Glossario dei termini utilizzati
Accordo di programma
Accordo fra due o più pubbliche amministrazioni per la definizione e l'attuazione di opere, di interventi o di programmi di intervento che richiedano, per la loro completa realizzazione, l'azione integrata e coordinata delle stesse e coinvolgano anche diversi livelli di governo (statale, regionale, provinciale, comunale). Attraverso l'accordo di programma si assicura il coordinamento delle azioni e si possono determinare i tempi, le modalità, il finanziamento e ogni altro connesso adempimento. Tale strumento consente di disciplinare i comportamenti futuri tra le parti, le quali saranno tenute ad adottare atti e provvedimenti conformi alle previsioni dell'accordo. E' disciplinato dall'art. 34 del d.lgs. n. 267/2000 e dalla L.R. n. 76 del 3.09.1996.
Adozione
Fase intermedia della procedura di formazione degli strumenti urbanistici, il cui iter si articola attraverso: avvio del procedimento (nei casi previsti), adozione, pubblicazione, osservazioni, approvazione, entrata in vigore. L'adozione di uno strumento urbanistico, effettuata a mezzo di deliberazione del consiglio comunale, costituisce un atto preparatorio con carattere di proposta o di progetto che successivamente viene accolto o modificato. L'adozione, per quanto fase intermedia di una procedura articolata, ha tuttavia come effetto l'applicazione delle "misure di salvaguardia" (si veda Salvaguardia).
Approvazione
Fase finale, anche se, di norma, non ultima, della procedura complessa di formazione di ciascun strumento urbanistico o delle sue varianti (per l'iter completo si veda Adozione). L'approvazione, effettuata a mezzo di deliberazione del consiglio comunale, di uno strumento urbanistico, costituisce la versione definitiva dell'atto di pianificazione o di programmazione. A seguito di essa, l'atto è perfetto, cioè, completo di tutti gli elementi per la sua esistenza giuridica, ma, di norma, non è ancora efficace in quanto l'entrata in vigore avviene a seguito della pubblicazione.
Aree strategiche di intervento (A.S.I.)
Le aree strategiche di intervento corrispondono ai principali interventi di trasformazione, riqualificazione o recupero, ritenuti indispensabili al raggiungimento degli obiettivi specifici del Piano Strutturale. Le aree strategiche di intervento appartengono ad uno specifico schema direttore e per ciascuna di esse il Piano Strutturale indica gli scopi, il principio e la regola insediativa da osservare, le quantità di suolo pubblico e privato da destinare ai diversi usi; fornisce indirizzi in merito alla redazione di specifici Progetti Norma da elaborare con il Regolamento Urbanistico. Per ciascuna A.S.I. il Piano Strutturale specifica:
- criteri generali per la redazione del regolamento Urbanistico;
- dimensionamento degli interventi.
Avvio del Procedimento
Fase iniziale della procedura complessa di formazione degli strumenti urbanistici di non esclusiva competenza comunale (che coinvolgono Enti sovraordinati) o delle loro varianti. L'avvio del procedimento è effettuato di norma mediante una deliberazione della giunta comunale. Indica gli obiettivi da perseguire, il quadro conoscitivo di riferimento e le ulteriori ricerche da svolgere. L'atto di avvio del procedimento è trasmesso agli altri soggetti istituzionali interessati che forniscono entro sessanta giorni dal ricevimento, gli elementi in loro possesso idonei ad arricchire il quadro conoscitivo e le indicazioni necessarie ai fini della corrispondenza tra gli atti della pianificazione urbanistica comunale e gli atti della programmazione territoriale provinciale e regionale.
Bacino
Area geografica definita da fattori fisici, socioeconomici o di relazione: bacino idrografico, di traffico o di pendolarità, di utenza di una determinata infrastruttura o attrezzatura, ecc.
Bilancio di impatto ambientale
Dall'esperienza americana dell' Environmental Impact Assessment. Strumento conoscitivo preliminare, di natura sia fisico-tecnologica che socioeconomica, che delinea una ipotesi di costi/benefici rispetto ad una azione proposta (opera o attività).
Conferenza dei Servizi
E' una particolare procedura prevista dalla Legge n. 241/90 di semplificazione dell'azione amministrativa che viene attivata, di regola, quando sia opportuno effettuare un esame contestuale di vari interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo, ovvero, quando l'amministrazione procedente debba acquisire intese, concerti, nulla osta o assensi di altre amministrazioni pubbliche e non li ottenga, entro quindici giorni dall'inizio del procedimento, avendoli formalmente richiesti. La conferenza tra i rappresentanti di tutte le amministrazioni interessate è, inoltre, lo strumento per il perfezionamente dell'Accordo di Programma.
Consulente Scientifico
E' il responsabile scientifico del Piano. Sulla base delle risultanze del lavoro di costruzione del quadro conoscitivo di base e della relazione per l'avvio delle procedure ha stabilito, di concerto con l'Amministrazione, gli obiettivi del Piano, i campi di interesse per le ulteriori ricerche da svolgere. Durante il primo periodo di elaborazione del Piano, assieme all'Ufficio di Piano, ha elaborato la Mappa Strategica (uno schema di Piano Strutturale) e le linee guida ed ha poi seguito il lavoro di stesura definitiva del Piano Strutturale, direttamente con il gruppo di lavoro.
Coordinatore
Ha la responsabilità della costruzione del Piano Strutturale da definirsi sulla base delle linee guida e della Mappa Strategica approvate dalla Giunta Comunale. Ha inoltre la responsabilità del gruppo di coordinamento dell'ufficio del Piano, delle ricerche e delle valutazioni ambientali.
Dichiarazione di pubblica utilità
Atto con cui la pubblica amministrazione sancisce il ruolo collettivo sociale di un bene o immobile, per renderne possibile l'esproprio, per gli usi previsti dalle leggi e norme vigenti.
Ecologia
Per ecologia si intende una porzione di territorio ampia nella quale i caratteri fisici sono posti in relazione ad un insieme vasto di pratiche, di risorse e di problemi che riguardano l'abitare, il produrre, il muoversi e lo svago. Esse costituiscono lo strumento attraverso cui per specifiche parti il piano articola le proprie previsioni.
Garante della Comunicazione
Il Garante per l'informazione è una figura prevista dall'art. 19, 2° c., della L.R. nº 1/05 con riferimento all'iter di formazione del Piano Strutturale. Tale Garante ha il compito di assicurare l'informazione al pubblico, accertare che il procedimento si svolga secondo le regole di massima pubblicità e che l'informazione sia comprensibile a tutti. In particolare deve assicurare a chiunque, nelle varie fasi del procedimento, la conoscenza tempestiva e la comprensibilità delle scelte dell'Amministrazione, rendendo consultabili gli elementi conoscitivi che le supportano; deve verificare che siano adottate da parte dell'Amministrazione Comunale, in forma anche non rituale, iniziative idonee a favorire la partecipazione dei cittadini singoli o associati durante la fase di formazione del Piano Strutturale; deve inoltre trasmettere immediatamente agli organi competenti le osservazioni e i pareri raccolti ai fini dell'elaborazione del progetto di Piano Strutturale.
Geographic Information Systems (GIS)
In italiano viene tradotto con Sistemi Informativi Territoriali. Il GIS è un sistema informatico che consente di riunire, memorizzare, modificare e rappresentare con i relativi riferimenti geografici le informazioni quali per esempio le classi di età di una popolazione secondo la loro collocazione geografica. Lo strumento consente di raggiungere dei livelli di rappresentazione molto sofisticati.
Impatto ambientale
Insieme di effetti sull'ambiente prodotti da un insediamento, una costruzione o un'opera. Assume connotati sia fisici che socioeconomici, che possono essere giudicati con la procedura tecnica-decisionale della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
Invarianti strutturali
Le invarianti strutturali sono elementi fisici o parti del territorio che esprimono un carattere permanente e sono connotate da una specifica identità, ed in quanto tali la loro tutela e salvaguardia risulta indispensabile al mantenimento dei caratteri fondamentali e delle risorse essenziali del territorio. Esse sono individuate dal Piano Strutturale ed organizzate in relazione alle seguenti tipologie di risorse essenziali del territorio:
- le città e gli insediamenti urbani;
- il territorio rurale;
- la rete delle infrastrutture per la mobilità.
Linee guida
Le linee guida fanno parte integrante delle Norme Tecniche e costituiscono il riferimento principale per la valutazione della coerenza tra le azioni e gli obiettivi di lungo termine, in relazione all'assetto del territorio del Piano Strutturale. Esse individuano obiettivi comuni di carattere generale, che l'Amministrazione ed i cittadini si impegnano a conseguire e condividere, e dettagliano le azioni specifiche necessarie al loro raggiungimento.
Mappa strategica
La mappa strategica definisce con la maggior precisione possibile le diverse dimensioni della strategia fondamentale del Piano, coerentemente con le azioni specifiche contenute nelle linee guida. Essa cerca di chiarire i luoghi per i quali si ritiene il Piano ed in particolare il Regolamento Urbanistico debba fornire indicazioni più dettagliate e precise che per il resto del territorio cittadino. Il Piano Strutturale, attraverso la mappa strategica individua ed organizza gli interventi in relazione alle tipologie di risorse essenziali individuate con le invarianti strutturali:
- interventi strategici per la città e gli insediamenti urbani;
- interventi strategici per il territorio rurale;
- interventi strategici per la rete delle infrastrutture per la mobilità.
Mosaico di piani urbanistici
Assemblaggio grafico omogeneizzato, per scala e simbologia, degli strumenti urbanistici interessanti un ambito territoriale, ad esempio tutti i piani comunali di una provincia.
Norma Tecnica
Insieme di prescrizioni dei Piani Urbanistici espresse in forma letterale nel documento Norme Tecniche di Attuazione. Che definiscono gli attributi e le regole associati ad ogni area di categoria diversa individuata di piano.
Opposizione
Eccezione di validità o regolarità di uno strumento urbanistico attuativo, sollevata durante la procedura di pubblicazione da chi si considera in qualche modo danneggiato dalle prescrizioni del piano e quindi proposto in difesa dei propri diritti.
Osservazioni
Indicazioni, critiche, precisazioni, rettifiche che ogni cittadino può fornire alla pubblica amministrazione competente per la modifica o il perfezionamento di uno strumento di programmazione e pianificazione. Si tratta di una facoltà riconosciuta al cittadino dalla legge al fine, non solo di garantire il diritto di partecipazione al procedimento amministrativo del privato, ma di consentire la realizzazione di un'attività amministrativa il più possibile trasparente e rispondente alle esigenze della collettività.
Parametri edilizi
Sono quei parametri (densità edilizia fondiaria, rapporto di copertura, numero dei piani, altezza, arretramenti, distacchi, distanze ecc) che regolano l'uso edilizio di un lotto.
Parametri
Sono quei parametri (densità demografica, densità edilizia territoriale, standard urbanistici) che regolano l'urbanizzazione di un'area e servono a strutturare l'organismo urbano e a promuoverne un'organizzazione efficiente, proporzionando bene strutture e infrastrutture.
Parere di conformità
Il parere è un atto amministrativo consultivo preventivo - antecedente cioè al perfezionamento dell'atto amministrativo cui si riferisce - con il quale un organo della stessa amministrazione o di altra amministrazione esprime una consulenza all'amministrazione procedente (amministrazione attiva). Nel caso del parere di conformità tale consulenza è finalizzata al controllo della rispondenza dell'atto amministrativo in via di formazione, rispetto al contesto normativo di riferimento. Nella formazione del Piano Strutturale, ad esempio, il parere di conformità reso dalla Provincia al Comune riguarda la conformità del Piano Strutturale adottato dal Consiglio comunale alle prescrizioni del Piano Territoriale di Coordinamento.
Perequazione urbanistica
Nel linguaggio urbanistico si intende generalmente per perequazione quel principio la cui applicazione tende ad ottenere due effetti concomitanti e speculari: la giustizia distributiva nei confronti dei proprietari dei suoli chiamati ad usi urbani e la formazione, senza espropri e spese, di un patrimonio pubblico di aree a servizio della collettività.
Piani di Settore
La strumentazione urbanistica comunale comprende molto spesso specifici strumenti di pianificazione che disciplinano particolari materie. Tra i Piani di Settore di competenza comunale è opportuno segnalare il Piano Urbano del Traffico, il Piano Regolatore Cimiteriale, la Disciplina delle Attività Commerciali, il Piano della Rete di Distribuzione dei Carburanti, il Piano di Zonizzazione Acustica.
Pianificazione attuativa
Pianificazione particolareggiata, che realizza in dettaglio le scelte del piano generale: piani per gli insediamenti produttivi; piani di zona per l'edilizia popolare; piani di lottizzazione; piani particolareggiati; piani di recupero.
Pianificazione generale
In urbanistica, per caratteristiche e contenuto delle prescrizioni, la scala di pianificazione non direttamente esecutiva: piani territoriali di coordinamento; piani strutturali, piani regolatori generali; piani intercomunali; programmi di fabbricazione, regolamenti urbanistici.
Piano di Bacino Idrografico (P.A.I.)
E' uno strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo, mediante il quale pianificare e programmare le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa ed alla valorizzazione del suolo, alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali dei diversi territori. La sua redazione è competenza dell'autorità di bacino (L.183/89 art.17 comma 1).
Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.)
Il Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.) è l'atto di programmazione con il quale la Regione, in conformità con le indicazioni del Programma Regionale di Sviluppo, stabilisce gli orientamenti per la identificazione dei sistemi territoriali, indirizza a fini di coordinamento la programmazione e la pianificazione degli enti locali, e definisce gli obiettivi operativi della propria politica territoriale. Il P.I.T. contiene:
- prescrizioni di carattere generale relative all'uso delle risorse essenziali del territorio;
- prescrizioni relative alla localizzazione delle grandi infrastrutture di interesse regionale (aeroporti, autostrade, ferrovie, sedi universitarie, parchi regionali, etc.);
- prescrizioni localizzative individuate da Piani Regionali di Settore;
- prescrizioni per la pianificazione urbanistico-territoriale (con specifica considerazione dei valori paesistici);
- i termini entro i quali Province e Comuni sono tenuti ad adeguare i propri strumenti urbanistici.
Nel P.I.T. vengono inoltre forniti ai Comuni utili chiarimenti su talune definizioni contenute nella L.R. nº 1/05, Art. 48 e orientamenti per la formazione dei Piani Strutturali. In sostanza lo strumento regionale non si limita a definire indirizzi e prescrizioni rivolte ai P.T.C. delle varie Province, ma allarga la sua influenza sulla strumentazione comunale per assicurare una corretta e omogenea attuazione dei principi della Legge.
Piano Operativo
Il Piano Operativo Comunale (POC) di valenza comunale è la nuova denominazione introdotta dalla Legge Regionale Toscana nº 65/2014 per lo strumento della pianificazione urbanistica che disciplina l'attività urbanistica ed edilizia del territorio, in precedenza chiamato "Regolamento Urbanistico" dalla L.R. 1/2005. Il POC, disciplinato dall'art. 95 della L.R. 65/2014, è uno strumento di pianificazione urbanistica e si compone di due parti:
- la disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti, valida a tempo indeterminato;
- la disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio, con valenza quinquennale;
ed è predisposto in modo conforme alle indicazioni previste nel Piano Strutturale Comunale (P.S.), approvato con deliberazione di Consiglio Comunale nº 61 del 16.10.2007, e non può modificarne i contenuti. Il POC definisce la programmazione e il coordinamento degli interventi di interesse generale, di iniziativa pubblica e privata, in materia di servizi, di attrezzature e spazi collettivi, di riqualificazione urbana o di nuovo impianto, l'individuazione di aree o opere che dovranno essere realizzate nel quadro della programmazione delle opere pubbliche. Il processo di redazione del nuovo strumento si basa:
- sulla verifica dello stato di attuazione delle previsioni non ancora realizzate o per le quali non sia stato manifestato interesse da parte dei soggetti aventi titolo;
- sulla valutazione della potenzialità residua del Piano Strutturale ai fini della formulazione delle nuove previsioni;
- sulla considerazione delle disposizioni normative e regolamentari intervenute in materia di pianificazione territoriale e urbanistica ai fini del relativo recepimento;
- sulla considerazione delle modifiche intervenute nell'ambito degli strumenti urbanistici sovra ordinati;
- sull'analisi delle dinamiche socio - economiche che hanno di recente interessato il territorio comunale;
- sulla valutazione delle criticità e delle opportunità emerse in fase di attuazione delle vigenti previsioni.
Piano Regolatore Generale (P.R.G. o P.R.G.C.)
E' ormai riconosciuto da gran parte della letteratura che nelle motivazioni centrali (ratio legis) della Legge Quadro per il settore dell'Urbanistica emanata nel 1942, il legislatore aveva impostato la questione della pianificazione territoriale di livello comunale immaginandone lo svolgimento su un doppio binario di inquadramento generale e di sviluppo nel particolare.
Purtroppo, le interpretazioni applicative offerte da una prassi urbanistica ormai pluridecennale hanno di fatto svuotato i Piani Regolatori Generali Comunali (P.R.G.C.) della loro valenza di strumenti generali, qualificandoli gradualmente come riferimento-cardine (e pressochè unico) per il governo del territorio, forzandoli ad arrivare a prevedere al loro interno discipline di dettaglio.
Il P.R.G.C. è così divenuto uno strumento di efficacia diretta sui suoli e sul patrimonio edilizio, caratterizzandosi come rigido e prescrittivo nel suo apparato normativo oltre che vincolante nei confronti dei Piani Attuativi (vedi Pianificazione Attuativa) e Piani di Settore che avrebbero dovuto occuparsi proprio del dettagliamento della pianificazione.
In un simile contesto, la L.R. nº 5/95 della Toscana si è riproposta di riportare la pianificazione urbanistica comunale alla sua logica originaria, introducendo una decisa articolazione del P.R.G. in due distinte componenti:
- una di carattere strategico con funzioni di tutela e di indirizzo (il Piano Strutturale o P.S.)
- l'altra a valenza operativa e gestionale (il Regolamento Urbanistico o R.U.)
Accanto ai due strumenti citati, la Legge nº5/95 mette a disposizione dei Comuni uno strumento facoltativo di programmazione attuativa (il Programma Integrato di Intervento o P.I.I.) finalizzato a disciplinare la realizzazione di ambiti territoriali particolarmente complessi ed articolati individuati dal Piano Strutturale.
Successivamente la più recente Legge nº1/05 ha introdotto con l'Art.56 i Piani Complessi d'Intervento.
La scissione del P.R.G. comunale in due strumenti separati e complementari (P.S. e R.U.), delineata dal nuovo modello di pianificazione ha puntato a passare da un principio di semplice conformità urbanistica (dove le trasformazioni debbono obbedire nel tempo ad un piano rigido e virtualmente immodificabile) ad un criterio più flessibile e dinamico di sviluppo coerente dove le trasformazioni dovranno essere in linea con gli indirizzi strategici tracciati da uno strumento di tipo strutturale, che non sempre risultano direttamente prescrittivi ma possiedono un forte ruolo di guida per la salvaguardia e la programmazione del territorio.
Inoltre, la L.R. 5/1995 si è proposta di riequilibrare e snellire il processo di pianificazione. Il ruolo degli Enti sovraordinati (Regione e Provincia) viene, infatti, circoscritto ad ambiti e temi di loro specifica competenza, e la tradizionale attività di controllo e di validazione della strumentazione comunale (che finora copriva spesso anche i risvolti più dettagliati) viene sostituita da un utile apporto di compartecipazione e collaborazione nelle scelte strategiche di pianificazione, che si esplica in maniera costante fin dalla fase di formazione del Piano Strutturale.
Nel nuovo modello il Comune - una volta approvato il Piano Strutturale - può muoversi in coerenza con uno schema strategico definito e già condiviso da Regione e Provincia, acquistando così piena autonomia nelle scelte di pianificazione operativa. Approva - infatti - in proprio il Regolamento Urbanistico nonché - successivamente - tutte le eventuali varianti urbanistiche che non si pongano in contrasto con il Piano Strutturale. L'articolazione del P.R.G. comunale in due separati strumenti, anche grazie allo snellimento degli iter procedurali operato dalla L.R. nº 5/95 per gli atti urbanistici di esclusiva competenza comunale, consente dunque una gestione del territorio assai più agile e flessibile rispetto ai P.R.G. di vecchia generazione.
Nella più recente Legge nº 1/2005, agli Artt. 53, 54 e 55 vengono approfonditi gli aspetti delle due componenti del Piano Regolatore, il Piano Strutturale e il Regolamento Urbanistico.
Piano Regolatore degli Orari (o Piano di coordinamento degli Orari)
L'art. 50 del d.lgs 267/00, attribuisce ai sindaci il compito di coordinare e riorganizzare "sulla base degli indirizzi espressi dal consiglio comunale e nell'ambito dei criteri eventualmente indicati dalla regione, gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonché, d'intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio, al fine di armonizzare l'espletamento dei servizi con le esigenze complessive e generali degli utenti".
Piano Strutturale
Il Piano Strutturale rappresenta lo schema-direttore con il quale il Comune, individuate le risorse naturali ed essenziali presenti nel proprio territorio, definisce i principi e le grandi strategie per la loro salvaguardia, lo sviluppo e la loro valorizzazione, dettando indirizzi e prescrizioni per la pianificazione operativa e di dettaglio. Esso costituisce un quadro unitario di riferimento, valido per il medio periodo, dove sono riassunti i dati conoscitivi, le esigenze di tutela, le linee di indirizzo e di coordinamento delle azioni di governo del territorio e gli obiettivi da raggiungere nel rispetto dei principi dello "sviluppo sostenibile".
Al P.S. la Legge riconosce una valenza di carta fondativa del governo del territorio. Esso non ha perciò efficacia direttamente operativa sull'uso e la disciplina dei suoli, fatta eccezione per la localizzazione delle infrastrutture di interesse sovracomunale e regionale, e per le aree segnate da salvaguardie, che non possono durare più di 3 anni, e decadono comunque con l'approvazione del Regolamento Urbanistico.
Il Piano Strutturale è il luogo di incontro, armonizzazione ed interrelazione con la strumentazione urbanistica sovraordinata (P.I.T. regionale e P.T.C. provinciale), e svolge il suo ruolo principale nell'indirizzare e coordinare i diversi strumenti di pianificazione e programmazione operativa (Regolamento Urbanistico, Programma Integrato di Intervento, Piani Attuativi, Piani di Settore). In tal modo, tutti gli strumenti di gestione del territorio a scala maggiore e quelli di dettaglio attuativo risultano vincolati alla ricerca di un'integrazione reciproca, cioè ad una sostanziale coerenza con gli indirizzi strategici definiti dal P.S.
Il carattere strategico-strutturale del P.S. consente di delineare una disciplina urbanistica più dinamica e flessibile di quella dei P.R.G.C. tradizionali, rinviando agli strumenti urbanistici operativi (di più facile gestione anche sotto il profilo procedurale) il compito di definire nel dettaglio - in stretta e costante relazione con l'evolversi delle politiche urbane - la disciplina dei suoli.
Quali contenuti ha un Piano Strutturale (P.S.)?
Il Piano Strutturale ha un contenuto vasto ed articolato che - secondo la L.R. 1/2005 (art. 53) definisce:
- a) le risorse che costituiscono la struttura identitaria del territorio comunale definita attraverso l'individuazione dei sistemi e dei sub-sistemi territoriali e funzionali;
- b) le invarianti strutturali di cui all'articolo 4;
- c) i principi del governo del territorio;
- d) i criteri per l'utilizzazione delle risorse essenziali nonché i relativi livelli minimi prestazionali e di qualità con riferimento a ciascuno dei sistemi territoriali e funzionali di cui alla lettera a);
- e) la disciplina della valorizzazione del paesaggio, nonché le disposizioni di dettaglio per la tutela dell'ambiente, dei beni paesaggistici e dei beni culturali in attuazione del piano di indirizzo territoriale e del piano territoriale di coordinamento ai sensi degli articoli 33 e 34;
- f) le aree e gli immobili dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi dell'articolo 32, comma 1.
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.)
Il Piano Territoriale di Coordinamento (P.T.C.) è l'atto di programmazione con il quale la Provincia esercita, nel governo del territorio, un ruolo di coordinamento programmatico e di raccordo tra le politiche territoriali della Regione e la pianificazione urbanistica comunale. Il P.T.C. contiene:
- la definizione di principi d'uso e tutela delle risorse del territorio;
- la definizione degli obiettivi da perseguire nel governo del territorio e delle conseguenti azioni di trasformazione e di tutela;
- la definizione dei criteri di localizzazione degli interventi di competenza provinciale;
- la definizione degli indirizzi per assicurare l'equilibrio e l'integrazione tra il sistema di organizzazione degli spazi e il sistema di organizzazione dei tempi, in modo da favorire una fruizione dei servizi pubblici e privati che non induca necessità di mobilità;
- la definizione di criteri e parametri per le valutazioni di compatibilità tra le varie forme e modalità di utilizzazione delle risorse essenziali del territorio.
Il P.T.C. costituisce, insieme alle norme ed alle salvaguardie previste dal P.I.T., l'unico riferimento per la formazione e/o l'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali. Con il suo strumento la Provincia assolve a due compiti fondamentali: da un lato mette a disposizione dei Comuni un vasto patrimonio di informazioni ed un approfondito quadro conoscitivo di area vasta, dall'altro svolge il ruolo di coordinamento che le è proprio, definendo un insieme di obiettivi e di indirizzi programmatici di valenza sovracomunale (da tradurre in componenti strutturali della pianificazione comunale), e dettando alcune prescrizioni legate alle specifiche competenze della Provincia. L'efficacia diretta sul territorio del P.T.C. si esplica solo per tali prescrizioni: per il resto lo strumento provinciale acquista efficacia nell'essere attuato dal Piano Strutturale di ciascun Comune. Il P.T.C. ha anche valore di Piano Paesistico ai sensi della Legge nº 431/85 e successive modifiche. Esso contiene in particolare:
- il quadro conoscitivo delle risorse essenziali del territorio provinciale;
- il loro grado di vulnerabilità e riproducibilità in riferimento ai sistemi ambientali locali, indicando, con particolare riferimento ai bacini idrografici, le relative condizioni d'uso;
- prescrizioni sull'articolazione e le linee di evoluzione dei sistemi territoriali, urbani, rurali e montani;
- prescrizioni, criteri ed ambiti localizzativi in funzione delle dotazioni e della funzionalità di infrastrutture e servizi di interesse sovracomunale e di interesse unitario regionale;
- prescrizioni localizzative indicate da piani provinciali di settore;
- misure di salvaguardia.
Piano urbano del traffico - PUT
Previsto dalla Circolare del Ministero LL.PP. n. 2575 del 1986, il PUT, strettamente legato alle previsioni del piano urbanistico, ha il fine di migliorare le condizioni di circolazione veicolare, di sosta, e di ridurre l'inquinamento atmosferico e acustico.
Progetti norma
Per progetto norma si intende un insieme di criteri, indirizzi e prescrizioni, corredate da uno o più schemi grafici, che sintetizzano i caratteri degli interventi strategici organizzati attraverso gli schemi direttori. Il progetto norma viene elaborato con il Regolamento Urbanistico per tutte quelle aree individuate dagli schemi direttori e corrispondenti alle aree strategiche di intervento e per gli eventuali ed ulteriori interventi individuati dal Regolamento, la cui complessità richieda un maggiore grado di definizione normativa.
Progetto di suolo
Per progetto di suolo si intende l'insieme degli interventi e delle opere che modificano lo stato e i caratteri del suolo pubblico, d'uso pubblico o privato di interesse generale ridefinendone il disegno e gli usi. Gli interventi previsti dal progetto di suolo consistono nella sistemazione delle aree non edificate attraverso opere di piantumazione, pavimentazione e trattamento del terreno
Programma di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio - PRUSST
Raggruppamento di progetti innovativi in ambito urbano, regolati dal D.M. 8-10-1998, aventi l'obiettivo di avviare una sperimentazione sulle azioni amministrative più efficaci per attivare i finanziamenti previsti nel quadro di sostegno comunitario. I finanziamenti nazionali previsti derivavano dalle disponibilità non utilizzate dei precedenti Programmi di riqualificazione urbana.
Programma Integrato di Intervento (P.I.I.)
Il Programma Integrato di Intervento individua le trasformazioni del territorio da attuare entro il periodo corrispondente a un mandato amministrativo, che per la loro rilevanza e complessità, necessitano di una esecuzione programmatica. E' uno strumento facoltativo e, se realizzato, è parte integrante del Piano Regolatore Generale. Il Programma Integrato di Intervento dovrà definire gli interventi e le opere da realizzare dimostrando la coerenza con le risorse del territorio disponibili, con i tempi di esecuzione, con lo stato di fatto, con i programmi in corso di realizzazione relativi alle principali infrastrutture e attrezzature urbane, con le valutazioni della fattibilità economico-finanziaria delle trasformazioni previste, con il piano della mobilità, con i criteri di perequazione.
Project Financing
E' un insieme di procedure che consentono di realizzare opere pubbliche con l'apporto di capitale e competenze proprie del settore privato. Essenzialmente il Project Financing ( o Finanza di Progetto) è normato dalla Dir. 93/37 della CEE (14 giugno 1993) "Direttiva del Consiglio che coordina le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori" e dalle successive modifiche ed integrazioni, per l'Italia dalla Legge 11 febbraio 1994, n.109, "Legge quadro in materia di lavori pubblici" e successive modifiche ed integrazioni. Le fasi principali di un'operazione di Project financing sono la costruzione e la gestione dell'opera realizzata, attraverso la quale l'investitore deve rientrare del capitale investito e attraverso la quale deve ottenere un congruo profitto. La fase di gestione dell'opera diventa perciò di primaria importanza nell'economia complessiva dell'operazione dato che solo una gestione efficace potrà consentire di generare i flussi di cassa necessari a soddisfare tutti i soggetti investitori.
Protocollo d'intesa
E' un accordo fra enti pubblici, al quale possono, in varia forma, partecipare anche soggetti privati. Può trattarsi di un accordo preliminare a uno più dettagliato e più rigidamente vincolante: un esempio di questo tipo di accordo è dato da quello che può scaturire da una conferenza di servizi convocata (ai sensi dell'art. 34 del D.lgs. 267/2000) al fine di verificare la fattibilità di un Accordo di Programma.
Regolamento Urbanistico (R.U.)
Il Regolamento Urbanistico è lo strumento con il quale l'Amministrazione Comunale disciplina le trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del proprio territorio. Esso traduce le direttive e gli indirizzi operativi del Piano Strutturale, in norme operative e prescrizioni, fino alla scala del singolo lotto e del singolo edificio, precisando almeno i seguenti elementi: destinazioni d'uso, tipi di intervento, assetto morfologico e principio insediativo, strumenti d'attuazione. Per quelle aree che, per rilevanza e complessità, necessitano di una esecuzione programmata, il Regolamento Urbanistico predispone Progetti Norma e rimanda l'attuazione degli interventi alla redazione di Piani Complessi d'intervento.
Relazione sullo Stato dell'Ambiente
E' un rapporto descrittivo, basato sul modello Pressione-Stato-Risposta rispetto allo stato di conservazione dello stock di risorse (mediante opportuni indicatori di stato), alle pressioni esercitate su tali risorse dalle attività antropiche (indicatori di pressione), agli interventi e/o politiche di tutela delle risorse e di mitigazione degli effetti adottate (indicatori di risposta). Nell'ambito del documento i diversi tematismi affrontati sono di solito aggregati in sistemi ambientali, anche sulla base delle indicazioni della D.G.R.T. nº 1541 del 14.12.1999.
Responsabile dell'Ufficio di Piano
Coordina il lavoro dell'Ufficio di Piano sulla base del programma operativo elaborato assieme al Coordinatore ed al Consulente Scientifico. Ha inoltre il compito di effettuare il raccordo tra l'ufficio di Piano e gli uffici Tecnici dell'Amministrazione allo scopo di pervenire ad un Piano che sia condiviso dalla struttura tecnica dell'Amministrazione.
Salvaguardia
Situazione in cui si trova uno strumento urbanistico adottato ma non ancora approvato, cioè in itinere di approvazione. Con l'adozione del P.R.G. scatta l'applicazione delle misure di salvaguardia in base alle quali deve essere sospesa da parte del Comune ogni determinazione sulle domande di concessione edilizia non conformi al PRG in intinere, cioè in corso di approvazione.
Schema direttore
Per schema direttore si intende un insieme coordinato di interventi di carattere strategico legati da unitarietà tematica e finalizzati al raggiungimento degli obiettivi generali del Piano Strutturale, così come individuati nelle linee guida. Lo schema direttore organizza gli interventi e ne stabilisce l'ordine di attuazione, le priorità ed i condizionamenti, in relazione al livello di fattibilità ed alle valutazioni di carattere ambientale.
Sistemi e sottosistemi funzionali
Per sistema funzionali si intendono parti del territorio - spazi aperti ed edifici - non necessariamente contigue, alle quali viene riconosciuta una comune identità e che individuano insiemi di funzioni e di materiali urbani compatibili con il ruolo specifico che esse hanno nel territorio. Sistemi, sottosistemi ed ambiti funzionali stabiliscono condizioni qualitative, quantitative e localizzative ed individuano gli obiettivi prestazionali degli insediamenti al fine del mantenimento ed incremento della qualità ambientale e contribuiscono alla corretta distribuzione delle funzioni per l'integrazione tra organizzazione degli spazi e organizzazione dei tempi. I sistemi funzionali coprono l'intero territorio comunale ed individuano insiemi di spazi, luoghi ed edifici, distinti tra loro e non sovrapposti; i sistemi funzionali si articolano in sottosistemi funzionali. I sottosistemi danno luogo a parti di un sistema che si differenziano tra loro per dimensione, principio insediativo, tipi edilizi, spazi aperti, modi d'uso. Gli ambiti costituiscono una ulteriore suddivisione del sottosistema e ne precisano ulteriormente le indicazioni.
Sistema Informativo Territoriale (S.I.T.)
I Sistemi Informativi Territoriali rappresentano oggi una delle conquiste tecnologiche più interessanti per la gestione del territorio, dal momento che permettono (con l'uso di adeguati software) di creare una corrispondenza biunivoca tra insiemi di oggetti (edifici, aree naturali o edificate, archi viari, linee ferroviarie, archi e bacini idrici, rilievi naturali o artificiali, ecc.) posizionati sul territorio secondo le loro coordinate ed archivi di dati e informazioni quantitative o qualitative che li riguardano. I compiti previsti per il S.I.T. concernono essenzialmente:
- l'organizzazione della conoscenza necessaria al governo del territorio;
- la definizione in modo univoco per tutti i livelli operativi della documentazione informativa a sostegno dell'elaborazione programmatica e progettuale dei diversi soggetti e nei diversi settori;
- la registrazione degli effetti indotti dall'applicazione delle normative e dalle azioni di trasformazione del territorio.
In tale quadro, sarà fondamentale che la costruzione per tappe di ogni S.I.T. (dalla fase di individuazione e raccolta dei dati alla loro diffusione, conservazione e aggiornamento) si ponga come parametro per il rinnovamento delle modalità di lavoro dei diversi settori amministrativi, soprattutto per quanto attiene il coordinamento fra uffici, l'interscambio e la verifica incrociata delle informazioni raccolte.
Per l'archiviazione e l'elaborazione delle informazioni generalmente ci si orienta verso i cosiddetti sistemi G.I.S. (Geographic Information System).
Il primo passo consisterà così nella costruzione di una base cartografica aggiornata, che funga da supporto unico e da denominatore comune per la visualizzazione e il confronto di tutti i dati contestualmente o successivamente raccolti attraverso formati numerici diversi. Nei sistemi software di tipo G.I.S., infatti, la descrizione delle diverse peculiarità del territorio si compone di molte informazioni non solo a carattere metrico o esplicativo, ma anche di ordine relazionale. I singoli livelli di informazione vengono così strutturati attraverso molteplici relazioni di reciprocità che si connettono alle loro proprietà spaziali, e possono essere arricchiti con immagini, filmati e suoni, affinché l'individuazione delle diverse qualità del territorio sia più densa, precisa e univoca, e affinché i contenuti dell'analisi territoriale siano comunicabili con maggior immediatezza. In tal modo, le rappresentazioni G.I.S. permettono contestualmente:
- La costruzione di banche di dati referenziate spazialmente e facilmente aggiornabili, visualizzabili ed interrogabili per livelli tematici di organizzazione delle informazioni;
- Analisi comparative incrociate e vedute sinottiche dei dati che aumentino il loro livello di scientificità e certezza;
- L'attivazione di procedure di analisi complesse di elementi diversi fra loro ma correlati, mirate non alla mera rappresentazione dei dati, ma all'elaborazione di modelli di analisi e progetto circa gli interventi di trasformazione del territorio;
- Un agevole confronto fra dati raccolti separatamente, con l'obiettivo che l'integrazione delle informazioni settoriali generi una migliore comprensione della complessità del territorio attraverso la produzione di nuove informazioni di "secondo livello", che possono rappresentare il risultato finale dello studio. O, più spesso, anche una nuova base informativa per perfezionare il modello interpretativo o progettuale, contribuendo a costruire così un processo ciclico di studio e aggiornamento sempre più perfezionato per via di approssimazione.
Grazie ai G.I.S., nuove possibilità di partecipazione della cittadinanza alle scelte territoriali possono essere facilitate attraverso interfacce grafiche semplificate e buone forme di interazione con l'utenza, anche via Internet. L'uso di tecniche e linguaggi di rappresentazione tridimensionale facilmente comprensibili anche ai cittadini meno tecnicamente preparati, permette, infatti, di discutere e vagliare ipotesi progettuali alternative, visualizzandone i possibili esiti (in termini di impatto volumetrico, estetico o paesaggistico) e facilitando la trasmissione anche di nozioni di tipo tecnico.
Il S.I.T. viene a costituirsi come bacino informativo fondamentale per la costruzione dei Piani e degli strumenti operativi, nel momento in cui raccoglie e mette in relazione con facilità e precisione tutti gli elementi del quadro conoscitivo territoriale, ed offre un costante appoggio per la consultazione in tempo reale dei diversi dati sul territorio, ai fini del continuo aggiornamento dei progetti e dei programmi operativi; in tal senso, il S.I.T. costituisce un'interfaccia dinamica permanente tra l'evolversi dei quadri conoscitivi e degli strumenti progettuali: è uno strumento essenziale per permettere una attività continua di interrelazione, analisi, valutazione, formulazione di scelte, verifica e monitoraggio degli esiti diretti e degli effetti collaterali ad esse conseguenti.
Tra le molteplici opportunità che il S.I.T. offre, vi è - in particolare - quella di facilitare le operazioni di continuo monitoraggio dello stato di attuazione degli strumenti urbanistici, delle condizioni dell'ambiente naturale e antropico e della situazione delle reti infrastrutturali, che rappresentano elementi-chiave per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile.
Società di Trasformazione Urbana - (S.T.U.)
Gli enti territoriali hanno la facoltà di costituire Società per Azioni con il fine di progettare e realizzare interventi di trasformazione urbana, in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti. Gli eventuali azionisti privati devono essere scelti a mezzo di procedure di evidenza pubblica. Le S.T.U. acquisiscono le aree interessate dall'intervento con acquisto o tramite esproprio da parte del Comune, le trasformano e la commercializzano. L'individuazione da parte del Consiglio Comunale delle aree comprese nell'intervento equivale a dichiarazione di pubblica utilità. Le aree di enti pubblici interessate dall'intervento possono essere attribuite in concessione alla S.T.U.. I rapporti tra gli enti locali azionisti e la S.T.U. devono essere disciplinati da una convenzione contenente obblighi e diritti delle parti.
La normativa di riferimento è la seguente: art.120 D.Lgs. 267/2000; art.7 legge 21/2001; Circolare LLPP n.622 del gennaio 2001.
Statuto dei luoghi
Lo Statuto dei Luoghi raccoglie le invarianti strutturali, gli interventi e le tutele strategiche; esso costituisce la matrice organizzativa delle norme del Piano Strutturale. Attraverso lo Statuto dei luoghi il Piano Strutturale stabilisce le regole per il corretto equilibrio tra la comunità e l'ambiente, costruendo una mediazione tra le esigenze collettive e quelle dei singoli, attraverso un insieme di tutele e salvaguardie del patrimonio storico e dell'ambiente naturale e di azioni specifiche mirate a migliorare la qualità delle prestazioni fisiche, sociali e culturali del territorio.
Sviluppo sostenibile o sostenibilità (Sustainable Development)
Come definito dal Rapporto Brundtland delle Nazioni Unite (1987) è quel modello di sviluppo che soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Lo sviluppo sostenibile non è solo difesa dell'ambiente, ma un intervento di scienza (particolarmente l'ecologia), tecnologia e organizzazione sociale e istituzionale che comporti nuove forme di governabilità, con la consapevole partecipazione degli individui. Essendo la sostenibilità un processo multidimensionale che richiede l'eliminazione della povertà e del bisogno, oltre che la conservazione delle risorse per rendere permanente questa eliminazione, per aversi sviluppo sostenibile deve esserci una sostenibilità economica, intesa questa non solo come crescita economica , ma anche sociale e culturale. E' necessario che si pervenga ad una unificazione dell'economia e dell'ecologia a tutti i livelli ed anche ad un corretto equilibrio fra aree rurali ed urbane, evitando concentrazioni e promuovendo moderne forme di agricoltura che valorizzino attivamente l'ambiente e il paesaggio. Lo sviluppo urbano sostenibile richiede una valutazione della carrying capacity (capacità portante) dell'intero ecosistema che sopporta l'insediamento.
Tutele strategiche
Le tutele strategiche rappresentano l'insieme delle salvaguardie del patrimonio storico e dell'ambiente naturale ritenute indispensabile al mantenimento dei caratteri fondamentali e delle risorse essenziali del territorio. Il Piano Strutturale individua ed organizza le tutele strategiche in relazione alle seguenti categorie di salvaguardia:
- tutela paesistica ed ambientale;
- tutela dei tipi e varianti del paesaggio agrario;
- tutela delle aree agricole speciali;
- tutela geomorfologia ed idrogeologica.
Unità territoriali organiche elementari (U.T.O.E.)
Per unità territoriali organiche elementari si intendono parti di territorio riconoscibili e dotate di una loro relativa autonomia. Il Piano Strutturale individua le U.T.O.E. in base ai caratteri ambientali, con particolare riferimento ai bacini idrografici, economici, sociali e culturali. Per ciascuna U.T.O.E. il Piano Strutturale specifica:
- le dimensioni massime ammissibili degli insediamenti;
- il nuovo impegno di suolo;
- le dimensioni minime necessarie delle infrastrutture e dei servizi di uso pubblico.
Valutazione ambientale strategica (V.A.S.)
Procedura prevista dalla Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi. Si tratta di un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze in campo ambientale di una politica, di un piano o di iniziative nell'ambito di un programma, ai fini di garantire che esse siano affrontate in modo adeguato fin dai primi stadi del processo di formulazione delle decisioni, allo stesso modo delle implicazioni economiche e sociali.
Valutazione d'impatto ambientale (V.I.A.)
Analisi e giudizio degli effetti ambientali, sociali, produttivi di una trasformazione introdotta dall'uomo. Si articola in una analisi tecnico-scientifica sui costi e benefici di un'opera o iniziativa (Bilancio di Impatto Ambientale) e in una decisione di carattere politico. E' obbligatoria per tutti gli interventi riguardanti la pianificazione e lo sviluppo del territorio suscettibili di determinare un impatto significativo e rilevante.
Vincolo
Limitazione all'uso di un ambiente, o territorio, o parti di esso, prescritto da un piano o da un programma. Può essere urbanistico, idrogeologico, paesaggistico ecc.