Norme Tecniche di attuazione del Regolamento Urbanistico

Art. 2 Materiali e tecniche costruttive negli interventi di manutenzione e di conservazione del patrimonio edilizio soggetto alle categorie di intervento fino a c)

1. Tutti gli interventi sugli edifici per i quali sono prescritte le categorie di intervento fino a c) siano antichi, moderni o contemporanei, devono comunque osservare, al fine della conservazione dei caratteri architettonici, tipologici, strutturali e decorativi, degli arredi e delle sistemazioni esterne, vegetazionali e non, le regole seguenti.

  1. a) materiali
    Devono essere conservati i materiali originari, anche nella loro forma e nella loro collocazione; é ammessa la sostituzione con materiali eguali delle sole parti deteriorate e irrecuperabili. In caso di assoluta e documentata irreperibilità di materiali eguali, si potranno utilizzare materiali analoghi, comunque tradizionali o conformi, evidenziando le porzioni di sostituzione. Il rinnovo strutturale del tetto e dei solai deve avvenire attraverso la reintegrazione delle parti immediatamente deteriorate e non con la totale sostituzione, anche se nelle forme tradizionali, degli elementi costitutivi.
  2. b) intonaci, rivestimenti esterni e colori
    In caso di degrado devono essere ripristinati gli intonaci, i rivestimenti esterni e i colori originari. Gli intonaci devono essere di tipo civile mediante formazione di arricciatura e stabilitura con malta bastarda e formazione di velo finale tirato a fratazzo con malta di calce. Sono esclusi intonaci plastici, al quarzo, tipo terranova, spruzzati, salvi quelli presenti in edifici contemporanei soggetti alle categorie di conservazione c). Si eviterà la messa in vista di elementi costruttivi originariamente intonacati: archi di mattoni o in pietra, chiavi e ricorsi in pietra. Gli edifici intonacati devono rimanere tali e in caso di intonaco di vecchia formazione non deve essere sostituito integralmente ma solo nelle parti cadute o non stabili. Si devono per quanto possibile riprendere i colori originari, individuati sulla base di tracce residue sull'edificio in particolare sotto gronda o per analogia con edifici coevi. In mancanza di documentazione storico - stilistica attendibile, la tinteggiatura esterna dovrà corrispondere a quelle tradizionali presenti in zona. È vietato l'uso di colori al quarzo, acrilici patinati o simili, a meno che si rendano necessari per il restauro di colori di questo tipo presenti in edifici contemporanei per i quali sono state prescritte le categorie di intervento c). È prescritto sempre e comunque il mantenimento, restauro e ripristino, all'interno e all'esterno degli edifici, di decorazioni, cornici, marcapiani o marcadavanzali, fregi, disegni, graffiti, affreschi, finestre finte ed in genere trompe l'oeil, anche se ne restino solo tracce o documentazioni, anche fotografiche.
  3. c) finestre e porte esterne
    Gli infissi esterni dovranno di norma essere in legno, verniciati a corpo o in essenze tradizionali al naturale, nelle forme tradizionali, usualmente a due ante. In presenza di aperture molto grandi sono ammessi infissi di tipo metallico. In caso di aperture molto piccole sono consentite finestre a una sola anta, per aumentare la luminosità dei vani; in questo caso sono comunque vietati infissi metallici. Sono altresì vietate le finestre sul filo esterno delle murature. Serramenti in ferro o in alluminio di edifici contemporanei assoggettati alle categorie di intervento c) devono essere conservati e, ove necessario, ripristinati nelle forme, nelle disposizioni e nei colori originari. Negli edifici sui quali sono consentiti interventi di risanamento conservativo o superiore, in caso di opere che prevedano il rifacimento complessivo degli infissi esterni che investano l'intero edificio o comunque interi settori contigui di facciate visibili da spazi pubblici potrà essere ammessa la sostituzione degli infissi esterni in legno con infissi in altro materiale (metallo, pvc, ecc.) solo a condizione che la tipologia, le caratteristiche costitutive, le finiture e le modalità di installazione siano ad imitazione dei materiali tradizionali esistenti da rimuovere. La richiesta di sostituzione degli infissi in legno con infissi in altro materiale dovrà essere oggetto di atto di assenso preventivo da sottoporre all'esame dell'Ufficio Urbanistica e/o della C.C.E. Non è ammesso alcun dispositivo di oscuramento esterno delle aperture dotate di fasce o cornici di pietra a vista; l'oscuramento sarà realizzato mediante "scuretti" e tende interni. Negli altri casi è ammessa la formazione di persiane in legno a due ante, o a un'anta per aperture piccole, verniciate a corpo con colori tradizionali e del tipo "alla fiorentina'. Sono comunque vietate serrande avvolgibili. saracinesche metalliche, controporte sul filo esterno del muro, salvo che siano originari negli edifici contemporanei assoggettati alle categorie c). Per le porte di accesso dall'esterno sono prescritti portoni a due ante, o a un'anta in caso di aperture strette, del tipo tradizionale in legno verniciato a corpo o in essenze tradizionali al naturale. È vietata la finitura "a perlinato". Altri tipi e materiali di porte in edifici contemporanei assoggettati alle categorie c) devono essere conservati. Le porte esistenti di pregevole fattura e originarie devono essere mantenute e utilizzate nella loro posizione originaria. Per l'eventuale sostituzione di portoni in legno con altro materiale valgono le stesse disposizioni relative agli infissi esterni sopradette. Non è ammessa la formazione di pensiline, tettoie o di qualsiasi altro tipo di copertura esterna a protezione delle porte di ingresso, a meno che non si tratti di ripristino di protezioni originarie risultanti da documentazioni attendibili. Sono da conservare e, ove necessario, ripristinare, le pensiline e gli altri tipi di protezione degli ingressi facenti parte originariamente di edifici contemporanei assoggettati alle categorie c).
  4. d) pavimenti interni
    Negli edifici soggetti ad intervento di solo restauro i pavimenti interni devono essere mantenuti nelle forme e nei materiali originari. soprattutto negli spazi di distribuzione (portici, logge, ingresso, cucina, scale ecc.). Le porzioni mancanti devono essere ripristinate con eguali materiali. preferibilmente di recupero. In caso di dimostrata impossibilità di reperire materiali di recupero o uguali di nuova fattura, si potranno utilizzare materiali analoghi, evidenziando le porzioni sostituite.
  5. e) rivestimenti interni
    Negli edifici soggetti ad intervento di solo restauro i rivestimenti interni originari devono essere conservati e, ove necessario, ripristinati con materiali eguali o analoghi. Nuovi rivestimenti sono ammessi solo nei servizi igienici; nelle cucine con altezza non superiore a 1,60 m. e limitati alla parete attrezzata. I rivestimenti interni negli edifici contemporanei assoggettati alle categorie c) devono essere conservati e ripristinati con materiali eguali nelle porzioni cadute o mancanti. In caso di dimostrata impossibilità, si potranno utilizzare materiali analoghi.
  6. j) rivestimenti esterni
    Devono essere conservati e ripristinati, ove degradati, i rivestimenti esterni originari. Sono vietati nuovi rivestimenti esterni, di qualsiasi tipo, materiale e dimensione.
  7. g) insegne e scritte
    Devono essere conservate e ripristinate, ove degradate, le scritte e le insegne originarie esistenti, anche se individuabili solo da tracce residue. Sono vietate le insegne a bandiera e verticali ,le scritte verticali e quelle non comprese entro le cornici e i riquadri decorativi delle facciate. Fanno eccezione quelle originarie di edifici contemporanei assoggettati a categorie c).
  8. h) coperture
    Le coperture devono essere conservate nelle forme, nelle dimensioni e nei materiali originari e tradizionali. Le parti degradate devono essere sostituite con materiali eguali, preferibilmente di recupero; solo in caso di assoluta e documentata impossibilità di reperire materiali di recupero o eguali di nuova fattura, si potranno utilizzare materiali analoghi. La quota di imposta, la geometria delle falde e le pendenze dovranno rimanere inalterate. Non è ammessa la formazione di terrazze a tasca, di abbaini e di lucernari, salvo quanto ammesso con categoria c3 per quanto riguarda le finestre a filo falda. Coperture piane esistenti, ma derivanti da recenti trasformazioni, dovranno essere riportate in pendenza, tenendo come quota d'imposta del nuovo tetto l'intradosso della copertura piana preesistente. Nel caso di dimostrata impossibilità di questa sostituzione, la copertura piana dovrà essere pavimentata con laterizio. Ogni intervento sulle coperture dovrà comunque comportare l'eliminazione di quelle in materiali diversi e incongrui: eternit, plastica, lamiera, ecc; e di sovrastrutture, depositi, antenne, stenditoi, ecc. - alle quali si dovrà dare decorosa e unitaria sistemazione. La grande e la piccola orditura in legno dei tetti: travi di colmo, puntoni, falsi puntoni, capriate, arcarecci e terzere, travicelli, correnti dovranno essere conservati, o sostituiti con materiali uguali in caso di degrado. I cordoli di cemento armato attualmente necessari per esigenze di consolidamento strutturale dovranno essere realizzati nello spessore della muratura. I manti di copertura devono essere conservati nei materiali originari, ripristinando con materiali eguali, di recupero o di nuova fattura, le porzioni degradate o costituite da materiali diversi da quelli originari. Le gronde, i canali di gronda e i pluviali devono essere conservati nei materiali e nelle forme originarie. Le porzioni degradate o sostituite con forme e materiali diverse da quelle originarie, devono essere fedelmente ripristinate. I comignoli originari e di valore tradizionale devono essere conservati o ripristinati in caso di degrado; nuovi comignoli devono essere realizzati nelle forme e con materiali tradizionali. Sono vietati comignoli in eternit o prefabbricati tipo Shunt e simili. Negli edifici soggetti ad intervento di solo restauro è vietata la formazione di controsoffittature che celino l'orditura in legno dei tetti ed i tramezzi dovranno essere congruenti con l'orditura del tetto. È ammessa l'installazione di materiali di isolamento e di impermeabilizzazione, purché non alterino la sagoma, i prospetti e la configurazione architettonica degli edifici.
  9. i) opere di consolidamento
    Le opere di consolidamento delle strutture e delle fondazioni, nonché la realizzazione di vespai e scannafossi devono essere realizzate in modo da non alterare l'aspetto architettonico dell'edificio e il rapporto di questi con il terreno circostante.
  10. l) rjfacimento e installazione di impianti
    Le centrali termiche devono essere ubicate all'interno dell'edificio, in locali marginali. Gli impianti non devono comunque determinare volumi tecnici esterni alla sagoma delle coperture. La posa in opera di tubazioni non deve alterare e arrecare danno alle strutture architettoniche, ad archi e volte, a decorazioni, fregi, comici, a murature a faccia vista. Comunque la esecuzione degli impianti dovrà risultare conseguente ad progetto complessivo che preveda un inserimento ottimale; meglio in interni (vano scala) se in facciata posizioni marginali e comunque che non arrecano disturbo all'equilibrio dei prospetti; in genere concentrazione, vicinanza a elementi verticali significativi, non interferenza con le superfici intonacate ampie. Gli apparecchi di climatizzazione potranno essere posti all'esterno solo se posizionati a terra, in posizioni poco visibili, non potranno essere collocati sui fronti degli edifici ad eccezione dello sfruttamento di elementi strutturali già presenti (terrazzi, logge) in modo da ridurre l'impatto visivo. Le antenne per la ricezione delle trasmissioni radiotelevisive sia tradizionali che satellitari, potranno essere installate:
    • - a terra in corti interne o in giardini, in posizioni poco visibili;
    • - sulla copertura del fabbricato, adeguatamente arretrate dalla linea di gronda, con altezze contenute rispetto alla linea di colmo del tetto. Sarà vietata l'installazione su balconi, finestre e facciate di edifici. Le antenne dovranno essere nella misura di una sola per tipologia per ogni edificio, avendo cura che le antenne satellitari abbiano dimensioni il più possibile contenute e colorazioni tali da intonarsi e mimetizzarsi con l'ambiente circostante. Gli impianti di sollevamento, di ascensore, i nuovi servizi igienico - sanitari, le nuove cucine non devono alterare l'impianto tipologico dell'edificio, né comportare tagli di volte, archi, manomissione di elementi architettonici significativi. Preventivamente ad ogni intervento devono essere rimosse alterazioni morfologiche e tipologiche di precedente realizzazione: latrine pensili estranee all'impianto originario, suddivisione della cucina originaria, tamponamento di logge, porticati e archi. Divieto di suddividere le cucine tradizionali.
  11. m) spazi esterni e arredi vegetazionali
    Gli spazi esterni dell'edificio cortili, aie, giardini, marciapiedi, etc.. devono considerarsi parte essenziale dell'organismo architettonico che si intende conservare. È vietato rimuovere i materiali originari, modificare i dislivelli, la forma e le disposizioni degli spazi esterni costituenti l'impianto originale. In presenza di alterazioni del disegno di tali spazi e dei loro materiali, in ogni intervento si procederà al ripristino, con materiali originari di recupero o con materiali di recente fattura ma eguali a quelli originari. Sono comunque vietati il porfido, la trachite, le betonelle, l'asfalto. Si useranno la pietra, il mattone, la mattonella di cemento, in relazione alle caratteristiche storico - artistiche dell'edificio. In particolare, devono essere mantenute e ripristinate integralmente le aie, usualmente pavimentate in mattoni o pietra. La vegetazione esistente, costituita da alberi e siepi, di impianto originario o comunque di consolidata percezione, deve essere mantenuta e, dove occorra, ripristinata o sostituita con eguali essenze arboree e arbustive, comunque autoctone o naturalizzate.
  12. n) arredi esterni
    Gli arredi esterni devono essere semplici e tipici della zona, con utilizzo di pietra, legno, mattone. L'arredo vegetazionale, costituito da gruppi di alberi, alberi isolati e siepi, di impianto originario o congruente con il contesto ambientale, deve essere conservato; ove risulti degradato o sostituito con interventi incongrui deve essere ripristinato integralmente. I cavi di adduzione dell'elettricità e del telefono, e qualsiasi altro tipo di conduttura, devono essere interrati o in traccia nelle murature; non devono comparire sulle facciate, né attraversare strade, cortili, giardini e, in genere, tutti gli spazi pubblici.
Ultima modifica 19.04.2022 - 17:08