Disciplina del Piano Strutturale


Art. 22 Rischio sismico

1. In materia di rischio sismico, secondo la legislazione vigente in materia, il PS persegue l'obiettivo di determinare negli strumenti operativi della pianificazione scelte mirate e idonee che tendano ad assicurare la riduzione del rischio sismico mediante la valutazione preliminare degli effetti locali o di sito ai fini della riduzione di tale rischio, che consente di individuare:

  • - probabili fenomeni di amplificazione stratigrafica, topografica e per morfologie sepolte;
  • - presenza di faglie e/o strutture tettoniche;
  • - contatti tra litotipi a caratteristiche fisico-meccaniche significativamente differenti;
  • - accentuazione della instabilità dei pendii;
  • - terreni suscettibili a liquefazione e/o addensamento;
  • - terreni soggetti a cedimenti diffusi e differenziali.

Tale valutazione viene rappresentata nel PS da uno studio di Microzonazione Sismica (MS) di livello 1 secondo i criteri definiti nelle specifiche tecniche di cui all'O.D.P.C.M. n. 3907/2010.

2. Per la caratterizzazione del territorio in funzione della pericolosità sismica i risultati dello studio di MS di livello 1 sono stati correlati alla classificazione sismica attribuita al Comune di Poggibonsi dalla D.G.R. n. 878 del 08.10.2012, per cui il territorio comunale è stato conseguentemente suddiviso nelle seguenti classi:

  • - S.4 Pericolosità sismica molto elevata: zone suscettibili di instabilità di versante attiva che pertanto potrebbero subire una accentuazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici.
  • - S.3 Pericolosità sismica elevata: zone suscettibili di instabilità di versante quiesciente che pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti che possono dar luogo a cedimenti diffusi; terreni suscettibili di liquefazione dinamica; zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse; aree interessate da deformazioni legate alla presenza di faglie attive e faglie capaci (faglie che potenzialmente possono creare deformazione in superficie); zone stabili suscettibili di amplificazione locale caratterizzate da un alto contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido entro alcune decine di metri.
  • S.2 Pericolosità sismica media: zone suscettibili di instabilità di versante inattiva e che pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone stabili suscettibili di amplificazioni locali (che non rientrano tra quelli previsti per la classe di pericolosità sismica S.3).
  • S.1 Pericolosità sismica bassa: zone stabili caratterizzate dalla presenza di litotipi assimilabili al substrato rigido in affioramento con morfologia pianeggiante o poco inclinata e dove non si ritengono probabili fenomeni di amplificazione o instabilità indotta dalla sollecitazione sismica.

3. Sulla base delle criticità riscontrate, delle classi di pericolosità sismica attribuite e della normativa vigente, nella fase operativa della pianificazione saranno stabiliti i tipi di intervento consentiti e le eventuali prescrizioni per la realizzazione degli stessi.

Ultimo aggiornamento 29.01.2021 - 16:28