Norme Tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art. 47 Strategie per la rete ecologica comunale

1. Rete ecologica urbana

Nel contesto degli elementi strutturali della rete ecologica comunale (come rappresentati nella Tavola ST 01.B2) le “Aree verdi urbane” sono costituite dalle zone di verde pubblico più estese e continue, quale importante componente della rete ecologica urbana. Al progetto di rete ecologica urbana contribuiscono potenzialmente anche le “Aree urbanizzate a media permeabilità ecologica” quali zone edificate con significativa presenza di verde pubblico o privato, da impianti sportivi con aree verdi, ecc. Residuali elementi agricoli all’interno del territorio urbanizzato sono presenti nell’elemento della rete ecologica comunale definito “Agroecosistemi periurbani e infraurbani di pianura”, quale parte della rete ecologica degli agroecosistemi. Quest’ultimo elemento circonda il territorio urbanizzato di Grosseto, presentando importanti continuità ecosistemiche e paesaggistiche con la rete ecologica urbana.

Sul lato sud-orientale la rete ecologica urbana risulta invece in continuità con il “Corridoio agricolo perifluviale” (rete degli agroecosistemi), con la “Rete ecologica fluviale” e con quella dei “Boschi planiziali e corridoi forestali e arbustivi ripariali” (rete ecologica fluviale e forestale), come rappresentati nella Tavola ST 01.B2.

Ai sensi dell’articolo 62 della L.R. n. 65/2014, il presente Piano, relativamente al progetto di rete ecologica urbana, indica il seguente obiettivo da conseguire attraverso i Piani Operativi e gli altri strumenti della pianificazione urbanistica, per assicurare la qualità degli insediamenti e delle trasformazioni previste dal PSI:

• mantenere, aumentare e migliorare le dotazioni ecologiche e la continuità degli spazi e delle attrezzature pubbliche, del verde urbano e del verde di connessione ecologica, dei percorsi pedonali e ciclabili anche in relazione ai nodi intermodali delle infrastrutture per la mobilità e il trasporto pubblico, anche nell'ottica di garantire l'accessibilità inclusiva;

• a tal fine il Piano Operativo dovrà contenere un progetto, in scala adeguata, di rete ecologica urbana, strettamente connesso al piano del verde, atti a garantire anche i necessari raccordi tra il verde urbano interno alla città e le aree interne al progetto di parco agricolo periurbano e parco fluviale, il tutto al fine di agevolare la costituzione di una rete ambientale integrata anche attraverso la predisposizione di masterplan a scala adeguata. Attraverso tale strumento dovranno essere individuate le discontinuità e gli spazi interni al sistema insediativo interno alle Utoe, per potenziare l’armatura verde presente all’interno del sistema urbano con l’obiettivo di costituire una rete fra le aree a verde pubblico esistenti e di progetto comprensive di spazi privati in cessione nelle aree di trasformazione.

2. Parco agricolo periurbano della città di Grosseto

Il PO dovrà sviluppare un progetto di parco agricolo periurbano di Grosseto partendo dalla prima individuazione di PS costituita dall’elemento della rete ecologica comunale definito “Agroecosistemi periurbani e infraurbani di pianura”, quale parte della rete ecologica degli agroecosistemi (come rappresentati nella Tavola ST 01.B2).

Il progetto di Parco agricolo periurbano dovrà perseguire e sviluppare i seguenti obiettivi:

1. Mantenere, creare e migliorare i livelli di continuità ecologica tra le aree verdi urbane, i residuali elementi agricoli urbani e il paesaggio agricolo periurbano;

2. sostenere l’agricoltura anche potenziandone la multifunzionalità nell’ottica di una riqualificazione complessiva del paesaggio periurbano e delle aree agricole intercluse;

3. rafforzare le relazioni di scambio e di reciprocità tra ambiente urbano e rurale valorizzando l’attività agricola come esternalità positiva anche per la città e potenziando il legame tra mercato urbano e produzione agricola della cintura periurbana;

4. evitare processi di consumo di suolo ad opera di urbanizzato, mantenendo l’attuale elevata continuità degli agroecosistemi;

5. evitare la frammentazione delle superfici agricole a opera di infrastrutture o di altri interventi di urbanizzazione che ne possono compromettere la funzionalità e la produttività;

6. valorizzare lo strumento del Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale per il mantenimento degli attuali assetti agricoli e la valorizzazione delle esternalità positive;

7. ampliare le attuali dotazioni ecologiche (siepi, filari alberati, boschetti) e individuare aree idonee a sviluppare progetti di forestazione urbana e periubana, con la costituzione di boschi planiziali (da realizzare utilizzando specie arboree e arbustive autoctone) finalizzati alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e al miglioramento della resilienza delle aree urbanizzate. Il nuovo paesaggio agroforestale svolgerà anche importanti funzioni ecologiche e ricreative;

8. favorire forme di agricoltura multifunzionale o altre forme di supporto al reddito dell’imprenditore agricolo;

9. favorire il mantenimento della fertilità agronomica dei suoli;

10. favorire l’aggregazione tra aziende agricole in modo da poter valorizzare la produzione rispetto al consumatore finale anche con l’obiettivo di implementare la “filiera corta”:

11. favorire la diffusione della conoscenza delle produzioni locali al fine di aumentarne l’interesse sul consumatore finale che potrà essere rappresentato anche da mense scolastiche e aziendali;

12. favorire l’accessibilità pedonale e ciclabile;

13. favorire tutti i servizi ecosistemici emergenti sul territorio e i Pagamenti dei Servizi Ecosistemici (PSE) ad essi correlati;

14. mantenere la continuità ecologica e paesaggistica con le aree interne al progetto di parco fluviale dell’Ombrone.

3. Parco fluviale dell’Ombrone

Il PO dovrà sviluppare un progetto di parco fluviale agricolo e naturalistico del Fiume Ombrone partendo dalla prima individuazione di PS costituita dall’elemento dall’insieme degli elementi della rete ecologica comunale definiti: “Corridoio agricolo perifluviale” (rete degli agroecosistemi), “Rete ecologica fluviale” e “Rete dei boschi planiziali e corridoi forestali e arbustivi ripariali” (rete ecologica fluviale e forestale, come rappresentata nella Tavola ST 01.B2).

Il progetto di Parco fluviale dovrà perseguire e sviluppare i seguenti obiettivi:

1. Mantenere la continuità ecologica e paesaggistica con le aree al Parco agricolo periurbano, costituendo un complessivo corridoio ecologico comunale tra le aree interne e il Parco regionale della Maremma;

2. tutelare i boschi ripariali e gli habitat ripariali, palustri e planiziali di interesse comunitario; tutela delle specie animali e vegetali di interesse conservazionistico.

3. graduale riduzione delle attività agricole in una fascia di almeno 50 m da ciascuna sponda ove realizzare interventi di ricostituzione della vegetazione arborea ripariale e planiziale attraverso l’utilizzo di specie arboree e arbustive autoctone ed ecotipi locali;

4. escludere processi di artificializzazione degli alvei, delle sponde e delle aree di pertinenza fluviale, evitando ulteriori processi di consumo di suolo;

5. migliorare la compatibilità ambientale della gestione idraulica e delle attività di pulizia delle sponde; valorizzazione del ruolo delle casse di espansione e laminazione come opportunità di riqualificazione naturalistica delle aree di pertinenza fluviale (anche attraverso la creazione di aree umide);

6. tutela e riqualificazione naturalistica dei biotopi umidi derivanti dall’abbandono delle attività estrattive e delle aree incolte o arbustate perifluviali;

7. sostenere l’agricoltura anche potenziandone la multifunzionalità e le relazioni di scambio e di reciprocità tra ambiente urbano e rurale valorizzando l’attività agricola come esternalità positiva anche per la città e potenziando il legame tra mercato urbano e produzione agricola della cintura periurbana;

8. miglioramento della qualità delle acque, anche mediante il controllo degli scarichi nei corpi idrici e la verifica della capacità depurativa;

9. mitigazione degli impatti legati alla diffusione di specie aliene (in particolare di robinia);

10. valorizzazione dei servizi ecosistemici offerti dagli ecosistemi ripariali, delle loro funzioni ecologiche, paesaggistiche e di capacità tampone e di autodepurazione delle acque;

11. mantenere i livelli di Minimo deflusso vitale e ridurre le captazioni idriche per i corsi d’acqua caratterizzati da forti deficit idrici estivi;

12. favorire l’accessibilità pedonale e ciclabile.

13. Valorizzazione degli strumenti di partecipazione delle comunità locali alla gestione e conservazione degli ecosistemi fluviali (ad es. Contratti di fiume);

14. Riconoscimento e tutela delle formazioni boschive che “caratterizzano figurativamente” il territorio quali: boschi ripariali.

Ultimo aggiornamento 19.10.2023 - 08:46