Disciplina di Piano online


Art. 3.2 Definizione e modalità operative

1. Gli indirizzi per le politiche territoriali concernono politiche di settore coordinate, riferite all'intero territorio comunale, che interessano i seguenti ambiti programmatici: sistema territoriale di area vasta, sistema ambientale, sistema energetico, sistema sociale, sistema rurale, sistema produttivo, sistema insediativo, sistema infrastrutturale.

2. Il coordinamento di tali politiche avviene intorno alle seguenti opzioni di base:

  • - Territorio comunale concepito quale "avamposto" settentrionale della città reticolare del Valdarno superiore verso l'area fiorentina, attraverso:
    • - valorizzazione dell'Arno e delle aree rivierasche nella prospettiva del futuro parco fluviale metropolitano;
    • - potenziamento e qualificazione delle infrastrutture di collegamento nell'ambito del servizio metropolitano integrato di trasporto;
    • - recupero del patrimonio edilizio esistente e riorganizzazione dei centri abitati per migliorare la qualità insediativa e far fronte a parte della domanda generata dai flussi migratori nella direttrice Firenze-Valdarno Superiore.
  • - Territorio comunale come ambito di politiche integrate centrate sulla qualità territoriale, attraverso:
    • - tutela e valorizzazione delle componenti rappresentative dell'identità territoriale di lunga durata e in particolare di:
      • - centri storici di Figline e Incisa, quali capisaldi della struttura insediativa e della sua riorganizzazione funzionale: nella conurbazione lineare di fondovalle, in particolare, essi assolvono la funzione di principali elementi direttori e ordinatori, costituendo riferimenti ineludibili nella gerarchizzazione degli spazi urbani;
      • - aree collinari, con particolare riguardo ai ripiani di mezza costa, quali ambiti per una moderna agricoltura polifunzionale e per attività turistiche, escursionistiche, ricreative, culturali e sociali compatibili;
    • - recupero e qualificazione delle componenti rappresentative dell'identità territoriale recente e in particolare di:
      • - area artigianale e industriale di Lagaccioni, quale componente propulsiva dell'economia manifatturiera locale;
      • - aree ex minerarie di Santa Barbara, quali ambito di riorganizzazione ecologica, morfotipologia e funzionale ai fini naturalistici, agricoli, sportivi, ricreativi ed energetici.

3. L'Amministrazione Comunale rende operativo il coordinamento delle politiche territoriali rafforzando il proprio ruolo di indirizzo nei processi di sviluppo locale, anche attraverso forme pattizie o di partnership pubblico-privato, e promuovendo:

  • - forme di cooperazione volontaria tra i soggetti (singoli o associati) che agiscono sul territorio;
  • - nuove forme esemplari di vita e di lavoro;
  • - la cooperazione interistituzionale, in coerenza con le politiche territoriali del PIT e del PTC e sulla base di intese programmatiche, a geometria variabile, con i comuni limitrofi.

4. Fatte salve le competenze sovraordinate, il coordinamento delle politiche territoriali informa anche le azioni programmatiche di soggetti, pubblici o privati, diversi dalla Amministrazione Comunale. A tale scopo, la coerenza di tali azioni nei confronti delle suddette politiche deve essere espressamente attestata dai relativi atti amministrativi.

5. Le implicazioni territoriali delle politiche di settore, ove direttamente configurabili, sono specificatamente disciplinate dalla Parte Terza, Titolo II, delle presenti norme (Disciplina delle unità territoriali organiche elementari - UTOE).

Art. 3.3 Sistema territoriale di area vasta

1. La strategia definita dal PS, per qualificare il territorio comunale nell'area vasta di riferimento, è volta a rafforzarne il carattere strutturale e funzionale quale "parte integrante della città reticolare del Valdarno superiore" e, al tempo stesso, quale "avamposto" del Valdarno superiore nei confronti del settore centrale dell'area metropolitana fiorentina.

Tale carattere si esplica, in primo luogo, attraverso:

  • - il riconoscimento dell'Arno quale elemento generatore degli assetti territoriali e principale infrastruttura ecologica dell'area, riferimento costante per le politiche di assetto delle rive e dell'entroterra collinare, risorsa plurima da concepire nell'ottica del futuro parco fluviale metropolitano, inteso quale strumento straordinario per la gestione delle risorse territoriali.
    L'Arno, così inteso, costituisce la componente identitaria più profonda dell'intera vallata (detta, appunto "Valdarno"), mentre le sue rive costituiscono, tra l'altro, direttrici di raccordo della mobilità lenta (pista ciclopedonale) e trait d'union tra insediamenti frontistanti (Pian dell'Isola di Rignano e Incisa; Matassino di Figline, Castelfranco, Reggello; Porcellino di Figline, Cavriglia e San Giovanni Valdarno);
  • - la qualificazione e la razionalizzazione dei raccordi tra il territorio comunale e le principali infrastrutture che lo collegano, storicamente, a Firenze e all'intero sistema insediativo di fondovalle: linea ferroviaria, Direttissima e lenta, con relative stazioni; ciclopista dell'Arno, adeguatamente raccordata ai centri abitati; Autostrada del Sole, con aggancio ai caselli attraverso le varianti stradali e il nuovo ponte sull'Arno (così come licenziato dalla Conferenza di copianificazione18);
  • - la messa a punto di un'offerta territoriale integrata, incentrata su:
    • - l'area artigianale/industriale di Lagaccioni, da qualificare nei caratteri ecologici/morfologici/funzionali come area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA) e da aprire a nuove attività di servizio, quale principale polo produttivo comunale;
    • - il territorio agricolo collinare, attrattivo per la qualità del paesaggio e per il richiamo internazionale esercitato da importanti strutture di accoglienza (Loppiano, Norcenni), produttore di cibi di qualità e luogo di ricettività diffusa, quale componente economica strettamente correlata e complementare;
    • - i servizi e le attrezzature di rilevanza sovra comunale, da qualificare e valorizzare quali riferimento di un'utenza a geometria variabile, ma, allo stesso tempo, da integrare sempre più nel territorio di cui costituiscono espressioni di eccellenza (Loppiano, con il centro congressi e l'Università Sophia, Norcenni, Ospedale Serristori, Teatro Garibaldi, Isis Vasari, ecc.19).

La suddetta strategia trova specifica definizione nella disciplina relativa alle singole UTOE.

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore della Amministrazione Comunale e dal PO, nel rispetto delle disposizioni statutarie e sulla base delle specifiche disposizioni relative alle singole UTOE, sono i seguenti:

  1. a. Aree rivierasche dell'Arno: il PO concepisce le aree rivierasche come ambito sperimentale di politiche ambientali, culturali, sociali e produttive incentrate sulla valorizzazione del fiume e ne coordina la disciplina con i comuni limitrofi. Il coordinamento deve essere attivato con i comuni di Rignano, Reggello, Castelfranco Piandiscò e San Giovanni Valdarno per la gestione delle aree rivierasche, con particolare riferimento a: regimazione idraulica con relative opere spondali e casse di laminazione; scarichi e qualità delle acque; piste ciclabili; strutture agricole, ricreative e culturali compatibili; spazi aperti residui tra le urbanizzazioni e il fiume; sistemi insediativi tranfrontalieri o fronti stanti, quali Pian dell'Isola - The Mall - Mandò; Incisa - Ciliegi; Figline - Matassino; Porcellino - Santa Barbara - San Giovanni Valdarno.
  2. b. Ambiti di reperimento per l'istituzione di parchi, riserve e aree naturali protette di interesse locale della dorsale occidentale20: il PO riconosce tali ambiti quali aree a forte caratterizzazione naturale e li valorizza quali luoghi di escursionismo a ridosso dell'area fiorentina e chiantigiana, riprendendo e specificando le politiche di tutela delineate dal PTC. In particolare:
    • - ambito di reperimento Colline fiorentine21: interessa, oltre ai territori comunali limitrofi di Bagno a Ripoli, Rignano sull'Arno e Greve in Chianti, tutta la fascia di alta collina nord-occidentale di Monte Muro e Poggio Citerna, fino a Poggio alla Croce;
    • - ambito di reperimento Monti del Chianti22: interessa prevalentemente il territorio comunale di Greve in Chianti, ma si estende nella parte sud-occidentale del territorio comunale includendo un'area già individuata come SIR Monti del Chianti23.
  3. c. Territorio comunale come direttrice strategica del sistema di trasporto regionale e nazionale24: il PO valorizza e qualifica il suddetto sistema soprattutto nei raccordi locali attraverso:
    • - la mitigazione degli effetti ambientali prodotti dalle infrastrutture (frammentazione ecologica, paesaggistica e funzionale, dovuta alla rottura delle relazioni trasversali monte-valle e alla creazione di barriere longitudinali parallele all'Arno; marginalizzazione delle aree rivierasche; inquinamento acustico, atmosferico e visuale);
    • - il miglioramento dei raccordi tra le grandi infrastrutture e il territorio attraverso il potenziamento di specifiche cerniere di connessione da rendere facilmente accessibili (interconnessione Valdarno Nord nella linea ferroviaria Direttissima; stazioni di Incisa e Figline nella linea ferroviaria lenta; casello di Incisa nell'Autostrada del Sole; variante alla SR 69 Valdarno in destra idrografica e nuovo ponte sull'Arno a Figline25; SP n. 1 Aretina; ciclopista dell'Arno);
    • - la razionalizzazione e la sostenibilità, ambientale e paesaggistica, della viabilità storica di attraversamento e delle relative connessioni con la maglia di distribuzione locale.
  4. d. Polo produttivo di Lagaccioni: il PO ne persegue la qualificazione, previo risanamento idraulico, attraverso programmi che ne favoriscano la trasformazione in APEA (aree produttive ecologicamente attrezzate)26 e la valorizzazione quale principale motore propulsivo dell'economia manifatturiera locale negli ambiti urbani.
  5. e. Territorio rurale: il PO concepisce il territorio rurale come:
    • - luogo pregiato che rifugge la banalizzazione residenziale e sostiene la centralità delle attività agricole polifunzionali, capaci di combinare qualità del prodotto (soprattutto vino e olio) e qualità del paesaggio, accanto a funzioni turistiche, ricreative, sociali, culturali e produttive compatibili;
    • - elemento attrattivo per il turismo, gli investimenti e la localizzazione di attività compatibili;
    • - scenario qualificato della vita locale, fortemente integrato con i centri abitati di fondovalle e con le aree fluviali.
  6. f. Servizi e attrezzature di rilievo territoriale: specificatamente segnalate negli articoli che disciplinano le singole UTOE27 costituiscono "servizi e attrezzature di livello sovracomunale" ai sensi del PTC della Provincia di Firenze28 e sono da valorizzare quale offerta di servizi pregiati per residenti e visitatori. In particolare: Museo di arte sacra Oratorio del Crocificco, Raccolta di arte sacra della insigne Collegiata, Ospedale Serristori, ISIS Vasari, Teatro Garibaldi, Campeggio Norcenni, Museo della civiltà contadina.
  7. g. Aree di confine: il PO le concepisce come luoghi unitari a forte caratterizzazione di ruolo e le coordina con i comuni limitrofi. In particolare:
    • - Pian dell'Isola: area artigianale/industriale da coordinare con il Comune di Rignano sull'Arno;
    • - Matassino: struttura urbana da coordinare con i Comuni di Reggello e Castelfreanco Piandiscò;
    • - Le Valli: insediamento minore da coordinare con il Comune di Rignano sull'Arno;
    • - Porcellino: struttura urbana da coordinare con i Comuni di Cavriglia e San Giovanni Valdarno;
    • - Poggio alla Croce: struttura urbana da coordinare con il Comune di Greve in Chianti.

3. Coordinamento sovracomunale

Per favorire il perseguimento degli obiettivi sopra elencati, l'Amministrazione Comunale promuove un coordinamento con i Comuni limitrofi, con la Città Metropolitana, con la Provincia di Arezzo e con la Regione Toscana, finalizzandolo alla cooperazione interistituzionale, alla armonizzazione delle politiche territoriali e al monitoraggio, nel tempo, dell'efficacia delle azioni strategiche di rilevanza sovracomunale.

18. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

19. Vedi Tavola STR2

20. Come da PTC della Provincia di Firenze

21. Vedi PTC Provincia di Firenze: Ambito di reperimento A08 - Colline fiorentine

22. Vedi PTC Provincia di Firenze: Ambito di reperimento A04 - Monti del Chianti

23. Vedi PTC Provincia di Firenze: SIR 88 Monti del Chianti (IT 5190002) - oggi ZSC a seguito della LR 30/2015

24. Vedi Articolo 3.10 delle presenti norme

25. Licenziato dalla Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

26. LR 87/1998, art. 18, e RPGR 74R/2009, Regolamento in materia di Aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA)

27. Articoli da 3.14 a 3.18 delle presenti norme

28. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articoli 24 e 24 bis

Art. 3.4 Sistema ambientale

1. La strategia definita dal PS per il sistema ambientale è volta a recuperare relazioni di coerenza tra le componenti fisiche, naturali e antropiche che determinano la struttura e la funzionalità ecologica del territorio comunale, favorendo la conservazione, lo sviluppo e la differenziazione degli elementi naturali (biodiversità), nonché la conservazione, il potenziamento o il ripristino delle relazioni ambientali (connettività), nell'ambito delle misure per la difesa idrogeologica definite dal supporto geologico e idraulico al PS, nonché di modelli virtuosi inerenti gli stili di vita e le forme di utilizzazione del territorio (sostenibilità).

Essa trova specifica definizione nella disciplina relativa alle singole UTOE.

2. Obiettivi strategici di riferimento.

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore dell'Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni inerenti le trasformazioni territoriali (PA, piani aziendali, ecc.), sono:

  1. a. Potenziamento della biodiversità, da perseguire:
    • - conservando e qualificando i sistemi naturali e seminaturali, che costituiscono i principali serbatoi di naturalità, con particolare riferimento a: boschi, prati e arbusteti della dorsale occidentale; reticolo idrografico minore e relative sponde nella bassa e media collina; Arno, sponde e vegetazione ripariale nel fondovalle, dove la progettazione delle nuove casse di laminazione dovrà anche perseguire obiettivi di qualificazione naturalistica e di tutela della biodiversità. Il PO recepisce e sviluppa le politiche di tutela per le aree naturali protette (ZSC Monti del Chianti, ANPIL Garzaia) delineate dal PTC nella monografia relativa al Valdarno Superiore Fiorentino;
    • - qualificando il sistema forestale, attraverso il contrasto alla diffusione delle specie forestali alloctone, l'avviamento all'alto fusto o il miglioramento dei boschi cedui in base ai principi della gestione forestale sostenibile;
    • - garantendo sostegno all'agricoltura biologica e all'incremento della diversità ambientale nelle aree agricole a coltivazione intensiva (siepi, alberature, fasce di rispetto delle siepi, a regime sodivo e inerbite);
    • - creando sistemi reticolari del verde urbano articolati e continui, costituiti da aree pubbliche e private, attenti alla diversificazione ambientale e connessi al territorio rurale nonché, ove presenti, alle rive fluviali;
    • - promuovendo, attraverso azioni di formazione/informazione, modalità di gestione del verde privato (urbano o rurale) che prevedano l'uso di specie autoctone e di prodotti naturali, anche attraverso protocolli sottoscritti con singoli soggetti, condomini, esercenti di attività di vendita dei prodotti per l'agricoltura e il giardinaggio.
  2. b. Potenziamento della connettività, da perseguire:
    • - conservando e qualificando le principali unità funzionali delle reti ecologiche comunali e sovracomunali (in particolare: corridoio boscato della dorsale occidentale, corridoio fluviale dell'Arno, elementi trasversali);
    • - conservando e qualificando il reticolo idrografico minore trasversale che unisce, senza soluzioni di continuità, l'alta collina all'Arno e alle aree che ne costituiscono contesto fluviale29 (in particolare: Fosso del Salceto, Fosso del Burchio, Borro del Focardo30, Borro di Fracassi, Borro di Ponterosso, Fosso del Cesto);
    • - contenendo la frammentazione ambientale prodotta dalle grandi infrastrutture di trasporto del fondovalle attraverso la creazione di fasce verdi longitudinali ad alta densità di impianto e il mantenimento (o l'incremento) dei passaggi trasversali (corsi d'acqua minori e relative rive; viabilità; spazi aperti; aree agricole ubicate a monte e a valle delle infrastrutture, ecc.).
    • - riducendo il consumo di suolo e migliorando i livelli di permeabilità ecologica delle pianure alluvionali.
  3. c. Sostenibilità degli stili di vita e delle modalità d'uso del territorio, da perseguire:
    • - concependo le aree rivierasche dell'Arno quali ambiti per la sperimentazione di politiche territoriali sostenibili nella prospettiva del futuro parco fluviale metropolitano, con previsione di un'area naturale protetta denominata "Parco fluviale dell'Arno"31, che salvaguardi e valorizzi le specificità naturali dell' ANPIL della Garzaia32 e delle altre zone umide seminaturali di lungo fiume;
    • - prevedendo aree naturali protette collinari33:
      • - nella dorsale nord-occidentale34, previa concertazione, programmatica e procedurale, con i comuni limitrofi di Bagno a Ripoli, Greve in Chianti e Rignano;
      • - nei Monti del Chianti35, comprendendo la ZSC "Monti del Chianti"36, previa concertazione, programmatica e procedurale, con il Comune di Greve in Chianti;
    • - stipulando protocolli con gli operatori locali per combinare la qualità del territorio e del paesaggio rurale con la qualità delle produzioni agricole e delle altre attività compatibili con una moderna ruralità polifunzionale;
    • - garantendo sostegno alle certificazioni Ecolabel e alla creazione di aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA) negli insediamenti artigianali e industriali di Pian dell'Isola e di Lagaccioni;
    • - prevedendo specifiche misure di qualità ambientale riguardanti: permeabilità dei suoli, verde e connettività ecologica, approvvigionamento e risparmio idrico, risparmio energetico, fonti energetiche rinnovabili, inquinamento acustico, inquinamento del suolo e del sottosuolo, inquinamento elettromagnetico, scarichi idrici, rifiuti;
    • - promuovendo la gestione integrata del processo produzione-raccolta-smaltimento dei rifiuti e incentivando il compostaggio domestico e la raccolta differenziata, anche attraverso uno specifico regolamento comunale e appositi contenitori ubicati in posizioni strategiche, facilmente accessibili negli ambiti urbani e nel territorio rurale;
    • - promuovendo protocolli di sostenibilità energetica dei prodotti e dei processi, in campo agricolo, artigianale e industriale, con monitoraggio e diffusione dei risultati;
    • - prevedendo una rete per la mobilità dolce (piste ciclabili e percorsi pedonali) capace di garantire l'accesso alle aree centrali urbane e ai servizi e potenziando il trasporto pubblico su gomma, attraverso un servizio circolare tra i principali centri abitati;
    • - predisponendo un piano comunale di illuminazione pubblica, per favorire il risparmio energetico ed abbattere l'inquinamento luminoso, tutelando al contempo, soprattutto nel territorio rurale, la fauna selvatica e la qualità del paesaggio;
    • - promuovendo l'Atlante partecipato del patrimonio territoriale37, quale strumento di crescita della conoscenza diffusa, del presidio sociale del territorio e della percezione sociale del paesaggio.

3. Il PO recepisce e specifica le disposizioni dell'Allegato A alla presente Disciplina38 in relazione ai beni di cui all'articolo 142 del Dlgs 42/2004 ricadenti nel territorio comunale:

  • - territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 m dalla linea di battigia;
  • - fiumi, torrenti, corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal R.D. 11 dicembre 1933, n.1775, e relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;
  • - territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento;
  • - zone di interesse archeologico.

29. Vedi articolo 2.14 delle presenti norme

30. Borro del Focardo o Molinaccio o Moriano

31. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A12-Arno

32. Istituita con Del. CC del 13.02.2003, n. 4, e inserita nell'elenco ufficiale delle Aree Protette regionali con il 7° aggiornamento - 4° Programma regionale per le aree protette 2004-2007 (Del CR del 23.11.2004, n. 154). Ai sensi della LR 30/2015, art. 113, la Giunta Regionale abolirà le ANPIL e i Parchi Provinciali entro il 2017 e valuterà la loro ascrivibilità nel nuovo sistema regionale delle Aree protette (in qualità di Riserve o Parchi regionali), nella rete Natura 2000 ovvero soltanto negli strumenti della pianificazione locale

33. In coerenza con la previsione degli Ambiti di reperimento contenuta nel PTC della Provincia di Firenze

34. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A08-Colline fiorentine

35. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A04-Monti del Chianti

36. Vedi PTC Provincia di Firenze, SIR 88 Monti del Chianti (IT5190002)

37. Vedi articolo 2.2 delle presenti norme

38. Allegato A: PS - Disciplina dei beni paesaggistici

Art. 3.5 Sistema energetico

1. La strategia generale definita dal PS per il sistema energetico è volta al contenimento degli sprechi e al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici (in forma attiva e passiva) anche attraverso il ricorso alle tecniche della bioarchitettura. È volta, altresì, a incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili: in particolare energia idraulica, energia geotermica ed energia solare.

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore dell'Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono:

  1. a. progressiva riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera derivanti dalle funzioni, residenziali e produttive, presenti nel territorio, incentivando il ricorso a forme di risparmio energetico e di contenimento dei consumi termici ed elettrici nel patrimonio edilizio esistente attraverso:
    • - realizzazione di sistemi passivi integrati;
    • - miglioramento delle tecniche costruttive degli edifici;
    • - riqualificazione energetica e miglioramento dei processi produttivi.
    A tale scopo, il PO e il RE definiscono i requisiti minimi da rispettare negli interventi di recupero e di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, con particolare riferimento agli edifici specialistici e ai complessi edilizi di maggiore consistenza volumetrica, evitando che sia ridotta l'entità della radiazione solare già ricevuta dagli edifici e dalle relative pertinenze. Il PO e il RE, in particolare, applicano le norme per l'edilizia sostenibile di cui alla LR 64/2015 con le relative linee guida39 e definiscono incentivi economici e urbanistici in base ai livelli di risparmio energetico, alla qualità dei materiali e alle tecniche costruttive utilizzate.
  2. b. in coerenza con la normativa regionale e con le modalità da questa previste: incentivazione generalizzata delle fonti energetiche rinnovabili (FER), con particolare riguardo all'energia idraulica, all'energia geotermica e all'energia solare, secondo criteri di integrazione e di innovazione della qualità architettonica e paesaggistica, attraverso le seguenti azioni prioritarie, che il PO provvede a specificare e differenziare anche in funzione dei caratteri paesaggistici, con particolare attenzione per gli edifici e i complessi di valore storico-culturale:
    • - aree di nuovo impianto, interventi di rigenerazione, di riorganizzazione urbana, di recupero e di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente: ricorso alle FER, nel rispetto dei requisiti di base stabiliti dalle vigenti norme nazionali e regionali e delle specifiche disposizioni del PO, con particolare attenzione a:
      • - accesso ottimale della radiazione solare ai nuovi edifici;
      • - riduzione del carico solare termico estivo;
      • - utilizzazione ottimale dei venti prevalenti per la climatizzazione e il raffrescamento naturale degli edifici e degli spazi urbani;
      • - controllo del microclima, anche attraverso l'adeguata progettazione degli spazi aperti, con specifica attenzione alla composizione quantitativa e qualitativa delle formazioni vegetali.
    • - costruzioni esistenti::
      • - incentivi alla sostituzione parziale o totale della copertura e/o delle superfici verticali con sistemi di risparmio energetico e di produzione di energia solare;
      • - disposizioni per l'adozione di altri sistemi passivi capaci di favorire la captazione solare e il raffrescamento (serre solari, camini del vento, ecc.).
      Il PO dispone affinché le azioni suddette si realizzino, in particolare, nelle aree artigianali/industriali esistenti o di nuova previsione, all'interno delle quali i sistemi per la produzione di energia solare dovranno essere comunque sistematicamente incentivati.
  3. c. predisposizione di un piano comunale di illuminazione pubblica, per favorire il risparmio energetico, l'abbattimento dell'inquinamento luminoso e il ricorso a energie rinnovabili, anche attraverso la razionalizzazione degli impianti e il ricorso ad apposite lampadine e corpi illuminanti.
  4. d. tracciabilità energetica dei prodotti del territorio, con esplicitazione degli effetti compensativi derivanti dal ricorso a sistemi virtuosi di produzione e/o di risparmio energetico, quale requisito per l'adesione ai protocolli di qualità e alle azioni di valorizzazione promosse dall'Amministrazione Comunale.

3. Area mineraria Santa Barbara

Nell'area di Santa Barbara, già interessata dalle attività di escavazione mineraria e oggi sottoposta a recupero ambientale, l'Amministrazione Comunale, previo accordo con i soggetti proprietari, indirizza gli interventi di recupero alla creazione di un nuovo paesaggio di qualità e, in questa ottica, alla valorizzazione delle aree per finalità agricole, ricreative e, compatibilmente con la normativa regionale, energetiche. A tale scopo incentiva la creazione di impianti per la produzione di energia solare in aree a ridotto impatto visuale, privilegiando, in modo particolare, l'area Le Borra e provvedendo, se del caso, a contenerne la visibilità attraverso adeguate sistemazioni morfologiche e vegetazionali.

L'intervento è volto, prioritariamente, a garantire forniture di energia a prezzo contenuto alle aree produttive locali e, in modo particolare, a sostenere il rilancio dell'area artigianale e industriale di Lagaccioni.

39. Legge regionale 2014, n. 65, Norme per il governo del territorio, Titolo VIII, Capo I

Art. 3.6 Sistema produttivo

1. La strategia definita dal PS per il sistema produttivo è volta a rafforzare il carattere polifunzionale integrato del territorio comunale, basato su un'economia plurisettoriale industria-artigianato-commercio-turismo-agricoltura, e a favorire il radicamento territoriale delle aziende leader, finalizzandolo a introiettare nei prodotti il valore aggiunto della qualità territoriale.

Nell'ambito di questa strategia, che rifugge le lottizzazioni isolate e le superfetazioni incongrue a ridosso degli aggregati storici:

  • - l'area artigianale e industriale di Lagaccioni, aperta (previo risanamento idraulico e compatibilmente con le condizioni di rischio) a nuove attività ricreative e di servizio e opportunamente organizzata in polo produttivo integrato sotto forma di APEA, costituisce una componente propulsiva dell'economia comunale; accanto a quella di Lagaccioni, costituiscono realtà produttive importanti nel territorio comunale le aree artigianali e industriali di Burchio e Pian dell'Isola;
  • - le aree rurali polifunzionali della collina, incentrate sulle attività agricole e sulle connesse attività agrituristiche, ricreative, sociali e culturali, costituiscono componenti complementari dell'economia comunale e sono tese a sviluppare un'offerta territoriale integrata, fondata su prodotti40 e servizi41 di eccellenza, garantendo la qualità del paesaggio quale essenziale elemento attrattivo del territorio comunale. Nell'ambito della media collina costituiscono presenze inusuali, dotate di grande capacità attrattiva, ma scarsamente integrate con il territorio, il Centro di Loppiano, nell'immediato entroterra del centro abitato di Incisa, e il Camping Village Norcenni Girasole Club, nell'immediato entroterra del centro abitato di Figline;
  • - le aree fluviali dell'Arno, per le quali sono da perseguire interventi di salvaguardia e di qualificazione degli spazi aperti e da favorire interventi che rafforzino le relazioni ecologiche e funzionali con le aree collinari, costituiscono ambiti sperimentali di politiche sostenibili, fondate sulle attività agricole compatibili e, in vicinanza agli ambiti urbani, su attività turistiche e ricreative connesse alla presenza del fiume.

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore dell'Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono:

  1. a. sistema artigianale e industriale:
    • - qualificazione e innovazione del tessuto produttivo artigianale e industriale, con particolare riguardo a:
      • - rafforzamento delle relazioni tra le strutture produttive-commerciali di Pian dell'Isola, il limitrofo sistema produttivo polifunzionale del Comune di Rignano sull'Arno e il sistema degli outlet della moda del Comune di Reggello, soprattutto attraverso l'offerta formativa e professionalizzante;
      • - completamento e qualificazione ecologica e morfologica delle strutture produttive di Burchio;
      • - mantenimento e valorizzazione produttiva dello stabilimento Pirelli, che segna la chiusura, a sud, del centro abitato di Figline;
      • - messa in sicurezza idraulica, recupero edilizio e funzionale, qualificazione ecologica e morfologica, rilancio economico e produttivo dell'area di Lagaccioni come luogo di lavoro e di competenze, attraverso l'integrazione delle strutture artigianali-industriali con strutture di servizio alle imprese, strutture di formazione e di coworking, strutture ricreative e di ristoro, per la creazione di un polo produttivo integrato secondo i modelli delle APEA42; il suddetto polo è collegato ai raccordi delle grandi infrastrutture di trasporto (casello autostradale, stazione ferroviaria di Figline), usufruisce, oltre che delle energie rinnovabili producibili in loco, del supporto energetico degli impianti previsti nelle aree ex minerarie di Santa Barbara (in particolare Le Borra) ed è concepito come parte integrante, ma distinta e baricentrica, di una struttura insediativa di fondovalle che mantiene nei centri abitati di Incisa e di Figline i capisaldi urbani identitari, luoghi storici dell'abitare, delle relazioni sociali e dei principali servizi. A questi fini deve essere attivato un complesso di azioni coordinate, tra le quali assumono particolare rilevanza:
        • - il superamento delle condizioni di rischio idraulico, con possibilità di operare, nel frattempo, interventi di trasformazione fisica e funzionale consentiti dalla normativa vigente sul patrimonio edilizio esistente;
        • - la qualificazione ambientale attraverso il risparmio idrico ed energetico, la produzione di energia da fonti rinnovabili (FER)43, la gestione integrata e la raccolta differenziata dei rifiuti;
        • - la qualificazione del sistema degli spazi aperti e degli spazi pubblici, attraverso un progetto unitario che individui: varchi per potenziare le relazioni ecologiche trasversali fiume-collina, a partire dalle indicazioni contenute nella tavola STR1; percorsi ciclopedonali in condizioni di sicurezza e spazi attrezzati per la sosta ciclabile e pedonale; fermate attrezzate e concentrate del sistema di trasporto pubblico su strada; interventi coordinati di arredo urbano e di equipaggiamento degli spazi verdi;
        • - il sostegno alla digitalizzazione delle imprese e all'utilizzo della banda larga, nell'ambito di un potenziamento generale delle tecnologie della informazione e della comunicazione44;
        • - la caratterizzazione produttiva dell'area, incentrata sulla manifattura e sulle eccellenze artigianali e industriali della zona (in particolare pelletteria e moda), disincentivando la localizzazione degli esercizi commerciali e, in modo particolare, di quelli di vicinato, nonché i mutamenti di destinazione d'uso in favore della residenza;
        • - il miglioramento dell'efficienza infrastrutturale, attraverso: la gerarchizzazione della rete viaria; l'adeguamento dei parcheggi, degli spazi di manovra e degli spazi per il carico-scarico delle merci; la creazione di raccordi gerarchizzati con le principali infrastrutture di collegamento; la creazione di fermate attrezzate per il servizio di trasporto pubblico e il collegamento con le stazioni ferroviarie;
        • - le politiche volte a rafforzare l'attrattività dell'area e la convenienza all'insediamento delle imprese, favorendo i raccordi con le infrastrutture nazionali di trasporto e la disponibilità di energia a costi contenuti45.
        • Il PO verifica e, se del caso, incentiva lo spostamento delle strutture produttive più esposte al rischio idraulico nelle nuove zone per attività artigianali e industriali previste dalla Conferenza di copianificazione46.
          Il PO subordina, altres&igrave, la realizzazione di nuove strutture artigianali e industriali alla presentazione di un master plan aziendale con idonee garanzie occupazionali e alla preventiva verifica di compatibilità inerente il rumore e le emissioni inquinanti.
  2. b. sistema agricolo:
    • - sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale47;
  3. c. sistema turistico:
    • - sviluppo del turismo attraverso la costruzione di un'offerta integrata a forte caratterizzazione identitaria, basata sulla ricettività diffusa e sulle opzioni strategiche "turismo-territorio rurale" e "luogo-prodotto" (arte, cultura a paesaggio; enogastronomia e tradizioni; natura, escursionismo, ricreazione), puntando sulle "aggregazioni di prodotto" e sul potenziale attrattivo del territorio comunale per creare e qualificare strutture turistiche orientate principalmente verso i seguenti target:
      • - turismo dell'arte e della cultura, ma anche dell'enogastronomia e delle tradizioni, con visite a Firenze e dintorni (Chianti, Siena, Arezzo) e soggiorni di breve o media durata, per il quale il territorio rurale si propone come alternativa al soggiorno in città;
      • - turismo del tempo libero, interessato alle escursioni, alla natura e alla ricreazione, ma anche all'enogastronomia, di provenienza prevalentemente metropolitana, al quale il territorio comunale propone, soprattutto nella collina occidentale (Poggio Firenze, Poggio alla Croce, Pian d'Albero, Montescalari), ma anche attraverso la ciclopista dell'Arno, occasioni di sosta e di accoglienza nell'ambito di itinerari sovra comunali:
      • - turismo esigente ed esperto, che trova accoglienza soprattutto negli agriturismi, negli alberghi diffusi dei centri collinari minori e dei borghi rurali, nelle altre strutture ricettive rurali;
      • - turismo giovanile o familiare, che trova accoglienza soprattutto negli agriturismi, negli alberghi diffusi dei centri collinari minori e dei borghi rurali, nelle altre strutture ricettive rurali, nel campeggio e villaggio turistico di Norcenni;
      • - turismo legato al culto, alle esperienze sociali, allo studio, al lavoro e alla convegnistica, che ha come principale riferimento il Centro di Loppiano.
      L'Amministrazione Comunale, perseguendo la logica delle "aggregazioni di prodotto" promuove:
      • - coinvolgendo i Comuni limitrofi: uno specifico accordo di programma con la Regione Toscana e i consorzi turistici, per individuare i prodotti tematici di interesse locale da valorizzare sui mercati;
      • - coinvolgendo gli operatori locali: la sottoscrizione di specifici disciplinari di qualità definiti nell'ambito di protocolli regionali (tipo "Benvenuti in Toscana"), opportunamente declinati rispetto ai prodotti turistici tematici inerenti il territorio.
  4. d. sistema commerciale
    • - sostegno e qualificazione degli esercizi commerciali di vicinato nei centri abitati e, in particolare, nelle aree storiche centrali, anche attraverso il rilancio dei centri commerciali naturali esistenti (Il Granaio, Le Botteghe del Petrarca) e la loro promozione a Matassino. Gli esercizi commerciali dei centri storici sono da considerare, a tutti gli effetti, componenti funzionali indispensabili di supporto alla residenza stanziale, nonché elementi di qualificazione urbana e di attrattività nei confronti dei fruitori esterni. La loro permanenza nei centri storici viene pertanto favorita dalle politiche comunali, anche attraverso una specifica disciplina edilizia e specifiche azioni per favorirne l'accessibilità e la sosta di supporto;
    • - potenziamento degli esercizi commerciali del territorio rurale, favorendo l'adesione alle reti regionali (tipo "Vetrina Toscana") e l'integrazione con le produzioni tipiche locali, nonché, soprattutto negli insediamenti accentrati, la qualifica di emporio polifunzionale;
    • - contenimento delle strutture di vendita generiche nelle aree produttive, favorendo, di contro, quelle integrate con la produzione locale e con la moda; nelle aree produttive, e in particolare in quella di Lagaccioni, deve essere disincentivata, anche attraverso specifici provvedimenti edilizi e contributivi, la delocalizzazione di esercizi commerciali dai centri storici di Incisa e di Figline;
    • - qualificazione ambientale e dotazione infrastrutturale delle medie e grandi strutture di vendita esistenti, favorendone l'accessibilità.

40. In particolare olio e vino, anche in coltura specializzata

41. In particolare ricettività rurale

42. LR 87/1998, art. 18, e RPGR 74R/2009, Regolamento in materia di Aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA)

43. In loco e in altre aree del territorio comunale: vedi anche l'articolo 3.5 delle presenti norme, "Sistema energetico", punto 3, "Area ex mineraria Santa Barbara"

44. Anche in coerenza con gli obiettivi dell'agenda digitale europea, Europa 2020, già citata

45. Vedi anche articolo 3.5 delle presenti norme, "Sistema energetico", punto 3 "Area ex mineraria Santa Barbara

46. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

47. Vedi articolo 3.7 delle presenti norme

Art. 3.7 Sistema rurale

1. La strategia definita dal PS per il territorio rurale è volta a promuovere una moderna ruralità polifunzionale incentrata sulle attività agricole e forestali e sulle relative attività connesse, riconosciute come strategiche per garantire il presidio del territorio, la fornitura di prodotti di qualità e l'evoluzione qualitativa del paesaggio: a tale fine viene favorito il radicamento territoriale degli operatori agricoli, lo sviluppo di attività economiche di nicchia, l'integrazione dell'agricoltura con altre attività economiche locali.

2. Obiettivi strategici di riferimento.

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore dell'Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono:

  • - difesa del suolo, anche attraverso il recupero e la rifunzionalizzazione delle sistemazioni idraulico agrarie (soprattutto di impianto storico: terrazzamenti, ciglionamenti, fossi, scoline, acquidocci, ecc.), ovvero attraverso nuove tecniche che assicurino la raccolta e l'allontanamento delle acque di pioggia;
  • - concorso determinante alla garanzia di adeguate condizioni di naturalità nel territorio rurale, attraverso:
    • - la salvaguardia di spazi aperti contesi alle coperture boschive e la conseguente varietà del mosaico colturale (biodiversità);
    • - la conservazione e/o la riproduzione, sotto varie forme, dei serbatoi di naturalità e dei corridoi ecologici (connessione e funzionalità ecosistemica);
  • - concorso determinante alla caratterizzazione del paesaggio e alla definizione di una identità evolutiva del territorio comunale;
  • - netta prevalenza delle attività agricole rispetto ad altre attività e ad altri usi del territorio rurale, con particolare sostegno agli ordinamenti colturali tipici locali48, all'arricchimento del mosaico colturale, al potenziamento delle superfici prative seminaturali e delle formazioni lineari, arboree e arbustive;
  • - sviluppo dell'agricoltura polifunzionale, quale perno di una moderna ruralità polifunzionale integrata, con attività connesse capaci di integrare il reddito agricolo e di introdurre innovazioni nel territorio rurale. Tali attività comprendono l'agriturismo, la trasformazione dei prodotti agricoli a prevalente provenienza aziendale (cantine, frantoi e simili), la lavorazione, la promozione e la degustazione di prodotti agricoli aziendali, la vendita diretta dei prodotti agricoli a prevalente provenienza aziendale, le attività faunistico-venatorie, i servizi di supporto all'agricoltura, le attività cinotecniche, la produzione di energia da fonti rinnovabili, l'erogazione di servizi sociali, la manutenzione ambientale;
  • - forte caratterizzazione del territorio rurale quale luogo qualificato del turismo extralberghiero e della ricettività diffusa, dell'escursionismo culturale ed enogastronomico, delle attività all'aria aperta, della didattica, della formazione, delle attività sociali ed economiche compatibili con la conformazione paesaggistica del territorio, ad alta qualità di prodotto e a basso consumo di suolo;
  • - qualificazione paesaggistica e integrazione territoriale delle grandi strutture presenti nella media collina, l'una concentrata e a carattere monofunzionale (Camping Village Norcenni Girasole club), l'altra diffusa nel territorio e a carattere polifunzionale (Centro di Loppiano);
  • - incentivi alla utilizzazione del patrimonio edilizio esistente dismesso per la creazione di strutture finalizzate agli obiettivi strategici sopra elencati.

Il PO definisce una disciplina del territorio rurale che agevoli al massimo livello, compatibilmente con le norme sovraordinate, le attività produttive delle aziende agricole e le relative procedure autorizzative.

3. Azioni promozionali

Le attività agricolo-forestali e le attività connesse all'agricoltura, sia se esercitate in forma professionale o semiprofessionale, sia se esercitate in forma amatoriale, sono assunte quali attività primarie per il presidio territoriale, la funzionalità ambientale e la riproduzione qualitativa del paesaggio; esse concorrono alla caratterizzazione economica e sociale del territorio comunale.

L'agricoltura professionale è assunta quale fonte di prodotti destinati ai mercati interni ed esterni, con capacità di promuovere l'immagine del territorio comunale, legando la qualità del prodotto alla qualità del territorio e del paesaggio.

L'agricoltura semiprofessionale e amatoriale è assunta quale fonte di prodotti destinati prevalentemente ai mercati locali, ovvero utilizzati per l'autoconsumo.

Per sostenere le attività agricole e, in particolare, quelle legate alle colture tradizionali (oliveti, vigneti, frutteti, orti, seminativi, prati), viene favorito il connubio "agricoltura-agricultura" e vengono definite le seguenti azioni promozionali, fondate sul regime pattizio, che presuppongono uno specifico ruolo di indirizzo e di coordinamento dell'Amministrazione Comunale nel corso del tempo: valorizzazione del connubio qualità del prodotto-qualità del paesaggio, come requisito capace, al contempo, di incrementare la competitività e la specificità dei prodotti agricoli locali sui mercati e di incentivare l'interesse "economico" degli imprenditori professionali per la qualità del paesaggio locale, da assumere come componente qualitativa da introiettare nel prodotto;

  • - valorizzazione del rapporto diretto produttore-consumatore, anche attraverso la creazione di un nuovo "mercatale", come requisito capace di favorire la remunerazione dei prodotti di qualità, abbattendone i costi di mercato, e di individuare sbocchi locali per le produzioni agricole (anche di aziende semiprofessionali o amatoriali);
  • - promozione di patti di filiera per favorire l'utilizzo dei prodotti agricoli locali di qualità negli esercizi di ristoro, nelle mense scolastiche e nelle mense aziendali del territorio comunale e nel territorio dei comuni contermini;
  • - partnership tra Amministrazione Comunale e operatori economici locali per un'offerta territoriale integrata turismo - enogastronomia - agricoltura - commercio - industria e artigianato, che coinvolga a pieno titolo i centri abitati minori dell'alta collina rafforzandone il ruolo di presidio territoriale;
  • - consolidamento e diffusione del portale "Culla di Toscana", quale strumento di presentazione e di promozione del territorio, rete tra gli operatori, sostegno alla ricettività diffusa;
  • - sostegno all'Istituto Tecnico Agrario di Figline quale potenziale strumento di promozione del savoir fair in agricoltura, con particolare riguardo alle pratiche innovative, polifunzionali e di filiera.

48. Colture arboree (soprattutto olivo e vite), seminativi, colture orticole, prati

Art. 3.8 Sistema sociale

1. La strategia definita dal PS per il sistema sociale è volta a rafforzare il "ben essere" della persona, inteso come qualità della vita legata alla qualità del territorio, con conseguente valorizzazione delle eccellenze e riduzione delle criticità territoriali. E' altresì volta a sviluppare il senso di "comunità", inteso come capacità degli abitanti di garantirsi, reciprocamente e in modo organizzato, solidarietà e crescita qualitativa, attraverso azioni integrate (educazione, formazione, prevenzione, assistenza sociale, politiche sanitarie, attività culturali) volte a innescare processi di cambiamento che rendano protagonista la comunità locale, assegnando ai singoli attori risorse adeguate per portare contributi allo sviluppo sostenibile del territorio.

A tale scopo è favorita, tra l'altro, la razionale distribuzione territoriale delle strutture sociali, onde migliorare la fruizione dei servizi di base diffusi nel territorio e la fruizione dei servizi pregiati presenti negli ambiti urbani, caratterizzati da una forte connotazione di ruolo.

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore della Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono:

  1. a. valorizzazione e razionalizzazione delle strutture di servizio esistenti, con particolare riguardo a:
    • - Ospedale Serristori: mantenimento dell'ospedale quale presidio sanitario di eccellenza di livello sovra comunale;
    • - strutture sociali (Villa Campori a Incisa, Asp Martelli a Figline): sviluppo delle esperienze di servizio alla persona e, in particolare, di housing sociale per anziani autosufficienti;
    • - Centro di Loppiano: valorizzazione delle attività culturali e sociali del centro nell'ambito di una maggiore integrazione strutturale e funzionale con il territorio comunale e, in particolare, con il centro abitato di Incisa;
    • - ISIS Vasari: consolidamento quale polo formativo di eccellenza territoriale, con particolare riferimento all'indirizzo agrario, per la sperimentazione colturale e la formazione nell'agricoltura multifunzionale, e all'indirizzo alberghiero, per il sostegno alle filiere locali e all'ospitalità territoriale;
    • - sistema scolastico: impostato su un unico istituto comprensivo, articolato, nel territorio comunale, nei poli di Incisa, Figline e Matassino, anche attraverso una diversa distribuzione dei plessi scolastici finalizzata a combinare esigenze sociali ed economie di scala (radicamento sociale, accessibilità, trasporto, manutenzione, gestione, ecc.);
    • - sistema dei circoli e del volontariato: integrato con funzioni di pubblico interesse, adeguatamente collegato in rete e tempestivamente disponibile per i bisogni della comunità;
    • - insediamenti, sparsi o accentrati, dell'alta collina: sostegno alla permanenza o all'insediamento dei servizi sociali di base e dei pubblici esercizi;
    • - poli sportivi di Via Pertini, a Incisa, e di Via Rossini, a Figline: qualificazione formale, strutturale e funzionale, anche attraverso una maggiore diversificazione dell'offerta di attività praticabili all'aperto e la creazione di relazioni con le aree rivierasche dell'Arno;
    • - qualificazione delle iniziative di rilevanza socio-economico-culturale, anche attraverso l'adeguamento della logistica e delle strutture di supporto (Autumnia, Primaveria, Festa del Perdono, ecc.);
  2. b. promozione di percorsi di empowerment e sviluppo delle autonomie:
    • - promozione di una rete di servizi per la prima infanzia rafforzando le sinergie tra pubblico e privato;
    • - promozione di stili di vita sana, consapevole e informata in tutte le fasce di età;
    • - creazione di un laboratorio per interventi di sostegno al lavoro e alla integrazione della disabilità (housing sociale);
    • - sviluppo di progetti per i giovani, partendo dall'incentivazione di forme di coprogettazione e autogestione;
    • - sostegno alle diverse forme di auto organizzazione, di auto mutuo aiuto e di associazionismo che nascono nel territorio;
    • - creazione di una struttura capace di favorire l'incontro tra formazione e offerta di lavoro;
    • - valorizzazione del patrimonio storico-culturale come componente dell'identità territoriale e fondamento dei processi di sviluppo endogeni.
  3. c. promozione della città sana e sicura, come prospettiva trasversale per trattare collettivamente i problemi urbani e territoriali in funzione di migliori condizioni di abitabilità, vivibilità e ospitalità attraverso:
    • - lo sviluppo della salute a tutto campo, del benessere del singolo come benessere della comunità, del ruolo dei centri abitati come promotori di salute sostenendo in particolare:
    • - un approccio sostenibile alla mobilità che favorisca gli spostamenti ciclopedonali e una maggiore autonomia dei bambini nella fruizione della città;
    • - attività sane e coinvolgenti per i giovani;
    • - attività fisiche e stili di vita attivi, sostenuti da attività informative, formative e di sostegno per invecchiare in salute.
    • - l'integrazione tra politiche per la salute e altre politiche strategiche con riflessi sulla salute umana; in particolare attraverso:
    • - la valutazione degli effetti sulla salute dei piani e dei programmi comunali;
    • - la considerazione della salute come parametro costante delle politiche urbane e territoriali.
    • - il perseguimento di una città equa, sostenibile, attenta alle esigenze e al valore delle persone;
    • - la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche che hanno effetti sulla salute e sul benessere delle persone.

Art. 3.9 Sistema residenziale

1. La strategia definita dal PS per il sistema residenziale è volta a soddisfare, principalmente attraverso il recupero, la domanda di abitazioni legata alla polverizzazione dei nuclei familiari, con particolare riguardo per le fasce sociali più deboli, e a rafforzare il ruolo di Incisa e Figline quali capisaldi urbani principali, qualificando i centri abitati di Palazzolo, Burchio, Poggio alla Croce, Restone, Porcellino, Brollo e Ponte agli Stolli, quali capisaldi urbani secondari, capaci di costituire riferimento preferenziale per settori territoriali periferici con scarse dotazioni di servizi, sviluppando connotazioni di ruolo sinergiche, in grado di ottimizzare le risorse territoriali.

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento per qualificare il sistema insediativo residenziale, che sono recepiti dalle politiche di settore della Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono quelli di seguito elencati.

  1. a. Territorio urbanizzato:
    • - riconoscimento delle peculiarità ambientali, paesaggistiche e culturali dei centri abitati e conseguente definizione delle opzioni di base per la loro riorganizzazione qualitativa:
      • - centri storici di Incisa e di Figline: luoghi qualificati dell'abitare, da supportare con politiche di sostegno alla residenza, al commercio e ai servizi, pubblici e privati (fiscalità locale, disciplina degli interventi edilizi capace di consentire adeguamenti funzionali interni, accessibilità, aree per la sosta veicolare di supporto, ecc.): il PO definirà una specifica disciplina tesa a salvaguardare le attività commerciali, artigianali e terziarie ai piani terra degli edifici presenti nei centri storici e nei tessuti consolidati delle espansioni urbane fino alla metà del XIX secolo, individuando i casi nei quali inibire i mutamenti delle destinazioni d'uso a favore della residenza;
      • - centri abitati di Incisa e di Figline: qualificazione morfologica e funzionale dei tessuti urbani; recupero dei rapporti con il fiume; sviluppo di relazioni ecologiche e funzionali monte-valle, anche attraverso il mantenimento degli spazi aperti trasversali residui; differenziazione dei ruoli e forte integrazione funzionale, attraverso lo sviluppo di relazioni materiali e immateriali;
      • - centro abitato di Palazzolo: qualificazione morfologica e definizione di una centralità urbana riconoscibile; qualificazione ecologica e mitigazione degli impatti generati dalla Autostrada A1;
      • - centro abitato di Burchio: integrazione morfologica e funzionale tra le aree a prevalente carattere residenziale e le aree a prevalente carattere produttivo; creazione di una centralità urbana incentrata sugli spazi aperti limitrofi al Fosso di Burchio;
      • - centro abitato di Restone: qualificazione ecologica e funzionale, con la mitigazione degli impatti generati dal traffico veicolare;
      • - centro abitato di Porcellino: qualificazione ecologica e funzionale, con la mitigazione degli impatti generati dal traffico veicolare e la salvaguardia del Borro di San Cipriano;
      • - centro abitato di Poggio alla Croce: qualificazione morfologica e funzionale quale centro turistico-escursionistico di alta collina, nell'ambito di una tutela paesaggistica legata all'alta fragilità visuale;
      • - centri abitati di Brollo vecchia e Ponte agli Stolli: qualificazione morfologica, paesaggistica e funzionale delle strutture urbane in rapporto al territorio rurale.
    • - definizione e valorizzazione delle connotazioni di ruolo dei centri abitati. In particolare:
      • - centro abitato di Incisa: porta settentrionale del sistema urbano di fondovalle; ruolo amministrativo e direzionale, incentrato sulla presenza di una porzione specializzata del municipio; polo logistico e centro direttore per la fruizione dell'Arno e delle sue rive, anche nella prospettiva del parco fluviale;
      • - centro abitato di Figline; porta meridionale del sistema urbano di fondovalle; ruolo amministrativo e direzionale, incentrato sulla presenza di una porzione specializzata del municipio; sede dei principali servizi culturali e socio-sanitari di livello sovracomunale; porta del Valdarno superiore per gli spostamenti ferroviari con il settore centrale dell'area metropolitana fiorentina; polo logistico per le relazioni ferroviarie e stradali con il sistema produttivo di Lagaccioni;
      • - centri abitati di Palazzolo e di Burchio: sedi di servizi pubblici decentrati; porte settentrionali del territorio comunale per gli spostamenti su gomma attraverso la SP 1 Aretina per San Donato e per il collegamento carrabile con l'area produttiva di Pian dell'Isola;
      • - centro abitato di Restone: potenziale punto di appoggio per le escursioni alle aree della Garzaia e dell'ex miniera di Santa Barbara;
      • - centro abitato di Porcellino: porta meridionale del territorio comunale; parte della più vasta conurbazione di Cavriglia e San Giovanni Valdarno; base per le escursioni nelle aree dell'ex miniera di Santa Barbara;
      • - centro abitato di Poggio alla Croce: passo della dorsale occidentale e trait d'union con il Chianti; centro transfrontaliero esteso al Comune di Greve in Chianti; base per le escursioni lungo tutta la dorsale occidentale;
      • - centri abitati di Brollo vecchia e Ponte agli Stolli: sedi di servizi pubblici decentrati; strutture di servizio lungo i raccordi viari con il Chianti fiorentino; basi per le escursioni lungo la dorale occidentale.
    • - gerarchizzazione dei collegamento tra Incisa, Lagaccioni e Figline, attraverso una rete capace di ottimizzare gli spostamenti interni al sistema urbano di fondovalle con le diverse modalità di trasporto (a piedi, in bicicletta, in autobus, in automobile), favorendo comunque un servizio di trasporto pubblico con capacità di distribuzione più ampia nel territorio comunale e di raccordo con il sistema ferroviario;
    • - blocco alla crescita insediativa lineare, soprattutto lungo la strada matrice di fondovalle (antica Cassia Adrianea) e lungo il corso dell'Arno, prevedendo:
      • - la conservazione dei varchi trasversali inedificati del territorio rurale tra gli insediamenti accentrati in prossimità di Palazzolo, Burchio e Pian dell'Isola, Burchio, La Fonte, Incisa e La Massa; Figline, Restone e Porcellino, evitando la saldatura dei filamenti urbani esistenti e provvedendo alla conservazione delle connotazioni paesaggistiche significative, ovvero alla determinazione di nuove connotazioni paesaggistiche in presenza di aree marginalizzate o degradate;
    • - la conservazione e il potenziamento dei varchi urbani trasversali lungo i corsi d'acqua minori e attraverso il sistema reticolare delle aree verdi;
    • - la permanenza di aree agricole periurbane, ovvero la creazione di spazi aperti strutturati, nelle aree non urbanizzate.
    • - qualificazione ecologica, morfologica e funzionale delle strutture insediative urbane, evitando lottizzazioni isolate e/o superfetazioni incongrue a ridosso degli aggregati storici, attraverso:
      • - la creazione di sistemi reticolari delle aree verdi (pubblico e privato, a sviluppo longitudinale, ma soprattutto trasversale nel sistema insediativo di fondovalle) incentrati sui parchi urbani, comprensivi di orti sociali e di altre strutture sociali aggreganti, raccordati al territorio rurale;
    • - il recupero e la creazione di luoghi centrali quali perni del sistema degli spazi pubblici;
    • - l'alleggerimento dei carichi generati dal traffico di attraversamento mediante il completamento o la previsione di by pass nelle situazioni di maggiore criticità [varianti alla SR 69 "Valdarno" in destra (variante "Casello - Casello") e in sinistra d'Arno (detta "Variantina"); nuovo ponte sull'Arno49 variante alla SP 14 "Delle "Miniere" (località Porcellino)];
    • - i completamenti edilizi che favoriscano la compattazione dei centri abitati e la creazione di una struttura urbana compiuta, ponendo, in particolare, fine alla crescita lineare lungo la viabilità di attraversamento e alla creazione di filamenti urbani;
    • - la coerenza morfotipologica tra le nuove costruzioni e gli aggregati storici limitrofi.
  2. b. Territorio rurale
    • - in coerenza alla LR 65/2014, blocco alla crescita delle strutture insediative accentrate, con particolare riguardo per i nuclei di impianto storico di Santa Maria Maddalena, Gaville Vecchia e Castiglioni;
    • - attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente, favorire la creazione di strutture capaci di generare lavoro e di arricchire l'offerta territoriale, contenendo, di contro, la banalizzazione residenziale.

49. Così come licenziato dalla Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

Art. 3.10 Sistema infrastrutturale

1. La strategia generale definita dal PS per il sistema infrastrutturale fa riferimento a una politica di area vasta capace di limitare e/o razionalizzare gli attraversamenti del territorio comunale da parte del traffico privato su gomma lungo la direttrice Firenze-Valdarno, favorendo la creazione di un sistema integrato di trasporto metropolitano e sub regionale basato sul trasporto pubblico (treno e autobus di linea) e sulla creazione di parcheggi scambiatori presso le stazioni ferroviarie e lungo le maggiori arterie stradali. Essa è volta a migliorare la funzionalità delle reti, a rafforzare le connessioni territoriali interne, a qualificare il territorio comunale quale direttrice strategica del sistema di trasporto nazionale e sub regionale, a contenere l'impatto delle grandi infrastrutture sul sistema insediativo e sull'ecosistema territoriale.

Nell'ambito di questa strategia rivestono un ruolo fondamentale:

  • - la linea ferroviaria lenta Firenze-Roma, con le fermate di Figline e di Incisa, nell'ambito del sistema integrato di trasporto metropolitano (area fiorentina) e sub regionale (Valdarno superiore);
  • - l'interconnessione della stazione di Figline con la linea ferroviaria Direttissima, quale raccordo veloce su ferro tra il territorio comunale e l'area centrale metropolitana fiorentina;
  • - la SP 1 "Aretina" e, più a sud, la SR 69 "di Val d'Arno", quale viabilità di servizio del sistema insediativo di fondovalle e di raccordo con la viabilità trasversale: SP 56 "Del Brollo e di Poggio alla Croce", SP 16 "Chianti - Valdarno" e SP 87 "Ponte Matassino - Reggello";
  • - l'autostrada A1, con il casello autostradale di Incisa e con le opere finalizzate a favorirne le connessioni territoriali (varianti alla SR 69 "Valdarno" in riva destra e sinistra, nuovo ponte sull'Arno50), quale direttrice primaria dei collegamenti su gomma di livello nazionale e sovranazionale.

Per il servizio di trasporto pubblico su gomma di livello sovra comunale costituiscono componenti strategiche:

  • - i tratti urbani della SP 1 "Aretina" (centro abitato di Incisa) e della SR 69 "Valdarno" (centro abitato Figline), connessi alla ferrovia tramite la stazione di Figline e la fermata di Incisa;
  • - la SP 56 "del Brollo-Poggio alla Croce" e la SP 16 "del Chianti".

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore della Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono così definiti:

2.1. Sistema integrato di trasporto metropolitano

Il territorio comunale di Figline e Incisa, quale direttrice strategica del sistema di trasporto sub regionale e parte integrante del Valdarno superiore, partecipa al coordinamento sovra comunale teso a:

  • - sostenere il ruolo della linea ferroviaria lenta Firenze-Roma e della interconnessione tra la stazione di Figline e la linea ferroviaria Direttissima quali infrastrutture strategiche nei collegamenti tra il Valdarno superiore e Firenze nell'ambito del sistema integrato di trasporto metropolitano;
  • - favorire il drenaggio all'origine degli spostamenti per Firenze, attraverso la creazione e il potenziamento di parcheggi scambiatori facilmente accessibili:
    • - presso la stazione ferroviaria di Figline e la fermata ferroviaria di Incisa (scambio bicicletta-treno, autobus-treno, auto-treno);
    • - lungo i tracciati della viabilità principale di attraversamento (scambio biciclette e auto-autobus di linea).
  • - realizzare una pista ciclabile lungo le aree rivierasche dell'Arno, anche quale contributo alla infrastrutturazione del parco fluviale, con connessioni trasversali al sistema insediativo di fondovalle e dell'interno;
  • - potenziare e razionalizzare il trasporto pubblico su gomma, attraverso la riorganizzazione delle linee interne al territorio comunale (in coerenza con i principi di gerarchizzazione della "viabilità di connessione comunale", di seguito definiti) e la concentrazione delle fermate delle compagnie di trasporto pubblico (attrezzando i luoghi di fermata per il comfort degli utenti e realizzando piccoli parcheggi scambiatori in prossimità).

2.2. Sistema della mobilità

  • - linea ferroviaria lenta Roma - Firenze:
    • - valorizzazione della fermata ferroviaria di Incisa quale:
      • - connessione tra territorio comunale - territorio in destra idrografica dell'Arno (i Ciliegi nel Comune di Reggello) - Firenze nell'ambito del sistema ferrotranviario metropolitano;
  • - linea ferroviaria Direttissima Roma - Firenze:
    • - valorizzazione della stazione di Figline, quale elemento strategico di connessione veloce tra il Valdarno Superiore e l'area centrale metropolitana fiorentina;
    • - progressiva mitigazione degli impatti, ambientali e paesaggistici, prodotti dalla linea ferroviaria Direttissima.
  • - Autostrada A1:
    • - armonizzare le esigenze di potenziamento del tracciato autostradale, che comportano la realizzazione della terza corsia, con le esigenze di attenuazione dei disagi già prodotti dalle interferenze con il sistema abitativo e ambientale attraverso:
      • - l'utilizzazione di asfalti e di barriere fonoassorbenti lungo i tratti sensibili del territorio comunale (in particolare a ridosso del sistema insediativo di Palazzolo e Matassino), combinate, ove possibile, con barriere verdi ad alta densità di impianto;
      • - ricostruzione degli edifici demoliti o fortemente danneggiati a seguito dei previsti lavori di ampliamento della piattaforma autostradale;
    • - potenziamento e razionalizzazione dei rapporti tra il casello autostradale di Incisa, le aree produttive di Lagaccioni e Pian dell'Isola e i centri abitati di Figline e Incisa.
  • - viabilità di connessione sovracomunale:
    • - previo coordinamento con i Comuni di Reggello, Castelfranco Piandiscò, San Giovanni Valdarno: realizzazione della variante stradale in destra idrografica dell'Arno, per collegare efficacemente i caselli autostradali di Incisa e di Valdarno e consentire un accesso più agevole al tracciato autostradale (variante SR 69, Casello - Casello);
    • - realizzazione del nuovo ponte sull'Arno tra Figline e Matassino51, onde collegare il centro abitato e, soprattutto, la zona artigianale-industriale di Lagaccioni, alla suddetta variante;
    • - miglioramento delle connessioni territoriali e della sicurezza della SP 1 "Aretina" e della SR 69 "Val d'Arno", con occasioni di sosta lungo il percorso e adeguamento della sicurezza negli innesti con la viabilità di connessione comunale o sovracomunale. In particolare:
      • - SP 1 "Aretina":
        • - centro abitato di Burchio (innesto Via Pian dell'Isola);
        • - centro abitato di Incisa: attraversamento La Fonte, attraversamento centro storico, innesti Via delle Fornaci, Via della Costerella, Via Olimpia, SR 69;
      • - SR 69 "Val d'Ano":
        • - centro abitato di Incisa: innesto Via Rosselli;
        • - centro abitato di Figline: innesti Via Pastore, Via Ungheria, Via Tobagi, Via Copernico, Via Pertini, Via d'Ossola, Via Torino, Via Locchi, Via XXIV Maggio, Via Pignotti/F.lli Cervi, Via Garibaldi, Via della Resistenza, Via del Cesto;
        • - centro abitato Restone: attraversamento.
      • - completamento della variante alla SP 14 "Delle Miniere" per consentire l'alleggerimento del traffico pesante di attraversamento nel centro abitato di Porcellino;
      • - mitigazione degli impatti generati dalla connessione tra la SP 87 "Ponte Matassino-Reggello" e la variante alla SR 69 "Valdarno" sull'abitato di Matassino;
      • - miglioramento della sicurezza della SP 16 "Chianti-Valdarno" nel centro abitato di Ponte agli Stolli.
  • - viabilità di connessione comunale:
    • - razionalizzazione e gerarchizzazione delle connessioni con il sistema viario regionale attraverso:
      • - la strutturazione dell'asse Via Brodolini - Via Di Vittorio - Via Pertini - nuovo ponte sull'Arno - variante in riva destra della SR 69, quale asse urbano di alta capacità a servizio del settore settentrionale del centro abitato di Figline, dedicato prioritariamente al traffico pesante e al traffico di attraversamento.
  • - viabilità interna ai centri abitati:
    • - razionalizzazione e qualificazione del collegamento stradale tra i centri abitati di Incisa e Figline attraverso:
      • - la qualificazione del sistema Via Roma - Via Nazionale - Via Fiorentina, quale principale asse urbano di penetrazione e distribuzione interna, dotato di filari alberati, marciapiedi, pista ciclabile, fermate attrezzate del trasporto pubblico, sistemi di limitazione della velocità veicolare;
    • - aumento della sicurezza e attenuazione degli impatti generati dal traffico sui centri abitati attraverso:
      • - regolamentazione del traffico nelle aree urbane centrali, attraverso l'istituzione di "zone 30" e specifiche azioni per garantire la convivenza tra le diverse modalità di spostamento, privilegiando comunque gli spostamenti ciclopedonali;
      • - creazione di un sistema di percorsi ciclopedonali, capace di consentire modalità di spostamento alternative a quelle veicolari e di garantire l'accesso ai servizi pubblici;
      • - previsione di strumenti per la moderazione del traffico in prossimità e all'interno dei centri abitati: strumenti ambientali (percorso, sezione, ecc.), fisici (rotatorie, isole centrali, dossi, cunette, ecc.), integrati (aree pedonali, arredo urbano, verde urbano, ecc.), normativi (limiti di velocità, divieti di svolta, ecc.);
      • - completamento della maglia viaria, con la creazione di anelli viari gerarchizzati e il superamento, soprattutto nel centro abitato di Incisa, delle "stanze" urbane con strade a fondo cieco.
  • - strade vicinali: la rete delle strade vicinali consente la percorribilità e la fruizione del territorio rurale; essa deve pertanto essere oggetto di uno specifico censimento che ne individui l'interesse pubblico e che ne consenta quanto meno la percorribilità ciclopedonale.
  • - piste ciclabili e percorsi pedonali: le modalità di spostamento ciclabili e pedonali, in particolare nelle aree pianeggianti e di fondovalle, sono assunte come strategiche dal PS per limitare il ricorso ai mezzi motorizzati, consentire la fruibilità dolce del territorio e favorire il movimento fisico delle persone. A tale scopo, ferma restando l'esigenza che il PO definisca nel dettaglio una rete di piste ciclabili e di percorsi pedonali alla scala locale collegata alla rete dei sentieri rurali, il PS individua un sistema di percorsi ciclo-pedonali di rilevanza strategica, che connette ambiti territoriali ricchi di occasioni sociali e i cui tratti prioritari appaiono:
    • - la ciclopista dell'Arno, che percorre longitudinalmente le aree rivierasche in sinistra del fiume e che, all'altezza di Incisa, penetra all'interno per discendere poi nel fondovalle all'altezza di Burchio;
    • - la pista ciclabile "stazione ferroviaria di Figline - Matassino", connessa alla suddetta ciclopista dell'Arno;
    • - la pista ciclabile "stazione ferroviaria di Figline - Giardino S. Biagio", lungo Via Fiorentina.

2.3. Sistema della sosta: la riorganizzazione del sistema della sosta necessita di un progetto organico capace di rispondere a due diverse esigenze:

  • - domanda potenziale di sosta generata da spostamenti giornalieri, di origine interna o esterna al territorio comunale, che hanno per destinazione l'area centrale metropolitana, e che necessita di una concertazione intercomunale, finalizzata a drenare all'origine gli spostamenti veicolari attraverso:
    • - il potenziamento dei parcheggi di scambio (gomma-ferro, privato-pubblico) presso la fermata ferroviaria di Incisa e, soprattutto, presso la stazione di Figline;
    • - l'individuazione di aree di sosta per lo scambio gomma/gomma, privato/pubblico lungo le principali linee del trasporto pubblico su gomma;
  • - domanda generata da spostamenti interni al territorio comunale, legati soprattutto all'accesso ai centri storici e ai servizi, che necessita di:
    • - un sistema gerarchizzato di parcheggi, a tariffa differenziata, a servizio dei centri abitati, articolato in:
      • - aree polifunzionali, ubicate alle porte di Incisa e di Figline e destinate ad ospitare i visitatori in occasione di grandi eventi, ma capaci, al contempo, di costituire parcheggi di supporto a funzioni urbane ordinarie;
      • - aree a supporto dei principali servizi pubblici e/o dei centri storici, anche con edifici interrati o multipiano fuori terra, ubicate nei tessuti urbani consolidati e collegate ai luoghi di riferimento attraverso percorsi pedonali;
      • - piccole aree disseminate nei tessuti urbani (soprattutto nei centri storici) e riservate a titolo gratuito ai residenti.
    • - scoraggiare l'accesso veicolare privato ai servizi e alle aree urbane attrattrici di traffico che non siano in grado di garantire adeguate dotazioni di parcheggio;
    • - promuovere la mobilità ciclopedonale nelle piazze e nei luoghi urbani maggiormente identitari;
    • - prevedere rastrelliere per biciclette in prossimità dei giardini e dei luoghi che consentono una accessibilità ciclabile.
    • - reperire piccoli spazi non strutturati per la sosta veicolare presso gli insediamenti accentrati del territorio rurale, in prossimità delle fermate del trasporto pubblico.

2.4. Sistema delle reti tecnologiche

  1. a. Rete acquedottistica:
    • - deve essere perseguita la progressiva integrazione tra il sistema acquedottistico di Figline e quello limitrofo di San Giovanni Valdarno, onde garantire maggiore stabilità al sistema e incrementarne la capacità complessiva;
    • - deve essere perseguito il contenimento dei consumi idrici in favore dell'uso potabile attraverso:
      • - l'utilizzazione prioritaria delle acque di migliore qualità per il consumo umano;
      • - la razionalizzazione dei consumi di acqua potabile, con ricorso a fonti di approvvigionamento differenziate in funzione dell'uso finale delle acque;
    • - deve essere risanata e ammodernata la rete di distribuzione, contenendo le perdite di trasporto entro il limite del 15%;
    • - le trasformazioni urbane o territoriali che presuppongano nuovi carichi urbanistici devono essere subordinate alla effettiva disponibilità di acqua potabile, evitando deficit per gli insediamenti esistenti;
    • - le trasformazioni urbane o territoriali che comportino utenze con consumi idrici superiori a 10.000 lt./giorno devono essere subordinate a modalità di razionalizzazione che producano documentati risparmi di acqua potabile (reti idriche duali, reimpiego di acque reflue, raccolta e riutilizzo di acque meteoriche, apparecchiature per il risparmio idrico, ecc.);
  2. b. Rete fognaria e impianti di trattamento reflui:
    • - la creazione di nuove utenze deve essere subordinata a:
      • - capacità di smaltimento degli impianti di depurazione, esistenti o di contestuale realizzazione;
      • - realizzazione di sistemi fognari separati, a meno di comprovate ragioni tecniche e ambientali;
    • - deve essere perseguita una maggiore efficienza della rete fognaria limitandone progressivamente le perdite;
    • - deve essere garantito il progressivo allacciamento di tutte le zone urbanizzate ai sistemi di depurazione, con particolare riferimento a:
      • - allacciamento dell'insediamento accentrato delle Valli al depuratore di Cellai (Comune di Rignano);
      • - allacciamento degli insediamenti accentrati di Santa Maria Maddalena e Pian dell'Isola al depuratore del centro abitato di Rignano;
      • - allacciamento del centro abitato di Palazzolo al depuratore di Burchio;
      • - allacciamento del centro abitato di Poggio alla Croce al depuratore di Pian delle Macchie;
      • - realizzazione di un apposito depuratore per gli insediamenti accentrati di Gaville e di Castiglioni.
  3. c. Rete elettrica:
    • - deve essere tutelata la percezione visiva del paesaggio, evitando, in assenza di uno studio paesaggistico di dettaglio che minimizzi gli impatti visuali anche attraverso la comparazione di percorsi alternativi, linee elettriche aeree ad alta tensione soprattutto nella aree collinari. In particolare dovrà essere evitato l'attraversamento di campi aperti ad alta fragilità visuale e dovranno essere privilegiati, di contro, percorsi prossimi ai perimetri delle aree boscate;
    • - si devono ridurre gli effetti inquinanti prodotti sugli insediamenti accentrati dalle linee elettriche ad alta tensione, con particolare riguardo per:
      • - centro abitato di Incisa (Costarella alta): linea "S. Barbara-Rignano" (ENEL);
      • - insediamenti accentrati di Loppiano (Campogiallo): linea "S. Barbara-Rignano" (ENEL);
      • - insediamenti produttivi di Lagaccioni: linea "Figline-S. Barbara" (ENEL);
      • - centro abitato di Figline: linea "Figline Pirelli" (ENEL);
      • - centro abitato di Matassino: linee "S. Donato FS-Montevarchi FS" e "Incisa FS-Renacci FS" (RFI);
      • - insediamento accentrato di Norcenni (campeggio Norcenni): linea S. Barbara-Rignano" (ENEL);
      • - insediamento accentrato de Il Cesto: linea "S. Barbara-Rignano" (ENEL).
  4. d. Rete gas:
    • - il Piano Operativo nell'ambito della disciplina delle aree di trasformazione dovrà valutare l'adeguatezza della rete attuale e le possibili modifiche/estensioni.

3. Contenimento dei carichi inquinanti e della frammentazione paesaggistica

3.1. I carichi inquinanti e la frammentazione paesaggistica generati dai principali tracciati infrastrutturali (in particolare: Autostrada A1, SR 69 "Valdarno", SP 1 "Aretina", SP 16 "Chianti Valdarno", SP 56 "Del Brollo e di Poggio alla Croce", SP 87 "Ponte Matassino - Reggello", linea ferroviaria, lenta e Direttissima, devono essere contenuti attraverso:

  • - la razionalizzazione dei traffici sovra comunali della SP n. 1 "Aretina" e della SR n. 69 "Valdarno", favorendo la separazione dai traffici urbani e locali in corrispondenza dei centri abitati di Incisa e Figline;
  • - specifiche misure di mitigazione dei carichi inquinanti (asfalti e barriere fonoassorbenti, dune, verde strutturale verticale, aree umide con effetto fitodepurante sulle acque di "prima pioggia", ecc.) e dell'effetto barriera (sottopassi per animali, barriere verdi lungo i tracciati, ecc.);
  • - specifiche misure atte a ridurre gli effetti di frammentazione del paesaggio (mitigazione), a compensarne gli squilibri (compensazione) e a prevenirli (inserimento): in particolare attraverso fasce boscate, connesse alla vegetazione forestale e ripariale lungo i tracciati autostradale e ferroviario (linea Direttissima), aree umide con effetto fitodepurante sulle acque di "prima pioggia", nonché attraverso una specifica qualificazione ambientale delle aree comprese tra le grandi infrastrutture e l'Arno.

4. Visuali panoramiche

4.1. Il PO tutela le visuali percepite dalla viabilità panoramica e indicate nelle tavole da STA 12.1 a STA 13.2, con specifico riferimento all'Autostrada del Sole, alla SP 1 "Aretina", alla SP 16 "Chianti Valdarno" e alla SP 56 "Del Brollo e di Poggio alla Croce". Lungo la SP 1 "Aretina", in particolare, in accordo con lo Statuto del territorio, devono essere rispettate le disposizioni di cui al DM 24 aprile 197552, che riconosce la strada quale belvedere affacciato sulla valle dell'Arno.

4.2. In particolare, anche a fronte di interventi di adeguamento viario:

  • - devono essere conservate e valorizzate le visuali panoramiche, prestando particolare attenzione all'assetto delle aree limitrofe alla carreggiata che costituiscono punti panoramici ed evitando interventi che producano ingombri visivi capaci di ostacolare le suddette visuali;
  • - devono essere conservate le opere d'arte e i manufatti di corredo con valore storico-testimoniale, nonché le relazioni tra la strada e le componenti identitarie della struttura insediativa di lunga durata;
  • - deve essere evitata la cartellonistica pubblicitaria che interferisca con le visuali panoramiche.

4.3. Il PO recepisce e specifica le disposizioni dell'Allegato A alla presente Disciplina53 in relazione ai beni di cui all'articolo 136 del Dlgs 42/2004 ricadenti nel territorio comunale:

  • - Zona ai lati della strada provinciale aretina nel comune di Incisa Val d'Arno (DM 24/04/1975);
  • - La fascia di territorio fiancheggiante l'Autostrada del Sole (DM 23/06/1967).

50. Così come licenziato dalla Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

51. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

52. DM 24 aprile 1975 (cod. ministeriale 90082 - cod. regionale 9048046), Zona ai lati della Strada Provinciale Aretina nel Comune di Incisa Val d'Arno

53. Allegato A: PS - Disciplina dei beni paesaggistici