Disciplina del Piano Strutturale


Art. 67 Dimensionamento del Piano

1. Il dimensionamento del piano è stato determinato con riferimento principale al residuo disponibile dal RU, considerato al momento dell’ottava variante, confrontato con valutazioni di tipo socio economico, ambientale e paesaggistico ed è redatto sulla base delle destinazioni d’uso comprese nelle categorie di cui all’art. 7 del Dpgr 3/R/2007. La “superficie utile” residua da RU viene considerata come “superficie utile lorda” nel dimensionamento di PS. La “superficie coperta artigianale industriale” residua da RU viene raddoppiata per essere tradotta in “superficie utile lorda” nel dimensionamento di PS, atteso che lo stesso RU stabilisce la possibilità, ferma restando la superficie coperta, di realizzare due piani.

2. Le dimensioni massime sostenibili dal Piano Strutturale sono definite con riferimento al Sistema del Territorio Urbanizzato, articolato in UTOE, ed al Sistema del Territorio Rurale, articolato in Sub-sistemi, nel rispetto dei criteri e delle disposizioni dell’art. 92 comma 4 lettera c della L.R. 65/14, nonché dell’art. 5 del Dpgr 32/R/2017.

3. Il Piano Operativo, nella definizione del proprio quadro previsionale strategico, dovrà indicare i dimensionamenti prelevati dal Piano Strutturale ed il saldo residuo. Le quantità contenute nel Piano Operativo che perdono efficacia ai sensi delle disposizioni dell'art. 95 della L.R. 65/14 rientrano nel dimensionamento da utilizzare nella definizione dei successivi quadri previsionali strategici.

4. Il dimensionamento comprende:

  • - all’interno del territorio urbanizzato, le previsioni di trasformazione di nuova edificazione e di trasformazione urbana sul patrimonio edilizio esistente da realizzarsi attraverso piani attuativi e interventi di rigenerazione urbana ai sensi art. 125 L.R. 65/14;
  • - all’esterno del territorio urbanizzato, le previsioni introdotte attraverso la conferenza di copianificazione di cui all’art. 25 L.R. 65/14, da computare separatamente rispetto alle dimensioni massime sostenibili di PS di cui all’art. 92 comma 4 lettera c della L.R. 65/14.

5. Non sono previste dal piano e non sono, quindi, dimensionate le grandi strutture di vendita, anche sotto forma di strutture aggregate.

6. Le strutture extra-alberghiere con le caratteristiche della civile abitazione sono comprese nel dimensionamento “residenziale”.

7. Nell’ambito delle UTOE a carattere prevalentemente residenziale (Poggibonsi, Bellavista e Staggia) non sono previste aree di nuovo impianto e le quantità del dimensionamento riguardano esclusivamente interventi di ristrutturazione urbanistica, lotti di completamento nel tessuto edilizio consolidato e cambi di destinazione, per i casi ricadenti nelle fattispecie di cui al precedente comma 4. Tali interventi sono finalizzati ad attivare processi di rigenerazione urbana, anche mediante accrescimento della dotazione media pro capite di standard urbanistici calcolati sul complesso della popolazione.

8. Nell’ambito delle UTOE sono consentiti trasferimenti di superficie per un massimo del 10% da ciascuna categoria tra le destinazioni d’uso non residenziali.

9. La strategia del PS, confermando la costellazione di borghi rurali ( aggregati e beni storico architettonici con relative aree di pertinenza) nella sua attuale configurazione quale perno del sistema insediativo del territorio rurale, non contempla in tale ambito la realizzazione di ulteriori insediamenti che per forma, dimensione, dotazione di nuove urbanizzazioni, possano configurarsi come nuclei o aggregati residenziali alla stregua di quelli già esistenti ed elencati nella normativa di PS. Gli atti di governo del territorio non potranno pertanto prevedere una tale modalità insediativa, nemmeno mediante la riutilizzazione di quantità volumetriche derivanti dalla demolizione di edifici esistenti, così come, in linea generale, si dovrà evitare, in conformità al vigente PTC, che il recupero di manufatti, con relativi cambi d’uso e frazionamenti, dia luogo alla realizzazione di “condomini urbani” nel territorio rurale. Per “condomini urbani” debbono intendersi edifici con le unità abitative disposte in serie sulla base di quegli schemi compositivi propri delle tipologie edilizie “a schiera” o “in linea” che caratterizzano il contesto urbano.

10. Il RU vigente prevedeva una serie di “Zone di Sostituzione D5” finalizzate alla demolizione di edifici ritenuti incongrui con recupero parziale del volume preesistente per la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali. Per il recupero di tali edifici, quando collocati, secondo il PS, nel territorio rurale, il PO potrà anche prevedere la demolizione degli stessi e la individuazione entro i centri abitati di aree nelle quali consentire la edificazione di una SUL corrispondente ad una percentuale della SUL demolita.
In ogni modo, l’inserimento nel PO dell’intervento di demolizione e ricostruzione come sopra descritto dovrà avvenire nel rispetto del dimensionamento di Piano Strutturale relativamente all’UTOE nel cui ambito viene eseguita la ricostruzione.

11. Le attività agrituristiche risultano pienamente connesse alla funzione agricola e, di conseguenza, quando un edificio rurale che ne abbia le caratteristiche ai sensi della L.R.30/2003 viene destinato ad attività agrituristica non si produce nessun mutamento di destinazione d’uso. Inoltre, secondo quanto stabilito dall’art 18 della L.R. 30/2003, non è consentita la realizzazione di nuovi edifici per attività agrituristiche. In ragione di quanto sopra, il dimensionamento dei posti letto in strutture agrituristiche, pur presente nella tabella relativa al territorio rurale, non può che avere un carattere puramente indicativo.

12. Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente non riconducibili alle casistiche di cui al precedente comma 4, non avendo carattere strutturale sotto il profilo urbanistico, non sono compresi nel dimensionamento,

13. La stima degli abitanti insediabili si basa sull'indice residenziale di 40 mq. di SUL per ogni abitante. Tale indice è definito in base al rapporto tra la superficie totale degli alloggi occupati e le persone residenti. Gli abitanti ulteriormente insediabili sono definiti con riferimento agli alloggi esistenti ma non occupati ed al dimensionamento residenziale di nuova previsione. In base all’indagine eseguita, gli “alloggi non occupati” debbono considerarsi, in maniera più precisa, “non occupati da persone residenti nel Comune di Poggibonsi” in quanto trattasi, spesso, di alloggi occupati in buona parte da lavoratori fuori sede o utilizzati come seconde case. Si tratta, pertanto, di alloggi che non sono effettivamente disponibili per essere occupati da nuovi residenti ma che, in via teorica, debbono considerarsi come se lo fossero, con particolare riferimento al calcolo degli standard urbanistici da riferirsi ai cosiddetti “abitanti insediabili”.

14. Il dimensionamento della funzione turistico ricettiva è espresso sia in posti letto che in SUL. In tal senso è stabilito il seguente parametro di equivalenza: 1 posto letto = 30 mq di SUL (comprensiva delle superfici destinate a servizi e spazi comuni).

Art. 68 STANDARD URBANISTICI

1. Gli standard urbanistici rappresentano l'unità di misura (mq/ab) della dotazione minima di aree pubbliche per servizi ed attrezzature che ogni strumento urbanistico deve prevedere. Nel DM 1444/68 tale dotazione viene espressa in modo sia globale (18mq/ab.) che disaggregato per tipologia di dotazione (istruzione; attrezzature di interesse comune; spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport; parcheggi). Lo stesso DM prevede poi, classificandole come Zone F, prevede aree da destinare all'istruzione superiore, alle attrezzature sanitarie ed ospedaliere, ai parchi pubblici urbani e territoriali.

2. Il dimensionamento delle aree a standard è definito per il complessivo territorio comunale, le previsioni di PO dovranno tuttavia garantire il rispetto degli standard di cui al DM 1444/68 nelle singole UTOE. Più precisamente dovranno essere rispettati gli standard di cui all’art.3 del DM 1444/68 nelle UTOE di Poggibonsi, Bellavista e Staggia. Dovranno, invece, essere rispettati gli standard di cui all’art.5 del DM 1444/68 nella UTOE di Foci-Lame. Nelle UTOE di Drove e Pian di Peschi, fortemente gravate da un deficit di spazi ed attrezzature pubbliche ed ormai sature, eventuali interventi finalizzati al cambio di destinazione urbanisticamente rilevante o riconducibili alle categorie della ristrutturazione urbanistica o della edificazione di lotti liberi nel tessuto consolidato, potranno essere previsti esclusivamente mediante pianificazione attuativa o progetto unitario convenzionato che garantisca una significativa dotazione di aree di standard a servizio dell’insediamento nel suo complesso. Il PO potrà anche prevedere, se compatibili con le leggi vigenti, forme di monetizzazione delle aree di standard per le zone in cui sia impossibile l’effettivo reperimento delle stesse.

3. Il PO e la successiva pianificazione attuativa dovranno prevedere, per tutti gli interventi di ristrutturazione urbanistica o di nuovo impianto, la realizzazione di una quantità di aree pubbliche che, oltre a soddisfare le esigenze derivanti dagli interventi stessi al livello quantitativo degli standard esistenti, determinino un incremento di qualità nella configurazione dello spazio collettivo della città.

4. Come risulta dagli elaborati dei vigenti strumenti urbanistici, il Comune di Poggibonsi è attualmente dotato di una quantità sufficiente di aree destinate a standard urbanistici. Il teorico aumento di popolazione che consegue, secondo il PS, alle previsioni di rigenerazione urbana ed alla stima degli abitanti insediabili in alloggi non occupati, comporta un proporzionale aumento delle aree per standard urbanistici.

5. Gli standard urbanistici rivestono un valore fondamentale nel disegno della struttura e della composizione dell'organismo urbano. Allo scopo di far assumere all'insieme degli spazi pubblici e collettivi la struttura di un sistema, sono individuate negli elaborati grafici del PS le zone di reperimento degli standard urbanistici. Si tratta di un insieme eterogeneo che comprende aree assolutamente inedificabili e aree destinate alle più importanti trasformazioni come le "aree miste". L'inclusione nelle cosiddette zone di reperimento non significa pertanto che certe aree debbano essere necessariamente e/o completamente destinate a standard urbanistici, ma che gli standard urbanistici dovranno essere preferibilmente reperiti al loro interno. Le zone di reperimento delle aree di standard comprendono:

  • - le aree già destinate a standard nel RU vigente;
  • - le aree comprese entro la cintura verde dei servizi e dei monumenti;
  • - le aree miste urbane;
  • - una delle aree miste di margine
  • - alcune aree in adiacenza ad aree di standard esistenti;
  • - alcune aree lungo il margine del territorio urbanizzato.

Art. 69 Quadro previsionale strategico e avviso pubblico

1. Le quantità previste nel dimensionamento del PS sono oggetto di interventi da realizzarsi progressivamente nel tempo mediante inserimento nel PO nella misura prevista nel pertinente quadro previsionale strategico.

2. Il quadro previsionale strategico è lo strumento con il quale l’amministrazione comunale stabilisce il dimensionamento degli interventi di trasformazione da prevedere nel PO per il quinquennio di riferimento. Esso è definito in base a considerazioni di tipo socio economico ed a valutazioni sulle necessità della popolazione. Le verifiche sulla sostenibilità degli interventi sono eseguite in considerazione dello stato delle opere di urbanizzazione e della previsione del loro adeguamento e ampliamento nei programmi dell’amministrazione comunale e dei gestori dei servizi. Per il quadro previsionale strategico valgono le disposizioni di cui all’art. 5 8 del Dpgr.

3. Il quadro previsionale strategico potrà essere definito, nei contenuti e nel dimensionamento, anche mediante avviso pubblico con cui si invitano tutti i soggetti che possano averne interesse a presentare proposte o progetti finalizzati all’attuazione degli obiettivi ed indirizzi strategici del Piano Strutturale. Il comune dovrà definire gli ambiti entro cui tali proposte possano essere presentate tenendo conto anche dello stato delle opere di urbanizzazione, dei propri i programmi e di quelli dei soggetti gestori dei servizi. Per le modalità dell’eventuale avviso pubblico valgono i criteri stabiliti dal Dpgr 32/R/2017.

4. Le quantità stabilite con il quadro previsionale strategico dovranno riferirsi ad interventi da eseguire con criteri di sostenibilità ambientale (contenimento dei consumi energetici, risparmio idrico…) migliorativi rispetto ai requisiti minimi di legge. Il PO dovrà stabilire anche le quantità realizzabili quando i progetti non prevedano l’adozione di tali criteri.

Art. 70 Prescrizioni ambientali per il territorio comunale

Le prescrizioni ambientali rappresentano le condizioni alla trasformabilità che devono essere messe in atto o le misure necessarie per impedire, ridurre e compensare gli eventuali impatti significativi sull'ambiente a seguito dell'attuazione del Piano. Tali prescrizioni emergono dagli impatti delle trasformazioni sull'ambiente, in particolare dalla sovrapposizione tra i punti di fragilità che emergono dallo Stato dell'Ambiente e le trasformazioni previste dal PS . Le prescrizion i riportate di seguito sono riferite a tutto il territorio comunale.

1. RISORSA ACQUA:

L'approvazione di qualsiasi progetto che preveda incremento di abitanti residenti e/o di presenza turistica deve essere condizionata all'effettiva disponibilità di risorsa idrica ed alla effettiva capacità di trattamento e depurazione delle acque di scarico originate da tali insediamenti.

L'aumento del carico urbanistico nel territorio comunale è condizionato dalla disponibilità della risorsa idrica all'interno dell'area di riferimento (ATO).

Il PO dovrà prevedere l'ammodernamento della rete idrica con sostituzione delle tubazioni obsolete, al fine di limitare le percentuali di perdite dalle condutture. L'acqua così risparmiata potrà essere utilizzata per la previsione di nuovi insediamenti.
È necessario mettere in atto un monitoraggio dei consumi e delle perdite.
Il Piano Operativo dovrà subordinare qualsiasi intervento al potenziamento delle infrastrutture e servizi idrici necessari a soddisfare la domanda in materia di approvvigionamento idrico e smaltimento, in un'ottica di uso sostenibile della risorsa idrica.

In fase di predisposizione di PO ed articolazione del dimensionamento, saranno valutate le varie alternative al fine di risolvere nel modo più adeguato e sostenibile dal punto di vista ambientale le problematiche che emergono dal Rapporto Ambientale, in accordo con gli ENTI gestori.

Il PO dovrà prevedere l'utilizzo di materiali e tecniche costruttive rivolti al risparmio idrico.
Al fine della riduzione dei consumi, PO dovrà prevedere misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche, attraverso:

  • la realizzazione di reti idriche duali fra uso potabile e altri usi;
  • la realizzazione di depositi per la raccolta ed il riutilizzo delle acque meteoriche;

Il PO dovrà prevedere sistemi a basso consumo di acqua per l'irrigazione dei giardini e delle aree verdi, per le quali non potrà, comunque, essere usata la risorsa idropotabile.
Il PO dovrà prevedere reti duali interne (acqua potabile e risorsa alternativa) disconnesse, affinché possibili cali di pressioni nella rete pubblica di distribuzione e il non funzionamento delle valvole di non ritorno non possano causare l'ingresso di acqua non potabile nella rete cittadina.

2. RIFIUTI:

Per ogni nuova trasformazione, dovrà essere predisposta nell'area una campagna di sensibilizzazione verso la raccolta differenziata.
Dovranno essere installate isole ecologiche dimensionate in base al carico urbanistico esistente e di previsione; laddove non sia possibile l'installazione di nuove, è comunque obbligatorio l'utilizzo di campane e cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti.
Dovranno essere previste aree da destinare a piccole stazioni ecologicamente attrezzate per la gestione e raccolta dei rifiuti oltre che a spazi appositi per l'alloggiamento dei cassonetti per la raccolta differenziata.
L'ubicazione delle isole ecologiche e/o delle campane e cassonetti per la raccolta differenziata, dovrà essere tale da garantire il facile raggiungimento da parte dell'utenza, compatibilmente con le esigenze di transito e manovra dei mezzi adibiti alla raccolta. Laddove non sia possibile l'installazione di nuove, è comunque obbligatorio l'utilizzo di campane e cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti.

3. ENERGIA

Deve essere perseguito il contenimento dei consumi energetici, sia elettrici che da gas metano, sia attraverso una riduzione della crescita dei consumi che attraverso l'impiego di fonti rinnovabili.
Deve essere prevista la possibilità di inserimento compatibile, per i fabbricati e le loro adiacenze/pertinenze, di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili ed il perseguimento di standard di risparmio energetico ed efficienza energetica degli edifici, in linea con le indicazioni e con gli obiettivi del nuovo Piano Energetico Provinciale approvato il 20.12.2012; devono inoltre essere previsti impianti ed apparecchi finalizzati all'accumulo e riuso dell'acqua piovana per le esigenze parziali o totali delle strutture, al fine di assicurare un fattivo contributo della pianificazione urbanistica comunale al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.
Le nuove trasformazioni dovranno tener conto delle disposizioni previste dalla L.R. 39/2005 "Norme in materia di energia" e s.m.i., dal Piano di Indirizzo Energetico regionale (PIER), dalla LR 56/2011 e dal Piano energetico provinciale e da quanto stabilito dal DPR 59/2009, dalle Linee Guida Nazionali sulle Fonti Rinnovabili (DM 10/09/2010) e dal D. Lgs. 28/2011. In particolare:

  1. a) Il PO dovrà privilegiare l'impiego di tecnologie bioclimatiche e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile (solare termico, fotovoltaico..) integrate con le architetture di progetto.
  2. b) Il PO prevederà che siano installati impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria pari almeno al 50 per cento del fabbisogno annuale, fatto salvo documentati impedimenti tecnici (L.R. 39/2005 art. 23), che dovranno risultare integrati con le architetture di progetto.
  3. c) L'installazione di nuovi impianti di illuminazione pubblica dovrà essere conforme alle prescrizioni della L.R. 39/2005, a quanto previsto dall'Allegato III del PIER ed alle "Linee Guida per la progettazione, l'esecuzione e l'adeguamento degli impianti di illuminazione esterna", in particolare, dove tecnicamente possibile, dovranno essere installati impianti per la pubblica illuminazione dotati di celle fotovoltaiche.
  4. d) Gli impianti di illuminazione pubblica o privata devono tener conto delle disposizioni relative alla prevenzione dell'inquinamento luminoso.
  5. e) I nuovi impianti di illuminazione pubblica dovranno essere dotati di sistemi automatici di controllo e riduzione del flusso luminoso.
  6. f) Dovranno essere tutelate tutte quelle aree caratterizzate da bassi flussi luminosi cercando di esaltare il valore culturale ed ambientale del territorio.

4. ARIA

  1. a) Dovranno essere previste campagne di monitoraggio degli inquinanti dispersi in aria al fine di porre limitazioni al traffico veicolare qualora si superassero i limiti di legge.
  2. b) Si prescrive di adottare tutte le misure necessarie per ridurre i flussi di traffico, o comunque mitigarne l'impatto.
  3. c) Dovranno essere incentivate forme di trasporto promiscue quali servizi pubblici e servizi navetta mirati a limitare i flussi di traffico e in conseguenza aumento delle emissioni nocive.
  4. d) Nella progettazione di edifici pubblici si dovrà tenere conto dei flussi di traffico da essi generati in modo da cercare di limitare punte di inquinamento acustico.

5. RADIAZIONI NON IONIZZANTI

  1. a) Devono essere rispettati i limiti per l'esposizione puntuale ai campi elettromagnetici, previsti dalla normativa vigente, in relazione alle distanze di sicurezza dagli elettrodotti e dalle Stazioni Radio Base.
  2. b) Nelle aree soggette a tutela degli interessi storici, artistici, architettonici, archeologici e ambientali, gli elettrodotti devono correre, in cavo sotterraneo, ogni qualvolta possibile, e devono altresì essere previste, in fase di progettazione, particolari misure per evitare danni irreparabili ai valori paesaggistici e ambientali tutelati.
  3. c) La programmazione delle trasformazioni dovrà tenere conto di quanto previsto dal piano redatto dal Comune ai sensi di quanto stabilito dalla LR 49/2011 "Disciplina in materia di impianti di radiocomunicazione".
  4. d) In relazione alla radioattività ambientale da Radon si fa riferimento a quanto stabilito dalla Raccomandazione CE/90/143 e dal rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del 2009 e cioè che i livelli di riferimento di concentrazione di radon da non superare nelle nuove abitazioni sono pari rispettivamente a 400 e a 300 Bequerel/m3.

6. AZIENDE INSALUBRI

  1. a) Si prescrive la non ammissibilità di aziende a rischio d'incidente rilevante.
  2. b) Le attività artigianali-industriali sono ammesse nelle UTOE 2 Foci - Lame, 3 Drove e 5 Piandipeschi.
  3. c) Sono permesse le attività di servizio-artigianali in aree urbane, limitatamente alle attività di servizio alla popolazione (lavanderie, estetiste, parrucchieri piccoli laboratori, attività di riparazione, gelaterie artigianali etc.), per le quali si prescrive, tuttavia, di adottare tutte le misure necessarie a garantire l'insediamento in maniera armoniosa e compatibile con le esigenze di protezione dall'inquinamento all'interno del tessuto urbano.

La disciplina di PO terrà conto delle "Linee guida per l'applicazione della disciplina APEA della Toscana" per la riqualificazione e progettazione delle aree produttive.

7. SUOLO E SOTTOSUOLO

  1. a) In linea con il PS il PO perseguirà il massimo contenimento del consumo di suolo e di aree urbanizzate.
  2. b) Il PO dovrà prevedere che trasformazioni che implicano nuovo impegno di suolo saranno realizzate, dove tecnicamente possibile, in materiali permeabili.
  3. c) I nuovi spazi pubblici o privati destinati a viabilità pedonale o meccanizzata dovranno essere realizzati, dove tecnicamente possibile, con modalità costruttive che permettano l'infiltrazione o la ritenzione anche temporanea delle acque.
  4. d) Devono essere evitati fenomeni di contaminazione delle acque sotterranee e superficiali da parte di scarichi di qualsiasi tipo provenienti sia dai centri abitati che dalle attività produttive.
  5. e) Qualora durante i lavori di escavazione si verificassero scoperte archeologiche fortuite, è fatto obbligo, ai sensi della normativa vigente in materia (art. 90 e ss. D. Lgs. 42/2004), degli art. 822, 823 e, specialmente, 826 del Codice Civile, nonché dell'art. 733 del Codice Penale, di sospendere i lavori e avvertire entro 24 ore l'ufficio della Soprintendenza per i Beni archeologici di Firenze, il Sindaco o l'Autorità di Pubblica Sicurezza competente per il territorio, e provvedere alla conservazione temporanea dei beni rinvenuti.
  6. f) I siti contaminati o potenzialmente contaminati sono assoggettati a procedimenti di bonifica e ripristino ambientale o di interventi di messa in sicurezza permanente secondo quanto previsto dalle norme vigenti (D.Lgs. n.152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale" e successive disposizioni correttive ed integrative; L.R. 18 maggio 1998, n.25 "Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati"; regolamento regionale D.P.G.R. n. 14/R del 2004 "Regolamento regionale di attuazione ai sensi della lettera e), comma 1, dell'articolo 5 della L.R. 18 maggio 1998, n.25 "Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati", Piano Provinciale di bonifica delle aree inquinate della Provincia di Siena, contenente norme tecniche e procedurali per l'esercizio delle funzioni amministrative e di controllo attribuite agli enti locali nelle materie della gestione dei rifiuti e delle bonifiche". I siti di bonifica attivi sono consultabili presso il SISBON (banca dati dei siti interessati da procedimenti di bonifica:
    http://sira.arpat.toscana.it/apex/f?p=SISBON:REPORT:6700017684165077).
    Nella definizione delle previsioni urbanistiche, gli interventi di sostituzione edilizia/ristrutturazione urbanistica in aree in passato occupate da attività potenzialmente contaminanti dovranno essere condizionati all'esecuzione di adeguate investigazioni dello stato di qualità dei suoli volti a definire la necessità dell'attivazione delle procedure di caratterizzazione ed eventuale bonifica individuate dalla normativa nazionale e regionale, in relazione alle destinazioni previste.
    È da mettere in atto un monitoraggio dei siti in fase di bonifica o da bonificare.

8. ECOSISTEMI DELLA FLORA E DELLA FAUNA

  1. a) Dovranno essere adottate idonee misure tese a qualificare ed incrementare la rete ecologica a livello comunale attraverso azioni rivolte al perseguimento di equilibri ecologici più consolidati ed al miglioramento della biodiversità floristica e faunistica.
  2. b) Le azioni di PO dovranno incentivare e migliorare la qualità delle aree a verde pubblico presenti sul territorio comunale.

9. PAESAGGIO

  1. a) Tutti i progetti di trasformazione dovranno essere corredati di appositi elaborati che dimostrino l'inserimento nel contesto paesaggistico sia attraverso cartografie, fotografie e relazioni.
  2. b) Gli interventi di trasformazione previsti all'interno o in prossimità di aree tutelate ai sensi del D. Lgs. 42/2004 dovranno essere valutati più attentamente e dovranno tenere conto delle prescrizioni contenute nelle relative schede di paesaggio del PIT.
  3. c) Il PO nel prevedere trasformazioni nelle aree di relazione tra le UTOE di 1 Poggibonsi e 2 Le Foci-Lame dovrà mettere in atto azioni che abbiano una funzione di ricucitura e riqualificazione paesaggistica, in relazione alle aree tutelate ai sensi del DL 42/2004 art.136, anche in risposta a quanto segnalato nelle schede di vincolo.
  4. d) Le criticità che emergono dalla TAV-20 delle emergenze e criticità paesaggistiche lungo il Carfine in zona sud-est, costituiscono fragilità di carattere urbanistico che devono essere affrontate prima che si trasformino in problematiche, attraverso un progetto di rinaturalizzazione che dia l'avvio alla ricostituzione degli equilibri ecologici propri di un contesto perifluviale e dei relativi valori paesaggistici.

Art. 71 Perequazione

La perequazione urbanistica si applica alle aree interessate da trasformazione urbanistica (ristrutturazione urbanistica, nuova edificazione) promuovendo, fra le proprietà dei beni immobili coinvolti, forme di equa distribuzione dei benefici e degli oneri derivanti dagli interventi di trasformazione degli assetti insediativi. In misura proporzionale alle proprietà delle aree oggetto di trasformazione sono ripartiti gli oneri economici per realizzare le opere di urbanizzazione e gli interventi di interesse pubblico, le quote di residenza sociale, gli oneri per eventuali ulteriori benefici pubblici prescritti dal Piano Operativo. Di norma negli interventi di trasformazione soggetti a piano attuativo, dovrà essere ceduta una parte della superficie territoriale da destinare al reperimento degli standard e alle necessarie dotazioni infrastrutturali. È demandata al Piano Operativo la facoltà di specificare possibili modalità alternative di contribuzione alle dotazioni territoriali da parte dei soggetti attuatori. In particolare la contribuzione sottoforma di suoli potrà essere integrata o sostituita dalla realizzazione di opere e attrezzature pubbliche, oppure di servizi di manutenzione urbana e, in subordine, tramite monetizzazione, con le modalità da stabilire con apposito provvedimento.

Art. 72 Strategie per il territorio rurale

1. Le specifiche strategie per i singoli sub sistemi del territorio rurale sono definite al presente titolo. Si precisa tuttavia, come criterio valido per tutto il territorio rurale, che la realizzazione di nuove unità volumetriche è consentita esclusivamente per l’agricoltura e le attività connesse. Le superfici edificate necessarie all’agricoltura ed attività connesse dovranno essere reperite in via prioritaria mediante riutilizzo di edifici esistenti. Qualora sia riscontrata la assoluta impossibilità di riutilizzare volumi esistenti, il PO disciplinerà le condizioni e le modalità per la realizzazione di nuovi edifici ad uso agricolo, nel rispetto delle disposizioni di cui al Titolo IV Capo III della L.R. 65/14.

2. Le eventuali nuove edificazioni di annessi agricoli dovranno limitarsi a quelle strettamente necessarie per la conduzione dei fondi agricoli, avendo cura che le stesse non interferiscano negativamente con gli elementi di maggior caratterizzazione paesaggistica. Le scelte progettuali dovranno pertanto orientarsi verso la realizzazione di volumi collocati il più possibile in posizione interrata ogni qualvolta lo consentano i dislivelli presenti nel terreno. In caso di terreni pianeggianti o di annessi di ridotte dimensioni da realizzarsi interamente in legno, i manufatti dovranno essere resi compatibili mediante adeguate sistemazioni paesaggistiche. Qualora non se ne dimostri la assoluta impossibilità a causa della configurazione aziendale, dovrà essere evitata la edificazione nelle aree di contesto dei crinali e dei corpi idrici, nelle aree di massima intervisibilità, nelle aree periurbane. la edificazione di nuove unità volumetriche nell’area archeologico monumentale paesaggistica delle colline che circondano Poggibonsi è comunque subordinata alla effettuazione di specifici indagini preliminari condotte da esperti archeologi. Tali criteri saranno ulteriormente articolati e precisati nel PO contestualmente alla definizione delle caratteristiche architettoniche degli edifici.

3. La realizzazione di nuove residenze rurali è consentita nel rispetto delle disposizioni contenute nella LR 65/14, del Dpgr 63/R/2016. In ogni modo, ferma restando qualsiasi ulteriore limitazione derivante da leggi e regolamenti vigenti, non dovrà essere consentita la edificazione di nuovi edifici abitativi rurali nelle aree di contesto dei corpi idrici, nelle aree di massima intervisibilità, nelle aree periurbane. L’edificazione di nuovi edifici rurali nell’area archeologico monumentale paesaggistica delle colline che circondano Poggibonsi è comunque subordinata alla effettuazione di specifici indagini preliminari condotte da esperti archeologi. Entro le pertinenze degli aggregati e nelle aree di contesto dei crinali, eventuali nuove abitazioni rurali potranno essere realizzate esclusivamente quando si dimostri con il PAPMAA che non esistono altre possibilità di localizzazione all’interno del territorio aziendale. In tal caso, le nuove unità volumetriche potranno essere realizzate esclusivamente in adiacenza ai nuclei esistenti, rispettando le modalità insediative del nucleo stesso ed i caratteri dimensionali, materici e cromatici degli edifici che lo formano, avendo cura di collocare l’edificio in maniera che non si restringa la visuale percepita dai principali assi viari verso il nucleo o dal nucleo stesso verso i principali punti panoramici. Tali criteri saranno ulteriormente articolati e precisati nel PO contestualmente alla definizione delle caratteristiche architettoniche degli edifici.

4. Il PO dovrà definire il livello minimo di infrastrutture necessarie affinché sia consentito il mutamento di destinazione degli edifici e/o il loro riutilizzo prevedendo eventualmente un regime differenziato fra edifici già destinati, anche parzialmente, alla residenza civile o rurale e fabbricati ancora destinati ad usi diversi . Saranno tenute nella dovuta considerazione le caratteristiche geologiche e idrologiche della zona e saranno svolte appropriate considerazioni in ordine ai volumi di traffico e le caratteristiche della viabilità. Nelle zone non servite da fognatura e da acquedotto pubblico si dovranno stabilire i criteri alternativi da adottare perché vengano garantiti l'approvvigionamento idrico e la depurazione delle acque reflue.

5. I PMAA vengono redatti dai soggetti abilitati assumendo come riferimenti:

  • - la normativa regionale e provinciale in materia;
  • - la disciplina del presente PS e le successive specificazioni contenute nel PO;

6. Nel contesto del territorio rurale, tutti gli interventi che hanno ad oggetto la trasformazione di edifici ed aree mediante nuova edificazione, ristrutturazione urbanistica o mutamenti di destinazione d'uso, dovranno contenere tutte le valutazioni e gli approfondimenti progettuali necessari a garantire la tutela dei beni ambientali e paesaggistici compresi nell'ambito della proprietà. In particolare il PO dovrà definire i criteri di tali approfondimenti con riferimento particolare, anche se non esclusivo, ai seguenti elementi:

  • - I boschi e altre formazioni forestali
  • - Le aree di crinale con il loro contesto agro forestale
  • - I percorsi storici e i loro manufatti di corredo
  • - Le alberature, filari, siepi.
  • - La viabilità minore,
  • - Le opere di sistemazione agraria (muri, ciglioni, dreni),
  • - Le aree coltivate ad olivo
  • - Le sistemazioni tradizionali delle aree esterne agli edifici
  • - Gli edifici rurali di tipologia tradizionale e di valore ambientale, la loro posizione, le pertinenze, aie, corti e relativi annessi agricoli, gli edifici per la trasformazione di prodotti agricoli;
  • - La viabilità rurale;
  • - I terrazzi e le sistemazioni idraulico-agrarie connesse;
  • - La maglia agraria;
  • - I boschi poderali; le scarpate alberate o con copertura arbustiva o erbosa; le siepi;i filari; gli alberi isolati;
  • - Le colture tradizionali.

7. Fermi restando gli approfondimenti di cui sopra, nelle trasformazioni urbanistiche ed edilizie connesse alla attuazione di PAPMAA sono sempre da rispettare le seguenti prescrizioni generali:

  • - la nuova viabilità deve essere limitata allo stretto indispensabile, ed evitare alterazioni ed interferenze con la rete scolante e con il reticolo idrografico;
  • - i nuovi edifici, possono essere richiesti solo in assenza di possibilità di recupero, per le funzioni necessarie, di edifici esistenti.

8. Tra le misure di miglioramento ambientale da realizzarsi nell'ambito dei PAPMAA sono comprese anche la eliminazione di linee elettriche aeree in disuso, oppure l'interramento di quelle attive e la eliminazione di edifici ed annessi fatiscenti, precari o comunque incongrui rispetto al contesto.

9. Nella redazione e nella valutazione dei PAPMAA dovranno essere tenuti in considerazione specifici obiettivi di qualità paesaggistica per le aziende agricole:

  1. a) cura delle coltivazioni arboree evitando l'abbandono degli oliveti e dei boschi;
  2. b) mantenimento, quando possibile, degli oliveti su sesto tradizionale o i vigneti tradizionali;
  3. c) tendenza a trasformare i seminativi - quando visivamente appaiono come "lacerazioni" del contesto agro-forestale dei crinali -in oliveti anche di larghezza limitata, posti a corredo della viabilità di impianto;
  4. d) mantenimento dei manufatti storici minori come tabernacoli, fonti, ecc., i filari e gli alberi isolati a corredo del sistema insediativo. Valgono, inoltre, gli obiettivi di qualità relativi al tipo di paesaggio di cui il contesto agroforestale fa parte.

10. I PMAA individuano i miglioramenti ambientali assumendo come riferimento essenziale gli obiettivi e la disciplina dello Statuto del PS relativamente al sistema dell'ambiente, al sistema della struttura agroforestale e al sistema del paesaggio nonché alle disposizioni contenute nella parte strategica del PS con riferimento ai relativi sub sistemi.

11. In applicazione dell’art. 74 comma 13 della L.R. 65/14 il PO disciplina i casi in cui il PMAA ha valore di piano attuativo.

12. Gli obiettivi, indirizzi, prescrizioni e criteri per il Regolamento Urbanistico riferiti ai sub sistemi del territorio rurale sono stabiliti negli articoli che seguono in considerazione delle norme statutarie, degli indirizzi generali validi per tutto il territorio rurale e delle schede riportate in appendice alla presente disciplina.

13. È di norma da evitarsi la collocazione di impianti ed elettrodotti aerei nelle aree di contesto dei crinali, nelle aree di pertinenza dei beni storico architettonici e dei nuclei rurali come individuati dal PS, nelle aree di intervisibilità.

14. La installazione di impianti fotovoltaici nel territorio rurale, dove non vietato da piani, leggi o regolamenti vigenti, dovrà essere realizzata mediante utilizzo di coperture degli edifici che non presentano particolare valore storico architettonico e paesaggistico on di altri manufatti edilizi quali tettoie, coperture di parcheggi e simili. IL PO dovrà specificare le caratteristiche e le modalità di installazione in rapporto ai vari contesti territoriali e paesaggistici.

Art. 73 Sub sistema di Cinciano - 1

1. OBIETTIVI DI QUALITÀ

Gli obiettivi di qualità del territorio e degli insediamenti sono:

  • - la conservazione dell'identità fisica e morfologica dei borghi rurali con il proprio ambiente di riferimento collegato anche al mantenimento della funzione agricola e ad una attività che ne qualifichi il valore storico-culturale e architettonico.
  • - la tutela delle strutture edilizie e dei manufatti storici e di valore architettonico e documentario, con la manutenzione delle colture agrarie, di vigneti e oliveti e la valorizzazione delle produzioni vinicole che uniscono qualità produttiva ai valori dei luoghi, della vegetazione tradizionale
  • - la conservazione del paesaggio agricolo nelle aree di contesto dei crinali e dei corpi idrici

2. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL PIANO OPERATIVO

Per attuare tali obiettivi il Regolamento urbanistico dovrà rispettare i seguenti indirizzi e prescrizioni:

  • - Il territorio del sub sistema di Cinciano costituisce un elemento particolarmente rappresentativo dell'identità paesaggistica e della connotazione figurativa del territorio comunale. La tipica configurazione di borghi rurali sviluppatisi, ognuno con propria identità, lungo la viabilità di crinale dovrà essere conservata e valorizzata mediante interventi di recupero conformi alle prescrizioni statutarie e del precedente art. 67.
  • - Nell'ambito di interventi che necessitino di atto abilitativo edilizio, di PAPMAA o di Autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico, le aziende e i privati dovranno prevedere misure di salvaguardia, di valorizzazione e di recupero dei terrazzamenti e dei brani di coltivazione a maglia fitta tradizionale, con particolare riguardo agli oliveti, i viali alberati che caratterizzano le aree di contesto dei crinali. Sui versanti e fondovalle le aziende dovranno curare la manutenzione e/o il ripristino delle sistemazioni idraulico agrarie, della rete ecologica, delle siepi arboreo arbustive, di alberi isolati o a gruppi.
  • - Dovrà essere conservata e valorizzata la viabilità storica recuperando dove possibile, anche per un esclusivo uso pedonale, i tracciati presenti nel Catasto Leopoldino o in quello di impianto e attualmente dismessi.
  • - Sulla base della schedatura capillare del patrimonio edilizio e urbanistico esistente, il PO dovrà prevedere i tipi di intervento consentiti su ogni edificio. La possibilità di consentire la creazione di nuove unità abitative mediante mutamento di destinazione d’uso è subordinato alla possibilità di risolvere in via definitiva i problemi di approvvigionamento idrico e ad una valutazione sul carico di traffico in relazione alle caratteristiche della viabilità esistente, atteso che risulta impossibile la realizzazione di nuovi tracciati stradali o la radicale trasformazione di quelli storici esistenti.
  • - Il PO potrà individuare i nuclei rurali di particolare valore per i quali la definizione degli interventi consentiti, la configurazione complessiva delle sistemazioni esterne e le esatte destinazioni funzionali vengono demandate alla redazione di apposito Piano particolareggiato o altra forma di piano attuativo.

3. DIMENSIONAMENTO

STATO ATTUALE Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 27.431
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 469
Turistico ricettivo posti letto 29
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 18.915
Alloggi n. 162
Abitanti residenti n. 209
Famiglie n. 84
Alloggi non occupati n. 78

Art. 74 Sub sistema dei Crinali a pettine - 2

1. OBIETTIVI DI QUALITÀ

Gli obiettivi di qualità del territorio e degli insediamenti sono:

  • - la conservazione dell'identità fisica e morfologica dei borghi rurali con il proprio ambiente di riferimento collegato anche al mantenimento della funzione agricola e ad una attività che ne qualifichi il valore storico-culturale e architettonico.
  • - la tutela delle strutture edilizie e dei manufatti storici e di valore architettonico e documentario, con la manutenzione delle colture agrarie, di vigneti e oliveti e la valorizzazione delle produzioni vinicole.
  • - la conservazione del paesaggio agricolo nelle aree di contesto dei crinali e dei corpi idrici
  • - la conservazione e valorizzazione dei caratteri paesaggistici delle aree collocate in ambiti periurbani con riferimento al valore figurativo e funzionale degli stessi.

2. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL PIANO OPERATIVO

  • - Il territorio del sub sistema dei crinali a pettine è costituito dall'area che, con i propri crinali e contro crinali, forma il vasto contrafforte che si estende fino ai monti del chianti. La tipica configurazione di borghi rurali sviluppatisi, ognuno con propria identità, lungo la viabilità di crinale dovrà essere conservata e valorizzata mediante interventi di recupero conformi alle prescrizioni statutarie e del precedente art.67.
  • - Nell'ambito di interventi che necessitino di atto abilitativo edilizio, di PAPMAA o di Autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico, le aziende dovranno prevedere misure di salvaguardia, di valorizzazione e di recupero dei terrazzamenti e dei brani di coltivazione a maglia fitta tradizionale, con particolare riguardo agli oliveti, i viali alberati che caratterizzano le aree di contesto dei crinali. Sui versanti e fondovalle le aziende dovranno curare la manutenzione e/o il ripristino delle sistemazioni idraulico agrarie, della rete ecologica, delle siepi arboreo arbustive, di alberi isolati o a gruppi.
  • - Dovrà essere conservata e valorizzata la viabilità storica. Eventuali lievi modifiche in corrispondenza di insediamenti dovranno essere puntualmente previste dal PO e rispettare le prescrizioni statutarie del PS.
  • - Sulla base della schedatura capillare del patrimonio edilizio e urbanistico esistente, il PO dovrà prevedere i tipi di intervento consentiti su ogni edificio in ragione delle caratteristiche architettoniche dello stesso e del paesaggio in cui si colloca.
  • - Il PO potrà individuare i nuclei rurali di particolare valore per i quali la definizione degli interventi consentiti, la configurazione complessiva delle sistemazioni esterne e le esatte destinazioni funzionali vengono demandate alla redazione di apposito Piano particolareggiato o altra forma di piano attuativo.
  • - Per la vasta area individuata come ambito periurbano, il PO dovrà prevedere, dettandone le linee generali, la redazione di una specifica disciplina allo scopo di definirne i caratteri paesaggistici e funzionali nonché le modalità di integrazione con la “cintura verde” che circonda il centro urbano di Poggibonsi.

Prescrizioni ambientali

Interventi che prevedano un aumento di carico urbanistico nelle aree marginali in particolare Talciona e Gavignano dovranno essere accompagnati da un adeguamento delle tubazioni che non sarebbero in grado di sopperire a maggiori richieste di approvvigionamento idrico.

3. DIMENSIONAMENTO

STATO ATTUALE Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 68.524
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 25
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 43.090
Alloggi n. 490
Abitanti residenti n. 759
Famiglie n. 301
Alloggi non occupati n. 198

Art. 75 Sub sistema della Valle dei Carfini - 3

1. OBIETTIVI DI QUALITÀ

Gli obiettivi di qualità del territorio e degli insediamenti sono:

  • - la conservazione dell'identità fisica e morfologica dei borghi rurali di San Fabiano, Torrione e Gruccia,con il loro ambiente di riferimento, collegato anche al mantenimento della funzione agricola e ad una attività che ne qualifichi il valore storico-culturale e architettonico.
  • - la tutela delle strutture edilizie e dei manufatti storici e di valore architettonico e documentario, con la manutenzione delle colture agrarie dei luoghi e della vegetazione tradizionale
  • - la conservazione, recupero e valorizzazione del paesaggio agricolo di fondovalle.

2. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL PIANO OPERATIVO

Per attuare tali obiettivi il Piano Operativo dovrà rispettare i seguenti indirizzi e prescrizioni:

  • - Il territorio del sub sistema è definito dal fondovalle del torrente Carfini e dai suoi due versanti. La sua struttura e le sue caratteristiche sono chiaramente leggibili ma la collocazione di insediamenti produttivi e commerciali e i conseguenti problemi di traffico pesante, incrementato dalla presenza delle cave, ne hanno profondamente alterato l'equilibrio ambientale.
  • - Nell'ambito di interventi che necessitino di atto abilitativo edilizio, di PAPMAA o di Autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico, le aziende e i privati dovranno prevedere misure di recupero ambientale e paesaggistico, particolarmente riferibili al riordino fondiario, al ripristino o miglioramento della rete ecologica, delle siepi e delle alberature, delle sistemazioni idraulico agrarie.
  • -Dovrà essere conservata e valorizzata la viabilità storica.
  • - Sulla base della schedatura capillare del patrimonio edilizio e urbanistico esistente, il PO dovrà prevedere i tipi di intervento consentiti su ogni edificio in ragione delle caratteristiche architettoniche dello stesso e del paesaggio in cui si colloca, individuando altresì gli immobili per i quali viene consentito il mutamento di destinazione d’uso per la creazione di nuove unità abitative. Considerate le criticità riscontrate nel sub sistema, i mutamenti di destinazione dovranno essere tali da portare un contributo in termini di miglioramento paesaggistico o infrastrutturale.
  • - Per le aree interessate da particolare criticità o fenomeni di degrado, il PO dovrà prevedere, dettandone le linee generali, la redazione di apposito Piano Particolareggiato o altra forma di piano attuativo allo scopo di definirne i caratteri paesaggistici e funzionali.

3. DIMENSIONAMENTO

STATO ATTUALE Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 12.278
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 333
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 6.044
Alloggi n. 90
Abitanti residenti n. 197
Famiglie n. 72
Alloggi non occupati n. 18

Art. 76 Sub sistema di Lecchi Megognano - 4

1. OBIETTIVI DI QUALITÀ

Gli obiettivi di qualità del territorio e degli insediamenti sono:

  • - la conservazione dell'identità fisica e morfologica dei borghi rurali con il proprio ambiente di riferimento collegato anche al mantenimento della funzione agricola e ad una attività che ne qualifichi il valore storico-culturale e architettonico.
  • - la tutela delle strutture edilizie e dei manufatti storici e di valore architettonico e documentario, con la manutenzione delle colture agrarie, di vigneti e oliveti e la valorizzazione delle produzioni vinicole.
  • - la conservazione del paesaggio agricolo con particolare riferimento alle aree di contesto dei crinali e dei corpi idrici.

2. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL PIANO OPERATIVO

Per attuare tali obiettivi il Piano Operativo dovrà rispettare i seguenti indirizzi e prescrizioni:

  • - Il territorio del sub sistema di Lecchi-Megognano è formato da un sistema innervato dal crinale che congiunge Campo Peri, Lecchi, Poggiarello e Megognano fino a terminare in un altopiano. Il sistema dei nuclei rurali è caratterizzato dal fatto che questi ultimi, anziché allinearsi lungo la strada assumono una forma più raccolta. La particolare configurazione dei borghi rurali dovrà essere conservata e valorizzata mediante interventi di recupero conformi alle prescrizioni statutarie del PS.
  • - Nell'ambito di interventi che necessitino di atto abilitativo edilizio, di PAPMAA o di Autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico, le aziende e i privati dovranno prevedere misure di salvaguardia, di valorizzazione e di recupero dei terrazzamenti e dei brani di coltivazione a maglia fitta tradizionale, con particolare riguardo agli oliveti, i viali alberati che caratterizzano le aree di contesto dei crinali. Sui versanti e fondovalle le aziende dovranno curare la manutenzione e/o il ripristino delle sistemazioni idraulico agrarie, della rete ecologica, delle siepi arboreo arbustive, di alberi isolati o a gruppi. Rilevante anche la manutenzione di bacini ed invasi idrici.
  • - Dovrà essere conservata e valorizzata la viabilità storica recuperando dove possibile, anche per un esclusivo uso pedonale, i tracciati presenti nel Catasto Leopoldino o in quello di impianto e attualmente dismessi.
  • - Sulla base della schedatura capillare del patrimonio edilizio e urbanistico esistente, il PO dovrà prevedere i tipi di intervento consentiti su ogni edificio.
  • - Il PO potrà individuare i nuclei rurali di particolare valore per i quali la definizione degli interventi consentiti, la configurazione complessiva delle sistemazioni esterne e le esatte destinazioni funzionali vengono demandate alla redazione di apposito Piano Particolareggiato o altra forma di piano attuativo.

Prescrizioni ambientali

Interventi che prevedano incrementi di carico urbanistico dovranno essere preventivamente affrontare il tema della depurazione perché i depuratore attuale è saturo.

3. DIMENSIONAMENTO

STATO ATTUALE Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 25.273
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 87
Turistico ricettivo posti letto 77
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 7.387
Alloggi n. 187
Abitanti residenti n. 319
Famiglie n. 136
Alloggi non occupati n. 52

Art. 77 Sub sistema della Valle dello Staggia - 5

1. OBIETTIVI DI QUALITÀ

Gli obiettivi di qualità del territorio e degli insediamenti sono:

  • - la conservazione dell'identità fisica e morfologica dei borghi rurali con il proprio ambiente di riferimento collegato anche al mantenimento della funzione agricola e ad una attività che ne qualifichi il valore storico-culturale e architettonico.
  • - la tutela delle strutture edilizie e dei manufatti storici e di valore architettonico e documentario, con la manutenzione delle colture agrarie, di vigneti e oliveti e la valorizzazione delle produzioni vinicole.
  • - la conservazione del paesaggio agricolo nelle aree di contesto dei crinali e dei corpi idrici

2. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL PIANO OPERATIVO

Per attuare tali obiettivi il Piano Operativo dovrà rispettare i seguenti indirizzi e prescrizioni:

  • - Il territorio del Subsistema della valle dello Staggia è caratterizzato dai ripiani travertinosi che formano il fondovalle e costituiscono il basamento figurativo degli insediamenti urbani di staggia Senese e Bellavista. Allo scopo di evidenziare il rapporto di alterità tra i centri abitati e il territorio rurale ed alimentare un processo di reciproca valorizzazione paesaggistica, le eventuali nuove edificazioni dovranno limitarsi a quelle strettamente necessarie per la conduzione dei fondi agricoli, avendo cura che le stesse non interferiscano negativamente con gli elementi di maggior caratterizzazione paesaggistica quali le aree di contesto dei corpi idrici. Il PO potrà stabilire anche particolari criteri di inserimento paesaggistico.
  • - Nell'ambito di interventi che necessitino di atto abilitativo edilizio, di PAPMAA o di Autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico, le aziende e i privati dovranno prevedere misure di recupero ambientale e paesaggistico, in particolare saranno da migliorare le sistemazioni idraulico agrarie e della rete scolante, il sistema della rete ecologica, in particolare delle siepi arboreo arbustive, della vegetazione di contesto e di alberature di corredo. Il RU potrà specificare ulteriori opere di miglioramento ambientale.
  • - Dovrà essere conservata e valorizzata, nei modi previsti dallo statuto del PS, la viabilità storica. È fatta salva la possibilità di apportare al tracciato della Cassia tutte le modifiche che saranno ritenute necessarie per il miglioramento della circolazione stradale. Sulla base della schedatura capillare del patrimonio edilizio e urbanistico esistente, il RU dovrà prevedere i tipi di intervento consentiti su ogni edificio in ragione delle caratteristiche architettoniche dello stesso e del paesaggio in cui si colloca.

    È presente nell'area un fabbricato ad uso produttivo, già inserito nelle zone D5 del RU vigente e per il quale era prevista la demolizione con parziale recupero del volume preesistente allo scopo di realizzare un nuovo insediamento residenziale. Il RU potrà confermare la demolizione dell''edificio e prevedere un parziale recupero del volume demolito con le modalità di cui al precedente art. 67, comma 13.
  • - Potranno essere consolidati, nella loro consistenza e perimetro attuali, gli impianti sportivi esistenti in loc Maltraverso e in Loc Caduta. Qualsiasi intervento di razionalizzazione o di modifica non dovrà mai eccedere rispetto all'attuale perimetro, e dovrà essere accompagnato da opere di miglioramento in ordine all'inserimento paesaggistico delle strutture esistenti. Il PO potrà prevedere la possibilità, entro l'attuale perimetro degli insediamenti, di ampliare la SUL o il volume quando necessari per un adeguamento degli impianti sportivi alle normative di settore.

3. DIMENSIONAMENTO

STATO ATTUALE Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 16.992
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 2.721
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 4.125
Alloggi n. 135
Abitanti residenti n. 263
Famiglie n. 102
Alloggi non occupati n. 35

Art. 78 Sub sistema di Maltraverso -Sant'Antonio - 6

1. OBIETTIVI DI QUALITÀ

Obiettivi di qualità del territorio e degli insediamenti sono:

  • - la conservazione dell'identità fisica e morfologica dei borghi rurali con il proprio ambiente di riferimento collegato anche al mantenimento della funzione agricola e ad una attività che ne qualifichi il valore storico-culturale e architettonico.
  • - la tutela delle strutture edilizie e dei manufatti storici e di valore architettonico e Documentario
  • - la conservazione del paesaggio agrario con particolare riferimento al ripiano travertinoso compreso tra Fontana e il lago di S.Antonio

2. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL PIANO OPERATIVO

Per attuare tali obiettivi il Piano Operativo dovrà rispettare i seguenti indirizzi e prescrizioni:

  • - Il territorio del sub sistema di Maltraverso-S.Antonio è caratterizzato da quei ripiani travertinosi che costituiscono il di basamento figurativo di insediamenti e rilievi orografici, come il castello di Monteriggioni o il Montemaggio, oltre a intercettare le più consistenti riserve acquifere del comune.
  • - Le nuove unità volumetriche dovranno limitarsi a quelle strettamente necessarie per la conduzione dei fondi agricoli e dovranno essere consentite esclusivamente al di fuori della zona circostante il Lago di S.Antonio, nella parte interessata dal vincolo paesaggistico, e al di fuori delle zone di tutela degli acquiferi in aree sensibili di classe 1. -Dovrà essere conservata e valorizzata la viabilità storica recuperando dove possibile, anche per un esclusivo uso pedonale, i tracciati presenti nel Catasto Leopoldino o in quello di impianto e attualmente dismessi.
  • - Nell'ambito di interventi che necessitino di atto abilitativo edilizio, di PAPMAA o di Autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico, le aziende e i privati dovranno prevedere misure di recupero ambientale e paesaggistico, in particolare saranno da migliorare le sistemazioni idraulico agrarie e della rete scolante, il sistema delle siepi, della vegetazione di contesto e, nel caso di insediamenti urbani, di alberature di corredo. Il PO potrà specificare ulteriori opere di miglioramento ambientale.
  • - Sulla base della schedatura capillare del patrimonio edilizio e urbanistico esistente, il RU dovrà prevedere i tipi di intervento consentiti su ogni edificio
  • - Il PO dovrà definire il livello minimo di infrastrutture necessarie affinché sia consentito il mutamento di destinazione degli edifici, prevedendo eventualmente un regime differenziato fra edifici già destinati, anche parzialmente, alla residenza civile o rurale e fabbricati ancora destinati ad usi diversi. Saranno tenute nella dovuta considerazione le caratteristiche geologiche e idrologiche della zona e saranno svolte appropriate considerazioni in ordine ai volumi di traffico e le caratteristiche della viabilità.

3. DIMENSIONAMENTO

STATO ATTUALE Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 29.016
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 17.794
Alloggi n. 222
Abitanti residenti n. 448
Famiglie n. 176
Alloggi non occupati n. 46

Art. 79 Sub sistema della Valle dell'Elsa sud - 7

1. OBIETTIVI DI QUALITÀ

Obiettivi di qualità del territorio e degli insediamenti sono:

  • - la conservazione dell'identità fisica e morfologica dei borghi rurali con il proprio ambiente di riferimento collegato anche al mantenimento della funzione agricola e ad una attività che ne qualifichi il valore storico-culturale e architettonico.
  • - la tutela delle strutture edilizie e dei manufatti storici e di valore architettonico e documentario, con la manutenzione delle colture agrarie
  • - la conservazione del paesaggio di fondo valle.

2. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL PIANO OPERATIVO

Per attuare tali obiettivi il Piano Operativo dovrà rispettare i seguenti indirizzi e prescrizioni:

  • - Il territorio del sub sistema della valle dell'elsa sud, caratterizzato dal paesaggio di fondovalle formatosi sul basamento dei depositi alluvionali e dei ripiani travertinosi, presenta caratteri di omogeneità per la sua sostanziale integrità e per le sue caratteristiche morfologiche. Nel sub sistema è compreso anche il nucleo di Castiglioni Alto che appartiene geograficamente e morfologicamente alla realtà di Colle val d'Elsa. Le eventuali nuove edificazioni dovranno limitarsi a quelle strettamente necessarie per la conduzione dei fondi agricoli e collocarsi al di fuori delle zone di tutela degli acquiferi in aree sensibili di classe 1.
  • - Dovrà essere conservata e valorizzata la viabilità storica recuperando dove possibile, anche per un esclusivo uso pedonale, i tracciati presenti nel Catasto Leopoldino o in quello di impianto e attualmente dismessi.
  • - Con l'istituzione di una Anpil, dovrà continuare il processo di formazione di una vasta area con caratteri di riserva naturalistica legata alle attività per il tempo libero iniziata con il recupero del tracciato ferroviario Poggibonsi -Colle per scopi pedociclabili. In attesa della istituzione dell'Anpil, il PO dovrà stabilire, per il territorio interessato, misure di particolare salvaguardia.
  • - Nell'ambito di interventi che necessitino di atto abilitativo edilizio, di PAPMAA o di Autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico, le aziende e i privati dovranno prevedere misure di recupero ambientale e paesaggistico, di manutenzione e sviluppo della rete ecologica e delle tessiture tradizionali.
  • - Sulla base della schedatura capillare del patrimonio edilizio e urbanistico esistente, il RU dovrà prevedere i tipi di intervento consentiti su ogni edificio

Prescrizioni ambientali

Dovrà essere attuato il progetto di collettamento dei reflui verso la rete fognaria del Comune di Colle di Val d'Elsa al fine di salvaguardare la stabilità della collina e risolvere il problema degli odori.

È necessario che sia potenziato il sistema di sollevamento/accumulo da cui proviene l'alimentazione idrica dalla limitrofa rete gestita dal Fiora, che già attualmente è al limite delle proprie potenzialità.

3. DIMENSIONAMENTO

STATO ATTUALE Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 22.706
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 138
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 6.844
Alloggi n. 197
Abitanti residenti n. 434
Famiglie n. 165
Alloggi non occupati n. 34

Art. 80 Sub sistema di Montemorli - 8

1. OBIETTIVI DI QUALITÀ

Gli obiettivi di qualità del territorio e degli insediamenti sono:

  • - la conservazione dell'identità fisica e morfologica dei borghi rurali con il proprio ambiente di riferimento collegato anche al mantenimento della funzione agricola e ad una attività che ne qualifichi il valore storico-culturale e architettonico.
  • - la tutela delle strutture edilizie e dei manufatti storici e di valore architettonico e documentario, con la manutenzione delle colture agrarie e della vegetazione tradizionale
  • - la conservazione del paesaggio agricolo nelle aree di contesto dei crinali e dei corpi idrici

2. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL PIANO OPERATIVO

Per attuare tali obiettivi il Piano Operativo dovrà rispettare i seguenti indirizzi e prescrizioni:

  • - Il territorio del sub sistema di Montemorli è costituito dal vasto rilievo che si incunea nei fondovalle dell'Elsa e del Foci con una forma coerente e quindi facilmente identificabile, innervata da una rete viaria differenziata. La particolare configurazione dei borghi rurali dovrà essere conservata e valorizzata mediante interventi di recupero conformi alle prescrizioni statutarie del PS. Le eventuali nuove edificazioni dovranno limitarsi a quelle strettamente necessarie per la conduzione dei fondi agricoli, avendo cura che le stesse non interferiscano negativamente con gli elementi di maggior caratterizzazione paesaggistica.
  • - Nell'ambito di interventi che necessitino di atto abilitativo edilizio, di PAPMAA o di Autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico, le aziende e i privati dovranno prevedere misure di salvaguardia, di valorizzazione e di recupero dei terrazzamenti e dei brani di coltivazione a maglia fitta tradizionale con particolare riferimento alle aree in evoluzione a bosco, dove recuperabili a fini agricoli.
  • - Dovrà essere conservata e valorizzata la viabilità storica recuperando dove possibile, anche per un esclusivo uso pedonale, i tracciati presenti nel Catasto Leopoldino o in quello di impianto e attualmente dismessi.
  • - Sulla base della schedatura capillare del patrimonio edilizio e urbanistico esistente, il RU dovrà prevedere i tipi di intervento consentiti su ogni edificio.
  • - Il PO potrà individuare i nuclei rurali di particolare valore per i quali la definizione degli interventi consentiti, la configurazione complessiva delle sistemazioni esterne e le esatte destinazioni funzionali vengono demandate alla redazione di apposito Piano Particolareggiato o altra forma di piano attuativo. Il PO dovrà individuare in maniera dettagliata i criteri per la definizione dei connotati paesaggistici dell'ambito perturbano a monte dell'insediamento industriale di Foci. Il limite di tale ambito potrà essere esteso dal PO allo scopo di prevedere criteri omogenei lungo tutta la linea di confine ovest della zona industriale.

Prescrizioni ambientali

Interventi che prevedano un aumento di carico urbanistico dovranno essere accompagnati da un adeguamento delle tubazioni che non sarebbero in grado di sopperire a maggiori richieste di approvvigionamento idrico.

3. DIMENSIONAMENTO

STATO ATTUALE Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 13.561
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 44
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 4.530
Alloggi n. 99
Abitanti residenti n. 136
Famiglie n. 55
Alloggi non occupati n. 44

Art. 81 Sub sistema di Montefalconi - 9

1. OBIETTIVI DI QUALITÀ

Gli obiettivi di qualità del territorio e degli insediamenti sono:

  • - la conservazione dell'identità fisica e morfologica dei borghi rurali con il proprio ambiente di riferimento collegato anche al mantenimento della funzione agricola
  • - la tutela delle strutture edilizie e dei manufatti storici e di valore architettonico e documentario, con la manutenzione delle colture agrarie e della vegetazione tradizionale
  • - la conservazione del paesaggio agricolo nelle aree di contesto dei crinali.

2. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL PIANO OPERATIVO

L'area di Montefalconi rappresenta una sorta di appendice del territorio di San Gimignano insinuatasi in Poggibonsi. Sotto il profilo morfologico siamo, infatti, in presenza della conclusione di un sistema collinare che si sviluppa quasi totalmente nel comune confinante.
L'area è stata interessata da un rilevante processo di "deruralizzazione" degli edifici. Eventuali nuovi interventi di mutamento di destinazione potranno essere consentiti a condizione che siano collegati ad opere di effettivo miglioramento infrastrutturale e/o paesaggistico.

  • - Le eventuali nuove edificazioni dovranno limitarsi a quelle strettamente necessarie per la conduzione dei fondi agricoli, avendo cura che le stesse non interferiscano negativamente con gli elementi di maggior caratterizzazione paesaggistica.
  • - Nell'ambito di interventi che necessitino di atto abilitativo edilizio, di PAPMAA o di Autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico, le aziende e i privati dovranno prevedere misure di salvaguardia, di valorizzazione e di recupero dei terrazzamenti e dei brani di coltivazione a maglia fitta tradizionale e di recupero delle aree in evoluzione a bosco tecnicamente ammissibile.
  • - Dovrà essere conservata e valorizzata la viabilità storica recuperando dove possibile, anche per un esclusivo uso pedonale, i tracciati presenti nel Catasto Leopoldino o in quello di impianto e attualmente dismessi.

3. DIMENSIONAMENTO

STATO ATTUALE Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 12.192
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 519
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 8.456
Alloggi n. 79
Abitanti residenti n. 114
Famiglie n. 46
Alloggi non occupati n. 33

Art. 82 Sub sistema della Valle dell'Elsa nord - 10

1. OBIETTIVI DI QUALITÀ

Gli obiettivi di qualità del territorio e degli insediamenti sono:

  • - la tutela delle strutture edilizie e dei manufatti storici e di valore architettonico e documentario
  • - la conservazione del paesaggio fluviale di fondovalle

2. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL PIANO OPERATIVO

Per attuare tali obiettivi il Piano Operativo dovrà rispettare i seguenti indirizzi e prescrizioni:

  • - Il territorio del sub sistema della valle dell'Elsa nord è formato da un piano collocato in sinistra idraulica del fiume. L'area, già attraversata dalla Francigena e oggi dalla nuova strada "429, non è interessata dalla presenza di nuclei rurali ma solo da una serie di poderi e coloniche di supporto all'attività agricola Nell'ambito di interventi che necessitino di atto abilitativo edilizio, di PAPMAA o di Autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico, le aziende e i privati dovranno prevedere misure di recupero ambientale e paesaggistico con particolare riferimento al paesaggio fluviale.
  • - Sulla base della schedatura capillare del patrimonio edilizio e urbanistico esistente, il RU dovrà prevedere i tipi di intervento consentiti su ogni edificio

3. DIMENSIONAMENTO

STATO ATTUALE Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 3.107
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 200
Alloggi n. 25
Abitanti residenti n. 61
Famiglie n. 24
Alloggi non occupati n. 1

Art. 83 Strategie per il territorio urbanizzato

1. Le specifiche strategie per i singoli nuclei urbani o insediamenti di carattere produttivo è definita nei successivi articoli del presente titolo. Le nuove esigenze abitative, commerciali, direzionali o di servizio dovranno essere soddisfatte mediante interventi di rigenerazione urbana o mediante la edificazione di lotti liberi all’interno del tessuto consolidato. La previsione di aree di nuovo impianto, sempre all’interno del sistema del territorio urbanizzato, è consentita esclusivamente per le zone a carattere produttivo ed a condizione che tali “espansioni” siano complessivamente contenute entro i limiti dimensionali di PS.

2. Tutti gli interventi dovranno accompagnarsi, dove necessario, ad una razionalizzazione e adeguamento delle infrastrutture (acquedotto, fognatura, viabilità ...). A tale scopo la previsione dei singoli interventi nel PO dovrà coordinarsi con i programmi dell'amministrazione comunale, degli altri enti pubblici e dei gestori dei servizi.

3. La definizione dei margini urbani è affidata alla progettazione paesaggistica e funzionale delle aree periurbane, delle aree di pertinenza dei beni storici architettonici, delle aree di rispetto dei nuclei storici, della cintura verde dei servizi e dei monumenti.

4. Tutti gli interventi di ristrutturazione urbanistica o di edificazione dei lotti liberi dovranno prevedere l'utilizzo di criteri costruttivi che minimizzino il consumo di energia. A tale scopo dovrà essere introdotta una nuova ed appropriata normativa all'interno del Regolamento Edilizio.

5. Per la realizzazione di interventi di rigenerazione urbana, il Comune dovrà prevedere soluzioni progettuali di dettaglio mediante Piano Particolareggiato o mediante "schede norma" da inserire nel PO.

6. L’Edilizia Residenziale Sociale è costituita da interventi di edilizia sovvenzionata, convenzionata e per l’affitto. Il presente piano individua come obiettivo prestazionale da perseguire in sede di pianificazione operativa che almeno una quota compresa tra il 15% ed il 20% della nuova edilizia residenziale sia riservata alla ERS. L’edilizia per l’affitto potrà essere ceduta gratuitamente al Comune o gestita dai privati mediante affitti concordati e convenzionati. In tal caso il Piano Operativo o altri strumenti di dettaglio stabiliranno le quote e le modalità di cessione o di convenzione, ricorrendo anche, sempre nel rispetto del dimensionamento di PS, ad eventuali incentivi volumetrici.

7. All'interno degli atti di governo del territorio dovranno essere predisposte le linee guida per la progettazione del verde.

8. Nei centri di Bellavista e Staggia Senese, gli interventi di rigenerazione urbana e di edificazione nel tessuto consolidato dovranno integrarsi con una azione politico amministrativa del Comune volta a conseguire il risultato di un consolidamento insediativo attraverso il potenziamento dei servizi (uffici pubblici, farmacie, ecc ...) e la realizzazione di opere pubbliche finalizzate ad incrementare e riqualificare gli edifici e le aree riconducibili al sistema dello spazio collettivo della città.

9. Per la realizzazione di Medie Strutture di Vendita, il PO dovrà prevedere la realizzazione di parcheggi di relazione nella misura prevista dalla legge.

10. Le aree connotate da condizioni di degrado da sottoporre ad interventi di recupero, anche mediante le disposizioni di cui al Capo IV bis della LR 1/2005, sono individuate sulla base dei seguenti criteri:

  • - degrado urbanistico, dove ci sia carenza della funzionalità dell'impianto urbano, dovuta all'insufficienza delle opere di urbanizzazione primaria o secondaria presenti;
  • - degrado edilizio, dove ci siano ridotte condizioni di abitabilità o d'utilizzazione degli edifici a causa di precarie condizioni statiche, fatiscenza di finiture ed impianti o inadeguatezza tipologica;
  • - degrado socioeconomico, dove sussistano condizioni di abbandono o sovraffollamento degli immobili oppure siano presenti destinazioni improprie e non compatibili con l'intorno insediativo;
  • - degrado ambientale, dove sussistano condizioni di dissesto fisico legate alle risorse essenziali del territorio o nei casi di presenza di ampie aree libere impropriamente utilizzate e abbandonate.

Art. 84 UTOE 1 POGGIBONSI

1. PERIODIZZAZIONE DELL'EDIFICATO. La periodizzazione dell'edificato si articola nelle categorie principali dell'insediamento storico e dell'insediamento recente. Gli edifici costruiti fino al 1939 appartengono all'insediamento storico. L'insediamento recente è suddiviso nei periodi 1939-1971 (data del PRG), 1971.2001 (data del PO) e 2001.2012.

2. ARTICOLAZIONE DELLO SPAZIO URBANO. Il centro urbano di Poggibonsi si articola nei seguenti ambiti: Nucleo storico; Tessuto compatto di formazione otto-novecentesca; Edificato recente di prima periferia; Edificato recente collinare; Aree miste urbane; Aree miste di margine; .Cintura verde dei servizi e dei monumenti.

3. SPAZIO COLLETTIVO. Nello spazio collettivo del centro urbano di Poggibonsi si individuano i seguenti capisaldi: Polo monumentale fortezza/San Lucchese; Città di impianto storico/centro civico/centro commerciale naturale; Nodo stazione -ferrovia; Aggregazioni, rete del verde urbano e servizi nella città contemporanea.

4. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL Piano Operativo. Il PO non dovrà prevedere alcuna espansione del centro urbano di Poggibonsi. Le nuove esigenze abitative, commerciali, direzionali o di servizio dovranno essere soddisfatte mediante interventi di rigenerazione urbana o mediante la edificazione di lotti liberi all'interno del tessuto consolidato.

Nella formulazione delle previsioni di PO dovranno essere privilegiati quegli interventi di rigenerazione urbana che, per la loro posizione e dimensione, consentano la realizzazione di aree pubbliche e funzioni di interesse generale direttamente collegate agli attuali capisaldi dello spazio collettivo, estendendolo quantitativamente e rafforzandone il carattere di sistema. In particolare, la ristrutturazione urbanistica delle aree miste nella zona di Via Senese dovrà estendere e migliorare qualitativamente il sistema di spazi che si va formando nella zona della stazione e lungo la ferrovia ("Parco urbano", piazza Mazzini, parcheggi a lato della stazione, parco dell'area Sardelli, sottopasso di largo Gramsci, giardini dell'"area S.Anna" e dell'area ex "Vannini e Capperucci . .) in collegamento diretto con la città di impianto storico e la sua funzione di centro civico e di centro commerciale naturale. Un nuovo sistema di servizi, di funzioni collettive, di percorsi pedonali, dovrebbe in tal modo estendersi da largo Gramsci e dal centro storico fino al cavalcaferrovia di Romituzzo per collegarsi, infine, alla cintura verde che circonda il centro abitato di Poggibonsi.

Tutti gli interventi dovranno accompagnarsi, dove necessario, ad una razionalizzazione e adeguamento delle infrastrutture (acquedotto, fognatura, viabilità ...). A tale scopo la previsione dei singoli interventi nel PO dovrà coordinarsi con i programmi dell'amministrazione comunale, degli altri enti pubblici e dei gestori dei servizi.

La definizione del margine urbano è affidato al rafforzamento e ulteriore qualificazione della cintura verde dei servizi e dei monumenti che circonda il nucleo urbano di Poggibonsi. Essa corrisponde ad una "cinta muraria verde" che marca il passaggio dal territorio urbanizzato a quello rurale e costituisce l'anello a cui dovranno connettersi tutti i singoli filamenti di spazio collettivo per costituire alla fine un unico sistema. A tale scopo il PO potrà individuare meccanismi per collegare alla costruzione della "cintura" anche interventi edilizi-urbanistici localizzati in altri ambiti urbani. Nell'ambito della cintura verde saranno consolidati e sviluppati i singoli episodi riconducibili al sistema dei servizi (impianti sportivi, attrezzature scolastiche, culturali e sanitarie, strutture destinate all'aggregazione giovanile, aree attrezzate per la realizzazione di manifestazioni temporanee, verde attrezzato, percorsi pedociclabili ...) e sarà progettata la riqualificazione paesaggistica dell'insieme in maniere da conferire allo stesso una connotazione omogenea che ne rafforzi e ne definisca più nitidamente l'immagine di limite urbano.

La dislocazione delle scuole dell'obbligo dovrà tenere in considerazione il nuovo disegno urbano e la necessità di razionalizzare i servizi, prevedendo, a tale scopo, l'inserimento di poli scolastici nell'ambito di interventi di rigenerazione urbana o ampliamenti dei plessi che presentino adeguate caratteristiche sotto il profilo funzionale e didattico e vadano a collocarsi preferibilmente in ambiti caratterizzati dalla presenza di un sistema di spazi pubblici o di interesse collettivo.

Negli ambiti urbani di impianto storico e di prima periferia si dovrà perseguire l'obiettivo di qualificare l'offerta commerciale potenziando e incentivando la presenza di attività di vicinato e, in generale, delle attività di servizio (artigianato di servizio, esercizi di somministrazione ...). A tale scopo il PO dovrà individuare, in tali zone, funzioni appropriate al piano terra degli edifici e riqualificare, anche mediante progettazione particolareggiata, gli spazi della mobilità pedonale e ciclabile.

Il PO,dovrà stabilire nell’ambito del proprio dimensionamento (in ragione delle previsioni socio-economiche e demografiche per il quinquennio di riferimento) una quota di alloggi da ricondurre alle forme sociali di accesso alla residenza, anche attraverso la ripartizione di tale quota all’interno di ogni previsione di intervento residenziale di adeguate dimensioni, nel rispetto delle disposizioni di cui all’art. 63 della L.R. 65/14. Questo per garantire l’effettiva progressiva realizzazione della quota complessiva e, contemporaneamente, per distribuire nella città le situazioni di disagio sociale, nell’intento di garantire una massima integrazione ed evitare ogni ipotesi di ghettizzazione. A tale scopo potrà essere richiesta la cessione al comune di apposite aree nell’ambito di interventi di rigenerazione urbana. E’ tuttavia da ritenersi prioritario l’utilizzo per le forme sociali di residenza delle aree di proprietà comunale, attualmente inedificate, collocate nell’ambito del terreno urbanizzato e non interessate dalla presenza di standard urbanistici.

Tutti gli interventi di ristrutturazione urbanistica o di edificazione dei lotti liberi dovranno prevedere l'utilizzo di criteri costruttivi che minimizzino il consumo di energia. A tale scopo dovrà essere introdotta una nuova ed appropriata normativa all'interno del Regolamento Edilizio.

All'interno degli atti di governo del territorio dovranno essere predisposte le linee guida per la progettazione del verde. La realizzazione di interventi di rigenerazione urbana nella zone di via S.Lavagnini dovrà costituire occasione per opere di rinaturalizzazione di aree fluviali attualmente compromesse dalla presenza di opifici industriali, Tali aree dovranno essere progettate in maniera da collegarsi con il sistema delle aree verdi urbane. Allo stesso modo, gli interventi su via Sangallo dovranno definire elementi di connessione del verde urbano con il parco della fortezza di Poggio Imperiale.

5. CENTRO STORICO. Gli obiettivi primari sono la conservazione dei caratteri architettonici e degli elementi dell'impianto viario, la progressiva pedonalizzazione, lo sviluppo dell'area come centro commerciale naturale e centro civico. I locali a piano terra degli edifici, specialmente quelli che si affacciano sulla pubblica via, dovranno essere destinati ad attività terziarie. Per gli edifici monumentali e per i più importanti "palazzi", formatisi nel corso dell'ottocento con la riorganizzazione e fusione di cellule elementari di origine medievale, il PO dovrà garantire la conservazione ed il ripristino dei caratteri formali e tipologici; per gli edifici che hanno conservato l'impianto medievale originario potrà essere consentita, nel rispetto dei più importanti elementi formali e strutturali, la riorganizzazione funzionale delle unità abitative per un adeguamento alle esigenze della vita contemporanea; in situazioni di degrado o di incompatibilità degli edifici con il contesto architettonico e urbanistico del nucleo storico si potrà prevedere la ristrutturazione urbanistica. Nel complessivo disegno di valorizzazione del centro storico si attribuisce una particolare importanza alla riqualificazione degli spazi aperti e dell'arredo urbano.

6. TESSUTO COMPATTO DI FORMAZIONE OTTO-NOVECENTESCA. L'area costituisce il primo organico ampliamento della città al di fuori della cinta muraria medievale con un impianto urbanistico che ha trovato definizione nel periodo a cavallo del XIX e del XX secolo. Nonostante che l'area abbia subito modifiche rilevanti a causa degli eventi bellici e della successiva ricostruzione occorre conservarne l'impianto urbanistico e la presenza di attrezzature pubbliche e servizi collettivi, riqualificare la residenza e mantenere i caratteri degli edifici, o parti di edifici, che presentano elementi di valore architettonico. Sotto il profilo funzionale l'area presenta una vocazione di cerniera tra il nucleo storico e l'edificato più recente. Di conseguenza, la funzione residenziale dovrà mantenere una forte integrazione con le attività di tipo commerciale, direzionale e di servizio, sia private che pubbliche, con riferimento soprattutto agli edifici, alle strade e alle piazze che presentano caratteri particolarmente significativi nella definizione della zona come caposaldo dello spazio collettivo della città. Il PO potrà prevedere la ristrutturazione urbanistica di edifici ed aree che siano ritenuti degradati o incongrui rispetto al contesto urbano in cui si collocano. Gli eventuali interventi di ristrutturazione urbanistica dovranno sempre incrementare la dotazione di spazi pubblici ed il miglioramento delle infrastrutture. Inoltre, non si dovranno consentire interventi che comportino aggravio del carico urbanistico nelle zone per le quali sono state individuate criticità sotto il profilo acquedottistico. Tali interventi potranno essere consentiti nel PO esclusivamente a condizione che i problemi infrastrutturali siano risolti preventivamente o contestualmente rispetto alla esecuzione degli stessi.

7. EDIFICATO RECENTE DI PRIMA PERIFERIA. Sono aree a prevalente destinazione residenziale e di servizio che, come tali, vengono confermate dal Piano Strutturale. Nell'ambito di un naturale processo evolutivo, il PO dovrà consentire solo interventi di incremento della qualità complessiva, compreso la eventuale ristrutturazione urbanistica, definendo criteri di intervento da attribuire agli edifici, o gruppi di edifici, sulla base del loro valore architettonico e della compatibilità con il contesto urbano in cui si collocano. Gli eventuali interventi di ristrutturazione urbanistica dovranno sempre incrementare la dotazione di spazi pubblici ed il miglioramento delle infrastrutture. In particolare, non si dovranno consentire interventi che comportino aggravio del carico urbanistico nelle zone per le quali sono state individuate criticità sotto il profilo acquedottistico. Tali interventi potranno essere consentiti nel PO esclusivamente a condizione che i problemi infrastrutturali siano risolti preventivamente o contestualmente rispetto alla esecuzione degli stessi.

8. EDIFICATO RECENTE COLLINARE. Si tratta di un sistema organico per le peculiarità insediative che ne caratterizzano l'edificato: tre nuclei residenziali sparsi, separati tra loro dalle infrastruttura e dalla morfologia del territorio. Il primo si pone a coronamento del campo sportivo da una parte, mentre dall'altra, separato dalla via cassia, è a ridosso della strada Firenze Siena e dell'edificato urbano. Più a est, oltre il tracciato della Firenze-Siena, sorgono i nuclei di Casalino e Mocarello, separati tra loro perché sorgono alla conclusione di due diverse strade di crinale: la S.R. 429 e la strada per Papaiano. La similitudine formale corrisponde a un medesimo criterio di sviluppo della città che ha portato a un eccessivo consumo del territorio e a un sovvertimento degli antichi principi costruttivi, con il risultato di avere un insediamento indifferente all'ambiente circostante. Il PO potrà prevedere in questo ambito una limitatissima possibilità edificatoria a scopo residenziale solo se finalizzata a risolvere problemi infrastrutturali o eliminare fenomeni di degrado.

9. AREE MISTE URBANE. All'interno del centro urbano di Poggibonsi esistono alcune aree caratterizzate dalla commistione di fabbricati industriali, in parte ancora attivi e in parte dismessi o sottoutilizzati, con edifici a prevalente uso residenziale. Al loro interno convivono situazioni più o meno degradate e fabbricati in buono stato di conservazione. La identificazione e perimetrazione contenuta nel PS non significa, pertanto, che tali aree debbano essere interessate per tutta la loro estensione da previsioni di trasformazione, ma significa, piuttosto, che il PO dovrà reperire al loro interno i più significativi spazi di intervento per la rigenerazione urbana. Oltre a prevedere la realizzazione di edifici residenziali qualificati, gli interventi di ristrutturazione urbanistica dovranno contribuire in maniera significativa alla realizzazione delle condizioni spaziali che consentano lo sviluppo di un maggior livello di socialità, tramite la creazione di aree e strutture pubbliche attrezzate per funzioni culturali, ricreative o per funzioni di servizio, sia pubbliche che di interesse collettivo che, raggruppate in un sistema omogeneo con altri servizi esistenti, dovranno rafforzare la "struttura urbana" intesa come sistema strutturante di spazi pubblici formato da viali, strade, piazze, giardini e parchi tra loro connessi. In particolare, con gli interventi previsti si dovrà rafforzare e qualificare quella parte della struttura urbana che può definirsi come "sistema centrale degli spazi pubblici" e che più di ogni altra può soddisfare le esigenze di urbanità e di socialità che contribuiscono in maniera decisiva a determinare le condizioni di vita nella città, insieme a quelle caratteristiche dello spazio urbano che, ai fini del risultato complessivo della bellezza della città, precede anche la bellezza delle architetture dei singoli edifici. In particolare, la ristrutturazione urbanistica delle aree miste nella zona di Via Senese dovrà estendere e migliorare qualitativamente il sistema di spazi che si va formando nella zona della stazione e lungo la ferrovia (Parco urbano, piazza Mazzini, parcheggi a lato della stazione, parco dell'area Sardelli, sottopasso di largo Gramsci ...) in collegamento diretto con la città di impianto storico e la sua funzione di centro civico e di centro commerciale naturale. Un nuovo sistema di servizi, di funzioni collettive, di percorsi pedonali, dovrebbe in tal modo estendersi da largo Gramsci e dal centro storico fino al cavalcaferrovia di Romituzzo per collegarsi, infine, alla cintura verde che circonda il centro abitato di Poggibonsi. Alla ristrutturazione urbanistica delle aree lungo via Sangallo si assegna il compito particolare di creare una connessione tra la struttura verde del Poggio Imperiale e lo spazio collettivo della città. Nelle aree miste comprese tra la zona del Palagetto e quella di via Brigate Spartaco Lavagnini gli obiettivi principali soni quello di una rinaturalizzazione del fiume mediante creazione di spazi verdi e percorsi pedociclabili e quello di una connessione tra la struttura verde dei boschi e del parco di Montelonti con le aree lungo fiume e con lo spazio collettivo della città.

Gli interventi in piccole aree, di minore importanza nella configurazione della struttura urbana, dovranno comunque attenersi al criterio generale di apportare miglioramenti alla dotazione di servizi.

10. AREE MISTE DI MARGINE. Il centro urbano di Poggibonsi comprende un’area mista di margine sul confine orientale dell’abitato. Essa è costituita da una capiente struttura industriale con relativo ampio piazzale (Ex Fornace Le Piaggiole). Si tratta di un luogo degradato ma che, per la vicinanza alla superstrada Siena Firenze, presenta le qualità le potenzialità per ospitare funzioni legate ai servizi, ad attività direzionali e turistiche. La contiguità con il territorio aperto o con la fascia verde che circonda il centro urbano di Poggibonsi, conferisce all’area una importanza per la definizione del margine urbano e impongono una particolare attenzione nella progettazione paesaggistica degli interventi che dovrà essere affrontata mediante pianificazione attuativa.

11. CINTURA VERDE DEI SERVIZI E DEI MONUMENTI. La definizione delle aree di margine, altro elemento cardine della struttura urbana, è affidata, per il centro urbano di Poggibonsi, una "cintura verde", interessata dalla presenza cospicua di servizi e monumenti. All'interno di tale fascia trovano posto: i percorsi pedociclabili lungo lo Staggia e, nella sua parte urbana, lungo la ex ferrovia per Colle V.Elsa, o stadio comunale, i giardini di via Ancona, l'area scolastica di via Borgaccio, i giardini del Colombaio e l'area delle scuole medie, gli impianti sportivi del Bernino, il parco R. Baden Powell, il complesso della Magione, Il polo scolastico di Calcinaia, la caserma dei Vigili del Fuoco, l'Ospedale di Campostaggia, il deposito mezzi del trasporto pubblico, Villa Busi e il nucleo abitato di san Lucchese, la Basilica di San Lucchese, la fortezza di Poggio Imperiale, la Fonte delle Fate, i giardini del vallone, il castello di Badia, il cimitero, gli impianti sportivi di via dei Cipressi, la struttura ex "tiro al piattello" la villa e i boschi di Montelonti, le aree urbane lungo il fiume Elsa interessate dall'ANPIL, le aree che costeggiano il corso del Torrente Staggia. La parte della cintura verde collocata all'interno del centro abitato dovrà essere consolidata nella sua connotazione di spazio per funzioni pubbliche o di interesse collettivo (compreso le di attività sociali, culturali, aggregative, verde, poli scolastici, centri sportivi, ospedale ecc ...). La restante parte della cintura verde, pur collocandosi al di fuori del centro abitato, costituisce parte integrante dello spazio collettivo della città e contiene al proprio interno alcuni capisaldi con marcata funzione urbana (Fortezza di Poggio Imperiale, Fonte delle Fate, Basilica di San Lucchese, Struttura ex "tiro al piattello", complesso della Magione ...). Questo settore della cintura verde dovrà essere interamente concepito come una zona a parco urbano/parco territoriale con funzione di tessuto connettivo delle emergenze monumentali e delle funzioni pubbliche o di interesse collettivo ubicate al proprio interno.
Il PO dovrà inoltre prevedere una complessiva progettazione paesaggistica allo scopo di realizzare il disegno del margine urbano. Secondo i criteri fondamentali di progettazione urbana, i margini della città, per essere percepibili ed evidenti, dovranno essere caratterizzati da: continuità, visibilità, caratterizzazione rispetto all'intorno. Considerato che l'idea di margine comporta l'idea di ingresso, dovranno essere individuati e progettati (arredamenti, alberatura, sculture, fontane, pavimentazioni ...) anche gli ingressi alla città che ricadono nell'ambito della fascia in questione.

12 INFRASTRUTTURE. Il centro urbano di Poggibonsi risulta dotato di tutte le infrastrutture. Il PO dovrà tuttavia affrontare alcuni elementi di criticità, reale o percepita, in relazione alla struttura acquedottistica ed a quella viaria. Il principale elemento di criticità' in rapporto alle previsioni del piano Strutturale, riguarda l'acquedotto. In particolare, nella redazione del PO si dovrà tener conto che gli interventi (rigenerazione urbana o edificazione in lotti liberi nel tessuto consolidato) nelle aree servite dai depositi di Galloria o del Bernino potranno essere previsti solo se preventivamente o contestualmente saranno risolti i problemi che riguardano queste parti di acquedotto, sia di tipo strutturale che gestionale. La struttura viaria risulta adeguata alle necessità del centro urbano e possiede le caratteristiche per sostenere l'aggravio di traffico eventualmente generato dalla realizzazione degli interventi di rigenerazione urbana nella misura prevista dal PS. A scopo indicativo, per migliorare la circolazione veicolare nel centro di Poggibonsi, viene suggerita la necessità di un approfondimento progettuale sulla rotatoria di Largo Campidoglio e su quella di via San Gimignano. Sotto un profilo più strutturale, le eventuali opere da prendere in considerazione da parte degli organismi competenti sono costituita da una nuova uscita sulla Siena-Firenze in loc. Calcinaia-Ponte nuovo ed un ponte di attraversamento sul Torrente Staggia all'altezza dei giardini di via del Colombaio con collegamento diretto allo svincolo della superstrada. Dalle indagini svolte non risulta alcuna criticità per quanto riguarda lo smaltimento reflui o l'approvvigionamento di energia elettrica e di gas metano.

13. MEDIE STRUTTURE DI VENDITA. La previsione delle Medie Strutture di Vendita da inserire nel quadro previsionale strategico e nel Piano Operativo dovrà essere definita tenendo conto dei seguenti elementi:

  • - localizzazione compatibile con l'organizzazione della complessiva circolazione stradale;
  • - compatibilità della destinazione commerciale e della dimensione dell'attività con i caratteri ambientali e funzionali delle varie zone, che potranno essere, di volta in volta, residenziali o produttive;
  • - localizzazione e dimensione delle attività compatibili con la necessità di una adeguata sistemazione dell'area in termini di parcheggi, viabilità e arredo urbano.

Prescrizioni ambientali

Poiché il serbatoio Galloria risulta al limite delle potenzialità di lavoro, interventi che comportino un aumento di consumo idrico, necessitano preliminari interventi a carattere strutturale, oltre al potenziamento delle condotte in uscita dal serbatoio stesso.
In vista di trasformazioni che prevedano un incremento di carico urbanistico dovrà essere affrontata e risolta la criticità dovuta al cedimento strutturale della fognatura di Campostaggia, che è stata tamponata tramite un sollevamento provvisorio.

DIMENSIONAMENTO

Destinazioni d'uso / alloggi / famiglie Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 1.096.079
Commerciale grandi strutture mq SUL 4.507
Commerciale medie strutture mq SUL 8.574
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 73.219
Turistico ricettivo posti letto 567
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 1.194
Alloggi n. 10.032
Famiglie n. 9.415
Alloggi non occupati n. 1.027
Dimensionamento delle trasformazioni urbanistiche e saturazioni nel tessuto consolidato Un. Mis. Q.tà
Residenziale compreso esercizi di vicinato mq SUL 80.000
Commerciale medie strutture mq SUL 12.000
Direzionale compreso strutture private di servizio mq SUL 30.000
Commercio all'ingrosso e depositi mq SUL 5.000
Turistico - ricettivo posti letto 200
Capacità abitativa Un. Mis. Q.tà
Abitanti residenti n. 21.941
Abitanti stimati insediabili in alloggi non occupati n. 2.523
Abitanti insediabili per nuova previsione n. 2.000
Abitanti totali insediabili n. 26.440

Art. 85 UTOE 4 Bellavista

Il nucleo urbano di Bellavista si è formato, nella sua attuale consistenza, in epoca recente. Mentre a Staggia e a Poggibonsi la strada è stata l'elemento generatore principale, a Bellavista il tracciato viario ha assunto solo il ruolo funzionale di attraversamento veloce in cui sono totalmente assenti punti di aggregazione e di riconoscimento formale. Gli elementi di riconoscibilità di questa area sono, infatti, solo parzialmente legati ad alcuni nuclei preesistenti lungo la via Cassia e il torrente Staggia. Il tessuto residenziale più recente è invece composto da due zone omogenee al loro interno, cresciute a mezza costa sotto il borgo di Megognano. Di queste due parti, quella più vicina al corso del torrente Staggia si è sviluppata secondo i modelli della casa uni e bifamiliare, con un massimo di due piani, fronte arretrato rispetto alla sede stradale, recinzioni e protezione dei giardini. L'altra area residenziale caratterizzata da edifici in linea e da fabbricati a schiera di dimensioni maggiori, con ampi spazi aperti e disposti a gruppi lungo tracciati viari privi di gerarchie. Nonostante che le due parti appartengano ad un unico versante che degrada dolcemente verso il corso d'acqua, questa continuità è interrotta dalla negazione delle trame che formavano il tessuto agricolo e che ora sono state sovvertite da nuovi percorsi, indifferenti alla morfologia del territorio, e dalle lottizzazioni. Gli sbancamenti i muri di contenimento, le recinzioni e altri elementi di divisione hanno interrotto il rapporto di continuità che esisteva tra la collina e il fondo valle. In ragione di quanto sopra, l'obiettivo del PS per Bellavista è quello di una qualificazione dello spazio collettivo ma, a differenza di altre situazioni, la questione non può essere affrontata mediante interventi di ristrutturazione urbanistica ma esclusivamente mediante la progettazione degli ampi spazi pubblici e la dotazione di servizi che attribuiscano alle aree centrali del nucleo urbano una funzione aggregativa ed una più definita riconoscibilità. Per il dimensionamento viene pertanto utilizzata la superficie residua dal RU, arrotondata a 1000 mq, da utilizzare per eventuali interventi di edificazione in lotti liberi nel tessuto consolidato.

DIMENSIONAMENTO

Destinazioni d'uso / alloggi / famiglie Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 60.498
Commerciale medie strutture mq SUL 312
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 80
Alloggi n. 584
Famiglie n. 572
Alloggi non occupati n. 19
Dimensionamento delle trasformazioni urbanistiche e saturazioni nel tessuto consolidato Un. Mis. Q.tà
Residenziale compreso esercizi di vicinato mq SUL 1.000
Capacità abitativa Un. Mis. Q.tà
Abitanti residenti n. 1.469
Abitanti stimati insediabili in alloggi non occupati n. 52
Abitanti insediabili per nuova previsione n. 25
Abitanti totali insediabili n. 1.546

Art. 86 UTOE 6 Staggia Senese

1. PERIODIZZAZIONE DELL'EDIFICATO. Le fasi di crescita di Staggia Senese sono ben evidenti: lungo l'asse principale, la via Cassia, si è formato un nucleo medievale perimetrato da una cinta muraria ancora esistente ed una rocca sul lato orientale verso il torrente. Sono leggibili le aggiunte esterne alle mura, sempre lungo la via Cassia, e e la crescita edilizia degli ultimi quaranta anni nella parte meridionale.

2. ARTICOLAZIONE DELLO SPAZIO URBANO Lo spazio urbano di staggia è pertanto articolato nei seguenti ambiti: nucleo storico, ambito di rispetto del nucleo storico; tessuto compatto di formazione otto novecentesca; edificato recente di prima periferia; aree miste urbane.

3. SPAZIO COLLETTIVO. Nello spazio collettivo del centro urbano di staggia si individuano i seguenti capisaldi: Città di impianto storico; Aggregazioni, rete del verde urbano e servizi nella città contemporanea.

4. INDIRIZZI, PRESCRIZIONI E CRITERI PER IL PIANO OPERATIVO

  • - Il PO non dovrà prevedere alcuna espansione del centro urbano di Staggia Senese. Le nuove esigenze abitative, commerciali, direzionali o di servizio dovranno essere soddisfatte mediante interventi di rigenerazione urbana o mediante la edificazione di lotti liberi all'interno del tessuto consolidato.
  • - Nella formulazione delle previsioni di PO dovranno essere privilegiati quegli interventi di rigenerazione urbana che, per la loro posizione e dimensione, consentano la realizzazione di aree pubbliche e funzioni di interesse generale direttamente e che possano consentire una valorizzazione del nucleo storico, diradandone i volumi che vi si accostano e riordinando l'edificato nelle aree di pertinenza anche mediante interventi di ristrutturazione urbanistica.
  • - Tutti gli interventi dovranno accompagnarsi, dove necessario, ad una razionalizzazione e adeguamento delle infrastrutture (acquedotto, fognatura, viabilità ...). A tale scopo la previsione dei singoli interventi nel PO dovrà coordinarsi con i programmi dell'amministrazione comunale, degli altri enti pubblici e dei gestori dei servizi.
  • - La definizione del margine urbano è affidato al rafforzamento e ulteriore qualificazione della fascia di rispetto del centro storico e dell'area che separa il nucleo urbano dal torrente Staggia. Sul lato occidentale, l'abitato di Saggia è circondato dalla circonvallazione stradale che ne definisce fortemente il limite. Il disegno del margine urbano su tale lato è pertanto affidato alle opere di corredo della stessa circonvallazione stradale (alberature, siepi. .
  • - La dotazione di servizi per il nucleo di staggia dovrà essere opportunamente raccordata con il disegno di razionalizzazione degli stessi su scala comunale e con il rafforzamento delle politiche per il trasporto pubblico locale.
  • - Negli ambiti urbani di impianto storico e nelle aree definite dai capisaldi dello spazio collettivo si dovrà perseguire l'obiettivo di qualificare l'offerta commerciale potenziando e incentivando la presenza di attività di vicinato e, in generale, delle attività di servizio (artigianato di servizio, esercizi di somministrazione ...). A tale scopo il PO dovrà prevedere una riqualificazione, anche mediante progettazione particolareggiata, degli spazi della mobilità pedonale e ciclabile.

Tutti gli interventi di ristrutturazione urbanistica o di edificazione dei lotti liberi dovranno prevedere l'utilizzo di criteri costruttivi che minimizzino il consumo di energia. A tale scopo dovrà essere introdotta una nuova ed appropriata normativa all'interno del Regolamento Edilizio.

All'interno degli atti di governo del territorio dovranno essere predisposte le linee guida per la progettazione del verde, considerata, in particolare, la funzione che il verde urbano riveste per Staggia Senese nella definizione e qualificazione dello spazio collettivo della città.

5. CENTRO STORICO. Gli obiettivi primari sono la conservazione dei caratteri architettonici e degli elementi dell'impianto viario, la progressiva pedonalizzazione, lo sviluppo dell'area come spazio culturale e centro commerciale naturale I locali a piano terra degli edifici che si affacciano sulla pubblica via dovranno essere destinati ad attività terziarie. Per gli edifici monumentali e per i più importanti "palazzi", formatisi nel corso dell'ottocento con la riorganizzazione e fusione di cellule elementari di origine medievale, il PO dovrà garantire la conservazione ed il ripristino dei caratteri formali e tipologici; per gli edifici che hanno conservato l'impianto medievale originario potrà essere consentita, nel rispetto dei più importanti elementi formali e strutturali, la riorganizzazione funzionale delle unità abitative per un adeguamento alle esigenze della vita contemporanea; in situazioni di degrado o di incompatibilità degli edifici con il contesto architettonico e urbanistico del nucleo storico si potrà prevedere la ristrutturazione urbanistica. Nel complessivo disegno di valorizzazione del centro storico si attribuisce una particolare importanza alla riqualificazione degli spazi aperti e dell'arredo urbano.

6. TESSUTO COMPATTO DI FORMAZIONE OTTO-NOVECENTESCA. L'area costituisce il primo organico ampliamento della città al di fuori della cinta muraria medievale con un impianto urbanistico che ha trovato definizione nel periodo a cavallo del XIX e del XX secolo. Considerata la ridotta estensione dell'area, la stessa dovrà essere assimilata al centro storico.

Gli eventuali interventi di ristrutturazione urbanistica dovranno sempre incrementare la dotazione di spazi pubblici ed il miglioramento delle infrastrutture. Inoltre, non si dovranno consentire interventi che comportino aggravio del carico urbanistico nelle zone per le quali sono state individuate criticità sotto il profilo acquedottistico. Tali interventi potranno essere consentiti nel PO esclusivamente a condizione che i problemi infrastrutturali siano risolti preventivamente o contestualmente rispetto alla esecuzione degli stessi.

7. EDIFICATO RECENTE DI PRIMA PERIFERIA. Sono aree a prevalente destinazione residenziale e di servizio che, come tali, vengono confermate dal Piano Strutturale. Nell'ambito di un naturale processo evolutivo, il PO dovrà consentire solo interventi di incremento della qualità complessiva, compreso la eventuale ristrutturazione urbanistica, definendo criteri di intervento da attribuire agli edifici, o gruppi di edifici, sulla base del loro valore architettonico e della compatibilità con il contesto urbano in cui si collocano. Gli eventuali interventi di ristrutturazione urbanistica dovranno sempre incrementare la dotazione di spazi pubblici ed il miglioramento delle infrastrutture.

8. AREE MISTE URBANE. All'interno del centro urbano di Staggia esistono alcune aree caratterizzate dalla commistione di fabbricati industriali dismessi o sottoutilizzati, con edifici a prevalente uso residenziale. Il PO dovrà pertanto concentrare all'interno di tali aree gli interventi di ristrutturazione urbanistica che dovranno comunque attenersi al criterio generale di apportare miglioramenti alla dotazione di servizi.

9. INFRASTRUTTURE. Il centro urbano di Staggia risulta dotato di tutte le infrastrutture. Il PO dovrà tuttavia affrontare alcuni elementi di criticità in relazione alla struttura acquedottistica. In particolare, nella redazione del PO si dovrà tener conto che gli interventi (rigenerazione urbana o edificazione in lotti liberi nel tessuto consolidato) potranno essere previsti solo se preventivamente o contestualmente saranno risolti i problemi che riguardano l'approvvigionamento idrico.

Prescrizioni ambientali

Devono essere adeguate le strutture di sollevamento di Staggia al fine di risolvere i problemi provocati al depuratore di Castellina Scalo perché la rete fognaria di tipo misto, raccoglie anche le acque di falda della sorgente Fontana e l'attuale stazione di sollevamento crea problemi di rumorosità e lesioni alle tubazioni.

DIMENSIONAMENTO

Destinazioni d'uso / alloggi / famiglie Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 109.431
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 1.262
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 551
Alloggi n. 1.130
Famiglie n. 1.034
Alloggi non occupati n. 120
Dimensionamento delle trasformazioni urbanistiche e saturazioni nel tessuto consolidato Un. Mis. Q.tà
Residenziale compreso esercizi di vicinato mq SUL 5.000
Direzionale compreso strutture private di servizio mq SUL 1.700
Turistico - ricettivo posti letto 135
Capacità abitativa Un. Mis. Q.tà
Abitanti residenti n. 2.548
Abitanti stimati insediabili in alloggi non occupati n. 297
Abitanti insediabili per nuova previsione n. 125
Abitanti totali insediabili n. 2.970

Art. 87 UTOE 2 FOCI - LAME

La zona industriale Foci Lame si è formata sostanzialmente a partire dal 1971, prima con una edificazione diretta e poi, dalla fine degli anni 70, con piani attuativi, compreso un PIP di iniziativa comunale. Solo le zone derivanti da piano attuativo sono dotate delle necessarie aree di standard (verde, parcheggi. . )
Nella zona industriale Foci.Lame si possono individuare i seguenti ambiti:

  • - insediamenti derivanti da intervento diretto;
  • - insediamenti realizzati mediante piano attuativo;
  • - zona mista di Via Pisana;
  • - area mista di margine loc. Lame.

Insediamenti derivanti da intervento diretto. La zona, anche in considerazione delle previsioni dei vigenti strumenti urbanistici, risulta in via di completamento. Il PO consentirà interventi sugli edifici esistenti favorendo il consolidamento delle funzioni artigianali ed industriali, nonché l’insediamento, in misura complementare e funzionale alle attività produttive essitenti, delle attività di servizio e quei tipi di commercio che, per le loro caratteristiche merceologiche e/o dimensionali, non possano trovare posto nell’ambito di zone prevalentemente residenziali. La edificazione di completamento sarà consentita nel PO senza eccedere rispetto alla capacità edificatoria prevista negli strumenti urbanistici vigenti e fermo restando che la relativa quantità di SUL dovrà essere detratta dal dimensionamento complessivo del PS per la zona dei Foci e non aggiungersi ad esso.

Insediamenti realizzati mediante piano attuativo. I piani attuativi per la edificazione delle zone di espansione industriale risultano già approvati, convenzionati e, in parte, realizzati. Le quantità complessivamente previste dal PO e dai piani attuativi approvati vengono confermate con il dimensionamento del PS, riproponendo le quantità edificabili già previste nel PO stesso e non ancora realizzate. Il PO dovrà tuttavia prevedere un ampliamento delle aree da destinare a standard urbanistici prendendo atto che una parte degli edifici nella zona dei Foci presenta una destinazione commerciale-direzionale e che, in ottemperanza ai criteri contenuti nel PIT e nel PTCP, dovrà essere studiato un assetto di dettaglio che consenta un migliore inserimento dell'area produttiva nel contesto paesaggistico di riferimento. In particolare, le nuove sistemazioni dovranno includere lo spazio compreso tra il margine dell'edificato attuale e il Torrente Foci, in maniera da creare una fascia verde che può svolgere una funzione di limite urbano collegandosi tendenzialmente alla fascia verde dei servizi e dei monumenti che circonda il centro urbano di Poggibonsi ed alla zona prevista per la creazione di un'Area Naturale Protetta di Interesse Locale lungo il Fiume Elsa. Le aree di standard dovranno essere destinate a verde e parcheggi. Di conseguenza l'insediamento produttivo, oltre alle funzioni propriamente industriali-artigianali, potrà comprendere, entro i limiti del proprio dimensionamento e non in aggiunta ad esso, quelle funzioni che per loro caratteristica potrebbero anche far parte, secondo le elaborazioni prodotte fin qui dalla disciplina e dalla manualistica urbanistica, del centro dei servizi e attrezzature di corredo alle zone produttive e che sono usualmente considerate come aree di standard. Si tratta di servizi generali quali sportelli postali e bancari, sedi di fiera campionaria per la promozione delle attività economiche del territorio, mense e altri servizi complementari. Allo stesso modo, è consentita, nei limiti del dimensionamento di PS, il commercio di materiali ingombranti come individuati dal Codice Regionale del Commercio.

Zona mista di Via Pisana. La zona edificata lungo la via Pisana, nella parte al di fuori del centro urbano di Poggibonsi, ha ormai perso da tempo il carattere di zona industriale artigianale. Lo stesso fenomeno si è verificato, ed in misura più consistente, nelle aree confinanti collocate nel comune di Barberino Val d’Elsa. Questo fenomeno di trasformazione graduale di una vasta area lungo la strada 429 ha messo in evidenza un consistente fenomeno di carenza infrastrutturale. Allo scopo di affrontare le criticità emerse, il PO potrà prevedere la definitiva trasformazione dell’area in polo commerciale direzionale, a condizione che la stessa possa essere dotata, anche mediante piani attuativi o interventi convenzionati, delle necessarie opere di urbanizzazione compreso l’adeguamento della viabilità principale, da realizzarsi in collaborazione con il Comune di Barberino Val d’Elsa, ed un percorso pedonale di collegamento con il centro urbano di Poggibonsi.

Area mista di margine loc. Lame. La zona delle Lame, punto di snodo tra l'area artigianale industriale dei Foci e quella ormai prevalentemente terziaria di Via Pisana, è interessata da una serie eterogenea di attività: residenze, commercio, fabbricati artigianali, stazioni di servizio, depositi del consorzio Agrario. La vicinanza con il raccordo tra la nuova strada 429 e la superstrada Siena-Firenze conferisce all'area una particolare vocazione ad ospitare funzioni legate alla logistica, al deposito di materiali o al commercio all'ingrosso che il PO, nei limiti del dimensionamento del PS, potrà consentire negli edifici esistenti e nelle relative aree di pertinenza con progetti che, oltre a soddisfare le esigenze funzionali sopra richiamate, conferiscano a tutta l'area un complessivo miglioramento della qualità paesaggistica.

Prescrizioni ambientali

Poiché il serbatoio Galloria risulta al limite delle potenzialità di lavoro, interventi che comportino un aumento di consumo idrico, necessitano preliminari interventi a carattere strutturale, oltre al potenziamento delle condotte in uscita dal serbatoio stesso.
In vista delle nuove previsioni urbanistiche deve essere rivisto il sollevamento della condotta che transita per Foci a causa delle ingenti quantità di acqua meteorica che vi si riversano L'incremento di carico urbanistico a destinazione residenziale dovrà essere accompagnato da un progetto di riduzione del rumore, anche attraverso l'introduzione di elementi naturali con funzione fonoassorbente.

DIMENSIONAMENTO

Destinazioni d'uso / alloggi / famiglie Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 17.784
Commerciale grandi strutture mq SUL 3.850
Commerciale medie strutture mq SUL 8.057
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 5.490
Alloggi n. 101
Famiglie n. 90
Alloggi non occupati n. 12
Dimensionamento delle trasformazioni urbanistiche e saturazioni nel tessuto consolidato Un. Mis. Q.tà
Residenziale compreso esercizi di vicinato mq SUL 600
Commerciale medie strutture mq SUL 16.000
Direzionale compreso strutture private di servizio mq SUL 12.000
Dimensionamento degli insediamenti di nuovo impianto e saturazioni nel tessuto produttivo Un. Mis. Q.tà
Commerciale medie strutture mq SUL 5.000
Direzionale compreso strutture private di servizio mq SUL 5.000
Artigianale - industriale, compreso commercio all'ingrosso e depositi*** mq SUL 200.000

*** comprensivo interventi diretti nel tessuto produttivo consolidato

Capacità abitativa Un. Mis. Q.tà
Abitanti residenti n. 221
Abitanti stimati insediabili in alloggi non occupati n. 27
Abitanti insediabili per nuova previsione n. 15
Abitanti totali insediabili n. 263

Art. 88 UTOE 3 DROVE

La zona industriale di Drove, collocata in un versante non visibile dal centro urbano rappresenta la conclusione estrema della città lungo la via cassia superando i limiti comunali per continuare nel territorio di Barberino Val d’Elsa. Fasce urbane facilmente distinguibili partono dalla città con un tessuto compatto, proseguono con una espansione residenziale sparsa a bassa densità, per concludersi con una zona industriale esterna poco percepibile e separata dalla città. L’area assume quindi un carattere di omogeneità funzionale anche quando il sistema, che si è espanso abbandonando la direzione tracciata dalla via Cassia, segue quella identificata dal percorso della superstrada Firenze Siena. Il limite nord, verso il crinale di Cinciano, è poco visibile, tranne dove incontra la vegetazione a ridosso del Drove di Tattera, ma fortemente percepibile per il diverso uso del suolo e per la diversa vocazione ambientale dei due sistemi. La zona è stata edificata a partire dai primi anni 70 senza un minimo di piano attuativo, non esiste alcuna dotazione di spazi pubblici o di aree di standard. La vicinanza con l’uscita di Poggibonsi nord sulla Siena-Firenze attribuisce all’area una vocazione commerciale direzionale che trova riscontro nel dimensionamento di PS. Nella UTOE Drove non sono consentite zone di espansione ma esclusivamente interventi fino alla ristrutturazione urbanistica ed alla edificazione di singoli lotti di completamento, attraverso interventi convenzionati collegati al miglioramento nella dotazione di attrezzature pubbliche ed aree di standard. Per finalità connesse ad esigenze di attività produttive presenti nel territorio, in sede di PO potrà essere prevista la possibilità di inserimento di nuove aree a completamento dell’impianto urbanistico sul lato est della via Cassia, avendo cura di mantenere opportuni varchi di connessione ecologica e paesaggistica in corrispondenza dell’ambito del torrente Drove.

Prescrizioni ambientali

A Drove deve essere risolto il problema di alcuni scarichi diretti, gestiti da privati, che dovranno essere collegati e convogliati alla depurazione.

DIMENSIONAMENTO

Destinazioni d'uso / alloggi / famiglie Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 7.770
Commerciale medie strutture mq SUL 2.020
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 7.878
Alloggi n. 33
Famiglie n. 27
Alloggi non occupati n. 8
Dimensionamento delle trasformazioni urbanistiche e saturazioni nel tessuto consolidato Un. Mis. Q.tà
Residenziale compreso esercizi di vicinato mq SUL -
Commerciale medie strutture mq SUL 2.500
Direzionale compreso strutture private di servizio mq SUL 2.500
Artigianale - industriale, compreso commercio all'ingrosso e depositi mq SUL 2.500
Turistico - ricettivo posti letto -
Dimensionamento degli insediamenti di nuovo impianto e saturazioni nel tessuto produttivo Un. Mis. Q.tà
Commerciale medie strutture mq SUL 2.000
Direzionale compreso strutture private di servizio mq SUL 8.000
Artigianale - industriale, compreso commercio all'ingrosso e depositi mq SUL 6.000
Capacità abitativa Un. Mis. Q.tà
Abitanti residenti n. 76
Abitanti stimati insediabili in alloggi non occupati n. 24
Abitanti insediabili per nuova previsione n. 0
Abitanti totali insediabili n. 100

Art. 89 UTOE 5 Pian dei peschi

La zona industriale di Pian dei Peschi si è sviluppata a partire dagli anni 60, con tutti i problemi di inserimento nel territorio riscontrati per l’insediamento residenziale di Bellavista moltiplicati per l’assenza, in questo caso, di qualsiasi pianificazione attuativa. Tutti gli interventi dovranno essere rivolti alla riqualificazione degli insediamenti produttivi esistenti ed al miglioramento della dotazione di standard urbanistici, anche attraverso operazioni di ristrutturazione urbanistica. Eventuali interventi di completamento dei residui lotti liberi dovranno essere attuati attraverso interventi convenzionati che prevedano, oltre alle dotazioni di standard relative ai nuovi interventi, quote aggiuntive finalizzate alla riqualificazione del tessuto esistente. Un obiettivo del PO dovrà essere quello di una più marcata separazione visiva tra la zona industriale di Pian dei Peschi e quella residenziale di Bellavista. il PO dovrà individuare le categorie di intervento da consentire ai fini di una complessiva riqualificazione dell’area.

DIMENSIONAMENTO

Destinazioni d'uso / alloggi / famiglie Un. Mis. Q.tà
Residenze, negozi, botteghe mq SUL 4.398
Commerciale medie strutture mq SUL 811
Direzionale e attività private di servizio mq SUL 523
Strutture produttive agricole e altri annessi mq SUL 650
Alloggi n. 33
Famiglie n. 24
Alloggi non occupati n. 10
Dimensionamento delle trasformazioni urbanistiche e saturazioni nel tessuto consolidato Un. Mis. Q.tà
Residenziale compreso esercizi di vicinato mq SUL 600
Dimensionamento degli insediamenti di nuovo impianto e saturazioni nel tessuto produttivo Un. Mis. Q.tà
Artigianale - industriale, compreso commercio all'ingrosso e depositi*** mq SUL 16.000

*** comprensivo interventi diretti nel tessuto produttivo consolidato

Capacità abitativa Un. Mis. Q.tà
Abitanti residenti n. 54
Abitanti stimati insediabili in alloggi non occupati n. 24
Abitanti insediabili per nuova previsione n. 0
Abitanti totali insediabili n. 78
Ultimo aggiornamento 29.01.2021 - 16:28