Disciplina del Piano Strutturale


Art. 34 Articolazione della struttura insediativa

1. Sono componenti della struttura insediativa:

  • - Il sistema urbano;
  • - gli insediamenti minori;
  • - i sistemi infrastrutturali
  • - i sistemi produttivi
  • - i sistemi tecnologici

2. Gli insediamenti del territorio urbanizzato e quelli del territorio rurale sono analizzati in ragione del periodo della loro edificazione, dell'ambito di appartenenza, della destinazione d'uso al piano terra e di quella dei piani superiori, della estensione dell'area di pertinenza. I caratteri architettonici e l'inserimento paesaggistico dei fabbricati, compreso l'edificato minore, sono rappresentati mediante un'ampia documentazione fotografica estesa generalmente a tutti i lati degli edifici ed alla loro visione d'insieme nel contesto in cui si collocano. Le informazioni di cui sopra, reperite mediante schedatura capillare dell'edificato, sono tutte confluite nel SIT del Comune di Poggibonsi in maniera che ne sia consentito l'aggiornamento. Le schede confluite nel SIT sono alla base delle previsioni del PS in ordine alla definizione degli ambiti di appartenenza, al dimensionamento del massimo carico sostenibile, alla previsione degli standard urbanistici. Con il PO, le schede dovranno essere opportunamente sviluppate fino a contenere la previsione delle categorie di intervento consentite su ogni edificio.

Art. 35 Invarianti strutturali della struttura insediativa

1. I principali caratteri identitari della struttura insediativa nel Comune di Poggibonsi sono costituiti dalla configurazione morfotipologica del sistema urbano che si sviluppa in forma lineare nella valle dello Staggia, dalla forma dei centri urbani, dall'ordinato e netto rapporto di alterità fra tessiture urbane e tessiture agrarie rurali, dal dispiegarsi della trama degli spazi pubblici e collettivi della città, dalla costellazione di nuclei rurali, beni storico architettonici e case coloniche che caratterizzano il territorio rurale, dalla viabilità storica. L'attuale struttura insediativa è generata dalla evoluzione dei nuclei storici e dal formarsi di un sistema di spazi pubblici e collettivi che ha accompagnato l'espansione urbana della seconda metà del XX secolo. Per il territorio rurale il principio generatore risiede, invece, nella gerarchia di componenti che si è formata nel corso dei secoli tra centri aziendali (Ville fattoria) o centri religiosi e la costellazione dei nuclei rurali e poderali, fino alle singole case coloniche.

2. Le regole relative all'uso e riproduzione degli elementi che caratterizzano positivamente la struttura insediativa sono stabilite al presente capo con riferimento agli spazi insediativi, al patrimonio edilizio esistente, allo spazio collettivo nel sistema urbano, ai centri storici, ai margini della città, alle aree produttive, al sistema insediativo nel territorio rurale ed ai suoi capisaldi, alle infrastrutture.

Art. 36 Spazi insediativi nel territorio comunale

1. Il territorio comunale di Poggibonsi è connotato da una modalità insediativa ove le componenti urbane e quelle del territorio aperto caratterizzano il paesaggio per la forte riconoscibilità delle une e delle altre. Nell'ambito di tale configurazione spaziale si presentano come risorse costitutive del sistema del policentrismo insediativo:

  1. a) Il sistema urbano, formato dai centri di Poggibonsi, Bellavista e Staggia Senese, che, con le rispettive aree di pertinenza, costituiscono il sistema del territorio urbanizzato.
  2. b) Le aree produttive di Foci-Lame, Drove, Piandipeschi, anch'esse appartenenti al sistema del territorio urbanizzato;
  3. c) I principali nuclei rurali ed insediamenti sparsi che costellano il territorio sono i seguenti:
    • BENI STORICO ARCHITETTONICI E RELATIVE AREE DI PERTINENZA: Piecorto, Torre del Chito, il Poggio, Villa Cinciano, Villa Ellerone, Case Torri, Sornano, Pancole, Casalino, Poggiagrilli, Gavignano, Agresto, Ormanni, Gaggiano, Giuggiolo, Montefalconi, La Collina, La Palma, Canonica, Montelonti, Villore di sopra Badia, Fonte delle Fate Tresto, Strozzavolpe, Villore di Sotto, San Lucchese, Villa Frosini, San Pietro a Megognano, Rocchetta, Megognano Poggiarello, Gruccia, Villa Pini, Villa Lecchi, Santa Lucia, Vianci, Caligiano, Fontana, San Silvestro, Verrucola, Caduta, Vivaia, S.Antonio al Bosco.
    • AGGREGATI: Ellerone, San Giorgio Vecchio, San Giorgio, Poggiagrilli, Gavignano, Mocarello, Papaiano, Calcinaia, Luco, Talciona, Poggio di Villore, Montemorli, Case San Lorenzo, Podere Spedaletto, Torrione, San Fabiano, Castiglioni, Pian di Pini, Lecchi, Case Bolzano.

Quando l'area di pertinenza dell'aggregato è anche area di pertinenza di un BSA prevalgono le disposizioni relative a queste ultime, fatte salve comunque quelle regole d'uso contenute nella disciplina degli aggregati, se non contrastano con i criteri insediativi definiti per le pertinenze dei BSA.

Art. 37 Il patrimonio edilizio e urbanistico esistente

1. Allo scopo di poter definire adeguate strategie di valorizzazione degli insediamenti che costituiscono il sistema policentrico del Comune di Poggibonsi, il PS contiene una rilevazione del patrimonio edilizio e urbanistico esistente articolata come segue:

  1. a) Patrimonio edilizio urbano suddiviso in:
    • - Insediamento storico: edifici presenti al 1825 e edifici costruiti fra il 1825v e il 1939;
    • - Insediamento recente, suddiviso nei periodi 1939-1971, 1971-2001-2001-2012, con la specificazione degli interventi diretti e quelli derivanti da piani attuativi;
  2. b) Patrimonio edilizio extraurbano suddiviso in:
    • - Insediamento storico: edifici presenti al 1825 e edifici costruiti fra il 1825 e il 1939;
    • - Insediamento recente, suddiviso nei periodi 1939-1979, 1979-2012;

2. Il sistema del territorio urbanizzato è articolato come segue:

  • ambiti interni ai centri abitati
    • - nucleo storico;
    • - tessuto compatto di formazione otto-novecentesca;
    • - edificato recente di prima periferia;
    • - edificato recente collinare;
    • - edificato recente di tipo produttivo;
    • - aree miste urbane
    • - aree miste di margine
    • - cintura verde dei servizi e dei monumenti (parte interna).
  • ambiti esterni ai centri abitati
    • - cintura verde dei servizi e dei monumenti (parte esterna);
    • - spazi verdi del margine urbano
    • - zona di rispetto del nucleo storico di Staggia Senese.

3. Il sistema insediativo del territorio aperto è suddiviso nei seguenti ambiti:

  • - edifici appartenenti alla trama dei nuclei rurali;
  • - edificato sparso.

Nella cartografia relativa agli ambiti dell'edificato sono poi individuati, per il territorio rurale, i contesti periurbani e le aree di pertinenza dei beni storico architettonici. Questi ultimi derivano direttamente dal PTCP. I primi corrispondono, invece, alle aree che, pur essendo classificate nel PTCP come pertinenze dei centri urbani, appartengono al territorio rurale per le loro caratteristiche fisiche e funzionali.

4. Il RU, sviluppando gli elementi contenuti nelle schede di rilievo, dovrà predisporre una disciplina che regoli le trasformazioni del patrimonio edilizio esistente sulla base del valore ad essi attribuito, tuteli la integrità fisica e tipologica degli edifici di maggior valore, gradui la modificazione degli edifici più modesti in funzione del contesto in cui si collocano, sviluppi una definizione morfotipologica degli interventi più complessi di rigenerazione urbana.

Art. 38 Lo spazio collettivo nei centri del sistema urbano

1. lo spazio collettivo della città è costituito da un sistema unitario di aree e di edifici inglobati nel territorio urbanizzato. Sono spazi interessati da un uso comune per larghi strati della popolazione, per i quali rappresentano la sede e i luoghi dell'esperienza collettiva.

2. Lo spazio collettivo è diffuso in tutti gli ambiti urbani ed è tendenzialmente definito da una serie di componenti: spazi ed edifici pubblici, attività centrali ed aree centrali, monumenti, servizi urbani, verde e spazi aperti. La qualità e la dimensione dello spazio collettivo sono elementi costitutivi del carattere accessibile ed inclusivo di una città. La loro definizione si inserisce, pertanto, entro i processi di integrazione di tutti i cittadini nella vita urbana e rappresenta, insieme alle forme sociali di accesso alla residenza, una concreta modalità di sviluppo della democrazia e di riduzione delle disuguaglianze nella utilizzazione dello spazio urbano.

3. Nello spazio collettivo del sistema urbano di Poggibonsi si individuano i seguenti capisaldi:

  • - Polo monumentale fortezza/San Lucchese.
  • - Città di impianto storico/centro civico/ centro commerciale naturale;
  • - Nodo stazione/ferrovia;
  • - Aggregazioni, rete del verde urbano e servizi nella città contemporanea;

4. Entro lo spazio collettivo trovano posto e svolgono un ruolo preminente gli spazi pubblici del verde, dei servizi e della socialità riferiti, in linea generale, alle attrezzature per l'istruzione, attrezzature culturali, attrezzature religiose, attrezzature sanitarie, attrezzature sociali, attrezzature sportive, parchi, verde e spazi aperti;

5. Alcuni spazi fra quelli sopra elencati sono compresi fra i cosiddetti "standard" individuati dal DM 1444/68. In tali casi, ottemperando alle disposizioni di cui all'art,53, comma 2-lettera c) della LR 1/2005, la parte strategica del PS dovrà individuare le modalità di reperimento delle infrastrutture ed i servizi necessari a soddisfare le esigenze degli insediamenti nelle quantità stabilite dal citato DM 1444/68 e dalle specifiche normative di settore.

6. Fermo restando quanto stabilito al comma precedente e preso atto che in tema di standard urbanistici la quantità rappresenta presupposto e supporto della qualità, l'obiettivo assegnato alla parte operativa della pianificazione è quello di definire un sistema urbano che riesca a fornire un adeguato livello di benessere attraverso la realizzazione delle attrezzature e degli spazi di interesse collettivo che, riconducibili o meno al tradizionale concetto di standard, risultino utili al soddisfacimento delle esigenze dei cittadini. In ottemperanza a tale principio tutti gli interventi di rigenerazione urbana previsti dagli atti di governo del territorio dovranno incrementare la superficie dello spazio collettivo e accrescerne la qualità. Gli stessi atti di governo del territorio dovranno dare priorità alla trasformazione di quelle aree che per le loro caratteristiche e la loro collocazione consentono un collegamento diretto con le altre aree del sistema dello spazio collettivo.

7. Tenendo in considerazione le caratteristiche del sistema insediativo del Comune di Poggibonsi, le sue peculiarità storiche, naturali ed i criteri generali cui si ispira il PS, la eventuale riorganizzazione territoriale dei servizi scolastici dovrà svilupparsi eliminando quei frazionamenti ritenuti inopportuni sotto il profilo didattico ed economico, accorpando le attrezzature entro più funzionali poli scolastici o localizzandole in ambiti di rigenerazione urbana.

8 . Con gli atti di governo del territorio si dovrà inoltre razionalizzare il processo di formazione del "sistema dei servizi" coordinando gli interventi di trasformazione urbanistica con gli strumenti di programmazione comunale in tema di opere pubbliche, mirando in tal modo a consentire una migliore fruizione dei servizi ed una contestuale riduzione dei costi di gestione e manutenzione degli stessi.

9. Le componenti del sistema del verde sono individuate dal Dpgr 2/R/2007 come modificato dal Dpgr 32/R/2017, con le categorie del verde urbano, del verde di connettività urbana e del verde attrezzato, il PS persegue l'obiettivo di un disegno urbanistico-paesistico nel quale si compongono e si organizzano rapporti fra i diversi spazi verdi urbani, fra gli spazi verdi urbani e le aree verdi extraurbane, fra il territorio urbanizzato ed il territorio rurale circostante.

Art. 39 Centri storici

1. Nell'ambito del sistema urbano, i centri storici costituiscono i nuclei originari dello spazio collettivo, coincidono con il centro istituzionale, religioso e commerciale dei rispettivi ambiti urbani definendone, con particolare significatività, i caratteri identitari. Essi appartengono al patrimonio culturale collettivo e svolgono un ruolo particolarmente importante nella definizione delle invarianti strutturali.

2. Per i centri storici le scelte strategiche ed operative della pianificazione dovranno orientarsi verso la continuità del ruolo e della identità culturale connessi all'equilibrio delle funzioni residenziali, commerciali e terziarie, alla fruibilità degli spazi pubblici, alla permanenza delle funzioni civili e culturali, alla tutela dell'immagine architettonica e urbana connessa alla conservazione degli edifici di antica formazione. Dovrà essere inoltre tutelata la permanenza e la valorizzazione della rete commerciale minore, strettamente integrata alla configurazione dei centri storici, secondo una composizione equilibrata che lasci spazi significativi anche per i consumi quotidiani e di prima necessità, orientando scelte conseguenti nei confronti della grande distribuzione.

Art. 40 I margini della città

1. La definizione del paesaggio urbano e dei suoi margini è affidata alla presenza di cinture verdi e di parti di rete ecologica: tessuto connettivo di un sistema di parchi urbani, periurbani, agricoli o fluviali che, circondando e penetrando la città, ne riqualificano gli spazi pubblici e ne costituiscono le nuove "mura",. In particolare, nell'ambito del centro urbano di Poggibonsi e della relativa area di pertinenza, viene individuata una "cintura verde", interessata dalla presenza cospicua di servizi e monumenti, che caratterizza l'identità territoriale e paesaggistica della città e contribuisce a definirne l'immagine percepibile dai principali punti di osservazione, dalle più importanti arterie viarie e dai numerosi varchi visuali che si aprono nel contesto edificato dello stesso centro urbano.

2. All'interno dell'area sono da garantire le seguenti prestazioni:

  1. a) mantenimento della matrice agricola nella parte rurale dell'area, sia attraverso il recupero delle coltivazioni sia con la limitazione della edificazione aggiuntiva non contigua all'edificato esistente;
  2. b) reperimento di aree vocate da destinare a orti urbani;
  3. c) elevata qualità percettiva ed ecologica della fascia di contatto tra edificato, infrastrutture e territorio aperto, da mantenere ed incrementare attraverso una adeguata progettazione paesistica ed una limitazione degli interventi di trasformazione alle sole funzioni pubbliche o di interesse collettivo (Attrezzature pubbliche, aree scolastiche, impianti sportivi, housing sociale ...);
  4. d) costituzione di una rete estesa di percorsi pedonali e/o ciclabili fruibili pubblicamente;

3. In alcune parti del territorio, il limite delle Utoe, laddove non si estende la cintura verde dei servizi e dei monumenti o l'area di pertinenza del centro storico di Staggia, è sottolineato dalla presenza di "spazi verdi del margine urbano" che separano tale limite dal centro abitato. Si tratta di aree soggette esclusivamente alla sistemazione paesaggistica per la costituzione del margine urbano, alla riqualificazione dell'edificato eventualmente esistente senza aumento della SUL, alla funzione di verde privato, verde pubblico, parcheggi, attrezzature pubbliche o servizi collettivi che non comportino la occupazione del suolo inedificato con nuove unità volumetriche di tipo permanente.

4. Per le aree individuate nel PTCP come pertinenza dei centri appartenenti al sistema urbano provinciale, quando non interessate da più restrittivi vincoli e limitazioni imposti dalla disciplina di PS, valgono le disposizioni di cui all'art. 13.12 della disciplina di PTCP che, con particolare riferimento ai criteri di ammissibilità della nuova edificazione, dovrà produrre effetti positivi quali:

  • - la tutela della tessitura agraria;
  • - il restauro degli elementi del paesaggio agrario tradizionale in stato di abbandono;
  • - il recupero delle relazioni funzionali, ambientali e visive;
  • - la formazione di orti per autoconsumo con annessi concentrati o unificati;
  • - il riordino delle recinzioni da realizzare prevalentemente con siepi vive;
  • - la riconfigurazione del paesaggio urbano di margine attraverso la ricontestualizzazione dell'edilizia periferica, da riqualificare sul piano architettonico, degli annessi, della vegetazione arborea di corredo, degli spazi aperti, del margine urbano;
  • - il riordino della viabilità di servizio da equipaggiare mediante filari arborei e/o arbustivi collegati al disegno d'insieme del paesaggio.

Art. 41 Caratteri generali delle scelte insediative

1. Allo scopo di valorizzare gli elementi che caratterizzano positivamente la struttura policentrica del territorio comunale, le scelte insediative dovranno inserirsi entro un quadro complessivo di progettazione paesistica che comprenda e definisca compiutamente l'assetto delle aree del margine urbano nel più generale insieme costituito dal paesaggio collinare, dalla trama delle aree verdi interne agli insediamenti e dei vuoti urbani.

2. In particolare, le scelte insediative dovranno:

  • - rispettare gli andamenti morfologici dei suoli e la percezione degli elementi significativi del paesaggio;
  • - considerare le caratteristiche fisico-naturali dei suoli e le tracce storicamente consolidate ancora visibili;
  • - Mantenere i centri urbani entro una dimensione che consenta agli abitanti di raggiungere a piedi la maggior parte delle destinazioni, soddisfacendo le esigenze di urbanità e di socialità a breve distanza dalle proprie abitazioni.
  • - privilegiare le forme insediative compatte rispetto alle forme frammentate e polverizzate, riducendo in tal modo i costi di infrastrutturazione e aumentando l'accessibilità ai servizi tramite forme di mobilità "lenta" o, comunque, alternative a quella motorizzata privata. Le eventuali addizioni residenziali dovranno essere realizzate con forme compatte ed in stretta contiguità ad insediamenti esistenti, in modo da contenere il consumo di suolo;
  • - privilegiare la riqualificazione funzionale e la ristrutturazione urbanistica delle aree di frangia e delle aree urbane dismesse, favorendo la utilizzazione come spazi pubblici dei cosiddetti "vuoti urbani" ed incrementando la qualità delle aree verdi in ambito urbano;
  • - evitare le espansioni insediative lineari lungo gli assi stradali;
  • - evitare le conurbazioni diffuse e l'esportazione di modelli urbani in territorio rurale.
  • - assicurare la persistenza delle relazioni storicamente consolidate tra insediamenti e contesto agricolo circostante garantendo in particolare la permanenza delle coltivazioni a maglia fitta circostanti gli abitati;
  • - promuovere la tutela dei complessi edilizi censiti nel Ptcp, mantenendo le relazioni storicamente consolidate degli stessi con le rispettive aree di pertinenza.
  • - in coerenza con gli obiettivi di qualità e le direttive della Scheda d'Ambito n. 9 del vigente PIT-PPR, assicurare che eventuali nuove espansioni e nuovi carichi insediativi siano coerenti per tipi edilizi, materiali, colori ed altezze, e opportunamente inseriti nel contesto paesaggistico senza alterarne la qualità morfologica e percettiva.

3. Sono comunque vietate forme frammentate e polverizzate, dispersioni insediative urbane nel territorio rurale, saldature fra centri dotati di propria configurazione, crescite lineari lungo la viabilità, modelli insediativi in contrasto con gli andamenti morfologici e con la percezione degli elementi significativi del paesaggio.

Art. 42 Individuazione delle risorse relative alla capacità produttiva

1. La connotazione di città produttiva è percepita come uno dei principali elementi identitari dai cittadini di Poggibonsi. Il carattere produttivo, di tipo segnatamente manifatturiero, è fisicamente rappresentato dalle zone industriali di Foci, di Pian di Peschi e di Drove. Nell'ambito del PS, tali zone costituiscono, pertanto, le risorse relative alla capacità produttiva, da incrementare anche mediante politiche finalizzate ad attrarre nuovi investimenti e ad introdurre settori produttivi tecnologicamente avanzati.

2. Nell'ambito di una visione d'insieme, le parti strategiche ed operative della pianificazione dovranno definire una specifica articolazione di contenuti insediativi correlata ai caratteri paesaggistici, urbanistici e infrastrutturali di ogni singola area. Fermo restando che ognuna di esse appartiene a pieno titolo al Circondario ad elevata densità produttiva della Val d'Elsa.

Art. 43 Caratteristiche delle aree produttive

1. La struttura produttiva di Foci, per il livello delle infrastrutture e della funzionalità, come per l'inserimento in sistemi e reti di ampio raggio, costituisce un polo di vasto interesse, con una influenza che va anche oltre l'ambito provinciale. La vocazione naturale delle aree produttive di Poggibonsi, ed in particolare quella di Foci, è pertanto di organizzare un'offerta localizzativa di elevate capacità, altamente infrastrutturata e funzionale alle esigenze competitive delle imprese. Le aree produttive di Poggibonsi dovranno, di conseguenza, mantenere il loro carattere prevalentemente manifatturiero e tecnologico, evitando di trasformare i poli industriali in centri commerciali con conseguente depauperamento dei "centri commerciali naturali" e dei centri urbani in generale.

2. Oltre alle attività artigianali e industriali, le aree produttive potranno ospitare, in misura complementare e funzionale alla loro vocazione produttiva, le attività di servizio e quei tipi di commercio che, per le loro caratteristiche merceologiche e/o dimensionali, non possano trovare posto nell'ambito di zone prevalentemente residenziali.

3. In coerenza con gli obiettivi di qualità e le direttive della Scheda d’Ambito n. 9 del vigente PIT-PPR, nell’ambito della redazione dei Piani Operativi dovrà essere valutata la possibilità di promuovere il recupero ambientale, urbanistico e architettonico delle piattaforme produttive esistenti come “Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate” (A.P.E.A.), laddove ve ne siano le condizioni di fattibilità.

Art. 44 Nuove aree produttive

1. Quando si ritengano esaurite, o in via di esaurimento, le possibilità edificatorie nelle aree esistenti e si ravvisi, allo stesso tempo, l'esistenza di una domanda per l'insediamento di nuove attività produttive, si procederà, preferibilmente, con l'aumento della densità edificatoria degli insediamenti produttivi esistenti, ampliandone contestualmente la superficie complessiva per poter adeguare gli standard urbanistici ed inserire le aree produttive in un più ampio contesto paesaggistico. Il procedimento di cui sopra è, ovviamente, riferito alle previsioni da inserire nel PO, nel rispetto della SUL compresa nel dimensionamento di PS e non in aggiunta ad essa.

2. Qualora le caratteristiche delle nuove attività produttive da insediare differiscano dalle usuali attività manifatturiere (come ad es. le attività di servizio o legate alla logistica), oppure presentino necessità specifiche che non possono essere adeguatamente soddisfatte dagli insediamenti produttivi esistenti, si potranno prevedere nuove aree produttive rispettando i seguenti criteri:

  • - la compattezza del disegno organizzativo, con conseguente risparmio della risorsa suolo;
  • - la creazione di margini ben identificati in maniera da assicurare l'ordinato e netto rapporto di alterità tra il costruito e le tessiture agrarie, rispettando in tal modo i modelli insediativi consolidati;
  • - la prossimità con altre aree per insediamenti produttivi al fine di poter beneficiare di una "economia di scala" nella dotazione di servizi e infrastrutture, configurandosi in tal modo come completamento e naturale sviluppo del comprensorio produttivo esistente;
  • - la prossimità di adeguate infrastrutture di collegamento con arterie stradali importanti e con altre zone della toscana, evitando in tal modo la necessità di costose opere di urbanizzazione e di ulteriore consumo di suolo;
  • - la collocazione entro il perimetro del territorio urbanizzato come si è venuto configurando col succedersi degli strumenti urbanistici, recepito nel PTCP e riproposto con il presente PS.

3. La previsione, negli strumenti operativi della pianificazione, di nuove aree produttive dovrà prendere in considerazione un ambito più ampio dell'area da qualificare come zona industriale in maniera che sia definito un adeguato inserimento di queste ultime nel contesto paesaggistico in cui si collocano.

Art. 45 Struttura insediativa del territorio rurale

1. La struttura insediativa del territorio rurale si colloca all'interno di un contesto caratterizzato in maniera significativa sotto il profilo paesaggistico e conseguentemente interessato dalla presenza di emergenze paesaggistiche come la viabilità storica o la rete ecologica. Per il sistema insediativo del territorio rurale viene pertanto definito un quadro generale che, nel rispetto dei criteri derivanti dal riconoscimento dei caratteri identitari e dei principi generativi, individui i criteri di miglioramento ambientale e stabilisca le attività e le trasformazioni che gli atti di governo del territorio potranno prevedere.

2. Il riuso di edifici nel territorio aperto dovrà essere previsto con criteri tali da non comprometterne il carattere originario o da danneggiare il contesto paesistico di tipo rurale con diffusione di carico urbanistico tale da gravare impropriamente sulla rete insediativa e infrastrutturale minore con insostenibili aumenti di popolazione residente.

3. Le riconversioni residenziali del patrimonio edilizio rurale potranno essere consentite dal PO a condizione che non si introducano elementi dissonanti nel paesaggio agrario, con eccessiva frammentazione dei volumi e delle aree di pertinenza o con la realizzazione di nuovi "volumi di servizio". Dovranno essere disincentivati, mediante limitazioni alla possibilità di riutilizzo dei fabbricati, quei frazionamenti che determinino la separazione dei fondi dagli immobili

4. Nella definizione degli interventi urbanistico edilizi ammissibili, la tutela e valorizzazione di edifici e manufatti di interesse testimoniale o di valore storico architettonico prevale su eventuali esigenze di carattere economico produttivo.

5. Nel territorio rurale, gli impegni di nuovo suolo sono consentiti esclusivamente per finalità collegate con la conservazione o lo sviluppo dell'agricoltura e delle attività integrative, con i criteri e le modalità definiti al Titolo IV, Capo III della L.R. 65/14.

Art. 46 Capisaldi del sistema insediativo del territorio rurale

1. Il sistema insediativo storicamente consolidato nel territorio aperto è formato dalla costellazione di beni storico architettonici e aggregati di antica formazione che, con le rispettive aree di pertinenza, costituiscono, mediante una trama consolidata di relazioni ed il susseguirsi delle diverse tessiture agrarie, l'ossatura del sistema insediativo nel paesaggio collinare. Gli elementi da tutelare sono rappresentati principalmente dagli edifici rurali di tipologia tradizionale.

2. La casa rurale di impianto storico, compresa nei nuclei rurali o di insediamento sparso, anche quando abbandonata, utilizzata al solo scopo residenziale o, comunque, non collegata a strutture produttive agrarie, rappresenta uno degli elementi più importanti per la caratterizzazione del paesaggio agrario e deve, pertanto, essere tutelata nel suo aspetto esteriore, nell'ambiente circostante e nelle principali caratteristiche degli spazi interni. Gli strumenti operativi della pianificazione dovranno individuare le regole per il recupero dei paramenti murari, tetti, porte e finestre, per il disegno di nuove aperture e per il recupero dell'ambiente circostante. Tali regole dovranno orientarsi:

  • - al mantenimento delle dimensioni di porte e finestre, in quanto l'equilibrio compositivo delle facciate di una casa contadina si basa principalmente sulle proporzioni tra murature e aperture;
  • - alla definizione dei caratteri di eventuali nuove aperture sulla base di quelle tradizionali;
  • - alla conservazione, nei casi in cui ciò non sia impossibile, dei vecchi paramenti murari;
  • - alla definizione dei caratteri di eventuali nuovi paramenti sulla base di quelli preesistenti;
  • - alla conservazione, o alla riproduzione, dei tetti;
  • - alla interpretazione della casa rurale e del suo intorno come elementi inseparabili e complementari, con sistemazione semplice e sobria dello spazio aperto ed il rispetto dei dislivelli naturali.

3. Sono altresì da tutelare l'integrità percettiva dei nuclei rurali e degli scenari da essi percepiti, le visuali panoramiche che traguardano i nuclei lungo i tratti di viabilità panoramici, le forme del rapporto edifici/paesaggio come definite dagli elementi che si combinano con l'ambiente naturale (percorsi pedonali, viali alberati, vegetazione, sistemazioni agrarie etc.), con particolare riferimento alla tessitura agraria di impianto mezzadrile ancora esistente e con particolare attenzione alla coltivazione dell'olivo.

4. Le parti strategiche ed operative della pianificazione dovranno prevedere particolari forme di tutela per gli edifici individuati come beni storico architettonici e per le loro aree di pertinenza.

Art. 47 Le reti

1. Il sistema delle reti è composto dalla rete del trasporto e dalle reti tecnologiche.

2. Il sistema della rete del trasporto riguarda la struttura viaria, comprensiva delle differenti categorie di strade classificate ai sensi del Nuovo Codice della Strada, e la linea ferroviaria.

3. Le reti tecnologiche sono costituite dalle strutture riguardanti l'adduzione e distribuzione dell'acqua per fini idropotabili, il colletta mento delle acque usate, gli impianti di trattamento dei reflui pubblici e privati, i luoghi destinati alla raccolta, trattamento e stoccaggio dei rifiuti, il trasporto e distribuzione dell'energia elettrica, il trasporto e distribuzione del gas metano, le reti di telecomunicazione.

4. I criteri di tutela e di sviluppo per la rete del trasporto sono specificati al presente capo mentre per le reti tecnologiche valgono le disposizioni del capo II relativamente alla tutela della qualità dell'aria e dell'acqua.

Art. 48 Rete viaria

La rete viaria del Comune di Poggibonsi è composta, oltre che dalle strade urbane, dalla viabilità extraurbana principale, dalla viabilità extraurbana secondaria, dalle strade locali e dagli itinerari ciclopedonali.

Art. 49 Viabilità principale

La viabilità principale, corrispondente alla categoria di tipo B "Strade extraurbane principali" nella classificazione funzionale del Nuovo codice della strada, è costituita dalla strada Siena Firenze. L'obiettivo del PS è quello di una maggiore caratterizzazione di tale strada come arteria che nel tratto in cui attraversa il territorio comunale riesca a servire con maggiore efficacia e adeguata dotazione di svincoli gli insediamenti del sistema urbano di Poggibonsi ed in particolare l'insediamento industriale di Pian dei peschi e quello residenziale di Bellavista

Art. 50 Rete stradale secondaria

La rete stradale secondaria comprende alcuni tratti delle seguenti strade: S.R.2 Cassia, S.R. 68 Val di Cecina, S.R.429 Val d'Elsa, S.P.1 San Gimignano, S.P 51 Castellina in Chianti, S.P.70 Castello di staggia, S.P. 131 Castagnoli. Fanno inoltre parte della rete stradale secondaria le arterie che, nell'attraversamento urbano, consentono il collegamento fra i vari rami delle strade extraurbane sopra elencate. L'obiettivo del PS è quello di massimizzare, sia attraverso integrazioni infrastrutturali sia con misure gestionali di regolamentazione della viabilità e della sosta, la compatibilità tra le esigenze della mobilità urbana con quelle della fruizione in sicurezza degli spazi pubblici, del comfort acustico, della tutela dell'inquinamento atmosferico, privilegiando forme di mobilità alternativa a quella meccanizzata privata.

Art. 51 Rete locale

1. La rete locale è formata, oltre che dalle strade urbane, dalle strade vicinali ad uso pubblico e dalle strade comunali. Il Comune di Poggibonsi, con propria Deliberazione di Consiglio Comunale n.97/1966, ha classificato le strade vicinali di uso pubblico e le strade comunali extraurbane.

2. Sono strade vicinali di uso pubblico: strada di Badia. Strada Buia, strada della Leccia, strada delle Piaggiole, strada di Fossoli, strada di Sornano, strada di Cepparello, strada di Scarni, strada di Cavalle, strada della Gruccia, strada di Campo a Peri, strada di San Fabiano, strada dei Carfini,strada Maremmana, strada della Collina, strada della Bossola, strada di San Pietro a Padule, strada di Orneto, strada di Ceneracola, strada della Rocchetta, strada della Mutola, strada delle Cantine, strada delle Pietre, strada di Vivaia, strada di Novoli, strada della Verrucola, strada degli Ormanni, strada di Piandicampi, strada della Chiesa vecchia di San Giorgio, strada di Papaiano di sopra, strada della Querciola, strada di Poggi di Villore, strada di Sotterra, strada di Cedda, strada di Montecuccheri, strada di Bolzano.

3. Sono strade comunali extraurbane: strada Megognano-Bellavista, strada S.Giorgio-Cinciano-Piecorto, strada della Paneretta, strada del Cimitero di San Giorgio, strada del Cimitero di Cedda, strada di Montefalconi, strada di Montemorli, strada di Canonica, strada del Cimitero del Capoluogo, strada di Talciona, strada di Casamaggiore, strada di Lecchi, strada del Cimitero di Staggia e della stazione Ferroviaria, strada di Spedaletto, strada di S. Antonio al Bosco, strada di S.Lucia, strada di San Lucchese, strada di Luco, strada di Castiglioni.

4. L'assetto attuale delle strade vicinali dovrebbe essere riconfigurato prendendo atto delle modifiche intervenute nel periodo che intercorre dal 1966 ad oggi. Anche sotto il profilo funzionale dovrebbe esserne incrementato l'utilizzo ciclopedonale, anche con finalità turistiche o ricreative, curandone ove possibile la connessione con la direttrice ciclopedonale Poggibonsi-Buonconvento, da estendersi anchealla zona industriale dei Foci.

5. Per le strade comunali, l'obiettivo del PS è quello del mantenimento dell'efficienza della rete extraurbana secondaria, limitando gli ampliamenti alle necessità create dalla evoluzione degli insediamenti, nonché alla risoluzione di problematiche pregresse.

6. In coerenza con gli obiettivi di qualità e le direttive della Scheda d’Ambito n. 9 del vigente PIT-PPR, l’obiettivo del PS è favorire il potenziamento di una rete di fruizione lenta del territorio, valorizzando viabilità minore e sentieri esistenti, compresi i percorsi di fondovalle, e qualificando nuclei storici e borghi rurali come nodi e punti di sosta di un sistema di itinerari.

Art. 52 rete ferroviaria

Il PS considera la rete ferroviaria come una opportunità fondamentale per l'incremento della offerta di Trasporto Pubblico Locale nel medio-lungo periodo e considera essenziale incrementare l'offerta di mobilità su ferro favorendone l'interconnessione sia con il TPL su gomma che con la mobilità su mezzi privati con adeguati parcheggi scambiatori in corrispondenza della stazione.

Art. 53 Viabilità storica

1. Nell'ambito del sistema infrastrutturale, la viabilità storica è quella dotata di permanenza, riconoscibile nelle cartografie catastali leopoldine o di impianto e rintracciabile sul territorio. Essa appartiene alla struttura profonda del territorio e rappresenta la rete di fruizione storica dello stesso in armonia con i contesti paesaggistici attraversati.

2. La rete della viabilità storica si è strutturata nel tempo conformandosi alla morfologia del territorio con due diverse modalità: la prima è costituita dall'attraversamento longitudinale dei fondovalle insediati da parte delle principali arterie stradali; la seconda prevede una serie di rami stradali che, partendo dal fondovalle, percorrono i crinali e le loro aree di contesto, formando entità omogenee con queste ultime e con i nuclei rurali intercettati.

3. La categoria della viabilità storica comprende anche le strade di interesse paesistico, la viabilità minore e le strade bianche.

4. La viabilità storica costituisce elemento di primaria importanza nella definizione della struttura identitaria dell territorio ed i relativi elementi di tutela sono costituiti da:

  • - la garanzia della fruizione pubblica
  • - i caratteri planoaltimetrici generali dei tracciati;
  • - le opere di raccolta e convogliamento delle acque;
  • - le opere d'arte ed i segnali di viaggio;
  • - le opere di sistemazione e contenimento del terreno;
  • - le alberature segnaletiche, gli allineamenti arborei e le siepi ornamentali;
  • - i manufatti di arredo (lavatoi, fontanili, pozzi, muretti, elementi arborei, siepi).

5. Eventuali modifiche di tracciato dovranno essere disciplinate in sede di Piano Operativo che dovrà contenere, in base a valutazione storico-paesaggistica ed in conformità al vigente PTCP, specifici criteri e prescrizioni (caratteristiche geometriche, raggi di curvatura, materiali, sistemazioni circostanti etc.).

6. Una particolare attenzione dovrà essere dedicata alla larghezza ed all’andamento dei tracciati originari. Il PO potrà prevederne limitate modifiche, se finalizzate alla sicurezza delle persone, a condizione che ne venga mantenuto il ruolo paesaggistico, assicurando che eventuali modifiche del tracciato stradale posto sulle dorsali mantengano una posizione di crinale e si adattino alla morfologia del terreno.

7. Per le strade bianche dovranno essere vietate asfaltature con asfalto tradizionale - bitume. Per le strade bianche, la modifica del tipo di fondo stradale sarà ammessa solo nei tratti particolarmente impervi, per tratti da rendere più sicuri in funzione di insediamenti, nuclei o complessi e per le destinazioni e attività ivi svolte nonché in prossimità dei nuclei abitati. In tali casi si dovranno comunque prevedere sistemazioni con terre stabilizzate, asfalti ecologici o altri materiali che garantiscano un buon risultato dal punto di vista paesaggistico;

8. La viabilità storica comprende anche il tracciato ferroviario dismesso tra Poggibonsi e Colle di val d'elsa. Tale infrastruttura offre una fruizione originale del paesaggio permettendo spostamenti in forma alternativa a quelli meccanizzati. Tale caratteristica dovrà essere conservata e la pista pedociclabile potrà essere dotata di adeguate strutture che ne favoriscano la utilizzazione da parte dei cittadini.

9. In coerenza con gli obiettivi di qualità e le direttive della Scheda d’Ambito n. 9 del vigente PIT-PPR, dovranno essere tutelate e riqualificate le relazioni tra viabilità storica e territorio agricolo mediante la conservazione o ricostituzione del corredo arboreo, dei manufatti minori, delle opere di sostegno.

Art. 54 Fasce di ambientazione delle infrastrutture lineari di trasporto

1. La realizzazione e l'ampliamento delle infrastrutture lineari di trasporto di interesse sovracomunale si attua all'interno dei corridoi infrastrutturali da individuare esattamente nel PO.

2. Nella progettazione di nuove infrastrutture di trasporto lineari, nonché nella progettazione di ampliamenti e varianti di tracciati esistenti, è da prevedersi una fascia di ambientazione all'interno della quale realizzare interventi specifici finalizzati a raccordare in termini ecosistemici, funzionali e percettivi l'infrastruttura con i contesti attraversati.

3. Gli interventi da realizzarsi all'interno delle fasce di ambientazione dovranno in particolare assicurare: a) il raccordo del sedime infrastrutturale con la morfologia circostante, da ottenersi mediante modellazioni del suolo che adottino livelli di acclività compatibili con lo sviluppo delle fitocenosi autoctone, limitando ai casi di dimostrata necessità il ricorso ai muri di contenimento; b) il raccordo del sedime infrastrutturale con la tessitura agraria attraversata, da ottenersi con specie arboree ed arbustive coerenti con i caratteri del paesaggio; c) la riconduzione alle soglie di legge dei livelli di inquinamento acustico, da ottenersi sia con strutture realizzate mediante elementi naturali quali terreno e fitocenosi sia con pannelli fonoassorbenti; d) la possibilità per i piccoli animali di sottopassare o sovrapassare il sedime della infrastruttura, con intervalli tra i passaggi da definire in fase progettuale, ma comunque non superiori ai 500m.

4. Gli strumenti operativi della pianificazione dovranno garantire che non sia consentita la realizzazione di insediamenti che, per forma e dimensione, impediscano o limitino in maniera significativa l'immediata percezione dei contesti di valore paesaggistico dalle strade principali o dalle direttrici storiche e che non sia consentita, in linea generale, l'apertura di nuovi fronti di costruito lungo viabilità panoramiche prive di insediamenti. 5.Nell'ambito degli strumenti operativi della pianificazione dovrà essere valutata la possibilità di realizzare punti di sosta di interesse panoramico previo censimento di quelli esistenti. Per punti di sosta panoramici debbono intendersi quelli, esistenti o da realizzare, che si collocano nelle aree di massima intervisibilità rappresentate negli elaborati grafici del PS.

5. Gli strumenti operativi della pianificazione dovranno stabilire le regole per il recupero e manutenzione dei muri a secco che delimitano la viabilità previo censimento degli stessi con riferimento particolare alla viabilità storica, alle zone soggette a vincolo paesaggistico di cui al D.Lgs 42/2004, alle aree di contesto dei crinali.

6. Gli strumenti operativi della pianificazione, nel rispetto delle normative di settore e dei criteri di cui ai commi precedenti, potranno prevedere anche nuovi assetti per gli impianti di distribuzione dei carburanti e relative strutture di servizio.

Art. 55 Servizi di livello intercomunale

Sul territorio del Comune di Poggibonsi insistono i seguenti servizi di livello intercomunale.

  • -Ospedale
  • -Scuole medie superiori
  • -Vigili del Fuoco
  • -Depuratore
  • -Termovalorizzatore
  • -Centro per lo sviluppo di nuove tecnologie
Ultimo aggiornamento 29.01.2021 - 16:28