Schede di fattibilità: ambiti, aree e comparti

AREA DI TRASFORMAZIONE E RECUPERO FT_CAS-04-

FATTIBILITÀ AREA TURISTICO RICETTIVA FT_CAS_04

GEOLOGIA E LITOLOGIA Depositi alluvionali recenti di fondovalle (b III) a prevalenza sabbiosa, nella zona pedecollinare Limi di Terranuova (VRCb) coltri di materiali di frana quiescente
GEOMORFOLOGIA Il comparto in esame non mostra, per la maggior parte della sua estensione, indicatori in merito a fenomeni geomorfologici. Una sottile fascia di monte interferisce invece con la zona d'unghia della frana quiescente presente sul versante collinare. Tale morfema fa parte del più complesso distretto franoso denominato "I Pozzi".
PERICOLOSITÀ GEOLOGICA Il comparto ricade quasi completamente in classe G.1/G.2 (in base a considerazioni basate sul rapporto litologia/pendenze) con il limitato settore di monte in G.3 per la presenza della parte finale dell'unghia di frana quiescente.
PERICOLOSITÀ SISMICA L'area si colloca per la quasi totalità in classe di pericolosità sismica S.2 (zona suscettibile di amplificazioni locali tali da non rientrare fra quelli per cui sia prevista la classe S.3). Il settore di monte ricade in classe S.3 (parte terminale di frana quiescente).
CONTESTO IDRAULICO
L'area si sviluppa a monte della S.P.11 in prossimità della confluenza tra il torrente Ciuffenna e il fiume Arno.
PERICOLOSITÀ IDRAULICA (ex Reg. n. 53/r) Una limitatissima porzione nella parte sud del comparto ricade in pericolosità idraulica I.2.
SALVAGUARDIE DISPOSTE DALL'AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME ARNO
Il limitato settore di monte del comparto, per una fascia di circa una ventina di metri, ricade in classe di pericolosità P.F.3 di P.A.I. (zona d'unghia di frana quiescente e relativo "bufere"). L'intervento è realizzabile all'interno delle aree che ricadono in classe P.F.3 nel rispetto delle salvaguardie di cui agli artt. n. 10 e 11 delle NTA di P.A.I. .
Una limitatissima porzione nella parte sud del comparto ricade in pericolosità idraulicaP.I.1 del PAI.
La parte più a valle del comparto ricade all'interno del perimetro delle aree interessate da esondazioni eccezionali.
FATTIBILITÀ DEGLI INTERVENTI:
Si indicano classe di fattibilità idraulica F2, sismica F3 e geologica F3.
PRESCRIZIONI:
La programmazione degli interventi dovrà essere supportata da esaustive indagini geognostiche e sismiche al fine di poter definire la caratterizzazione geotecnica dei terreni al fine di svolgere le opportune verifiche di stabilità sia allo stato attuale che di progetto.
Tale supporto geologico alla progettazione dell'intervento dovrà essere completato dalle indicazioni in merito alle opportune scelte fondazionali in ottemperanza ai disposti del D.M. 14.1.2008_N.T.C.
Sia per l'aspetto geotecnico che per quello sismico, la campagna di indagini geognostiche dovrà essere programmata in funzione dei contenuti del regolamento regionale n. 36/R.
Per quanto concerne l'aspetto sismico , per la presenza di zona suscettibile di instabilità di versante quiescente, oltre a rispettare le prescrizioni riportate nelle condizioni di fattibilità geomorfologica, dovranno essere realizzate indagini geofisiche e geotecniche per le opportune verifiche di sicurezza e per la corretta definizione dell'azione sismica. Si consiglia l'utilizzo di metodologie geofisiche di superficie capaci di restituire un modello 2D del sottosuolo al fine di ricostruire l'assetto sepolto del fenomeno gravitativo. E' opportuno che tali indagini siano tarate mediante prove geognostiche dirette con prelievo di campioni su cui effettuare la determinazione dei parametri di rottura anche in condizioni dinamiche e cicliche.

Prescrizioni di carattere idraulico:
  • Per la porzione di comparto ricadente all'interno delle aree allagate si dovrà rispettare quanto indicato dalla Norma 6 – Carta Guida delle aree allagate del D.P.C.M. n. 226/1999.
  • Nella gestione del reticolo idrografico minore si dovranno attuare le salvaguardie indicate dalla Norma 13 del D.P.C.M. n. 226/1999 - Salvaguardia dei suoli e del reticolo idrografico minore, e dove necessario le tutele idrauliche di cui al R.D. n. 523/1904 e all'art.1 della L.R. 21 del 21/05/2012.
Risulta necessario garantire l'invarianza idraulica: la portata al colmo di piena risultante dal drenaggio dell'area prima e dopo la trasformazione dell'uso del suolo deve rimanere costante. La valutazione deve essere condotta valutando un evento con un tempo di ritorno uguale o maggiore di 25 anni.
La disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio del Regolamento Urbanistico, con valenza quinquennale, si intende decaduta ai sensi dell'art. 95 della L.R. n. 65/2014.
Ultima modifica Lunedì, 10 Ottobre, 2022 - 16:03