Norme Tecniche di attuazione del Piano Operativo

Art. 76 Articolazione del territorio rurale e prescrizioni correlate

1. Ai fini dell'applicazione delle presenti Norme, a partire dall'individuazione dei sottosistemi territoriali aperti del Piano Strutturale, in relazione alle specifiche caratteristiche dei diversi contesti del territorio rurale sono definiti i seguenti sottosistemi ed ambiti:

  • - Colline di Scansano (R1), composto da:
    • paesaggio collinare di Montorgiali e Pancole (R1a), con articolazione della maglia fondiaria dominata da appezzamenti per lo più delimitati da componenti lineari (siepi, muretti, alberature) o estese (aree e fasce boscate) e con un consistente patrimonio di piante camporili e maglia insediativa prevalente costituita da unità monopoderali in genere ben relazionate con la viabilità vicinale e comunale esistente;
    • dorsale di Scansano e crinali allungati di Poggioferro e Salaioli (R1b), con articolazione della maglia fondiaria costituita in prevalenza da appezzamenti di dimensioni medio-piccole o piccole delimitati da componenti lineari (siepi, muretti, alberature) o estese (aree e fasce boscate) e prevalenza del mosaico colturale e parcellare sulla maglia insediativa.
    Al fine di mantenere il carattere di apertura spaziale e permeabilità visiva dei crinali e dei pianori che permette la riconoscibilità degli insediamenti rurali isolati sono da evitare impianti arborei densi sia in prossimità degli insediamenti che lungo le strade di crinale e di accesso agli insediamenti.
  • - Valli del Sanguinaio e del Mulino (R2), con maglia insediativa prevalente, costituita da unità monopoderali in genere ben relazionate con la viabilità, e modesta presenza di quote di terreno non appoderate.
    È da prevedere l'incremento di siepi e alberature a protezione della rete principale di fossi e torrenti.
  • - Media Albegna e Pomonte (R3), contesto dominato dalle componenti paesaggistiche naturali e antropiche storiche e caratterizzato dalla rarefazione fondiaria, con l'eccezione della maglia insediativa presente lungo Pian del Dado, dovuta agli appoderamenti della Riforma fondiaria, e delle quote non appoderate a sud di Pomonte.
    Al fine di mantenere il carattere di emergenza storica e morfologica dei poggi e l'apertura spaziale dei pianori sommitali che permette la riconoscibilità degli insediamenti isolati di poggio sono da evitare interventi che comportino la riduzione del patrimonio forestale di versante anche al fine di non alterare l'immagine consolidata dei poggi boscati e i livelli di biodiversità ad essa connessi, favorendo invece la sistemazione ed il potenziamento delle aree forestali e il recupero o il nuovo impianto di fasce arbustive di protezione ai margini delle formazioni boschive.
    È inoltre da prevedere l'incremento di siepi e alberature a protezione della rete principale di fossi e torrenti immissari del Fiume Albegna ed a protezione delle scarpate dei terrazzi alluvionali.
  • - Alta Albegna e Fiascone (R4), con maglia insediativa prevalente costituita quasi integralmente da unità monopoderali ben relazionate con la viabilità e aventi per lo più origine dalla Riforma fondiaria.
    Sono da evitare opere che alterino il corretto funzionamento della rete di drenaggio naturale e di regimazione delle acque (torrenti, fossi, impluvi); l'instabilità riscontrata dal punto di vista idrogeologico impone inoltre una particolare attenzione anche negli interventi di trasformazione agraria.
    È inoltre da prevedere l'incremento di siepi e alberature a protezione della rete principale dei fossi immissari del Torrente Fiascone e del Fiume Albegna ed a protezione della viabilità interna ai fondi.
  • - Conca del Cotone (R5), con maglia fondiaria interessata da appezzamenti per lo più delimitati da componenti lineari (siepi, muretti, alberature) o estese (aree e fasce boscate) e con un consistente patrimonio di piante camporili, talvolta arricchita da esempi di sistemazioni collinari tipo terrazzamenti o gradonamenti, e con una stratificazione insediativa che ha il suo più recente evento nell'appoderamento della Riforma fondiaria.
    Sono da evitare opere che alterino la funzionalità del bacino idrografico del fiume Senna, intesa sia come equilibrio idro-geomorfologico che come continuità ecologica delle linee d'acqua e delle fasce di vegetazione ripariale, favorendo invece opere di regimazione delle acque e di consolidamento del suolo con sistemazioni agrarie tradizionali e tecniche di bioingegneria.
    Al fine di mantenere la percezione del profilo morfologico che racchiude la conca del Cotone sono inoltre da evitare interventi di alterazione dello skyline sia per "sottrazione" sia per "aggiunta".
  • - Valle dell'Ombrone (R6), paesaggio di bassa collina, provvisto di appezzamenti di dimensioni da medio-grandi a medio-piccole ed appoderato secondo una maglia irregolare, con struttura insediativa prevalente costituita da unità monopoderali in genere ben relazionate con la viabilità e solo in parte originate dalla Riforma fondiaria.
    Al fine di mantenere la funzionalità della rete di drenaggio e irrigazione sono da evitare interventi che possano compromettere i canali e le opere idrauliche (riduzione, interruzione, ecc.), favorendo invece opere di sistemazione e consolidamento spondale in grado di garantire il corretto deflusso delle acque.
    È inoltre da prevedere l'incremento di siepi e alberature a protezione della rete principale di fossi e torrenti, oltre alla salvaguardia ed alla valorizzazione del vasto patrimonio di querce camporili.
  • - Colle Fagiano (R7), contesto paesistico fortemente condizionato dalle componenti naturali dell'orografia e dell'idrografia.
    Al fine di tutelare e rafforzare la funzione naturale di filtro e di affaccio rispetto agli ambienti vallivi ad elevata naturalità sono da favorire, oltre al mantenimento e potenziamento delle aree boscate, il recupero o il nuovo impianto di fasce arbustive di protezione ai margini delle formazioni boschive.
  • - Trasubbie e Trasubbino (R8), con maglia insediativa prevalente costituita da unità monopoderali in genere ben relazionate con la viabilità e solo in parte originate dalla Riforma fondiaria.
    Al fine di salvaguardare e rafforzare le strutture ecologiche delle connessioni umide interambientali che connotano questo sottosistema sono da favorire interventi di manutenzione, di recupero e di potenziamento delle aree di pertinenza fluviale da realizzare tramite difesa e accompagnamento dei processi naturali di ripresa vegetazionale, oltre alla messa in sicurezza dal punto di vista idro-geomorfologico delle sponde dei corsi d'acqua; l'instabilità riscontrata dal punto di vista idrogeologico impone inoltre una particolare attenzione anche negli interventi di trasformazione agraria.
  • - Murci (R9), con rarefazione della maglia insediativa in rilevanti porzioni cui corrisponde anche una minore intensità colturale, insieme all'alternanza di superfici forestali o in progressiva rinaturalizzazione, e maglia fondiaria complessa e storicamente organizzata in appezzamenti medio-piccoli o piccoli, delimitati da siepi ed alberature residue delle antiche formazioni forestali nei dintorni e a sud di Murci.
    È da prevedere il mantenimento della maglia fondiaria tradizionale, dominata da appezzamenti per lo più delimitati da componenti lineari (siepi, muretti, alberature) o estese (aree e fasce boscate), con un consistente patrimonio di piante camporili e talvolta arricchita da esempi di sistemazioni idraulico-agrarie degli ambienti sub-montani.

2. Sono riconosciute dal PS come "beni paesaggistici estesi" da tutelare:

  • - le aree appartenenti al sottosistema R2 (paesaggi di accertata rilevanza per qualità diffusa e integrità dei caratteri storici consolidati);
  • - le aree appartenenti ai sottosistemi R3 e R5 (paesaggi di accertata rilevanza storico-culturale e integrità dei caratteri paesistici consolidati);
  • - le aree appartenenti al sottosistema R8 (paesaggi di accertata rilevanza paesistico-ambientale per l'integrità delle risorse fisico-naturalistiche).

In tali aree nel caso di opere significative di trasformazione (nuova edificazione, nuovi tracciati stradali o modifiche rilevanti di quelle esistenti, opere tecnologiche quali elettrodotti, captazioni, acquedotti, depuratori, serbatoi, antenne, impianti eolici..., attività estrattive ed opere connesse, discariche per rifiuti solidi e fanghi, opere di bonifica agraria) è richiesta una valutazione preventiva di sostenibilità paesaggistico-ambientale.

3. Sono classificate come zone ad esclusiva funzione agricola le seguenti aree:

  • - R2.1 (Valli del Sanguinaio e del Mulino)
  • - R3.1 (Media Albegna e Pomonte)
  • - R6.1 (Valle dell'Ombrone).
Ultima modifica Venerdì, 24 Marzo, 2023 - 13:00