Disciplina del Piano Strutturale


Art. 64 Aree vincolate con DM 29/8/1970

1. Sono le aree identificate dal DM 29/8/1970 come "Zona circostante la superstrada Siena-Firenze nel territorio nel comune di Poggibonsi" e vincolate in quanto " la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché ricca di vegetazione tipica delle colline toscane, con uliveti, vigneti e cipressi che incorniciano i complessi monumentali di Strozzavolpe, di Luco e Linari, e qualificati insediamenti come Megognano. La zona inoltre è adiacente a quella già precedentemente vincolata comprendente l'ex fortezza ed il convento di San Lucchese ed il castello di Montelonti. In tal modo si realizza organicamente una tutela paesistica su un insieme di territori che si qualifica, in maniera omogenea, interessante e paesisticamente caratteristica.".

2. Trattasi di zona caratterizzata dalla tipica vegetazione collinare toscana e da complessi monumentali come quelli di Luco e Strozzavolpe. Aggiungendosi all'area già vincolata con DM 6/4/65 porta alla definizione di un organico comprensorio fortemente caratterizzato sotto il profilo paesistico. Permane tutt'oggi il valore estetico percettivo delle parti più significative della zona nonostante l'incidenza sul paesaggio dello sviluppo urbano e industriale di Poggibonsi, l'allargamento della maglia agraria con rarefazione della coltura promiscua a vantaggio di monocolture, l'installazione di barriere acustiche/visive ai bordi della Siena-Firenze o i tralicci, pali e antenne che segnalano una spinta deruralizzazione dell'area.

3. Per le aree di cui al comma 1 valgono i criteri e le procedure autorizzative stabilite dal D.Lgs 42/2004 e dal Titolo VI Capo IV della L.R. 1/2005

4. Nella definizione delle scelte insediative e delle categorie di intervento sul patrimonio edilizio esistente, da inserire nella parte strategica e operativa della pianificazione, dovranno essere tenute in considerazione le ragioni del vincolo come descritte nel D.M. in questione e nella specifica disciplina del PIT/PPR. In particolare, con la disciplina del PO dovranno essere perseguiti i seguenti obiettivi:

  • - Tutela integrale dei pochi brani di coltura promiscua esistente anche attraverso il recupero degli oliveti abbandonati e l'eliminazione delle forme invasive del bosco;
  • - Conservazione della configurazione esterna delle aree pertinenziali, dei tipi edilizi e dei caratteri architettonici più significativi dei complessi colonici presenti nel territorio aperto;
  • - Conservazione del rapporto diretto tra aree pertinenziali dei complessi colonici e territorio agricolo;
  • - Tutela dell'ampia percezione visiva goduta dai tracciati di interesse paesistico, storico e di crinale;
  • - Tutela dei punti di sosta di interesse panoramico accessibili al pubblico, impedendo la realizzazione di barriere visive di qualunque tipo e la privatizzazione delle viste nei luoghi a maggiore panoramicità;
  • - Incremento della qualità architettonica e paesaggistica nelle aree residenziali esistenti attualmente interessate da elementi di criticità, quali la disomogeneità e la frammentazione insediativa e tipologica;
  • - Tutela e valorizzazione dei muri a secco che delimitano la viabilità, con relative regole per il recupero e la manutenzione;
  • - Tutela e valorizzazione dei punti di sosta di interesse panoramico accessibili al pubblico dislocati lungo tutto il sistema viario, oltre alla possibilità di realizzarne di nuovi in coerenza con i valori formali dei luoghi;
  • - Riqualificazione dello spazio urbano anche attraverso interventi di rigenerazione urbana nelle aree industriali dismesse o collocate in maniera impropria nei tessuti residenziali;
  • - Riqualificazione del disegno organizzativo degli insediamenti produttivi nella zona Pian dei Peschi con la creazione di margini ben identificati, il massimo riutilizzo degli edifici esistenti e opportune schermature arboree.
  • - Contenimento degli insediamenti entro l'attuale limite del territorio urbanizzato;
  • - Riqualificazione delle aree verdi, interposte tra aree agricole, nuove espansioni residenziali e centro storico, quali elementi di definizione del margine urbano.
  • - Definizione di modalità di riuso del patrimonio insediativo del territorio rurale compatibili con i tipi edilizi che lo caratterizzano;
  • - Divieto di realizzare nuovi locali destinati ad autorimessa nelle aree di pertinenza paesaggistica dei complessi colonici;
  • - Definizione di regole che dettino criteri e modi per la realizzazione di tettoie, recinzioni, schermature, sistemazione della viabilità di servizio e impianti di vegetazione arborea;

5. Nella valutazione di piani e progetti preordinati alla approvazione di PAPMAA, al rilascio di atti abilitativi edilizi o di autorizzazioni ai fini del vincolo idrogeologico, si dovranno promuovere soluzioni che limitino l'impatto visivo dei vigneti mediante il loro frazionamento, la interposizione, tra le varie parti, di altre colture o vegetazione non colturale e orientando i filari in maniera da tutelare l'assetto idrogeologico e la qualità dei suoli, con preferenza per le forme tradizionali dei terrazzi e dei muri a retta.

6. Nelle aree interessate da criticità legate alla presenza di orti periurbani dovranno essere eliminate le baracche precarie, regolamentati i caratteri degli annessi agricoli, definti i margini urbani rispetto alla campagna tramite sistemazioni arboree o la formazione di aree verdi con funzioni ricreazionali ed ecologiche;

7. L'installazione degli impianti per pannelli fotovoltaici è da valutarsi in maniera specifica, in funzione dei relativi dimensionamenti e del valore formale dell'area di vincolo.

8. Il PO dovrà stabilire regole e criteri per la localizzazione e dislocazione delle linee elettriche e telefoniche al fine di minimizzare l'impatto visivo delle reti aeree in conformità con il valore formale dell'area di vincolo.

9. Per le aree che, pur essendo comprese entro la zona del vincolo paesaggistico, sono state riconosciute come interessate da fenomeni di degrado nel PIT/PPR, si assumono i seguenti obiettivi per il recupero e la riqualificazione:

  • - Riqualificazione complessiva degli edifici industriali, produttivi e commerciali che risultano incongrui con il contesto, sia da un punto di vista edilizio che urbanistico allo scopo costituire un ambiente urbano che garantisca una migliore qualità ambientale, di vita per i cittadini e di sviluppo per le altre attività.
  • - Recupero delle aree dimesse e degradate, anche a fini residenziali, al fine di operare una ridisclocazione di attività incongrue e di ricucitura del tessuto urbano;
  • - Promozione della qualità architettonica e paesaggistica nella progettazione delle trasformazioni urbanistiche, con particolare attenzione alla individuazione di caratteri architettonici e insediativi coerenti con lo spirito del luogo, alla dimensione dell'intervento in rapporto alle visibilità dello stesso (dalla viabilità di valore panoramico, dai beni di interesse storico,..), al rapporto tra la "dimensione complessiva" degli interventi di rinnovo urbano e la percezione degli elementi insediativi storici che costituiscono l'identità del centro urbano di Poggibonsi.

10. I piani di riqualificazione urbana dovranno orientarsi verso una ricerca progettuale che abbia come elementi fondanti gli aspetti energetici e la qualità architettonica.

11. Gli interventi di trasformazione degli edifici esistenti dovranno essere attuati in modo da rispettare le caratteristiche degli immobili, in relazione al loro valore, quale risulta dalla catalogazione effettuata ai fini urbanistici e in modo da non alterare significativamente il rapporto con l'intorno percettivo.

12. Per edifici dichiarati di interesse storico artistico, e quindi sottoposti a vincolo monumentale, dovrà essere sempre mantenuto e salvaguardato l'aspetto storico e architettonico dell'edificio stesso, compresa la conservazione e tutela dell'ambiente esterno immediatamente circostante che si relaziona all'emergenza architettonica;

14. I materiali e le coloriture utilizzabili devono garantire un armonico inserimento nel contesto urbano, in particolare preservando l'immagine consolidata dei centri della Toscana centrale percepibile dai rilievi collinari che li circondano;

15. Costituiscono, inoltre, obiettivi di valorizzazione paesaggistica:

  • - la riqualificazione del fondovalle attraverso interventi di riconnessione tra l'urbanizzato, i piani coltivati e il sistema collinare;
  • - il ripristino e la valorizzazione della struttura di impianto agricolo presente nei margini urbani;
  • - la riqualificazione delle "aree agricole" intercluse nell'abitato;
  • - la valorizzazione del sistema fluviale e delle relative opere;
  • - la connessione delle direttrici urbane minori con il con le viabilità poderali di valore panoramico;
  • - la creazione di percorsi pedonali e ciclabili con il sistema del verde di fondovalle e di collina;
  • - il potenziamento e ripristino del sistema del verde: ripariale, agrario di vecchio impianto, non colturale, ecc. .

6. In conformità alle prescrizioni d’uso di cui alla Scheda dell’Elaborato 3B del vigente PIT, tutti gli interventi sono subordinati al rispetto delle seguenti disposizioni:

  • a. Sono ammessi interventi di trasformazione sul sistema idrografico a condizione che la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idraulico, necessari per la sicurezza degli insediamenti e delle infrastrutture e non diversamente localizzabili, garantisca, compatibilmente con le esigenze di funzionalità idraulica, la qualità estetico percettiva dell’inserimento delle opere, il mantenimento dei valori di paesaggio identificati.
  • b. Divieto di edificazione e di alterazione morfologica delle doline o delle componenti del carsismo superficiale (campi carreggiati, etc.).
  • c. Esclusione delle previsioni che possano determinare inquinamenti superficiali e/o atmosferici in presenza di acquiferi di natura carsica ad alta vulnerabilità e strategici per l'approvvigionamento idropotabile.
  • d. Individuazione, in riferimento alla tutela di cui al comma precedente, di un'adeguata area di rispetto relativa agli acquiferi strategici.
  • e. Non sono ammessi interventi che compromettano l’efficienza dell’infrastrutturazione ecologica costituita da elementi vegetali lineari (siepi, siepi alberate, vegetazione ripariale) e puntuali (piccoli nuclei forestali, grandi alberi camporili, piccoli laghetti e pozze).
  • f. Non sono ammessi interventi sulla vegetazione ripariale e sugli eco-sistemi fluviali in contrasto con le specifiche norme in materia. Eventuali interventi in tale contesto dovranno porsi l’obiettivo della salvaguardia della vegetazione ripariale, della continuità longitudinale e trasversale degli ecosistemi fluviali valorizzando le tecniche di ingegneria naturalistica, fatti salvi gli interventi per la messa in sicurezza idraulica delle sponde. Detti interventi dovranno garantire la conservazione degli habitat faunistici presenti.
  • g. Sono ammessi interventi di trasformazione del patrimonio edilizio del centro storico di Poggibonsi e sugli edifici e manufatti di valore storico-architettonico e testimoniale a condizione che:
    • - siano garantiti la coerenza con l’assetto morfologico urbano di impianto storico, il mantenimento dei caratteri tipologici e architettonici di impianto storico degli edifici e l'utilizzo di soluzioni formali, finiture esterne e cromie, anche con il ricorso a tecnologie e materiali moderni, coerenti con il contesto urbano e con i valori espressi dall'edilizia locale;
    • - sia garantita la tutela e la conservazione dei caratteri storici e morfologici degli spazi aperti di impianto storico evitandone la frammentazione e l’introduzione di elementi di finitura e di arredo in contrasto con il contesto paesaggistico
    • - siano mantenuti i percorsi, i camminamenti, i passaggi, gli accessi di interesse storico e le relative opere di arredo;
    • - sia evitata l’installazione di impianti solari termici in posizioni tali da alterare la percezione di unitarietà delle coperture del centro storico di Poggibonsi e sui manufatti di valore storico-architettonico e testimoniale;
    • - in presenza di sistemazioni delle pertinenze originarie o comunque storicizzate, il mantenimento dei percorsi interni sia nel loro andamento che nel trattamento delle finiture, dei manufatti presenti e del sistema del verde (vegetazione arborea ed arbustiva, aiuole, giardini);
    • - in presenza di un resede originario o comunque storicizzato, sia mantenuta l’unitarietà percettiva delle aree e degli spazi pertinenziali comuni evitandone la frammentazione con delimitazioni strutturali, con pavimentazioni non omogenee conservare i manufatti accessori di valore storico-architettonico;
    • - sia prescritta la compatibilità tra destinazioni d’uso, anche rispetto alla realizzazione di cantine interrate e aree di servizio ad esse funzionali.
  • h. Per gli interventi relativi a edifici di valore storico, tipologico e architettonico appartenenti ad un sistema storicamente consolidato è prescritto il mantenimento del carattere distintivo del rapporto di gerarchia tra edifici principali e di pertinenza attraverso la conservazione dei caratteri estetico-percettivi che contraddistinguono tale sistema;
  • i. non sono ammesse demolizioni e relativi accorpamenti dei volumi costituenti il sistema storicamente consolidato che ne comportino la destrutturazione
  • j. Gli interventi che interessano i percorsi della viabilità storica sono ammessi a condizione che:
    • - non alterino o compromettano l’intorno territoriale, i tracciati di collegamento nella loro configurazione attuale, evitando modifiche degli andamenti altimetrici (fatta eccezione per gli interventi necessari per la messa in sicurezza idraulica), delle sezioni stradali e degli sviluppi longitudinali e che per la messa in sicurezza vengano utilizzate tecniche di ingegneria naturalistica;
    • - siano conservate le opere d’arte e i manufatti di corredo di valore storico-tradizionale;
    • - sia conservato l’assetto figurativo delle dotazioni vegetazionali di corredo di valore storico-tradizionale;
    • - per la viabilità non asfaltata sia mantenuta l'attuale finitura del manto stradale; nella necessità di inserire nuove pavimentazioni stradali dovranno essere utilizzati materiali e tecniche coerenti con il carattere del contesto;
    • - la realizzazione di aree di sosta e di belvedere non comprometta i caratteri di ruralità dei luoghi, i caratteri strutturali/tipologici della viabilità storica e non comporti significativo aumento della superficie impermeabile;
    • - la cartellonistica e i corredi agli impianti stradali siano congrui, per dimensione, tipologia e materiali, ai caratteri di ruralità dei luoghi, ai caratteri strutturali/tipologici della viabilità storica, garantendo l’intervisibilità e l’integrità percettiva delle visuali panoramiche;
    • - il trattamento degli spazi interclusi nelle rotatorie sia coerente con il valore paesaggistico del contesto e non enfatizzato con installazioni di natura varia.
  • k. Gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia sono ammessi a condizione che:
    • - siano mantenuti i caratteri connotativi della trama viaria storica e i manufatti che costituiscono valore storico-culturale;
    • - siano mantenuti i coni e i bersagli visivi (fondali, panorami e skylines);
    • - sia mantenuta l’accessibilità ai luoghi da cui è possibile godere delle visuali a maggiore panoramicità;
    • - siano mitigati gli effetti di frattura indotti dagli interventi infrastrutturali, sul paesaggio;
    • - siano armonici per forma, dimensioni, orientamento, con le caratteristiche morfologiche proprie del contesto territoriale;
    • - sia garantita qualità insediativa attraverso un’articolazione equilibrata tra spazi aperti e costruito con particolare riferimento alla qualità progettuale degli spazi di fruizione collettiva.
  • l. Non sono ammesse previsioni di nuova edificazione che costituiscano nuclei isolati rispetto al territorio urbanizzato.
  • m. Gli interventi incidenti sull’assetto idrogeologico che comportano trasformazioni della maglia agraria e dei suoli agricoli sono ammessi a condizione che:
    • - garantiscano l’assetto idrogeologico e si accordino con le caratteristiche morfologiche proprie del contesto quanto a forma, dimensioni, orientamento;
    • - sia garantita la continuità della viabilità interpoderale sia per finalità di servizio allo svolgimento delle attività agricole sia per finalità di fruizione del paesaggio rurale.
    • - Gli eventuali nuovi percorsi dovranno essere coerenti con il contesto paesaggistico per localizzazione, dimensioni, finiture, equipaggiamento vegetale, evitando la banalizzazione dell'uso del cipresso e l'utilizzo di specie non ceorenti con il contesto rurale
    • - sia garantita la continuità della rete di infrastrutturazione ecologica a valenza paesaggistica (anche attraverso l’inserimento di nuove siepi, fasce boscate e fasce di vegetazione riparia come compensazione rispetto a quelle rimosse).
  • n. I nuovi edifici rurali a carattere residenziale siano realizzati:
    • - in coerenza con le modalità insediative storicamente consolidate lette nelle componenti e relazioni principali (allineamenti, gerarchie dei percorsi, relazioni tra percorsi, edificato e spazi aperti) e con le tipologie edilizie appartenenti alla tradizione dei luoghi;
    • - privilegiando la semplicità delle soluzioni d’impianto, l'utilizzo della viabilità esistente, le proporzioni degli edifici tradizionali riferibili a modelli locali, assecondando la morfologia del terreno limitando gli interventi di sbancamento.
  • o. I nuovi annessi agricoli siano realizzati:
    • - assecondando la morfologia del terreno e limitando gli interventi di sbancamento;
    • - non interferendo negativamente con i manufatti di valore storico e architettonico e loro aree di pertinenza;
    • - con il ricorso a soluzioni tecnologiche e materiali che assicurino la migliore integrazione paesaggistica privilegiando edilizia eco-compatibile e favorendo la reversibilità dell’installazione, la riciclabilità delle componenti riutilizzabili e il risparmio energetico relativo all’intero ciclo di vita.
  • p. Nella progettazione delle cantine siano evitate soluzioni monumentali e fuori scala dei fronti, e i piazzali di pertinenza siano strettamente dimensionati in rapporto alle necessità di servizio, valutando, sui crinali e nelle aree ad elevata intervisibilità, la compatibilità con la morfologia dei luoghi, privilegiando una localizzazione prossima ad una idonea rete viaria esistente.
  • q. Non sono ammessi gli interventi che trasformino le serre esistenti e i manufatti temporanei in volumetrie edificate.
  • r. Gli interventi di trasformazione sono ammessi a condizione che:
    • - non interferiscano negativamente con le visuali panoramiche, limitandole o occludendole e sovrapponendosi in modo incongruo con gli elementi significativi del paesaggio;
    • - recuperino e riqualifichino le qualità percettive delle visuali verso i contesti di valore paesaggistico;
    • - non incrementino l’attuale ingombro visivo nell’ambito degli interventi edilizi con particolare riferimento alle demolizioni e ricostruzioni.
  • s. L'inserimento di manufatti non dovrà interferire negativamente o limitare le visuali panoramiche. Le strutture per la cartellonistica e la segnaletica non indispensabili per la sicurezza stradale dovranno armonizzarsi per posizione, dimensione e materiali con il contesto paesaggistico e mantenere l'integrità percettiva delle visuali panoramiche.
  • t. Le barriere antirumore di nuova previsione devono essere realizzate con soluzioni tecnologiche innovative, che consentano di minimizzare l’interferenza visiva con il valore estetico-percettivo del vincolo, garantendo altresì l’ottimizzazione delle prestazioni antirumore.
  • u. Non sono consentiti interventi che comportino la privatizzazione dei punti di vista (belvedere) accessibili al pubblico.
Ultimo aggiornamento 29.01.2021 - 16:28