Disciplina di Piano online


Art. 3.11 Definizione e modalità operative

1. In coerenza con i riferimenti statutari, di cui all'articolo 2.15 delle presenti norme, il PS ripartisce il territorio comunale in cinque unità territoriali organiche elementari (UTOE), intese quali ambiti di programmazione per il perseguimento della strategia integrata dello sviluppo sostenibile, per il dimensionamento degli insediamenti e delle funzioni, per la distribuzione dei servizi e delle dotazioni territoriali. Le suddette UTOE fanno riferimento ai capisaldi urbani di Burchio-Palazzolo, di Incisa, di Figline, di Restone-Porcellino e dei centri abitati minori dell'alta collina.

2. La Disciplina delle UTOE definisce specifiche azioni strategiche riferite al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo, al sistema infrastrutturale e definisce, altres&igrave, il dimensionamento e la dotazione di spazi pubblici del sistema insediativo.

3. La suddetta disciplina ha valore prescrittivo ed è recepita, articolata e specificata dal PO nel rispetto delle disposizioni statutarie del PS.

4. Fatte salve le competenze sovraordinate, la disciplina delle UTOE informa anche le azioni programmatiche di soggetti, pubblici o privati, diversi dalla Amministrazione Comunale. La coerenza di tali azioni nei confronti della suddetta disciplina è espressamente attestata dai relativi atti amministrativi.

Art. 3.12 Disposizioni generali

1. La Tavola STRA2, "Disciplina delle unità territoriali organiche elementari (UTOE)", rappresenta il progetto generale di territorio definito dal PS e costituisce lo schema di riferimento strategico della Disciplina delle UOTE: ad essa si rifà il PO, che deve precisare i confini delle aree (con l'eccezione del perimetro del territorio urbanizzato, fatto salvo quanto disposto dall'art. 2.10, comma 8), articolarle secondo le specificità interne e in funzione del progetto urbano/territoriale alla scala operativa, disciplinarle in conformità al PS e alle norme sovraordinate.

2. Nella suddetta tavola sono indicate le principali azioni strategiche, che trovano specifica disciplina negli articoli riferiti alle singole UTOE:

  • - sistema ambientale: interventi per la riduzione del rischio idraulico; connessioni ecologiche nel territorio comunale; aree naturali protette; aree degradate e/o di recupero ambientale;
  • - sistema insediativo: perimetro del territorio urbanizzato; tessuti urbani; strutture accentrate del territorio rurale; servizi e attrezzature di rilevanza territoriale; aree transfrontaliere
  • - sistema infrastrutturale: ferrovie, strade, percorsi ciclopedonali, percorsi escursionistici, parcheggi scambiatori.

3. Sistema ambientale

3.1. Interventi per la riduzione del rischio idraulico.

Il PS individua le aree per la riduzione del rischio idraulico in conformità al Piano di gestione del rischio alluvioni (PGRA)54.

Il PO disciplina tali aree in conformità alle disposizioni dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno e del PS, garantendo, in subordine a quelle idrauliche, l'espletamento di funzioni naturalistiche ed ecosistemiche così come previsto dalle presenti norme.

3.2. Connessioni ecologiche nel territorio comunale - varchi

Il PS basa il rafforzamento delle connessioni ecologiche nel territorio comunale, perseguito dal PTC e dal PIT e individuato dallo Statuto del PS quale esigenza primaria per la qualificazione ecosistemica, sulle seguenti azioni strategiche:

  • - riconoscimento delle funzioni ecologiche svolte a livello territoriale dai boschi dell'alta collina occidentale (direttrice di connessione forestale longitudinale), con i relativi ambiti ad alto valore naturalistico (ZCS Monti del Chianti e Ambiti di reperimento per l'istituzione di aree naturali protette individuati dal PTC: Monte Lisoni - Monte Acuto a sud e Monte Muro - Poggio Citerna a nord);
  • - qualificazione naturalistica, ecologica e ricreativa delle aree rivierasche del fondovalle, anche in vista della creazione di un parco fluviale dell'Arno (Ambito di reperimento per l'istituzione di aree naturali protette individuato dal PTC), con salvaguardia delle zone umide presenti in riva sinistra (in particolare La Garzaia);
  • - salvaguardia e qualificazione delle aree rurali, soprattutto boscate, e dei corsi d'acqua che possono svolgere funzioni di collegamento ecologico trasversale tra collina e fiume (direttrici di connessione forestale trasversale e corsi d'acqua di connessione trasversale);
  • - salvaguardia e qualificazione delle aree, estese (nel territorio rurale) o filiformi (nel territorio urbanizzato), che costituiscono varchi di connessione ecologica trasversale tra collina e fiume;
  • - qualità ecologica diffusa nel territorio rurale e urbano, con un sistema di azioni, anche alla piccola scala, non graficizzate dal PS.

Il PO dispone la salvaguardia ecosistemica della direttrice di collegamento forestale e delle direttrici di collegamento trasversale, favorendo la valorizzazione didattica, escursionistica e, nelle forme compatibili, ricreativa della aree a più elevato valore naturalistico.

Il PO dispone altresì il mantenimento, il potenziamento e la qualificazione paesaggistica dei varchi urbani, definendo incentivi per lo stombamento dei corsi d'acqua coperti e per la ricostituzione delle relative rive in presenza di lavori di ristrutturazione urbanistica sufficientemente estesi. Nei varchi del territorio rurale, il PO disciplina compiutamente le costruzioni ad uso delle aziende agricole, consentendo la realizzazione di quelle non altrimenti localizzabili e inibendo quelle destinate ad altri usi che non abbiano un rilevante valore sociale. In ogni caso è da evitare il potenziamento di barriere longitudinali che creino pregiudizio alle relazioni ecosistemiche trasversali, favorendo comunque le relazioni, spaziali e funzionali, monte-valle.

Il PO persegue, infine, la qualità ecologica diffusa del territorio favorendo, alla scala locale, la permanenza e la diffusione di elementi puntuali o lineari ecologicamente significativi (giardini pubblici e privati, macchie di bosco, alberi camporili, pozze d'acqua, ecc; siepi, filari alberati, vegetazione ripariale, ecc).

3.3. Aree di recupero ambientale e siti inquinati

Il PO definisce compiutamente il perimetro e la disciplina delle "Aree di recupero e/o restauro ambientale" definite dal PTC55 e riprese dal PS, prescrivendo che il recupero avvenga nel rispetto di quanto disposto dalle norme del piano provinciale.

Nell'area di Santa Barbara, già oggetto di uno specifico progetto di recupero ambientale approvato dalla Regione Toscana56, il PO individua le aree che, in conformità alle disposizioni del PS, possono ospitare impianti per la produzione di energia solare.

Il PO definisce altresì i perimetri dei siti interessati da inquinamento del suolo e ne disciplina le aree in conformità alla normativa regionale in materia.

3.4. Aree degradate

Il PS non individua le aree degradate, di cui all'articolo 122 della LR 65/2014, poiché le aree con degrado urbanistico e socio-economico di Lagaccioni, suscettibili di rientrare nella suddetta categoria, ricadono in aree a pericolosità idraulica elevata o molto elevata e sono pertanto da escludere ai sensi dello stesso articolo.

4. Sistema insediativo

4.1. In conformità alla LR 65/2014, lo Statuto del PS definisce il perimetro del territorio urbanizzato57 e, all'interno di questo, individua i morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee con i relativi obiettivi di qualità58.

4.2. La Tavola STRA2, "Disciplina delle unità territoriali organiche elementari (UTOE)", distingue, all'interno del territorio urbanizzato, i tessuti urbani di impianto antico, i tessuti urbani consolidati e i tessuti urbani recenti: all'interno di questi ultimi ricadono i morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee di cui al precedente punto 4.1.

4.3. Il PO recepisce gli obiettivi di qualità definiti dallo Statuto per i morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee e li combina con le azioni strategiche del PS, definendo, nel dettaglio, il sistema del verde urbano (Sistema reticolare delle aree verdi), pubblico e privato, in modo da favorire la mitigazione degli effetti generati dalle grandi infrastrutture longitudinali e potenziare la permeabilità ecologica trasversale degli insediamenti. Il sistema reticolare delle aree verdi è rappresentato nelle Tavole STRA 2.1 e STRA 2.2 e risulta di tipo ricognitivo, il PO ne definisce compiutamente il perimetro e la specifica disciplina al fine di salvaguardare, potenziare e sviluppare parchi e giardini urbani, orti sociali, aree sportive e altre aree socio-aggreganti, raccordate anche al territorio rurale.

4.4. Il PO precisa, altresì ; , l'articolazione dei tessuti urbani individuati nella suddetta Tavola STRA2, considerando il ruolo strategico delle centralità urbane e specificando la disciplina dei tessuti in relazione agli obiettivi strategici definiti per le singole UTOE, nel rispetto delle seguenti disposizioni generali.

Tessuti urbani di impianto storico: al loro interno sono da favorire la residenza e le funzioni terziarie e di servizio ad essa collegate, il recupero del rapporto diretto tra edifici e spazi aperti, pubblici o di uso pubblico, la qualificazione dei luoghi centrali. Il PO definisce le destinazioni d'uso degli edifici e degli spazi aperti avendo come riferimento prioritario la compatibilità con i caratteri tipologici e architettonici storicizzati, ma favorendo al tempo stesso, nelle forme compatibili, gli interventi che favoriscono il pieno utilizzo e la piena funzionalità del patrimonio edilizio esistente.

Tessuti urbani consolidati: al loro interno sono da perseguire, accanto alla qualificazione dei caratteri morfologici, tipologici, architettonici, spaziali e figurativi, il potenziamento dei percorsi pedonali e la creazione di parcheggi (anche di supporto ai tessuti di impianto storico).

Tessuti urbani recenti: stante la mancanza di una efficace armatura urbana, necessitano di qualificazione ecologica, morfologica e funzionale dello spazio pubblico e delle parti edificate, di completamento delle infrastrutture, di adeguamento degli standard urbanistici, di superamento della monofunzionalità residenziale. Le disposizioni statutarie, di cui all'articolo 2.10 delle presenti norme, definiscono specifici obiettivi di qualità per i morfotipi dei tessuti urbani recenti, tese a migliorare la qualità architettonica e paesaggistica, che il PO, nel disciplinare le trasformazioni edilizie e urbanistiche, deve riprendere e specificare. Nei tessuti urbani recenti a prevalente carattere industriale e artigianale di Lagaccioni e Pian dell'Isola devono essere avviate azioni che portino alla costituzione di aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA)59, promuovendo processi gestiti nell'ottica di un sistema territoriale unico e migliorando, al contempo, la qualità ambientale e la competitività delle imprese.

4.5. Nel territorio rurale il PS individua le principali strutture accentrate, di impianto storico o recente: tra queste il Centro di Loppiano, disciplinato da un PP vigente, e il Camping Village Norcenni. Per tali strutture la Disciplina delle UTOE prevede disposizioni che devono essere riprese e specificate dal PO.

4.6. Tavola STRA2 individua, altresì , le aree interessate dai piani attuativi convenzionati, tuttora in vigore, e dai progetti di opere pubbliche approvati, nonché quelle interessate dai servizi e dalle attrezzature, puntuali o areali, che, ai sensi del PTC, assumono rilevanza territoriale60; il PO disciplina i suddetti servizi e le suddette attrezzature tenendo presente che, in conformità allo stesso PTC, essi non sottostanno alle limitazioni delle invarianti strutturali definite dal piano provinciale61.

4.7. Per la definizione degli assetti nelle aree transfrontaliere, dove la gestione urbana/territoriale interessa anche i Comuni limitrofi, il PS dispone che il PO si coordini con i PO dei Comuni contermini.

4.8. Gli interventi che comportano nuovo impegno di suolo all'esterno del territorio urbanizzato, esaminati con parere favorevole dalla Conferenza di copianificazione62, sono individuati con apposite sigle nella Tavola STRA2 e disciplinati dagli articoli relativi alle singole UTOE. Il PO definisce compiutamente il perimetro e la disciplina delle aree interessate dai suddetti interventi in conformità alle disposizioni del PS e alle norme sovraordinate con la redazione di schede norma, comprensive di schema grafico, che declinino e dettaglino le indicazioni del PS e diano conto del recepimento dei contenuti del parere espresso dalla Regione Toscana, in sede di conferenza di copianificazione.

5. Sistema infrastrutturale

5.1. La Tavola STRA2 definisce il sistema delle infrastrutture, stradali e ferroviarie, che interessa il territorio comunale, distinguendo quelle esistenti da quelle suscettibili di potenziamento, di adeguamento e di nuova realizzazione.

5.2. Definisce, altresì , il sistema dei percorsi ciclopedonali ed escursionistici, per i quali, in sede di PO, sono ammesse implementazioni o modifiche di tracciato senza che ciò comporti variante al PS.

5.3. Il PO disciplina compiutamente le suddette opere in conformità alle disposizioni delle presenti norme, garantendo che ciascuna di esse assolva il ruolo strategico conferitogli dal PS. In sede di PO sono ammesse implementazioni o modifiche di tracciato alle infrastrutture già individuate nel PS senza che ciò comporti variante allo stesso.

54. Piano di gestione del rischio alluvioni (PGRA), approvato con Delib. Comitato Istituzionale 03.03.2016, n. 235

55. PTC Provincia di Firenze, Norme di attuazione, art. 21)

56. Autorizzazione Regionale - Decreto Dirigenziale n.416/2010

57. Vedi Tavole STA8.1 e STA8.2

58. PS, Disciplina, art. 2.10, "Territorio urbanizzato"

59. LR 87/98, articolo 18, e LR 61/2003, articolo 10

60. PTC, Norme di attuazione, artt. 24 e 24 bis

61. Per le invarianti strutturali del PTC recepite dal PS vedi articolo 2.13 delle presenti norme

62. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

Art. 3.13 Dimensionamento del sistema insediativo

1.Finalità e modalità operative

1.1. Il PS definisce il dimensionamento del sistema insediativo in funzione della strategia integrata per lo sviluppo sostenibile del territorio, di cui alla Parte Terza, Titolo I, delle presenti norme e delle seguenti finalità generali:

  • - favorire il completamento e la qualificazione (ecologica, morfologica e funzionale) delle strutture urbane e degli insediamenti produttivi accentrati che ricadono nel perimetro del territorio urbanizzato;
  • - garantire una efficiente distribuzione delle dotazioni territoriali e, in particolare, dei servizi di base;
  • - soddisfare la domanda di abitazioni con particolare riguardo per quella proveniente dalle fasce sociali più deboli;
  • - favorire la crescita dei posti di lavoro nel territorio comunale.

1.2. Il dimensionamento del PS, che considera anche gli interventi relativi a progetti e PA vigenti in corso di realizzazione, scaturiti dagli atti di governo del territorio dei due ex Comuni di Figline Valdarno e Incisa in Val d'Arno63, è articolato per funzioni dal presente articolo e per funzioni e per UTOE dalle Tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante delle presenti norme. Il PO conferisce operatività al suddetto dimensionamento, dandogli attuazione attraverso più quadri previsionali strategici di validità quinquennale.

1.3. Il PO, fermo restando il dimensionamento complessivo definito dal PS per le singole funzioni, può prevedere spostamenti di SUL tra le diverse UTOE entro la soglia massima del 20% delle quantità previste dal PS nell'UTOE ricevente. Sono ammessi spostamenti di SUL maggiori esclusivamente per la delocalizzazione di quantità di SUL derivanti da piani attuativi vigenti la cui ricognizione è contenuta nella tabella Piani e progetti in corso di attuazione, finalizzati alla formazione di piani attuativi con comparti discontinui, le cui previsioni risultino reciprocamente vincolate. Il PO può altresì trasformare le quantità di SUL previste per le nuove costruzioni in pari quantitativi di SUL per interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente da realizzarsi attraverso piani attuativi e interventi di rigenerazione urbana.

2. Parametri dimensionali

2.1. Per la definizione dei parametri urbanistici ed edilizi valgono le disposizioni di cui al DPGR 64R/2013.

2.2. Per definire il dimensionamento del sistema insediativo il PS, conformemente a quanto disposto dalla vigente normativa regionale64, adotta come parametro dimensionale la superficie utile lorda (SUL).

2.3. Nelle previsioni relative alla residenza il PS indica, a titolo puramente esplicativo, il numero dei vani convenzionalmente corrispondenti alla SUL.

2.4. Il dimensionamento della residenza è comprensivo degli esercizi commerciali di vicinato, che potranno occupare una SUL non superiore al 10% di quella prevista per la residenza in ogni singola UTOE.

2.5. Il dimensionamento dell'industria e artigianato è comprensivo del commercio all'ingrosso e depositi, che possono occupare una SUL non superiore al 40% di quella prevista per l'industria e l'artigianato in ogni singola UTOE.

2.6. Nel dimensionamento delle strutture commerciali al dettaglio il PS indica la SUL di vendita, demandando al PO il compito di definire, caso per caso, le superfici accessorie (stoccaggio, servizi, ecc.).

2.7. Il dimensionamento delle strutture ricettive è espresso in mq di SUL e in numero convenzionale di posti letto: al singolo posto letto è attribuita una SUL convenzionale di 30 mq, comprensiva di tutte le superfici accessorie della struttura ricettiva. Il PO potrà definire motivatamente, in relazione alle caratteristiche delle strutture ricettive e alla loro classificazione, il numero effettivo di posti letto in ragione della SUL unitaria ad essi attribuita. Il PO tiene comunque ferma la SUL massima definita dal PS per ogni singola UTOE. Per i nuovi interventi nel territorio rurale, esaminati con parere favorevole dalla Conferenza di copianificazione65, il PO assume la SUL licenziata dalla suddetta conferenza in relazione ai singoli interventi e verifica il numero di posti letto convenzionalmente definiti dal PS, ovvero, in presenza di strutture ricettive extralberghiere all'aria aperta, assume il numero delle piazzole.

2.8. Le strutture ricettive extra alberghiere con le caratteristiche della civile abitazione66, così come l'albergo diffuso, che, ai sensi della LR 86/2016, mantengono o possono mantenere la destinazione d'uso residenziale, possono essere ricavate, a meno di specifiche limitazioni del PO, negli edifici esistenti già destinati alla residenza senza che ciò comporti prelievo dal dimensionamento del PS.

3. Destinazioni d'uso assimilabili.

3.1. In coerenza con la LR 65/2014 il PO può individuare aree, diverse dalle zone omogenee A di cui al DM 1444/68, nelle quali siano assimilabili le seguenti categorie funzionali:

  • - residenziale (comprensivo di esercizi commerciali di vicinato, con le specificazioni di cui al precedente punto 2.3 del presente articolo), direzionale e di servizio, laddove reciprocamente funzionali;
  • - artigianale - industriale, commerciale all'ingrosso e depositi, direzionale e servizi alle imprese.

4. Funzioni, obiettivi strategici e dimensionamento

4.1. Il dimensionamento del PS è indicato nei punti che seguono in relazione alle singole funzioni e ai relativi obiettivi strategici di riferimento; esso è altresì articolato tra le singole UTOE nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

4.2. Residenza67

4.2.1. Obiettivi strategici di riferimento

  • - soddisfare prioritariamente la domanda di abitazioni attraverso il recupero e la riorganizzazione funzionale del patrimonio edilizio esistente;
  • - privilegiare le fasce sociali deboli, anche attraverso il sostegno all'edilizia sociale;
  • - finalizzare sempre i nuovi interventi a:
    • - qualificazione, razionalizzazione, completamento e compattazione delle strutture urbane esistenti (creazione di nuove centralità urbane, connessioni stradali, sistema del verde, sistema degli spazi pubblici, ecc.);
    • - potenziamento dei servizi di base nei capisaldi urbani.

Per favorire l'edilizia sociale il PO, in conformità alla LR 65/2014, concepisce l'alloggio sociale come standard aggiuntivo rispetto agli standard di cui al DM 1444/196868 e detta specifiche disposizioni in coerenza all'articolo 63 della LR 65/2014, privilegiando:

  1. a. in presenza di nuove edificazioni ad uso residenziale: la cessione gratuita di quota parte percentuale della SUL residenziale, la cessione gratuita di pari SUL residenziale in altri edifici esistenti nel territorio comunale, la cessione gratuita di quota parte delle aree interessate dall'intervento;
  2. b. in presenza di interventi di ristrutturazione urbanistica con mutamento della destinazione d'uso in favore di categorie funzionali diverse da quelle artigianali e industriali: la cessione gratuita di quota parte percentuale della SUL;
  3. c. in presenza di nuova edificazione a destinazione d'uso turistico-ricettiva extralberghiera: corresponsione di oneri aggiuntivi di urbanizzazione destinati esclusivamente all'edilizia sociale.

In presenza di interventi di modesta rilevanza, il PO può consentire la monetizzazione delle cessioni di cui ai precedenti punti a e b.

4.2.2. Dimensionamento

A tali fini il PS prevede 34.661 mq di SUL di nuova costruzione all'interno del perimetro del territorio urbanizzato ai quali si aggiungono 22.515 mq di SUL di riuso del patrimonio esistente; all'esterno di tale perimetro 5.725 mq di SUL di riuso del patrimonio edilizio esistente. Tali dati comprendono le SUL derivanti da progetti e PA vigenti in fase di attuazione, tra i quali figura un intervento diretto di edilizia sociale69. Complessivamente il PS prevede 62.901 mq di SUL (44,90% riuso del patrimonio esistente e 55,10% di nuove costruzioni), pari a circa 2013 vani70 per circa 671 alloggi71.

4.3. Insediamenti artigianali e industriali

4.3.1. Obiettivi strategici di riferimento

  • - salvaguardia dell'integrità fisica delle strutture artigianali e industriali esistenti, con particolare riferimento alla sicurezza idraulica, anche attraverso processi di riorganizzazione delle aree e di delocalizzazione delle strutture con ubicazioni più critiche;
  • - qualificazione delle strutture artigianali e industriali esistenti nell'ambito della riorganizzazione strutturale e funzionale delle zone produttive, con completamenti e addizioni legate anche al miglioramento delle condizioni ambientali e urbanistiche, nonché al potenziamento dei servizi alle imprese;
  • - radicamento territoriale delle aziende leader e attrazione di nuove imprese nelle strutture dismesse di Lagaccioni;
  • - completamento delle zone produttive di Burchio e Pian dell'Isola;
  • - sostegno a nuove attività imprenditoriali manifatturiere che volessero insediarsi nel territorio comunale.

Il PO subordina le nuove costruzioni che comportano consumo di suolo, ancorché urbanizzato, alla preventiva dimostrazione di adeguate volontà e capacità imprenditoriali, vincolando l'utilizzo delle suddette costruzioni alle finalità produttive72.

4.3.2. Dimensionamento

A tali fini il PS prevede 84.308 mq di SUL all'interno del perimetro del territorio urbanizzato73 (12,37% riuso del patrimonio esistente e 87,63% nuove costruzioni) e all'esterno di tale perimetro, a seguito della Conferenza di copianificazione74, 20.600 mq di SUL di nuove costruzioni e 450 mq di SUL di riuso del patrimonio esistente. Tali dati comprendono le SUL derivanti da progetti e PA vigenti in fase di attuazione come meglio esplicito nelle tabelle del dimensionamento del PS.Complessivamente il PS prevede 117.258 mq di SUL (10,53% riuso del patrimonio esistente e 89,47% nuove costruzioni),

4.4. Insediamenti turistico - ricettivi

4.4.1. Obiettivi strategici di riferimento

  • - potenziamento e articolazione dell'offerta ricettiva nel territorio comunale;
  • - creazione di piccole strutture ricettive nei capisaldi urbani dell'UTOE "Centri abitati minori dell'alta collina", previo coinvolgimento dell'associazionismo di base, per potenziarne la funzione di "basi per la fruizione", anche escursionistica, delle aree collinari;
  • - creazione di strutture ricettive nei centri abitati di fondovalle, anche a supporto delle attività produttive esistenti;
  • - potenziamento dell'offerta ricettiva nel territorio rurale, così come licenziata dalla Conferenza di copianificazione75, per rafforzare le strutture esistenti.

4.4.2. Dimensionamento

A tali fini il PS prevede 550 nuovi posti letto all'interno del perimetro del territorio urbanizzato (61,81% riuso del patrimonio esistente e 38,18% nuove costruzioni, per una SUL pari, rispettivamente, a 10.200 mq e 6.300 mq) e all'esterno di tale perimetro a seguito della Conferenza di copianificazione76 265 posti letto (oltre 80 posti letto in tenda), in prevalenza destinati ad ampliare strutture ricettive esistenti (46,04% riuso del patrimonio esistente e 53,96% nuove costruzioni, per una SUL pari, rispettivamente, a 3.660 mq e 4.450 mq), oltre 148 posti letto, pari a una SUL di 4.430 mq, derivanti da PA convenzionati in fase di attuazione (100% riuso del patrimonio esistente), per un totale di 963 posti letto (oltre 80 posti letto in tende).

4.5. Insediamenti commerciali

4.5.1. Obiettivi strategici di riferimento

  • - sostegno prioritario agli esercizi commerciali dei centri storici e delle aree urbane centrali di Figline e Incisa, anche attraverso il rilancio dei centri commerciali naturali esistenti;
  • - sostegno alla creazione di un centro commerciale naturale a Matassino;
  • - creazione di empori polifunzionali nei nuclei e nei borghi rurali del territorio collinare, anche attraverso le strutture dell'associazionismo di base;
  • - forte contenimento degli esercizi commerciali nelle aree produttive artigianali - industriali, limitandone l'inserimento alle aree che presentino buone condizioni di accessibilità, di circolazione, di sosta e di organizzazione interna, previa verifica della compatibilità idraulica, disincentivando comunque lo spostamento degli esercizi commerciali dalle aree urbane centrali77.

4.5.2. Dimensionamento

Il PS non prevede l'insediamento di nuove grandi strutture di vendita nel territorio comunale e comprende il dimensionamento degli esercizi di vicinato in quello della residenza78.

Per le medie strutture di vendita il PS prevede all'interno del perimetro del territorio urbanizzato 14.000 mq di SUL (71,43% riuso del patrimonio esistente e 28,57% nuove costruzioni). A queste previsioni si aggiungono 1.059 mq di SUL derivanti da PA convenzionati in fase di attuazione (100% riuso del patrimonio esistente), per un totale di 15.059 mq di SUL.

4.6. Insediamenti direzionali e servizi privati

4.6.1. Obiettivi strategici di riferimento

  • - potenziamento degli uffici e dei servizi alla persona nei centri storici di Incisa e Figline, per garantire la presenza di funzioni complementari alla residenza e integrare l'offerta dei servizi pubblici;
  • - creazione di strutture direzionali e di servizio alle imprese nelle aree produttive, per favorire il mix funzionale e migliorare i processi produttivi;
  • - potenziamento delle strutture ricreative - culturali negli ambiti urbani;
  • - realizzazione di strutture di servizio con funzioni plurime nel territorio rurale, con particolare riferimento agli insediamenti accentrati (cultura, ricreazione, funzioni di pubblico interesse);
  • - potenziamento di servizi e strutture ricreative nel territorio rurale a seguito della Conferenza di copianificazione79.

4.6.2. Dimensionamento

A tali fini il PS prevede all'interno del perimetro del territorio urbanizzato 23.000 mq di SUL (69,56% riuso del patrimonio esistente e 30,43% nuove costruzioni) e all'esterno di tale perimetro, a seguito della Conferenza di copianificazione80, 10.300 mq di SUL (100% nuove costruzioni). A queste previsioni si aggiungono 4.831 mq di SUL derivanti da PA convenzionati in fase di attuazione (12,42% riuso del patrimonio esistente e 87,58% nuove costruzioni), per un totale di 38.131 mq di SUL.

4.7. Standard urbanistici

4.7.1. A livello comunale, in conformità al DM 1444/1968, il PS prevede una dotazione di standard residenziali pari ad almeno 45 mq/abitante (dotazione esistente: 40,96 mq/abitante), articolati come da tabelle sinottiche finali che costituiscono parte integrante della Disciplina.

4.7.2. Prevede, altresì , una dotazione di standard pari ad almeno il 10% della superficie territoriale nelle zone artigianali e industriali e all'80% della superficie lorda di pavimento negli insediamenti commerciali e direzionali.

4.7.3. In considerazione delle dotazioni esistenti e degli obiettivi programmatici, il PS differenzia le previsioni di aree per standard residenziali tra le singole UTOE. Definisce e articola, di conseguenza, tali dotazioni negli articoli delle presenti norme che disciplinano le suddette UTOE, riepilogandoli poi nelle Tabelle sinottiche finali.

4.7.4 Considerato che le dotazioni di standard urbanistici esistenti sono comunque rilevanti e molto superiori rispetto alle quantità minime fissate dal DM 1444/68, il PO potrà prevedere la possibilità di monetizzazione degli stessi, per l'adeguamento, la riqualificazione o il potenziamento degli standard esistenti.

63. Vedi tabelle sinottiche finali

64. DPGR 5 luglio 2017, n. 32/R

65. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

66. Affittacamere, B&B, case e appartamenti per vacanze, residenze d'epoca

67. Comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato (DPGR 3R/2007)

68. Decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell'art. 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765.

69. Edilizia residenziale sociale NRp5 "Palazzolo nord-est": 600 mq di SUL

70. Un vano è convenzionalmente considerato pari a 31,25 mq di SUL (25 mq di superficie calpestabile + 25% muri)

71. Un alloggio è convenzionalmente considerato pari a tre vani

72. Vedi anche articolo 3.6, punto 2.a, delle presenti norme

73. Di cui 16.000 mq per PUC 11 "Via S.Aleramo" Porcellino, variante RU approvata con Del CC 67/2017

74. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

75. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

76. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

77. Vedi anche articolo 3.6, punto 2.a, delle presenti norme

78. Vedi precedente punto 2.4 del presente articolo.

79. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

80. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

Art. 3.14 UTOE 1 di Burchio e Palazzolo

1. Definizione

L'Unità territoriale organica elementare di Burchio e Palazzolo occupa il settore nord-occidentale del territorio comunale e comprende i centri abitati di Burchio e Palazzolo, l'insediamento accentrato a carattere produttivo e commerciale di Pian dell'Isola, il nucleo rurale di impianto storico di Santa Maria Maddalena, l'insediamento rurale accentrato, a prevalente carattere residenziale e produttivo, de Le Valli.

2. Finalità

2.1. Il PS persegue la qualificazione ecologica, strutturale e funzionale dell'UTOE di Burchio e Palazzolo attraverso le seguenti azioni strategiche prioritarie:

  1. a. recupero e qualificazione delle aree rivierasche dell'Arno nella prospettiva di un parco fluviale metropolitano;
  2. b. potenziamento e qualificazione delle relazioni ecologiche e funzionali tra fiume e collina, anche attraverso il contenimento della frammentazione prodotta dalla grandi infrastrutture della mobilità;
  3. c. sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale, fondata sulla centralità delle attività agricole e sulla loro integrazione con altre attività economiche locali (in particolare: turismo, commercio, enogastronomia);
  4. d. qualificazione dei luoghi centrali nei centri abitati di Burchio e Palazzolo, quali perni di un rinnovato sistema degli spazi pubblici, funzionalmente coordinato e gerarchicamente riconoscibile;
  5. e. qualificazione ecologica e morfologica degli insediamenti produttivi accentrati di Pian dell'Isola, anche in relazione alla più ampia zona produttiva che si estende nel Comune di Rignano.

2.2. Le suddette azioni, che trovano più dettagliata definizione nei punti che seguono in relazione al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo e al sistema infrastrutturale, sono recepite e specificatamente disciplinate, nelle loro implicazioni urbane e territoriali, dagli strumenti della pianificazione urbanistica in coerenza con le disposizioni statutarie del PS e con le indicazioni strategiche indicate nella Tavola STRA2.

3. Sistema ambientale

3.1. Le aree di fondovalle dell'Arno costituiscono un ambito territoriale da sottoporre a politiche sperimentali volte a garantire la sicurezza idraulica, la qualità delle acque, la fruibilità delle rive e l'utilizzazione sostenibile delle risorse territoriali nell'ambito di un progetto unitario incentrato sul ruolo del fiume, quale elemento di identità locale. Tali politiche, che operano per l'istituzione di un'area naturale protetta dell'Arno di livello sovra comunale, presuppongono un regime pattizio tra l'Amministrazione Comunale e i soggetti sociali che operano nelle aree rivierasche, volto a definire sinergie funzionali e buone pratiche nell'uso del territorio e nella costruzione del paesaggio.

Il PO definisce specificatamente il perimetro del suddetto ambito territoriale, individua al suo interno un sistema reticolare di spazi a gestione pubblica (accessi, percorsi, punti di sosta, ecc.) e detta i criteri per la congruità e la sostenibilità delle attività ammissibili nel rispetto dei seguenti obiettivi strategici:

  1. a. garantire la sicurezza idraulica della riva sinistra dell'Arno, con particolare riguardo al sistema insediativo presente a Pian dell'Isola, secondo criteri compatibili con la fruibilità del fiume, la percorribilità delle rive, il ripristino di relazioni trasversali, ecologiche e funzionali, tra fiume e collina;
  2. b. potenziare le relazioni (ecologiche, funzionali, visuali) tra le aree fluviali e le aree pedecollinari, contenendo la frammentazione paesaggistica prodotta dai tracciati infrastrutturali longitudinali (soprattutto autostrada A1 e linea ferroviaria Direttissima) e salvaguardando i varchi residui esistenti indicati nella Tavola STRA2: a tale fine, lungo i tracciati infrastrutturali, è favorita la creazione di macchie di bosco connesse ai boschi esistenti;
  3. c. mitigare gli impatti generati dalla costruzione della terza corsia autostradale, attraverso sistemi naturali o artificiali di contenimento dell'inquinamento (acustico, atmosferico, visuale), soprattutto in corrispondenza del centro abitato di Palazzolo, e della frammentazione paesaggistica lungo tutto il tracciato;
  4. d. prevedere appositi percorsi ciclopedonali di collegamento tra i centri abitati di fondovalle (Burchio, Palazzolo), il borgo rurale di Santa Maria Maddalena, la zona produttiva-commerciale di Pian dell'Isola, la prevista ciclopista dell'Arno e il fiume;
  5. e. in tutti gli insediamenti accentrati: predisporre appositi spazi attrezzati, facilmente accessibili, per la raccolta differenziata dei rifiuti;
  6. f. conservare, sviluppare e valorizzare le attività agricole ai fini produttivi, paesaggistici e della difesa del suolo, salvaguardando i caratteri storico-culturali del paesaggio, degli insediamenti sparsi di impianto storico e della viabilità storica minore.

3.2. Anche con riferimento al sistema idrografico individuato dal PS81, lungo il Fosso del Salceto e il Fosso del Burchio il PO individua, anche in ampliamento delle aree a più elevata pericolosità idraulica, fasce di stretta pertinenza dei corsi d'acqua che svolgono funzioni ecologiche e paesaggistiche primarie nei collegamenti trasversali monte-valle, inibendo al loro interno, se del caso, nuovi interventi edificatori e promuovendo il recupero delle rive.

3.3. Nei centri abitati, così come nelle aree produttive e commerciali di Pian dell'Isola, il PO definisce interventi di qualificazione ecologica con particolare attenzione a:

  1. a. contenere gli impatti generati dal traffico veicolare di attraversamento, con interventi di limitazione della velocità, ovvero interventi di razionalizzazione e di completamento della rete viaria per separare da quello di attraversamento il traffico di penetrazione e di distribuzione locale;
  2. b. favorire la presenza consistente nelle aree urbane di spazi verdi con funzioni sistemiche di carattere ecologico, ricreativo e formale;
  3. c. mitigare l'inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti civili e industriali, favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività industriali e artigianali alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti;
  4. d. prevedere negli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia il rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi, tipologici ed impiantistici dettati dalle vigenti norme regionali in materia di sostenibilità ambientale82;
  5. e. potenziare l'impianto di depurazione di Burchio, rendendolo capace di soddisfare, oltre alle esigenze della zona produttiva esistente nel centro abitato, anche quelle di Palazzolo.

3.4. In accordo con il PIT, il PO sottopone a specifica salvaguardia i principali coni visivi che consentono visuali panoramiche dalla SP 1 "Aretina", dettando apposite disposizioni allo scopo (mantenimento degli spazi aperti, disposizioni sulle recinzioni e sulla vegetazione, ecc.).

4. Sistema territoriale

4.1. Costituiscono servizi e attrezzature di rilievo territoriale ai sensi del PTCP vigente83, con capacità di attivare o potenziare funzioni sovra comunali, le seguenti aree: Centro operativo polivalente Il Burchio - Protezione civile (esistente). In coerenza con quanto disposto dal PTC della Provincia di Firenze84 il PO può precisare il perimetro delle suddette aree.

4.2. Gli assetti insediativi e territoriali delle aree di confine, a Pian dell'Isola e a Le Valli, devono essere definiti dal PO previo coordinamento con il Comune di Rignano sull'Arno.

4.3. Anche ai fini dell'istituzione di un'area naturale protetta85, gli assetti territoriali delle aree rivierasche dell'Arno devono essere definiti, dal PO, previo coordinamento con i Comuni di Rignano sull'Arno e di Reggello.

4.4. Gli interventi per la mitigazione paesaggistica e ambientale della terza corsia dell'autostrada A1 devono essere definiti previo coordinamento con il Comune di Rignano sull'Arno.

5. Sistema insediativo

5.1. Centri abitati di Palazzolo e Burchio

La qualificazione dei centri abitati di Palazzolo e Burchio presuppone la definizione di strutture urbane compiute, riconoscibili e dotate di specifiche caratterizzazioni di ruolo. Al loro interno costituiscono luoghi centrali e/o emergenti per caratterizzazione morfologica e funzionale i seguenti spazi pubblici:

5.1.1. Burchio:

  1. a. area di verde prospiciente il circolo ricreativo e limitrofa al Fosso di Troghi: da estendere e caratterizzare quale luogo ricreativo baricentrico all'insediamento, favorendone la qualificazione delle attrezzature e degli arredi, nonché l'accessibilità pedonale dalle zone residenziali e produttive.

5.1.2. Palazzolo:

  1. a. slargo limitrofo all'ex circolo ricreativo-culturale e alla SP 1 Aretina: da trasformare in piccola piazza attrezzata e connessa, tramite percorsi pedonali, ai settori urbani di monte e di valle.

5.2. Area produttiva e commerciale di Pian dell'Isola

L'area produttiva e commerciale di Pian dell'Isola deve essere messa in sicurezza idraulica e qualificata nella funzionalità ecologica, nella configurazione morfologica e nella dotazione dei servizi. Il PO provvede a disciplinare, a tali fini, interventi di riordino strutturale finalizzati prioritariamente al perseguimento dei seguenti obiettivi:

  1. a. sicurezza idraulica (in conformità alle specifiche previsioni dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno), attraverso sistemi capaci di garantire la fruibilità delle aree rivierasche dell'Arno;
  2. b. funzionalità ecologica, attraverso:
    1. b.1. la creazione di un sistema articolato di spazi verdi, a sviluppo longitudinale e trasversale, quale raccordo tra il fiume e il borgo rurale di Santa Maria Maddalena e quale mitigazione della frammentazione ambientale prodotta dal tracciato ferroviario;
    2. b.2. incremento delle aree permeabili, soprattutto negli spazi per la sosta veicolare e nella pertinenza delle costruzioni;
    3. b.3. potenziamento e qualificazione della vegetazione di corredo, con utilizzo di specie autoctone o naturalizzate;
  3. c. dotazioni territoriali, attraverso:
    1. c.1. la creazione di una rete di percorsi ciclopedonali connessi alla prevista ciclopista dell'Arno e collegati agli insediamenti di Burchio, Palazzolo e Santa Maddalena, nonché alle aree fluviali;
    2. c.2. la creazione di un'area attrezzata e protetta per le fermate del servizio di trasporto pubblico extraurbano.

Il PO definisce specificatamente i criteri che, in aggiunta a quelli minimi di legge86, devono essere rispettati per consentire all'area di acquisire la denominazione di Area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA).

5.3. Insediamenti accentrati con caratteri rurali.

La valorizzazione degli insediamenti rurali accentrati di Santa Maria Maddalena e delle Valli deve essere garantita prioritariamente attraverso le seguenti azioni:

  1. a. evitando la crescita insediativa e l'evoluzione verso modelli insediativi urbani;
  2. b. salvaguardando la riconoscibilità morfotipologica e paesaggistica degli insediamenti, anche con il mantenimento, al loro interno e la loro intorno, di spazi aperti con caratteri di ruralità;
  3. c. privilegiando, nella realizzazione di spazi per la sosta veicolare, aree di piccole dimensioni e poco strutturate.

5.4. Edifici matrice

Gli edifici matrice dell'identità storico culturale, di cui alla Tavola QC2.5.1, devono essere tutelati e valorizzati anche in funzione dell'escursionismo culturale e del turismo ambientale. A tale scopo il PO prevede una apposita disciplina per i seguenti complessi edilizi e per le relative aree di pertinenza paesaggistica: San Nicolò a Olmeto, S. Quirico di Montelfi, S. Lorenzo a Cappiano, S. Michele, Fattoria di Bagnani.

5.5. Dimensionamento del sistema insediativo

Il dimensionamento del sistema insediativo relativo all'UTOE di Burchio e Palazzolo è definito nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

5.6. Dotazioni minime di spazi pubblici nel sistema insediativo

5.6.1. Il PO assicura le seguenti dotazioni minime di standard ai sensi del D.M. n° 1444/1968:

  1. a. insediamenti residenziali: 60 mq/abitante87;
  2. b. insediamenti artigianali e/o industriali: 10% della superficie territoriale;
  3. c. insediamenti commerciali e direzionali: 80% della SUL

5.6.2. Nei nuovi spazi pubblici assumono particolare rilevanza i seguenti servizi, che sono oggetto di specifiche previsioni da parte del PO:

  • - piccoli parcheggi a servizio dei luoghi urbani centrali e delle fermate del servizio di trasporto pubblico extraurbano;
  • - spazi attrezzati all'aperto per favorire la fruizione delle aree rivierasche.

5.6.3. Il PO favorisce comunque la realizzazione di servizi privati convenzionati di pubblica utilità.

6. Sistema infrastrutturale

6.1. Autostrada A1

Il PS recepisce il potenziamento dell'Autostrada A1 attraverso la realizzazione della terza corsia, prevedendo tuttavia misure finalizzate a mitigare gli impatti generati dall'opera. In particolare:

  • - mitigazione degli inquinamenti acustici e atmosferici in corrispondenza del centro abitato di Palazzolo attraverso:
    • - barriere antirumore realizzate, ove possibile, tramite appositi terrapieni equipaggiati con vegetazione arbustiva e arborea;
    • - utilizzo di asfalti fonoassorbenti;
  • - creazione di barriere vegetali ad alta densità di impianto lungo il tracciato autostradale, quali macchie di bosco connesse alle aree boscate di versante o di fondovalle, mantenendo tuttavia liberi i tratti stradali con visuali panoramiche sugli elementi identitari del patrimonio territoriale, come specificato nell'Allegato A "PS - Disciplina dei beni paesaggistici";
  • - con apertura di nuove visuali panoramiche in corrispondenza di bersagli visivi di rilevante significato identitario, anche attraverso, ove possibile, la rimozione o lo spostamento di detrattori visuali;
  • - ricostruzione degli edifici demoliti o fortemente danneggiati a seguito dei lavori di ampliamento della piattaforma autostradale.

6.2. Strada Provinciale 1 "Aretina"

Gli impatti generati dal traffico di attraversamento della SP 1 "Aretina" nei centri abitati di Burchio e Palazzolo, oltre che nell'insediamento rurale de Le Valli, devono essere mitigati limitando la velocità attraverso idonei strumenti fisici, ambientali e integrati88 e realizzando, lungo la carreggiata stradale, ovvero discosti da questa, percorsi ciclopedonali continui e protetti, connessi ai luoghi centrali e ai pubblici servizi.

Nel centro abitato di Burchio deve essere inoltre migliorato l'innesto di Via Pian dell'Isola, anche attraverso la creazione di un'apposita rotatoria.

Lungo tutto il percorso, appositamente vincolato quale "pubblico belvedere" sul fondovalle e sul Pratomagno ai sensi del DLgs 42/200489, devono essere mantenute le visuali panoramiche e osservate le disposizioni di cui all'Allegato A "PS - Disciplina dei beni paesaggistici.

6.3. Viabilità minore

6.3.1. Le strade vicinali devono essere oggetto di una ricognizione dettagliata, finalizzata a verificarne il regime giuridico e l'accessibilità al pubblico.

L'Amministrazione Comunale promuove la costituzione di appositi consorzi per la manutenzione delle strade vicinali, favorendone la percorribilità pubblica, quanto meno pedonale e ciclabile.

6.3.2. Con utilizzo della viabilità minore esistente, il PO individua una rete di percorsi per la mobilità lenta nel territorio rurale (percorsi pedonali e/o ciclabili, ippovie), capaci, tra l'altro, di rafforzare le relazioni trasversali con i percorsi escursionistici della media e dell'alta collina.

6.4. Mobilità dolce

6.4.1. Per favorire forme di mobilità alternativa tra aree che offrono servizi di pubblico interesse, il PO prevede percorsi ciclopedonali quali collegamento dei centri abitati di Burchio e Palazzolo con il borgo rurale di Santa Maria Maddalena e con la ciclopista dell'Arno.

81. Vedi articolo 2.14

82. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i)

83. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze , Norme di attuazione, art. 24

84. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articolo 24, punti 3 e 5.

85. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A12-Arno

86. DPGR 74R/2009

87. Esistenti 58,99 mq/abitante

88. Rotatorie, isole centrali, sezione stradale, arredo urbano, ecc.

89. Decreto Legislativo 42/2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio. Decreto di vincolo: DM 24/04/1975

Art. 3.15 UTOE 2 di Incisa

1. Definizione

1.1. L'Unità territoriale organica elementare di Incisa occupa il settore centro-settentrionale del territorio comunale e comprende il centro abitato di Incisa, con le propaggini de La Fonte e de La Massa, nonché il Centro di Loppiano.

2. Finalità

2.1. Il PS persegue la qualificazione ecologica, strutturale e funzionale dell'UTOE di Incisa attraverso le seguenti azioni strategiche prioritarie:

  1. a. recupero, qualificazione e integrazione delle aree rivierasche dell'Arno nella prospettiva di un parco fluviale metropolitano;
  2. b. potenziamento e qualificazione delle relazioni ecologiche e funzionali tra fiume e collina, anche attraverso la creazione di un sistema trasversale di spazi verdi e di percorsi ciclopedonali;
  3. c. sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale, fondata sulla centralità delle attività agricole e sulla loro integrazione con altre attività economiche locali (in particolare: turismo, commercio, enogastronomia, attività sociali e culturali del Centro di Loppiano);
  4. d. forte caratterizzazione di ruolo del centro abitato di Incisa quale:
  5. b.1. testata settentrionale del sistema insediativo di fondovalle (Incisa-Lagaccioni-Figline);
  6. b.2. centro amministrativo direzionale (insieme a Figline);
  7. b.3. principale accesso urbano all'Arno;
  8. e. individuazione e qualificazione dei luoghi centrali nei vecchi e nei nuovi settori urbani del centro abitato, quali perni di un rinnovato sistema degli spazi pubblici qualitativamente coordinato e funzionalmente accessibile;
  9. f. integrazione paesaggistica e funzionale del Centro di Loppiano con il territorio comunale e con il centro abitato di Incisa.

2.2. Le suddette azioni, che trovano più dettagliata definizione nei punti che seguono in relazione al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo e al sistema infrastrutturale, sono recepite e specificatamente disciplinate, nelle loro implicazioni urbane e territoriali, dagli strumenti della pianificazione urbanistica in coerenza con le disposizioni statutarie del PS e con le indicazioni strategiche indicate nella Tavola STRA2.

3. Sistema ambientale

3.1. Le aree di fondovalle dell'Arno costituiscono un ambito territoriale da sottoporre a politiche sperimentali volte a garantire la sicurezza idraulica, la qualità delle acque, la fruibilità delle rive e l'utilizzazione sostenibile delle risorse territoriali nell'ambito di un progetto unitario incentrato sul ruolo del fiume, quale elemento di identità locale. Tali politiche, che operano per l'istituzione di un'area naturale protetta dell'Arno di livello sovra comunale, presuppongono un regime pattizio tra l'Amministrazione Comunale e i soggetti sociali che operano nelle aree rivierasche, volto a definire sinergie funzionali e buone pratiche nell'uso del territorio e nella costruzione del paesaggio.

Il PO, ferme restando le prioritarie disposizioni dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno, definisce specificatamente il perimetro del suddetto ambito territoriale, individua al suo interno un sistema reticolare di spazi a gestione pubblica (accessi, percorsi, punti di sosta, ecc.) e detta i criteri per la congruità e la sostenibilità delle attività ammissibili nel rispetto dei seguenti obiettivi strategici:

  1. a. garantire la sicurezza idraulica della riva sinistra d'Arno, con particolare riguardo al settore urbano di Incisa ubicato a est della SP 1 "Aretina" e della SR 69 "Valdarno";
  2. b. potenziare le relazioni (ecologiche, funzionali, visuali) tra le aree fluviali, le aree urbane di Incisa e le aree pedecollinari, salvaguardando i varchi trasversali residuali nell'edificato, in particolare lungo i corsi d'acqua minori che affluiscono in Arno: Fosso delle Campane, Borro della Fornacina, Borro dei Bagnoli90, Borro del Focardo91 e Fosso della Fornacina;
  3. c. recuperare ai fini sociali le aree comprese tra la ferrovia e l'Arno, favorendone l'accessibilità e i raccordi con il centro abitato, garantendone la percorribilità e definendone il ruolo, con particolare riguardo alle attività agricole e ricreative, nell'ambito del futuro parco fluviale;
  4. d. prevedere appositi percorsi ciclopedonali di collegamento tra la prevista ciclopista dell'Arno, il centro abitato di Incisa e i ripiani i mezza costa;
  5. e. valorizzare le aree dell'ex foro boario (Piazzale Mazzanti) e dell'ex campo sportivo di Incisa quali capisaldi del rapporto tra città e fiume;
  6. f. recuperare le pescaie di Incisa e del Bruscheto (Ponte di Annibale), anche per lo sfruttamento delle acque ai fini energetici;
  7. g. in tutti gli insediamenti accentrati: predisporre appositi spazi attrezzati, facilmente accessibili, per la raccolta differenziata dei rifiuti;
  8. h. sviluppare le attività agricole, turistiche, agrituristiche e sociali funzionali alla conservazione attiva del paesaggio storico-culturale, alla difesa del suolo e alla promozione economica del territorio comunale.

3.2. Anche con riferimento al sistema idrografico individuato dal PS92, lungo i fossi delle Campane, della Fornacina, dei Bagnoli93 e del Focardo94 il PO individua, anche in ampliamento delle aree a più elevata pericolosità idraulica, fasce di stretta pertinenza dei corsi d'acqua che svolgono funzioni ecologiche e paesaggistiche primarie nei collegamenti trasversali monte-valle, inibendo al loro interno, se del caso, nuovi interventi edificatori e promuovendo il recupero delle rive.

3.3. L'inspessimento del filamento urbano compreso tra Barberino e La Massa deve essere evitato attraverso il mantenimento e la qualificazione, ecologica e funzionale, del sistema di spazi aperti individuati come varchi del territorio rurale e del territorio urbanizzato nella tavola STRA2, anche al fine di:

  1. a. salvaguardare le funzioni ecotonali delle aree rivierasche, contribuendo alla qualità naturale e alla biodiversità;
  2. b. collegare le aree fluviali con le aree pedecollinari, attraverso varchi di connessione ecologica (in particolare in corrispondenza del Borro della Fornacina).

3.4. Nel centro abitato di Incisa, esteso agli insediamenti de La Fonte e de La Massa, il PO definisce interventi di qualificazione ecologica con particolare attenzione a:

  1. a. contenere gli impatti generati dal traffico veicolare di attraversamento, con interventi atti a limitare la velocità veicolare e interventi di razionalizzazione e completamento della rete viaria per separare il traffico di attraversamento da quello di penetrazione e di distribuzione locale, gerarchizzando i tracciati viari, chiudendo gli anelli stradali incompiuti, riorganizzando il trasporto pubblico, creando una rete urbana e interurbana di percorsi ciclopedonali (soprattutto per i collegamenti con Lagaccioni e Figline). Appare necessario intervenire prioritariamente sui nodi di Piazza Capanni, Piazza Parri e alla confluenza tra Via Fratelli Rosselli e Via Nazionale;
  2. b. favorire la presenza consistente di spazi verdi, con funzioni sistemiche di carattere ecologico, ricreativo e formale, orientati soprattutto secondo direzioni trasversali monte - valle ;
  3. c. mitigare l'inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti civili e industriali nelle aree urbanizzate, favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività industriali e artigianali alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti;
  4. d. prevedere negli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia il rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi, tipologici e impiantistici dettati dalle vigenti norme regionali in materia di sostenibilità ambientale95.

3.5. Aree di recupero ambientale.

3.5.1. Il PO definisce compiutamente il perimetro delle aree sottoposte a recupero ambientale individuate dalla Tavola STRA2 nei seguenti siti, subordinandone il riutilizzo alla conclusione delle operazioni di bonifica e di recupero: versante meridionale del borgo storico di Castello, a Incisa, già interessato dalle attività della ex Italcementi; area in località I Piani, in prossimità dell'Arno, già interessata da attività di escavazione inerti.

3.5.2. Il PO verifica compiutamente, altresì, i siti interessati da inquinamento del suolo indicati nella Tavola STRE2 e, se del caso, definisce specifiche disposizioni che ne subordinano l'uso alla conclusione delle operazioni di bonifica.

4. Sistema territoriale

4.1. Costituiscono servizi e attrezzature di rilievo territoriale ai sensi del PTCP vigente96, con capacità di attivare o potenziare funzioni sovra comunali, le seguenti aree: Centrale idroelettrica Ponte di Annibale - Incisa (nuova previsione); Centrale idroelettrica Pescaia Ex Foro Boario - Incisa (nuova previsione); Museo di arte sacra Oratorio del Crocifisso - Incisa (esistente); Parcheggio scambiatore ex scalo merci - Incisa (nuova previsione); Sottostazione elettrica FS Focardo - Incisa (esistente). In coerenza con quanto disposto dal PTC della Provincia di Firenze97 il PO può precisare i perimetri delle suddette aree.

4.2. Anche ai fini dell'istituzione di un'area naturale protetta98, gli assetti territoriali delle aree rivierasche dell'Arno devono essere definiti, dal PO, previo coordinamento con il Comune di Reggello.

4.3. Il Centro di Loppiano, che occupa buona parte dei Ripiani di mezza costa, costituisce una struttura polifunzionale di rilevanza internazionale, la cui qualificazione e il cui potenziamento, nell'ambito del PP vigente, devono essere perseguiti tenendo presente il ruolo del Centro, che travalica i confini comunali e regionali, e, al contempo, l'identità paesaggistica del territorio, quale stratificazione storica delle relazioni tra natura e cultura. Tale identità, pur concepita secondo una dinamica evolutiva, costituisce un valore fondante del territorio incisano e deve essere un riferimento costante per le sue trasformazioni future.

5. Sistema insediativo

5.1. Centro abitato di Incisa

La qualificazione dello spazio pubblico nel centro abitato deve essere perseguita, prioritariamente, garantendone la continuità fisica, la qualità morfologia e funzionale, l'accessibilità pedonale, i raccordi con il fiume e con il sistema articolato degli insediamenti di fondovalle, nell'ambito di una nuova concezione bicefala del sistema urbano, impostata sulle due centralità storiche, simboliche e funzionali dei centri abitati di Incisa e di Figline, così come integrati dagli insediamenti produttivi baricentrici de La Massa e Lagaccioni.

Il PO persegue la qualificazione del centro abitato di Incisa a partire dalle azioni che interessano i seguenti luoghi, centrali e/o emergenti per caratterizzazione morfologica e funzionale:

  1. a. Piazza del Municipio: da caratterizzare quale centralità storica e simbolica, luogo del potere civile e religioso, sede qualificata dei servizi amministrativi;
  2. b. Piazza della Repubblica: da qualificare, nell'organizzazione spaziale e nell'arredo urbano, quale spazio complementare e di supporto a Piazza del Municipio;
  3. c. Castello: da recuperare con interventi adeguati al valore storico, architettonico e urbanistico unitario del complesso; da valorizzazione funzionalmente attraverso un uso congruo delle emergenze architettoniche presenti (Casa del Petrarca, Oratorio del SS Crocifisso); da rendere accessibile a piedi attraverso il recupero e la qualificazione dell'antico percorso che sale da Piazza del Municipio;
  4. d. Piazzale Mazzanti: da caratterizzare, con l'ex campo sportivo di Via La Pira, quale luogo urbano privilegiato per la fruizione delle aree fluviali e per le visuali sul fiume; da relazionare, attraverso percorsi pedonali e/o ciclabili lungo l'ex tracciato ferroviario, con le aree rivierasche settentrionali dell'Arno (La Fonte, Bruscheto/Ponte di Annibale, ecc.); da qualificare quale luogo di scambi e di manifestazioni sociali all'aperto;
  5. e. area ex Italcementi: da recuperare integralmente, secondo criteri prioritari di qualità ecologica e paesaggistica e di valorizzazione delle tracce di archeologia industriale, per la creazione di una nuova centralità urbana polifunzionale; da coordinare con il recupero delle aree verdi orientali nella valle del Borro di Castelvecchio e delle vecchie cave ubicate a monte dell'insediamento; ripianificazione dell'area, anche attraverso interventi di rigenerazione urbana, prevedendo la riqualificazione dell'area della cava con valore di testimonianza storica, la valorizzazione del centro storico di Incisa, promuovendo azioni di recupero del patrimonio di archeologia industriale e dei sentieri verdi di collegamento con il borgo storico;
  6. f. ex campo sportivo di Via La Pira: da concepire come terrazza affacciata sul fiume, con visuali estese fino al sistema medievale castello - borgo - ponte - torre de' Bandinelli; da caratterizzare, con Piazzale Mazzanti, quale luogo urbano privilegiato per la fruizione delle aree fluviali; da relazionare, attraverso percorsi pedonali e/o ciclabili lungo la riva dell'Arno, con le aree rivierasche meridionali comprese tra il fiume e la ferrovia; da qualificare quale luogo di scambi, di attività ricreative e di manifestazioni sociali all'aperto;
  7. g. polo sportivo di Via Pertini: da concepire come spazio aperto urbano relazionato al fiume, rispetto al quale sono da potenziare le relazioni ecologiche e funzionali, compreso il raccordo con la ciclopista dell'Arno; da qualificare con la diversificazione delle attività motorie e ricreative; da integrare maggiormente nel sistema urbano, migliorandone l'accessibilità e le relazioni funzionali con i settori urbani limitrofi;
  8. h. aree ferroviarie dismesse: da recuperare e integrare nel tessuto urbano quale cerniera polifunzionale tra la città e la ferrovia, dotata di piazza alberata, parcheggio scambiatore, servizi di informazione e di accoglienza, servizi pubblici o di interesse pubblico, residenza e terziario; da raccordare, attraverso percorsi ciclopedonali, alle altre centralità urbane limitrofe (area ex Sacci, ex campo sportivo, area ex Italcementi);
  9. i. area ex Sacci e complesso ecclesiale dei Santi Cosma e Damiano al Vivaio: da concepire come spazio urbano unitario, articolato in un polo culturale (formazione, convegni, esposizioni) e in un parco pubblico (ricreazione, manifestazioni sociali all'aperto); da strutturare (parco pubblico) secondo criteri prioritari di qualità ecologica e morfologica; da migliorare nell'accessibilità e negli spazi di sosta;
  10. j. verde attrezzato di Via P.P. Pasolini a La Massa: luogo centrale di recente creazione, da proteggere soprattutto dagli impatti generati dal traffico di scorrimento lungo la SR 69 e da integrare con il nucleo antico dell'abitato attraverso ampi attraversamenti pedonali dedicati.

5.2. Insediamenti accentrati del territorio rurale: Loppiano

Il Centro di Loppiano deve mantenere i caratteri di ruralità legati alla dispersione degli insediamenti, pur localmente accentrati, e alla netta prevalenza delle aree agricole rispetto alle aree edificate.

I futuri interventi, previsti dal PP vigente99, devono perseguire la massima integrazione territoriale, sia con riferimento al paesaggio (qualità ecologica e morfotipologica degli insediamenti con i relativi spazi aperti di pertinenza), sia con riferimento alle funzioni (sinergie con il centro abitato di Incisa e con i servizi erogati dalla Amministrazione Comunale).

5.3. Edifici matrice

Gli edifici matrice dell'identità storico culturale, di cui alla Tavola QC2.5.1, devono essere tutelati e valorizzati anche in funzione dell'escursionismo culturale e del turismo ambientale. A tale fine il PO prevede una apposita disciplina per i seguenti complessi edilizi e per le relative aree di pertinenza paesaggistica: pieve di San Vito a Loppiano, chiese di SS. Cosma e Damiano al Vivaio e San Alessandro a Incisa, Villa L'Entrata, Castelvecchio, Castello di Pratelli, Fattorie di Loppiano e Tracolle.

5.4. Dimensionamento del sistema insediativo

Il dimensionamento del sistema insediativo nell'UTOE di Incisa è definito nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

In coerenza con gli esiti della Conferenza di copianificazione100, nel territorio rurale sono consentiti interventi che comportano consumo di suolo nei casi e alle condizioni di seguito specificate; il PO definisce compiutamente le suddette condizioni e localizza gli interventi in coerenza con le disposizioni statutarie e strategiche del PS, nonché con le limitazioni e le disposizioni delle norme sovraordinate:

TR2.1 - Località L'Entrata: l'intervento, che prevede la realizzazione di un centro di riabilitazione e benessere, con annessa foresteria di 160 posti letto, attraverso nuove costruzioni per 7.500 mq di SUL, deve costituire un'evoluzione coerente della struttura ecosistemica e di quella agroforestale, attualizzando gli elementi e le regole che compongono tali strutture ed evitando, di contro, di configurarsi come insediamento monofunzionale chiuso e avulso dal contesto paesaggistico. Esso, in particolare, deve dar luogo a un complesso unitario, costituito da edifici e spazi aperti, che interpreti e riproponga, in chiave contemporanea, le relazioni strutturanti edificio-giardino-boschi-coltivi proprie del sistema insediativo rurale, rimanendo gerarchicamente subordinato al complesso storicizzato de l'Entrata. I nuovi assetti territoriali devono essere coerenti, nei caratteri morfotipologici dell'insediamento, così come nei caratteri architettonici degli edifici e degli spazi aperti pertinenziali, agli assetti paesaggistici storicizzati dei ripiani di mezza costa. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola l'intervento deve prevedere la conduzione agricola dei terreni confinanti riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR2.2 - Centro di Loppiano: ricollocazione, a parità di SUL e di volumetria, dei nuovi fabbricati previsti dal PP vigente101, in prossimità di complessi edilizi esistenti nell'UTOE di Incisa. I suddetti fabbricati, secondo il PP vigente, derivano sia da interventi di ristrutturazione urbanistica che da interventi di nuova costruzione. La loro ricollocazione deve avvenire previa variante al PP, specificatamente disciplinata dal PO, e deve dare luogo a piccoli insediamenti rurali accentrati compatibili con le condizioni geomorfologiche (in particolare scarpate lungo il Fosso delle Campane), che integrino i complessi edilizi esistenti senza alterarne i caratteri morfologici e insediativi storicamente consolidati, né le visuali panoramiche e le relazioni figurative con la viabilità di impianto storico e con il territorio rurale contermine. I caratteri morfotipologici dei nuovi insediamenti, così come i caratteri architettonici degli edifici e degli spazi aperti pertinenziali, devono mostrarsi coerenti con gli assetti paesaggistici storicizzati dei ripiani di mezza costa, rimanendo gerarchicamente subordinati ai complessi edilizi di impianto storico. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR2.3 - Centro di Loppiano - Loc. Scintilla: realizzazione di una struttura ricettiva di 80 posti letto, attraverso il recupero di annessi agricoli non più necessari alla conduzione dei fondi (SUL 660 mq) e nuove costruzioni con una SUL massima di 1.600 mq.
L'intervento, unitario, deve dare luogo a un piccolo insediamento rurale compatto e accentrato, evitando la dispersione insediativa, con le nuove costruzioni discoste dalla strada non meno di quelle esistenti; il nuovo nucleo deve trovare accesso attraverso la strada di penetrazione a pettine esistente, evitando i doppi percorsi di entrata e di uscita. I nuovi assetti territoriali devono essere coerenti, per caratteri morfotipologici dell'insediamento e degli spazi aperti pertinenziali, con gli assetti paesaggistici storicizzati dei ripiani di mezza costa, mantenendo le relazioni funzionali ed estetico-percettive con il contesto paesaggistico. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni confinanti riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR2.4. - Località S.Antonio: potenziamento della struttura produttiva esistente attraverso nuove costruzioni con una SUL massima di 1.600 mq Le nuove costruzioni devono risultare compatibili con le condizioni geomorfologiche (in particolare: stabilità delle scarpate e fenomeni attivi correlati) ed essere coordinate con quelle esistenti, per tipologia, ingombro, altezza e finiture. L'intervento deve minimizzare gli impatti visuali dalla SP 1, anche attraverso adeguati sistemi di recinzione combinati all'uso di vegetazione d'arredo, garantendo, altresì, il mantenimento della fascia boscata occidentale.

5.5. Dotazioni minime di spazi pubblici nel sistema insediativo

5.5.1. Il PO provvede ad assicurare le seguenti dotazioni minime di standard ai sensi del D.M. n° 1444/1968:

  1. a. insediamenti residenziali: 45 mq/abitante102;
  2. b. insediamenti artigianali e/o industriali: 10% della superficie territoriale;
  3. c. insediamenti commerciali e direzionali: 80% della SUL

5.5.2. Nei nuovi spazi pubblici assumono particolare rilevanza i seguenti servizi, che sono oggetto di specifiche previsioni da parte del PO:

  1. a. parcheggi a servizio dei luoghi urbani centrali e delle fermate del servizio di trasporto pubblico extraurbano;
  2. b. parcheggi di scambio in prossimità della fermata ferroviaria di Incisa;
  3. c. aree di verde pubblico per favorire l'accesso alle aree fluviali;
  4. d. aree a corredo delle strutture scolastiche e atte ad elevarne la qualità ambientale.

5.5.3. Il PO favorisce comunque la realizzazione di servizi privati convenzionati di pubblica utilità.

6. Sistema infrastrutturale

6.1. Linea ferroviaria lenta Firenze - Roma

6.1.1. La fermata ferroviaria di Incisa svolge un ruolo rilevante per favorire l'integrazione del centro abitato nel sistema di trasporto sub regionale (area centrale metropolitana fiorentina e Valdarno), favorendo, in particolare, gli spostamenti pendolari. A tale scopo il PS prevede la realizzazione di un parcheggio scambiatore, con almeno 150 posti auto, nelle aree ferroviarie dismesse della fermata ferroviaria di Incisa.

6.2. Strada Provinciale 1 "Aretina" e Strada Regionale 69 "Valdarno"

6.2.1. Stanti le opere infrastrutturali, già in fase di avanzata attuazione, volte a spostare i traffici di attraversamento di lunga percorrenza su nuovi tracciati viari, la PS 1 "Aretina" e la SR 69 "Valdarno" assumono il carattere prevalente di asse urbano di penetrazione e di distribuzione interna.

6.2.2. A tale scopo il tracciato delle due strade deve essere dotato di sistemi per la limitazione della velocità veicolare, di percorsi ciclopedonali, di fermate attrezzate per il servizio di trasporto pubblico, di equipaggiamento vegetale.

6.3. Viabilità minore

6.3.1. Le strade vicinali devono essere oggetto di una ricognizione dettagliata, finalizzata a verificarne il regime giuridico e l'accessibilità al pubblico. L'Amministrazione Comunale promuove la costituzione di appositi consorzi per la manutenzione delle strade vicinali, favorendone la percorribilità pubblica, quanto meno pedonale e ciclabile.

6.3.2. Con utilizzo della viabilità minore esistente, il PO individua una rete di percorsi per la mobilità lenta nel territorio rurale (percorsi pedonali e/o ciclabili, ippovie), capaci, tra l'altro, di rafforzare le connessioni trasversali con i Ripiani di mezza costa e con il Centro internazionale di Loppiano.

6.4. Mobilità dolce

6.4.1. Per favorire una mobilità alternativa tra aree che offrono servizi di pubblico interesse e per rafforzare le relazioni tra le diverse componenti del sistema insediativo, urbano e rurale, il PO definisce una rete di percorsi ciclopedonali, interna all'abitato di Incisa e connessa con le aree di Loppiano, a integrazione della ciclopista dell'Arno proveniente da Lagaccioni e Figline.

90. Borro dei Bagnoli o dell'Acqua Caduta

91. Borro del Focardo o Moriano o Molinaccio

92. Vedi articolo 2.14

93. Detto anche Borro dell'Acqua Caduta

94. Detto anche Borro di Moriano o Borro Mulinaccio

95. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del. G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i

96. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze , Norme di attuazione, art. 24

97. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articolo 24, punti 3 e 5

98. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A12-Arno

99. Approvato con Del. CC 10/06/2015, n. 118

100. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

101. Approvato con Del. CC 10/06/2015

102. Esistenti 44,37 mq/abitante

Art. 3.16 UTOE 3 di Figline

1. Definizione

L'Unità territoriale organica elementare di Figline occupa il settore centro-meridionale del territorio comunale e comprende il centro abitato di Figline, con le propaggini urbane di Poggiolino, Matassino, Stecco, Cesto e Pian delle Macchie, la grande area produttiva di Lagaccioni, l'insediamento rurale accentrato a prevalente carattere residenziale di Brollo nuova, il Camping Village Norcenni Girasole Club.

2. Finalità

2.1. Il PS persegue la qualificazione ecologica, strutturale e funzionale dell'UTOE di Figline attraverso le seguenti azioni strategiche prioritarie:

  1. a. recupero, qualificazione e integrazione delle aree rivierasche dell'Arno nella prospettiva di un parco fluviale metropolitano;
  2. b. potenziamento e qualificazione delle relazioni ecologiche e funzionali tra fiume e collina, anche attraverso il contenimento della frammentazione prodotta dalla grandi infrastrutture della mobilità e la creazione di sistemi trasversali degli spazi aperti;
  3. c. sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale, fondata sulla centralità delle attività agricole e sulla loro integrazione con altre attività economiche locali (in particolare: turismo, commercio, enogastronomia);
  4. d. recupero e valorizzazione dell'area di Lagaccioni, quale sistema produttivo manifatturiero strategico per l'economia locale e luogo baricentrico del sistema insediativo bicefalo di fondovalle (Incisa - Lagaccioni - Figline);
  5. e. forte caratterizzazione di ruolo del centro abitato di Figline quale:
    1. e.1. testata meridionale del insediativo di fondovalle (Incisa-Lagaccioni-Figline);
    2. e.2. (insieme a Incisa) centro amministrativo direzionale;
    3. e.3. centro storico di alto significato identitario, con importanti strutture e manifestazioni culturali, luogo dell'abitare e delle attività connesse;
    4. e.4. sede dell'Ospedale Serristori, presente a Figline fin dal XV secolo e importante struttura socio-sanitaria di rilevanza territoriale;
  6. f. individuazione e qualificazione dei luoghi centrali nei vecchi e nei nuovi settori urbani del centro abitato, quali perni di un rinnovato sistema degli spazi pubblici qualitativamente coordinato e funzionalmente accessibile.

2.2. Le suddette azioni, che trovano più dettagliata definizione nei punti che seguono in relazione al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo e al sistema infrastrutturale, sono recepite e specificatamente disciplinate, nelle loro implicazioni urbane e territoriali, dal PO e dagli strumenti della pianificazione urbanistica in coerenza con le disposizioni statutarie del PS e con le indicazioni strategiche indicate nella Tavola STRA2.

3. Sistema ambientale

3.1. Le aree di fondovalle dell'Arno costituiscono un ambito territoriale da sottoporre a politiche sperimentali volte a garantire la sicurezza idraulica, la qualità delle acque, la fruibilità delle rive e l'utilizzazione sostenibile delle risorse territoriali nell'ambito di un progetto unitario incentrato sul ruolo del fiume, quale elemento di identità locale. Tali politiche, che operano per l'istituzione di un'area naturale protetta dell'Arno di livello sovra comunale, presuppongono un regime pattizio tra l'Amministrazione Comunale e i soggetti sociali che operano nelle aree rivierasche, volto a definire sinergie funzionali e buone pratiche nell'uso del territorio e nella costruzione del paesaggio.

Il PO, ferme restando le prioritarie disposizioni dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno, definisce specificatamente il perimetro del suddetto ambito territoriale, individua al suo interno un sistema reticolare di spazi a gestione pubblica (accessi, percorsi, punti di sosta, ecc.) e detta i criteri per la congruità e la sostenibilità delle attività ammissibili nel rispetto dei seguenti obiettivi strategici:

  1. a. garantire la sicurezza idraulica dell'Arno, anche attraverso opere arginali, con particolare riguardo al sistema insediativo delle aree golenali e all'area produttiva di Lagaccioni;
  2. b. garantire la regimazione del Borro di Ponterosso, attraverso opere di contenimento di alcuni dei suoi affluenti a monte (Fosso della Granchia, Borro della Golfonaia, Borro dell'Alberaia) e opere di risagomatura dell'alveo in prossimità dello sbocco in Arno;
  3. c. qualificare, ai fini agricoli, ricreativi e sociali, le aree inedificate ubicate a est della ferrovia lenta, definendone il ruolo nell'ambito del futuro parco fluviale;
  4. d. potenziare le relazioni (ecologiche, funzionali, visuali) tra le aree fluviali e le aree pedecollinari;
  5. e. prevedere appositi percorsi ciclopedonali di collegamento tra la prevista ciclopista dell'Arno, il centro abitato di Figline e la zona produttiva di Lagaccioni;
  6. f. garantire pertinenze adeguate e possibilità di sviluppo all'impianto di depurazione presente lungo l'Arno;
  7. g. potenziare la rete di adduzione al depuratore di Figline, garantendo l'allacciamento del sistema insediativo Poggio alla Croce - Brollo - Pian delle Macchie;
  8. h. garantire lo smaltimento reflui del complesso ricettivo di Norcenni senza aggravi sul sistema di depurazione pubblico;
  9. i. in tutti gli insediamenti accentrati: predisporre appositi spazi attrezzati, facilmente accessibili, per la raccolta differenziata dei rifiuti;
  10. j. sviluppare le attività agricole, turistiche, agrituristiche e sociali funzionali alla conservazione attiva del paesaggio storico-culturale, alla difesa del suolo e alla promozione economica del territorio comunale.

3.2. Anche con riferimento al sistema idrografico individuato dal PS103, lungo i borri di Tagliafune, Fracassi, Ponterosso e Cesto il PO individua, anche in ampliamento delle aree a più elevata pericolosità idraulica, fasce di stretta pertinenza dei corsi d'acqua che svolgono funzioni ecologiche e paesaggistiche primarie di raccordo trasversale tra fiume e collina, inibendo al loro interno, se del caso, nuovi interventi edificatori e promuovendo il recupero delle rive.

3.3. Nel centro abitato di Figline, esteso agli insediamenti di Lagaccioni e di Matassino, il PO definisce interventi di qualificazione ecologica con particolare attenzione a:

  1. a. contenere gli impatti generati dal traffico veicolare di attraversamento e di distribuzione interna attraverso: la riorganizzazione e il potenziamento del servizio di trasporto pubblico (soprattutto lungo il sistema urbano di fondovalle e da qui per Firenze); creazione di una rete urbana e interurbana di percorsi ciclopedonali (soprattutto per i collegamenti con Lagaccioni e Incisa); limitazioni alla velocità di transito, anche con interventi strutturali sulle carreggiate stradali; razionalizzazione e gerarchizzazione della rete viaria per separare le diverse tipologie di traffico; chiusura degli anelli stradali incompiuti;
  2. b. favorire la presenza consistente di spazi verdi con funzioni sistemiche di carattere ecologico, ricreativo e formale, orientati soprattutto secondo direzioni trasversali monte - valle, provvedendo comunque a:
    1. b.1. salvaguardare i varchi urbani trasversali residui nell'edificato (in particolare: aree lungo il Borro della Fornacina, tra Lagaccioni e la Massa; aree lungo Via Ungheria e il Borro di Fracassi; aree lungo Via Pistelli - Via del Ponterosso e il Borro del Ponterosso; aree lungo il Fosso del Cesto);
    2. b.2. contenere gli impatti generati dai tracciati infrastrutturali longitudinali e soprattutto quelli prodotti sull'abitato di Matassino dall'Autostrada A1, dalla linea ferroviaria Direttissima, dalla costruenda variante alla SR 69 "Casello - Casello";
  3. c. mitigare l'inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti civili e industriali nelle aree urbanizzate, favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività industriali e artigianali alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti;
  4. d. prevedere negli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia il rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi, tipologici e impiantistici dettati dalle vigenti norme regionali in materia di sostenibilità ambientale104.

3.4. Aree di recupero ambientale

3.4.1. Il PO definisce compiutamente il perimetro delle aree sottoposte a recupero ambientale individuate dalla Tavola STRA2 nei seguenti siti, subordinandone il riutilizzo alla conclusione delle operazioni di bonifica e di recupero: aree già interessate dalla escavazioni di inerti tra il Fiume Arno e Matassino, in riva destra; aree già interessate dalla escavazione di inerti tra la ferrovia lenta e l'Arno, in riva sinistra; area Pirelli pneumatici spa, in località Pavelli.

3.4.2. Il PO verifica compiutamente, altresì , i siti interessati da inquinamento del suolo indicati nella Tavola STRE2 e, se del caso, definisce specifiche disposizioni che ne subordinano l'uso alla conclusione delle operazioni di bonifica.

4. Sistema territoriale

4.1. Costituiscono servizi e attrezzature di rilievo territoriale ai sensi del PTCP vigente105, con capacità di attivare o potenziare funzioni sovra comunali, le seguenti aree: VVFF - Distaccamento Figline Valdarno (esistente); Depuratore Lagaccioni - Figline (esistente); CC - Stazione e compagnia Figline Valdarno (esistente); ISIS Vasari - Figline (esistente); Teatro comunale Garibaldi - Figline (esistente); Raccolta di arte sacra della insigne Collegiata - Figline (esistente); Antica spezieria Spedale Serristori - Figline (esistente); Impianto di potabilizzazione di Figline (esistente); Ospedale Serristori (esistente con previsione di ampliamento); Campeggio Norcenni (esistente). In coerenza con quanto disposto dal PTC della Provincia di Firenze106 il PO può precisare i perimetri delle suddette aree.

4.2. L'Ospedale Serristori costituisce un'importante struttura socio-sanitaria di livello territoriale, che affianca l'Ospedale di Santa Maria alla Gruccia, dando luogo a un complesso ospedaliero integrato a servizio di un bacino di utenza esteso all'intero Valdarno Superiore. Per garantire l'espletamento di questa funzione nel tempo, il PO definisce un'adeguata area di pertinenza per l'ospedale, mentre le politiche comunali favoriscono l'accessibilità territoriale del complesso.

4.3. Il Camping Village Norcenni Girasole Club, che occupa l'immediato entroterra del centro abitato di Figline, a ridosso del Borro di Ponterosso, e che costituisce la più grande struttura ricettiva del Valdarno, con ospiti provenienti dall'Italia e dall'estero, è suscettibile di qualificare l'offerta ricettiva attraverso una maggiore integrazione nel paesaggio locale, in modo da contribuire alla valorizzazione dell'identità territoriale di lungo periodo, nonché attraverso il potenziamento dei servizi complementari e di supporto alle attività ricettive.

4.4. Gli assetti territoriali delle aree di confine a Matassino sono definiti dal PO previo coordinamento con i comuni di Reggello (FI) e Castelfranco Piandiscò (AR).

4.5. Anche ai fini dell'istituzione di un'area naturale protetta107, gli assetti territoriali delle aree rivierasche dell'Arno sono definiti dal PO previo coordinamento con i comuni di Reggello (FI) e Castelfranco Piandiscò (AR).

5. Sistema insediativo

5.1. Centro abitato di Figline

La qualificazione dello spazio pubblico nel centro abitato deve essere perseguita, prioritariamente, garantendone la continuità fisica, la qualità morfologia e funzionale, l'accessibilità pedonale, i raccordi con il fiume e con il sistema articolato degli insediamenti di fondovalle, nell'ambito di una nuova concezione bicefala del sistema urbano, impostata sulle due centralità storiche, simboliche e funzionali dei centri abitati di Incisa e di Figline, così come integrati dagli insediamenti produttivi baricentrici de La Massa e Lagaccioni.

Nel centro abitato di Figline costituiscono luoghi centrali e/o emergenti per caratterizzazione morfologica e funzionale:

  1. a. il centro storico di Figline, massima espressione, con il Castello e il borgo di Incisa, dell'identità locale, da qualificare e valorizzare, prioritariamente, in quanto:
    1. a.1. luogo dell'abitare e delle attività connesse all'abitare: al suo interno deve essere incentivata la residenza, anche attraverso una specifica disciplina edilizia che, ferma restando la conservazione e la qualificazione della scenografia urbana, favorisca interventi di adeguamento funzionale compatibili, atti a garantire standard abitativi adeguati alle esigenze della contemporaneità; al suo interno devono essere altresì sostenuti il commercio di vicinato, anche attraverso il rilancio del centro commerciale naturale esistente108, il piccolo artigianato di servizio compatibile con la residenza, i servizi pubblici e i servizi privati di interesse pubblico. A tali fini il PO definisce una specifica disciplina atta a disincentivare o inibire i mutamenti di destinazione d'uso in favore della residenza ai piani terra degli edifici. Il centro storico deve essere inoltre supportato favorendone l'accessibilità e facilitando la sosta per i residenti e per i visitatori (anche con appositi parcheggi, sotterranei o multipiano fuori terra, ricavati nelle vicinanze);
    2. a.2. sede di spazi urbani e di complessi edilizi di particolare valore storico - culturale (cinta muraria, Piazza Marsilio Ficino, Piazza S. Francesco Collegiata di Santa Maria, ex Spedale Serristori, Palazzo Pretorio, Chiesa di San Francesco, Teatro Garibaldi, Casagrande dei Serristori, ecc.) che devono essere collegati tra loro e con il sistema delle piazze minori ricadenti nella cerchia delle mura o lungo la cortina muraria (Piazza Bianco Bianchi, , Piazza IV Novembre, Piazza Bonechi, Piazza Don Bosco, Piazza Serristori), coordinando l'arredo urbano e limitando la presenza delle auto in sosta;
    3. a.3. luogo delle grandi manifestazioni culturali e sociali;
    4. a.4. luogo di promozione e di rappresentanza territoriale;
  2. b. le aree della stazione ferroviaria e dell'autostazione, con i relativi parcheggi di scambio (Piazza della Libertà, Piazza Caduti di Pian d'Albero), devono essere concepite come un unico, grande polo di smistamento, integrate strutturalmente e funzionalmente (percorsi pedonali protetti; abbattimento barriere architettoniche; arredo urbano) attrezzate con strutture per l'attesa (autostazione), rese più accessibili dai diversi settori urbani attraverso percorsi ciclopedonali, potenziate nei parcheggi di supporto (soprattutto autostazione), anche attraverso rastrelliere per biciclette e strutture multipiano per le auto;
  3. c. gli impianti sportivi di Via Rossini con la limitrofa Piazza della Libertà: sono da qualificare negli spazi connettivi e nell'equipaggiamento vegetale; da rendere più accessibili dai diversi settori urbani attraverso percorsi ciclopedonali;
  4. d il sistema lineare di spazi pubblici o di uso pubblico, che si sviluppa da nord a sud a ridosso della ferrovia (polo sportivo di Via Rossini con Piazza della Libertà, Istituto Salesiani, Stazione ferroviaria, autostazione, nuovo complesso terziario di Via della Vetreria, Piazza Salvo d'Acquisto) deve essere : concepito come sistema urbano coordinato, frontistante il centro storico e trait d'union tra questo e i settori urbani a est della ferrovia;
  5. d. i parchi urbani di San Biagio e del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa devono essere qualificati nell'arredo urbano e collegati,attraverso percorsi ciclopedonali, alle altre componenti significative del sistema degli spazi aperti limitrofi (in particolare: Piazza Pierallini, Piazza E. Ferrari, Piazza della Fattoria, Piazza della Libertà);
  6. e. l'area a prevalente carattere commerciale di Via Ungheria - Via della Comunità Europea; è da qualificare nello spazio pubblico o di uso pubblico, attraverso il completamento dei filari alberati lungo strada, l'arredo urbano, strutture ombreggianti nei parcheggi;
  7. f. l'area ospedaliera deve essere ampliata, in coerenza con il PTC, per migliorare la qualità ambientale e funzionale dell'Ospedale Serristori, deve essere resa più accessibile, per esaltare il ruolo urbano e territoriale delle strutture socio-sanitarie, e potenziata nelle dotazioni di parcheggio, anche attraverso interventi nel sottosuolo.

Fermo restando quanto disposto al punto 3 del presente articolo, nel settore urbano di Matassino si devono perseguire:

  1. g. la creazione di sistemi atti a contenere gli impatti generati dalle grandi infrastrutture della mobilità, esistenti (autostrada A1, linea ferroviaria Direttissima) o di previsione (variante SR 69 "Valdarno");
  2. h. la creazione di un sistema di relazioni trasversali (ecologiche e funzionali) capace di recuperare un rapporto tra la città e il fiume, compreso un percorso ciclopedonale di collegamento con il centro storico e la stazione ferroviaria di Figline;
  3. i. la creazione di una centralità urbana attraverso la qualificazione del polo dei servizi ricadente nell'isolato delimitato da Via Amendola, Via F.lli Rosselli, Via S. Lavagnini, Via T. Toti, anche contenendo il traffico veicolare lungo Via Lavagnini, limitandone la velocità di transito, creando un sistema di percorsi ciclopedonali per l'accesso alle attrezzature.

Fermo restando quanto disposto al punto 3 del presente articolo, nel settore urbano di Lagaccioni si devono perseguire:

  1. j. la qualificazione e la riorganizzazione morfologica e funzionale dell'area, quale principale polo produttivo-manifatturiero del territorio comunale, luogo strategico per l'economia locale, elemento baricentrico del nuovo sistema urbano bicefalo di fondovalle (Incisa - Lagaccioni - Figline) attraverso:
    1. j.1. la riconfigurazione fisica dell'area in presenza di interventi di sostituzione edilizia e di ristrutturazione urbanistica (infittimento della maglia stradale attraverso la creazione di collegamenti trasversali; creazione di percorsi ciclopedonali; contenimento della superficie coperta e/o impermeabilizzata; incremento degli spazi pubblici; nuovo disegno dei lotti nel settore centro-meridionale);
    2. j.2. la riconfigurazione architettonica e formale degli edifici, attuabile in presenza di interventi di sostituzione e di ristrutturazione edilizia;
    3. j.3. la diversificazione delle attività economiche, con esclusione di strutture destinate alla grande distribuzione commerciale e sostegno alle strutture di servizio alle imprese, ferma restando la netta prevalenza delle superfici fondiarie destinate ad attività artigianali e industriali;
  2. k. il miglioramento delle dotazioni territoriali, attraverso:
    1. k.1. il potenziamento delle aree verdi, soprattutto trasversali e di collegamento tra aree fluviali e aree pedecollinari, e dei parcheggi, attrezzati anche con rastrelliere per le biciclette;
    2. k.2. la creazione di una rete di percorsi ciclopedonali collegati ai centri abitati di Figline e di Incisa e alle aree fluviali;
    3. k.3. il potenziamento della vegetazione di corredo, soprattutto lungo la viabilità carrabile e i percorsi ciclopedonali, con utilizzo di specie autoctone o naturalizzate;
    4. k.4. la realizzazione di piccole aree attrezzate e protette, a uso dei pendolari, in corrispondenza delle fermate del servizio di trasporto pubblico;
    5. k.5. il miglioramento della cartellonistica stradale e della accessibilità;
    6. k.6. l'adeguamento degli spazi di manovra e di carico - scarico merci.

Il PO definisce inoltre, specificatamente, i criteri che, in aggiunta a quelli minimi di legge109, devono essere rispettati per consentire all'area di acquisire la denominazione di Area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA).

Fermo restando quanto disposto al punto 3 del presente articolo, negli insediamenti di Le Macchie e Il Cesto si deve perseguire:

  1. i. la qualificazione e la riorganizzazione morfologica e funzionale interna, attraverso una migliore definizione del bordo urbano (Cesto) e il superamento della monofunzionalità residenziale.

5.2. Insediamenti accentrati con caratteri rurali: Brollo nuova.

La valorizzazione del carattere rurale degli insediamenti rurali accentrati di Brollo nuova deve essere garantita prioritariamente attraverso le seguenti azioni:

  1. a. evitando di accentuare i caratteri insediativi urbani anche attraverso il mantenimento, al suo interno e al suo intorno, di orti e spazi aperti destinati alle attività agricole o connesse all'agricoltura;
  2. b. ricorrendo a specie vegetali autoctone o naturalizzate nelle aree pubbliche per la sosta veicolare e la ricreazione.

5.3. Gli edifici matrice dell'identità storico culturale, di cui alla Tavola QC2.5.1, devono essere tutelati e valorizzati anche in funzione dell'escursionismo culturale e del turismo ambientale. A tale fine il PO prevede una apposita disciplina per i seguenti complessi edilizi e per le relative aree di pertinenza paesaggistica: chiese di San Bartolomeo a Scampata, San Andrea a Campiglia, San Biagio a Gaglianello, San Michele a Pavelli, Santa Maria a Ponterosso, San Romolo ai Cappuccini; ville Norcenni, Il Palagio, La Poggerina, La Palagina, complesso edilizio Ospedale Serrisori (parte storica originaria).

Come specificato nell'Allegato A della presente Disciplina110, il PO definisce altresì una specifica disciplina di tutela e di valorizzazione per la zona di interesse archeologico di Scampata e per la relativa area di pertinenza.

5.4. Dimensionamento del sistema insediativo

Il dimensionamento del sistema insediativo nell'UTOE di Figline è definito nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

In coerenza con gli esiti della Conferenza di copianificazione111, nel territorio rurale sono consentiti interventi che comportano consumo di suolo nei casi e alle condizioni di seguito specificate; il PO definisce compiutamente le suddette condizioni e localizza gli interventi in coerenza con le disposizioni statutarie e strategiche del PS, nonché con le limitazioni e le disposizioni delle norme sovraordinate:

TR3.1 - Norcenni: l'intervento prevede un contenuto ampliamento della superficie territoriale del campeggio nel settore sud-occidentale, con incremento della SUL di 800 mq per la realizzazione di nuove strutture ricreative e di servizio e per l'ampliamento delle strutture esistenti, che devono configurarsi comunque compatibili con le condizioni geomorfologiche, tenendo conto delle risultanze del monitoraggio inclinometrico in atto. L'intervento deve collocarsi nell'ambito di una progressiva contestualizzazione del complesso turistico nel paesaggio locale storicizzato. Di tale progressiva contestualizzazione il PO deve chiedere espressa dimostrazione negli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.2 - La Palagina: l'intervento prevede un ampliamento della struttura ricettiva esistente, con nuove costruzioni pari a 850 mq di SUL e 45 posti letto.
L'intervento non deve interferire con i caratteri tipologici e architettonici storicizzati della villa esistente, ma costituire con questa un complesso armonico e unitario; esso deve, altresì , considerare gli impatti visuali dalle strade limitrofe e, soprattutto, da quella di valle. Le aree per la sosta veicolare, dimensionate per le effettive necessità, non devono compromettere l'integrità della percezione visiva e devono mantenere la permeabilità del terreno. I nuovi assetti territoriali devono garantire il carattere distintivo di gerarchia tra edificio storico principale e nuove costruzioni, assicurando la leggibilità del sistema e la riconoscibilità dei nuovi inserimenti, anche attraverso la proposizione di un linguaggio architettonico contemporaneo; tali assetti devono essere tuttavia coerenti, per caratteri morfotipologici dell'insediamento, con gli assetti paesaggistici storicizzati locali. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.3 - Pavelli: l'intervento prevede un ampliamento della struttura equestre esistente, attraverso nuove costruzioni, per la realizzazione di un maneggio coperto, pari a 1.500 mq di SUL; prevede, inoltre, la creazione di una connessa struttura ricettiva all'aria aperta costituita da 20 piazzole per tende, con una capacità ricettiva massima di 80 posti letto.
Il nuovo maneggio deve avere caratteri tipologici e architettonici coerenti con l'edilizia rurale tradizionale locale, mentre la struttura ricettiva deve configurarsi come un piccolo campeggio strutturalmente e funzionalmente connesso alle attività equestri. I suddetti interventi non devono interferire con le aree boscate e devono garantire la massima permeabilità dei suoli. I nuovi assetti territoriali devono essere coerenti, per caratteri morfotipologici dell'insediamento e degli spazi aperti pertinenziali, con gli assetti paesaggistici storicizzati locali. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.4 - La Borghetta: l'intervento prevede un ampliamento della struttura ricettiva esistente, con nuove costruzioni pari a 2.000 mq di SUL e 45 posti letto.
L'intervento non deve interferire con i caratteri tipologici e architettonici storicizzati della villa esistente, ma costituire con questa un complesso armonico e unitario; esso deve, altresì , considerare gli impatti visuali dalle strade limitrofe e, soprattutto, da quelle di valle. Le aree per la sosta veicolare, dimensionate per le effettive necessità, non devono compromettere l'integrità della percezione visiva e devono mantenere la permeabilità del terreno. I nuovi assetti territoriali devono configurarsi compatibili con le condizioni geomorfologiche (in particolare: stabilità delle scarpate) e garantire il carattere distintivo di gerarchia tra edificio storico principale e nuove costruzioni, assicurando la leggibilità del sistema e la riconoscibilità dei nuovi inserimenti, anche attraverso la proposizione di un linguaggio architettonico contemporaneo; tali assetti devono essere tuttavia coerenti, per caratteri morfotipologici dell'insediamento, con gli assetti paesaggistici storicizzati locali. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.5 - Nuovo ponte sull'Arno: realizzazione di un nuovo ponte sull'Arno per collegare la variante alla SR 69 "Valdarno" (variante in riva destra casello-casello) con Via S.Pertini (variantina in riva sinistra), migliorando l'accesso all'Autostrada dall'area produttiva di Lagaccioni e fluidificando i traffici locali.
L'intervento, già prefigurato dal concorso bandito dalla Provincia di Firenze nel 2012, deve essere corredato da percorsi ciclopedonali in sede protetta, raccordati a terra al sistema della mobilità dolce, e deve rispettare la Disciplina dei beni paesaggistici di cui all'Allegato A delle presenti norme.
TU3.1 - Figline La Massa: previsione di una nuova zona artigianale/industriale a integrazione di quelle esistenti a Lagaccioni e La Massa con una SUL complessiva massima di 7.000 mq. L'intervento deve configurarsi compatibile con le condizioni geomorfologiche e idrauliche delle aree interessate e deve contenere gli impatti visuali evitando di posizionare le costruzioni a quote elevate rispetto alla strada di valle e mantenendo un varco di adeguata consistenza lungo il Borro della Fornacina; deve, altresì , prefigurare un ampliamento compiuto del territorio urbanizzato, curando in particolar modo il fronte strada e il margine volto verso la campagna. A tale scopo deve essere particolarmente curata, accanto ai caratteri tipologici, architettonici e decorativi degli edifici, la qualità delle aree pertinenziali, garantendo omogeneità alla recinzione dei lotti, un'adeguata permeabilità dei terreni e una consistente dotazione di alberi d'alto fusto.
TU3.2 - Figline Via Kennedy: previsione di una nuova zona artigianale/industriale, quale ampliamento di quella esistente a Lagaccioni, con una SUL complessiva massima di 12.000 mq.
L'intervento deve configurarsi compatibile con le condizioni geomorfologiche e idrauliche delle aree interessate e deve contenere gli impatti visuali evitando di posizionare le costruzioni a quote elevate rispetto a Via Kennedy, mantenendo varchi aperti tra gli edifici verso la campagna retrostante; deve, altresì , prefigurare un ampliamento compiuto del territorio urbanizzato, curando in particolar modo il fronte strada e il fronte tergale. A tale scopo deve essere particolarmente curata, accanto ai caratteri tipologici, architettonici e decorativi degli edifici, la qualità delle aree pertinenziali, garantendo omogeneità alla recinzione dei lotti, un'adeguata permeabilità dei terreni e una consistente dotazione di alberi d'alto fusto.
TU3.3 - Matassino Via Amendola: previsione di aree verdi ad uso ricreativo e di servizi pubblici o di interesse pubblico nell'area compresa tra Via Amendola e la realizzanda variante alla SR 69 "Valdarno".
L'intervento, sottoposto a progettazione unitaria, deve prevedere la creazione di una barriera verde, ad alta densità di impianto, lungo la variante alla SR 69, nonché, nella parte nord-occidentale, la creazione di parcheggi a servizio delle attrezzature di Via Amendola/Via Lavagnini, con percorsi ciclopedonali di collegamento ai tessuti urbani limitrofi e alle rive dell'Arno. I servizi, ubicati preferenzialmente nel settore centrale, devono essere impostati secondo un disegno raccordato al tessuto urbano compreso tra Via Amendola e Via Berlinguer. Di tale raccordo il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali, che definiranno pertanto l'intervento con riferimento alle tessiture urbane e rurali limitrofe.

5.5. Dotazioni minime di spazi pubblici nel sistema insediativo

5.5.1. Il PO provvede ad assicurare le seguenti dotazioni minime di standard ai sensi del D.M. n° 1444/1968:

  1. a. insediamenti residenziali: 45 mq/abitante112;
  2. b. insediamenti artigianali e/o industriali: 10% della superficie territoriale;
  3. c. insediamenti commerciali e direzionali: 80% della SUL

5.5.2. Nei nuovi spazi pubblici assumono particolare rilevanza i seguenti servizi, che sono oggetto di specifiche previsioni da parte del PO:

  1. a. parcheggi a servizio dei luoghi urbani centrali e delle fermate del trasporto pubblico extraurbano;
  2. b. parcheggi di scambio in prossimità della fermata ferroviaria di Figline;
  3. c. aree di verde pubblico per favorire la connessione con le aree fluviali e l'accesso al fiume;
  4. d. ampliamento dell'area ospedaliera.

5.5.3. Il PO favorisce comunque la realizzazione di servizi privati convenzionati di pubblica utilità.

6. Sistema infrastrutturale

6.1. Linea ferroviaria Direttissima Firenze - Roma

6.1.1. La stazione ferroviaria di Figline svolge un ruolo strategico per garantire l'integrazione del centro abitato nel sistema di trasporto sub regionale (area centrale metropolitana fiorentina e Valdarno), favorendo, in particolare, gli spostamenti pendolari da e per Firenze.

Per migliorare le prestazioni della stazione ferroviaria il PO prevede:

  1. a. il consolidamento dei parcheggi di scambio, anche nelle forme dei parcheggi multipiano, e il loro collegamento con la stazione;
  2. b. il potenziamento dei percorsi ciclopedonali di accesso dalla città;
  3. c. una maggiore permeabilità del rilevato ferroviario.

6.2. Autostrada A1

Il PS recepisce il potenziamento dell'Autostrada A1 attraverso la realizzazione della terza corsia, prevedendo tuttavia misure finalizzate a mitigare gli impatti generati dall'opera. In particolare:

  • - mitigazione degli inquinamenti acustici e atmosferici in corrispondenza del centro abitato di Matassino attraverso:
  • - barriere antirumore realizzate, ove possibile, tramite appositi terrapieni equipaggiati con vegetazione arbustiva e arborea;
  • - utilizzo di asfalti fonoassorbenti;
  • - creazione di barriere vegetali ad alta densità di impianto lungo il tracciato autostradale, quali macchie di bosco connesse alla vegetazione ripariale e alla vegetazione lineare limitrofa alla linea ferroviaria "Direttissima", mantenendo tuttavia liberi i tratti stradali con visuali panoramiche sugli elementi identitari del patrimonio territoriale, come specificato nell'Allegato A "PS - Disciplina dei beni paesaggistici";
  • - apertura di nuove visuali panoramiche in corrispondenza di bersagli visivi di rilevante significato identitario, anche attraverso, ove possibile, la rimozione o lo spostamento di detrattori visuali;
  • - ricostruzione degli edifici demoliti o fortemente danneggiati a seguito dei lavori di ampliamento della piattaforma autostradale, anche con delocalizzazione delle volumetrie ove la ricostruzione fosse inibita da norme sovraordinate.

6.3. Strada Regionale 69 "Valdarno" e nuovo ponte sull'Arno

6.3.1. Le varianti alla SR 69 "Valdarno" (riva destra "Casello - Casello" e riva sinistra "Variantina") necessitano di adeguate dotazioni di corredo. In particolare sistemi di contenimento degli inquinamenti acustici, atmosferici e visuali (soprattutto variante in riva destra) e sistemi di integrazione con il tessuto urbano esistente (soprattutto variante in riva sinistra: innesti, marciapiedi, pista ciclabile, equipaggiamento vegetale). Il PO provvede a definire le caratteristiche di tali sistemi in accordo con il programma triennale delle opere pubbliche.

6.3.2. Il nuovo ponte sull'Arno consente un collegamento più agevole tra i caselli autostradali e l'area produttiva di Lagaccioni, aumentandone l'attrattività. E' pertanto necessaria una adeguata gerarchizzazione della strada che connette l'area produttiva al ponte, con sistemi che favoriscano la fluidificazione del traffico in corrispondenza della connessione con la viabilità locale. Per favorire l'accesso alla stazione ferroviaria di Figline è altresì necessario che il nuovo ponte sia direttamente collegato al parcheggio scambiatore di Piazza Caduti di Pian d'Albero.

6.4. Viabilità comunale

6.4.1. Stanti le varianti alla SR 69 "Valdarno", volte a spostare i traffici di attraversamento di lunga percorrenza su nuovi tracciati viari, il tratto urbano della SR 69 (Via Roma - Via Petrarca) assume il carattere di asse di penetrazione e di distribuzione interna alla città.

A tale scopo il suddetto tratto deve essere dotato di sistemi per la limitazione della velocità veicolare, di percorsi ciclopedonali protetti, di fermate attrezzate del servizio di trasporto pubblico, di equipaggiamento vegetale.

6.4.2. Onde creare una circonvallazione nella parte sud-occidentale del centro abitato, il tracciato costituito da Via N. Pistelli, Viale G. Galilei, Via G.B. del Puglia, Via S. Romolo e Via della Resistenza deve essere adeguatamente connesso e gerarchizzato.

6.5. Viabilità minore

6.5.1. Le strade vicinali devono essere oggetto di una ricognizione dettagliata, finalizzata a verificarne il regime giuridico e l'accessibilità al pubblico.

L'Amministrazione Comunale promuove la costituzione di appositi consorzi per la manutenzione delle strade vicinali, favorendone la percorribilità pubblica, quanto meno pedonale e ciclabile.

6.5.2. Con utilizzo della viabilità minore esistente, il PO individua una rete di percorsi per la mobilità lenta nel territorio rurale (percorsi pedonali e/o ciclabili, ippovie), capaci, tra l'altro, di rafforzare le connessioni trasversali con il Villaggio turistico di Norcenni e con il sistema territoriale dell'alta collina.

6.6. Mobilità dolce

6.6.1. Per favorire una mobilità alternativa tra aree che offrono servizi di pubblico interesse e per rafforzare le relazioni tra le diverse componenti del sistema urbano di fondovalle, il PO prevede una rete di percorsi ciclopedonali nel centro abitato di Figline, collegata con la ciclopista dell'Arno ed estesa a Matassino, Norcenni e Il Cesto.

103. Vedi articolo 2.14

104. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i)

105. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze , Norme di attuazione, art. 24

106. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articolo 24, punti 3 e 5.

107. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A12-Arno

108. Centro commerciale naturale Il Granaio

109. DPGR 74R/2009

110. Allegato A "PS - Disciplina dei beni paesaggistici"

111. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

112. Esistenti 42,40 mq/abitante

Art. 3.17 UTOE 4 di Restone e Porcellino

1. Definizione

L'Unità territoriale organica elementare di Restone e Porcellino occupa il settore meridionale del territorio comunale e comprende, oltre ai centri abitati di Restone e Porcellino, le aree dell'ex miniera di Santa Barbara e le aree rivierasche (dell'Arno e del Cesto) destinate a ospitare casse di compensazione per la riduzione del rischio idraulico.

2. Finalità

2.1. Il PS persegue la qualificazione ecologica, strutturale e funzionale dell'UTOE di Restone e Porcellino attraverso le seguenti azioni strategiche prioritarie:

  1. a. recupero ambientale delle aree rivierasche dell'Arno, in coerenza con le opere per la riduzione del rischio idraulico previste dal PGRA dell'Autorità di bacino del Fiume Arno113, e loro qualificazione paesaggistica nella prospettiva di un parco fluviale metropolitano;
  2. b. potenziamento e qualificazione delle relazioni ecologiche e funzionali tra fiume e collina, anche attraverso il contenimento della frammentazione prodotta dalla grandi infrastrutture della mobilità (soprattutto in riva sinistra: autostrada A1, linea ferroviaria Direttissima, variante alla SR 69 "Valdarno");
  3. c. recupero ambientale e qualificazione paesaggistica della aree dell'ex miniera di Santa Barbara ai fini agricolo-forestali, ricreativi ed energetici;
  4. d. sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale, fondata sulla centralità delle attività agricole e sulla loro integrazione con altre attività economiche locali (in particolare: turismo, commercio, enogastronomia);
  5. e. qualificazione morfologica e funzionale dei centri abitati di Restone e Porcellino.

2.2. Le suddette azioni, che trovano più dettagliata definizione nei punti che seguono in relazione al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo e al sistema infrastrutturale, sono recepite e specificatamente disciplinate, nelle loro implicazioni urbane e territoriali, dal PO e dagli strumenti della pianificazione urbanistica in coerenza con le disposizioni statutarie del PS e con le indicazioni strategiche indicate nella Tavola STRA2.

3. Sistema ambientale

3.1. Aree rivierasche dell'Arno

Le aree rivierasche dell'Arno costituiscono un ambito territoriale da sottoporre a politiche sperimentali volte a garantire la sicurezza idraulica, la qualità delle acque, la fruibilità delle rive e l'utilizzazione sostenibile delle risorse territoriali nell'ambito di un progetto unitario incentrato sul ruolo del fiume, quale elemento di identità locale. Tali politiche, che operano per l'istituzione di un'area naturale protetta dell'Arno di livello sovra comunale, presuppongono un regime pattizio tra l'Amministrazione Comunale e i soggetti sociali che operano nelle aree rivierasche, volto a definire sinergie funzionali e buone pratiche nell'uso del territorio e nella costruzione del paesaggio.

Il PO, ferme restando le prioritarie disposizioni dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno, definisce specificatamente il perimetro del suddetto ambito territoriale, individua al suo interno un sistema reticolare di spazi a gestione pubblica (accessi, percorsi, punti di sosta, ecc.) e detta i criteri per la congruità e la sostenibilità delle attività ammissibili al suo interno nel rispetto dei seguenti obiettivi strategici:

  1. a. garantire la sicurezza idraulica delle rive, attraverso le opere per la riduzione del rischio idraulico previste, in riva destra e in riva sinistra, dal sopra citato PGRA114;
  2. b. recuperare ai fini naturalistici, agricoli, ricreativi e sociali le aree rivierasche rimodellate a seguito degli interventi di cui al precedente punto, con particolare riferimento all'oasi naturalistica della Garzaia, istituita dall'Amministrazione Comunale di Figline Valdarno115 e presente in località Carresi, per la quale vanno riprese e specificate le politiche di tutela delineate dal PTC;
  3. c. potenziare le relazioni ecologiche e funzionali tra le aree fluviali e le aree pedecollinari in destra e in sinistra d'Arno;
  4. d. prevedere appositi percorsi ciclopedonali di collegamento tra la prevista ciclopista dell'Arno, i centri abitati di Restone e Porcellino e le aree dell'ex miniera di Santa Barbara;
  5. e. in tutti gli insediamenti accentrati predisporre appositi spazi attrezzati, facilmente accessibili, per la raccolta differenziata dei rifiuti.

3.2. Aree rivierasche del Torrente Cesto

Come previsto dall'Autorità di bacino del Fiume Arno, il tratto terminale delle aree rivierasche del Torrente Cesto, a ovest della linea ferroviaria lenta Firenze - Roma e della SR 69 "Valdarno", costituisce un ambito territoriale da sottoporre a interventi di regimazione idraulica atti a consentire un corretto deflusso delle acque in prossimità della sezione di chiusura del bacino omonimo.

3.3. Aree dell'ex miniera di Santa Barbara

Le aree dell'ex miniera di Santa Barbara, che si estendono anche nel Comune di Cavriglia, costituiscono un ambito territoriale da sottoporre a politiche di recupero ambientale e di qualificazione paesaggistica, finalizzate al superamento delle condizioni di degrado conseguenti alla cessazione delle attività di escavazione. Al loro interno vige il Progetto di recupero ambientale predisposto da Enel116, che interessa le aree di proprietà dell'ente.

Le politiche di recupero ambientale devono perseguire prioritariamente:

  1. a. la riconfigurazione morfologica e idrografica delle aree, in modo da definire una nuova struttura idrogeomorfologica, compiuta e funzionante;
  2. b. la riconfigurazione degli assetti ecologici e vegetazionali, in modo da garantire qualità alle componenti naturali biotiche e alle relazioni ecosistemiche;
  3. c. la salvaguardia e la valorizzazione delle componenti antropiche di valore storico e testimoniale, in modo da conservare, pure all'interno di una nuova configurazione paesaggistica, le residue componenti patrimoniali della struttura insediativa;
  4. d. l'utilizzazione delle aree per finalità agricole e forestali, in modo da prefigurare una nuova struttura agroforestale connessa a usi ricreativi compatibili.

In coerenza con gli esiti della Conferenza di copianificazione117 e compatibilmente con la LR 56/2011118, nelle aree ex minerarie sono consentiti interventi che comportano consumo di suolo nei casi e alle condizioni di seguito specificate; il PO definisce compiutamente le suddette condizioni e localizza gli interventi in coerenza con le disposizioni statutarie e strategiche del PS, nonché con le limitazioni e le disposizioni delle norme sovraordinate:

TR4.1 - Aree di recupero Santa Barbara:

utilizzo di terreni, adeguatamente individuati tra quelli di minore qualità naturale ed ecosistemica, di minore pregio paesaggistico e di minore visibilità dalla distanza, per l'installazione di impianti fotovoltaici, con utilizzo dell'energia prodotta per alimentare, a costi contenuti e competitivi, le strutture produttive del territorio, con particolare riferimento a quelle dell'area industriale - artigianale di Lagaccioni.

Gli interventi, che interesseranno in particolare l'area de Le Borra, saranno localizzati dagli strumenti della pianificazione urbanistica previo schema direttore corredato da uno studio di fattibilità economica e di contenimento degli impatti paesaggistici, evitando eccessive concentrazioni e privilegiando un modello a rete che utilizzi aree sufficientemente distribuite sul territorio.

3.4. Nei centri abitati di Restone e Porcellino il PO definisce interventi di qualificazione ecologica con particolare attenzione a:

  1. a. contenere gli impatti generati dal traffico veicolare: attraverso la riorganizzazione e il potenziamento del trasporto pubblico (soprattutto lungo il sistema urbano di fondovalle e nei collegamenti con le stazioni ferroviarie), limitazioni alla velocità di transito anche con interventi strutturali sulle carreggiate stradali, razionalizzazione e gerarchizzazione della rete viaria per separare il traffico di attraversamento da quello di distribuzione (anche attraverso il completamento della SP 14 "Delle Miniere"), chiusura degli anelli stradali incompiuti, creazione di percorsi ciclopedonali connessi a Restone con la ciclopista dell'Arno e a Porcellino con Cavriglia e con San Giovanni Valdarno;
  2. b. mitigare l'inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti civili e industriali nelle aree urbanizzate, favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività industriali e artigianali alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti;
  3. c. prevedere negli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia il rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi, tipologici ed impiantistici dettati dalle vigenti norme regionali in materia di sostenibilità ambientale119.

3.5. Aree di recupero ambientale

3.5.1. Il PO definisce compiutamente il perimetro delle aree sottoposte a recupero ambientale nei seguenti siti, subordinandone il riutilizzo alla conclusione delle operazioni di bonifica e di recupero: area ex mineraria di Santa Barbara; aree comprese tra l'Arno e la ferrovia lenta, già interessate dalla escavazione di inerti.

3.5.2. Il PO verifica compiutamente, altresì , i siti interessati da inquinamento del suolo indicati nella Tavola STRE2 e, se del caso, definisce specifiche disposizioni che ne subordinano l'uso alla conclusione delle operazioni di bonifica.

4. Sistema territoriale

4.1 Costituiscono servizi e attrezzature di rilievo territoriale ai sensi del PTCP vigente120, con capacità di attivare o potenziare funzioni sovra comunali, le seguenti aree: sottostazione elettrica FS Renacci-Figline (esistente). In coerenza con quanto disposto dal PTC della Provincia di Firenze121 il Piano operativo può precisare i perimetri delle suddette aree.

4.2. Gli assetti territoriali delle aree di confine a Porcellino e nelle aree ex minerarie di Santa Barbara devono essere definiti dal PO previo coordinamento con i comuni di Cavriglia (FI) e San Giovanni Valdarno (AR).

4.3. Anche ai fini dell'istituzione di un'area naturale protetta122, gli assetti territoriali delle aree rivierasche dell'Arno devono essere definiti, dal PO, previo coordinamento con i Comuni di San Giovanni Valdarno (AR) e Castelfranco Piandiscò (AR).

4.4. Le aree della ex miniera di Santa Barbara costituiscono un ambito territoriale con rilevanti potenzialità ricreative e di produzione energetica da fonte rinnovabile123. Le potenzialità energetiche, in particolare, sono da valutare come approvvigionamento, a costo contenuto, per il sistema produttivo comunale e, in modo particolare, dell'area di Lagaccioni, aumentandone la competitività e l'attrattività.

5. Sistema insediativo

5.1. Centro abitato di Restone

Il centro abitato di Restone deve essere qualificato attraverso servizi di base compatibili con la dimensione dell'insediamento e attraverso la configurazione di una piccola centralità urbana imperniata sul centro polivalente e circolo ricreativo.

Anche con riferimento al precedente punto 3.4.a del presente articolo, sono da limitare gli innesti della viabilità urbana sulla SR 69 "Valdarno".

5.2. Centro abitato di Porcellino

Il centro abitato di Porcellino deve essere qualificato, in stretta relazione al sistema insediativo che si sviluppa nei territori comunali di Cavriglia e di San Giovanni Valdarno, sulla base di due esigenze prioritarie:

  1. a. alleggerimento della pressione insediativa sul Borro di San Cipriano;
  2. b. limitazione delle interferenze viabilistiche e funzionali con la SR 69 "Valdarno", anche attraverso il completamento della SP 14 "Delle Miniere".

5.3. Gli edifici matrice dell'identità storico culturale, di cui alla Tavola QC2.5.1, devono essere tutelati e valorizzati anche in funzione dell'escursionismo culturale e del turismo ambientale. A tale fine il PO prevede una apposita disciplina per i seguenti complessi edilizi e per le relative aree di pertinenza paesaggistica: Chiese di S. Maria a Tartigliese e S. Maria a Ripalta.

5.4. Dimensionamento del sistema insediativo

Il dimensionamento del sistema insediativo relativo all'UTOE di Restone e Porcellino è definito nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

5.5. Dotazioni minime di spazi pubblici nel sistema insediativo

5.5.1. Il PO assicura le seguenti dotazioni minime di standard ai sensi del D.M. n° 1444/1968:

  1. a. insediamenti residenziali: 35 mq/abitante124;
  2. b. insediamenti artigianali e/o industriali: 10% della superficie territoriale;
  3. c. insediamenti commerciali e direzionali: 80% della SUL

5.5.2. Il PO favorisce comunque la realizzazione di servizi privati convenzionati di pubblica utilità.

6. Sistema infrastrutturale

6.1. Autostrada A1 e linea ferroviaria Direttissima Firenze - Roma

Il PS recepisce il potenziamento dell'Autostrada A1 attraverso la realizzazione della terza corsia, prescrivendo, tuttavia, misure finalizzate a mitigare gli impatti generati dall'opera. In particolare:

  1. a. mantenimento e potenziamento di barriere vegetali ad alta densità di impianto lungo il tracciato autostradale, quali macchie di bosco connesse alla vegetazione ripariale, alla vegetazione lineare limitrofa alla linea ferroviaria Direttissima, alla vegetazione lineare trasversale che connette il fondo valle alle aree boscate pedecollinari. Devono comunque essere preservate, in coerenza con l'Allegato A alla presente Disciplina, le visuali panoramiche sui principali elementi identitari del patrimonio territoriale;
  2. b. ricostruzione degli edifici demoliti o fortemente danneggiati a seguito dei lavori di ampliamento della piattaforma autostradale, anche con delocalizzazione delle volumetrie ove la ricostruzione fosse inibita da norme sovraordinate.

6.2. Strada Regionale 69 "Valdarno"

Gli impatti generati dal traffico di attraversamento della SR 69 "Valdarno" nei centri abitati di Restone e Porcellino, devono essere mitigati limitando la velocità attraverso idonei strumenti fisici, ambientali e integrati125 e limitando le interferenze con la viabilità di penetrazione e di distribuzione urbana.

In particolare sono da prevedere interventi strutturali per migliorare l'innesto di Via di Restone sulla suddetta SR 69, anche attraverso la realizzazione di una rotatoria stradale.

6.3. Strada Provinciale 14 "Delle Miniere"

Deve essere completata la variante alla SP 14 "Delle Miniere", onde consentire il collegamento diretto tra la rotatoria di Cetinale e la SR 69, evitando l'attraversamento di Porcellino da parte del traffico pesante e favorendo l'accesso alle aree dell'ex miniera di Santa Barbara.

6.4. Viabilità minore

6.4.1. Le strade vicinali devono essere oggetto di una ricognizione dettagliata, finalizzata a verificarne il regime giuridico e l'accessibilità al pubblico.

L'Amministrazione Comunale promuove la costituzione di appositi consorzi per la manutenzione delle strade vicinali, favorendone la percorribilità pubblica, quanto meno pedonale e ciclabile.

6.4.2. Con utilizzo della viabilità minore esistente, il PO individua una rete di percorsi per la mobilità lenta nel territorio rurale (percorsi pedonali e/o ciclabili, ippovie), capaci, tra l'altro, di rafforzare le connessioni trasversali con le aree dell'ex miniera di Santa Barbara.

6.5. Mobilità dolce

6.5.1. Per favorire una mobilità alternativa tra aree che offrono servizi di pubblico interesse e per rafforzare le relazioni tra le diverse componenti del sistema urbano di fondovalle, il PO prevede percorsi ciclopedonali di collegamento tra i centri abitati di Restone e Porcellino con la ciclopista dell'Arno.

113. Autorità di Bacino del Fiume Arno, Comitato Istituzionale, Delibera 03.03.2016, n. 235, Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA)

114. Autorità di Bacino del Fiume Arno, Comitato Istituzionale, Delibera 03.03.2016, n. 235, Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA)

115. Del. CC del 13.02.2003, n. 4

116. "Progetto per il recupero ambientale della miniera di Santa Barbara nei Comuni di Cavriglia (AR) e Figline Valdarno (FI) - costruzione dei bacini di Castelnuovo dei Sabbioni e Allori all'interno della miniera di Santa Barbara - riassetto idrografico e morfologico dell'area di miniere", approvato dalla Regione Toscana con Decreto Dirigenziale 416 del 09/02/2010 "Autorizzazione alla realizzazione del piano di recupero ambientale della concessione Santa Barbara nei Comuni di Cavriglia e Figline Valdarno".

117. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

118. Legge regionale 4 novembre 2011, n. 56, "Modifiche alla LR 21 marzo 2011, n. 11". In particolare vedi Allegato A

119. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i)

120. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze , Norme di attuazione, art. 24

121. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articolo 24, punti 3 e 5

122. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A12-Arno

123. Vedi precedente punto 3.3 del presente articolo

124. Esistenti 13,53 mq/abitante

125. Rotatorie, isole centrali, sezione stradale, arredo urbano, ecc.

Art. 3.18 UTOE 5 dei centri abitati minori dell'alta collina

1. Definizione

L'Unità territoriale organica elementare dei centri abitati minori dell'alta collina occupa tutto il settore occidentale del territorio comunale e comprende i centri abitati di Poggio alla Croce, Brollo vecchia, Ponte agli Stolli.

2. Finalità

2.1. Il PS persegue la qualificazione ecologica, strutturale e funzionale dell'UTOE dei centri abitati minori dell'alta collina attraverso le seguenti azioni strategiche prioritarie:

  1. a. valorizzazione dei caratteri naturali, escursionistici e ricreativi, con particolare riguardo alle aree di Monte Muro - Poggio Citerna126 e Monte Lisoni - Monte Acuto127, anche nella prospettiva della istituzione di due aree naturali protette di livello sovracomunale da coordinare, rispettivamente, con i Comuni di Rignano sull'Arno - Greve in Chianti e Greve in Chianti - Cavriglia;
  2. b. caratterizzazione di ruolo dei centri abitati minori quali:
  3. b.1. avamposti per la fruizione delle aree naturali di Monte Muro - Poggio Citerna e di Monte Lisoni - Monte Acuto;
  4. b.2. avamposti per l'accesso pedonale ai luoghi della memoria di Pian d'Albero;
  5. b.3. capisaldi urbani del settore occidentale del territorio comunale e sedi di servizi pubblici decentrati e di servizi privati di uso pubblico;
  6. c. sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale, fondata sulla centralità delle attività agricolo-forestali e delle relative attività connesse.

2.2. Le suddette azioni, che trovano più dettagliata definizione nei punti che seguono in relazione al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo e al sistema infrastrutturale, sono recepite e specificatamente disciplinate, nelle loro implicazioni urbane e territoriali, dagli strumenti della pianificazione urbanistica in coerenza con le disposizioni statutarie del PS e con le indicazioni strategiche indicate nella Tavola STRA2.

3. Sistema ambientale

3.1. Le aree di alta collina del settore occidentale costituiscono il principale bacino di naturalità del territorio comunale, grazie all'ubicazione marginale rispetto alle aree urbanizzate di fondovalle, alla conseguente rarefazione del sistema insediativo, alla presenza estesa di coperture boschive alternate a terreni scoperti con prati, arbusteti o colture arboree. Questi caratteri, estesi al territorio dei Comuni limitrofi di Rignano sull'Arno, Greve in Chianti e Cavriglia, devono essere specificatamente salvaguardati dal PO e valorizzati attraverso politiche coordinate di livello sovracomunale. L'Amministrazione Comunale di Figline e Incisa Valdarno opera pertanto, in coerenza con il PTC della Provincia di Firenze e sviluppando le politiche di tutela ivi delineate, per favorire l'istituzione di due aree naturali protette nelle aree di Monte Muro - Poggio Citerna e di Monte Lisoni - Monte Acuto, previa concertazione, programmatica e procedurale, con i suddetti Comuni.

3.2. Lungo i Fossi di Massone, Doccia, Cappiano, Parco, Moriano, Cafaggio, Macchie, Fracassi, Granchia, Dell'Alberaia, Cesto e Prati il PO, anche in ampliamento delle aree a più elevata pericolosità idraulica, individua aree di stretta pertinenza dei corsi d'acqua che svolgono funzioni ecologiche e ricreative, inibendo al loro interno, se del caso, nuovi interventi edificatori e promuovendo il recupero delle rive.

3.3. Nei centri abitati il RU definisce interventi di riqualificazione ecologica con particolare attenzione a:

  1. a. favorire la presenza di spazi verdi, con funzioni sistemiche di raccordo ecologico con le aree rurali limitrofe;
  2. b. mitigare l'inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti civili, favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti;
  3. c. prevedere negli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia il rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi, tipologici ed impiantistici dettati dalle vigenti norme regionali in materia di sostenibilità ambientale128;
  4. d. prevedere appositi spazi attrezzati e facilmente accessibili per la raccolta differenziata dei rifiuti.

3.4. Il PO sottopone a salvaguardia i principali coni visivi che consentono visuali panoramiche dalla SP 16 "Chianti Valdarno", dalla SP 56 "Del Brollo e di Poggio alla Croce" e dalle strade comunali "Del Massone", "Di Castagneto", "Di Montescalari", "Di Gaville" e "Di Castiglione", dettando apposite disposizioni allo scopo (mantenimento degli spazi aperti limitrofi, disposizione sulle recinzioni e sulla vegetazione, ecc.).

4. Sistema territoriale

4.1. Costituiscono servizi e attrezzature di rilievo territoriale ai sensi del PTCP vigente129, con capacità di attivare o potenziare funzioni sovra comunali, le seguenti aree: Museo della Civiltà contadina di Gaville (esistente). In coerenza con quanto disposto dal PTC della Provincia di Firenze130 il Piano operativo può precisare i perimetri delle suddette aree.

4.2. Gli assetti urbani e territoriali delle aree di confine a Poggio alla Croce devono essere definiti dal PO previo coordinamento con il Comune di Greve in Chianti.

4.3. Nella prospettiva dell'istituzione di aree naturali protette131, gli assetti territoriali delle aree di confine di Monte Muro - Poggio Citerna e di Monte Lisoni - Monte Acuto devono essere definiti previo coordinamento con i Comuni di Rignano sull'Arno, Greve in Chianti e Cavriglia.

5. Sistema insediativo

5.1. Centri abitati minori di Poggio alla Croce, Brollo vecchia, Ponte agli Stolli

La qualificazione dei centri abitati minori di Poggio alla Croce, Brollo e Ponte agli Stolli presuppone il blocco della crescita insediativa e la definizione di strutture urbane compiute, riconoscibili e dotate di specifiche caratterizzazioni di ruolo. Al loro interno:

  1. a. sono da valorizzare i luoghi centrali, supportati da spazi di sosta ubicati in aree di frangia facilmente raggiungibili tramite percorsi pedonali;
  2. b. devono essere create fermate attrezzate del servizio di trasporto pubblico extraurbano;
  3. c. deve essere favorita la presenza di strutture polifunzionali di pubblica utilità capaci di garantire servizi di base, con particolare riguardo alle strutture dell'associazionismo di base e agli empori polifunzionali.

5.2. Insediamenti accentrati con caratteri rurali: Gaville, Castiglione

La valorizzazione del carattere rurale degli insediamenti rurali accentrati di Gaville (vecchia e nuova) e di Castiglione deve essere garantita prioritariamente attraverso le seguenti azioni:

  1. a. salvaguardando la riconoscibilità morfotipologica degli insediamenti ed evitando la loro evoluzione verso modelli insediativi urbani anche attraverso il mantenimento, al loro interno e la loro intorno, di spazi aperti destinati alle attività agricole o connesse all'agricoltura;
  2. b. integrando gli insediamenti di impianto recente con spazi aperti e percorsi che si adattino alla morfologia dei siti e privilegiando, nella realizzazione di spazi per la sosta veicolare, aree di piccole dimensioni poco strutturate;
  3. c. sostenendo la creazione di esercizi commerciali di vicinato e di strutture di ristoro quali sbocchi privilegiati della filiera corta agricola locale, favorendone comunque l'evoluzione in empori polifunzionali o in strutture capaci di assolvere una pluralità di funzioni di pubblico interesse.

5.3. Gli edifici matrice dell'identità storico culturale, di cui alla Tavola QC2.5.1, devono essere tutelati e valorizzati anche in funzione dell'escursionismo culturale e del turismo ambientale. A tale scopo il PO prevede un'apposita disciplina per i seguenti complessi edilizi e per le relative aree di pertinenza paesaggistica: Pieve di S. Romolo a Gaville, Badia di Montescalari, Chiese di S. Cerbone a Castagneto, S. Martino a Torreggi, S. Miniato a Celle, S. Pietro al Terreno, S.Stefano a Borri; Castelli di Gaville e di Celle; Fattoria di Castagneto e S. Leo.

5.4. Dimensionamento del sistema insediativo

Il dimensionamento del sistema insediativo nell'UTOE dei centri abitati minori dell'alta collina è definito nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

In coerenza con gli esiti della Conferenza di copianificazione132, nel territorio rurale sono consentiti interventi che comportano consumo di suolo nei casi e alle condizioni di seguito specificate; il PO definisce compiutamente le suddette condizioni e localizza gli interventi in coerenza con le disposizioni statutarie e strategiche del PS, nonché con le limitazioni e le disposizioni delle norme sovraordinate:

TR 5.1 - Castagneto: realizzazione di una struttura ricettiva con capienza fino a 100 posti letto, attraverso il recupero delle costruzioni esistenti, e realizzazione di nuove costruzioni interrate con una SUL massima di 500 mq per attività complementari alla ricettività.
L'intervento deve configurarsi compatibile con le condizioni geomorfologiche (in particolare: stabilità delle scarpate) e garantire la tutela dei caratteri tipologici e architettonici degli edifici esistenti, quali elementi significativi e identitari del patrimonio territoriale. Le aree per la sosta veicolare, dimensionate per le effettive necessità, non devono compromettere l'integrità della percezione visiva e devono mantenere la permeabilità del terreno.
I nuovi assetti territoriali devono garantire il carattere distintivo di gerarchia tra edificio storico principale e nuove costruzioni, ancorché interrate, assicurando la leggibilità del sistema e la riconoscibilità dei nuovi inserimenti, anche attraverso la proposizione di un linguaggio architettonico contemporaneo. I caratteri morfotipologici della nuova struttura ricettiva, così come i caratteri architettonici delle costruzioni e degli spazi aperti pertinenziali, devono mostrarsi coerenti con gli assetti storicizzati dell'alta collina. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.

5.5. Dotazioni minime di spazi pubblici nel sistema insediativo

5.5.1. Il PO provvede ad assicurare le seguenti dotazioni minime di standard ai sensi del D.M. n° 1444/1968:

  1. a. insediamenti residenziali: 45 mq/abitante133;
  2. b. insediamenti artigianali e/o industriali: 10% della superficie territoriale;
  3. c. insediamenti commerciali e direzionali: 80% della SUL

5.5.2. Il RU favorisce comunque la realizzazione di servizi privati convenzionati di pubblica utilità.

6. Sistema infrastrutturale

6.1. SP 16 "Chianti Valdarno"

Gli impatti generati dal traffico di attraversamento nei centri abitati devono essere attenuati attraverso provvedimenti tesi a limitare la velocità veicolare anche attraverso idonei strumenti fisici, ambientali e integrati134 e limitando le interferenze con la viabilità di penetrazione e di distribuzione urbana.

6.2. Viabilità minore

Le strade vicinali devono essere oggetto di una ricognizione dettagliata, finalizzata a verificarne il regime giuridico e l'accessibilità al pubblico.

L'Amministrazione Comunale promuove la costituzione di un apposito consorzio per la manutenzione delle strade vicinali, favorendone la percorribilità pubblica, quanto meno pedonale e ciclabile.

La viabilità panoramica che risale i versanti di Monte Muro - Poggio Citerna a nord e di Monte Lisoni - Monte Acuto a sud deve essere tutelata, con particolare riguardo alle visuali che si aprono su prati, pascoli, arbusteti e sulle componenti della struttura insediativa con maggiore significato identitario.

I sentieri storici devono essere salvaguardati con apposita disciplina e valorizzati ai fini escursionistici (in particolare: "Poggio alla Croce - Pian d'Albero", "S. Andrea a Campiglia - Pian d'Albero - Montescalari" e "Gaville - Monte Lisoni").

6.3. Mobilità dolce

Con utilizzo della viabilità minore esistente, il PO individua una rete di percorsi per la mobilità lenta attraverso il territorio rurale (sentieri pedonali e ciclabili, ippovie).

126. Ricadenti nell'Ambito di reperimento per l'istituzione di parchi, riserve e aree protette di interesse locale del PTC "Ao8 - Colline fiorentine"

127. Ricadenti nell'Ambito reperimento per l'istituzione di parchi, riserve e aree protette di interesse locale del PTC "Ao4 - Monti del Chianti" e del SIR - pSIC "Monti del Chianti" - IT5190002

128. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i.

129. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze , Norme di attuazione, art. 24

130. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articolo 24, punti 3 e 5.

131. Vedi punto 3.1 del presente articolo

132. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

133. Esistenti 27,37 mq/abitante

134. Rotatorie, isole centrali, sezione stradale, arredo urbano, ecc.