Norme Tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art. 14 Le aree a pericolosità idraulica (classe 3 e classe 4 di pericolosità)

Per le aree inserite in classe 3 di pericolosità per fattori idraulici deve essere allegato al Regolamento Urbanistico uno studio, anche a livello qualitativo, che illustri lo stato di efficienza e lo schema di funzionamento delle opere idrauliche ove presenti o che comunque definisca il grado di rischio. I risultati dello studio dovranno costituire elemento di base per la classificazione di fattibilità degli interventi e ove necessario indicare soluzioni progettuali tese a ridurre al minimo possibile il livello di rischio ed i danni agli interventi per episodi di sormonto o di esondazione e di ristagno.

All'interno delle aree ricadenti in classe di pericolosità 3.3, interessate da fenomeni significativi di ristagno delle acque e tracimazioni non si debbono prevedere espansioni urbanistiche; potranno essere consentiti completamenti del tessuto urbanizzato esistente e le dotazioni a servizio delle attività agricole.

Per le aree inserite in classe 4 di pericolosità per fattori idraulici deve essere allegato al Regolamento Urbanistico uno studio idrologico-idraulico che definisca attraverso i normali metodi dell'idrologia con precisione il livello di rischio relativo all'area nel suo complesso, i risultati dello studio dovranno costituire elemento di base per la classificazione di fattibilità degli interventi. Nel caso in cui l'area interessata sia soggetta a fenomeni di inondazione con tempi di ritorno compresi fra 0 e 20 anni il Regolamento Urbanistico non dovrà consentire previsioni edificatorie salvo che per infrastrutture a rete non diversamente localizzabili, a condizione che per queste ultime si attuino tutte le precauzioni necessarie per la riduzione del rischio idraulico a livelli compatibili con le caratteristiche dell'infrastruttura. Nel caso in cui dallo studio risulti invece che l'area interessata è soggetta a fenomeni di inondazione con tempi di ritorno superiori a 20 anni dovranno essere previsti interventi di messa in sicurezza atti alla riduzione del rischio ma non alteranti il livello dello stesso nelle aree adiacenti. Tali interventi dovranno dimostrare il raggiungimento di un livello di rischio di inondazione per piene con tempo di ritorno superiore a cento anni e dovranno essere coordinati con altri eventuali piani idraulici esistenti.

Nelle aree classificate a rischio medio-alto, classi 3.2, 3.3, 4, dovrà essere avviato uno studio sugli effetti delle impermeabilizzazioni in uso per le attività vivaistiche specializzate, in particolare dovranno essere verificati gli effetti derivanti dalle norme attualmente vigenti e proposte eventuali variazioni anche alla luce dello sviluppo dei materiali impiegabili; in particolare dovranno essere verificate le possibilità di utilizzo di sottofondi pacciamanti naturali in sostituzione di teli anti-alga semipermeabili.

Ultima modifica 17.03.2022 - 11:11