Disciplina del Piano Strutturale


Art. 61 Paesaggio dei crinali

1. I crinali insediati costituiscono un importante elemento identitario del territorio di Poggibonsi. I rilievi sono costituiti in prevalenza, sotto il profilo geologico, da formazioni marine plioceniche (sabbie e argille), e, verso nord, da formazioni del dominio ligure. Essi presentano la tipica morfologia del paesaggio toscano, percepito come susseguirsi di colline, attraversato dalla viabilità matrice e costellato da quel sistema di nuclei rurali che il PS individua come capisaldi del sistema insediativo nel territorio rurale. Le linee di crinale sono quasi sempre affiancate da aree che ne definiscono lo "spessore" storico e antropico". Entro tale spessore sono compresi i tracciati della viabilità matrice, le sistemazioni agrarie tradizionali (maglia fitta con prevalenza di oliveti, ciglioni, terrazzamenti, muri di sostegno, ecc ...) fino ad un limite significativo (limite dei coltivi, cambio di pendenza, ecc ...), le strade secondarie innestate sulla viabilità matrice ed i relativi insediamenti.

2. Nelle aree di contesto dei crinali e in quelle di massima intervisibilità che ne definiscono l'orizzonte paesaggistico dovrà essere vietato qualsiasi intervento che possa comprometterne la visibilità e la panoramicità, come la costruzione in sommità di tralicci per il trasporto di energia elettrica, ripetitori televisivi, serbatoi ecc. . Qualsiasi intervento di trasformazione sul territorio dovrà pertanto tenere nella massima considerazione i varchi, i punti di vista e i tracciati, i belvedere, le visuali e le percezioni dalla viabilità quali componenti del progetto dei luoghi e del paesaggio.

3. Entro le aree di contesto dei crinali ricadono in maniera significativa gli elementi formatisi in ragione delle particolari strutture sociali, come quella mezzadrile, che hanno messo in atto modalità tendenti a bilanciare la quantità di suolo agrario eroso per dilavamento con quello che si rigenera per processi di pedogenesi, come le sistemazioni a "terrazzi" e la copertura boschiva dei terreni che superano una certa soglia di acclività o che sono poco vocati per le coltivazioni agrarie; la disposizione lungo le curve di livello dei muri a secco che sostengono i terrazzamenti; la creazione di acquidocci e fossi che permettono un funzionamento unitario del sistema di drenaggio; le forme della viabilità poderale. Tali elementi dovranno essere conservati e tutelati anche quando le aree su cui insistono dovessero essere interessate da mutamenti di destinazione d'uso o da processi di trasformazione, anche nell'ambito della funzione agricola.

4. La configurazione paesaggistica legata alle tecniche agrarie e alle modalità di coltivazione è rappresentata nelle aree di crinale dalla cospicua presenza di coltivazioni a maglia fitta con prevalenza di oliveti. Tale configurazione è quella che offre minore resistenza ai processi di modificazione. Entro tale ambito possono essere consentite trasformazioni a condizione che queste si accordino alla struttura complessiva e siano fatte derivare dalla rielaborazione della precedente configurazione, rispettandone il senso e marcando una continuità con la storia di quel paesaggio.

5. I criteri di tutela, da precisare ulteriormente nelle parti strategiche ed operative della pianificazione, devono valere al momento della valutazione dei progetti urbanistico edilizi e del rilascio di atti abilitativi edilizi. Per gli elementi la cui trasformazione non è assoggettata al rilascio di atti abilitativi da parte del comune o di altri enti pubblici si potrà procedere mediante una concertazione con gli operatori del settore o facendo valere i principi del miglioramento ambientale in occasione della presentazione di PAPMAA o di autorizzazioni ai fini del vincolo idrogeologico

Ultimo aggiornamento 29.01.2021 - 16:28