Norme Tecniche di attuazione del Piano Operativo

Variante 4- approvazione del 29.11.23 (vigente)

Art. 36 Classificazione del patrimonio edilizio esistente

1. Il patrimonio edilizio esistente nel territorio rurale, comprendente anche gli edifici sparsi interni alle UTOE, è articolato in cinque classi, in relazione alla presenza di caratteri di valore storico, architettonico, tipologico o testimoniale, nonché al loro grado di conservazione e leggibilità:

  1. a) Edifici di rilevante valore storico architettonico (RV)
  2. b) Edifici di valore storico architettonico (V)
  3. c) Edifici di interesse tipologico o testimoniale (IT)
  4. d) Edifici di scarso valore architettonico o che lo hanno perso a seguito di interventi (SV);
  5. e) Edifici privi di valore (PV)

2. Edifici di rilevante valore storico architettonico e testimoniale (RV); gli edifici di rilevante valore (RV) sono le emergenze di valenza monumentale, (es. castelli, ville, chiese, pievi, fattorie e/o edifici di particolare pregio) che conservano i caratteri architettonici e formali originari. L'atteggiamento di tutela e di valorizzazione è esteso alle aree di pertinenza degli edifici, con particolare riferimento a parchi e giardini di interesse storico, corti ed aree scoperte correlate all'organizzazione tipologica dell'organismo edilizio, sistemazioni a verde e alberature di alto fusto qualora elemento caratterizzante dell'immagine urbana e/o paesaggistica storicizzata. Obiettivo del P.O. è tutelare il bene anche attraverso interventi che nel rispetto degli elementi architettonici, tipologici, artistici, consentano un uso compatibile e permettano il superamento di eventuali elementi di degrado fisico e/o formale e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico-culturale.

Per gli edifici riconosciuti "RV" la categoria d'intervento è fino al: Restauro e risanamento conservativo (R)

3. Edifici di valore storico architettonico e testimoniale (V); gli edifici di valore (V) comprendono edifici, complessi di matrice rurale, case coloniche, annessi, che rappresentano il patrimonio insediativo e paesaggistico icona della Toscana, testimonianza di un sistema produttivo agricolo storico. L'atteggiamento di tutela e di valorizzazione è esteso alle aree di pertinenza degli edifici, con particolare riferimento giardini, corti ed aree scoperte correlate all'organizzazione tipologica dell'organismo edilizio, sistemazioni a verde e alberature di alto fusto qualora elemento caratterizzante dell'immagine urbana e/o paesaggistica storicizzata. Obiettivo è salvaguardare i caratteri storici e testimoniali del patrimonio architettonico attraverso interventi volti alla conservazione, al recupero ed al superamento delle condizioni di degrado, nel rispetto degli elementi storico tipologici.

Per gli edifici riconosciuti "V" la categoria d'intervento è fino al: Ristrutturazione conservativa senza alterazioni dei caratteri tipologici e formali (Rc1) come definita all'art. 12 comma 2 delle presenti NTA. Nei casi in cui tale classificazione sia attributi ad edifici parzialmente allo stato di rudere, sono ammessi gli interventi di cui al successivo comma 7 nel rispetto dei caratteri storici, architettonici e tipologici documentati. Per favorire il recupero dei manufatti dell'edilizia rurale che presentino altezze interne minime superiori a 5 m, è consentita la realizzazione di soppalchi che siano strutturalmente indipendenti rispetto all’organismo edilizio originario o comunque tali da non alterare le strutture murarie esistenti. Le soluzioni progettuali dovranno garantire il rispetto e la leggibilità del tipo edilizio originario, nel rispetto del vigente R.E.
E’ vietata, negli interventi che comportano il frazionamento degli edifici rurali, l’introduzione di nuove scale, qualora determini tipologie riconducibili a schiere o pseudo-schiere (terra-tetto), ove in contrasto con i caratteri tipologici dell’edilizia rurale storica2.

4. Edifici di interesse tipologico o testimoniale (IT)
Sono edifici che conservano l'interesse tipologico, in alcuni casi risultano alterati attraverso interventi puntuali (introduzione di terrazzi, superfetazioni tergali e/o giustapposte, tettoie, scale improprie, aperture e/o rivestimenti incongrui, etc). Obiettivo è la salvaguardia della tipologia, quale testimonianza dei caratteri storici dell'edilizia rurale, attraverso interventi volti alla conservazione, al recupero ed al superamento delle condizioni di degrado. Gli interventi comprendono anche la modifica delle aperture esistenti e/o l'introduzione di nuove aperture purché in coerenza alle regole del tipo edilizio (collocazione, gerarchia, articolazione vuoti/pieni, assialità, complanarietà), nel rispetto delle specifiche limitazioni definite dalla categoria di intervento.
Per gli edifici riconosciuti "IT" la relativa categoria d'intervento è fino alla Rc2 - Riorganizzazione funzionale con limitati interventi incidenti sugli elementi strutturali come definita all'art. 12 comma 2 delle presenti NTA.

5. Edifici di scarso valore architettonico o che lo hanno perso a seguito di interventi (SV); tale classe comprende gli edifici che, seppur di matrice storica, hanno perso gran parte del loro valore architettonico e documentario a causa di interventi impropri e/o manomissioni. Obiettivo è la riqualificazione tipologica e formale dell'edificio volta al ripristino/recupero della leggibilità dei caratteri originari. Gli interventi di riqualificazione e ricomposizione tipologica possono comprendere anche ampliamenti in coerenza con il processo di crescita tipologica, subordinati alla riqualificazione complessiva dell'organismo edilizio e delle pertinenze.
Per gli edifici riconosciuti "SV" la categoria d'intervento è fino alla: Riqualificazione e ricomposizione tipologica (Rc3) come definita all'art. 12 comma 2 delle presenti NTA.
Sono inoltre ammessi interventi di ampliamento una tantum fino ad un massimo di 20 mq di superficie edificabile per unità abitativa esistente alla data di adozione del PO, nel rispetto delle prescrizioni di cui sopra. Detti ampliamenti non possono determinare un incremento delle unità abitative maggiore di uno rispetto alla situazione legittimamente esistente alla data di adozione del P.O. Per tali ampliamenti valgono le disposizioni di cui all’art. 13 comma 1 punto VII e VIII.
Gli interventi di ampliamento degli edifici residenziali sono subordinati alla redazione di un progetto unitario di valorizzazione complessiva dell’organismo edilizio, comprensivo, oltre che della riqualificazione dei manufatti incongrui, anche delle necessarie operazioni di sistemazione dei manufatti pertinenziali e delle aree scoperte in coerenza con i valori paesaggistici e percettivi del contesto.
Attraverso un progetto unitario del tipo sopra descritto, sono inoltre consentiti interventi di demolizione e ricostruzione senza incremento di volumetria complessiva con diversa collocazione e accorpamento dei volumi secondari o accessori presenti nell’area di pertinenza dell’edificio principale. Qualora tali interventi comportino un incremento maggiore di un'unità abitativa rispetto alla situazione esistente alla data di adozione del PO, o comunque il cambio d'uso interessi una SE maggiore di 150 mq, sono subordinati a PDR. Non è ammessa la ricostruzione di tali volumi in aderenza agli edifici o a porzioni di edifici classificati di Rilevante Valore (RV), Valore (V) e Interesse Tipologico (IT) ai sensi del presente articolo.
Per quegli immobili classificati di scarso valore dal PO e che oggi, diversamente da quanto rappresentato nelle schedature di Quadro Conoscitivo a disposizione dell’Ente, risultano essere collabenti o crollati ovvero parzialmente demoliti, si rimanda a quanto previsto all’art. 17 comma 3 delle presenti NTA relativamente al paragrafo degli interventi strutturali.

6. Edifici privi di valore (PV): In questa categoria sono compresi gli edifici che sono stati considerati privi di valore architettonico (PV), in quanto risultano tipologicamente estranei al territorio rurale, quali residenze extraurbane, ville, villette, condomini generalmente edificate post 1960. Per gli edifici classificati PV la categoria d’intervento è fino alla: Ristrutturazione edilizia ricostruttiva nell’ambito delle pertinenze individuate dal PO. Al fine di un miglioramento tipologico - formale e delle condizioni abitative, per gli edifici a destinazione residenziale al momento della adozione del PO, sono ammessi ampliamenti una tantum fino ad un massimo di 20 mq di superficie edificabile per unità abitativa esistente alla data di adozione del PO. Detti ampliamenti non possono determinare un incremento delle unità abitative maggiore di uno rispetto alla situazione legittimamente esistente alla data di adozione del PO. Per tali ampliamenti valgono le disposizioni di cui all’art. 13 comma 1 punto VII e VIII. Gli interventi di ampliamento degli edifici residenziali sono subordinati alla redazione di un progetto unitario di valorizzazione complessiva dell’organismo edilizio, comprensivo, oltre della riqualificazione dei manufatti incongrui, anche delle necessarie operazioni di sistemazione dei manufatti pertinenziali e delle aree scoperte in coerenza con i valori paesaggistici e percettivi del contesto. Attraverso un progetto unitario del tipo sopra descritto, sono inoltre consentiti interventi di demolizione e ricostruzione senza incremento di volumetria complessiva con diversa collocazione e accorpamento dei volumi secondari o accessori presenti nell’area di pertinenza dell’edificio principale. Qualora tali interventi comportino un incremento maggiore di un'unità abitativa rispetto alla situazione esistente alla data di adozione del PO, o comunque il cambio d'uso interessi una SUL maggiore di 150 mq, sono subordinati a PDR. Non è ammessa la ricostruzione di tali volumi in aderenza agli edifici o a porzioni di edifici classificati di Rilevante Valore (RV), Valore (V) e Interesse Tipologico (IT) ai sensi del presente articolo.

7. Ruderi: Per gli edifici allo stato di rudere quali individuati dal PO nell’Allegato IV, ove non diversamente disposto negli elaborati di PO, sono consentiti gli interventi volti al ripristino delle porzioni crollate e demolite, previo accertamento della originaria consistenza e configurazione, ai sensi art. 134 comma 1 lettera h) p.to 4 della LR 65/2014. Gli interventi dovranno dimostrare la compatibilità ed il rispetto dei caratteri storici, architettonici e tipologici originari, anche attraverso un linguaggio contemporaneo. Per gli edifici non classificati quali ruderi ma che presentino porzioni crollate, è sempre ammessa la fedele ricostruzione, limitatamente alle parti crollate, previa documentazione dell’originaria consistenza e caratteristiche, secondo modalità coerenti con la categoria di intervento assegnata all’edificio (cfr. Allegato IV).

8. Aree ex D5 e C1: Per gli edifici realizzati a seguito di precedenti previsioni di RU relative alle aree “D5” o “C1” sono ammessi gli interventi di cui al successivo art. 41 comma 11.

9. Per gli edifici non schedati e/o per i quali l’Allegato IV non evidenzi una specifica categoria di intervento, il PO assegna automaticamente le seguenti categoria di intervento, in relazione alla periodizzazione dell’edificato risultante dal Quadro Conoscitivo di PS o da altra documentazione a disposizione dell’Amministrazione Comunale:

  • Per gli edifici presenti al 1939 sono ammessi interventi fino al Restauro e risanamento conservativo.
  • Per gli edifici realizzati dopo tale data sono ammessi interventi fino alla Ristrutturazione edilizia ricostruttiva, senza incremento di volumetria complessiva.

La categoria di intervento di cui sopra potrà essere modificata alle condizioni di cui all’art. 37 comma 5 delle presenti NTA.

10. Per gli edifici rurali abbandonati, come definiti dall’art. 1 della LR 3/2017, con esclusione degli edifici di cui ai precedenti commi 2, 3 e 4, sono possibili gli ampliamenti una tantum di cui all’art. 2 della legge regionale citata, anche comportanti il mutamento di destinazione d’uso nel rispetto dell’art. 41 comma 8 delle presenti norme. Per tali ampliamenti valgono le disposizioni di cui all’art. 13 comma 1 punto VII e VIII.

11. Per gli edifici sparsi interni alle UTOE sono ammesse le destinazioni di cui all’art. 57 comma 5, con le limitazioni imposte dalla categoria di intervento definita nell’Allegato IV delle NTA.

12. Per gli edifici sparsi interni alle UTOE il PO individua le relative aree di pertinenza, per le quali valgono le disposizioni di cui all’art. 50 delle presenti NTA.

13. Per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente a destinazione agricola in territorio rurale si rimanda agli artt. 43, 44, 47 bis e 48.

Ultimo aggiornamento 09.05.2023 - 15:06