Norme Tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art. 26 INVARIANTE STRUTTURALE IV - I caratteri morfotipologici dei paesaggi rurali

1. Disciplina e obiettivi generali

L’invariante strutturale IV comprende i caratteri identitari del paesaggio rurale comunale, che pur nella forte differenziazione che li caratterizza, presentano caratteri comuni come il rapporto stretto e coerente fra sistema insediativo e territorio agricolo; la persistenza dell'infrastruttura rurale e della maglia agraria storica, in molti casi ben conservate; la diffusione di una agricoltura intensiva di pianura alluvionale; un mosaico degli usi del suolo agricoli e non nelle aree collinari e costiere in grado di aumentare la qualità del paesaggio e i livelli biodiversità territorio.

L’obiettivo generale concernente l’invariante strutturale di cui al presente articolo è la salvaguardia e valorizzazione del carattere multifunzionale dei paesaggi rurali regionali, che comprendono elevate valenze estetico-percettive, rappresentano importanti testimonianze storico-culturali, svolgono insostituibili funzioni di connettività ecologica e di presidio dei suoli agroforestali, sono luogo di produzioni agro-alimentari di qualità e di eccellenza, costituiscono una rete di spazi aperti potenzialmente fruibile dalla collettività, oltre a rappresentare per il futuro una forte potenzialità di sviluppo economico.

Tale obiettivo viene perseguito direttamente dal Piano Strutturale e mediante il Piano Operativo, che stabilirà regole e prevederà interventi ai fini di una gestione attiva e conservativa del paesaggio rurale che garantisca:

  • a) il mantenimento della relazione che lega paesaggio agrario e sistema insediativo (leggibile alla scala urbana, a quella dell’insediamento accentrato di origine rurale, delle ville-fattoria, dell’edilizia specialistica storica, dell’edilizia rurale sparsa) attraverso la preservazione dell’integrità morfologica dei suoi elementi costitutivi, il mantenimento dell’intorno coltivato, e il contenimento di ulteriori consumi di suolo rurale;
  • b) il mantenimento della continuità della rete di infrastrutturazione rurale (data dal sistema della viabilità minore, della vegetazione di corredo e delle sistemazioni idraulico-agrarie di versante e di piano) per le funzioni di organizzazione paesistica e morfologica, di connettività antropica ed ecologica, e di presidio idrogeologico che essa svolge anche nel garantire i necessari ammodernamenti funzionali allo sviluppo agricolo;
  • c) una rete di infrastrutturazione rurale articolata per le colture specializzate di grandi estensioni con ridisegno integrale della maglia agraria, valutando, ove possibile, modalità d’impianto che assecondino la morfologia del suolo e l’interruzione delle pendenze più lunghe anche al fine di contenere i fenomeni erosivi;
  • d) la preservazione nelle trasformazioni dei caratteri strutturanti i paesaggi rurali storici regionali, attraverso la tutela della scansione del sistema insediativo propria di ogni contesto (discendente da modalità di antropizzazione storicamente differenziate); la salvaguardia delle sue eccellenze storico-architettoniche e dei loro intorni paesistici; l’incentivo alla conservazione delle colture d’impronta tradizionale in particolare ove esse costituiscono anche nodi degli agro-ecosistemi e svolgono insostituibili funzioni di contenimento dei versanti; il mantenimento in efficienza dei sistemi di regimazione e scolo delle acque di piano e di colle;
  • e) la tutela dei valori estetico-percettivi e storico-testimoniali del paesaggio agrario pianificando e razionalizzando le infrastrutture tecnologiche, al fine di minimizzare l’impatto visivo delle reti aeree e dei sostegni a terra e contenere l’illuminazione nelle aree extraurbane per non compromettere la naturale percezione del paesaggio notturno;
  • f) la tutela degli spazi aperti agricoli e naturali con particolare attenzione ai territori periurbani; la creazione e il rafforzamento di relazioni di scambio e reciprocità tra ambiente urbano e rurale con particolare riferimento al rapporto tra produzione agricola della cintura periurbana e mercato urbano; la messa a sistema degli spazi aperti attraverso la ricostituzione della continuità della rete ecologica e la realizzazione di reti di mobilità dolce che li rendano fruibili come nuova forma di spazio pubblico;
  • g) il mantenimento dei paesaggi agro-pastorali tradizionali e valorizzazione delle produzioni tipiche e delle attività agricole e zootecniche. Conservazione e valorizzazione dell’agro-biodiversità (razze e varietà locali di interesse agrario, zootecnico e forestale);
  • h) valorizzazione del territorio agricolo interno o limitrofo alla città di Grosseto come parco agricolo periurbano. Mantenimento, tramite gestione attiva, dei caratteristici paesaggi olivicoli ad “alta naturalità” delle colline calcare interne.
  • i) il miglioramento dei livelli di sostenibilità delle attività agricole intensive di pianura ed incremento delle dotazioni ecologiche; mitigazione degli elementi di criticità legati alla diffusione dei vigneti specializzati, su grandi superfici, nelle colline interne.

Tra gli altri indirizzi per i paesaggi rurali si indicano:

• valorizzare lo strumento del Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale per il mantenimento degli attuali assetti agricoli e la valorizzazione delle esternalità positive;

• contenere le popolazioni di ungulati per limitare i danni provocati alle colture e agli ecosistemi forestali.

• favorire forme di agricoltura multifunzionale, o altre forme di supporto al reddito dell’imprenditore agricolo.

• favorire gli interventi funzionali al recupero delle acque meteoriche.

• favorire l’utilizzo delle risorse rinnovabili per l’autosufficienza energetica.

• agevolare l’installazione di manufatti temporanei e manufatti ad uso agricolo in assenza di programma aziendale.

• mantenere e riqualificare gli elementi tipici delle porzioni di Morfotipo riconosciute come Paesaggi rurali storici.

• favorire tutti i servizi ecosistemici emergenti sul territorio e i Pagamenti dei Servizi Ecosistemici (PSE) ad essi correlati.

L'Invariante IV è rappresentata nell'elaborato ST_04.

2. Morfotipi rurali

Costituiscono elementi della IV Invariante i seguenti Morfotipi rurali (meglio descritti nella relazione di quadro conoscitivo e rappresentati nella Tavola ST 01.B1) a cui si applicano i relativi obiettivi, direttive e regole di utilizzazione, manutenzione e riproduzione:

03. Morfotipo dei seminativi tendenti alla rinaturalizzazione in contesti marginali

Il morfotipo è tendenzialmente associato a una forte compromissione della funzione produttiva agricola legata a fenomeni di abbandono e, pertanto, le funzioni produttive residue sono quasi esclusivamente legate allo svolgimento di una zootecnia estensiva o alla produzione di foraggere. Nel contesto comunale tale morfotipo appare ben circoscritto e localizzato ad una parte del settore nord-orientale del comune (versanti orientali del Poggio di Mota, Podere la Vedova e Az. Faunistico-Venatoria “La Scagliata”), segno che la tendenza all’abbandono colturale e rinaturalizzazione dei terreni agricoli è in generale assai poco frequente nel territorio comunale.

I valori del morfotipo si manifestano nel ruolo di diversificazione ecologica e paesaggistica svolto dai seminativi quando inseriti all’interno di coperture boschive continue, oppure dalle formazioni arbustive di recente insediamento come avviene in questo caso. Trattandosi di aree ad elevata naturalità, in un contesto agricolo comunque di grande pregio ambientale (seminativi, prati stabili e prati-pascoli ad elevata densità di alberi camporili), il valore ecosistemico complessivo è certamente rilevante, anche con presenza di habitat di interesse comunitario (Cod. 6220, 6310,6210). Tali aree sono quindi inquadrabili come Aree agricole ad alto valore naturale (HNVF High Nature Value Farmland) (APAT, 2007), già obiettivo strategico delle politiche agricole comunitarie

La ripartizione percentuale delle classi di uso del suolo evidenzia l’esistenza di un mosaico molto articolato di tipologie, cosa che conferisce al paesaggio un assetto variabile e una struttura ecosistemica di pregio. Il livello di infrastrutturazione ecologica risulta tra i più elevati a livello comunale con il valore più alto di siepi (0,048 km/ha) e il terzo più elevato di alberi camporili (0,6 alberi/ha).

Obiettivi, direttive e regole di utilizzazione, manutenzione e riproduzione

Il contrasto alla rinaturalizzazione dei terreni agricoli (seminativi) è un obiettivo perseguibile. Nel caso specifico, la ridotta dimensione dell’area in fase di abbandono colturale, rende molto ampi i margini di riattivazione di una economia agrosilvopastorale anche attraverso il contenimento dell’espansione della boscaglia e degli arbusteti, il recupero dell’uso agricolo dei terreni, la diffusione di razze autoctone e la promozione dei prodotti derivati. Tra gli obiettivi di conservazione risulta importante la conservazione degli elementi vegetali lineari (siepi, siepi alberate, filari alberati) e puntuali (alberi camporili) del morfotipo, e la sua connotazione di Aree agricole ad alto valore naturale (HNVF High Nature Value Farmland) (APAT, 2007).

• Contrasto alla rinaturalizzazione dei terreni agricoli (seminativi).

• Contenimento dell’espansione della boscaglia e degli arbusteti, recupero dell’uso agricolo dei terreni, valorizzazione delle razze autoctone e promozione dei prodotti derivati.

• Conservazione degli elementi vegetali lineari (siepi, siepi alberate, filari alberati) e puntuali (alberi camporili) del morfotipo, e la sua connotazione di Aree agricole ad alto valore naturale (HNVF High Nature Value Farmland).

• Messa in atto di politiche finalizzate al contrasto dello spopolamento nei contesti marginali (offerta di servizi alle persone e alle aziende agricole; potenziamento dell’accessibilità delle zone rurali in termini di miglioramento della viabilità e dei servizi di trasporto; riutilizzo del patrimonio abitativo);

• Valorizzare lo strumento del Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale per il mantenimento degli attuali assetti agricoli e la valorizzazione delle esternalità positive;

• Contenere le popolazioni di ungulati per limitare i danni provocati alle colture e agli ecosistemi forestali.

• Favorire forme di agricoltura multifunzionale, o altre forme di supporto al reddito dell’imprenditore agricolo.

• Favorire gli interventi funzionali al recupero delle acque meteoriche.

• Favorire l’utilizzo delle risorse rinnovabili per l’autosufficienza energetica.

• Agevolare l’installazione di manufatti temporanei e manufatti ad uso agricolo in assenza di programma aziendale.

• Mantenere e riqualificare gli elementi tipici delle porzioni di Morfotipo riconosciute come Paesaggi rurali storici.

• Favorire tutti i servizi ecosistemici emergenti sul territorio e i Pagamenti dei Servizi Ecosistemici (PSE) ad essi correlati.

06. Morfotipo dei seminativi semplificati di pianura o fondovalle

Il morfotipo è caratterizzato da una maglia agraria di dimensione medio-ampia o ampia, esito di operazioni di ristrutturazione agricola e riaccorpamento fondiario, con forma variabile dei campi. Rispetto alla maglia tradizionale, presenta caratteri di semplificazione sia ecologica che paesaggistica. Il livello di infrastrutturazione ecologica è molto basso se si esclude quello della rete idraulica (0,05 km/ha, valore questo medio-alto nel contesto comunale) in quanto la densità di siepi e filari arborei risulta tra le più basse (0,004 km/ha) così come quella di alberi camporili (0,14 n/ha). Il morfotipo è spesso associato a insediamenti di recente realizzazione, localizzati in maniera incongrua rispetto alle regole storiche del paesaggio (per esempio in zone ad alta pericolosità idraulica), frequentemente a carattere produttivo-industriale. Il morfotipo si concentra esclusivamente nelle aree agricole attorno a Grosseto, entrando parzialmente in contatto con le aree golenali del Fiume Ombrone, soprattutto nel tratto a monte della città. La sua estensione è certamente significativa nel contesto territoriale di Grosseto (8%). L’assetto strutturale del morfotipo denota una vocazione alla produzione agricola grazie alla presenza di una maglia medio-ampia tale da consentire un efficace livello di meccanizzazione nei quali si possono praticare colture a reddito più elevato. Ciò è ancora più vero in presenza di terreni irrigui nei quali si possono praticare colture a reddito più elevato.

Il modello di gestione può andare da quello di aziende di grandi dimensioni, condotte con salariati, a quello di aziende coltivatrici dirette con sola manodopera familiare.

I valori del morfotipo si concretizzano principalmente nell’elevata redditività dei terreni dovuta ad una marcata vocazione alla produzione agricola - anche per la presenza di una maglia agraria idonea alla meccanizzazione - e alla prossimità alle infrastrutture, ai grandi nodi delle reti commerciali e alla rete idrica.

Nel contesto grossetano è importante il ruolo multifuzionale assunto dagli spazi agricoli compresi in questo morfotipo che è possibile articolare in:

• valore paesaggistico per la funzione di discontinuità morfologica rispetto al tessuto costruito;

• valore ambientale degli spazi agricoli che contribuiscono ad aumentare il grado di biodiversità e a connettere le reti ecologiche presenti;

• valore di promozione sociale, legato al possibile sviluppo di forme di agricoltura di prossimità o di tipo hobbistico, come orti urbani, e alla costituzione di parchi agricoli, come elementi delle reti di spazio pubblico.

Il principale obiettivo è quello di conciliare il mantenimento o la ricostituzione di tessuti colturali, strutturati sul piano morfologico e percettivo e ben equipaggiati dal punto di vista ecologico con un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio.

Tale obiettivo può essere conseguito mediante:

• la conservazione degli elementi e delle parti dell’infrastruttura rurale storica ancora presenti (siepi, filari arborei e arbustivi, alberi isolati e altri elementi di corredo della maglia agraria; viabilità poderale e interpoderale; sistemazioni idraulico-agrarie di piano);

• la realizzazione di appezzamenti morfologicamente coerenti con il contesto paesaggistico (in termini di forma, dimensione, orientamento) ed efficienti sul piano della funzionalità idraulica dei coltivi e della rete scolante;

• il miglioramento del livello di infrastrutturazione paesaggistica ed ecologica della maglia dei coltivi attraverso l’introduzione di siepi, filari di alberi, a corredo dei confini dei campi, della viabilità poderale, delle sistemazioni idraulico-agrarie di piano;

• la ricostituzione di fasce o aree di rinaturalizzazione lungo i corsi d’acqua (per es. di vegetazione riparia) con funzioni di strutturazione morfologico-percettiva del paesaggio agrario e di miglioramento del livello di connettività ecologica;

Nella fascia del morfotipo direttamente confinante con l’ambito periurbano e, in generale, nei contesti dove sono più accentuati i processi di consumo di suolo agricolo diventa necessario:

• contrastare i fenomeni di dispersione insediativa e di conurbazione, la tendenza alla saldatura lineare dei centri abitati e all’erosione del territorio rurale avviando politiche di pianificazione orientate al riordino degli insediamenti e delle aree di pertinenza, della viabilità e degli annessi;

• preservare gli spazi agricoli residui presenti come varchi inedificati nelle parti di territorio a maggiore pressione insediativa valorizzandone e potenziandone la multifunzionalità nell’ottica di una riqualificazione complessiva del paesaggio periurbano e delle aree agricole intercluse;

• evitare la frammentazione delle superfici agricole a opera di infrastrutture o di altri interventi di urbanizzazione (grandi insediamenti a carattere produttivo-artigianale e commerciale) che ne possono compromettere la funzionalità e indurre effetti di marginalizzazione e abbandono colturale;

• rafforzare le relazioni di scambio e di reciprocità tra ambiente urbano e rurale valorizzando l’attività agricola come servizio/funzione fondamentale per la città e potenziando il legame tra mercato urbano e produzione agricola della cintura periurbana;

• operare per la limitazione o il rallentamento dei fenomeni di destrutturazione aziendale, incentivando la riorganizzazione delle imprese verso produzioni ad alto valore aggiunto e/o produzioni legate a specifiche caratteristiche o domande del territorio favorendo circuiti commerciali brevi.

• valorizzare il ruolo potenziale di parco agricolo e forestale periurbano ed elemento di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e del conseguente fenomeno del surriscaldamento urbano (isole di calore), in grado di ridurre la qualità della vita delle Comunità locali.

07. Morfotipo dei seminativi a maglia fitta di pianura o fondovalle

Il morfotipo è caratterizzato dalla presenza quasi esclusiva di colture erbacee (seminativi per lo più asciutti) in stato di manutenzione variabile a seconda dei contesti, inframmezzate da qualche raro appezzamento utilizzato da altre colture o da piccole estensioni boscate. È caratterizzato da una maglia agraria regolare e fitta, con appezzamenti di superficie piuttosto contenuta di forma allungata e stretta e, spesso, orientati secondo le giaciture storiche che consentivano un efficace smaltimento delle acque. Nel contesto in esame il morfotipo è presente in tre aree distinte, due delle quali di limitata estensione (100 e 300 ettari circa) e possiede un livello di infrastrutturazione ecologica assai limitato (0,009 km/ha di siepi e alberature e 0,19 alberi camporili ad ettaro). Tuttavia la dimensione relativamente piccola dei nuclei, unita alla contiguità con aree forestali (pineta costiera), fasce arborate (vegetazione ripariale del Fiume Ombrone) ed ecosistemi agrari estensivi, incrementa nel morfotipo il livello di biodiversità. Il tessuto agricolo si trova associato spesso ad assetti insediativi poco trasformati rispetto alle regole storiche.

L’equilibrata combinazione di elementi naturali e rurali caratterizza il paesaggio conferendogli un discreto valore estetico-percettivo.

La ripartizione percentuale delle classi di uso del suolo evidenzia la sostanziale assenza di un mosaico articolato di tipologie, dove risulta invece predominante la categoria dei seminativi (75% di copertura). Nel 90% della superficie cumulata con le categorie più abbondanti risultano presenti soltanto 4 categorie agricole, mentre diviene significativa la quota di edificato rurale e residenziale.

L’assetto strutturale del morfotipo denota una vocazione alla produzione agricola per la presenza di una maglia agraria regolare idonea a una lavorazione meccanizzata malgrado la dimensione ridotta della maglia.

Il modello di gestione è riconducibile alla presenza di aziende di piccole e medie dimensioni condotte, generalmente, con manodopera familiare e con ricorso al lavoro salariato solo laddove si praticano colture di pregio (es.: ortive in pieno campo). In presenza di un buon livello di infrastrutturazione ecologica risulta più frequente il ricorso a metodi di produzione eco-sostenibili (es. agricoltura biologica, biodinamica).

Tra i valori si evidenzia pertanto la permanenza di una maglia agraria d’impronta storica che favorisce lo smaltimento delle acque superficiali, il ruolo di presidio idrogeologico nei contesti in cui il reticolo di scolo delle acque è mantenuto in condizioni di efficienza, la buona vocazione alla produzione agricola per la presenza di una maglia agraria idonea per forma alla meccanizzazione, il buon grado di biodiversità e naturalità idoneo anche alle produzioni biologiche.

L’indirizzo principale è quello di perseguire una efficace regimazione delle acque e, compatibilmente al mantenimento e allo sviluppo di un’agricoltura innovativa, la conservazione di una maglia agraria orientata secondo le giaciture storiche (campi di forma allungata disposti in direzione degli impluvi principali) che caratterizza sul piano morfologico e percettivo questo tipo di paesaggio e consente un efficace smaltimento delle acque. Tale obiettivo di qualità può essere conseguito attraverso:

• la manutenzione, il recupero e il ripristino delle sistemazioni idraulico-agrarie di piano e fondovalle (scoline, fossi, drenaggi);

• il mantenimento della vegetazione non colturale e delle siepi che corredano i bordi dei campi e, soprattutto, l’introduzione di nuovi elementi vegetali nei punti in cui la maglia agraria ne risulta maggiormente sprovvista, o quale elemento di riqualificazione ed ampliamento delle fasce di vegetazione ripariale. La scelta degli elementi da inserire dovrà orientarsi verso specie autoctone (es. olmo campestre, pioppo nero, frassino ossifillo, marruca, leccio, sughera e pino domestico, ecc.);

• la realizzazione, negli interventi di ristrutturazione fondiaria e/o agricola, di appezzamenti di dimensione anche maggiore rispetto all’assetto precedente e che comportano un allargamento della maglia agraria, purché siano morfologicamente coerenti con il contesto paesaggistico (in termini di forma e orientamento) e rispettino le direttrici della rete scolante storica con finalità di funzionalità idraulica;

• l’incremento del livello di infrastrutturazione ecologica permetterebbe di aumentare ulteriormente il grado di biodiversità e naturalità tale da consentire l’ulteriore sviluppo di sistemi produttivi eco-sostenibili (es. agricoltura biologica, biodinamica, ecc.).

08. Morfotipo dei seminativi delle aree di bonifica

Il paesaggio è organizzato dalla maglia agraria e insediativa impressa dalle grandi opere di bonifica idraulica avviate in varie parti della regione nella seconda metà del Settecento e portate a termine intorno agli anni cinquanta del Novecento. Tratti strutturanti il morfotipo sono l’ordine geometrico dei campi, la scansione regolare dell’appoderamento ritmata dalla presenza di case coloniche e fattorie, la presenza di un sistema articolato e gerarchizzato di regimazione e scolo delle acque superficiali formato da canali, scoline, fossi e dall’insieme dei manufatti che ne assicurano l’efficienza, la predominanza quasi assoluta dei seminativi, per lo più irrigui.

La densità della maglia agraria e del tessuto colturale può essere molto variabile all’interno di questo morfotipo. Tale caratteristica è stata una di quelle prese in considerazione per una definizione più accurata dei confini e soprattutto per una sua declinazione alla scala comunale che permettesse di evidenziare differenze ritenute significative nell’assetto colturale e nell’evoluzione storica del paesaggio agrario.

La maglia agraria si presenta media o medio-grande, a bassa densità insediativa, costituita da campi di forma per lo più rettangolare di dimensione comunque variabile e pressoché totale assenza di alberature e siepi. La rete scolante è gerarchizzata.

Il grado di infrastrutturazione ecologica è estremamente limitato, se si esclude il denso reticolo costituito da scoline che presenta i valori più alti di densità (0,08 km/ha). Siepi e filari possiedono infatti densità bassissime (0,005 km/ha) e lo stesso dicasi per gli alberi camporili (0,1 n/ha).

Rappresentano un elemento di significativo interesse ecologico le numerose, piccole e disperse aree umide di origine artificiali, per lo più a gestione venatoria, disperse nel morfotipo. Tra queste è da segnalare in particolare il sistema di aree umide in loc. Fattoria Acquisti, con importanti ecosistemi lacustri e palustri dulcacquicoli di interesse vegetazionale e faunistico (anche con habitat di interesse comunitario).

L’assetto tipico delle aree agricole di bonifica assolve, prioritariamente, alla funzione produttiva. La maglia degli appezzamenti si adatta perfettamente a una moderna meccanizzazione sia di colture estensive (cereali) che intensive (ortive in pieno campo). A completare la funzionalità delle infrastrutture collettive concorrono quelle aziendali, comprese le sistemazioni idraulico-agrarie.

I valori espressi dal morfotipo sono essenzialmente: i) socio-economico derivato dall’ottima vocazione dei terreni alla produzione agricola per la presenza di grandi aziende ben strutturate e di una maglia agraria idonea alla gestione meccanizzata; ii) di presidio idrogeologico svolto dal reticolo di regimazione delle acque superficiali quando mantenuto in condizioni di efficienza.

La conservazione e valorizzazione del morfotipo può trarre vantaggio dallo sviluppo di nuove funzioni, come l’attività di ricezione turistica, anche mediante il mantenimento e il recupero dell’edificato rurale tradizionale. Il principale obiettivo è quello di incrementare la dotazione ecologica (siepi, alberature, fasce tampone, alberi camporili) che consenta di migliorare la permeabilità ecologica e ridurre la frammentazione degli ecosistemi, e di preservare e gestire attivamente le importanti aree umide di origine artificiale.

Analogamente è fortemente auspicabile incrementare la superficie coltivata a biologico al fine di ridurre l’utilizzo di prodotti fitosanitari e i loro effetti negativi sull’ambiente.

E’ fondamentale anche mantenere una efficace regimazione delle acque e, compatibilmente al mantenimento e allo sviluppo di un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio, la conservazione della struttura della maglia agraria della bonifica storica.

Tali obiettivi sono perseguiti attraverso:

• il mantenimento e il ripristino della funzionalità del reticolo idraulico anche attraverso la realizzazione di nuove sistemazioni di pari efficienza coerenti con il contesto paesaggistico quanto a dimensioni, materiali, finiture impiegate e, ove possibile, la conservazione dei manufatti idraulico-agrari esistenti (canali, fossi, drenaggi, scoline);

• il mantenimento delle caratteristiche di regolarità della maglia agraria da conseguire mediante la conservazione e la manutenzione della viabilità poderale e interpoderale o, nei casi di ristrutturazione agricola/fondiaria, la realizzazione di nuovi percorsi di servizio ai coltivi morfologicamente coerenti con il disegno generale e le linee direttrici della pianura bonificata;

• la realizzazione, nelle nuove e/o eventuali riorganizzazioni della maglia agraria, di appezzamenti che si inseriscano coerentemente per forma e orientamento nel disegno generale della pianura bonificata, seguendone le linee direttrici principali anche in relazione al conseguimento di obiettivi di equilibrio idrogeologico;

• la manutenzione della vegetazione di corredo della maglia agraria, che svolge una funzione di strutturazione morfologico-percettiva, di diversificazione ecologica e di barriera frangivento;

• la tutela delle relittuali e disperse piccole aree a maggiore naturalità (zone umide, vegetazione riparia, boschetti planiziali) per il significativo ruolo di diversificazione paesaggistica e di connettività ecologica che svolgono in contesti fortemente antropizzati come quelli della bonifica.

• mantenimento della leggibilità del sistema insediativo storico, evitando addizioni o alterazioni morfologiche di nuclei e aggregati rurali.

08a. Morfotipo dei seminativi delle aree di bonifica della riforma agraria

Il Morfotipo 8a rappresenta una sotto-tipologia del Morfotipo 8. L’opportunità di una sua identificazione nasce dal cambiamento di scala che ha consentito di evidenziare, su una parte significativa del territorio cosiddetto della bonifica, alcune peculiarità che traggono origine da alcune trasformazioni avvenute in epoca storica (anni ’50 del secolo scorso), come riportato nell’elaborato “I paesaggi rurali storici della Toscana” del PIT e a cui si è fatto riferimento.

A partire dal secondo dopoguerra, con la formazione di un ceto della piccola proprietà diretto-coltivatrice nelle tradizionali grandi aziende del latifondo e in quelle parzialmente appoderate a mezzadria, si assiste alla diffusione di centinaia di poderi di piccole dimensioni (7-8 ha) gestiti a conto diretto, con diffusione delle colture promiscue e delle colture specializzate (piante industriali, viti, oliveti, frutteti) e diffusione dell’allevamento.

Estremamente caratteristico è la tipologica dell’insediamento rurale che diventa regolarmente sparso (case prevalentemente unifamiliari dalle forme standardizzate e annessi specialmente per il ricovero del bestiame) con una trama fitta lungo la vecchia e nuova viabilità, ove possibile impostata su assi ortogonali. A questi si associa la diffusione dei borghi di servizio ai poderi; realizzazione di alcuni grandi impianti cooperativi di trasformazione dei prodotti (cantine, oleifici, caseifici), fitta viabilità interpoderale e verso l’esterno; fitta rete di sistemazione delle acque con presenza di canali, fossi di scolo, alberature frangivento (a prevalenza di eucalipti) e pompe idrauliche dell’officina meccanica “Vivarelli” di Grosseto.

Nel decennio 1950-60, la Riforma Agraria (con l’opera degli Enti di Riforma) provocò trasformazioni profonde nel paesaggio rurale della Maremma piano-collinare, con il completamento della bonifica, la frantumazione del latifondo, l’appoderamento (in forma di conduzione diretta), la messa a coltura di migliaia di ettari (in unità poderali di modeste e uniformi dimensioni) e la diffusione, specialmente nella pianura, dell’insediamento sparso sotto forma di centinaia di case contadine quasi sempre monofamiliari, insieme a borghi di servizio e strutture produttive e commerciali (cantine, oleifici, caseifici, consorzi agrari, ecc.).

La diffusione dell’appoderamento con i nuovi edifici, insieme alla capillare diffusione delle strade creò una totale geometrizzazione dello spazio rurale.

La ripartizione percentuale delle classi di uso del suolo evidenzia la netta predominanza di una sola categoria di uso del suolo (seminativi) che interessa quasi l’80% della superficie (quota leggermente inferiore rispetto al morfotipo 8) e con altre 7 categorie agricole a completare il quadro che dimostra un grado di complessità colturale maggiore rispetto a quella presente nel morfotipo 8.

Certamente caratterizzante è la quota di edificato sparso (regolarmente) che raggiunge nel complesso una superficie significativa (4,2%) e oltre il doppio rispetto a quella presente nel morfotipo 8. Ciò si riflette anche in una dimensione della maglia agraria decisamente inferiore.

Le forti analogie con il morfotipo 8 risiedono invece nella limitatissima infrastrutturazione ecologica, se si esclude l’elevata densità del reticolo scolante (tratto paesaggistico tipico di entrambi questi morfotipi che presenta una elevata “baulatura” dei campi).

Il morfotipo occupa circa 10mila ettari distribuiti in 4 grossi nuclei distinti: Fattoria Aiali-Casoni del Terzo, Barbaruta, Casotto dei Pescatori-Principina Terra, Alberese-Rispescia.

I principali valori del morfotipo sono quelli storico-testimoniali legato alla permanenza di una infrastruttura rurale e di una maglia agraria e insediativa d’impronta tradizionale a cui si associa la relazione morfologico-percettiva e, storicamente, funzionale tra edilizia sparsa e relativi poderi che appaiono reciprocamente dimensionati e organizzati all’interno di un sistema articolato e gerarchizzato.

Altra caratteristica valoriale è il ruolo di presidio idrogeologico svolto dal reticolo di regimazione delle acque superficiali quando mantenuto in condizioni di efficienza;

Certamente da sottolineare è anche l’ottima vocazione dei terreni alla produzione agricola per la presenza di grandi aziende ben strutturate e di una maglia agraria idonea alla gestione meccanizzata.

Per questi ambiti gli obiettivi del morfotipo 08 sono perseguiti anche attraverso:

• conservazione dei tratti tipici e caratterizzanti del tessuto agrario in rapporto a quello dell’edificato rurale;

• sviluppo di nuove funzioni, come l’attività di ricezione turistica, anche mediante il mantenimento e il recupero dell’edificato rurale tradizionale;

• incrementare la dotazione ecologica (siepi, alberature, fasce tampone, alberi camporili) e mantenere, attraverso una gestione attiva, le piccole aree umide artificiali, ciò al fine di migliorare la permeabilità ecologica e ridurre la frammentazione degli ecosistemi;

• incentivare l’incremento della superficie a biologico.

• mantenere una efficace regimazione delle acque e conservare la tipica struttura della maglia agraria della bonifica storica.

08b. Morfotipo dei seminativi delle aree di bonifica in fase di rinaturalizzazione

Il morfotipo 8b presenta caratteristiche peculiari che hanno comportato la necessità di una differenziazione, alla scala comunale, dal morfotipo 8 che resta comunque quello generale di riferimento. Nel dettaglio, per quanto si tratti di un morfotipo che risulta dominato da estese e pressoché continue colture in ambito di pianura alluvionale del territorio della bonifica, gli specifici assetti colturali evidenziano una complessità nettamente superiore e meritevole di una particolare attenzione. Non a caso si tratta di terreni che sono del tutto interni al Parco Regionale della Maremma (area della Trappola e di Marina di Alberese).

La superficie interessata da seminativi semplici (210) o da colture foraggere (231) è dominante ma non preponderante (55%). Quasi il 30% è invece occupata da pascoli (bovini della razza maremmana) e molte altre tipologie (naturali o semi-naturali) concorrono in modo significativo ad aumentare la complessità dell’agro-ecosistema. Inoltre, tutto il morfotipo si caratterizza per la presenza di una falda idrica superficiale che consente il mantenimento di estesi ristagni idrici per buona parte dell’anno.

Nonostante la limitata densità di elementi di infrastruttura ecologica (siepi, alberi camporili) il valore ecologico, idraulico (anche per l’adiacenza la contiguità al Fiume Ombrone) e ambientale in senso lato di questo morfotipo è elevatissimo. E ciò è dovuto proprio alla presenza di ampie aree soggette alla rinaturalizzazione (arbusteti, macchie, fasce ripariali) e alla presenza di praterie umide, pascoli salmastri, salicornieti, canneti, giuncheti di grande importanza naturalistica e conservazionistica, con numerosi habitat di interesse comunitario (ad es. Cod. 1310, 1410, 1420, 1430, 1510). Tali aree sono quindi inquadrabili come Aree agricole ad alto valore naturale (HNVF High Nature Value Farmland) (APAT, 2007), già obiettivo strategico delle politiche agricole comunitarie.

Il paesaggio agropastorale e seminaturale delle pianure retrostanti la foce del Fiume Ombrone è il frutto di un equilibrio tra tradizionali attività di pascolo brado (bovini ed equini), presenza di falde affioranti o superficiali di acque salmastre e lenti di acqua dolce, presenza di vegetazione arbustiva ed arborea naturale di impianto ed aree coltivate a seminativi ma stagionalmente allagate. Nelle parti più interne e settentrionali del morfotipo sembrano prevalere dinamiche di riduzione dei carichi pascolivi con processi di ricolonizzazione delle macchie di sclerofille, mentre a sud del fiume Ombrone e nella porzione più interna prevalgono dinamiche di intensificazione delle attività agricole. La pianura adiacente al fiume e retrostante la sua foce vede invece il permanere di attività di pascolo brado che, più a sud, interessano anche il sottobosco delle pinete granducali. Tutta l’area è però interessata da forti dinamiche di intrusione del cuneo salino, con salinizzazione delle falde acquifere, impoverimento dei pascoli e ampliamento delle cenosi naturali e seminaturali a dominanza di erbe e suffrutici alofili, con tendenza ad una negativa omogenizzazione del paesaggio vegetale.

Per il morfotipo l’obiettivo principale è il mantenimento di un caratteristico ed eterogeneo paesaggio agropastorale e naturale costiero, costituito da mosaici di usi del suolo diversi (pascoli salmastri, aree umide, boschetti e macchie di sclerofille, seminativi, pascoli alberati, alberi isolati, ecc.). Per questi ambiti gli obiettivi del morfotipo 08 sono perseguiti anche attraverso:

• mantenimento delle tradizionali attività di pascolo brado, da realizzare con idonei carichi pascolivi;

• mantenimento degli elementi vegetali lineari e puntuali presenti nel territorio agricolo;

• ostacolo ai processi di erosione costiera e di intrusione del cuneo salino;

• conservazione della connotazione di Aree agricole ad alto valore naturale (HNVF High Nature Value Farmland).

10. Morfotipo dei campi chiusi a seminativo e a prato di pianura e delle prime pendici collinari

Il morfotipo è presente all’interno del territorio comunale su una area circoscritta e ben definita (Poggio alla Mozza-Poggio alla Croce) nel settore orientale al confine con il Comune di Scansano. Le caratteristiche proprie del morfotipo sono infatti proprie del territorio che si estende sui rilievi collinari che si propagano verso est e verso sud e che penetrano nel territorio di Grosseto solo per un migliaio di ettari.

Il morfotipo si caratterizza per una maglia agraria ben leggibile, scandita dalla presenza di siepi che si dispongono, nell’assetto originario, lungo i confini dei campi. Questa particolare configurazione è espressione di una modalità di sfruttamento agricolo del territorio storicamente consolidata. La densità della maglia è articolata, di dimensione intermedia. L’aspetto è simile a quello di una griglia nella quale si alternano seminativi, pascoli arborati, siepi e piccoli boschi che si sviluppano in impluvi e quindi di forma allungata.

Sul piano estetico-percettivo, il morfotipo, includendo prevalentemente colture erbacee o praterie, presenta un paesaggio caratterizzato dall’alternanza tra apertura e chiusura, scandito dagli elementi vegetali della maglia. L’assetto strutturale denota una vocazione alla produzione agricola per la presenza di una maglia agraria regolare idonea alla meccanizzazione. Il livello di infrastrutturazione ecologica denota un elevato grado di biodiversità e naturalità tale da consentire la conversione a sistemi produttivi biologici.

La diffusa presenza di elementi naturali permette una migliore protezione dal vento delle superfici coltivate e, nelle parti più collinari, anche delle acque meteoriche, riducendo i fenomeni di erosione. Il paesaggio è caratterizzato da un’equilibrata combinazione di elementi naturali e agricoli che gli conferiscono un elevato valore estetico-percettivo.

La ripartizione percentuale delle classi di uso del suolo evidenzia un elevata diversità colturale che rifletta la complessità paesistica del morfotipo. Le categorie più rappresentate sono i seminativi e i prati stabili che, assieme, coprono circa i 2/3 del territorio. Significativa è la presenza delle aree agroforestali (244), dei vigneti (221), dei boschi di latifoglie (per lo più querceti), degli oliveti. Significativa anche la quota dell’edificato rurale (cascine).

Molto sviluppata è l’infrastrutturazione ecologica che raggiunge uno dei livello massimi tra i morfotipi presenti nel territorio comunale, in particolare per la densità di siepi (0,034 km/ha) e di alberi camporili (0,8 n/ha). Il valore ecologico è inoltre testimoniato dalla presenza di diversi habitat di interesse comunitario legati agli ecosistemi forestali degli impluvi o al sistema di prati/pascolo. Tali aree sono quindi inquadrabili come Aree agricole ad alto valore naturale (HNVF High Nature Value Farmland) (APAT, 2007), già obiettivo strategico delle politiche agricole comunitarie

Tra i valori si evidenza quello storico-testimoniale dal momento che la configurazione del paesaggio a campi chiusi coincide con un assetto territoriale storico e non è esito di successivi processi di rinaturalizzazione. Di grande importante è l’alto livello di infrastrutturazione ecologica che determina un elevato valore estetico-percettivo, derivante dalla caratteristica alternanza di apertura e chiusura visiva di questo paesaggio, e un altrettanto elevato valore naturalistico che può rendere vantaggiosa e produttiva la conversione a biologico. La vocazione alla produzione agricola è comunque buona per la presenza di una maglia agraria idonea alla meccanizzazione.

Il notevole valore paesaggistico, ambientale e socio-economico dei terreni ricadenti in questo morfotipo impone la necessità di intraprendere specifiche azioni per favorire la permanenza di un’attività agricola vitale mediante un rinnovo generazionale e/o l’individuazione di forme innovative di gestione della risorsa fondiaria e delle produzioni (es. forme associative, gestioni collettive, ecc.) e della commercializzazione (prodotti ad alto valore aggiunto, filiere corte, ecc.).

Principale indicazione è conciliare la conservazione della complessità e articolazione della maglia agraria a campi chiusi e dell’alto livello di infrastrutturazione ecologica a essa collegato, con un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio. In particolare, di fondamentale importanza è tutelare la continuità della rete di infrastrutturazione paesaggistica ed ecologica formata da siepi, filari arborei e arbustivi, macchie e lingue di bosco. Tale obiettivo può essere conseguito mediante:

• incentivazione della conversione a biologico delle colture, con particolare riferimento a quelle arboree (vite in primis) ma anche ai seminativi.

• il mantenimento delle siepi e degli altri elementi vegetazionali di corredo della maglia e la loro ricostituzione nei punti che ne sono maggiormente sprovvisti;

• una corretta attuazione della gestione forestale sostenibile che tuteli le formazioni boschive che si inframmettono in forma di macchie o isole tra seminativi e prati/pascolo e contenga i fenomeni di rinaturalizzazione non controllati, derivanti da scarsa manutenzione dei terreni o da abbandono colturale;

• la limitazione, nei contesti più marginali, dei fenomeni di abbandono colturale e il recupero dell’uso agricolo e pascolivo dei terreni privilegiando gli usi del suolo tradizionali per questi contesti (seminativi e prati-pascolo).

• la conservazione degli elementi vegetali lineari (siepi, siepi alberate, filari alberati) e puntuali (alberi camporili) del morfotipo, e la sua connotazione di Aree agricole ad alto valore naturale (HNVF High Nature Value Farmland).

11. Morfotipo della viticoltura

La viticoltura nel comune di Grosseto interessa poco oltre i mille ettari, e risulta diffusa in piccoli appezzamenti distribuiti su una parte significativa del territorio comunale. Fa eccezione un’area, di circa 470 ettari, in cui il vigneto diventa la coltura predominante (anche se mai esclusiva). Si tratta di zone specializzate alla coltura della vite che, nel caso in esame, vede anche inserzioni di campi a oliveto e seminativo, quasi sempre esito di recenti operazioni di ristrutturazione fondiaria e agricola.

Nella viticoltura specializzata moderna la maglia degli appezzamenti è tendenzialmente ampia e, in certi casi, equipaggiata da un corredo di siepi, filari alberati, elementi vegetali isolati in corrispondenza dei nodi della viabilità campestre. La densità di siepi e filari risulta piuttosto elevata rispetto allo standard comunale (0,023 km/ha) e così anche quella degli alberi camporili (0,4 ad ettaro).

Il morfotipo è un esempio del processo di modernizzazione del paesaggio agrario avvenuto a seguito delle opportunità offerte dall’ampliamento dei mercati e dall’individuazione di nuovi canali commerciali soprattutto a livello internazionale. È quindi fortemente orientato alla produzione extra-regionale con vini di elevata qualità e di riconosciuta esperienza imprenditoriale che, spesso, si fregiano di marchi territoriali.

In molte aree, il livello intensivo dei processi produttivi determina effetti negativi per le funzioni ecologiche, già indebolite dalla ridotta presenza di elementi naturali.

La ripartizione percentuale delle classi di uso del suolo evidenzia una diversità colturale non particolarmente elevata, nel quale la categoria del vigneto è chiaramente dominante (oltre il 70%) ma in cui risultano comunque presenti altre tipologie in modo più o meno inframezzate ai vigneti, quali seminativi, oliveti, seminativi arborati (sia a olivo che a vite), prati stabili e incolti).

Il morfotipo caratterizza un territorio all’interno del quale operano molte imprese agricole di eccellenza della produzione vitivinicola toscana, e anche dell’ospitalità rurale.

Queste aziende agricole, generalmente ben strutturate sia sotto il profilo dei capitali che della forza lavoro, in ragione del progresso tecnologico che ha interessato il settore della viticoltura a partire dagli anni ’70 e dell’individuazione di nuovi e promettenti sbocchi di mercato, hanno significativamente rimodellato il paesaggio agrario.

L’attuale configurazione della maglia fondiaria, infatti, deriva da un notevole cambiamento di quella originaria verso assetti fortemente specializzati e standardizzati per le esigenze della meccanizzazione. I valori possono essere così sintetizzati:

• marcata vocazione del morfotipo alla produzione agricola per la presenza di una maglia agraria idonea alla meccanizzazione;

• elevata redditività del tipo di coltura e dei prodotti derivati;

• nei casi più virtuosi, realizzazione di nuovi paesaggi viticoli che associano al rispetto degli aspetti ambientali e morfologici la praticabilità da parte di mezzi meccanici.

Fermo restando il mantenimento e lo sviluppo di un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio, tre le indicazioni per questo morfotipo:

1) la creazione di una maglia agraria e paesaggistica di scala medio-ampia articolata e diversificata da conseguire, ove possibile, mediante:

• un’accurata progettazione della forma e dell’orientamento dei campi che, nelle nuove riorganizzazioni dei coltivi, potranno assumere dimensioni maggiori rispetto a quelle tipiche della maglia agraria storica purché siano morfologicamente coerenti con il contesto;

• la tutela degli elementi dell’infrastruttura rurale storica ancora presenti e del relativo equipaggiamento vegetazionale (sistemazioni idraulico-agrarie, viabilità poderale e interpoderale e relativo corredo vegetazionale);

• la costituzione di una rete di infrastrutturazione paesaggistica ed ecologica continua e articolata da conseguire anche mediante la piantumazione di alberature e siepi arbustive a corredo dei nuovi tratti di viabilità poderale e interpoderale, dei confini dei campi e dei fossi di scolo delle acque. È inoltre opportuno introdurre alberi isolati o a gruppi nei punti nodali della maglia agraria;

• il conseguimento di una maggiore diversificazione colturale,

• la conservazione delle estensioni boscate e delle fasce di vegetazione spontanea presenti (es.: vegetazione riparia). In particolare è opportuno incrementare l’equipaggiamento vegetale dei corsi d’acqua nei tratti che ne sono sprovvisti con la finalità di favorire la connettività ecologica;

2) il contenimento dei fenomeni erosivi mediante:

• il mantenimento della funzionalità e dell’efficienza del sistema di regimazione idraulico-agraria e di contenimento dei versanti, da conseguire sia attraverso la conservazione e manutenzione delle opere esistenti, sia tramite la realizzazione di nuovi manufatti di pari efficienza e il più possibile coerenti con il contesto paesaggistico quanto a dimensioni, materiali, finiture impiegate,

• per i vigneti di nuova realizzazione o reimpianti, l’interruzione della continuità della pendenza nelle sistemazioni a rittochino tramite l’introduzione di scarpate, muri a secco o altre sistemazioni di versante, valutando ove possibile l’orientamento dei filari secondo giaciture che assecondano le curve di livello o minimizzano la pendenza.

12. Morfotipo della olivicoltura

Il morfotipo interessa circa 1.400 ettari ed è caratterizzato dalla netta prevalenza di oliveti nel tessuto dei coltivi, raramente intervallati da piccoli vigneti o da appezzamenti a coltivazione promiscua. Come avviene nella maggior parte del territorio toscano, anche nel comune di Grosseto questo morfotipo interessa per lo più i versanti dei rilievi collinari.

A seconda del tipo di impianto, i paesaggi dell’olivicoltura si distinguono comunemente in 3 categorie:

olivicoltura tradizionale terrazzata, tipica dei suoli con pendenze superiori al 20-25%, caratterizzata dalla presenza di sistemazioni idraulico-agrarie, di piante molto vecchie, di una maglia agraria fitta e frammentata. Gli impianti terrazzati possono essere non praticabili con mezzi meccanici (pendenze dei suoli comprese tra 20 e 40%, altezza dei terrazzi di circa 1-2 m, larghezza dei ripiani compresa tra 0,8 e 1,5 m), o viceversa praticabili, quando presentano ripiani raccordati di altezza e larghezza comprese rispettivamente tra 0,8 e 1,2 m e 2,5 e 4 m. Nel territorio di Grosseto, i terrazzamenti non risultano particolarmente diffusi; i pochi presenti si concentrano nella fascia collinare tra Montepescali e Roselle ma si limitano a strutture irregolari e talvolta coinvolgono singole piante (terrazzamento a lunetta).

• olivicoltura tradizionale non terrazzata (quando la pendenza del suolo non supera il 15%), in genere caratterizzata da condizioni che rendono possibile la meccanizzazione, da una densità di piante fino a 250/ha, disposizione eventualmente irregolare, età delle piante superiore ai 25-50 anni, forma a vaso conico o policonico dovuta alla potatura. Nel territorio comunale risulta la tipologia più diffusa, anche su pendenza ben più elevate del 15%, grazie alla matrice calcarea dei suoli che limita gli effetti del dilavamento superficiale. Si tratta in ogni caso di oliveti di grande pregio paesaggistico e ambientale con esemplari spesso impiantati in epoca storica che raggiungono anche dimensioni notevoli;

• olivicoltura moderna intensiva, con densità degli alberi compresa tra 400 e 500 unità per ettaro, età inferiore ai 25 anni, forma di allevamento a fusto unico. È tipica dei suoli poco pendenti (con acclività inferiori al 15%), di solito non terrazzati e per questo facilmente meccanizzabili. Nel territorio comunale risultano piuttosto diffusi impianti recenti che testimoniano la relativa importanza di questa coltura che sembra negli ultimi anni registrare un nuovo impulso dopo anni di forte crisi di tutto il settore oleario.

In ambiti scarsamente trasformati la rete della viabilità minore è molto fitta e articolata, come avviene attorno alle piccole frazioni collinari (Montepescali e Batignano). La relazione con l’insediamento è molto stretta e, nei contesti collinari, resta incardinata sulla regola di crinale che dispone i nuclei insediativi storici su poggi e sommità delle dorsali, che appaiono tipicamente circondati dagli oliveti. I versanti coltivati sono di frequente punteggiati di case sparse, in genere originariamente coloniche collegate alla viabilità di crinale da percorsi secondari.

Nella gran parte dei contesti in cui è presente il morfotipo, il sistema insediativo appare strutturato dall’organizzazione impressa dalla mezzadria, ancora ben leggibile nella diffusione del sistema della fattoria appoderata che comprende una pluralità di manufatti edilizi tra loro assai diversificati per gerarchia, ruolo territoriale e funzione.

La ripartizione percentuale delle classi di uso del suolo evidenzia una diversità colturale significativa, nella quale la categoria dell’oliveto è dominante (oltre il 60%) ma in cui risulta elevata la quota sia di altre colture (in particolare i seminativi arborati, aree agroforestali e i prati stabili) che di vegetazione naturale (macchia mediterranea e boschi).

Il livello di infrastrutturazione ecologica dipende dalla densità di siepi e altri elementi vegetazionali della maglia agraria e dalla presenza di superfici inerbite. Le condizioni di manutenzione degli oliveti possono essere molto variabili ma in generale risulta limitata nel territorio comunale la presenza di siepi e alberi camporili. Come abbiamo visto, è certamente più significativa la quota di formazioni forestali vere e proprie, in mosaico con gli appezzamenti olivati.

Si evidenza poi la densità di muri a secco raggiunge in questo morfotipo il valore più alto rispetto a tutti gli altri presenti nel territorio comunale, sebbene risulti in ogni caso un valore modesto (0,01 km/ha). Il morfotipo è dunque espressione di diverse forme di olivicoltura, da quelle tradizionali tipiche delle aree collinari (particolarmente suggestivi quelli interni al Parco della Maremma sui versanti dei Monti dell’Uccellina), a quelle moderne indirizzate a massimizzare la produttività.

I valori del morfotipo possono essere così sintetizzati:

• articolazione e complessità della maglia agraria soprattutto nei paesaggi dell’olivicoltura tradizionale;

• relazione morfologico-percettiva e, storicamente, funzionale tra sistema insediativo e tessuto dei coltivi che, in quasi tutti i contesti caratterizzati da questo tipo di paesaggio, appare densamente punteggiato di piccoli borghi rurali, ville-fattoria, case sparse;

• occasionale permanenza, nel tessuto degli oliveti, di forme di coltivazione promiscua date in particolare dalla combinazione tra seminativi e filari di colture legnose;

• buona redditività nei paesaggi dell’olivicoltura moderna intensiva;

• elevato valore ecologico e naturalistico con particolare riferimento agli oliveti su suoli calcarei e con prati seminaturali (in particolare oliveti delle pendici dei Monti dell’Uccellina, del Poggio di Moscona, dell’area di Batignano e di Montepescali), con elevata presenza di habitat prativi di interesse comunitario e di specie di flora e fauna di interesse conservazionistico (tipologia di oliveti 1 e 2), ed inquadrabili come Aree agricole ad alto valore naturale (HNVF High Nature Value Farmland) (APAT, 2007).

Due le principali indicazioni per i paesaggi dell’olivicoltura:

1) preservare la leggibilità della relazione morfologica, dimensionale, percettiva e - quando possibile – funzionale tra insediamento storico e tessuto dei coltivi mediante:

• la tutela dell’integrità morfologica dei nuclei storici evitando espansioni che ne alterino la struttura d’impianto;

• la limitazione e il contrasto di fenomeni di dispersione insediativa nel paesaggio agrario che compromettano la leggibilità della struttura insediativa d’impronta mezzadrile tipica della gran parte dei contesti caratterizzati dalla diffusione di questo morfotipo;

• la conservazione di oliveti o di altre colture d’impronta tradizionale poste a contorno degli insediamenti storici in modo da definire almeno una corona o una fascia di transizione rispetto ad altre colture o alla copertura boschiva.

2) preservare, ove possibile, i caratteri di complessità e articolazione tipici della maglia agraria dell’olivicoltura d’impronta tradizionale, favorendo lo sviluppo e il mantenimento di un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio, attraverso le seguenti azioni:

• nelle nuove riorganizzazioni del tessuto dei coltivi, la conservazione, quando possibile, degli elementi dell’infrastruttura rurale storica (con particolare riferimento alle sistemazioni idraulico-agrarie e alla viabilità poderale e interpoderale) o la realizzazione di nuovi percorsi o manufatti che preservino la continuità e l’integrità della rete;

• favorire la permanenza, ove possibile, di oliveti e di altre colture d’impronta tradizionale che caratterizzano in senso storico-identitario il mosaico agrario, che svolgono importanti funzioni di presidio idrogeologico e che costituiscono nodi della rete degli agroecosistemi;

• la conservazione di siepi, filari, lingue e macchie di vegetazione non colturale che corredano i confini dei campi e compongono la rete di infrastrutturazione morfologica ed ecologica del paesaggio agrario. Nei casi in cui interventi di riorganizzazione fondiaria e agricola abbiano impoverito tale rete, introdurre nuovi elementi vegetazionali nei punti della maglia agraria che ne risultano maggiormente sprovvisti; la manutenzione della viabilità secondaria poderale e interpoderale e della sua vegetazione di corredo per finalità sia di tipo funzionale che paesaggistico.

• Conservare gli attuali assetti agricoli tradizionali nelle parti del morfotipo di elevato valore ecologico e naturalistico con particolare riferimento agli oliveti su suoli calcarei e con prati seminaturali (in particolare oliveti delle pendici dei Monti dell’Uccellina, del Poggio di Moscona, dell’area di Batignano e di Montepescali).

14. Morfotipo dei seminativi arborati

Si tratta di un morfotipo tipico di ambiti pianeggianti e caratterizzato dall’associazione tra colture erbacee (principalmente seminativi) e colture arboree (per lo più olivi e alberi da frutto) disposte in filari sui lati lunghi dei campi. In alcune situazioni gli alberi si trovano anche in forma sparsa e isolata nei campi coltivati.

Nel comune di Grosseto risultano distribuiti su circa 800 ettari, buona parte dei quali concentrati in 2 aree distinte subito a nord e a sud di Roselle che complessivamente coprono circa 730 ettari e in cui è stato identificato il morfotipo n. 14.

I seminativi arborati possono essere sia relitti di sistemi colturali tradizionali (con promiscuità di cereali e colture legnose) che, più di frequente, coltivazioni di impianto recente. Il paesaggio presenta i tratti strutturanti impressi dalla bonifica storica. La trama degli insediamenti si fonda su un impianto rigidamente geometrico che dispone case coloniche e nuclei edilizi secondo la scansione ritmata dell’appoderamento, mentre il tessuto dei coltivi è suddiviso in campi di forma rettangolare lunghi e stretti la cui successione è sottolineata da filari di alberi posti lungo i bordi.

La ripartizione percentuale delle classi di uso del suolo evidenzia una diversità colturale elevata, nella quale la categoria del seminativo è prevalente (50%) ma in cui risultano elevate anche le quote dei seminativi arborati (20%), degli oliveti (15%) dei prati pascoli e dell’edificato rurale.

L’assetto strutturale del morfotipo evidenzia una vocazione alla produzione agricola, anche in ragione di una maglia agraria regolare, idonea alla meccanizzazione. La presenza di colture arboree (in genere olivi) con sesti di impianto molto ampi e tali da consentire la consociazione con coltivazione erbacee (seminativi arborati) conferisce al paesaggio un certo grado di naturalità; al tempo stesso, svolge la funzione di contenere le azioni negative del vento e delle acque meteoriche, limitando i fenomeni di erosione. L’equilibrata combinazione di elementi naturali e rurali conferisce al paesaggio un elevato valore estetico-percettivo e, pertanto, riveste una significativa importanza anche ai fini della promozione economica del territorio. In tal senso, non solo le imprese agricole, ma anche altri settori produttivi (es. turismo) possono, potenzialmente, trarre vantaggio dalla sua conservazione/ valorizzazione.

L’attuale assetto della maglia fondiaria, talvolta derivante da un rimodellamento di quella originaria, consente adeguati livelli di meccanizzazione delle coltivazioni. I costi di manutenzione del reticolo idraulico e delle colture arboree disposte in filare lungo i bordi necessitano di adeguati incentivi volti a favorire la permanenza di un’attività agricola vitale.

I valori del morfotipo possono essere così sintetizzati:

• valore storico-testimoniale legato alla permanenza di una infrastruttura rurale e di una maglia agraria e insediativa d’impronta tradizionale;

• ruolo di presidio idrogeologico svolto dal reticolo di regimazione e scolo delle acque superficiali quando mantenuto in condizioni di efficienza;

• relazione morfologico-percettiva e, storicamente, funzionale tra edilizia sparsa e relativi poderi che appaiono reciprocamente dimensionati e organizzati all’interno di un sistema articolato e gerarchizzato;

• idoneità della maglia agraria alla gestione meccanizzata;

• ottima vocazione alla multifunzionalità per la presenza di aziende che associano produzione agricola e ospitalità turistica.

Principale indicazione è conciliare la conservazione della struttura paesaggistica impressa dalla bonifica storica (caratterizzata da una maglia agraria scandita regolarmente dalla presenza dei filari di alberi) con un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio.

Indicazioni specifiche in cui questo obiettivo può articolarsi sono:

• la conservazione dei manufatti idraulico-agrari esistenti (canali, fossi, drenaggi, scoline), il mantenimento e il ripristino della funzionalità del reticolo idraulico anche mediante la realizzazione di nuovi manufatti coerenti con il contesto paesaggistico quanto a dimensioni, materiali, finiture impiegati;

• la conservazione e la manutenzione della viabilità interpoderale storica;

• la conservazione e, laddove possibile, l’incremento dei filari arborati che scandiscono il tessuto dei seminativi;

• il sostegno alla conservazione delle porzioni di paesaggio tradizionale esistenti per il loro ruolo storico-testimoniale;

• nelle nuove e/o eventuali riorganizzazioni della maglia agraria, un’accurata progettazione della forma e dell’orientamento dei campi, che dovranno inserirsi secondo principi di coerenza paesaggistica anche in relazione al conseguimento di obiettivi di equilibrio idrogeologico.

Ulteriore obiettivo di qualità per questo paesaggio è la preservazione dell’integrità del sistema insediativo storico, evitando espansioni che ne alterino i caratteri identitari e contenendo fenomeni di dispersione insediativa nel territorio agricolo, soprattutto se legati a funzioni turistiche.

16. Morfotipo del seminativo e oliveto prevalenti di collina

Nel contesto regionale il morfotipo è tipico delle aree collinari ed è caratterizzato dall’alternanza di oliveti e seminativi, sia semplici che punteggiati di alberi sparsi. Talvolta vigneti di dimensione variabile si inframmettono tra le colture prevalenti.

Nel comune di Grosseto questo morfotipo è presente esclusivamente in un’area di dimensioni modeste (circa i 330 ettari all’interno della Valle del Fosso della Salica, nei pressi di Batignano.

La maglia agraria è medio-fitta e articolata, con campi di dimensione contenuta e confini tra gli appezzamenti piuttosto morbidi. Il bosco, sia in forma di macchie che di formazioni lineari, diversifica significativamente il tessuto dei coltivi. Il grado di infrastrutturazione ecologica è alto, grazie anche al ruolo delle siepi (0,021 km/ha) che soprattutto degli alberi camporili (0,53/ha) in cui risulta particolarmente frequente la sughera.

Gli oliveti sono per lo più di tipo tradizionale. Il sistema insediativo è di matrice rurale di dimensione medio-piccola, scarsamente alterati da dinamiche di espansione recenti e circondati dal tessuto coltivato. In questo contesto, un ruolo fondamentale nella strutturazione del paesaggio è stato svolto dall’influenza del sistema mezzadrile, ancora ben leggibile nella diffusione del sistema della fattoria appoderata.

La ripartizione percentuale delle classi di uso del suolo evidenzia una notevole eterogeneità colturale, a dimostrazione della complessità struttura e del conseguente valore paesaggistico associato a questo morfotipo. La categoria prevalente è quella del prato stabile (circa 30%), seguita dai seminativi (17%), oliveti (12%), nella quale la categoria del seminativo è prevalente (50%) ma in cui risultano elevate anche le quote dei seminativi arborati (20%), degli oliveti (15%), impianti di arboricoltura da legno, aree agroforestali, prati pascoli, boschi, seminativi arborati, incolti, edificato rurale, ecc.

La rilevante presenza di elementi naturali consente anche il mantenimento delle funzioni ambientali ed ecologiche e consente il contenimento di potenziali fenomeni di erosione dei suoli. L’equilibrata combinazione di elementi naturali e agricoli conferisce al paesaggio un elevato valore ecologico ed estetico-percettivo. È uno dei morfotipi classici che ricorda l’immagine della Toscana, e pertanto riveste importanza anche ai fini della promozione del territorio. In tal senso, non solo le imprese agricole, ma anche altri settori economici e produttivi (es. turismo) possono trarre vantaggio dalla sua conservazione/valorizzazione.

I valori del morfotipo possono essere così sintetizzati:

• permanenza del sistema insediativo e dell’infrastruttura rurale storica;

• articolazione e complessità dell’infrastruttura rurale e della maglia agraria;

• relazione morfologico-percettiva e, storicamente, funzionale tra sistema insediativo e tessuto dei coltivi;

• elevato livello di diversificazione e infrastrutturazione ecologica dato dalla presenza delle colture arboree e di vegetazione non colturale di corredo della maglia agraria;

• buona redditività grazie alla limitata pendenza dei suoli;

• elevato grado di biodiversità e naturalità idonei anche alle produzioni biologiche.

Le principali indicazioni per questo morfotipo:

1) preservare la leggibilità della relazione morfologica, dimensionale, percettiva e - quando possibile - funzionale tra insediamento storico e tessuto dei coltivi mediante la limitazione e il contrasto di fenomeni di dispersione insediativa nel paesaggio agrario che compromettano la leggibilità della struttura insediativa storica (spesso d’impronta mezzadrile tipica della gran parte dei contesti dove è presente il morfotipo);

2) conservare, ove possibile, degli oliveti alternati ai seminativi in una maglia fitta o medio-fitta, posti a contorno degli insediamenti storici, in modo da definire almeno una corona o una fascia di transizione rispetto ad altre colture o alla copertura boschiva;

3) attuare una corretta gestione forestale sostenibile che tuteli le porzioni di territorio strutturalmente coperte dal bosco per fattori di acclività, esposizione, composizione dei suoli (boschi di valore patrimoniale), e contenendo l’espansione della boscaglia sui terreni scarsamente manutenuti;

4) conservare siepi, filari, lingue e macchie di vegetazione non colturale che corredano i confini dei campi e compongono la rete di infrastrutturazione morfologica ed ecologica del paesaggio agrario. nei casi in cui interventi di riorganizzazione fondiaria e agricola abbiano impoverito tale rete, introdurre nuovi elementi vegetazionali nei punti della maglia agraria che ne risultano maggiormente sprovvisti;

5) manutenere la viabilità secondaria poderale e interpoderale e della sua vegetazione di corredo per finalità sia di tipo funzionale che paesaggistico.

17. Morfotipo complesso del seminativo, oliveto e vigneto di pianura e delle prime pendici collinari

Il morfotipo si colloca in aree di pianura o sulle prime pendici collinari ed è caratterizzato dall’associazione tra oliveti, seminativi (nudi o arborati con la presenza di alberi sparsi, di solito lecci) e vigneti. La maglia agraria è medio-ampia o ampia, con appezzamenti di dimensioni consistenti di forma regolare e geometrica. I confini tra i campi appaiono piuttosto nettamente e variamente sottolineati, a seconda dei contesti, da vegetazione di corredo la cui presenza contribuisce a definire un buon livello di infrastrutturazione ecologica assieme a fasce e macchie boscate.

Nel comune di Grosseto il morfotipo occupa vaste porzioni dell’ambito collinare e sub-planiziale del territorio attorno al capoluogo e si estende per oltre 5.300 ettari su 4 aree distinte (tra la SP 41 e Poggio del Paradiso e Tra Poggio Moscona e Istia d’Ombrone a est di Grosseto, Poggio Tamantino e Poggio Cavallo a sud dell’Ombrone).

Le colture specializzate a oliveto e vigneto sono per lo più di impianto recente, mentre quelle di impronta tradizionale sono fortemente residuali. Il tessuto dei coltivi è connesso a piccoli nuclei edilizi di forma compatta nelle parti collinari e a insediamenti successivi e contemporanei a sviluppo per lo più lineare lungo gli assi viari nelle parti pianeggianti.

aspetti funzionali.

La presenza di elementi naturali, soprattutto quando connessi o inseriti nella maglia agraria, favorisce le funzioni ambientali ed ecologiche dell’agro-ecosistema. L’equilibrata

combinazione di elementi naturali e agricoli conferisce al paesaggio un elevato valore estetico-percettivo. In tal senso non solo le imprese agricole ma anche altri settori economici e produttivi (es. turismo) possono, potenzialmente, trarre vantaggio dalla sua conservazione/ valorizzazione.

Nel morfotipo si evidenzia un tendenziale orientamento alle produzioni di qualità tipiche della Toscana che, spesso, si fregiano di marchi di indicazione di origine (DOP, IGP).

La ripartizione percentuale delle classi di uso del suolo evidenzia una buona eterogeneità colturale, dove il seminativo è dominante in termini di superfici (45%) ma in cui altre colture trovano una larga rappresentatività (oliveti con il 15%, prati stabili con il 12%, vigneti e seminativi arborati con il 5%, boschi, impianti di arboricoltura, edificato rurale, incolti, ecc).

I valori del morfotipo possono essere così sintetizzati:

• buon grado di diversificazione paesaggistica dato dall’alternanza tra colture legnose ed erbacee;

• buon livello di infrastrutturazione ecologica dato dalla presenza delle colture arboree e di vegetazione non colturale di corredo della maglia agraria e, soprattutto dalla presenza di alberi camporili (0,52/ha);

• buona redditività dei terreni dovuta alla presenza di una maglia agraria idonea alla meccanizzazione e alla presenza significativa di colture arboree ad elevato reddito (vite in primis).

La principale indicazione per questo morfotipo è il mantenimento di una maglia agraria di dimensione media, idonea alle esigenze della meccanizzazione, adeguatamente strutturata dal punto di vista morfologico e percettivo e ben equipaggiata sul piano dell’infrastrutturazione ecologica, fermo restando il mantenimento e lo sviluppo di un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio.

Indicazioni specifiche attraverso le quali tale obiettivo può essere conseguito sono:

• promuovere il mantenimento della diversificazione colturale data dalla compresenza di oliveti, vigneti e colture erbacee;

• favorire la conservazione del corredo vegetale che costituisce infrastrutturazione ecologica e paesaggistica della maglia agraria e la sua ricostituzione nelle parti che mostrano cesure più evidenti attraverso l’introduzione di siepi, filari, alberature;

• ricostituire fasce o aree di rinaturalizzazione lungo i corsi d’acqua (per es.: vegetazione riparia) con la finalità di sottolineare alcuni elementi strutturanti il paesaggio sul piano morfologico e percettivo e di aumentare il grado di connettività ecologica;

Per i vigneti di nuova realizzazione o reimpianti, è importante interrompere la continuità della pendenza nelle sistemazioni a rittochino tramite l’introduzione di scarpate, muri a secco o altre sistemazioni di versante, valutando ove possibile l’orientamento dei filari secondo giaciture che assecondano le curve di livello o minimizzano la pendenza.

Un ulteriore obiettivo per questo morfotipo riguarda il sistema insediativo e può essere articolato nei seguenti obiettivi specifici:

• preservare il sistema insediativo e l’infrastruttura rurale storica in termini di integrità e continuità con particolare riguardo alla rete della viabilità poderale e interpoderale;

• nella progettazione di cantine e altre infrastrutture e manufatti di servizio alla produzione agricola, perseguire la migliore integrazione paesaggistica valutando la compatibilità con la morfologia dei luoghi e con gli assetti idrogeologici ed evitando soluzioni progettuali che interferiscano visivamente con gli elementi del sistema insediativo storico, anche ricorrendo, ove possibile, all’impiego di edilizia eco-compatibile.

23. Morfotipo delle aree agricole intercluse

Il morfotipo delle aree agricole intercluse descrive dei paesaggi nei quali il carattere distintivo è l’intreccio tra spazi costruiti e rurali. Si tratta di aree non edificate e non impermeabilizzate interamente delimitate dal tessuto urbanizzato, quasi sempre da edifici (sia residenziali che a carattere produttivo), ma anche da grandi infrastrutture.

Nel Comune di Grosseto interessa quasi 250 ettari suddivisi in 3 nuclei distinti: a ovest di Grosseto, tra la città e l’aeroporto; a ovest tra la città, il cimitero di Sterpeto e la Fornace di S.Martino; a sud tra la città e l’Ombrone.

Le colture prevalenti per questo morfotipo sono in generale seminativi e prati stabili a maglia semplificata derivanti da processi di modificazione che hanno comportato cancellazione della rete scolante e alterazione della struttura territoriale storica. Tuttavia nel comune di Grosseto l’assetto colturale si presenta piuttosto complesso e qualificato.

A essi si associano appezzamenti di maglia più minuta, relitti dell’organizzazione paesistica storica, occupati da colture arboree (in particolare l’area a ovest) o orti (in particolare quelle a est e a sud) e spesso concentrati attorno a case sparse immersi in un tessuto insediativo contemporaneo di tipo diffuso. Variabile, ma normalmente basso, il grado di infrastrutturazione ecologica delle singole tessere intercluse. Questi spazi svolgono un ruolo fondamentale di discontinuità morfologica all’interno del tessuto continuo e diffuso dell’urbanizzazione contemporanea e, se messi a sistema, possono costituire una rete di spazi di rilevante valore ecologico, funzionale, sociale.

La ripartizione percentuale delle classi di uso del suolo evidenzia un sostanziale equilibrio tra i seminativi e il sistema particellare complesso (26-26%), a cui si sommano molte altre categorie ognuna della quali copre tra il 3 e il 10% (prati stabili, edificato sparso, seminativi arborati, oliveti, coltivazioni in serra, incolti). Rilevante è anche la superficie occupata da edificato sparso e dalla rete stradale.

Il morfotipo è caratterizzato da una maglia agraria frammentata a causa della progressiva espansione disordinata e dispersa degli agglomerati urbani. I processi di urbanizzazione recente, che hanno dato origine a questo paesaggio, hanno prodotto una destrutturazione del tessuto agricolo, tale da influenzare negativamente i gradi di libertà delle imprese che da professionali si trasformano in residuali. Il modello di gestione è associato alla presenza di aziende coltivatrici dirette che utilizzano quasi esclusivamente manodopera familiare o aziende part-time con obiettivi di integrazione di reddito e di autoconsumo.

I valori che contraddistinguono questo morfotipo sono molti, tra i quali emerge quello intrinseco associato al carattere di relittualità, in un contesto fortemente urbanizzato e povero di spazi non edificati.

Importante è il ruolo multifuzionale degli spazi aperti compresi in questo morfotipo che è possibile articolare in:

• valore paesaggistico per il ruolo di discontinuità morfologica rispetto al tessuto costruito;

• valore ambientale degli spazi aperti che contribuiscono ad aumentare il grado di biodiversità e a connettere le reti ecologiche presenti;

• valore sociale legato al possibile sviluppo di forme di conduzione agricola anche di tipo hobbistico come orti urbani e agricoltura di prossimità e alla costituzione di reti di spazio pubblico anche mediante l’istituto dei parchi agricoli;

• valore storico-testimoniale di alcuni appezzamenti relitti dell’organizzazione paesaggistica storica.

Di fondamentale importanza è il mantenimento di queste realtà produttive perché collocati in spazi di rilevante valore ecologico, funzionale, sociale, ecc. e, in tal senso, notevoli opportunità per le aziende potrebbero derivare da strategie di sviluppo di attività multifunzionali nonché di particolari canali commerciali quali la vendita diretta, la filiera corta, ecc.

Diventa perciò un obiettivo prioritario per questo morfotipo la tutela degli spazi aperti sia agricoli che naturali per la loro multifunzionalità all’interno di contesti densamente urbanizzati.

Tra gli obiettivi specifici prevediamo:

• la limitazione e il contrasto di fenomeni di dispersione insediativa, saldatura lineare dei centri abitati ed erosione del territorio aperto da parte dell’urbanizzazione;

• il consolidamento dei margini dell’edificato soprattutto in corrispondenza delle espansioni recenti anche mediante la realizzazione di orti urbani o di aree a verde pubblico che contribuiscano alla ricomposizione morfologica dei tessuti;

• la promozione e la valorizzazione dell’uso agricolo degli spazi aperti;

• la messa a sistema degli spazi aperti attraverso la predisposizione di elementi naturali finalizzati alla ricostituzione e al rafforzamento delle reti ecologiche e mediante la realizzazione di reti di mobilità dolce che li rendano fruibili come nuova forma di spazio pubblico;

• la creazione e il rafforzamento di relazioni di scambio e di reciprocità tra ambiente urbano e rurale e in particolare tra produzione agricola della cintura periurbana e mercato urbano;

• valorizzare il ruolo potenziale di parco agricolo e forestale periurbano ed elemento di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e del conseguente fenomeno del surriscaldamento urbano (isole di calore), in grado di ridurre la qualità della vita delle Comunità locali.

3. Paesaggi rurali storici

Il P.I.T./P.P.R. detta obiettivi di salvaguardia e di valorizzazione del carattere multifunzionale dei paesaggi rurali regionali, che viene perseguito mediante la preservazione, nelle trasformazioni, dei caratteri strutturanti i paesaggi rurali storici.

Il riferimento per il perseguimento di detto obiettivo è l’elaborato del P.I.T./P.P.R. intitolato “I paesaggi rurali storici della Toscana”).

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Grosseto adottato nel 2021 riconosce nel territorio provinciale la presenza dei paesaggi rurali storici.

Il Piano Strutturale considera e recepisce i tipi di paesaggio e la relativa disciplina (Disciplina del PTCP) ivi contenuti e in particolare i seguenti:

• Paesaggi rurali pre-lorenesi

• Paesaggio del latifondo cerealicolo-pastorale (5A) (Maremma grossetana, pianure e colline sublitoranee e interne)

• Paesaggio dell'agricoltura intensiva terrazzata (7) e spazi periurbani dei centri minori delle colline della Maremma grossetana

• Paesaggi rurali sette-ottocenteschi

• Paesaggio della mezzadria poderale a piccola proprietà coltivatrice della colina interna a campi chiusi a indirizzo zootecnico (5C), che si sovrappone al Paesaggio del latifondo cerealicolo-pastorale (5A) nelle zone collinari (Territori collinari interni della Maremma grossetana)

• Paesaggi rurali della prima metà del Novecento

• Paesaggio della Riforma Agraria (5D), che si sovrappone al Paesaggio del latifondo cerealicolo-pastorale (5A) nelle pianure interne (Maremma pianeggiante e collinare)

4. Le Unità Morfologiche Territoriali del PTCP

Il Piano Strutturale considera e recepisce l’articolazione morfologica territoriale contenuta nel PTCP di Grosseto.

Ai sensi e per gli effetti di quanto dettato dalla Disciplina del PTCP all’art. 15 il PTCP di Grosseto assume come articolazione principale del territorio provinciale gli Ambiti di Paesaggio del P.I.T./P.P.R. all'interno dei quali sono individuate le Unità Morfologiche Territoriali riconosciute dal PTCP, che costituiscono i sistemi territoriali locali di riferimento per lo Statuto del Comune in conformità al P.I.T./P.P.R. Medesimo. Lo Statuto del Piano Strutturale riconosce e assume la descrizione statutaria delle Unità Morfologiche Territoriali (UMT) del PTCP quale integrazione della disciplina del P.I.T./P.P.R. riferita agli ambiti di paesaggio, la cui descrizione statutaria è contenuta nell'allegato allo Statuto del PTCP: “Album degli Ambiti di Paesaggio e delle UMT”.

Nell’Ambito di Paesaggio n. 18 -Maremma grossetana sono riconosciute le seguenti UMT che interessano il territorio comunale di Grosseto:

Ambito territoriale della costa

UMT I03 Arcipelago Minore (Le Formiche)

UMT C02.1 Pinete di Castiglione

UMT C02.2 Costa della Città

Ambito territoriale della pianura interna e della collina

UMT CP02.4 Agro dell'Ombrone

UMT Pi03.2 Piana della Città

UMT Pi03.3 Bonifica Grossetana

UMT Pr02 Uccellina

UMT Pi03.5 Piana dell'Uccellina

UMT R07 Anfiteatro di Monte Bottigli

UMT R06.2 Avamposti del Salica

Ambito territoriale dell'alta collina e della montagna

UMT R06.1 Rilievi di Monte Leoni

Ultimo aggiornamento 19.10.2023 - 08:46