Norme Tecniche di attuazione del Regolamento Urbanistico

CAPO I INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE DEGLI ASSETTI INSEDIATIVI

Art. 94 Interventi di addizione e di riqualificazione insediativa - aree di trasformazione - comparti di perequazione

Le Aree di trasformazione At

Le aree di trasformazione sono raccolte nella Parte I del DOSSIER F - Schede normative e di orientamento progettuale, che è uno degli elaborati costitutivi del presente Regolamento urbanistico.

Le aree di trasformazione, in quanto assoggettate, per la loro realizzazione, in via prevalente, a piano attuativo, sono sottoposte a valutazione e a monitoraggio, come stabilito dalle presenti norme, e incorrono nella decadenza definita dalla Lr 1/2005, come richiamato nell'art. 4 delle presenti norme, salvo quanto diversamente stabilito nelle singole schede.

Gli interventi si attuano di norma dietro stipula di apposita convenzione, il cui schema è componente del piano attuativo o progetto edilizio.

Tramite la realizzazione delle aree di trasformazione, si costituiscono nuovi assetti morfologici e tipologici, nei quali sono prevalenti gli interessi generali relativi alla riqualificazione urbana e alla rigenerazione di spazi e servizi pubblici o collettivi. Pertanto, gli interventi devono garantire di:

  • costituire spazi pubblici o di uso pubblico ben utilizzabili e significativi per il contesto;
  • evitare la frammentazione degli spazi pubblici per non creare spazi residuali privi di senso urbano e suscettibili di creare luoghi insicuri;
  • utilizzare forme e materiali di qualità, durevoli nel tempo;
  • qualificare l'immagine e la funzione degli spazi a verde, diversificando le zone alberate, a giardino, a coltivo, le specie e la loro stagionalità, il ruolo ornamentale e quello di protezione dagli inquinamenti;
  • utilizzare le più avanzate modalità di risparmio energetico e idrico, e in genere principi di sostenibilità ambientale;
  • curare la qualità architettonica dalla progettazione tipo-morfologica alla scelta dei materiali e di tutte le soluzioni appositamente dedicate all'impatto estetico percettivo.

Ai suddetti fini, gli elaborati di progetto, oltre a quelli stabiliti per legge vigente in materia e dal vigente Regolamento edilizio comunale, saranno prodotti in quantità e qualità tali da ben illustrare le ragioni funzionali e formali e rendere comprensibili le diverse scelte compiute, anche tramite comparazione fra alternative.

La superficie lorda di pavimento delle nuove unità abitative, salvo diversa prescrizione delle relative schede, non può essere minore di mq. 55.

In sede di attuazione degli interventi sono sempre ammesse limitate modifiche alle perimetrazioni delle aree di trasformazione, fermo restando il rispetto delle disposizioni contenute nelle schede normative e di orientamento progettuale, senza che ciò costituisca variante al RU.

I Comparti di perequazione Cp

I comparti urbanistici di perequazione comprendenti aree non contigue, definite ambiti di decollo e ambiti di atterraggio, sono identificati con la sigla Cp, e sono regolati dall'art. 7 delle presenti Norme.

In tali comparti, tramite interventi di ristrutturazione urbanistica, si attuano obiettivi di riqualificazione urbana.

Valgono, per essi, pertanto, le stesse condizioni per l'assetto morfo-tipologico e la prevalenza assegnata agli interessi generali, stabilite al precedente punto per le Aree di trasformazione.

La superficie lorda di pavimento delle nuove unità abitative, salvo diversa prescrizione delle relative schede, non può essere minore di mq. 55.

Art. 95 Interventi della riqualificazione e della crescita produttiva

D.5.11 ambito industriale, artigianale e commerciale del Gagno

In località Gagno, nelle aree comprese tra l'ampia curva formata dalla linea ferroviaria Campiglia M.ma-Piombino ed il fosso Cagliana, è individuato un comparto destinato alle piccole imprese industriali, artigianali e commerciali la cui accessibilità sarà garantita dall'esistente strada delle Terre Rosse e dalla prevista connessione con la SS 398 in corrispondenza del Capezzuolo.

L'attuazione del comparto è soggetta a strumento urbanistico attuativo, fatta eccezione per il lotto intercluso posto a nord dell'ambito, identificato con la sigla D5.11a nelle tavole di RU, che risulta già accessibile dalla viabilità esistente e la cui attuazione è pertanto ammissibile con intervento diretto, nel rispetto degli indici e dei criteri urbanistici stabiliti per l'intero comparto. Per tale lotto, in sede di attuazione dell'intervento, dovranno comunque essere definiti i criteri di fattibilità geologica e idraulica riferendosi alla classi di pericolosità individuate negli elaborati del presente RU.

All'interno dell'ambito è presente un'attività industriale esistente (Minerali Industriali), per la quale, in relazione alla natura dei processi produttivi e agli impatti prodotti, si prevede la delocalizzazione negli ambiti industriali D2, e prioritariamente nelle aree comprese tra la strada della Base Geodetica e lo stabilimento Dalmine.

Pertanto fino a che non si determineranno le condizioni per la delocalizzazione degli impianti esistenti, e indipendentemente dall'approvazione del piano urbanistico attuativo, saranno ammessi esclusivamente interventi a carattere manutentivo, finalizzati al miglioramento delle prestazioni ambientali del ciclo produttivo e all'innalzamento dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Sono quindi esclusi interventi finalizzati al potenziamento o alla diversificazione del ciclo produttivo.

Sono invece ammessi in ogni tempo interventi di demolizione degli impianti esistenti e di ripristino ambientale.

Per il nuovo ambito produttivo, in relazione alle possibili connessioni funzionali con il contiguo punto d'ormeggio delle Terre Rosse (di cui al precedente art. 75), con il polo nautico della Chiusa ed il porto commerciale (di cui al successivo articolo 96), è previsto l'insediamento di attività artigianali e commerciali preferibilmente connesse alla filiera produttiva nautica-cantieristica ed alla logistica. In relazione a tale obiettivo si potranno realizzare anche darsene interne collegate al fosso Cagliana, funzionali alle esigenze delle attività da insediare nonché al potenziamento del punto d'ormeggio. La realizzazione di eventuali darsene interne a servizio del punto d'ormeggio è comunque subordinata all'attivazione e alla conclusione di specifico accordo di pianificazione di cui all'art. 21 della L.R. 1/2005.

In relazione alle interazioni funzionali tra i due ambiti è ammissibile la presentazione di un unico piano attuativo, previa intesa tra i soggetti attuatori, così come meglio disciplinato al precedente art. 75 delle presenti norme.

In tale ambito la funzione commerciale è pertanto limitata alle seguenti tipologie:

  • commercio all'ingrosso e depositi
  • commercio al dettaglio (fino alle media strutture di vendita) per merci a consegna differita, così come definita dalla vigente normativa regionale in materia di commercio;
  • commercio di prodotti per i quali è consentita la vendita congiunta al dettaglio e all'ingrosso, così come previsto dalla vigente normativa regionale in materia di commercio;
  • commercio al dettaglio di merci direttamente prodotte dall'attività manifatturiera/artigianale insediata.

Lo strumento urbanistico attuativo dovrà comunque distinguere le aree destinate alle attività commerciali, da quelle artigianali-industriali anche al fine del soddisfacimento delle dotazioni di spazi e parcheggi pubblici di cui al D.M. 1444/68 e alla vigente normativa in materia di commercio.

Lo strumento urbanistico attuativo, oltre a quanto sopra detto, dovrà osservare i seguenti indici e criteri:

  • rapporto di copertura: 0,5 mq./mq. (riferito ai singoli lotti);
  • altezza massima: 10 ml. (senza limiti per impianti e volumi tecnici);
  • la viabilità di servizio al comparto che si diparte dalla SS 398, dovrà assolvere anche alla funzione di collegamento con il soprastante ambito produttivo-artigianale di Colmata (D5.11), di seguito normato, e pertanto dovrà essere progettato e realizzato conseguentemente;
  • previsione di fasce verdi alberate ai margini del comparto, lungo gli assi principali della viabilità interna e nelle aree a parcheggio; lungo il confine ovest del comparto tale fascia alberata dovrà avere una ampiezza pari a 30 mt. con funzione di filtro rispetto ai nuclei abitativi esistenti;
  • previsione di tipologie edilizie omogenee per le diverse funzioni da insediare (artigianali, commerciali) con utilizzo di materiali e soluzioni architettoniche di qualità e di tipo innovativo;
  • individuazione di elementi di arredo e di finitura omogenei (recinzioni, arredo vegetazionale, insegne ecc.);
  • la disciplina del piano attuativo dovrà contenere specifiche disposizioni che prevedano:
  • l'adozione di misure per il contenimento delle emissioni in atmosfera
  • l'adozione di misure per il contenimento dei consumi idrici, (quali ad esempio la realizzazione di reti idriche duali, il riutilizzo di acque reflue a fini produttivi e la raccolta delle acque piovane da riutilizzare per fini non idropotabili)
  • soluzioni specifiche volte al risparmio energetico come la scelta di criteri progettuali ad elevata performance energetica (quali ad esempio orientamento e schermatura degli edifici, utilizzo di materiali adeguati, ecc...);
  • un'analisi di fattibilità tecnica ed economica sull'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili;
  • previsione di adeguate aree attrezzate per agevolare la raccolta differenziata dei rifiuti.

Parte integrante del piano attuativo di iniziativa privata sarà una convenzione con la quale si dovranno disciplinare:

  • tempi e fasi di realizzazione del comparto produttivo;
  • modalità e fasi di realizzazione e di gestione delle aree e delle attrezzature di uso pubblico nonché delle altre opere di urbanizzazione;
  • eventuali criteri di individuazione delle imprese da insediare;
  • eventuali modalità di gestione del comparto produttivo.

In caso di inerzia dei soggetti privati l’attuazione dell’ambito potrà avvenire a cura del Comune mediante il ricorso ad un PIP di iniziativa pubblica.

D5.12 Ambito artigianale e commerciale di Colmata

Comprende le aree che si estendono a nord del comparto produttivo del Gagno (D5.11), tra la Strada provinciale della Principessa e la linea ferroviaria, che costituiscono, unitamente al sottostante ambito del Gagno, una significativa dotazione di spazi per l’insediamento della piccola e media impresa artigianale, commerciale e di servizio.

L’attuazione del comparto è subordinata all’approvazione di strumento urbanistico attuativo di iniziativa privata, con il quale si dovranno distinguere le aree destinate alle attività commerciali, da quelle artigianali e di servizio anche al fine del soddisfacimento delle dotazioni dei parcheggi pubblici di cui al D.M. 1444/68 e alla vigente normativa in materia di commercio.

Sono ammesse tutte le tipologie commerciali, fino alle medie strutture di vendita, con esclusione del settore alimentare.

Il comparto, in relazione alla presenza di aree soggette a rischio idraulico ed al fine di mantenere corridoi verdi con funzione di connessione ecologica e di discontinuità insediativa, include, in corrispondenza dei corsi d’acqua Cagliana, Maestro e Nuovo e delle aree interessate dalle opere di messa in sicurezza idraulica, aree da mantenere allo stato naturale ed attrezzare per la pubblica fruizione come parco agricolo naturale.

Compete al soggetto attuatore la cessione gratuita di tali aree e la installazione di semplici attrezzature per la loro fruizione (quali percorsi pedonali e ciclabili, percorsi fitness, ecc.). L’area a parco agricolo-naturale concorre al soddisfacimento degli standard pubblici di cui al D.M. 1444/68, limitatamente alla quota del verde.

Si dovranno comunque osservare le specifiche norme geologico tecniche di fattibilità di cui al Titolo II, Capo III delle presenti norme.

Il piano attuativo, oltre a quanto sopra detto, dovrà osservare i seguenti indici e criteri:

  • rapporto di copertura: 0,5 mq./mq. (riferito ai singoli lotti);
  • altezza massima: 10 ml. (senza limiti per impianti e volumi tecnici);
  • previsione di fasce verdi alberate ai margini del comparto, di ampiezza pari a 10 mt, lungo gli assi principali della viabilità interna e nelle aree a parcheggio;
  • le fasce di rispetto per gli elettrodotti con particolare riferimento alla “distanza di prima approssimazione” ai sensi del Decreto 29.05.2008;
  • sistemazione ambientale della fascia pedecollinare posta al margine sud dell’ambito;
  • previsione di tipologie edilizie omogenee per le diverse funzioni da insediare (artigianali, commerciali, di servizio), con utilizzo di materiali e soluzioni architettoniche di qualità e di tipo innovativo;
  • individuazione di elementi di arredo e di finitura omogenei (recinzioni, arredo vegetazionale, insegne ecc.);
  • la disciplina del piano attuativo dovrà contenere specifiche disposizioni che prevedano:
    1. l’adozione di misure per il contenimento delle emissioni in atmosfera,
    2. l’adozione di misure per il contenimento dei consumi idrici (quali ad esempio la realizzazione di reti idriche duali, il riutilizzo di acque reflue a fini produttivi e la raccolta delle acque piovane da riutilizzare per fini non
    3. soluzioni specifiche volte al risparmio energetico come la scelta di criteri progettuali ad elevata performance energetica (quali ad esempio orientamento e schermatura degli edifici, utilizzo di materiali adeguati, ecc…),
    4. un’analisi di fattibilità tecnica ed economica sull’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili;
    5. previsione di adeguate aree attrezzate per agevolare la raccolta differenziata dei rifiuti;
  • l'accesso al comparto avverrà mediante la Strada delle Terre Rosse, da adeguare opportunamente a cura dei soggetti attuatori, da cui si potrà dipartire una nuova viabilità di servizio parallela alla ferrovia; dovranno inoltre essere razionalizzati gli accessi esistenti sulla strada della Principessa con la creazione di un controviale parallelo alla strada Provinciale e con eventuale realizzazione di una rotatoria da raccordare con le future soluzioni per il riordino viabilistico del nodo di Fiorentina.

Tali interventi saranno a carico dei soggetti attuatori.

Trattandosi di un ambito soggetto a rischio idraulico la realizzazione degli interventi edificatori e delle trasformazioni ammesse è comunque subordinata alla preventiva o contestuale attuazione delle opere di messa in sicurezza idraulica.

L'intervento è altresì soggetto al rispetto delle prescrizioni di fattibilità geomorfologica e idrogeologica indicate nella specifica relazione parte integrante del piano.

Inoltre per la realizzazione delle casse di espansione dovranno essere applicate le Norme del PAI per le aree ASIP di cui all'art. 10 e dovranno essere recepite le direttive contenute all'art. 19 delle Norme del PAI in particolare per le reti fognarie e il recapito finale delle nuove urbanizzazioni.

L'attuazione del comparto è subordinata al potenziamento del depuratore di Montegemoli ed alla realizzazione del serbatoio idrico di Monte Pitti. In alternativa si potrà prevedere la realizzazione di un nuovo depuratore a servizio del comparto da realizzare a cura dei soggetti attuatori.

Parte integrante del piano attuativo di iniziativa privata sarà una convenzione con la quale si dovranno disciplinare:

  • tempi e fasi di realizzazione del comparto produttivo;
  • modalità e fasi di realizzazione e di gestione delle aree e delle attrezzature di uso pubblico (compreso l'adeguamento della Strada delle Terre Rosse), nonché delle altre opere di urbanizzazione;
  • modalità di manutenzione ed esercizio delle opere di messa in sicurezza idraulica;
  • eventuali criteri di individuazione delle imprese da insediare;
  • eventuali modalità di gestione del comparto produttivo.

In caso di inerzia dei soggetti privati l'attuazione dell'ambito potrà avvenire a cura del Comune mediante il ricorso ad un PIP di iniziativa pubblica.

D5.13 Ambito artigianale e commerciale Città Futura

Comprende le aree che si estendono tra il comparto urbano di Città Futura, disciplinato nella scheda normativa PV08 (di cui al Dossier F del presente RU), e l’ambito industriale D4 (ambiti di riassetto e diversificazione industriale) di cui all’art. 65 delle presenti NTA.

Si tratta di un ambito occupato da infrastrutture ed impianti funzionali allo stabilimento siderurgico a ciclo integrale per i quali, in attuazione del Piano Industriale dell’azienda Aferpi, parte integrante dell’Accordo di Programma sottoscritto in data 30.06.2015, è prevista la completa dismissione e demolizione in conseguenza del trasferimento delle lavorazioni e degli impianti siderurgici negli ambiti industriali D2 (ambiti industriali di espansione per l’industria siderurgica).

In coerenza con gli obiettivi di riqualificazione e di rigenerazione urbana perseguiti per il contiguo comparto urbano di Città Futura, si prevede la complessiva riconversione funzionale di questo ambito, da sottrarre agli usi industriali per l’insediamento di nuove funzioni produttive a basso impatto ambientale, commerciali e di servizio, oltrechè per l’incremento delle dotazioni urbane.

In ragione delle operazioni di complessiva e radicale ristrutturazione e riconversione funzionale dell’ambito D5.13 la realizzazione degli interventi di nuova edificazione è soggetta a piano urbanistico attuativo di iniziativa privata.

In caso di inerzia dei soggetti privati titolari delle aree l’attuazione dell’ambito potrà avvenire a cura del Comune mediante il ricorso ad un PIP o di PP di iniziativa pubblica.

In relazione alle possibili interazioni con il contiguo ambito produttivo D4 (ambiti di riassetto e diversificazione produttiva), il piano urbanistico attuativo dell’ambito D5.13 dovrà essere elaborato contestualmente al piano attuativo del suddetto ambito D4 sulla base di un Masterplan complessivo, ovvero di una progettazione unitaria non di dettaglio di iniziativa pubblica e/o privata, da estendere all’intero settore urbano comprendente gli ambiti produttivi D4 e D5.13, il contiguo comparto urbano di Città Futura (di cui alla scheda PV 08) e del Cotone-Poggetto.

E’ comunque ammessa la presentazione ed approvazione di un unico piano urbanistico attuativo da estendere ad entrambi gli ambiti produttivi (D4 e D5.13). La pianificazione attuativa relativa ai due ambiti D4 e D5.13 ancorchè contestuale o unitaria, potrà comunque prevedere tempistiche di attuazione separate per ciascun ambito in funzione della programmazione strategica relativa al nuovo insediamento produttivo previsto in ambito D4 e della programmazione temporale degli interventi di demolizione degli impianti esistenti.

Il Masterplan dovrà essere corredato di un quadro conoscitivo di dettaglio, e da uno studio finalizzato a definire il quadro dei valori paesaggistici, visuali e percettivi, connettivi, storico-testimoniali e di identità dei luoghi; dovrà inoltre analizzare e documentare le eventuali testimonianze di archeologia industriale presenti negli ambiti interessati, al fine di definire di concerto con il Comune le opportune azioni di valorizzazione e di conservazione della memoria industriale.

il Masterplan dovrà considerare lo stato attuale e lo stato futuro degli ambiti interessati (D4 e D5.13), con specifiche relative all’assetto planivolumetrico complessivo e agli schemi tipologici di inserimento paesaggistico, anche in relazione al contiguo comparto urbano di Città Futura e al quartiere Cotone-Poggetto.

Lo strumento urbanistico attuativo dell’ambito D5.13 dovrà osservare i seguenti indici e criteri progettuali:

  • - rapporto di copertura: 0,5 mq./mq. (riferito ai singoli lotti);
  • - previsione di tipologie edilizie omogenee per le diverse funzioni da insediare (artigianali, commerciali, di servizio) con utilizzo di materiali e soluzioni architettoniche di qualità e di tipo innovativo;
  • - individuazione di elementi di arredo e di finitura omogenei (recinzioni, arredo vegetazionale, insegne ecc.);
  • - definizione di un assetto urbano, connettivo e funzionale che persegua l’integrazione e le relazioni con il contiguo comparto di Città Futura e con il quartiere Cotone-Poggetto, oltreché con il tessuto urbano adiacente, anche in relazione ai contenuti del masterplan; il piano attuativo dovrà pertanto rivolgere particolare attenzione alla definizione dello skyline del nuovo insediamento con particolare cura per le soluzioni architettoniche, i cromatismi e le altezze dei nuovi fabbricati in rapporto al tessuto urbano circostante;
  • - previsione di adeguate dotazioni di verde pubblico, con carattere connettivo e capaci di delineare uno spiccato carattere identitario contemporaneo, in connessione con il parco urbano già previsto nel contiguo comparto di Città Futura.

Sono ammesse le seguenti funzioni:

  • - artigianale
  • - commercio all’ingrosso e depositi
  • - commercio (con esclusione di grandi strutture di vendita, così come definite dalla normativa di settore)
  • - di servizio
  • - vdotazioni urbane di interesse locale

Lo strumento urbanistico attuativo dovrà distinguere e localizzare le aree destinate alle attività commerciali, di servizio ed artigianali anche al fine della verifica del soddisfacimento delle dotazioni di spazi e parcheggi pubblici di cui al D.M. 1444/68 e alla vigente normativa in materia di commercio.

Lo strumento urbanistico attuativo dovrà inoltre contenere una disciplina specifica volta a selezionare ed individuare le attività produttive a basso impatto ambientale da insediare nell’ambito. Nell’ottica del perseguimento degli obiettivi di contenimento degli impatti ambientali la disciplina del piano attuativo dovrà inoltre contenere specifiche disposizioni che prevedano, anche in riferimento alla normativa e al modello delle APEA:

  • - l’adozione di misure per il contenimento delle emissioni in atmosfera
  • - l’adozione di misure per il contenimento dei consumi idrici, (quali ad esempio la realizzazione di reti idriche duali, il riutilizzo di acque reflue a fini produttivi e la raccolta delle acque piovane da riutilizzare per fini non idropotabili)
  • - soluzioni specifiche volte al risparmio energetico come la scelta di criteri progettuali ad elevata performance energetica (quali ad esempio orientamento e schermatura degli edifici, utilizzo di materiali adeguati, ecc…);
  • - un’analisi di fattibilità tecnica ed economica sull’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili;
  • - previsione di adeguate aree attrezzate per agevolare la raccolta differenziata dei rifiuti.

Parte integrante del piano attuativo di iniziativa privata sarà una convenzione con la quale si dovranno disciplinare:

  • - tempi e fasi di realizzazione del comparto produttivo;
  • - modalità e fasi di realizzazione, cessione e/o di gestione delle aree e delle attrezzature di uso pubblico nonché delle altre opere di urbanizzazione;
  • - modalità di individuazione delle imprese da insediare;
  • - eventuali modalità di gestione del comparto produttivo sul modello delle APEA.

Fino all’approvazione del piano urbanistico attuativo, ed alla stipula della suddetta convenzione, per gli impianti e le infrastrutture esistenti sono consentiti esclusivamente interventi di demolizione e di manutenzione. Sono inoltre consentiti tutti gli interventi volti a soddisfare requisiti di igiene ambientale e di sicurezza sui luoghi di lavoro nonché tutti gli interventi funzionali alla bonifica ambientale. Nelle more della liberazione delle aree del contiguo ambito produttivo D4 dagli impianti industriali esistenti, necessarie alla realizzazione del tratto terminale della nuova viabilità di collegamento al porto commerciale-passeggeri (SS398), così come individuato negli elaborati del presente RU, è inoltre consentito in ogni tempo l’adeguamento della viabilità esistente.

Capo II Interventi di trasformazione degli assetti infrastrutturali

Art. 96 Ambiti di espansione della portualitĂ  e della nautica

Il porto commerciale (D14.1), gli ambiti retroportuali destinati alla logistica (D14.1.1) ed il complesso integrato della nautica (D14.2), che unitamente alle attrezzature diportistiche già esistenti disciplinate al precedente art. 75 sostanziano il sistema della portualità, della logistica e della nautica, configurano gli ambiti di espansione e sviluppo di tale sistema, in attuazione del disegno strategico e delle condizioni statutarie del Piano Strutturale vigente.

L'individuazione di tali ambiti rende operative:

  • le strategie comunali di incremento delle attività marittime e portuali e della loro diversificazione, di attrazione di impresa economica multisettoriale, di realizzazione di una filiera di funzioni integrate che comprendono la portualità commerciale, la logistica, il diportismo nautico, la cantieristica e i servizi;
  • gli obiettivi territoriali dello sviluppo delle infrastrutture, del miglioramento dell'accessibilità, dell'aumento di standard, della riconfigurazione del fronte costiero;
  • le condizioni di tutela ambientale per il contenimento dei carichi ambientali, la difesa delle aree di valore ambientale e paesistico e delle zone umide, il contrasto dell'erosione costiera e dell'intrusione salina, la ricerca dell'equilibrio idrogeologico, l'uso di innovazioni tecnologiche per la sicurezza e il controllo degli inquinamenti.

In base a quanto sopra richiamato, il sistema della portualità, della logistica e della nautica:

  • costituisce previsione locale coerente e convergente rispetto al progetto di governo territoriale regionale contenuto nel Piano di Indirizzo territoriale di cui alla D.C.R. n. 72 del 24 luglio 2007, secondo le definizioni del paragrafo 8.1 del Documento di Piano;
  • si colloca nel quadro delineato dal documento del Masterplan "La rete dei porti toscani" che costituisce parte integrante del Piano di Indirizzo territoriale sopraccitato;
  • rispetta i criteri di cui all'Allegato I della Disciplina del Masterplan suddetto, fin dal principio generale ivi statuito per il quale è necessario "che gli ambiti urbani e portuali siano concepiti come un'unica struttura complessa da valorizzare attraverso progetti capaci di affrontare in maniera integrata gli aspetti formali e funzionali della relazione città-porto";
  • aderisce alle condizioni definite nella Disciplina del Masterplan sopra richiamato, sia per quanto attiene i requisiti e le prestazioni degli interventi, sia per quanto riguarda gli strumenti attuativi e le procedure, a partire dalle condizioni generali di cui al Capo I art. 4 della Disciplina del Masterplan che ammette interventi per la portualità purché siano utilizzate le aree retroportuali ai fini del consolidamento, dell'espansione e della riqualificazione funzionale delle attività legate al bacino portuale; purché siano valorizzate e riqualificate le aree di waterfront; purché siano adeguate le dotazioni infrastrutturali e siano migliorate le accessibilità da terra e da mare del porto.

La trasformazione territoriale configurata dal sistema complessivo per la portualità, la logistica e la nautica è regolata dalle presenti norme, nel rispetto delle Discipline del Piano di Indirizzo territoriale regionale e del Masterplan "La rete dei porti toscani" già ricordati, tramite:

  • specifiche urbanistico-edilizie finalizzate alla caratterizzazione del rapporto fra città e mare, alla realizzazione di un nuovo paesaggio urbano e costiero, alla ridefinizione morfologica delle aree a terra, alla qualificazione funzionale delle aree a terra e a mare secondo criteri di complementarietà;
  • specifiche territoriali finalizzate alla infrastrutturazione territoriale, costituita da opere funzionali all'accessibilità e ai collegamenti, contestuali agli interventi portuali e marittimi;
  • specifiche ambientala finalizzate al benessere e alla sicurezza, al contenimento degli effetti ambientali degli interventi, all'incremento di impatti positivi sull'ambiente costiero, imprescindibili ai fini della realizzazione degli interventi.

Gli interventi per la realizzazione delle opere a terra e a mare di porti e approdi turistici sono attuati mediante piani regolatori portuali, che costituiscono atti di governo del territorio ai sensi della Lrt 65/2014.

Le previsioni del Piano Regolatore Portuale non possono contrastare con quelle del presente RU.

Tutti gli spazi, le attrezzature e gli impianti sia a terra che a mare devono rispettare le direttive di cui all'Allegato II del Masterplan "La rete dei porti toscani" relative a qualità progettuale, standard a terra e dei servizi, standard nautici e standard ambientali. Tutti gli interventi sono soggetti inoltre al rispetto delle specifiche norme geologico tecniche di fattibilità di cui al Titolo II Capo III del presente RU.

D14.1 porto commerciale, industriale, passeggeri

Il porto commerciale è soggetto a interventi di riassetto e ampliamento funzionale e morfologico in attuazione delle strategie del Piano strutturale, che vi ammette lo sviluppo e il potenziamento dei traffici marittimi e delle attività logistiche.

Il nuovo assetto del porto commerciale è disciplinato dal Piano regolatore portuale, d'ora in poi PRP, formato e approvato ai sensi della normativa vigente in materia.

Nel rispetto delle condizioni statuite del Piano strutturale, l'assetto infrastrutturale viario e ferroviario è condizione per la funzionalità degli interventi di riassetto e ampliamento del porto e per il conseguimento di una maggiore integrazione funzionale tra porto e città, che devono al contempo soddisfare i seguenti obiettivi:

  • riqualificazione e ridefinizione dei margini delle aree portuali a diretto contatto con la città, attribuendo a questi ultimi un connotato urbano e una qualità architettonica tale da marcare il profilo urbano costiero quale nuovo waterfront;
  • incremento delle dotazioni di parcheggio e della loro funzionalità, in ordine alle categorie di utenti e allo svolgimento delle diverse attività;
  • contenimento degli effetti ambientali negativi delle attività industriali tramite la preferenza di strutture coperte quali silos e capannoni per lo stoccaggio della merce rinfusa, evitando depositi a cielo aperto.

Gli interventi e i requisiti funzionali, morfologici e tipologici sopra richiamati devono essere normati dal PRP già ricordato, che dovrà dettagliare l'articolazione funzionale, le localizzazioni, i requisiti prestazionali, sia ambientali che architettonici, delle opere a terra e delle opere a mare, in conformità a quanto di seguito dettato.

Le funzioni ammesse sono:

  • funzione commerciale relativa allo svolgimento delle operazioni portuali di movimentazione e stoccaggio merci, prodotti e rinfuse;
  • funzione industriale, ivi comprese le attività di riparazione, manutenzione, trasformazione, costruzione e allestimento navale, stoccaggio e lavorazione merci e servizi;
  • funzione passeggeri, relativa all'esercizio del trasporto ferroviario e dei relativi servizi;
  • funzione passeggeri, relativa all'esercizio dei servizi di assistenza ai traghetti;
  • funzione passeggeri, relativa all'esercizio dei servizi di assistenza alle crociere;
  • servizi portuali, comprensivi di servizi amministrativi, commerciali, di controllo, direzionali e tecnici connessi all'attività portuale (Autorità Portuale, imprese portuali, agenti marittimi, armatori, spedizionieri, servizi telematici,...), servizi di sicurezza e controllo, servizi alla nave (bunkeraggio, rimorchio, pilotaggio, ormeggio, sommozzatori, trasporto del personale a bordo, forniture di bordo);
  • diporto;
  • pesca, che pur facendo parte delle funzioni del porto commerciale, è localizzata nel polo della cantieristica, dei servizi e delle attività ittiche, individuato come zona D14.2.b, di seguito normato. Il "piano guida", applicato alla zona D14.2 e definito nel prosieguo delle presenti norme, dovrà rispettare le relazioni fra competenze, che si instaurano fra il porto commerciale (D14.1) e il polo della cantieristica, dei servizi e delle attività ittiche (D14.2.b).

Sono componenti delle funzioni sopra elencate le seguenti attività:

  • direzionali, amministrative e di controllo, di manutenzione, riparazione e ricovero dei mezzi operativi necessari al loro svolgimento; di stoccaggio, manipolazione e lavorazione delle merci, commerciali (piccole e medie strutture di vendita), e servizi in genere (agenzie di servizio alle persone, sportelli bancari etc.); le attività residenziali connesse alle diverse tipologie funzionali (dalla guardiania alle caserme, etc.); di servizio complementare all'accoglienza delle navi traghetto, navi crociera e delle imbarcazioni da diporto; connesse alla produzione dei componenti, dei servizi e di assistenza.

Il nuovo assetto portuale contenuto nel PRP deve prevedere le opere marittime di protezione, le connessioni funzionali con il sistema infrastrutturale stradale e ferroviario principale e il disegno della distribuzione interna viaria e ferroviaria e per la sosta.

Nell'ambito del nuovo assetto portuale e retroportuale il PRP, in accordo con le scelte operate dal presente RU in ordine alla rilocalizzazione della stazione ferroviaria di Piombino-centro (si veda scheda normativa relativa all'AT 16 del DOSSIER F) , potrà inoltre prevedere la rilocalizzazione della stazione ferroviaria passeggeri a servizio della città e del porto.

Sono individuati i seguenti ambiti, che il PRP localizzerà tenendo conto dei rapporti visivi, della funzionalità, della sicurezza e dei rapporti con la città e con il complesso integrato della nautica (D14.2.a e D14.2.b), seguendo le indicazioni di seguito elencate ma potendosene discostare per la miglior funzionalità, la qualità ambientale e architettonica, la sicurezza del nuovo assetto:

  • Area Terminal Passeggeri, indicativamente situata nella porzione meridionale del porto, accessibile direttamente dalla SS 398 e dalla viabilità portuale principale; nella quale sono garantite almeno le seguenti attività: attracco, attesa e servizio ai traghetti ed alle navi ro-pax in generale; attracco, attesa e servizio alle navi da crociera; servizi amministrativi, commerciali, di controllo, direzionali e tecnici connessi all'attività portuale; servizi di sicurezza e controllo; servizi alla nave (bunkeraggio, rimorchio, pilotaggio, ormeggio, etc.); operazioni portuali relative a movimentazione e stoccaggio merci convenzionali;
  • Area Terminal Autostrade del mare, indicativamente situato nella porzione centrale del porto, accessibile direttamente dalla SS 398 e dalla viabilità portuale principale; ove sono garantite almeno le seguenti attività: operazioni portuali relative a movimentazione e stoccaggio merci convenzionali, operazioni portuali relative a movimentazione e stoccaggio rinfuse solide e liquide, operazioni portuali relative a movimentazione e stoccaggio prodotti siderurgici, servizi amministrativi, commerciali, di controllo, direzionali e tecnici connessi all'attività portuale; servizi di sicurezza e controllo; servizi alla nave (bunkeraggio, rimorchio, pilotaggio, ormeggio, etc.); attracco, attesa e servizio ai traghetti ed alle navi ro-pax in generale;
  • Area Terminal Commerciale/Industriale, indicativamente situata nella porzione settentrionale del porto, accessibile direttamente dalla SS 398 e dalla viabilità portuale principale; nella quale sono garantite almeno le seguenti attività: operazioni portuali relative a movimentazione e stoccaggio merci convenzionali, operazioni portuali relative a movimentazione e stoccaggio rinfuse solide e liquide, operazioni portuali relative a movimentazione e stoccaggio di prodotti siderurgici , riparazione, manutenzione, trasformazione e allestimento navale, stoccaggio e lavorazione merci e servizi, servizi amministrativi, commerciali, di controllo, direzionali e tecnici connessi all'attività portuale; servizi di sicurezza e controllo; servizi alla nave (bunkeraggio, rimorchio, pilotaggio, ormeggio, etc.);
  • Area Darsena Mezzi di Servizio, destinata ad ospitare le autorità di pubblica sicurezza (VVF, Guardia di Finanza, Carabinieri, Guardia Costiera, ...), ed i servizi portuali (ormeggiatori; rimorchiatori, piloti) e quindi da localizzare in posizione prossima all'imboccatura del porto per il corretto svolgimento delle attività istituzionali di controllo. Se ne indica la localizzazione all'interno delle aree, a terra ed a mare, poste a sud del porto commerciale, a tergo del molo Batteria, destinate al Polo del diportismo (D14.2.a). L'accesso a terra è garantito dalla viabilità portuale principale. L'accesso via mare alla darsena, è protetto dalla diga foranea del porto turistico.
  • Area Polo centro direzionale del porto, comprendente tutte le funzioni direzionali e di servizio, pubbliche e private, necessarie per una gestione avanzata delle attività portuali, indicativamente situata allo svincolo di ingresso principale nell'ambito portuale in zona Poggio Batteria, nella parte meridionale dell'area portuale, con accessibilità da terra direttamente dalla viabilità portuale principale;
  • Area Darsena Pescherecci, situata all'interno delle aree, a terra ed a mare, poste a nord del porto commerciale destinate al Polo della cantieristica, dei servizi e delle attività ittiche (D14.2.b), accessibile dalla viabilità comunale e dall'asse di penetrazione che si innesta nella S.S. 398 in corrispondenza dello svincolo Terre Rosse, destinata alla rilocalizzazione delle imbarcazioni da pesca che attualmente utilizzano la Darsena Magona.

Il PRP applicato alla zona D14.1 e "il piano guida" applicato alla zona D14.2 possono specificare, e modificare non in via sostanziale, i perimetri degli ambiti indicati nelle tavole del presente RU, con particolare attenzione alle parti di contatto fra le zone, al fine di migliorare i reciproci rapporti funzionali e morfologici, le prestazioni qualitative funzionali e morfologiche interne alle singole zone e sottozone, le prestazioni ambientali e in particolare gli effetti di miglioramento dell'equilibrio costiero come indicato nelle disposizioni del presente RU relative agli aspetti geologico tecnici e idraulici.

Il procedimento di formazione e approvazione del PRP contiene il processo della valutazione secondo quanto definito dalla legge regionale 1/2005 e dalla legge regionale 10/2010.

All’interno dell’ambito portuale è presente un’attività produttiva di acquacoltura (Agroittica Toscana), per la quale, in relazione alle necessità di espansione e di riassetto del porto e delle aree retroportuali si prevede la delocalizzazione.

Fino a che non si determineranno le condizioni per la delocalizzazione di detta attività, per gli impianti e gli edifici esistenti sono comunque ammessi interventi a carattere manutentivo nonché tutti gli interventi finalizzati al miglioramento delle prestazioni ambientali e del ciclo produttivo, all’adeguamento delle dotazioni di servizio funzionali all’attività e all’innalzamento dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono invece esclusi interventi finalizzati al potenziamento del ciclo produttivo.

D14.1.1 Ambiti retroportuali per la logistica

L’ambito comprende le aree retroportuali storicamente utilizzate ed impegnate da infrastrutture, impianti e stoccaggi funzionali all’industria siderurgica, da riconvertire progressivamente a funzioni di tipo logistico e di servizio ai traffici portuali.

L’assetto infrastrutturale viario e ferroviario è condizione per la funzionalità degli interventi di riassetto e riconversione funzionale dell’ambito e per il conseguimento di una piena integrazione tra le aree retroportuali ed il porto commerciale-industriale.

A tal fine risulta essenziale la realizzazione delle previste connessioni con il sistema infrastrutturale stradale (SS 398) e ferroviario principale, così come indicato negli elaborati del presente RU.

L’ambito, si articola in due distinti sub-ambiti:

  • - il sub-ambito D14.1.1a comprendente le aree collocate in aderenza al settore nord dell’ambito portuale D14.1 (Area Terminal Commerciale/Industriale), attualmente occupate dagli impianti industriali facenti parte dello stabilimento siderurgico; tali aree, in attuazione del Piano Industriale dell’azienda Aferpi che è parte integrante dell’Accordo di Programma sottoscritto in data 30.06.2015, saranno liberate dagli usi industriali in conseguenza del trasferimento delle lavorazioni e degli impianti siderurgici negli ambiti industriali D2 (ambiti industriali di espansione per l’industria siderurgica);
  • - il sub ambito D14.1.1b comprendente le aree collocate in aderenza al polo della cantieristica D14.2.b, in gran parte impegnate da cumuli di materiali di risulta e di scorie derivanti dal processo industriale siderurgico, per le quali si dovranno comunque avviare le operazioni di rimozione e di bonifica ambientale dei suoli.

Nell’ambito sono ammesse le seguenti funzioni:

  • - commerciali e di deposito relative allo svolgimento delle operazioni di movimentazione e stoccaggio merci, prodotti e rinfuse;
  • - industriale funzionale ad attività di assemblaggio, trasformazione, stoccaggio e lavorazione merci e prodotti;
  • - limitatamente al sub-ambito D14.1.1a le attività di trasformazione e lavorazione potranno essere estese al ciclo produttivo agroalimentare comportanti anche nuova edificazione e la realizzazione di impianti;
  • - di servizio connesse all’attività logistica.

La nuova edificazione è ammessa nel rispetto del RC di 0.5 mq/mq (con riferimento alla superficie territoriale complessiva di ciascun sub-ambito, con esclusione delle attività già insediate); per gli edifici e gli impianti produttivi esistenti, laddove non più funzionali ai nuovi assetti e alle nuove attività da insediare, sono consentiti interventi di demolizione; laddove sia prevista invece la conservazione ed il riuso degli edifici e degli impianti esistenti, in conformità alle destinazioni previste nell’ambito, sono comunque ammessi interventi di ristrutturazione, anche di natura strutturale, volti al risanamento degli immobili e degli impianti ai fini della loro riconversione.

L’attuazione delle previsioni è ammessa con intervento diretto previa approvazione di un progetto unitario convenzionato, riferito a ciascun sub-ambito (con esclusione delle attività produttive già insediate), da attuare anche per fasi e stralci funzionali.

Fino all’approvazione del progetto unitario, ed alla stipula della relativa convenzione, per gli impianti e le infrastrutture esistenti facenti parte dello stabilimento siderurgico, sono consentiti esclusivamente interventi di demolizione e di manutenzione. Sono inoltre consentiti tutti gli interventi volti a soddisfare requisiti di igiene ambientale e di sicurezza sui luoghi di lavoro nonché tutti gli interventi funzionali alla bonifica ambientale.

Nella definizione dei nuovi assetti funzionali, infrastrutturali ed edilizi, si dovranno perseguire gli obiettivi di mitigazione/integrazione paesaggistica ed ambientale rispetto ai territori contermini (aree agricole, fluviali e marittime) ed alle componenti ecologiche tuttora presenti (aree umide costiere) nonché gli obiettivi di integrazione funzionale e percettiva con i contigui ambiti portuali.

In sede di definizione del progetto unitario convenzionato dovranno inoltre essere analizzate e documentate le eventuali testimonianze di archeologia industriale presenti nell’ambito, al fine di definire di concerto con il Comune le opportune azioni di valorizzazione e di conservazione della memoria industriale.

Nella definizione dei nuovi assetti funzionali, infrastrutturali ed edilizi dovranno essere soddisfatte le seguenti prestazioni ambientali, paesaggistiche e visuali percettive:

  • - realizzazione di adeguate fasce di filtro/inserimento paesaggistico e connessione ecologica rispetto alle contigue aree costiere e palustri (E5), nonchè rispetto al contiguo ambito della cantieristica (D14.2b);
  • - integrazione visuale e percettiva con il waterfront del porto commerciale-industriale-passeggeri e con il polo della cantieristica;
  • - mantenimento della percezione visiva del promontorio di Piombino e del territorio circostante dai punti visivi sensibili della costa, da determinare nella fase di studio di dettaglio del progetto unitario convenzionato;
  • - qualora non soggetto a VIA/AIA il progetto del singolo impianto produttivo dovrà essere corredato da una specifica relazione ambientale, con riferimento alla disciplina di cui all’art. 10 del presente RU, dalla quale risulti l’incidenza dell’intervento proposto sulle principali matrici ambientali (aria, acqua, suolo), indicando le eventuali misure di mitigazione.

Per gli impianti tecnologici e di produzione energetica già presenti negli ambiti D14.1.1, indipendentemente dalla definizione e approvazione del progetto unitario convenzionato, sono consentiti tutti gli interventi di adeguamento funzionale, impiantistico e tecnologico, a condizione che non si produca aggravio delle pressioni ambientali.

Sono inoltre consentiti tutti gli interventi volti alla bonifica ambientale del sito. E’ in ogni caso prescritto il rispetto del rapporto di copertura di 0,5 mq/mq.

Per l’attività produttiva di acquacoltura (Agroittica Toscana) insediata nell’ambito, in relazione alle necessità di espansione e di riassetto del porto e delle aree retroportuali, è prevista la delocalizzazione.

Fino a che non si determineranno le condizioni per il trasferimento in altro ambito di detta attività, per gli impianti e gli edifici esistenti sono comunque ammessi interventi a carattere manutentivo nonché tutti gli interventi finalizzati al miglioramento delle prestazioni ambientali e del ciclo produttivo, all’adeguamento delle dotazioni di servizio funzionali all’attività e all’innalzamento dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono invece esclusi interventi finalizzati al potenziamento del ciclo produttivo.

D14.2 Il complesso integrato della nautica, articolato in polo del diportismo (D14.2.a) e polo della cantieristica, dei servizi e delle attività ittiche (D14.2.b).

Il complesso integrato della nautica non può essere reso funzionante se non sono contestualmente garantite le nuove opere per l'accessibilità (nuova SS 398 e relativi raccordi, o soluzioni viabilistiche alternative comunque compatibili con gli assetti funzionali ed infrastrutturali definiti dal presente RU).

In relazione all'entità delle opere da realizzare anche la cantierizzazione delle stesse dovrà essere coordinata con la contestuale realizzazione delle previste connessioni viabilistiche. In sede di attuazione del complesso integrato della nautica il Comune potrà valutare l'opportunità di porre a carico dei soggetti attuatori la realizzazione delle connessioni alla viabilità principale.

Progettazione e realizzazione degli interventi dovranno adottare soluzioni tecniche e tecnologiche in grado di dotare il complesso della nautica dei migliori requisiti ecologici e di fruibilità.

La sostenibilità ambientale degli interventi sarà garantita da:

  • l'adozione di misure per il contenimento delle emissioni in atmosfera;
  • l'adozione di misure per il contenimento dei consumi idrici, quali la realizzazione di reti idriche duali, il riutilizzo di acque reflue a fini produttivi e la raccolta delle acque piovane da riutilizzare per fini non idropotabili (innaffiamento, lavaggio);
  • soluzioni specifiche volte al risparmio energetico come la scelta di criteri progettuali ad elevata performance energetica quali orientamento e schermatura degli edifici, utilizzo di materiali adeguati, installazioni di impianti fotovoltaici, anche integrati, su tetti piani, terrazze e coperture di edifici e fabbricati, pensiline di ombreggiamento; installazioni di sistemi solari termici per la generazione di acqua calda sanitaria nei servizi igienici pubblici; installazioni di sistemi di illuminazione a basso consumo;
  • la previsione di adeguate aree attrezzate per agevolare la raccolta differenziata dei rifiuti, l'utilizzo di metodi quali la dotazione di sistemi mobili (bettoline, automezzi) o fissi per la raccolta e il pompaggio delle acque nere provenienti dalle casse di raccolta ("holding tanks") installate a bordo delle unità da diporto, la dotazione di "isole ecologiche" per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi prodotti a bordo delle imbarcazioni da diporto e per il recupero delle batterie esauste; la dotazione di serbatoio per la raccolta delle acque provenienti dai lavori di rimessaggio; la dotazione di serbatoi per l'accumulo e il recupero degli oli esausti;
  • l'utilizzo di materiali sea-friendly, sia per la percezione visiva che per favorire il massimo attecchimento possibile degli organismi marini;
  • soluzioni di minimo impatto e ingombro per la gestione dei posti barca, con effetto di trasparenza rispetto alle correnti e al trasporto solido, al fine di non comportare modifiche negative nel ciclo sedimentario e nella morfologia costiera (quali pontili galleggianti).

Per il complesso integrato della nautica è richiesta una progettazione unitaria, non di dettaglio, che costituisca una proposta complessiva, qui denominata "piano guida unitario", di iniziativa pubblica o privata e , in questo secondo caso, comunque soggetta a valutazione ed approvazione dell'Amministrazione comunale, che dovrà contenere:

  • configurazione e dimensionamento dell'assetto funzionale
  • indicazione della tipologia e del dimensionamento della flotta tipo
  • indicazione dell'assetto planivolumetrico
  • indicazioni della qualità architettonica degli interventi
  • indicazione delle misure e delle soluzioni tecnologiche da adottare per il contenimento dei consumi idrici, energetici, delle emissioni in atmosfera e per la gestione del ciclo dei rifiuti
  • implementazione della valutazione integrata con eventuale comparazione delle alternative proposte
  • fattibilità economico-finanziaria della proposta
  • fattibilità tecnico-giuridico-amministrativa della proposta
  • fattibilità idrogeologica e idraulica della proposta
  • indicazione delle quote da riservare al charter nautico e alla nautica sociale.

Per la formazione del piano guida unitario, l'Amministrazione comunale potrà procedere tramite forme di "avviso pubblico" tramite procedure di trasparenza, come indicato dalle recenti disposizioni regionali (Piano di Indirizzo Territoriale, Regolamento regionale n. 3R/2007 art. 13), fermo restando il necessario raccordo con l'Autorità Portuale per le specifiche competenze.

I due poli che costituiscono il complesso integrato potranno essere realizzati anche separatamente, secondo le disposizioni fissate dal piano guida unitario, fermo restando quanto segue:

  • il polo del diportismo si configura quale porto turistico ai sensi del Masterplan "La rete dei porti toscani", e la realizzazione delle opere è soggetta a preventiva approvazione del piano regolatore portuale;
  • il polo della cantieristica, dei servizi e delle attività ittiche è una componente dell'intero complesso denominato D14.2, ma è collegato anche al porto commerciale (D14.1), sia per configurazione fisica (continuità e condivisione di alcune strutture), che per funzionalità (integrazione di attività), che per interazione di competenze;
  • nel complesso integrato della nautica D14.2 si collocano attività di competenza di diversi soggetti; ciò richiederà, in fase di redazione del "piano guida", una specifica sezione dedicata alla definizione delle modalità attuative e gestionali e del riparto delle une e delle altre in capo ai diversi soggetti competenti, anche tramite eventuale schema di disciplinare, da rendere operativo nelle fasi progettuali;
  • in sede di definizione del "piano guida" le attività connesse alla filiera ittica (mercato ittico, flotta pescherecci, e relativi servizi) potranno essere localizzati nell'ambito D14.2.a anziché nell'ambito D14.2.b senza che ciò costituisca variante, purché ciò sia supporto da una specifica valutazione degli effetti dalla quale emerga il miglioramento funzionale e morfologico del complesso integrato della nautica.

Il polo del diportismo (D14.2.a)

Il polo del diportismo comprende il nuovo porto turistico, localizzato presso il Molo Batteria, in grado di accogliere indicativamente una flotta tipo compresa tra i 450 e i 700 posti barca. Tale numero resta comunque indicativo, fermo restando il rispetto del dimensionamento assegnato dal Piano strutturale vigente e la configurazione delle opere a mare indicate negli elaborati del presente RU.

Vi sono ammesse tutte le attività di accoglienza, alaggio, rimessaggio, manutenzione delle imbarcazioni; i servizi al diportista; i servizi alla persona; le attività commerciali, culturali, direzionali, le attività collettive e di interesse pubblico.

Una quota della ricettività nautica, da definire nel "piano guida" già richiamato, dovrà essere riservata per il charter nautico.

E' prevista la realizzazione di una darsena per mezzi di servizio, destinata a ospitare autorità di pubblica sicurezza, servizi portuali, etc (ormeggiatori, rimorchiatori, piloti).

Devono essere garantiti spazi di sosta e relazione fra le persone, percorsi pedonali e ciclabili; arredi e componenti vegetazionali sia ornamentali che funzionali all'assorbimento degli inquinamenti.

Progetti e realizzazione di edifici e di spazi devono essere tali da indurre percezioni positive, di benessere e gradevolezza, evitando luoghi marginali e non definiti, e curando la scelta dei materiali in funzione della loro manutenibilità e durevolezza, nonché della loro consonanza all'ambiente urbano costiero e marino e industriale.

E' compreso nel polo del diportismo l'ambito di Poggio Batteria, area cerniera fra terra e mare, alla quale è assegnato un ruolo specifico per la riconfigurazione del fronte costiero, la funzionalità e l'attrattività del polo.

Essa è intesa come una "porta a mare", che dovrà qualificarsi per la qualità insediativa e il linguaggio architettonico, preferibilmente contemporaneo, capace di coniugare sapientemente forma e funzione, innovazione tecnologica e prestazione ecoefficiente.

Fino alla realizzazione del nuovo porto turistico vi sono ammesse destinazioni di stoccaggio temporaneo, parcheggi a servizio del porto commerciale-passeggeri, senza costruzioni a carattere permanente.

Dopo la realizzazione del nuovo porto turistico di Molo Batteria, l'area sarà utilizzata per le dotazioni di parcheggio a servizio del porto turistico e del porto commerciale, le attività direzionali, culturali, di servizio alla persona, commerciali etc, che saranno individuate nel piano regolatore portuale, a servizio della portualità e della nautica. Per i parcheggi saranno da trovare soluzioni differenziate in relazione ai tempi e alle modalità d'uso e di sosta, e si preferiranno silos architettonicamente ben definiti, in specie per le quantità da riservare alla sosta prolungata, sia per limitare il consumo di suolo sia per creare immagini percettivamente significanti.

La configurazione finale, funzionale al porto turistico, sarà definita dal piano regolatore portuale. Fino ad allora, in base alle presenti norme, per la realizzazione di quanto temporaneamente ammesso, sono richiesti singoli titoli abilitativi edilizi.

Il polo della cantieristica, dei servizi e delle attività ittiche (D14.2.b).

Il polo della cantieristica, dei servizi e delle attività ittiche, localizzato alla Chiusa, è destinato a ospitare tipologie diversificate di imbarcazioni, all'accoglienza di piccole e medie imbarcazioni anche come ricollocazione di natanti diffusi nel territorio comunale in ambiti non idonei, a servizi di supporto alla portualità turistica e attività cantieristiche e produttive afferenti alla filiera nautica, alle attività agroittiche, alla flotta pescherecci e al mercato ittico.

Una quota della ricettività nautica, da definire nel "piano guida" sopra richiamato, dovrà essere riservata alla nautica sociale.

L'area a terra da destinare alle attività cantieristiche può occupare fino a 10 ha di suolo. Le aree da destinare al rimessaggio ed alla manutenzione delle imbarcazioni non concorrono a tale dimensionamento.

Lo specchio acqueo potrà accogliere indicativamente fino a 700 posti barca.

Tale numero resta comunque indicativo fermo restando il rispetto del dimensionamento assegnato dal Piano strutturale vigente e la configurazione delle opere a mare indicate negli elaborati del presente RU.

La nuova edificazione dovrà avere caratteristiche di ecoefficienza.

Nel suo insieme, l'intervento ha funzioni anche di ripristino ambientale; esso infatti risana l'area della Chiusa, oggi impaludata, e migliora le condizioni di ripascimento della costa orientale.

In relazione alla compresenza di funzioni diverse e della interazione di competenze già rilevate nel presente articolo, l'attuazione del polo della cantieristica è subordinato alla redazione di specifico atto di governo ai sensi della LR 1/2005 e delle legislazioni specifiche vigenti in materia, secondo quanto indicato dal "piano guida" di tutto il complesso integrato della nautica.

Ultima modifica Giovedì, 30 Giugno, 2022 - 12:40