Schede di fattibilità: ambiti, aree e comparti

AREA DI TRASFORMAZIONE E RECUPERO ER_CAS-01-

OBBIETTIVI DELL'AZIONE DI TRASFORMAZIONE

Complesso colonico ubicato sul crinale del versante collinare in prossimità di una viabilità storica che collega la località "Pozzi" con il centro urbano di S. Giovanni Valdarno. L'edifico colonico è riportato nelle carte IGM del 1883 e individuato nel catasto di impianto. Del nucleo storico originario resta solo un edificio attualmente destinato ad annesso agricolo, i restanti edifici sono stati costruiti in funzione dell'attività agricola tra il 1980 e il 1997 con programmi di miglioramento agricolo.
Il complesso agricolo residenziale presenta forti situazioni di degrado ambientale e paesaggistico con tipologie edilizie incoerenti con quelle tipiche locali e per l'uso di strutture del tipo semiprefabbricato, (telaio in acciaio e tamponatura con blocchi in argilla espansa–infissi in acciaio copertura con lastre di metallo). Obiettivo del piano è quello di riqualificare l'assetto esistente con il recupero di parte degli edifici e la valorizzazione paesaggistica dell'intero comparto.

DATI GENERALI

SUL ammissibile Riutilizzazione SUL esistente max 400 m2 o il 50% della SUL esistente
Si evidenzia cha la Sul ammissibile è da considerarsi relativamente al cambio di destinazione d'uso
Categorie intervento Recupero funzionale degli edifici storici esistenti. Ristrutturazione e ristrutturazione urbanistica di parte degli edifici di recente costruzione.
La ricostruzione deve essere eseguita in coerenza con i manufatti di antica costruzione e conforme alle tipologie tipiche locali. La ricostruzione deve essere localizzata nell'area di sedime degli edifici demoliti .
Modalità d'intervento Piano di Recupero

STANDARD ED ATTREZZATURE

Parcheggi pubblici Non previsti
Verde pubblico attrezzato Non previsti
Verde privato Minimo 30% della superficie dell'intero comparto
Casse di laminazione e/o compensazione Non previste
Nota: dovranno comunque essere cedute e realizzate tutte le opere di interesse pubblico comprese all'interno del comparto ed individuati negli elaborati grafici di zonizzazione (viabilità, parcheggi, verde pubblico etc.) ancorché eccedenti le quantità sopra indicate.

ELEMENTI PRESCRITTIVI

N. Piani 2 max
Altezza massima 7.50 mt
Rapporto massimo di copertura (nei lotti edificabili) ---
Superficie permeabile minima 35% dell'intero comparto
Destinazioni ammesse Come da nta
Allineamenti stradali No
Altre prescrizioni:
Il piano di recupero deve prevedere oltre alle opere di urbanizzazione necessarie in relazione alla SUL consentita ,anche la riqualificazione paesaggistica dell'intera area posta in prossimità del comparto.

La particolare pericolosità geologica dell'area deve essere corredata da una indagine geomorfol
Il piano di recupero sarà assoggettato al parere favorevole della commissione per il paesaggio.
Prescrizioni particolari: la convenzione, se necessaria , disciplinerà le modalità di gestione delle opere di urbanizzazione eventualmente previste.Modalità diverse da quelle sopra indicata potranno essere attuate con la procedura di cui agli art. 9-12 della legge 241/90 e successive modifiche e integrazioni.

FATTIBILITÀ AREA DI RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE ER_CAS_01

GEOLOGIA E LITOLOGIA Limi del Torrente Oreno (VRCd)i
GEOMORFOLOGIA Il comparto si colloca nella parte cacuminale di un versante collinare e non presenta indicatori di fenomeni geomorfologici in atto. All'interno del comparto si rileva la presenza di una scarpata attiva e deformazioni superficiali. Il margine meridionale del comparto coincide con il coronamento di un vasto distretto franoso attivo che anche nel corso dei recenti eventi meteorici ha dato dimostrazione di dinamiche rapide.
PERICOLOSITÀ GEOLOGICA G.4 per le porzioni di comparto interessata da fenomeni attivi; G.2/G.3 per le rimanenti parti in merito a considerazioni sul rapporto litologia/pendenza.
Si preclude la eventuale possibilità edificatoria (limitata peraltro alle strette necessità di portatori di disabilità) per le aree ricadenti in classe di pericolosità G.4 come dettagliato in carta della fattibilità
PERICOLOSITÀ SISMICA
CONTESTO IDRAULICO
PERICOLOSITÀ IDRAULICA (ex Reg. n. 53/r) I.1.
SALVAGUARDIE DISPOSTE DALL'AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME ARNO
La porzione meridionale del di comparto (ricadente in frana attiva) è stata classificata in classe P.F.4 di P.A.I. in corso di istruttoria per la revisione dei perimetri di pericolosità per frana di cui agli artt. 27 e 32 delle NTA di P.A.I..
In virtù di tali classificazioni e delle salvaguardie correlate (vedi NTA del P.A.I.) risultano ammissibili gli interventi previsti dall'art. 10 delle NTA di PAI.
FATTIBILITÀ DEGLI INTERVENTI:
Per l'eventuale intervento di addizione volumetrica l'intervento in oggetto si indicano classe di fattibilità idraulica F2, geologica F3 (vedi prescrizioni).
Si prescrive la inedificabilità nelle fasce ricadenti in classe di pericolosità geologica G.4 e P.F.4.
PRESCRIZIONI:
Nei limiti inerenti gli interventi ammissibili, dettagliati al precedente paragrafo "salvaguardie disposte dalla Autorità di Bacino del Fiume Arno", in funzione della perimetrazione delle porzioni di comparto in classe P.F.4 si formulano le prescrizioni sotto dettagliate.
La programmazione dell'intervento dovrà essere supportata da esaustive indagini geognostiche e sismiche al fine di poter definire la caratterizzazione geotecnica dei terreni al fine di svolgere le opportune verifiche di stabilità oltre alle considerazioni in merito alla portanza dei terreni ed ai cedimenti indotti. Tale supporto geologico alla progettazione dell'intervento dovrà essere completato dalle indicazioni in merito alle opportune scelte fondazionali e puntuali valutazioni sui cedimenti in ottemperanza ai disposti del D.M. 14.1.2008_N.T.C.
Sia per l'aspetto geotecnico che per quello sismico detta campagna di indagini geognostiche dovrà essere programmata in funzione dei contenuti del regolamento regionale n. 36/R.

Prescrizioni di carattere idraulico:
  • Nella gestione del reticolo idrografico minore di dovranno attuare le salvaguardie indicate dalla Norma 13 del D.P.C.M. n. 226/1999 - Salvaguardia dei suoli e del reticolo idrografico minore, e dove necessario le tutele idrauliche di cui al R.D. n. 523/1904 e all'art.1 della L.R. 21 del 21/05/2012.
  • Risulta necessario garantire l'invarianza idraulica: la portata al colmo di piena risultante dal drenaggio dell'area prima e dopo la trasformazione dell'uso del suolo deve rimanere costante. La valutazione deve essere condotta valutando un evento con un tempo di ritorno uguale o maggiore di 25 anni.
La disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio del Regolamento Urbanistico, con valenza quinquennale, si intende decaduta ai sensi dell'art. 95 della L.R. n. 65/2014.
Ultima modifica Lunedì, 10 Ottobre, 2022 - 16:03