del P.O. siano indicate specifiche destinazioni d'uso, queste sono da intendersi come ammesse in via esclusiva;
  • le tipologie degli esercizi commerciali ammessi.

All'interno di ciascun tessuto sono sempre consentiti, oltre alle destinazioni d'uso ammesse negli articoli di riferimento, compatibilmente alle caratteristiche tipologiche e strutturali dell'edificio, le destinazioni d'uso per spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico, di cui al precedente art. 15.

5. All'interno del sottosistema del centro storico sono state individuate "fabbriche e complessi" singolari (CS3), costituite da una serie di emergenze sia tipologiche che funzionali, per lo più di valenza pubblica, che fanno eccezione ai tessuti dove si collocano. Tali fabbriche e complessi sono individuati nelle Tavole di progetto del P.O. con numerazione progressiva e disciplinati con normativa specifica al successivo art. 65.

Art. 60 Interventi, sistemazioni ed attrezzatura degli spazi pertinenziali degli edifici nel territorio urbanizzato

1. Gli interventi di sistemazione ed attrezzatura degli spazi esterni pertinenziali sono riferiti alle aree che costituiscono pertinenza degli edifici all'interno degli ambiti urbanizzati.

2. Gli interventi nei sottosistemi del Centro storico (CS) e delle Propaggini (PR) devono essere finalizzati in generale a mantenere lo spazio aperto esistente nei suoi caratteri tipologici e formali, nel rispetto dell'assetto storico e paesistico-ambientale. In particolare gli interventi sugli spazi aperti (giardini, aie, orti, cortili, ecc.) di edifici e complessi di matrice storica, devono garantire la conservazione e l'eventuale ripristino di detti spazi e dei singoli elementi costitutivi originari, con particolare riguardo ad elementi quali pavimentazioni, pozzi, cancellate, recinzioni, filari, edicole, fontane, panchine in muratura, roste, lapidi, stemmi, filari, muri a retta ed altre opere murarie, siepi ed altre singolarità vegetali. Nel rifacimento e la manutenzione degli stessi si deve prevedere di utilizzare materiali e tecnologie quanto possibile simili a quelli originari.

3. Al fine di schermare le auto in sosta è consentita l'installazione di manufatti privi di rilevanza edilizia di cui all'art. 38 delle presenti Norme.

Sono ammesse altresì le tettoie fotovoltaiche, ovvero quelle in cui la struttura di copertura sia costituita dai moduli e dai relativi sistemi di supporto, sostenuta da strutture leggere (legno o metallo), libere da tutti i lati e poste in maniera isolata nel resede di pertinenza, nel rispetto delle seguenti prescrizioni:

  • nel caso di edifici residenziali devono avere ingombro planimetrico a terra non superiore a 15 mq. per ogni unità immobiliare; la realizzazione deve essere riferita all'intero complesso edilizio e subordinata alla presentazione di un progetto unitario, fino ad un massimo di complessivi 75 mq.;
  • nel caso di edifici con destinazione d'uso turistico-ricettiva o agrituristici è consentita la installazione di una tettoia per ogni camera o unità immobiliare/abitativa, con ingombro planimetrico a terra non superiore a 15 mq., fino ad un massimo di complessivi 75 mq.;
  • l'altezza utile (HU) di tali manufatti non dovrà essere superiore a 2,70 ml.; è sempre ammessa la sporgenza massima di 0,20 ml. per lato in eccedenza rispetto alla superficie coperta massima consentita;
  • la struttura non può essere tamponata;
  • la pavimentazione è ammessa in semplice terra battuta o manto di ghiaia pressata o con la tecnica della ghiaia lavata se utilizzata anche per i percorsi carrabili.

4. La realizzazione di piscine è consentita limitatamente ai sottosistemi funzionali dell'Urbanizzato compatto (UC) e dei Filamenti urbani (FU). La superficie della vasca non potrà essere superiore al 10% di quella del resede e comunque non superiore a 60 mq. Non è consentita la realizzazione di piscine su aree con pendenze maggiori del 10%. La costruzione della piscina dovrà inoltre osservare le seguenti prescrizioni:

  • la profondità massima non dovrà superare 1,80 ml.;
  • la forma dell'invaso dovrà essere quadrata o rettangolare ad eccezione dei casi in cui potrà adeguarsi alle caratteristiche del sito allo scopo di minimizzare i movimenti di terra;
  • il rivestimento della vasca dovrà integrarsi con il contesto e scelto nelle tonalità neutre dei colori della sabbia o, in alternativa, nelle tonalità del verde, dal grigio verde al verde bottiglia;
  • eventuali pavimentazioni perimetrali dovranno avere una larghezza massima di 1 ml. ed essere realizzate in lastre di pietra locale o in cotto o legno, mentre uno solo dei lati minori potrà essere pavimentato per una profondità di 3 ml.; nel caso di piscine a servizio di strutture turistico-ricettive valgono comunque le disposizioni della L.R. n. 8 del 09/03/2006 e s.m.i. e relativi Regolamenti attuativi;
  • l'approvvigionamento idrico non dovrà in alcun modo dipendere dalla rete acquedottistica comunale; inoltre l'uso dell'acqua di eventuali pozzi privati dovrà essere limitato esclusivamente al riabboccamento del livello dovuto alla perdita di esercizio.

5. È consentita la realizzazione di recinzioni con forme e disegno semplice in ferro o legno verniciato e muretto di sostegno in muratura in pietra e/o mattoni a faccia vista o intonacata, oppure con siepi vive; esclusivamente per le parti non visibili da spazi pubblici sono ammesse anche recinzioni in rete metallica zincata o plastificata sostenuta da profilati metallici leggeri e siepe viva all'interno del resede. La recinzione potrà avere altezza massima di 2 ml., che nel caso di dislivello alla base dovrà essere misurata alla quota inferiore.

6. Il sistema di illuminazione delle aree di pertinenza dovrà essere concepito in virtù del criterio del contenimento dell'inquinamento luminoso; sono da privilegiare pertanto soluzioni che prevedono la predisposizione di elementi illuminanti installati sulle pareti dei fabbricati con luce schermata verso l'alto, elementi a stretto contatto con il terreno o direttamente in esso collocati e comunque sempre opportunamente schermati verso l'alto.

7. Eventuali fonti, fontanili, lavatoi, pozzi, cisterne e manufatti assimilabili di interesse storico, presenti nei resede anche se non specificamente individuati nelle Tavole del P.O. sono da considerare soggetti alla disciplina di intervento t2, senza possibilità di mutamento di destinazione d'uso.

Art. 61 Aree a verde private e di verde complementare

1. Le aree verdi private e pertinenziali contribuiscono alla qualità urbana e sono parte integrante del sistema del verde del territorio urbanizzato in particolare di quello contiguo anche pubblico.

2. Nella progettazione di nuove sistemazioni e nelle sostituzioni della vegetazione è opportuno privilegiare specie arboree e arbustive autoctone o naturalizzate, adatte alla funzione e collocazione dell'area, prestando attenzione alle specie ad alta allergenicità. La scelta delle specie in sostituzione di piante arboree morte, senescenti, instabili deve tenere conto della dotazione dello spazio per garantirne lo sviluppo a maturità. In assenza di idoneo spazio non si procede alla sostituzione o ci si orienta su specie compatibili.

3. Non è ammessa la trasformazione in giardini di tipo urbano nei casi in cui le aree a verde privato siano a contatto con il territorio aperto e mantengano caratteristiche di ruralità, affinché contribuiscano a svolgere la funzione di transizione come componenti del paesaggio rurale. Nel caso siano presenti oliveti consolidati o sistemazioni unitarie e alberature di alto fusto o piante ornamentali di pregio, tali impianti si devono mantenere e reintegrare negli esemplari mancanti, morti o deperienti.

4. Nella gestione dell'area a verde esistente è necessario garantire la manutenzione valutando le condizioni fitosanitarie della componente arborea. Sono da tutelare, compatibilmente con la pubblica incolumità e lo stato fitosanitario, le piante isolate, in filare o in gruppo che presentano dimensioni rilevanti per la specie, pregio ornamentale, estetico, paesaggistico. La potatura di alberi di notevole dimensione e pregio dovrà tener conto delle Linee Guida per gli interventi di cura e salvaguardia degli alberi monumentali del MIPAAFT.

5. Le aree di verde complementare, all'interno del territorio urbanizzato, sono formate dalle aree verdi di uso privato che non fanno parte di lotti edificati, disciplinati al precedente art. 60, che sono da considerare come elementi costitutivi della qualità degli insediamenti e che concorrono ad incrementare la prestazione ecologica della città.

Le aree di verde complementare non possono essere pavimentate o rese impermeabili, tali aree sono gestite al fine di mantenerne i servizi ecosistemici tra cui la protezione dei suoli e la prevenzione del dissesto idrogeologico andando ad arricchire il paesaggio di elementi naturali e seminaturali da gestire con buone pratiche selvicolturali.

All'interno di tali aree è vietata qualsiasi forma di nuova edificazione, anche interrata e sono ammessi esclusivamente opere e manufatti privi di rilevanza urbanistico - edilizia, come individuati dalla normativa regionale.

Capo I Sottosistema funzionale del Centro Storico

Art. 62 Discipline generali del sottosistema funzionale del Centro Storico (CS)

1. Il Centro Storico di Siena, rappresentato dal sottosistema funzionale CS con le Valli verdi interne alle mura, così come individuati nell'UTOE 1 del Piano Strutturale, è Sito inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale Universale dell'Unesco.

2. Nel sottosistema del Centro Storico (CS) la formazione di nuove unità immobiliari residenziali per frazionamento o cambio di destinazione d'uso è ammessa a condizione che attraverso l'intervento non si dia luogo ad alloggi risultanti di una superficie edificata (SE) media inferiore a 60 mq. Sono comunque fatte salve le possibilità di mutamento di destinazione d'uso di unità immobiliari esistenti alla data di adozione del P.O. di dimensione inferiore.

3. Di norma nel sottosistema del Centro Storico (CS) il passaggio alla destinazione residenziale di unità immobiliari non residenziali poste al piano terreno è consentito allo scopo di ripristinare la tipologia originaria degli edifici o per annettere alla residenza spazi prima destinati ad altri usi, mentre il passaggio alla funzione residenziale per la formazione di nuovi alloggi ai piani terra o ai piani seminterrati è consentito a condizione che l'accesso non avvenga direttamente dalla strada pubblica. Nei vani prospicienti alle aree pubbliche si possono prevedere nuovi locali di servizio alla residenza, quali cantine, ripostigli, lavanderie e altri spazi accessori, mentre vani abitabili sono ammessi solo nel caso in cui le finestre prospicenti la pubblica via non consentano l'introspezione.

4. Per le funzioni ammesse nel sottosistema funzionale del Centro Storico (CS), in caso di mutamento della destinazione d'uso e/o di frazionamento degli edifici esistenti, la dotazione minima dei parcheggi privati, di cui all'art. 18, può essere monetizzata, così come possono essere monetizzate le dotazioni richieste per la sosta di relazione a servizio di nuove attività commerciali, di cui all'art. 19. Le autorimesse conteggiate nella dotazione minima dei parcheggi privati - per la sosta stanziale e di relazione -, non possono cambiare destinazione d'uso, pena il venir meno dei requisiti richiesti dal P.O. alle unità immobiliari a cui sono legate. In caso di autorimesse dotate di autonomia funzionale, ovvero non legate al soddisfacimento della dotazione minima dei parcheggi privati, è consentito il cambio d'uso nelle destinazioni d'uso ammesse e alle condizioni dettate dalle presenti Norme.

5. Negli immobili di proprietà sede delle Contrade o delle società di contrada all'interno del Sottosistema funzionale del Centro Storico (CS) - fatta eccezione per le Valli verdi (CS4), nelle quali non è consentito -, limitatamente alle finalità connesse con lo svolgimento delle attività istituzionali, è ammesso l'ampliamento fino al 50% della Superficie Edificata (SE), destinata a tali attività, a prescindere dalla disciplina di intervento attribuita dal P.O. e comunque laddove compatibili con il contesto edilizio storico e congruenti con le discipline per gli specifici tessuti e nel rispetto della tutela degli elementi e delle pertinenze di valore. Tale addizione volumetrica, nel rispetto delle strutture murarie e di fondazione, deve essere realizzata in aderenza ed in continuità con i locali esistenti. Le contrade che si vogliono riservare la possibilità di procedere con più stralci, a monte del primo intervento, devono presentare un progetto unitario di Contrada, che comprenda anche quanto eventualmente previsto al successivo art. 66; in assenza di detto progetto unitario qualunque intervento di addizione volumetrica esaurirà le potenzialità edificatorie ammesse.

Le Contrade che fino ai 10 anni precedenti alla vigenza del Regolamento Urbanistico (6 aprile 2011) hanno utilizzato una disposizione similare dei piani previgenti, dovranno scomputare una quantità pari alla Superficie Edificata (SE) già realizzata.

Art. 63 Tessuto del Centro Storico 1 (CS1)

1. Sono le parti localizzate prevalentemente nelle aree del centro più esterne o comunque non direttamente in contatto con gli assi principali. Nel tessuto del Centro Storico 1 (CS1) si deve mantenere prevalente la funzione residenziale, alla quale possono essere associate le funzioni commerciali, artigianali e direzionali di servizio, finalizzate a rafforzarne la vocazione.

2. Agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti a questo tessuto il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 2 (t2), salvo casi specifici individuati con apposita sigla sulle Tavole di Piano Operativo.

3. All'interno del tessuto del Centro Storico 1 (CS1), salvo i casi per i quali si prescrivono le specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Residenziale (a), Artigianale di servizio (b3), Commerciale al dettaglio in esercizi di vicinato (c1), Direzionale e di servizio (e), in tutte le sotto-articolazioni definite al precedente art. 14.

4. Nel tessuto del Centro Storico 1 (CS1) le attività commerciali di vicinato (c1), sono consentite ai piani superiori solo se in ampliamento ed in relazione con le stesse attività al piano terra.

Art. 64 Tessuto del Centro Storico 2 (CS2)

1. Sono le parti che, collocandosi lungo i crinali principali, vanno a costituire l'immagine della Y rovesciata del centro storico di Siena. Lungo gli assi stradali di crinale si sviluppano le direttrici principali del commercio più frequentati ed attrattivi. Nel tessuto del Centro Storico 2 (CS2) la città antica raggiunge il più consistente grado di plurifunzionalità, caratteristica che deve essere mantenuta e sempre più qualificata.

2. Agli edifici e ai relativi spazi aperti appartenenti a questo tessuto il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 2 (t2), salvo casi specifici individuati con apposita sigla sulle Tavole di Piano Operativo.

3. All'interno del tessuto del Centro Storico 2 (CS2), salvo i casi per i quali si prescrivono le specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Residenziale (a), Artigianale di servizio (b3), Commerciale al dettaglio (c1 e c2), Direzionale e di servizio (e), in tutte le sotto-articolazioni definite al precedente art. 14.

4. Nel tessuto del Centro Storico 2 (CS2) le attività commerciali di vicinato e di media superficie di vendita (c1 e c2) sono consentite ai piani superiori solo se in ampliamento ed in relazione con le stesse attività al piano terra.

Art. 65 Fabbriche e complessi singolari del Centro Storico (CS3)

1. Si tratta di un insieme di complessi edilizi, aggregati, edifici e altri manufatti emergenti nel tessuto urbano, spesso ubicati in luoghi orograficamante singolari, "fabbriche" di scala differente da quella delle altre strutture tipologiche; le funzioni ospitate negli edifici sono generalmente di interesse collettivo, quali grandi attrezzature pubbliche, complessi religiosi o sedi di istituzioni rappresentative della città.

2. Le fabbriche e complessi singolari del Centro Storico CS3, indicati con riferimento numerico nelle Tavole di Piano Operativo, sono sottoposti alla seguente specifica normativa:

1 - Mercatino rionale di Camollia

Edificio di interesse storico, sorto come rimessa di mezzi adibiti al trasporto collettivo poi riadattato a sede del mercato rionale. Oggetto di una recente ristrutturazione, si configura come un "manufatto polifunzionale" e si presta a molteplici usi.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b). Servizi sociali e ricreativi (s2e), Servizi amministrativi (s2a);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

2 - San Pietro alla Magione

Antico complesso costituitosi intorno alla chiesa di S. Pietro alla Magione, comprendente oratorio, residenze e relativi spazi pertinenziali incluso l'impianto sportivo scoperto.

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c). Servizi culturali (s2b), Servizi sociali e ricreativi (s2b), Residenza (a);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
    la riorganizzazione degli spazi scoperti adiacenti le mura deve comportare il ripristino del Vicolo di Fichereto fino a Via Malta o la creazione di un collegamento pedonale alternativo al percorso originale;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto per gli interventi sugli edifici; per la sistemazione degli spazi esterni attigui alle mura, compreso il manufatto su Via Malta coerentemente alle aree verdi e pedonali adiacenti si dovrà prevedere una progettazione unitaria.

3 - Santa Maria delle Grazie

Ex monastero di Santa Maria delle Grazie, detto "delle Convertite", di antico impianto, ma notevolmente rimaneggiato soprattutto sul fronte di via Campansi. Attuale sede dell'Istituto Sacro Cuore di Gesù (scuole e convitto).

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c). Servizi per l'istruzione di base (s1), Servizi per l'istruzione superiore (s5), Convitto (e4);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

4 - Villa Rubini Manenti

Villa risalente al XX secolo che mantiene inalterato il rapporto di valore con il parco circostante.

  • destinazioni d'uso: Servizi per l'assistenza sanitaria (s2f), Servizi culturali (s2b), Servizi sociali e ricreativi (s2b);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto; per la sistemazione degli spazi scoperti si dovrà prevedere una progettazione unitaria.

5 - San Domenico

Complesso monumentale costituito dalla basilica, dal convento e da una serie di edifici sorti in adiacenza a questo.

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c), Servizi per l'istruzione superiore (s5), Servizi culturali (s2b);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 4 (t4) per gli altri edifici;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

6 - Lavatoi di Fontebranda

Edificio di interesse documentale destinato a lavatoio pubblico. Avendo perso di significato la sua originaria funzione, si presta a più utilizzazioni di carattere collettivo.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b); Servizi sociali e ricreativi (s2b);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: Piano di recupero.

7 - Bottini e Fonti monumentali

I "Bottini" sono una rete di acquedotti sotterranei, che alimentano ancora oggi le Fonti storiche della città. Due sono i rami principali dei bottini, quello più antico il Bottino maestro di Fontebranda, che di trova a notevole profondità e che da Fontebecci porta l'acqua fino alla Fonte di Fontebranda, e il Bottino maestro di Fonte Gaia, realizzato intorno al 1300, che alimenta la fonte di Piazza del Campo, Fonte Gaia e con il trabocco anche altre fonti minori.

Le Fonti monumentali sono:
Fontebranda o Fonte Branda (7a)
Fonte di Follonica (7b)
Fonte Nuova d'Ovile (7c)
Fonte Gaia (7d)
Fonte del Casato (7e)
Fonte San Maurizio o Fonte del Ponte di Romana (7f)
Fonte di Pantaneto (7g)
Fontanella (7h)
Fonte di Porta Giustizia o Fonte della Val di Montone
Fonte del Mercato
Fonte delle Monache
Fonte al Pino o Fonte dell'Orto Botanico
Fonte Caccialupi o Fonte di Porta Tufi o Fonte dei Tufi
Fonte di San Francesco.

  • destinazioni d'uso: Spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico (s);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

8 - Santa Caterina

Complesso architettonico articolato costituito dal santuario-casa di Santa Caterina, preceduto dal portico dei Comuni, e dall'ex monastero, già tiratoio della lana, ristrutturato con funzione turistico-ricettiva.

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c), Servizi culturali (s2b), Servizi per l'istruzione di base (s1), Turistico-ricettiva (d1 per la quota già realizzata);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

9 - La Sapienza

Complesso costituito dall'antico ed articolato edificio della "Casa della Sapienza", attuale sede della biblioteca comunale, e dalla chiesa di San Pellegrino.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b); Servizi religiosi (s2c);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

10 - Rocca Salimbeni

Sede storica della banca Monte dei Paschi di Siena. Complesso, di origine medievale, risultato dall'aggregazione di diversi edifici.

  • destinazioni d'uso: Direzionale (e1);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

11 - San Donato

Complesso formato dall'ex "Abbazia di San Michele al Monte di San Donato", dalla "Chiesa di San Michele all'Abbadia" e dall'"Oratorio dei SS. Chiodi" attualmente utilizzato come cinema.

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c), Servizi culturali (s2b), Servizi sociali e ricreativi (s2e), Servizi per l'istruzione superiore (s5), Servizi universitari e di alta formazione (s6), Residenza (a), Direzionale (e1);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

12 - Istituto Santa Caterina

Complesso costituito dalla Chiesa di Santa Elisabetta della Visitazione e dagli annessi locali del convento, del convitto e della scuola.

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c), Servizi per l'istruzione di base (s1), Residenza (a), Convitto (e4);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

13 - San Francesco

Complesso costituito dalla basilica e dal convento articolato intorno a tre grandi chiostri, attualmente utilizzato come servizi religiosi, sede dell'università e presidio militare.

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c), Servizi culturali (s2b), Servizi universitari e di alta formazione (s6), Servizi per la sicurezza e la protezione civile (s2a);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

14 - Santa Maria in Provenzano

Chiesa monumentale; nei volumi sottostanti la chiesa si trovano i locali della Contrada (sede storica e società).

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c), Servizi culturali (s2b), Servizi sociali e ricreativi (s2e);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

15 - San Cristoforo

Chiesa di impianto romanico e chiostro retrostante la parte absidale. Lo stesso è attualmente racchiuso nel tessuto residenziale.

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c), Servizi culturali (s2b), Residenza (a), Artigianato di servizio (b3), Esercizi di vicinato (c1), comprese le attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti) limitatamente al piano terra;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 2 (t2) per gli altri edifici;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

16 - San Vigilio

Complesso architettonico costituito dalla chiesa di San Vigilio, dall'ex convento omonimo e da Palazzo Cennini. Dal 1816 è sede dell'Università.

  • destinazioni d'uso: Servizi universitari e di alta formazione (s6), Servizi religiosi, Esercizi di vicinato (c1), comprese le attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti) limitatamente al piano terra;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

17 - San Martino

Il complesso dell'ex convento si sviluppa in adiacenza alla chiesa di S. Martino e si articola intorno al grande chiostro seicentesco del quale mantiene buona parte degli elementi strutturali d'impianto. L'edificio mostra, in particolare al piano ultimo e sottotetto, porzioni costruite e ricostruite, nelle fasi successive di trasformazione, caratterizzate da evidenti rielaborazioni incongrue.

  • destinazioni d'uso: Residenza (a), anche uffici privati (e1) al piano primo, Servizi per l'assistenza sanitaria (s2f), Servizi religiosi (s2c), Servizi sociali e ricreativi (s2e), Servizi culturali (s2b), Attività artigianali di servizio (b3), Esercizi di vicinato (c1), comprese le attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti) limitatamente al pianoterra;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

18 - Palazzo Piccolomini

Palazzo rinascimentale sede dell'Archivio di Stato di Siena sin dalla sua istituzione.

  • destinazioni d'uso: Servizi amministrativi (s2a), Servizi culturali (s2b), Residenza (a), Attività artigianali di servizio (b3), Esercizi di vicinato (c1), comprese le attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti) limitatamente al pianoterra;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

19 - Loggia della Mercanzia

Loggia quattrocentesca con sopraelevazione e corpo di fabbrica su piazza del Campo settecenteschi, attuale sede del Circolo degli Uniti.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b), Direzionale (e1), Attività artigianali di servizio (b3), Esercizi di vicinato (c1), comprese le attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti) limitatamente ai piani accessibili dalle pubbliche vie;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

20 - Accademia dei Rozzi

Isolato molto articolato composto da Palazzo Pelecani, sede dell'Accademia dei Rozzi, dall'omonimo teatro e da una porzione di tessuto residenziale che si affaccia su via di Fontebranda.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b), Servizi sociali e ricreativi (s2e), Direzionale (e1), Residenza (a), Attività artigianali di servizio (b3), Esercizi di vicinato (c1), comprese le attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti) limitatamente al pianoterra;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 2 (t2) per gli altri edifici.
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

21 - Duomo

La Cattedrale di Santa Maria Assunta insieme alla torre campanaria, al Battistero, all'edificio della Curia vescovile e al Museo dell'Opera Metropolitana costituisce il più importante e monumentale complesso architettonico a carattere religioso della città.

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c), Servizi culturali (s2b), Residenza (a), Attività artigianali di servizio (b3), Esercizi di vicinato (c1), comprese le attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti) limitatamente ai locali al piano terra in via dei Fusari e in via Monna Agnese;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

22 - Palazzo Reale

Un tempo dimora dei Medici, oggi è sede dell'Amministrazione Provinciale, della Prefettura e della Questura.

  • destinazioni d'uso: Servizi amministrativi (s2a);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

23 - Palazzo delle Papesse

Edificio quattrocentesco di tipo rinascimentale fiorentino, già sede della Banca d'Italia, poi riattato a museo d'arte contemporanea.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b), Direzionale (e1);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

24 - Palazzo Chigi Saracini

Palazzo molto articolato il cui impianto risale al XIII secolo. Ampliato nei secoli per successive addizioni, attualmente è sede dell'Accademia Musicale Chigiana.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b), Residenza (a), Esercizi di vicinato (c1), comprese le attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti) limitatamente al pianoterra;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

25 - Palazzo Pubblico

Complesso costituito da Palazzo Comunale, Torre del Mangia, Magazzini del sale e Teatro dei Rinnovati; costituisce il più importante e monumentale complesso architettonico a carattere civile della città.

  • destinazioni d'uso: Servizi amministrativi (s2a), Servizi culturali (s2b);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

26 - Mercato Vecchio

Ampia copertura sorretta da pilastri in laterizio, presente sin dal 1886, legata alla funzione di scambio commerciale della piazza.

  • destinazioni d'uso: Spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico (s);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per la struttura originaria; all'interno dell'area coperta è consentita la realizzazione di manufatti in materiali leggeri non collegati alle opere murarie storiche, per esposizioni, manifestazioni, punti di informazione, usi ricreativi e accoglienza;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

27 - Logge del Papa

Loggia rinascimentale.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

28 - Lavatoi del Mercato

Piccolo manufatto di interesse documentale destinato a lavatoio pubblico; avendo perso di significato la sua originaria funzione, si presta a più utilizzazioni di carattere collettivo.

  • destinazioni d'uso: Spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico (s);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

29 - Pinacoteca

Gli spazi della Pinacoteca sono situati, sin dal 1932, all'interno di tre palazzi storici adiacenti: Palazzo Bonsignori, Palazzo Bichi Brigidi e Palazzo in via S. Pietro 25-27.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b), Residenza (a);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

30 - Santa Margherita in Castelvecchio

Ex monastero già sede dell'Istituto Tommaso Pendola per i Sordomuti (Pendola femminile); del complesso fa parte l'antica chiesa.

  • destinazioni d'uso: Residenza (a), Direzionale (e1), Servizi culturali (s2b), Servizi sociali e ricreativi (s2e);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

31 - Ex Istituto Tommaso Pendola

Edificio, già sede dell'Istituto Tommaso Pendola per i Sordomuti (Pendola maschile), sviluppato intorno ad una corte centrale.

  • destinazioni d'uso: Residenza (a), Servizi culturali (s2b), Direzionale (e1), Servizi universitari (s6);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

32 - Istituto Santa Teresa

Complesso articolato, generato dall'aggregazione di più fabbricati; a monte si sviluppa intorno ad un chiostro interno e si affaccia su via San Quirico, mentre a valle l'edificio prospetta su Pian dei Mantellini.

  • destinazioni d'uso: Residenze (a1) per un massimo di 10 alloggi (Pian dei Mantellini), Residenze speciali (a2) (via San Quirico);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto (con convenzione per il recupero a fini residenziali).

33 - Ex Convento dei Carmelitani

Complesso costituito dalla chiesa e dall'ex convento del Carmine.

  • destinazioni d'uso: Servizi universitari (s6), Servizi religiosi (s2c), Servizi culturali (s2b), Servizi per l'istruzione superiore (s5), Turistico-ricettivo (d);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 2 (t2) per gli altri edifici;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

34 - Ex orfanotrofio San Marco

Complesso in cui si concentrano funzioni pubbliche di diversa natura: residenza universitaria nell'ex convento di Santa Marta, archivio storico, scuola materna nell'edificio di testata, servizi amministrativi, parcheggio multipiano e residenza.

  • destinazioni d'uso: Residenze universitarie e collegi (e4), Servizi per l'istruzione di base (s1), Residenza (a), Parcheggi in struttura di uso pubblico (s4b), Servizi amministrativi (s2a), Servizi culturali (s2b), Servizi sociali e ricreativi (s2e);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 2 (t2) per gli altri edifici;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

35 - Santa Mustiola e Orto botanico

Complesso architettonico costituito dall'ex convento dei Camaldolesi (detto anche della Rosa o Convento di Santa Mustiola), oggi sede dell'Accademia e del museo dei Fisiocritici, dalla chiesa annessa, adibita a biblioteca universitaria, e dal nuovo edificio, sede del Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università. Sul retro del complesso vi sono le strutture e gli spazi dell'orto botanico.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b), Servizi universitari (s6);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 4 (t4) per gli altri edifici;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

36 - Ex convento della Maddalena

Complesso architettonico costituito dalla ex chiesa (attualmente aula universitaria), dall'ex convento (scuola e residenza universitaria) e dal recente edificio della palestra della scuola media.

  • destinazioni d'uso: Servizi per l'istruzione di base (s1), Residenze universitarie e collegi (e4), Servizi universitari (s6);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 4 (t4) per gli altri edifici;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

37 - Sant'Agostino

Ampia area il cui fulcro ruota intorno alla chiesa e all'ex convento di S. Agostino, in cui si concentrano diverse funzioni pubbliche: chiesa, conservatorio di musica, servizi universitari, scuola superiore.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b), Servizi religiosi (s2c), Servizi per l'istruzione superiore (s5), Servizi universitari (s6), Residenza (a), Giardino e verde attrezzato (s3b);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

38 - Casa Lavoro delle Sordomute

Sede di una residenza assistita per anziani.

  • destinazioni d'uso: Servizi per l'assistenza sanitaria (s2f);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
    nell'area individuata nelle Tavole di progetto del P.O. con la sigla ID01.01 vale la disciplina finalizzata all'ampliamento della struttura;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

39 - S. Girolamo

Complesso di notevoli dimensioni e molto articolato composto da un nucleo più antico (chiesa e convento) e da numerosi corpi di fabbrica più recenti e di minor valore.

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c), Servizi per l'istruzione di base(s1), Residenza (a);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 3 (t3) per gli altri edifici;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

40 - Santa Maria dei Servi

Complesso costituito dalla chiesa di Santa Maria dei Servi, dall'ex convento (utilizzato attualmente come sede universitaria e dalla contrada), dall'Oratorio della Santissima Trinità e dai moderni locali di contrada ad esso adiacenti.

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c), Servizi culturali (s2c), Servizi sociali e ricreativi (s2e), Servizi universitari (s6);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 2 (t2) per gli altri edifici;
    per le attività della Contrada e accogliere il cavallo nei giorni del palio è ammessa l'installazione di un manufatto realizzato con strutture leggere in legno e altezza utile (HU) massima di 3,5 ml., con Superficie Coperta massima di 20 mq.;
    le pareti esterne e gli infissi dovranno essere verniciati con impregnanti o con smalti di tonalità scure, verdi o marroni; la copertura potrà essere a pendenza singola o doppia e realizzata in legno, laterizio o rame; la pavimentazione, semplicemente appoggiata e realizzata con materiali atti a soddisfare le esigenze igieniche, dovrà consentire il deflusso delle acque di lavaggio ed essere munita di griglie di scarico per i reflui, che dovranno essere raccolti in appositi pozzetti ed incanalati per il successivo trattamento nel rispetto delle normative vigenti in materia;
    il manufatto sarà posizionato nella parte est, nell'area verde sotto la sede della Contrada e non potrà interessare l'ambito soggetto a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004 riferito all'ex Commenda di San Leonardo; l'intervento non dovrà comportare nuove pavimentazioni esterne o l'abbattimento di alberature;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

41 - Collegio Santa Chiara

Complesso architettonico unitario, risalente al XX sec. (ex monastero delle Cappuccine), recentemente ristrutturato come collegio universitario.

  • destinazioni d'uso: Servizi universitari (s6), Residenze universitarie e collegi (e4);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • - strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

42 - San Girolamo in Campansi

Complesso formatosi a partire dal XV sec. Dal punto di vista urbanistico ed architettonico è il risultato dei numerosi interventi susseguitisi nel corso degli anni per adattarlo all'uso attuale. La tipica matrice conventuale permane nella chiesa e nei due chiostri.

  • destinazioni d'uso: Servizi per l'assistenza sanitaria (s2f), Servizi religiosi (s2c), Residenza (a) limitatamente alla porzione di fabbricato con l'accesso posto al civico 14 di via Campansi;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 2 (t2) per gli altri edifici;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto per gli interventi sugli edifici.

43 - Conservatori riuniti femminili

Complesso costituito dagli edifici dei Conservatori riuniti femminili (attualmente ancora utilizzati come convitto) e dall'ex convento di Santa Monaca (scuola media).

  • destinazioni d'uso: Servizi per l'istruzione di base (s1), Residenze universitarie e collegi (e4), Turistico-ricettivo (d);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

44 - Palazzo San Galgano e Refugio

Porzione dell'antico complesso dei conservatori femminili riuniti, attualmente sede della Facoltà di Lettere dell'Università.

  • destinazioni d'uso: Servizi universitari (s6), Residenza (a);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

45 - Santo Spirito

Complesso costituito dalla chiesa e dall'ex convento di Santo Spirito, attualmente adibito a carcere.

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c), Servizi per la sicurezza e la protezione civile (s2a);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 2 (t2) per gli altri edifici;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

46 - Butini Bourke

Ex convento delle Monache di Vita Eterna, attuale sede dell'asilo Butini Bourke. È parte del complesso anche la chiesa di S. Giacinto.

  • destinazioni d'uso: Servizi per l'assistenza sanitaria (s2f), Servizi religiosi (s2c);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

47 - Lavatoi di Porta Pispini

Manufatto di interesse documentale destinato a lavatoio pubblico. Avendo perso di significato la sua originaria funzione, si presta a più utilizzazioni di carattere collettivo.

  • destinazioni d'uso: Spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico (s);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

48 - Santa Maria della Scala

Complesso architettonico molto articolato dal punto di vista planivolumetrico. Costituisce il più importante e monumentale complesso architettonico a carattere culturale della città.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b), Servizi religiosi (s2c), Esercizi di vicinato e Attività di somministrazione di alimenti e bevande (c1) negli spazi affacciati sulla strada interna, su Piazza del Duomo e via del Fosso di Sant'Ansano, Foresteria (e4);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 4 (t4) per gli altri edifici;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

49 - Santa Chiara

Ex convento di cui rimane praticamente il solo chiostro essendo stato trasformato sin dall'Ottocento in caserma. Nel complesso vi sono anche i resti della chiesa e due edifici di nessun valore architettonico.

  • destinazioni d'uso: Turistico-ricettivo di tipo alberghiero (d1) per il complesso di valore architettonico e storico-documentale, Direzionale e di servizio limitatamente a servizi privati di interesse sociale e culturale, Spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico (s);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 5 (t5) per gli altri edifici; è consentita la demolizione con trasferimento dei crediti edilizi nel caso degli edifici di recente costruzione;
    è inoltre ammessa la realizzazione di un parcheggio pubblico in struttura, finalizzato a liberare le aree stradali di Porta Pispini e via dei Pispini;
    gli spazi aperti saranno destinati a giardini e spazi pubblici attrezzati, valutando la possibilità di collegamento al Fortino del Peruzzi; è consentita la realizzazione di una piscina a servizio delle attività;
  • strumento di attuazione: Piano Attuativo.

52 - Facoltà di Giurisprudenza

Edificio di recente costruzione.

  • destinazioni d'uso: Servizi universitari (s6), Servizi culturali (s2b), Servizi amministrativi (s2a);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 3 (t3);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

53 - Fortezza Medicea

Cinquecentesca costruzione a carattere militare, al cui interno sono sistemate una scuola elementare in manufatti di legno, nonché la sede dell'Associazione Siena Jazz. All'interno della struttura principale sono ubicati i locali e gli spazi di servizio dell'Enoteca.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b), Servizi sociali e ricreativi (s2e), Servizi per l'istruzione di base (s1);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004 e in generale per il complesso storico;
    all'interno del piazzale basso potrà essere istallata una struttura leggera o tensostruttura, riconducibile alle caratteristiche di cui all'articolo 134 comma 1 lettera b) della L.R. 65/2014 e s.m.i. per ospitare attività culturali o ricreative senza interferire con le strutture storiche del monumento;
    al fine di garantire la permanenza della scuola elementare A. Sclavo, nel rispetto delle normative in materia di edilizia scolastica, nell'area attualmente occupata dalla stessa scuola è consentito l'intervento di sostituzione edilizia; il nuovo edificio dovrà essere eseguito con strutture leggere in legno;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

54 - Cinta muraria

Antica cinta muraria della città comprendente le porte di accesso al centro storico, nonché le opere puntuali di fortificazione tra cui il Fortino del Peruzzi in prossimità di Porta Pispini.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

55 - Palazzo del Capitano

Palazzo di origine medievale, più volte rimaneggiato fino ad assumere l'attuale veste neogotica.

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali (s2b), Direzionale e di servizio (e), esercizi di vicinato (c1) limitatamente al piano terra; foresteria con esclusione del piano terra e del primo piano, se direttamente a servizio delle attività principali localizzate ai piani sottostanti (e4);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1); è ammessa la copertura delle corti esistenti per rendere funzionali le superfici al piano terreno ai fini della distribuzione e dell'uso culturale dell'immobile;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

56 - Ex Macelli di Fontebranda

Complesso di edifici di interesse storico, sorto ed utilizzato nel tempo come mattatoio comunale. Oggetto di una recente ristrutturazione, si configura come un "manufatto polifunzionale" e si presta a molteplici usi.

  • destinazioni d'uso: Residenza (a), Artigianato di servizio (b3), Direzionale, Esercizi di vicinato e attività di somministrazione di alimenti e bevande (c1), Spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico (s);
  • tipo di intervento disciplina di intervento di tipo 3 (t3);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

59 - Palazzo Sozzini Malavolti

  • destinazioni d'uso: Residenza (a), Direzionale e di servizio (e), Esercizi di vicinato e attività di somministrazione di alimenti e bevande (c1), limitatamente al piano terra su via Pantaneto, Spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico (s);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

60 - Ex Villa Rettanti

  • destinazioni d'uso: Direzionale e di servizio (e), Spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico (s);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

61 - Ex Ospedale psichiatrico San Niccolò

  • destinazioni d'uso: Servizi universitari (s6) (Padiglione centrale ed ex Lavanderia), Servizi per l'assistenza sanitaria (s2f) (Padiglioni Kraepelin, Chiarugi e Lodoli), Servizi sociali e ricreativi (s2e), Servizi culturali (s2b) (Padiglione Conolly, ex Farmacia), Residenza (a);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 4 (t4) per l'ex Lavanderia;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

62 - Palazzo Marsili

  • destinazioni d'uso: Turistico-ricettivo di tipo alberghiero (d1);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

63 - Chiesa e Convento di Santa Chiara

  • destinazioni d'uso: Servizi religiosi (s2c);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1) per la chiesa, sottoposta a vincolo ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004; disciplina di intervento di tipo 3 (t3) per gli altri edifici; per i manufatti accessori incongrui presenti nell'area è ammessa la demolizione e ricostruzione comunque configurata;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

64 - Hotel Athena

  • destinazioni d'uso: Turistico-ricettivo di tipo alberghiero (d1);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 3 (t3) per l'edificio principale, lungo via Mascagni;
    per i fabbricati retrostanti, posti in aderenza all'edificio principale, è ammessa la demolizione e ricostruzione con addizione volumetrica fino ad un massimo del 20% della SE complessiva della struttura esistente senza aumento del numero di camere; la nuova edificazione, con un numero massimo di 3 piani, dovrà essere arretrata di 1,20 ml. rispetto all'attuale allineamento lungo Via del Nuovo Asilo, con cessione al Comune del sedime risultante, da destinarsi alla realizzazione del marciapiede;
    fermo restando il mantenimento delle attuali superfici permeabili, è ammessa la realizzazione di un piano interrato da destinare a parcheggio a servizio dell'attività;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto convenzionato.

65 - Palazzo Sergardi

  • destinazioni d'uso: Servizi culturali, in particolare legati al "Piccolo Teatro Marga Sergardi" ed alle attività artistiche, didattiche e formative, Residenza, Direzionale e di servizio;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 1 (t1);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

66 - Edificio in piazza del Sale

  • destinazioni d'uso: Residenza, Direzionale e di servizio, Turistico-ricettivo di tipo alberghiero (d1);
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 2 (t2);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

67 - ex SIVA

  • destinazioni d'uso: Residenza (con SE media non inferiore a 80 mq.); Esercizi di vicinato, Attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti) e Artigianato di servizio limitatamente al piano terra;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 3 (t3), con obbligo di mantenimento del paramento esterno in mattoni lungo via Vallerozzi e Pian d'Ovile; per gli esterni gli interventi sono soggetti a vincolo di tutela indiretto ai sensi della Parte II del D.lgs. 42/2004, riferito al Quartiere di Ovile (D.M. 13/02/2018);
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

68 - Edificio in via Garibaldi

  • destinazioni d'uso: Residenza (con esclusione di locali di abitazione o di lavoro al piano terra), Direzionale e di servizio;
  • tipo di intervento: disciplina di intervento di tipo 3 (t3), per interventi eccedenti PdR con obbligo di mantenimento dell'unitarietà della facciata su via Garibaldi e su via del Pian d'Ovile rispetto agli edifici adiacenti; dovrà essere mantenuto nelle caratteristiche attuali il locale a piano terra (ex Radi) adibito ad autorimessa, con i pilastri in ghisa e le aperture ad arco;
  • strumento di attuazione: intervento edilizio diretto.

Art. 66 Valli verdi del Centro Storico (CS4)

1. Sono estesi e singolari spazi verdi all'interno delle mura posti in continuità visiva con i tessuti del centro storico, con gli importanti complessi di interesse storico monumentale e con il basamento figurativo delle aree verdi esterne alla cinta muraria che compongono il Parco del Buongoverno. In parte adibite a giardini e aree verdi pertinenzali o di uso pubblico, le valli verdi presentano ancora tessiture ed elementi del paesaggio agrario storico da tutelare, mantenere o ripristinare.

2. In tali aree non è ammessa la realizzazione di nuovi edifici e manufatti per uso privato né la realizzazione di nuove superfici impermeabilizzate, salvo quanto eventualmente strettamente indispensabile alla fruizione pedonale o ciclopedonale. Per gli edifici esistenti si applica la disciplina di intervento di tipo 3 (t3).

3. In tali aree, finalizzata alla manutenzione e cura degli spazi aperti, è ammessa esclusivamente la realizzazione di manufatti per lo svolgimento di attività di interesse pubblico da parte delle Contrade, dimensionati sulle effettive esigenze, che devono essere funzionali alla fruizione pubblica e al mantenimento della vitalità di questi luoghi, debitamente motivate e documentate. Tali manufatti saranno realizzati in materiali leggeri, anche a carattere permanente, ma comunque con tecniche costruttive e modalità esecutive che li rendano reversibili, come peraltro consente il loro utilizzo occasionale. La richiesta di autorizzazione è accompagnata da un progetto unitario di Contrada, esteso all'intera area di riferimento per l'utilizzo da parte della Contrada, corredato da una convenzione che vincoli i manufatti alle caratteristiche tecniche e costruttive sopra descritte e che includa il miglioramento e la manutenzione delle aree verdi, comprensivo di quelle a connotazione agraria, e la rimozione di eventuali elementi incongrui.

4. All'interno delle Valli verdi le azioni devono essere orientate a:

  • assicurare il mantenimento di un elevato livello di qualità delle relazioni percettive;
  • preservare la continuità tra l'insediamento storico e i paesaggi agrari storici recuperandone gli assetti e contenendo l'espansione delle neoformazioni forestali;
  • tutelare e valorizzare la rete dei percorsi e delle infrastrutture storiche anche prevedendo la sua integrazione con una rete di mobilità dolce;
  • rendere coerenti e di pregio gli assetti del verde privato;
  • valorizzare e mantenere e integrare gli elementi tipici del paesaggio agrario tradizionale quali:
    • sistemazioni idraulico agrarie,
    • sistemazioni terrazzate con muretti a secco o ciglioni,
    • tessiture a maglia fitta, colture promiscue, oliveti, broli,
    • filari alberati, siepi miste di valore paesaggistico o naturalistico e vegetazione a corredo dei canali di scolo delle acque.
  • rendere coerenti e di pregio gli assetti del verde privato;
  • negli interventi sulle aree a verde privato individuare, mantenere o recuperare dove possibile le specie arboree tipiche meglio conformate e paesaggisticamente rilevanti; nel caso di nuovi impianti arborei limitare l'utilizzo di conifere e l'uso di specie non coerenti con il contesto prevalentemente rurale delle valli verdi; è comunque da contrastare l'insediamento di specie arboree alloctone a sviluppo invasivo e altre specie aliene, da eliminare nel caso di interventi sull'area.

5. Per gli interventi ricadenti nelle "Zone verdi nell'interno delle mura urbane di Siena" si dovrà prestare una particolare attenzione alle prescrizioni contenute nella Scheda di Vincolo D.M. 13/06/1956.

Capo II Sottosistema funzionale delle Propaggini del centro storico

Art. 67 Discipline generali delle Propaggini del centro storico (PR)

1. Il sottosistema funzionale delle Propaggini è rappresentato dai primi insediamenti che, a partire dalla fine dell'800 e fino agli anni '50, hanno costituito l'espansione della città all'esterno delle mura, lungo la viabilità principale che si dipartiva dalle porte. Sono le parti di città nelle quali sono riconoscibili assetti insediativi consolidati, che organizzano in varia forma i rapporti tra l'edilizia prevalentemente residenziale e la maglia viaria, in una certa continuità con il principio insediativo storico. La funzione prevalente è quella residenziale, con i servizi direzionali e commerciali che nel tempo hanno perso progressivamente spazio e articolazione.

2. Nel sottosistema delle Propaggini del centro storico (PR) la formazione di nuove unità immobiliari è ammessa a condizione che attraverso l'intervento non si dia luogo ad alloggi risultanti di superficie edificata (SE) media inferiore a 60 mq. Sono comunque fatte salve le possibilità di mutamento di destinazione d'uso di unità immobiliari esistenti alla data di adozione del P.O. di dimensione inferiore.

3. Nel sottosistema delle Propaggini del centro storico (PR) sono sempre consentiti, oltre alle destinazioni d'uso ammesse negli articoli di riferimento, compatibilmente alle caratteristiche tipologiche e strutturali dell'edificio, le destinazioni d'uso per spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico, come definite al precedente art. 15.

4. Per le funzioni ammesse nel sottosistema delle Propaggini del centro storico (PR), in caso di mutamento della destinazione d'uso e/o di frazionamento degli edifici esistenti, la dotazione minima dei parcheggi privati, di cui all'art. 18, può essere monetizzata, mentre i parcheggi di relazione per le attività commerciali, di cui all'art. 19, devono essere sempre reperiti.

Art. 68 Tessuto delle Propaggini 1 (PR1)

1. Sono insediamenti di impianto otto-novecentesco, con edifici caratterizzati dalla stretta relazione con la strada, spesso con affaccio diretto o comunque allineati; sono presenti e compatibili anche funzioni diverse dalla residenza, soprattutto ai piani terra, quali la funzione commerciale e direzionale e servizi.

2. Agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto delle Propaggini 1 (PR1) il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 3 (t3), salvo i casi specifici individuati con apposita sigla sulle Tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto delle Propaggini 1 (PR1), salvo i casi delle specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Residenziale (a), Artigianale di servizio (b3), Commerciale al dettaglio in esercizi di vicinato (c1), Direzionale e di servizio limitatamente alle sotto-articolazioni e1, e2, e3 ed e6.

Art. 69 Tessuto delle Propaggini 2 (PR2)

1. Sono insediamenti di impianto otto-novecentesco di elevata qualità architettonica e urbanistica, spesso dovuta alla unitarietà degli interventi; si tratta prevalentemente di tessuti edificati a densità piuttosto bassa, con tipi edilizi a villa/villini, che in alcuni casi danno luogo a quartieri veri e propri e che mantengono la destinazione d'uso quasi esclusiva residenziale.

2. Agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto delle Propaggini 2 (PR2) il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 3 (t3), salvo i casi specifici individuati con apposita sigla sulle Tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto delle Propaggini 2 (PR2), salvo i casi delle specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Residenziale (a), Direzionale e di servizio limitatamente alle sotto-articolazioni e1, e2, e3 ed e6.

4. In caso di mutamento di destinazione d'uso e/o di frazionamento il reperimento dei parcheggi mancanti non può comportare la riduzione dei giardini di pertinenza.

Art. 70 Tessuto delle Propaggini 3 (PR3)

1. Sono insediamenti per lo più di impianto recente, comunque ad assetto consolidato, con prevalenza di tipologie a blocco e in linea; la destinazione prevalente del tessuto è quella residenziale.

2. Agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti tessuto delle Propaggini 3 (PR3) il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 5 (t5), salvo casi specifici individuati con apposita sigla sulle Tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto delle Propaggini 3 (PR3), salvo i casi delle specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Residenziale(a), Direzionale e di servizio limitatamente alle sotto-articolazioni e1, e2 ed e3.

Art. 71 Verde e spazi non edificati delle Propaggini (PR4)

1. Sono le parti non edificate ricadenti all'interno del territorio urbanizzato contigue ai tessuti veri e propri delle propaggini e che costituiscono un significativo fattore di qualità ambientale del sistema insediativo. In genere adibite a usi privati, talora complementari ad attività insediate contigue, o ad usi agricoli di carattere residuale, sono da considerare funzionali alla qualità ecologica degli insediamenti, da conservare anche per la biodiversità e per i servizi ecosistemici che assicurano.

2. In tali aree non è ammessa la realizzazione di nuovi edifici e manufatti né la realizzazione di nuove superfici impermeabilizzate, salvo quanto eventualmente indispensabile alla fruizione pedonale.

3. All'interno delle aree individuate dal P.O. come Verde e spazi non edificati delle Propaggini (PR4) sono ammesse le seguenti utilizzazioni: verde privato (sistemazioni a verde, parchi e giardini), attività ricreative all'aperto, spazi a parcheggio non pavimentati.

4. Il Piano Operativo orienta l'assetto delle aree appartenenti a Verde e spazi non edificati delle Propaggini (PR4) verso assetti morfologici coerenti e riconoscibili, che ne rafforzino il ruolo di complementarità funzionale e paesaggistica agli insediamenti urbani e la capacità di offrire servizi ecologici e qualità estetica alla città. Per gli interventi su tali spazi verdi si devono pertanto adottare i seguenti criteri:

  • limitare l'abbattimento delle alberature in filare, orientando le azioni verso il recupero delle piante meglio conformate e paesaggisticamente rilevanti; sono fatti salvi gli interventi a garanzia della pubblica incolumità, riferiti a problemi di stabilità delle piante o di ordine fitosanitario;
  • incentivare il recupero dei i paesaggi agrari storici e l'adozione di buone pratiche agricole o selvicolturali nelle aree seminaturali o ricolonizzate da specie arboreo arbustive spontanee;
  • incentivare la valorizzazione degli elementi tipici del paesaggio agrario tradizionale, quali:
    • sistemazioni idraulico agrarie,
    • sistemazioni terrazzate con muretti a secco o ciglioni,
    • colture promiscue e oliveti,
    • filari alberati, siepi miste di valore paesaggistico o naturalistico e vegetazione a corredo dei canali di scolo delle acque.

Capo III Sottosistema funzionale dell'Urbanizzato Compatto

Art. 72 Discipline generali dell'Urbanizzato Compatto (UC)

1. Il sottosistema dell'Urbanizzato Compatto (UC) comprende quella che nel caso di Siena può essere definita la città contemporanea o la "città esterna", ovvero i tessuti urbanistici che si sono costituiti, nel dopoguerra, intorno alla città storica e consolidata, nonché le principali parti che, a partire dagli anni '50, hanno registrato uno sviluppo incrementale delle aree urbanizzate e della popolazione. In massima parte rappresentano le zone residenziali dove, in relazione alla cospicua presenza di abitanti, sono presenti attività commerciali e servizi con prevalenti caratteristiche di quartiere.

2. Nel sottosistema dell'Urbanizzato Compatto (UC) la formazione di nuove unità immobiliari è ammessa a condizione che attraverso l'intervento non si dia luogo ad alloggi risultanti di una superficie edificata (SE) media inferiore a 50 mq. Sono comunque fatte salve le possibilità di mutamento di destinazione d'uso di unità immobiliari esistenti alla data di adozione del P.O. di dimensione inferiore.

3. Nel sottosistema funzionale dell'Urbanizzato Compatto (UC) sono sempre consentiti, compatibilmente alle caratteristiche tipologiche e strutturali dell'edificio, le destinazioni d'uso per spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico, come definite al precedente art. 15.

4. Per le funzioni ammesse nel sottosistema, in caso di mutamento della destinazione d'uso e/o di frazionamento degli edifici esistenti, la dotazione minima dei parcheggi privati, di cui all'art. 18, può essere monetizzata, mentre i parcheggi di relazione per le attività commerciali, di cui all'art. 19, devono essere sempre reperiti.

Art. 73 Tessuto dell'Urbanizzato Compatto 1 (UC1)

1. Sono ambiti connotati da molteplici funzioni, con significativa presenza di attività commerciali e di servizio, tali da assicurare una certa attrattività; spesso è dovuto dalla posizione lungo strade percorse da flussi di traffico principali, dove si riconoscono anche insediamenti di impianto storico caratterizzati dalla stretta relazione con la strada stessa; in altri casi si tratta di contesti puntuali dove si concentrano più funzioni, sempre con un carattere di centralità.

2. I tipi di disciplina di intervento attribuiti dal P.O. agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto dell'Urbanizzato Compatto 1 (UC1) sono individuati con apposita sigla sulle Tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto dell'Urbanizzato Compatto 1 (UC1), salvo i casi delle specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Residenziale (a), Artigianale di servizio (b3), Commerciale al dettaglio di vicinato (c1), Direzionale e di servizio limitatamente alle sotto-articolazioni e1, e2, e3 ed e6.

Art. 74 Tessuto dell'Urbanizzato Compatto 2 (UC2)

1. Sono ambiti a destinazione quasi esclusivamente residenziale con tipologie tendenzialmente a bassa densità - ville e villini o schiere - anche se non sempre si riscontra un basso rapporto di copertura tra edificato e lotto di pertinenza, e che comprendono anche piccoli complessi o edifici ex rurali o piccole porzioni di matrice storica.

2. I tipi di disciplina di intervento attribuiti dal P.O. agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto dell'Urbanizzato Compatto 2 (UC2) sono individuati con apposita sigla sulle Tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto dell'Urbanizzato Compatto 2 (UC2), salvo i casi delle specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Residenziale (a), Direzionale e di servizio limitatamente alle sotto-articolazioni e1, e2, e3 ed e6.

Art. 75 Tessuto dell'Urbanizzato Compatto 3 (UC3)

1. Sono ambiti a destinazione quasi esclusivamente residenziale - con eccezione dei piani terra in alcuni casi - con tipologie a media/alta densità - case a blocco o in linea - che, insieme al tessuto UC2, costituiscono gran parte dei quartieri recenti di Siena.

2. Agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto dell'Urbanizzato Compatto 3 (UC3) il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 5 (t5), salvo casi specifici individuati con apposita sigla sulle Tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto dell'Urbanizzato Compatto 3 (UC3), salvo i casi delle specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Residenziale (a), Artigianale di servizio (b3), Commerciale al dettaglio di vicinato (c1), Direzionale e di servizio limitatamente alle sotto-articolazioni e1, e2, e3 ed e6.

Art. 76 Tessuto dell'Urbanizzato Compatto 4 (UC4)

1. Si tratta di una parte di città con edifici e complessi a destinazione quasi esclusivamente residenziale esito di piani urbanistici attuativi o comunque di progetti unitari, che hanno dato luogo a quartieri con un impianto urbanistico da mantenere, evitando modifiche incongrue che possano compromettere l'immagine e la precipua identità dei luoghi.

2. Agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto dell'Urbanizzato Compatto 4 (UC4) il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 4 (t4), salvo i casi specifici individuati con apposita sigla sulle Tavole di P.O.

4. All'interno del tessuto dell'Urbanizzato Compatto 4 (UC4), salvo i casi delle specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Residenziale (a), Artigianale di servizio (b3), Commerciale al dettaglio di vicinato (c1), Direzionale e di servizio limitatamente alle sotto-articolazioni e1, e2, e3 ed e6.

5. Nelle parti che il P.O. definisce come tessuto dell'Urbanizzato Compatto 4 (UC4) gli interventi hanno l'obiettivo di assicurare la salvaguardia dell'unitarietà dei complessi edilizi. Per questo gli interventi ammissibili sono limitati alle sole modifiche interne degli edifici, anche con aumento delle unità immobiliari con frazionamenti o accorpamenti, ma con il divieto di modifica dei principi compositivi (quali la modifica dei prospetti e delle aperture, degli accessi, dei balconi) e decorativi. È vietata altresì la modifica delle coperture e la realizzazione di terrazze a tasca sulle falde prospicienti gli spazi pubblici. Gli eventuali interventi volti a cambiare i suddetti elementi dovranno avvenire attraverso un progetto di inquadramento che comprenda tutto l'edificio di riferimento, rispettando comunque l'unitarietà dei complessi edilizi e la sagoma esistente.

Capo IV Sottosistema funzionale delle Aree Miste

Art. 77 Discipline generali delle Aree Miste (AM)

1. Il sottosistema funzionale delle Aree Miste comprende tessuti caratterizzati da un edificato prevalentemente con tipologia a capannone per attività commerciali, artigianali o industriali. La loro distribuzione nel territorio, in aree di fondovalle, segna lo sviluppo che la città ha avuto nel tempo, evidenziando le fasi del progressivo trasferimento delle piccole attività produttive e commerciali presenti nel centro storico verso siti più adatti alle moderne esigenze di gestione.

2. Nel sottosistema delle Aree Miste (AM), l'intervento di frazionamento di unità immobiliari residenziali esistenti e degli edifici per cui il P.O. prevede la categoria funzionale residenziale a) è sempre ammesso.

3. Per le funzioni ammesse nel sottosistema, in caso di mutamento della destinazione d'uso e/o di frazionamento degli edifici esistenti, la dotazione minima dei parcheggi privati, di cui all'art. 18, può essere monetizzata, mentre i parcheggi di relazione per le attività commerciali, di cui all'art. 19, devono essere sempre reperiti.

4. Nel sottosistema delle Aree Miste (AM) non è consentito l'accorpamento di strutture di vendita che dia luogo a superfici di vendita superiori a 1.500 mq.

Art. 78 Le Aree Miste 1 (AM1)

1. Sono gli ambiti dove sono presenti principalmente attività terziarie, sia commerciali che direzionali e attrezzature di interesse collettivo, ma anche quote di residenza; questo insieme di funzioni connota queste aree, poste in prossimità del centro, come poli urbani, grandi attrattori di flussi di traffico e di persone. Il tessuto delle Aree Miste 1 (AM1) presenta tuttavia caratteristiche frammentarie, derivanti da interventi molto recenti e non sempre coordinati, spesso di ristrutturazione urbanistica.

2. I tipi di disciplina di intervento attribuiti dal P.O. agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto delle Aree Miste 1 (AM1) sono individuati con apposita sigla sulle Tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto delle Aree Miste 1 (AM1), salvo i casi per i quali si prescrivono le specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Artigianale di servizio (b3), Commerciale al dettaglio (c1), Direzionale e di servizio ad eccezione della sottocategoria e4.

Art. 79 Le Aree Miste 2 (AM2)

1. Sono gli ambiti dove la mescolanza comprende principalmente attività terziarie (sia direzionali che commerciali) che artigianali, anche con tipologie edilizie a capannone, e in cui all'attrazione di grandi flussi di traffico e di persone non sempre corrisponde una adeguata dotazione in termini di accessibilità e di parcheggi.

2. Agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto delle Aree Miste 2 (AM2) il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 4 (t4), salvo casi specifici individuati con apposita sigla sulle Tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto delle Aree Miste 2 (AM2), salvo i casi per i quali si prescrivono le specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Industriale e artigianale (b1), Artigianale di servizio (b3), Commerciale al dettaglio (c1), Direzionale e di servizio ad eccezione della sottocategoria e4.

4. Per la zona commerciale di Massetana Romana, al fine di una maggiore qualificazione e di accrescerne l'attrattività, potrà essere attivato un progetto di riorganizzazione centrato sula sistemazione degli spazi per la viabilità interna, delle aree di sosta e dei percorsi: ciò consentirà un'organizzazione complessiva più razionale e leggibile per gli utenti delle attività presenti, ottimizzando l'utilizzo degli spazi collettivi, compresi i parcheggi di relazione e favorendo e facilitando la fruizione dell'area e la permeabilità pedonale tra gli edifici.

Gli interventi dovranno essere messi a punto attraverso un processo partecipato, coordinato dall'Amministrazione Comunale, e potrà essere attuato per stralci funzionali sulla base di uno progetto-guida complessivo, anche su iniziativa di promotori privati riuniti in consorzio. In tale caso, se funzionali alla riqualificazione, per gli edifici esistenti potranno essere ammessi gli interventi previsti dalla disciplina di tipo 5 (t5).

In via preliminare si individuano i seguenti criteri e indirizzi per il progetto (rappresentati sinteticamente nello schema riportato a seguire):

  • realizzazione all'interno dei lotti della zona commerciale di una sorta di controstrada per consentire il collegamento di tutti i complessi e gli spostamenti tra le diverse attività senza impegnare Strada Massetana Romana; il percorso carrabile interno potrà, in particolare, essere organizzato a senso unico in modo che i veicoli fuoriuscenti impegnino la viabilità principale soltanto a partire dalla prima rotatoria "a monte" del piazzale utilizzato: ad esempio potrà essere individuato un percorso in direzione sud-est/nord-ovest a fianco del torrente Tressa nella parte sud e nella fascia tra gli edifici e la Tangenziale nella parte nord;
  • mantenimento e valorizzazione e, laddove possibile, potenziamento delle alberature lungo il torrente Tressa, anche ai fini della riduzione degli effetti delle grandi superfici pavimentate;
  • riqualificazione della viabilità principale pubblica - nell'ambito di un programma di interventi riferiti all'intero asse da Cerchiaia a Colonna San Marco - caratterizzata dal ridisegno complessivo della piattaforma stradale, ottenuto compartimentando i punti di ingresso e uscita dai piazzali, con svolte parzializzate in mano destra, anche attraverso l'introduzione, in mezzeria, di una banda insormontabile o semi-sormontabile, dalla realizzazione di fermate degli autobus attrezzate e di una pista ciclopedonale separata dalla sede stradale.
Schema di riferimento per la riorganizzazione della circolazione e degli spazi aperti

Schema di riferimento per la riorganizzazione della circolazione e degli spazi aperti:
1 - "controstrada" (tratti a doppio senso) e 2 - "controstrada" (tratti a senso unico)
3 - altri tratti viari interni di connessione tra "controstrada" e Strada Massetana Romana
4 - percorso ciclabile e pedonale
5 - percorso pedonale
6 - fermate degli autobus attrezzate
7 - fasce verdi alberate di filtro e ambientazione e lungo il torrente Tressa
8 - riqualificazione delle aree di sosta

Art. 80 Le Aree Miste 3 (AM3)

1. Sono gli ambiti più propriamente produttivi, esito di interventi pianificati e pertanto complessivamente omogenei, almeno per quanto riguarda le modalità insediative.

2. Agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto delle Aree Miste 3 (AM3) il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 6 (t6), salvo casi specifici individuati con apposita sigla sulle Tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto delle Aree Miste 3 (AM3), salvo i casi per i quali si prescrivono le specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del presente P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Industriale e artigianale (b1), Artigianale di servizio (b3), Commerciale al dettaglio in esercizi di vicinato (c1), Direzionale e di servizio ad eccezione della sottocategoria e4, Commerciale all'ingrosso e depositi (f1 e f2).

Capo V Sottosistema funzionale dei Filamenti Urbani

Art. 81 Discipline generali dei Filamenti Urbani (FU)

1. Il sottosistema funzionale dei Filamenti Urbani (FU) rappresenta l'edificato che nel tempo si è attestato lungo i percorsi viari di antico impianto, con prevalente funzione residenziale. I filamenti urbani accompagnano il raggiungimento della città o l'uscita dalla stessa fino a giungere al territorio aperto.

5. Nel sottosistema dei Filamenti Urbani (FU) la formazione di nuove unità immobiliari è ammessa a condizione che attraverso l'intervento non si dia luogo ad alloggi risultanti di una superficie edificata (SE) media inferiore a 50 mq. Sono comunque fatte salve le possibilità di mutamento di destinazione d'uso di unità immobiliari esistenti alla data di adozione del P.O. di dimensione inferiore.

2. Per le funzioni ammesse nel sottosistema, in caso di mutamento della destinazione d'uso e/o di frazionamento degli edifici esistenti, la dotazione minima dei parcheggi privati, di cui all'art. 18, può essere monetizzata, mentre i parcheggi di relazione per le attività commerciali, di cui all'art. 19, devono essere sempre reperiti.

Art. 82 Filamenti Urbani 1 (FU1)

1. Sono le parti dove l'insediamento di matrice storica è tuttora riconoscibile e mantiene la sua rilevanza anche per la conservazione di manufatti di valore architettonico; grazie al rapporto diretto con la viabilità che li caratterizza ed alla tipologia edilizia, sono presenti anche funzioni diverse dalla residenza.

2. Agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto dei Filamenti Urbani 1 (FU1) il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 3 (t3), salvo casi specifici individuati con apposita sigla dalle Tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto dei Filamenti Urbani 1 (FU1), salvo i casi per i quali si prescrivono le specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Residenziale (a), Artigianale di servizio (b3), Commerciale al dettaglio (c1), Direzionale e di servizio limitatamente alle sotto-articolazioni e1, e2 ed e3.

Art. 83 Filamenti Urbani 2 (FU2)

1. Sono tratti dove l'insediamento di matrice storica è riconoscibile anche con episodi di valore architettonico, ma la tipologia prevalente è quella a villa e villino, cioè della casa isolata su lotto, quindi la destinazione è quasi esclusivamente residenziale.

2. Agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto dei Filamenti Urbani 2 (FU2) il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 5 (t5), salvo casi specifici individuati con apposita sigla sulle tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto dei Filamenti Urbani 2 (FU2), salvo i casi per i quali si prescrivono le specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso:

Residenziale (a), Direzionale e di servizio limitatamente alle sotto-articolazioni e1, e2 ed e3.

Art. 84 Filamenti Urbani 3 (FU3)

1. Sono gli inserti più recenti che hanno saturato gli spazi rimasti inedificati lungo il tracciato ordinatore oppure che hanno occupato la fascia retrostante alla prima cortina; sono ambiti prettamente residenziali.

2. Agli edifici ed ai relativi spazi aperti appartenenti al tessuto dei Filamenti Urbani 3 (FU3) il P.O. attribuisce, in prevalenza, la disciplina di intervento di tipo 5 (t5), salvo casi specifici individuati con apposita sigla sulle Tavole di P.O.

3. All'interno del tessuto dei Filamenti Urbani 3 (FU3), salvo i casi per i quali si prescrivono le specifiche destinazioni d'uso eventualmente attribuite dalle Tavole di progetto del P.O., sono consentite le seguenti destinazioni d'uso

Residenziale (a), Direzionale e di servizio limitatamente alle sotto-articolazioni e1, e2 ed e3.

4. Nella progettazione e definizione degli assetti del verde gli interventi devono ispirarsi ai caratteri di ruralità preesistenti, privilegiando specie rustiche tipiche del contesto rurale e alberature con funzione di filtro e ambientazione paesaggistica anche prevedendo l'eliminazione di specie arboree e arbustive decontestualizzate.

Ultima modifica 24/01/2024 - 14:45