Disciplina di Piano online


Art. 2.14 Sistema idrografico

1. Il PS riconosce il sistema idrografico quale fondamentale elemento generatore e ordinatore degli assetti territoriali storicizzati: sia in quanto elemento costitutivo della struttura idrogeomorfologica che ha concorso, in modo determinante, alla definizione della morfologia fisica del territorio; sia in quanto elemento di elevato valore naturalistico, con importanti funzioni di connettività ecologica (struttura ecosistemica), che ha indirizzato e condizionato l'insediamento e il lavoro umano (struttura insediativa e struttura agroforestale). Il sistema idrografico costituisce, pertanto, una componente strutturale primaria del paesaggio locale e una risorsa strategica per lo sviluppo sostenibile del territorio che il PS, in conformità al PIT e a specificazione di esso17, sottopone a specifica disciplina unitamente alle aree che costituiscono contesto fluviale.

2. Per contesto fluviale si intendono le fasce di territorio che palesano continuità fisica, morfologica, biologica e percettiva con il corpo idrico, anche per la presenza di elementi storicamente e funzionalmente ad esso interrelati, nonché di limiti fisici e geomorfologici evidenti.

3. Il sistema idrografico, unitamente alle aree che costituiscono contesto fluviale, viene individuato, in conformità alla struttura idrogeomorfologica, nelle tavole STA 11.1 e STA 11.2.

4. Il PS persegue un riassetto del contesto fluviale volto a favorire forme di sviluppo sostenibile e durevole del territorio, garantendo al sistema idrografico la capacità di espletare le proprie funzioni idrauliche, ecosistemiche, ordinatrici degli assetti urbani e territoriali. Tale riassetto, perseguibile soprattutto attraverso politiche di salvaguardia e di qualificazione nel territorio rurale, richiede, nel territorio urbanizzato, una gestione unitaria degli interventi di trasformazione, ancorché circoscritti e differiti nel tempo, finalizzata a favorire il recupero delle suddette funzioni del sistema idrografico.

5. Per i suddetti fini, ferme restando le disposizioni sovraordinate, con particolare riguardo per quelle derivanti dalla pianificazione di bacino del Fiume Arno, dalle norme in materia di difesa dal rischio idraulico e dalle norme di tutela dei corsi d'acqua, al sistema idrografico e al relativo contesto fluviale si applicano le seguenti disposizioni statutarie, che il PO dovrà riprendere e, se del caso, articolare per specifiche situazioni locali:

  • - salvaguardia della continuità e della funzionalità idraulica del sistema idrografico, quale sistema che garantisce il drenaggio delle acque di pioggia, la loro depurazione e il trasporto di materia organica. In particolare:
    • - evitando o, in presenza di rilevanti interessi pubblici, sottoponendo a specifica e preventiva verifica idraulica gli interventi che comportino la deviazione dei corsi d'acqua dal loro letto naturale, che ne prevedano la copertura, l'interramento o comunque processi di artificializzazione degli alvei naturali e delle relative pertinenze fluviali;
    • - garantendo e migliorando la stabilità, anche geotecnica, delle sponde e degli argini;
    • - incentivando, nei corsi d'acqua secondari, il recupero delle opere idrauliche minori se e in quanto funzionali (soglie, briglie, ecc.);
    • - limitando ai tratti minimi indispensabili gli attraversamenti da parte delle infrastrutture di trasporto;
    • - garantendo la qualità e il buon regime delle acque, con particolare riferimento al deflusso minimo vitale (DMV), al trasporto solido, alle aree di divagazione dell'alveo;
    • - incentivando l'incremento delle superfici permeabili e degli spazi aperti, agricoli o sistemati a verde;
    • - creando casse di laminazione adeguate alle esigenze idrauliche e, allo stesso tempo, capaci di assolvere a una pluralità di funzioni, come di seguito specificato.
  • - miglioramento della qualità biologica delle acque, da perseguire prioritariamente:
    • - garantendo e migliorando il ruolo di biofiltro naturale svolto dalle aree ripariali;
    • - migliorando l'efficienza della rete fognaria e completandola nelle aree urbanizzate che ne sono sprovviste, con contestuale allacciamento ai sistemi di depurazione incentivando i sistemi naturali di depurazione delle acque;
    • - subordinando la realizzazione di nuovi insediamenti, nel territorio urbanizzato e nel territorio rurale, all'esistenza e all'efficienza di adeguati sistemi di depurazione;
    • - salvaguardia e miglioramento della biodiversità e della connettività ecologica assicurata dai corsi d'acqua e dalle aree ad essi connesse. In particolare:
    • - salvaguardando e migliorando i caratteri di naturalità degli alvei e delle sponde;
    • - favorendo processi di rinaturalizzazione degli alvei artificializzati e delle relative pertinenze fluviali, con particolare riguardo per i tratti tombati o intubati;
    • - potenziando le funzioni ecotonali e gli altri servizi eco sistemici garantiti dagli ambienti fluviali, soprattutto attraverso la continuità e il completamento delle formazioni vegetali ripariali autoctone (continuità longitudinale e trasversale) e la tutela attiva dei "nodi fluviali" della rete ecologica comunale;
    • - evitando l'immissione e la diffusione di specie aliene invasive (animali e vegetali);
    • - valorizzando le funzioni ecologiche delle aree di pertinenza fluviale, con particolare riguardo per le aree umide sottoposte a tutela, formatesi recentemente nelle ex cave di inerti lungo le rive dell'Arno;
    • - perseguendo, nella realizzazione delle casse di espansione lungo l'Arno e lungo i corsi d'acqua minori, accanto a quelle idrauliche, anche finalità naturalistiche ed ecosistemiche;
    • - mitigando la frammentazione ecologica e paesaggistica prodotta dalle infrastrutture di trasporto del fondovalle, anche attraverso fasce boscate parallele, raccordate alla vegetazione ripariale, nonché attraverso la creazione di sottopassi e attraversamenti ecologicamente efficienti e la qualificazione ecologica di quelli esistenti;
  • - riacquisizione del ruolo ordinatore del sistema idrografico negli assetti urbani e territoriali e delle sue potenzialità ricreative. In particolare:
    • - sottoponendo le trasformazioni urbane e territoriali nei contesti fluviali al preventivo confronto con le tessiture territoriali storicizzate (viabilità minore, fossi, canali, orditura dei campi, ecc.) e verificandone la funzionalità, idraulica ed ecologica, nei confronti del corso d'acqua;
    • - favorendo le relazioni funzionali e visuali tra i centri abitati di fondovalle e l'Arno, con particolare riguardo per le aree urbane più prossime al fiume (Piazzale Mazzanti e area sportiva a Incisa; Lagaccioni; aree limitrofe a Via Pertini, Via Garibaldi e Via Cervi a Figline; aree limitrofe a Via Amendola a Matassino);
    • - mitigando l'effetto barriera generato dalle grandi infrastrutture di trasporto parallele all'Arno, aumentandone la permeabilità e garantendo l'accesso, soprattutto ciclopedonale, alle rive;
    • - recuperando ove possibile, anche sotto forma di guado, antichi attraversamenti dei corsi d'acqua (Ponte di Annibale al Bruscheto, ecc.);
    • - favorendo, in maniera generalizzata, la fruizione ricreativa delle rive fluviali e, in modo particolare, di quelle dell'Arno, soprattutto attraverso la creazione di percorsi ciclopedonali attrezzati raccordati ai centri abitati e la caratterizzazione delle casse di espansione quali strutture capaci di assolvere, oltre a quelle idrauliche, una pluralità di funzioni agricole e ricreative.

17. PIT, Disciplina del Piano, articolo 16, Sistema idrografico della Toscana