Disciplina di Piano online


Art. 3.1 Articolazione

1. Il Comune di Figline e Incisa Valdarno unisce territori e comunità tradizionalmente distinte, mettendo a sistema l'intero patrimonio per la creazione di una realtà territoriale più ricca e diversificata. Ciò consente di sviluppare sinergie inedite e di avviare la ricerca di una nuova identità, volgendo al futuro i caratteri persistenti che hanno indirizzato l'evoluzione storica del territorio e caratterizzato il paesaggio. Il PS, in coerenza con lo Statuto, di cui alla Parte Seconda delle presenti norme, definisce una strategia integrata per lo sviluppo sostenibile del territorio che persegue questo fine e che si articola in: Indirizzi per le politiche territoriali e Disciplina delle unità territoriali organiche elementari - UTOE.

2. Gli Indirizzi per le politiche territoriali, così come espressi nella Parte Terza, Titolo I, delle presenti norme, presuppongono il coordinamento delle politiche di settore che hanno effetti sul territorio e hanno valore di direttiva.

3. La Disciplina delle unità territoriali organiche elementari (UTOE), così come individuate nella Parte Terza, Titolo II, delle presenti norme ai sensi della LR 65/2014, definisce le trasformazioni del territorio che sono rese operative dal PO e ha valore prescrittivo.

Titolo I Indirizzi per le politiche territoriali

Art. 3.2 Definizione e modalità operative

1. Gli indirizzi per le politiche territoriali concernono politiche di settore coordinate, riferite all'intero territorio comunale, che interessano i seguenti ambiti programmatici: sistema territoriale di area vasta, sistema ambientale, sistema energetico, sistema sociale, sistema rurale, sistema produttivo, sistema insediativo, sistema infrastrutturale.

2. Il coordinamento di tali politiche avviene intorno alle seguenti opzioni di base:

  • - Territorio comunale concepito quale "avamposto" settentrionale della città reticolare del Valdarno superiore verso l'area fiorentina, attraverso:
    • - valorizzazione dell'Arno e delle aree rivierasche nella prospettiva del futuro parco fluviale metropolitano;
    • - potenziamento e qualificazione delle infrastrutture di collegamento nell'ambito del servizio metropolitano integrato di trasporto;
    • - recupero del patrimonio edilizio esistente e riorganizzazione dei centri abitati per migliorare la qualità insediativa e far fronte a parte della domanda generata dai flussi migratori nella direttrice Firenze-Valdarno Superiore.
  • - Territorio comunale come ambito di politiche integrate centrate sulla qualità territoriale, attraverso:
    • - tutela e valorizzazione delle componenti rappresentative dell'identità territoriale di lunga durata e in particolare di:
      • - centri storici di Figline e Incisa, quali capisaldi della struttura insediativa e della sua riorganizzazione funzionale: nella conurbazione lineare di fondovalle, in particolare, essi assolvono la funzione di principali elementi direttori e ordinatori, costituendo riferimenti ineludibili nella gerarchizzazione degli spazi urbani;
      • - aree collinari, con particolare riguardo ai ripiani di mezza costa, quali ambiti per una moderna agricoltura polifunzionale e per attività turistiche, escursionistiche, ricreative, culturali e sociali compatibili;
    • - recupero e qualificazione delle componenti rappresentative dell'identità territoriale recente e in particolare di:
      • - area artigianale e industriale di Lagaccioni, quale componente propulsiva dell'economia manifatturiera locale;
      • - aree ex minerarie di Santa Barbara, quali ambito di riorganizzazione ecologica, morfotipologia e funzionale ai fini naturalistici, agricoli, sportivi, ricreativi ed energetici.

3. L'Amministrazione Comunale rende operativo il coordinamento delle politiche territoriali rafforzando il proprio ruolo di indirizzo nei processi di sviluppo locale, anche attraverso forme pattizie o di partnership pubblico-privato, e promuovendo:

  • - forme di cooperazione volontaria tra i soggetti (singoli o associati) che agiscono sul territorio;
  • - nuove forme esemplari di vita e di lavoro;
  • - la cooperazione interistituzionale, in coerenza con le politiche territoriali del PIT e del PTC e sulla base di intese programmatiche, a geometria variabile, con i comuni limitrofi.

4. Fatte salve le competenze sovraordinate, il coordinamento delle politiche territoriali informa anche le azioni programmatiche di soggetti, pubblici o privati, diversi dalla Amministrazione Comunale. A tale scopo, la coerenza di tali azioni nei confronti delle suddette politiche deve essere espressamente attestata dai relativi atti amministrativi.

5. Le implicazioni territoriali delle politiche di settore, ove direttamente configurabili, sono specificatamente disciplinate dalla Parte Terza, Titolo II, delle presenti norme (Disciplina delle unità territoriali organiche elementari - UTOE).

Art. 3.3 Sistema territoriale di area vasta

1. La strategia definita dal PS, per qualificare il territorio comunale nell'area vasta di riferimento, è volta a rafforzarne il carattere strutturale e funzionale quale "parte integrante della città reticolare del Valdarno superiore" e, al tempo stesso, quale "avamposto" del Valdarno superiore nei confronti del settore centrale dell'area metropolitana fiorentina.

Tale carattere si esplica, in primo luogo, attraverso:

  • - il riconoscimento dell'Arno quale elemento generatore degli assetti territoriali e principale infrastruttura ecologica dell'area, riferimento costante per le politiche di assetto delle rive e dell'entroterra collinare, risorsa plurima da concepire nell'ottica del futuro parco fluviale metropolitano, inteso quale strumento straordinario per la gestione delle risorse territoriali.
    L'Arno, così inteso, costituisce la componente identitaria più profonda dell'intera vallata (detta, appunto "Valdarno"), mentre le sue rive costituiscono, tra l'altro, direttrici di raccordo della mobilità lenta (pista ciclopedonale) e trait d'union tra insediamenti frontistanti (Pian dell'Isola di Rignano e Incisa; Matassino di Figline, Castelfranco, Reggello; Porcellino di Figline, Cavriglia e San Giovanni Valdarno);
  • - la qualificazione e la razionalizzazione dei raccordi tra il territorio comunale e le principali infrastrutture che lo collegano, storicamente, a Firenze e all'intero sistema insediativo di fondovalle: linea ferroviaria, Direttissima e lenta, con relative stazioni; ciclopista dell'Arno, adeguatamente raccordata ai centri abitati; Autostrada del Sole, con aggancio ai caselli attraverso le varianti stradali e il nuovo ponte sull'Arno (così come licenziato dalla Conferenza di copianificazione18);
  • - la messa a punto di un'offerta territoriale integrata, incentrata su:
    • - l'area artigianale/industriale di Lagaccioni, da qualificare nei caratteri ecologici/morfologici/funzionali come area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA) e da aprire a nuove attività di servizio, quale principale polo produttivo comunale;
    • - il territorio agricolo collinare, attrattivo per la qualità del paesaggio e per il richiamo internazionale esercitato da importanti strutture di accoglienza (Loppiano, Norcenni), produttore di cibi di qualità e luogo di ricettività diffusa, quale componente economica strettamente correlata e complementare;
    • - i servizi e le attrezzature di rilevanza sovra comunale, da qualificare e valorizzare quali riferimento di un'utenza a geometria variabile, ma, allo stesso tempo, da integrare sempre più nel territorio di cui costituiscono espressioni di eccellenza (Loppiano, con il centro congressi e l'Università Sophia, Norcenni, Ospedale Serristori, Teatro Garibaldi, Isis Vasari, ecc.19).

La suddetta strategia trova specifica definizione nella disciplina relativa alle singole UTOE.

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore della Amministrazione Comunale e dal PO, nel rispetto delle disposizioni statutarie e sulla base delle specifiche disposizioni relative alle singole UTOE, sono i seguenti:

  1. a. Aree rivierasche dell'Arno: il PO concepisce le aree rivierasche come ambito sperimentale di politiche ambientali, culturali, sociali e produttive incentrate sulla valorizzazione del fiume e ne coordina la disciplina con i comuni limitrofi. Il coordinamento deve essere attivato con i comuni di Rignano, Reggello, Castelfranco Piandiscò e San Giovanni Valdarno per la gestione delle aree rivierasche, con particolare riferimento a: regimazione idraulica con relative opere spondali e casse di laminazione; scarichi e qualità delle acque; piste ciclabili; strutture agricole, ricreative e culturali compatibili; spazi aperti residui tra le urbanizzazioni e il fiume; sistemi insediativi tranfrontalieri o fronti stanti, quali Pian dell'Isola - The Mall - Mandò; Incisa - Ciliegi; Figline - Matassino; Porcellino - Santa Barbara - San Giovanni Valdarno.
  2. b. Ambiti di reperimento per l'istituzione di parchi, riserve e aree naturali protette di interesse locale della dorsale occidentale20: il PO riconosce tali ambiti quali aree a forte caratterizzazione naturale e li valorizza quali luoghi di escursionismo a ridosso dell'area fiorentina e chiantigiana, riprendendo e specificando le politiche di tutela delineate dal PTC. In particolare:
    • - ambito di reperimento Colline fiorentine21: interessa, oltre ai territori comunali limitrofi di Bagno a Ripoli, Rignano sull'Arno e Greve in Chianti, tutta la fascia di alta collina nord-occidentale di Monte Muro e Poggio Citerna, fino a Poggio alla Croce;
    • - ambito di reperimento Monti del Chianti22: interessa prevalentemente il territorio comunale di Greve in Chianti, ma si estende nella parte sud-occidentale del territorio comunale includendo un'area già individuata come SIR Monti del Chianti23.
  3. c. Territorio comunale come direttrice strategica del sistema di trasporto regionale e nazionale24: il PO valorizza e qualifica il suddetto sistema soprattutto nei raccordi locali attraverso:
    • - la mitigazione degli effetti ambientali prodotti dalle infrastrutture (frammentazione ecologica, paesaggistica e funzionale, dovuta alla rottura delle relazioni trasversali monte-valle e alla creazione di barriere longitudinali parallele all'Arno; marginalizzazione delle aree rivierasche; inquinamento acustico, atmosferico e visuale);
    • - il miglioramento dei raccordi tra le grandi infrastrutture e il territorio attraverso il potenziamento di specifiche cerniere di connessione da rendere facilmente accessibili (interconnessione Valdarno Nord nella linea ferroviaria Direttissima; stazioni di Incisa e Figline nella linea ferroviaria lenta; casello di Incisa nell'Autostrada del Sole; variante alla SR 69 Valdarno in destra idrografica e nuovo ponte sull'Arno a Figline25; SP n. 1 Aretina; ciclopista dell'Arno);
    • - la razionalizzazione e la sostenibilità, ambientale e paesaggistica, della viabilità storica di attraversamento e delle relative connessioni con la maglia di distribuzione locale.
  4. d. Polo produttivo di Lagaccioni: il PO ne persegue la qualificazione, previo risanamento idraulico, attraverso programmi che ne favoriscano la trasformazione in APEA (aree produttive ecologicamente attrezzate)26 e la valorizzazione quale principale motore propulsivo dell'economia manifatturiera locale negli ambiti urbani.
  5. e. Territorio rurale: il PO concepisce il territorio rurale come:
    • - luogo pregiato che rifugge la banalizzazione residenziale e sostiene la centralità delle attività agricole polifunzionali, capaci di combinare qualità del prodotto (soprattutto vino e olio) e qualità del paesaggio, accanto a funzioni turistiche, ricreative, sociali, culturali e produttive compatibili;
    • - elemento attrattivo per il turismo, gli investimenti e la localizzazione di attività compatibili;
    • - scenario qualificato della vita locale, fortemente integrato con i centri abitati di fondovalle e con le aree fluviali.
  6. f. Servizi e attrezzature di rilievo territoriale: specificatamente segnalate negli articoli che disciplinano le singole UTOE27 costituiscono "servizi e attrezzature di livello sovracomunale" ai sensi del PTC della Provincia di Firenze28 e sono da valorizzare quale offerta di servizi pregiati per residenti e visitatori. In particolare: Museo di arte sacra Oratorio del Crocificco, Raccolta di arte sacra della insigne Collegiata, Ospedale Serristori, ISIS Vasari, Teatro Garibaldi, Campeggio Norcenni, Museo della civiltà contadina.
  7. g. Aree di confine: il PO le concepisce come luoghi unitari a forte caratterizzazione di ruolo e le coordina con i comuni limitrofi. In particolare:
    • - Pian dell'Isola: area artigianale/industriale da coordinare con il Comune di Rignano sull'Arno;
    • - Matassino: struttura urbana da coordinare con i Comuni di Reggello e Castelfreanco Piandiscò;
    • - Le Valli: insediamento minore da coordinare con il Comune di Rignano sull'Arno;
    • - Porcellino: struttura urbana da coordinare con i Comuni di Cavriglia e San Giovanni Valdarno;
    • - Poggio alla Croce: struttura urbana da coordinare con il Comune di Greve in Chianti.

3. Coordinamento sovracomunale

Per favorire il perseguimento degli obiettivi sopra elencati, l'Amministrazione Comunale promuove un coordinamento con i Comuni limitrofi, con la Città Metropolitana, con la Provincia di Arezzo e con la Regione Toscana, finalizzandolo alla cooperazione interistituzionale, alla armonizzazione delle politiche territoriali e al monitoraggio, nel tempo, dell'efficacia delle azioni strategiche di rilevanza sovracomunale.

18. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

19. Vedi Tavola STR2

20. Come da PTC della Provincia di Firenze

21. Vedi PTC Provincia di Firenze: Ambito di reperimento A08 - Colline fiorentine

22. Vedi PTC Provincia di Firenze: Ambito di reperimento A04 - Monti del Chianti

23. Vedi PTC Provincia di Firenze: SIR 88 Monti del Chianti (IT 5190002) - oggi ZSC a seguito della LR 30/2015

24. Vedi Articolo 3.10 delle presenti norme

25. Licenziato dalla Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

26. LR 87/1998, art. 18, e RPGR 74R/2009, Regolamento in materia di Aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA)

27. Articoli da 3.14 a 3.18 delle presenti norme

28. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articoli 24 e 24 bis

Art. 3.4 Sistema ambientale

1. La strategia definita dal PS per il sistema ambientale è volta a recuperare relazioni di coerenza tra le componenti fisiche, naturali e antropiche che determinano la struttura e la funzionalità ecologica del territorio comunale, favorendo la conservazione, lo sviluppo e la differenziazione degli elementi naturali (biodiversità), nonché la conservazione, il potenziamento o il ripristino delle relazioni ambientali (connettività), nell'ambito delle misure per la difesa idrogeologica definite dal supporto geologico e idraulico al PS, nonché di modelli virtuosi inerenti gli stili di vita e le forme di utilizzazione del territorio (sostenibilità).

Essa trova specifica definizione nella disciplina relativa alle singole UTOE.

2. Obiettivi strategici di riferimento.

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore dell'Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni inerenti le trasformazioni territoriali (PA, piani aziendali, ecc.), sono:

  1. a. Potenziamento della biodiversità, da perseguire:
    • - conservando e qualificando i sistemi naturali e seminaturali, che costituiscono i principali serbatoi di naturalità, con particolare riferimento a: boschi, prati e arbusteti della dorsale occidentale; reticolo idrografico minore e relative sponde nella bassa e media collina; Arno, sponde e vegetazione ripariale nel fondovalle, dove la progettazione delle nuove casse di laminazione dovrà anche perseguire obiettivi di qualificazione naturalistica e di tutela della biodiversità. Il PO recepisce e sviluppa le politiche di tutela per le aree naturali protette (ZSC Monti del Chianti, ANPIL Garzaia) delineate dal PTC nella monografia relativa al Valdarno Superiore Fiorentino;
    • - qualificando il sistema forestale, attraverso il contrasto alla diffusione delle specie forestali alloctone, l'avviamento all'alto fusto o il miglioramento dei boschi cedui in base ai principi della gestione forestale sostenibile;
    • - garantendo sostegno all'agricoltura biologica e all'incremento della diversità ambientale nelle aree agricole a coltivazione intensiva (siepi, alberature, fasce di rispetto delle siepi, a regime sodivo e inerbite);
    • - creando sistemi reticolari del verde urbano articolati e continui, costituiti da aree pubbliche e private, attenti alla diversificazione ambientale e connessi al territorio rurale nonché, ove presenti, alle rive fluviali;
    • - promuovendo, attraverso azioni di formazione/informazione, modalità di gestione del verde privato (urbano o rurale) che prevedano l'uso di specie autoctone e di prodotti naturali, anche attraverso protocolli sottoscritti con singoli soggetti, condomini, esercenti di attività di vendita dei prodotti per l'agricoltura e il giardinaggio.
  2. b. Potenziamento della connettività, da perseguire:
    • - conservando e qualificando le principali unità funzionali delle reti ecologiche comunali e sovracomunali (in particolare: corridoio boscato della dorsale occidentale, corridoio fluviale dell'Arno, elementi trasversali);
    • - conservando e qualificando il reticolo idrografico minore trasversale che unisce, senza soluzioni di continuità, l'alta collina all'Arno e alle aree che ne costituiscono contesto fluviale29 (in particolare: Fosso del Salceto, Fosso del Burchio, Borro del Focardo30, Borro di Fracassi, Borro di Ponterosso, Fosso del Cesto);
    • - contenendo la frammentazione ambientale prodotta dalle grandi infrastrutture di trasporto del fondovalle attraverso la creazione di fasce verdi longitudinali ad alta densità di impianto e il mantenimento (o l'incremento) dei passaggi trasversali (corsi d'acqua minori e relative rive; viabilità; spazi aperti; aree agricole ubicate a monte e a valle delle infrastrutture, ecc.).
    • - riducendo il consumo di suolo e migliorando i livelli di permeabilità ecologica delle pianure alluvionali.
  3. c. Sostenibilità degli stili di vita e delle modalità d'uso del territorio, da perseguire:
    • - concependo le aree rivierasche dell'Arno quali ambiti per la sperimentazione di politiche territoriali sostenibili nella prospettiva del futuro parco fluviale metropolitano, con previsione di un'area naturale protetta denominata "Parco fluviale dell'Arno"31, che salvaguardi e valorizzi le specificità naturali dell' ANPIL della Garzaia32 e delle altre zone umide seminaturali di lungo fiume;
    • - prevedendo aree naturali protette collinari33:
      • - nella dorsale nord-occidentale34, previa concertazione, programmatica e procedurale, con i comuni limitrofi di Bagno a Ripoli, Greve in Chianti e Rignano;
      • - nei Monti del Chianti35, comprendendo la ZSC "Monti del Chianti"36, previa concertazione, programmatica e procedurale, con il Comune di Greve in Chianti;
    • - stipulando protocolli con gli operatori locali per combinare la qualità del territorio e del paesaggio rurale con la qualità delle produzioni agricole e delle altre attività compatibili con una moderna ruralità polifunzionale;
    • - garantendo sostegno alle certificazioni Ecolabel e alla creazione di aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA) negli insediamenti artigianali e industriali di Pian dell'Isola e di Lagaccioni;
    • - prevedendo specifiche misure di qualità ambientale riguardanti: permeabilità dei suoli, verde e connettività ecologica, approvvigionamento e risparmio idrico, risparmio energetico, fonti energetiche rinnovabili, inquinamento acustico, inquinamento del suolo e del sottosuolo, inquinamento elettromagnetico, scarichi idrici, rifiuti;
    • - promuovendo la gestione integrata del processo produzione-raccolta-smaltimento dei rifiuti e incentivando il compostaggio domestico e la raccolta differenziata, anche attraverso uno specifico regolamento comunale e appositi contenitori ubicati in posizioni strategiche, facilmente accessibili negli ambiti urbani e nel territorio rurale;
    • - promuovendo protocolli di sostenibilità energetica dei prodotti e dei processi, in campo agricolo, artigianale e industriale, con monitoraggio e diffusione dei risultati;
    • - prevedendo una rete per la mobilità dolce (piste ciclabili e percorsi pedonali) capace di garantire l'accesso alle aree centrali urbane e ai servizi e potenziando il trasporto pubblico su gomma, attraverso un servizio circolare tra i principali centri abitati;
    • - predisponendo un piano comunale di illuminazione pubblica, per favorire il risparmio energetico ed abbattere l'inquinamento luminoso, tutelando al contempo, soprattutto nel territorio rurale, la fauna selvatica e la qualità del paesaggio;
    • - promuovendo l'Atlante partecipato del patrimonio territoriale37, quale strumento di crescita della conoscenza diffusa, del presidio sociale del territorio e della percezione sociale del paesaggio.

3. Il PO recepisce e specifica le disposizioni dell'Allegato A alla presente Disciplina38 in relazione ai beni di cui all'articolo 142 del Dlgs 42/2004 ricadenti nel territorio comunale:

  • - territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 m dalla linea di battigia;
  • - fiumi, torrenti, corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal R.D. 11 dicembre 1933, n.1775, e relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;
  • - territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento;
  • - zone di interesse archeologico.

29. Vedi articolo 2.14 delle presenti norme

30. Borro del Focardo o Molinaccio o Moriano

31. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A12-Arno

32. Istituita con Del. CC del 13.02.2003, n. 4, e inserita nell'elenco ufficiale delle Aree Protette regionali con il 7° aggiornamento - 4° Programma regionale per le aree protette 2004-2007 (Del CR del 23.11.2004, n. 154). Ai sensi della LR 30/2015, art. 113, la Giunta Regionale abolirà le ANPIL e i Parchi Provinciali entro il 2017 e valuterà la loro ascrivibilità nel nuovo sistema regionale delle Aree protette (in qualità di Riserve o Parchi regionali), nella rete Natura 2000 ovvero soltanto negli strumenti della pianificazione locale

33. In coerenza con la previsione degli Ambiti di reperimento contenuta nel PTC della Provincia di Firenze

34. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A08-Colline fiorentine

35. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A04-Monti del Chianti

36. Vedi PTC Provincia di Firenze, SIR 88 Monti del Chianti (IT5190002)

37. Vedi articolo 2.2 delle presenti norme

38. Allegato A: PS - Disciplina dei beni paesaggistici

Art. 3.5 Sistema energetico

1. La strategia generale definita dal PS per il sistema energetico è volta al contenimento degli sprechi e al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici (in forma attiva e passiva) anche attraverso il ricorso alle tecniche della bioarchitettura. È volta, altresì, a incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili: in particolare energia idraulica, energia geotermica ed energia solare.

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore dell'Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono:

  1. a. progressiva riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera derivanti dalle funzioni, residenziali e produttive, presenti nel territorio, incentivando il ricorso a forme di risparmio energetico e di contenimento dei consumi termici ed elettrici nel patrimonio edilizio esistente attraverso:
    • - realizzazione di sistemi passivi integrati;
    • - miglioramento delle tecniche costruttive degli edifici;
    • - riqualificazione energetica e miglioramento dei processi produttivi.
    A tale scopo, il PO e il RE definiscono i requisiti minimi da rispettare negli interventi di recupero e di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, con particolare riferimento agli edifici specialistici e ai complessi edilizi di maggiore consistenza volumetrica, evitando che sia ridotta l'entità della radiazione solare già ricevuta dagli edifici e dalle relative pertinenze. Il PO e il RE, in particolare, applicano le norme per l'edilizia sostenibile di cui alla LR 64/2015 con le relative linee guida39 e definiscono incentivi economici e urbanistici in base ai livelli di risparmio energetico, alla qualità dei materiali e alle tecniche costruttive utilizzate.
  2. b. in coerenza con la normativa regionale e con le modalità da questa previste: incentivazione generalizzata delle fonti energetiche rinnovabili (FER), con particolare riguardo all'energia idraulica, all'energia geotermica e all'energia solare, secondo criteri di integrazione e di innovazione della qualità architettonica e paesaggistica, attraverso le seguenti azioni prioritarie, che il PO provvede a specificare e differenziare anche in funzione dei caratteri paesaggistici, con particolare attenzione per gli edifici e i complessi di valore storico-culturale:
    • - aree di nuovo impianto, interventi di rigenerazione, di riorganizzazione urbana, di recupero e di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente: ricorso alle FER, nel rispetto dei requisiti di base stabiliti dalle vigenti norme nazionali e regionali e delle specifiche disposizioni del PO, con particolare attenzione a:
      • - accesso ottimale della radiazione solare ai nuovi edifici;
      • - riduzione del carico solare termico estivo;
      • - utilizzazione ottimale dei venti prevalenti per la climatizzazione e il raffrescamento naturale degli edifici e degli spazi urbani;
      • - controllo del microclima, anche attraverso l'adeguata progettazione degli spazi aperti, con specifica attenzione alla composizione quantitativa e qualitativa delle formazioni vegetali.
    • - costruzioni esistenti::
      • - incentivi alla sostituzione parziale o totale della copertura e/o delle superfici verticali con sistemi di risparmio energetico e di produzione di energia solare;
      • - disposizioni per l'adozione di altri sistemi passivi capaci di favorire la captazione solare e il raffrescamento (serre solari, camini del vento, ecc.).
      Il PO dispone affinché le azioni suddette si realizzino, in particolare, nelle aree artigianali/industriali esistenti o di nuova previsione, all'interno delle quali i sistemi per la produzione di energia solare dovranno essere comunque sistematicamente incentivati.
  3. c. predisposizione di un piano comunale di illuminazione pubblica, per favorire il risparmio energetico, l'abbattimento dell'inquinamento luminoso e il ricorso a energie rinnovabili, anche attraverso la razionalizzazione degli impianti e il ricorso ad apposite lampadine e corpi illuminanti.
  4. d. tracciabilità energetica dei prodotti del territorio, con esplicitazione degli effetti compensativi derivanti dal ricorso a sistemi virtuosi di produzione e/o di risparmio energetico, quale requisito per l'adesione ai protocolli di qualità e alle azioni di valorizzazione promosse dall'Amministrazione Comunale.

3. Area mineraria Santa Barbara

Nell'area di Santa Barbara, già interessata dalle attività di escavazione mineraria e oggi sottoposta a recupero ambientale, l'Amministrazione Comunale, previo accordo con i soggetti proprietari, indirizza gli interventi di recupero alla creazione di un nuovo paesaggio di qualità e, in questa ottica, alla valorizzazione delle aree per finalità agricole, ricreative e, compatibilmente con la normativa regionale, energetiche. A tale scopo incentiva la creazione di impianti per la produzione di energia solare in aree a ridotto impatto visuale, privilegiando, in modo particolare, l'area Le Borra e provvedendo, se del caso, a contenerne la visibilità attraverso adeguate sistemazioni morfologiche e vegetazionali.

L'intervento è volto, prioritariamente, a garantire forniture di energia a prezzo contenuto alle aree produttive locali e, in modo particolare, a sostenere il rilancio dell'area artigianale e industriale di Lagaccioni.

39. Legge regionale 2014, n. 65, Norme per il governo del territorio, Titolo VIII, Capo I

Art. 3.6 Sistema produttivo

1. La strategia definita dal PS per il sistema produttivo è volta a rafforzare il carattere polifunzionale integrato del territorio comunale, basato su un'economia plurisettoriale industria-artigianato-commercio-turismo-agricoltura, e a favorire il radicamento territoriale delle aziende leader, finalizzandolo a introiettare nei prodotti il valore aggiunto della qualità territoriale.

Nell'ambito di questa strategia, che rifugge le lottizzazioni isolate e le superfetazioni incongrue a ridosso degli aggregati storici:

  • - l'area artigianale e industriale di Lagaccioni, aperta (previo risanamento idraulico e compatibilmente con le condizioni di rischio) a nuove attività ricreative e di servizio e opportunamente organizzata in polo produttivo integrato sotto forma di APEA, costituisce una componente propulsiva dell'economia comunale; accanto a quella di Lagaccioni, costituiscono realtà produttive importanti nel territorio comunale le aree artigianali e industriali di Burchio e Pian dell'Isola;
  • - le aree rurali polifunzionali della collina, incentrate sulle attività agricole e sulle connesse attività agrituristiche, ricreative, sociali e culturali, costituiscono componenti complementari dell'economia comunale e sono tese a sviluppare un'offerta territoriale integrata, fondata su prodotti40 e servizi41 di eccellenza, garantendo la qualità del paesaggio quale essenziale elemento attrattivo del territorio comunale. Nell'ambito della media collina costituiscono presenze inusuali, dotate di grande capacità attrattiva, ma scarsamente integrate con il territorio, il Centro di Loppiano, nell'immediato entroterra del centro abitato di Incisa, e il Camping Village Norcenni Girasole Club, nell'immediato entroterra del centro abitato di Figline;
  • - le aree fluviali dell'Arno, per le quali sono da perseguire interventi di salvaguardia e di qualificazione degli spazi aperti e da favorire interventi che rafforzino le relazioni ecologiche e funzionali con le aree collinari, costituiscono ambiti sperimentali di politiche sostenibili, fondate sulle attività agricole compatibili e, in vicinanza agli ambiti urbani, su attività turistiche e ricreative connesse alla presenza del fiume.

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore dell'Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono:

  1. a. sistema artigianale e industriale:
    • - qualificazione e innovazione del tessuto produttivo artigianale e industriale, con particolare riguardo a:
      • - rafforzamento delle relazioni tra le strutture produttive-commerciali di Pian dell'Isola, il limitrofo sistema produttivo polifunzionale del Comune di Rignano sull'Arno e il sistema degli outlet della moda del Comune di Reggello, soprattutto attraverso l'offerta formativa e professionalizzante;
      • - completamento e qualificazione ecologica e morfologica delle strutture produttive di Burchio;
      • - mantenimento e valorizzazione produttiva dello stabilimento Pirelli, che segna la chiusura, a sud, del centro abitato di Figline;
      • - messa in sicurezza idraulica, recupero edilizio e funzionale, qualificazione ecologica e morfologica, rilancio economico e produttivo dell'area di Lagaccioni come luogo di lavoro e di competenze, attraverso l'integrazione delle strutture artigianali-industriali con strutture di servizio alle imprese, strutture di formazione e di coworking, strutture ricreative e di ristoro, per la creazione di un polo produttivo integrato secondo i modelli delle APEA42; il suddetto polo è collegato ai raccordi delle grandi infrastrutture di trasporto (casello autostradale, stazione ferroviaria di Figline), usufruisce, oltre che delle energie rinnovabili producibili in loco, del supporto energetico degli impianti previsti nelle aree ex minerarie di Santa Barbara (in particolare Le Borra) ed è concepito come parte integrante, ma distinta e baricentrica, di una struttura insediativa di fondovalle che mantiene nei centri abitati di Incisa e di Figline i capisaldi urbani identitari, luoghi storici dell'abitare, delle relazioni sociali e dei principali servizi. A questi fini deve essere attivato un complesso di azioni coordinate, tra le quali assumono particolare rilevanza:
        • - il superamento delle condizioni di rischio idraulico, con possibilità di operare, nel frattempo, interventi di trasformazione fisica e funzionale consentiti dalla normativa vigente sul patrimonio edilizio esistente;
        • - la qualificazione ambientale attraverso il risparmio idrico ed energetico, la produzione di energia da fonti rinnovabili (FER)43, la gestione integrata e la raccolta differenziata dei rifiuti;
        • - la qualificazione del sistema degli spazi aperti e degli spazi pubblici, attraverso un progetto unitario che individui: varchi per potenziare le relazioni ecologiche trasversali fiume-collina, a partire dalle indicazioni contenute nella tavola STR1; percorsi ciclopedonali in condizioni di sicurezza e spazi attrezzati per la sosta ciclabile e pedonale; fermate attrezzate e concentrate del sistema di trasporto pubblico su strada; interventi coordinati di arredo urbano e di equipaggiamento degli spazi verdi;
        • - il sostegno alla digitalizzazione delle imprese e all'utilizzo della banda larga, nell'ambito di un potenziamento generale delle tecnologie della informazione e della comunicazione44;
        • - la caratterizzazione produttiva dell'area, incentrata sulla manifattura e sulle eccellenze artigianali e industriali della zona (in particolare pelletteria e moda), disincentivando la localizzazione degli esercizi commerciali e, in modo particolare, di quelli di vicinato, nonché i mutamenti di destinazione d'uso in favore della residenza;
        • - il miglioramento dell'efficienza infrastrutturale, attraverso: la gerarchizzazione della rete viaria; l'adeguamento dei parcheggi, degli spazi di manovra e degli spazi per il carico-scarico delle merci; la creazione di raccordi gerarchizzati con le principali infrastrutture di collegamento; la creazione di fermate attrezzate per il servizio di trasporto pubblico e il collegamento con le stazioni ferroviarie;
        • - le politiche volte a rafforzare l'attrattività dell'area e la convenienza all'insediamento delle imprese, favorendo i raccordi con le infrastrutture nazionali di trasporto e la disponibilità di energia a costi contenuti45.
        • Il PO verifica e, se del caso, incentiva lo spostamento delle strutture produttive più esposte al rischio idraulico nelle nuove zone per attività artigianali e industriali previste dalla Conferenza di copianificazione46.
          Il PO subordina, altres&igrave, la realizzazione di nuove strutture artigianali e industriali alla presentazione di un master plan aziendale con idonee garanzie occupazionali e alla preventiva verifica di compatibilità inerente il rumore e le emissioni inquinanti.
  2. b. sistema agricolo:
    • - sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale47;
  3. c. sistema turistico:
    • - sviluppo del turismo attraverso la costruzione di un'offerta integrata a forte caratterizzazione identitaria, basata sulla ricettività diffusa e sulle opzioni strategiche "turismo-territorio rurale" e "luogo-prodotto" (arte, cultura a paesaggio; enogastronomia e tradizioni; natura, escursionismo, ricreazione), puntando sulle "aggregazioni di prodotto" e sul potenziale attrattivo del territorio comunale per creare e qualificare strutture turistiche orientate principalmente verso i seguenti target:
      • - turismo dell'arte e della cultura, ma anche dell'enogastronomia e delle tradizioni, con visite a Firenze e dintorni (Chianti, Siena, Arezzo) e soggiorni di breve o media durata, per il quale il territorio rurale si propone come alternativa al soggiorno in città;
      • - turismo del tempo libero, interessato alle escursioni, alla natura e alla ricreazione, ma anche all'enogastronomia, di provenienza prevalentemente metropolitana, al quale il territorio comunale propone, soprattutto nella collina occidentale (Poggio Firenze, Poggio alla Croce, Pian d'Albero, Montescalari), ma anche attraverso la ciclopista dell'Arno, occasioni di sosta e di accoglienza nell'ambito di itinerari sovra comunali:
      • - turismo esigente ed esperto, che trova accoglienza soprattutto negli agriturismi, negli alberghi diffusi dei centri collinari minori e dei borghi rurali, nelle altre strutture ricettive rurali;
      • - turismo giovanile o familiare, che trova accoglienza soprattutto negli agriturismi, negli alberghi diffusi dei centri collinari minori e dei borghi rurali, nelle altre strutture ricettive rurali, nel campeggio e villaggio turistico di Norcenni;
      • - turismo legato al culto, alle esperienze sociali, allo studio, al lavoro e alla convegnistica, che ha come principale riferimento il Centro di Loppiano.
      L'Amministrazione Comunale, perseguendo la logica delle "aggregazioni di prodotto" promuove:
      • - coinvolgendo i Comuni limitrofi: uno specifico accordo di programma con la Regione Toscana e i consorzi turistici, per individuare i prodotti tematici di interesse locale da valorizzare sui mercati;
      • - coinvolgendo gli operatori locali: la sottoscrizione di specifici disciplinari di qualità definiti nell'ambito di protocolli regionali (tipo "Benvenuti in Toscana"), opportunamente declinati rispetto ai prodotti turistici tematici inerenti il territorio.
  4. d. sistema commerciale
    • - sostegno e qualificazione degli esercizi commerciali di vicinato nei centri abitati e, in particolare, nelle aree storiche centrali, anche attraverso il rilancio dei centri commerciali naturali esistenti (Il Granaio, Le Botteghe del Petrarca) e la loro promozione a Matassino. Gli esercizi commerciali dei centri storici sono da considerare, a tutti gli effetti, componenti funzionali indispensabili di supporto alla residenza stanziale, nonché elementi di qualificazione urbana e di attrattività nei confronti dei fruitori esterni. La loro permanenza nei centri storici viene pertanto favorita dalle politiche comunali, anche attraverso una specifica disciplina edilizia e specifiche azioni per favorirne l'accessibilità e la sosta di supporto;
    • - potenziamento degli esercizi commerciali del territorio rurale, favorendo l'adesione alle reti regionali (tipo "Vetrina Toscana") e l'integrazione con le produzioni tipiche locali, nonché, soprattutto negli insediamenti accentrati, la qualifica di emporio polifunzionale;
    • - contenimento delle strutture di vendita generiche nelle aree produttive, favorendo, di contro, quelle integrate con la produzione locale e con la moda; nelle aree produttive, e in particolare in quella di Lagaccioni, deve essere disincentivata, anche attraverso specifici provvedimenti edilizi e contributivi, la delocalizzazione di esercizi commerciali dai centri storici di Incisa e di Figline;
    • - qualificazione ambientale e dotazione infrastrutturale delle medie e grandi strutture di vendita esistenti, favorendone l'accessibilità.

40. In particolare olio e vino, anche in coltura specializzata

41. In particolare ricettività rurale

42. LR 87/1998, art. 18, e RPGR 74R/2009, Regolamento in materia di Aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA)

43. In loco e in altre aree del territorio comunale: vedi anche l'articolo 3.5 delle presenti norme, "Sistema energetico", punto 3, "Area ex mineraria Santa Barbara"

44. Anche in coerenza con gli obiettivi dell'agenda digitale europea, Europa 2020, già citata

45. Vedi anche articolo 3.5 delle presenti norme, "Sistema energetico", punto 3 "Area ex mineraria Santa Barbara

46. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

47. Vedi articolo 3.7 delle presenti norme

Art. 3.7 Sistema rurale

1. La strategia definita dal PS per il territorio rurale è volta a promuovere una moderna ruralità polifunzionale incentrata sulle attività agricole e forestali e sulle relative attività connesse, riconosciute come strategiche per garantire il presidio del territorio, la fornitura di prodotti di qualità e l'evoluzione qualitativa del paesaggio: a tale fine viene favorito il radicamento territoriale degli operatori agricoli, lo sviluppo di attività economiche di nicchia, l'integrazione dell'agricoltura con altre attività economiche locali.

2. Obiettivi strategici di riferimento.

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore dell'Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono:

  • - difesa del suolo, anche attraverso il recupero e la rifunzionalizzazione delle sistemazioni idraulico agrarie (soprattutto di impianto storico: terrazzamenti, ciglionamenti, fossi, scoline, acquidocci, ecc.), ovvero attraverso nuove tecniche che assicurino la raccolta e l'allontanamento delle acque di pioggia;
  • - concorso determinante alla garanzia di adeguate condizioni di naturalità nel territorio rurale, attraverso:
    • - la salvaguardia di spazi aperti contesi alle coperture boschive e la conseguente varietà del mosaico colturale (biodiversità);
    • - la conservazione e/o la riproduzione, sotto varie forme, dei serbatoi di naturalità e dei corridoi ecologici (connessione e funzionalità ecosistemica);
  • - concorso determinante alla caratterizzazione del paesaggio e alla definizione di una identità evolutiva del territorio comunale;
  • - netta prevalenza delle attività agricole rispetto ad altre attività e ad altri usi del territorio rurale, con particolare sostegno agli ordinamenti colturali tipici locali48, all'arricchimento del mosaico colturale, al potenziamento delle superfici prative seminaturali e delle formazioni lineari, arboree e arbustive;
  • - sviluppo dell'agricoltura polifunzionale, quale perno di una moderna ruralità polifunzionale integrata, con attività connesse capaci di integrare il reddito agricolo e di introdurre innovazioni nel territorio rurale. Tali attività comprendono l'agriturismo, la trasformazione dei prodotti agricoli a prevalente provenienza aziendale (cantine, frantoi e simili), la lavorazione, la promozione e la degustazione di prodotti agricoli aziendali, la vendita diretta dei prodotti agricoli a prevalente provenienza aziendale, le attività faunistico-venatorie, i servizi di supporto all'agricoltura, le attività cinotecniche, la produzione di energia da fonti rinnovabili, l'erogazione di servizi sociali, la manutenzione ambientale;
  • - forte caratterizzazione del territorio rurale quale luogo qualificato del turismo extralberghiero e della ricettività diffusa, dell'escursionismo culturale ed enogastronomico, delle attività all'aria aperta, della didattica, della formazione, delle attività sociali ed economiche compatibili con la conformazione paesaggistica del territorio, ad alta qualità di prodotto e a basso consumo di suolo;
  • - qualificazione paesaggistica e integrazione territoriale delle grandi strutture presenti nella media collina, l'una concentrata e a carattere monofunzionale (Camping Village Norcenni Girasole club), l'altra diffusa nel territorio e a carattere polifunzionale (Centro di Loppiano);
  • - incentivi alla utilizzazione del patrimonio edilizio esistente dismesso per la creazione di strutture finalizzate agli obiettivi strategici sopra elencati.

Il PO definisce una disciplina del territorio rurale che agevoli al massimo livello, compatibilmente con le norme sovraordinate, le attività produttive delle aziende agricole e le relative procedure autorizzative.

3. Azioni promozionali

Le attività agricolo-forestali e le attività connesse all'agricoltura, sia se esercitate in forma professionale o semiprofessionale, sia se esercitate in forma amatoriale, sono assunte quali attività primarie per il presidio territoriale, la funzionalità ambientale e la riproduzione qualitativa del paesaggio; esse concorrono alla caratterizzazione economica e sociale del territorio comunale.

L'agricoltura professionale è assunta quale fonte di prodotti destinati ai mercati interni ed esterni, con capacità di promuovere l'immagine del territorio comunale, legando la qualità del prodotto alla qualità del territorio e del paesaggio.

L'agricoltura semiprofessionale e amatoriale è assunta quale fonte di prodotti destinati prevalentemente ai mercati locali, ovvero utilizzati per l'autoconsumo.

Per sostenere le attività agricole e, in particolare, quelle legate alle colture tradizionali (oliveti, vigneti, frutteti, orti, seminativi, prati), viene favorito il connubio "agricoltura-agricultura" e vengono definite le seguenti azioni promozionali, fondate sul regime pattizio, che presuppongono uno specifico ruolo di indirizzo e di coordinamento dell'Amministrazione Comunale nel corso del tempo: valorizzazione del connubio qualità del prodotto-qualità del paesaggio, come requisito capace, al contempo, di incrementare la competitività e la specificità dei prodotti agricoli locali sui mercati e di incentivare l'interesse "economico" degli imprenditori professionali per la qualità del paesaggio locale, da assumere come componente qualitativa da introiettare nel prodotto;

  • - valorizzazione del rapporto diretto produttore-consumatore, anche attraverso la creazione di un nuovo "mercatale", come requisito capace di favorire la remunerazione dei prodotti di qualità, abbattendone i costi di mercato, e di individuare sbocchi locali per le produzioni agricole (anche di aziende semiprofessionali o amatoriali);
  • - promozione di patti di filiera per favorire l'utilizzo dei prodotti agricoli locali di qualità negli esercizi di ristoro, nelle mense scolastiche e nelle mense aziendali del territorio comunale e nel territorio dei comuni contermini;
  • - partnership tra Amministrazione Comunale e operatori economici locali per un'offerta territoriale integrata turismo - enogastronomia - agricoltura - commercio - industria e artigianato, che coinvolga a pieno titolo i centri abitati minori dell'alta collina rafforzandone il ruolo di presidio territoriale;
  • - consolidamento e diffusione del portale "Culla di Toscana", quale strumento di presentazione e di promozione del territorio, rete tra gli operatori, sostegno alla ricettività diffusa;
  • - sostegno all'Istituto Tecnico Agrario di Figline quale potenziale strumento di promozione del savoir fair in agricoltura, con particolare riguardo alle pratiche innovative, polifunzionali e di filiera.

48. Colture arboree (soprattutto olivo e vite), seminativi, colture orticole, prati

Art. 3.8 Sistema sociale

1. La strategia definita dal PS per il sistema sociale è volta a rafforzare il "ben essere" della persona, inteso come qualità della vita legata alla qualità del territorio, con conseguente valorizzazione delle eccellenze e riduzione delle criticità territoriali. E' altresì volta a sviluppare il senso di "comunità", inteso come capacità degli abitanti di garantirsi, reciprocamente e in modo organizzato, solidarietà e crescita qualitativa, attraverso azioni integrate (educazione, formazione, prevenzione, assistenza sociale, politiche sanitarie, attività culturali) volte a innescare processi di cambiamento che rendano protagonista la comunità locale, assegnando ai singoli attori risorse adeguate per portare contributi allo sviluppo sostenibile del territorio.

A tale scopo è favorita, tra l'altro, la razionale distribuzione territoriale delle strutture sociali, onde migliorare la fruizione dei servizi di base diffusi nel territorio e la fruizione dei servizi pregiati presenti negli ambiti urbani, caratterizzati da una forte connotazione di ruolo.

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore della Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono:

  1. a. valorizzazione e razionalizzazione delle strutture di servizio esistenti, con particolare riguardo a:
    • - Ospedale Serristori: mantenimento dell'ospedale quale presidio sanitario di eccellenza di livello sovra comunale;
    • - strutture sociali (Villa Campori a Incisa, Asp Martelli a Figline): sviluppo delle esperienze di servizio alla persona e, in particolare, di housing sociale per anziani autosufficienti;
    • - Centro di Loppiano: valorizzazione delle attività culturali e sociali del centro nell'ambito di una maggiore integrazione strutturale e funzionale con il territorio comunale e, in particolare, con il centro abitato di Incisa;
    • - ISIS Vasari: consolidamento quale polo formativo di eccellenza territoriale, con particolare riferimento all'indirizzo agrario, per la sperimentazione colturale e la formazione nell'agricoltura multifunzionale, e all'indirizzo alberghiero, per il sostegno alle filiere locali e all'ospitalità territoriale;
    • - sistema scolastico: impostato su un unico istituto comprensivo, articolato, nel territorio comunale, nei poli di Incisa, Figline e Matassino, anche attraverso una diversa distribuzione dei plessi scolastici finalizzata a combinare esigenze sociali ed economie di scala (radicamento sociale, accessibilità, trasporto, manutenzione, gestione, ecc.);
    • - sistema dei circoli e del volontariato: integrato con funzioni di pubblico interesse, adeguatamente collegato in rete e tempestivamente disponibile per i bisogni della comunità;
    • - insediamenti, sparsi o accentrati, dell'alta collina: sostegno alla permanenza o all'insediamento dei servizi sociali di base e dei pubblici esercizi;
    • - poli sportivi di Via Pertini, a Incisa, e di Via Rossini, a Figline: qualificazione formale, strutturale e funzionale, anche attraverso una maggiore diversificazione dell'offerta di attività praticabili all'aperto e la creazione di relazioni con le aree rivierasche dell'Arno;
    • - qualificazione delle iniziative di rilevanza socio-economico-culturale, anche attraverso l'adeguamento della logistica e delle strutture di supporto (Autumnia, Primaveria, Festa del Perdono, ecc.);
  2. b. promozione di percorsi di empowerment e sviluppo delle autonomie:
    • - promozione di una rete di servizi per la prima infanzia rafforzando le sinergie tra pubblico e privato;
    • - promozione di stili di vita sana, consapevole e informata in tutte le fasce di età;
    • - creazione di un laboratorio per interventi di sostegno al lavoro e alla integrazione della disabilità (housing sociale);
    • - sviluppo di progetti per i giovani, partendo dall'incentivazione di forme di coprogettazione e autogestione;
    • - sostegno alle diverse forme di auto organizzazione, di auto mutuo aiuto e di associazionismo che nascono nel territorio;
    • - creazione di una struttura capace di favorire l'incontro tra formazione e offerta di lavoro;
    • - valorizzazione del patrimonio storico-culturale come componente dell'identità territoriale e fondamento dei processi di sviluppo endogeni.
  3. c. promozione della città sana e sicura, come prospettiva trasversale per trattare collettivamente i problemi urbani e territoriali in funzione di migliori condizioni di abitabilità, vivibilità e ospitalità attraverso:
    • - lo sviluppo della salute a tutto campo, del benessere del singolo come benessere della comunità, del ruolo dei centri abitati come promotori di salute sostenendo in particolare:
    • - un approccio sostenibile alla mobilità che favorisca gli spostamenti ciclopedonali e una maggiore autonomia dei bambini nella fruizione della città;
    • - attività sane e coinvolgenti per i giovani;
    • - attività fisiche e stili di vita attivi, sostenuti da attività informative, formative e di sostegno per invecchiare in salute.
    • - l'integrazione tra politiche per la salute e altre politiche strategiche con riflessi sulla salute umana; in particolare attraverso:
    • - la valutazione degli effetti sulla salute dei piani e dei programmi comunali;
    • - la considerazione della salute come parametro costante delle politiche urbane e territoriali.
    • - il perseguimento di una città equa, sostenibile, attenta alle esigenze e al valore delle persone;
    • - la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche che hanno effetti sulla salute e sul benessere delle persone.

Art. 3.9 Sistema residenziale

1. La strategia definita dal PS per il sistema residenziale è volta a soddisfare, principalmente attraverso il recupero, la domanda di abitazioni legata alla polverizzazione dei nuclei familiari, con particolare riguardo per le fasce sociali più deboli, e a rafforzare il ruolo di Incisa e Figline quali capisaldi urbani principali, qualificando i centri abitati di Palazzolo, Burchio, Poggio alla Croce, Restone, Porcellino, Brollo e Ponte agli Stolli, quali capisaldi urbani secondari, capaci di costituire riferimento preferenziale per settori territoriali periferici con scarse dotazioni di servizi, sviluppando connotazioni di ruolo sinergiche, in grado di ottimizzare le risorse territoriali.

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento per qualificare il sistema insediativo residenziale, che sono recepiti dalle politiche di settore della Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono quelli di seguito elencati.

  1. a. Territorio urbanizzato:
    • - riconoscimento delle peculiarità ambientali, paesaggistiche e culturali dei centri abitati e conseguente definizione delle opzioni di base per la loro riorganizzazione qualitativa:
      • - centri storici di Incisa e di Figline: luoghi qualificati dell'abitare, da supportare con politiche di sostegno alla residenza, al commercio e ai servizi, pubblici e privati (fiscalità locale, disciplina degli interventi edilizi capace di consentire adeguamenti funzionali interni, accessibilità, aree per la sosta veicolare di supporto, ecc.): il PO definirà una specifica disciplina tesa a salvaguardare le attività commerciali, artigianali e terziarie ai piani terra degli edifici presenti nei centri storici e nei tessuti consolidati delle espansioni urbane fino alla metà del XIX secolo, individuando i casi nei quali inibire i mutamenti delle destinazioni d'uso a favore della residenza;
      • - centri abitati di Incisa e di Figline: qualificazione morfologica e funzionale dei tessuti urbani; recupero dei rapporti con il fiume; sviluppo di relazioni ecologiche e funzionali monte-valle, anche attraverso il mantenimento degli spazi aperti trasversali residui; differenziazione dei ruoli e forte integrazione funzionale, attraverso lo sviluppo di relazioni materiali e immateriali;
      • - centro abitato di Palazzolo: qualificazione morfologica e definizione di una centralità urbana riconoscibile; qualificazione ecologica e mitigazione degli impatti generati dalla Autostrada A1;
      • - centro abitato di Burchio: integrazione morfologica e funzionale tra le aree a prevalente carattere residenziale e le aree a prevalente carattere produttivo; creazione di una centralità urbana incentrata sugli spazi aperti limitrofi al Fosso di Burchio;
      • - centro abitato di Restone: qualificazione ecologica e funzionale, con la mitigazione degli impatti generati dal traffico veicolare;
      • - centro abitato di Porcellino: qualificazione ecologica e funzionale, con la mitigazione degli impatti generati dal traffico veicolare e la salvaguardia del Borro di San Cipriano;
      • - centro abitato di Poggio alla Croce: qualificazione morfologica e funzionale quale centro turistico-escursionistico di alta collina, nell'ambito di una tutela paesaggistica legata all'alta fragilità visuale;
      • - centri abitati di Brollo vecchia e Ponte agli Stolli: qualificazione morfologica, paesaggistica e funzionale delle strutture urbane in rapporto al territorio rurale.
    • - definizione e valorizzazione delle connotazioni di ruolo dei centri abitati. In particolare:
      • - centro abitato di Incisa: porta settentrionale del sistema urbano di fondovalle; ruolo amministrativo e direzionale, incentrato sulla presenza di una porzione specializzata del municipio; polo logistico e centro direttore per la fruizione dell'Arno e delle sue rive, anche nella prospettiva del parco fluviale;
      • - centro abitato di Figline; porta meridionale del sistema urbano di fondovalle; ruolo amministrativo e direzionale, incentrato sulla presenza di una porzione specializzata del municipio; sede dei principali servizi culturali e socio-sanitari di livello sovracomunale; porta del Valdarno superiore per gli spostamenti ferroviari con il settore centrale dell'area metropolitana fiorentina; polo logistico per le relazioni ferroviarie e stradali con il sistema produttivo di Lagaccioni;
      • - centri abitati di Palazzolo e di Burchio: sedi di servizi pubblici decentrati; porte settentrionali del territorio comunale per gli spostamenti su gomma attraverso la SP 1 Aretina per San Donato e per il collegamento carrabile con l'area produttiva di Pian dell'Isola;
      • - centro abitato di Restone: potenziale punto di appoggio per le escursioni alle aree della Garzaia e dell'ex miniera di Santa Barbara;
      • - centro abitato di Porcellino: porta meridionale del territorio comunale; parte della più vasta conurbazione di Cavriglia e San Giovanni Valdarno; base per le escursioni nelle aree dell'ex miniera di Santa Barbara;
      • - centro abitato di Poggio alla Croce: passo della dorsale occidentale e trait d'union con il Chianti; centro transfrontaliero esteso al Comune di Greve in Chianti; base per le escursioni lungo tutta la dorsale occidentale;
      • - centri abitati di Brollo vecchia e Ponte agli Stolli: sedi di servizi pubblici decentrati; strutture di servizio lungo i raccordi viari con il Chianti fiorentino; basi per le escursioni lungo la dorale occidentale.
    • - gerarchizzazione dei collegamento tra Incisa, Lagaccioni e Figline, attraverso una rete capace di ottimizzare gli spostamenti interni al sistema urbano di fondovalle con le diverse modalità di trasporto (a piedi, in bicicletta, in autobus, in automobile), favorendo comunque un servizio di trasporto pubblico con capacità di distribuzione più ampia nel territorio comunale e di raccordo con il sistema ferroviario;
    • - blocco alla crescita insediativa lineare, soprattutto lungo la strada matrice di fondovalle (antica Cassia Adrianea) e lungo il corso dell'Arno, prevedendo:
      • - la conservazione dei varchi trasversali inedificati del territorio rurale tra gli insediamenti accentrati in prossimità di Palazzolo, Burchio e Pian dell'Isola, Burchio, La Fonte, Incisa e La Massa; Figline, Restone e Porcellino, evitando la saldatura dei filamenti urbani esistenti e provvedendo alla conservazione delle connotazioni paesaggistiche significative, ovvero alla determinazione di nuove connotazioni paesaggistiche in presenza di aree marginalizzate o degradate;
    • - la conservazione e il potenziamento dei varchi urbani trasversali lungo i corsi d'acqua minori e attraverso il sistema reticolare delle aree verdi;
    • - la permanenza di aree agricole periurbane, ovvero la creazione di spazi aperti strutturati, nelle aree non urbanizzate.
    • - qualificazione ecologica, morfologica e funzionale delle strutture insediative urbane, evitando lottizzazioni isolate e/o superfetazioni incongrue a ridosso degli aggregati storici, attraverso:
      • - la creazione di sistemi reticolari delle aree verdi (pubblico e privato, a sviluppo longitudinale, ma soprattutto trasversale nel sistema insediativo di fondovalle) incentrati sui parchi urbani, comprensivi di orti sociali e di altre strutture sociali aggreganti, raccordati al territorio rurale;
    • - il recupero e la creazione di luoghi centrali quali perni del sistema degli spazi pubblici;
    • - l'alleggerimento dei carichi generati dal traffico di attraversamento mediante il completamento o la previsione di by pass nelle situazioni di maggiore criticità [varianti alla SR 69 "Valdarno" in destra (variante "Casello - Casello") e in sinistra d'Arno (detta "Variantina"); nuovo ponte sull'Arno49 variante alla SP 14 "Delle "Miniere" (località Porcellino)];
    • - i completamenti edilizi che favoriscano la compattazione dei centri abitati e la creazione di una struttura urbana compiuta, ponendo, in particolare, fine alla crescita lineare lungo la viabilità di attraversamento e alla creazione di filamenti urbani;
    • - la coerenza morfotipologica tra le nuove costruzioni e gli aggregati storici limitrofi.
  2. b. Territorio rurale
    • - in coerenza alla LR 65/2014, blocco alla crescita delle strutture insediative accentrate, con particolare riguardo per i nuclei di impianto storico di Santa Maria Maddalena, Gaville Vecchia e Castiglioni;
    • - attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente, favorire la creazione di strutture capaci di generare lavoro e di arricchire l'offerta territoriale, contenendo, di contro, la banalizzazione residenziale.

49. Così come licenziato dalla Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

Art. 3.10 Sistema infrastrutturale

1. La strategia generale definita dal PS per il sistema infrastrutturale fa riferimento a una politica di area vasta capace di limitare e/o razionalizzare gli attraversamenti del territorio comunale da parte del traffico privato su gomma lungo la direttrice Firenze-Valdarno, favorendo la creazione di un sistema integrato di trasporto metropolitano e sub regionale basato sul trasporto pubblico (treno e autobus di linea) e sulla creazione di parcheggi scambiatori presso le stazioni ferroviarie e lungo le maggiori arterie stradali. Essa è volta a migliorare la funzionalità delle reti, a rafforzare le connessioni territoriali interne, a qualificare il territorio comunale quale direttrice strategica del sistema di trasporto nazionale e sub regionale, a contenere l'impatto delle grandi infrastrutture sul sistema insediativo e sull'ecosistema territoriale.

Nell'ambito di questa strategia rivestono un ruolo fondamentale:

  • - la linea ferroviaria lenta Firenze-Roma, con le fermate di Figline e di Incisa, nell'ambito del sistema integrato di trasporto metropolitano (area fiorentina) e sub regionale (Valdarno superiore);
  • - l'interconnessione della stazione di Figline con la linea ferroviaria Direttissima, quale raccordo veloce su ferro tra il territorio comunale e l'area centrale metropolitana fiorentina;
  • - la SP 1 "Aretina" e, più a sud, la SR 69 "di Val d'Arno", quale viabilità di servizio del sistema insediativo di fondovalle e di raccordo con la viabilità trasversale: SP 56 "Del Brollo e di Poggio alla Croce", SP 16 "Chianti - Valdarno" e SP 87 "Ponte Matassino - Reggello";
  • - l'autostrada A1, con il casello autostradale di Incisa e con le opere finalizzate a favorirne le connessioni territoriali (varianti alla SR 69 "Valdarno" in riva destra e sinistra, nuovo ponte sull'Arno50), quale direttrice primaria dei collegamenti su gomma di livello nazionale e sovranazionale.

Per il servizio di trasporto pubblico su gomma di livello sovra comunale costituiscono componenti strategiche:

  • - i tratti urbani della SP 1 "Aretina" (centro abitato di Incisa) e della SR 69 "Valdarno" (centro abitato Figline), connessi alla ferrovia tramite la stazione di Figline e la fermata di Incisa;
  • - la SP 56 "del Brollo-Poggio alla Croce" e la SP 16 "del Chianti".

2. Obiettivi strategici di riferimento

Gli obiettivi strategici di riferimento, che sono recepiti dalle politiche di settore della Amministrazione Comunale e dal PO, anche attraverso incentivi e specifiche disposizioni di carattere edilizio e urbanistico, sono così definiti:

2.1. Sistema integrato di trasporto metropolitano

Il territorio comunale di Figline e Incisa, quale direttrice strategica del sistema di trasporto sub regionale e parte integrante del Valdarno superiore, partecipa al coordinamento sovra comunale teso a:

  • - sostenere il ruolo della linea ferroviaria lenta Firenze-Roma e della interconnessione tra la stazione di Figline e la linea ferroviaria Direttissima quali infrastrutture strategiche nei collegamenti tra il Valdarno superiore e Firenze nell'ambito del sistema integrato di trasporto metropolitano;
  • - favorire il drenaggio all'origine degli spostamenti per Firenze, attraverso la creazione e il potenziamento di parcheggi scambiatori facilmente accessibili:
    • - presso la stazione ferroviaria di Figline e la fermata ferroviaria di Incisa (scambio bicicletta-treno, autobus-treno, auto-treno);
    • - lungo i tracciati della viabilità principale di attraversamento (scambio biciclette e auto-autobus di linea).
  • - realizzare una pista ciclabile lungo le aree rivierasche dell'Arno, anche quale contributo alla infrastrutturazione del parco fluviale, con connessioni trasversali al sistema insediativo di fondovalle e dell'interno;
  • - potenziare e razionalizzare il trasporto pubblico su gomma, attraverso la riorganizzazione delle linee interne al territorio comunale (in coerenza con i principi di gerarchizzazione della "viabilità di connessione comunale", di seguito definiti) e la concentrazione delle fermate delle compagnie di trasporto pubblico (attrezzando i luoghi di fermata per il comfort degli utenti e realizzando piccoli parcheggi scambiatori in prossimità).

2.2. Sistema della mobilità

  • - linea ferroviaria lenta Roma - Firenze:
    • - valorizzazione della fermata ferroviaria di Incisa quale:
      • - connessione tra territorio comunale - territorio in destra idrografica dell'Arno (i Ciliegi nel Comune di Reggello) - Firenze nell'ambito del sistema ferrotranviario metropolitano;
  • - linea ferroviaria Direttissima Roma - Firenze:
    • - valorizzazione della stazione di Figline, quale elemento strategico di connessione veloce tra il Valdarno Superiore e l'area centrale metropolitana fiorentina;
    • - progressiva mitigazione degli impatti, ambientali e paesaggistici, prodotti dalla linea ferroviaria Direttissima.
  • - Autostrada A1:
    • - armonizzare le esigenze di potenziamento del tracciato autostradale, che comportano la realizzazione della terza corsia, con le esigenze di attenuazione dei disagi già prodotti dalle interferenze con il sistema abitativo e ambientale attraverso:
      • - l'utilizzazione di asfalti e di barriere fonoassorbenti lungo i tratti sensibili del territorio comunale (in particolare a ridosso del sistema insediativo di Palazzolo e Matassino), combinate, ove possibile, con barriere verdi ad alta densità di impianto;
      • - ricostruzione degli edifici demoliti o fortemente danneggiati a seguito dei previsti lavori di ampliamento della piattaforma autostradale;
    • - potenziamento e razionalizzazione dei rapporti tra il casello autostradale di Incisa, le aree produttive di Lagaccioni e Pian dell'Isola e i centri abitati di Figline e Incisa.
  • - viabilità di connessione sovracomunale:
    • - previo coordinamento con i Comuni di Reggello, Castelfranco Piandiscò, San Giovanni Valdarno: realizzazione della variante stradale in destra idrografica dell'Arno, per collegare efficacemente i caselli autostradali di Incisa e di Valdarno e consentire un accesso più agevole al tracciato autostradale (variante SR 69, Casello - Casello);
    • - realizzazione del nuovo ponte sull'Arno tra Figline e Matassino51, onde collegare il centro abitato e, soprattutto, la zona artigianale-industriale di Lagaccioni, alla suddetta variante;
    • - miglioramento delle connessioni territoriali e della sicurezza della SP 1 "Aretina" e della SR 69 "Val d'Arno", con occasioni di sosta lungo il percorso e adeguamento della sicurezza negli innesti con la viabilità di connessione comunale o sovracomunale. In particolare:
      • - SP 1 "Aretina":
        • - centro abitato di Burchio (innesto Via Pian dell'Isola);
        • - centro abitato di Incisa: attraversamento La Fonte, attraversamento centro storico, innesti Via delle Fornaci, Via della Costerella, Via Olimpia, SR 69;
      • - SR 69 "Val d'Ano":
        • - centro abitato di Incisa: innesto Via Rosselli;
        • - centro abitato di Figline: innesti Via Pastore, Via Ungheria, Via Tobagi, Via Copernico, Via Pertini, Via d'Ossola, Via Torino, Via Locchi, Via XXIV Maggio, Via Pignotti/F.lli Cervi, Via Garibaldi, Via della Resistenza, Via del Cesto;
        • - centro abitato Restone: attraversamento.
      • - completamento della variante alla SP 14 "Delle Miniere" per consentire l'alleggerimento del traffico pesante di attraversamento nel centro abitato di Porcellino;
      • - mitigazione degli impatti generati dalla connessione tra la SP 87 "Ponte Matassino-Reggello" e la variante alla SR 69 "Valdarno" sull'abitato di Matassino;
      • - miglioramento della sicurezza della SP 16 "Chianti-Valdarno" nel centro abitato di Ponte agli Stolli.
  • - viabilità di connessione comunale:
    • - razionalizzazione e gerarchizzazione delle connessioni con il sistema viario regionale attraverso:
      • - la strutturazione dell'asse Via Brodolini - Via Di Vittorio - Via Pertini - nuovo ponte sull'Arno - variante in riva destra della SR 69, quale asse urbano di alta capacità a servizio del settore settentrionale del centro abitato di Figline, dedicato prioritariamente al traffico pesante e al traffico di attraversamento.
  • - viabilità interna ai centri abitati:
    • - razionalizzazione e qualificazione del collegamento stradale tra i centri abitati di Incisa e Figline attraverso:
      • - la qualificazione del sistema Via Roma - Via Nazionale - Via Fiorentina, quale principale asse urbano di penetrazione e distribuzione interna, dotato di filari alberati, marciapiedi, pista ciclabile, fermate attrezzate del trasporto pubblico, sistemi di limitazione della velocità veicolare;
    • - aumento della sicurezza e attenuazione degli impatti generati dal traffico sui centri abitati attraverso:
      • - regolamentazione del traffico nelle aree urbane centrali, attraverso l'istituzione di "zone 30" e specifiche azioni per garantire la convivenza tra le diverse modalità di spostamento, privilegiando comunque gli spostamenti ciclopedonali;
      • - creazione di un sistema di percorsi ciclopedonali, capace di consentire modalità di spostamento alternative a quelle veicolari e di garantire l'accesso ai servizi pubblici;
      • - previsione di strumenti per la moderazione del traffico in prossimità e all'interno dei centri abitati: strumenti ambientali (percorso, sezione, ecc.), fisici (rotatorie, isole centrali, dossi, cunette, ecc.), integrati (aree pedonali, arredo urbano, verde urbano, ecc.), normativi (limiti di velocità, divieti di svolta, ecc.);
      • - completamento della maglia viaria, con la creazione di anelli viari gerarchizzati e il superamento, soprattutto nel centro abitato di Incisa, delle "stanze" urbane con strade a fondo cieco.
  • - strade vicinali: la rete delle strade vicinali consente la percorribilità e la fruizione del territorio rurale; essa deve pertanto essere oggetto di uno specifico censimento che ne individui l'interesse pubblico e che ne consenta quanto meno la percorribilità ciclopedonale.
  • - piste ciclabili e percorsi pedonali: le modalità di spostamento ciclabili e pedonali, in particolare nelle aree pianeggianti e di fondovalle, sono assunte come strategiche dal PS per limitare il ricorso ai mezzi motorizzati, consentire la fruibilità dolce del territorio e favorire il movimento fisico delle persone. A tale scopo, ferma restando l'esigenza che il PO definisca nel dettaglio una rete di piste ciclabili e di percorsi pedonali alla scala locale collegata alla rete dei sentieri rurali, il PS individua un sistema di percorsi ciclo-pedonali di rilevanza strategica, che connette ambiti territoriali ricchi di occasioni sociali e i cui tratti prioritari appaiono:
    • - la ciclopista dell'Arno, che percorre longitudinalmente le aree rivierasche in sinistra del fiume e che, all'altezza di Incisa, penetra all'interno per discendere poi nel fondovalle all'altezza di Burchio;
    • - la pista ciclabile "stazione ferroviaria di Figline - Matassino", connessa alla suddetta ciclopista dell'Arno;
    • - la pista ciclabile "stazione ferroviaria di Figline - Giardino S. Biagio", lungo Via Fiorentina.

2.3. Sistema della sosta: la riorganizzazione del sistema della sosta necessita di un progetto organico capace di rispondere a due diverse esigenze:

  • - domanda potenziale di sosta generata da spostamenti giornalieri, di origine interna o esterna al territorio comunale, che hanno per destinazione l'area centrale metropolitana, e che necessita di una concertazione intercomunale, finalizzata a drenare all'origine gli spostamenti veicolari attraverso:
    • - il potenziamento dei parcheggi di scambio (gomma-ferro, privato-pubblico) presso la fermata ferroviaria di Incisa e, soprattutto, presso la stazione di Figline;
    • - l'individuazione di aree di sosta per lo scambio gomma/gomma, privato/pubblico lungo le principali linee del trasporto pubblico su gomma;
  • - domanda generata da spostamenti interni al territorio comunale, legati soprattutto all'accesso ai centri storici e ai servizi, che necessita di:
    • - un sistema gerarchizzato di parcheggi, a tariffa differenziata, a servizio dei centri abitati, articolato in:
      • - aree polifunzionali, ubicate alle porte di Incisa e di Figline e destinate ad ospitare i visitatori in occasione di grandi eventi, ma capaci, al contempo, di costituire parcheggi di supporto a funzioni urbane ordinarie;
      • - aree a supporto dei principali servizi pubblici e/o dei centri storici, anche con edifici interrati o multipiano fuori terra, ubicate nei tessuti urbani consolidati e collegate ai luoghi di riferimento attraverso percorsi pedonali;
      • - piccole aree disseminate nei tessuti urbani (soprattutto nei centri storici) e riservate a titolo gratuito ai residenti.
    • - scoraggiare l'accesso veicolare privato ai servizi e alle aree urbane attrattrici di traffico che non siano in grado di garantire adeguate dotazioni di parcheggio;
    • - promuovere la mobilità ciclopedonale nelle piazze e nei luoghi urbani maggiormente identitari;
    • - prevedere rastrelliere per biciclette in prossimità dei giardini e dei luoghi che consentono una accessibilità ciclabile.
    • - reperire piccoli spazi non strutturati per la sosta veicolare presso gli insediamenti accentrati del territorio rurale, in prossimità delle fermate del trasporto pubblico.

2.4. Sistema delle reti tecnologiche

  1. a. Rete acquedottistica:
    • - deve essere perseguita la progressiva integrazione tra il sistema acquedottistico di Figline e quello limitrofo di San Giovanni Valdarno, onde garantire maggiore stabilità al sistema e incrementarne la capacità complessiva;
    • - deve essere perseguito il contenimento dei consumi idrici in favore dell'uso potabile attraverso:
      • - l'utilizzazione prioritaria delle acque di migliore qualità per il consumo umano;
      • - la razionalizzazione dei consumi di acqua potabile, con ricorso a fonti di approvvigionamento differenziate in funzione dell'uso finale delle acque;
    • - deve essere risanata e ammodernata la rete di distribuzione, contenendo le perdite di trasporto entro il limite del 15%;
    • - le trasformazioni urbane o territoriali che presuppongano nuovi carichi urbanistici devono essere subordinate alla effettiva disponibilità di acqua potabile, evitando deficit per gli insediamenti esistenti;
    • - le trasformazioni urbane o territoriali che comportino utenze con consumi idrici superiori a 10.000 lt./giorno devono essere subordinate a modalità di razionalizzazione che producano documentati risparmi di acqua potabile (reti idriche duali, reimpiego di acque reflue, raccolta e riutilizzo di acque meteoriche, apparecchiature per il risparmio idrico, ecc.);
  2. b. Rete fognaria e impianti di trattamento reflui:
    • - la creazione di nuove utenze deve essere subordinata a:
      • - capacità di smaltimento degli impianti di depurazione, esistenti o di contestuale realizzazione;
      • - realizzazione di sistemi fognari separati, a meno di comprovate ragioni tecniche e ambientali;
    • - deve essere perseguita una maggiore efficienza della rete fognaria limitandone progressivamente le perdite;
    • - deve essere garantito il progressivo allacciamento di tutte le zone urbanizzate ai sistemi di depurazione, con particolare riferimento a:
      • - allacciamento dell'insediamento accentrato delle Valli al depuratore di Cellai (Comune di Rignano);
      • - allacciamento degli insediamenti accentrati di Santa Maria Maddalena e Pian dell'Isola al depuratore del centro abitato di Rignano;
      • - allacciamento del centro abitato di Palazzolo al depuratore di Burchio;
      • - allacciamento del centro abitato di Poggio alla Croce al depuratore di Pian delle Macchie;
      • - realizzazione di un apposito depuratore per gli insediamenti accentrati di Gaville e di Castiglioni.
  3. c. Rete elettrica:
    • - deve essere tutelata la percezione visiva del paesaggio, evitando, in assenza di uno studio paesaggistico di dettaglio che minimizzi gli impatti visuali anche attraverso la comparazione di percorsi alternativi, linee elettriche aeree ad alta tensione soprattutto nella aree collinari. In particolare dovrà essere evitato l'attraversamento di campi aperti ad alta fragilità visuale e dovranno essere privilegiati, di contro, percorsi prossimi ai perimetri delle aree boscate;
    • - si devono ridurre gli effetti inquinanti prodotti sugli insediamenti accentrati dalle linee elettriche ad alta tensione, con particolare riguardo per:
      • - centro abitato di Incisa (Costarella alta): linea "S. Barbara-Rignano" (ENEL);
      • - insediamenti accentrati di Loppiano (Campogiallo): linea "S. Barbara-Rignano" (ENEL);
      • - insediamenti produttivi di Lagaccioni: linea "Figline-S. Barbara" (ENEL);
      • - centro abitato di Figline: linea "Figline Pirelli" (ENEL);
      • - centro abitato di Matassino: linee "S. Donato FS-Montevarchi FS" e "Incisa FS-Renacci FS" (RFI);
      • - insediamento accentrato di Norcenni (campeggio Norcenni): linea S. Barbara-Rignano" (ENEL);
      • - insediamento accentrato de Il Cesto: linea "S. Barbara-Rignano" (ENEL).
  4. d. Rete gas:
    • - il Piano Operativo nell'ambito della disciplina delle aree di trasformazione dovrà valutare l'adeguatezza della rete attuale e le possibili modifiche/estensioni.

3. Contenimento dei carichi inquinanti e della frammentazione paesaggistica

3.1. I carichi inquinanti e la frammentazione paesaggistica generati dai principali tracciati infrastrutturali (in particolare: Autostrada A1, SR 69 "Valdarno", SP 1 "Aretina", SP 16 "Chianti Valdarno", SP 56 "Del Brollo e di Poggio alla Croce", SP 87 "Ponte Matassino - Reggello", linea ferroviaria, lenta e Direttissima, devono essere contenuti attraverso:

  • - la razionalizzazione dei traffici sovra comunali della SP n. 1 "Aretina" e della SR n. 69 "Valdarno", favorendo la separazione dai traffici urbani e locali in corrispondenza dei centri abitati di Incisa e Figline;
  • - specifiche misure di mitigazione dei carichi inquinanti (asfalti e barriere fonoassorbenti, dune, verde strutturale verticale, aree umide con effetto fitodepurante sulle acque di "prima pioggia", ecc.) e dell'effetto barriera (sottopassi per animali, barriere verdi lungo i tracciati, ecc.);
  • - specifiche misure atte a ridurre gli effetti di frammentazione del paesaggio (mitigazione), a compensarne gli squilibri (compensazione) e a prevenirli (inserimento): in particolare attraverso fasce boscate, connesse alla vegetazione forestale e ripariale lungo i tracciati autostradale e ferroviario (linea Direttissima), aree umide con effetto fitodepurante sulle acque di "prima pioggia", nonché attraverso una specifica qualificazione ambientale delle aree comprese tra le grandi infrastrutture e l'Arno.

4. Visuali panoramiche

4.1. Il PO tutela le visuali percepite dalla viabilità panoramica e indicate nelle tavole da STA 12.1 a STA 13.2, con specifico riferimento all'Autostrada del Sole, alla SP 1 "Aretina", alla SP 16 "Chianti Valdarno" e alla SP 56 "Del Brollo e di Poggio alla Croce". Lungo la SP 1 "Aretina", in particolare, in accordo con lo Statuto del territorio, devono essere rispettate le disposizioni di cui al DM 24 aprile 197552, che riconosce la strada quale belvedere affacciato sulla valle dell'Arno.

4.2. In particolare, anche a fronte di interventi di adeguamento viario:

  • - devono essere conservate e valorizzate le visuali panoramiche, prestando particolare attenzione all'assetto delle aree limitrofe alla carreggiata che costituiscono punti panoramici ed evitando interventi che producano ingombri visivi capaci di ostacolare le suddette visuali;
  • - devono essere conservate le opere d'arte e i manufatti di corredo con valore storico-testimoniale, nonché le relazioni tra la strada e le componenti identitarie della struttura insediativa di lunga durata;
  • - deve essere evitata la cartellonistica pubblicitaria che interferisca con le visuali panoramiche.

4.3. Il PO recepisce e specifica le disposizioni dell'Allegato A alla presente Disciplina53 in relazione ai beni di cui all'articolo 136 del Dlgs 42/2004 ricadenti nel territorio comunale:

  • - Zona ai lati della strada provinciale aretina nel comune di Incisa Val d'Arno (DM 24/04/1975);
  • - La fascia di territorio fiancheggiante l'Autostrada del Sole (DM 23/06/1967).

50. Così come licenziato dalla Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

51. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

52. DM 24 aprile 1975 (cod. ministeriale 90082 - cod. regionale 9048046), Zona ai lati della Strada Provinciale Aretina nel Comune di Incisa Val d'Arno

53. Allegato A: PS - Disciplina dei beni paesaggistici

Titolo II Disciplina delle unità territoriali organiche elementari (UTOE)

Art. 3.11 Definizione e modalità operative

1. In coerenza con i riferimenti statutari, di cui all'articolo 2.15 delle presenti norme, il PS ripartisce il territorio comunale in cinque unità territoriali organiche elementari (UTOE), intese quali ambiti di programmazione per il perseguimento della strategia integrata dello sviluppo sostenibile, per il dimensionamento degli insediamenti e delle funzioni, per la distribuzione dei servizi e delle dotazioni territoriali. Le suddette UTOE fanno riferimento ai capisaldi urbani di Burchio-Palazzolo, di Incisa, di Figline, di Restone-Porcellino e dei centri abitati minori dell'alta collina.

2. La Disciplina delle UTOE definisce specifiche azioni strategiche riferite al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo, al sistema infrastrutturale e definisce, altres&igrave, il dimensionamento e la dotazione di spazi pubblici del sistema insediativo.

3. La suddetta disciplina ha valore prescrittivo ed è recepita, articolata e specificata dal PO nel rispetto delle disposizioni statutarie del PS.

4. Fatte salve le competenze sovraordinate, la disciplina delle UTOE informa anche le azioni programmatiche di soggetti, pubblici o privati, diversi dalla Amministrazione Comunale. La coerenza di tali azioni nei confronti della suddetta disciplina è espressamente attestata dai relativi atti amministrativi.

Art. 3.12 Disposizioni generali

1. La Tavola STRA2, "Disciplina delle unità territoriali organiche elementari (UTOE)", rappresenta il progetto generale di territorio definito dal PS e costituisce lo schema di riferimento strategico della Disciplina delle UOTE: ad essa si rifà il PO, che deve precisare i confini delle aree (con l'eccezione del perimetro del territorio urbanizzato, fatto salvo quanto disposto dall'art. 2.10, comma 8), articolarle secondo le specificità interne e in funzione del progetto urbano/territoriale alla scala operativa, disciplinarle in conformità al PS e alle norme sovraordinate.

2. Nella suddetta tavola sono indicate le principali azioni strategiche, che trovano specifica disciplina negli articoli riferiti alle singole UTOE:

  • - sistema ambientale: interventi per la riduzione del rischio idraulico; connessioni ecologiche nel territorio comunale; aree naturali protette; aree degradate e/o di recupero ambientale;
  • - sistema insediativo: perimetro del territorio urbanizzato; tessuti urbani; strutture accentrate del territorio rurale; servizi e attrezzature di rilevanza territoriale; aree transfrontaliere
  • - sistema infrastrutturale: ferrovie, strade, percorsi ciclopedonali, percorsi escursionistici, parcheggi scambiatori.

3. Sistema ambientale

3.1. Interventi per la riduzione del rischio idraulico.

Il PS individua le aree per la riduzione del rischio idraulico in conformità al Piano di gestione del rischio alluvioni (PGRA)54.

Il PO disciplina tali aree in conformità alle disposizioni dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno e del PS, garantendo, in subordine a quelle idrauliche, l'espletamento di funzioni naturalistiche ed ecosistemiche così come previsto dalle presenti norme.

3.2. Connessioni ecologiche nel territorio comunale - varchi

Il PS basa il rafforzamento delle connessioni ecologiche nel territorio comunale, perseguito dal PTC e dal PIT e individuato dallo Statuto del PS quale esigenza primaria per la qualificazione ecosistemica, sulle seguenti azioni strategiche:

  • - riconoscimento delle funzioni ecologiche svolte a livello territoriale dai boschi dell'alta collina occidentale (direttrice di connessione forestale longitudinale), con i relativi ambiti ad alto valore naturalistico (ZCS Monti del Chianti e Ambiti di reperimento per l'istituzione di aree naturali protette individuati dal PTC: Monte Lisoni - Monte Acuto a sud e Monte Muro - Poggio Citerna a nord);
  • - qualificazione naturalistica, ecologica e ricreativa delle aree rivierasche del fondovalle, anche in vista della creazione di un parco fluviale dell'Arno (Ambito di reperimento per l'istituzione di aree naturali protette individuato dal PTC), con salvaguardia delle zone umide presenti in riva sinistra (in particolare La Garzaia);
  • - salvaguardia e qualificazione delle aree rurali, soprattutto boscate, e dei corsi d'acqua che possono svolgere funzioni di collegamento ecologico trasversale tra collina e fiume (direttrici di connessione forestale trasversale e corsi d'acqua di connessione trasversale);
  • - salvaguardia e qualificazione delle aree, estese (nel territorio rurale) o filiformi (nel territorio urbanizzato), che costituiscono varchi di connessione ecologica trasversale tra collina e fiume;
  • - qualità ecologica diffusa nel territorio rurale e urbano, con un sistema di azioni, anche alla piccola scala, non graficizzate dal PS.

Il PO dispone la salvaguardia ecosistemica della direttrice di collegamento forestale e delle direttrici di collegamento trasversale, favorendo la valorizzazione didattica, escursionistica e, nelle forme compatibili, ricreativa della aree a più elevato valore naturalistico.

Il PO dispone altresì il mantenimento, il potenziamento e la qualificazione paesaggistica dei varchi urbani, definendo incentivi per lo stombamento dei corsi d'acqua coperti e per la ricostituzione delle relative rive in presenza di lavori di ristrutturazione urbanistica sufficientemente estesi. Nei varchi del territorio rurale, il PO disciplina compiutamente le costruzioni ad uso delle aziende agricole, consentendo la realizzazione di quelle non altrimenti localizzabili e inibendo quelle destinate ad altri usi che non abbiano un rilevante valore sociale. In ogni caso è da evitare il potenziamento di barriere longitudinali che creino pregiudizio alle relazioni ecosistemiche trasversali, favorendo comunque le relazioni, spaziali e funzionali, monte-valle.

Il PO persegue, infine, la qualità ecologica diffusa del territorio favorendo, alla scala locale, la permanenza e la diffusione di elementi puntuali o lineari ecologicamente significativi (giardini pubblici e privati, macchie di bosco, alberi camporili, pozze d'acqua, ecc; siepi, filari alberati, vegetazione ripariale, ecc).

3.3. Aree di recupero ambientale e siti inquinati

Il PO definisce compiutamente il perimetro e la disciplina delle "Aree di recupero e/o restauro ambientale" definite dal PTC55 e riprese dal PS, prescrivendo che il recupero avvenga nel rispetto di quanto disposto dalle norme del piano provinciale.

Nell'area di Santa Barbara, già oggetto di uno specifico progetto di recupero ambientale approvato dalla Regione Toscana56, il PO individua le aree che, in conformità alle disposizioni del PS, possono ospitare impianti per la produzione di energia solare.

Il PO definisce altresì i perimetri dei siti interessati da inquinamento del suolo e ne disciplina le aree in conformità alla normativa regionale in materia.

3.4. Aree degradate

Il PS non individua le aree degradate, di cui all'articolo 122 della LR 65/2014, poiché le aree con degrado urbanistico e socio-economico di Lagaccioni, suscettibili di rientrare nella suddetta categoria, ricadono in aree a pericolosità idraulica elevata o molto elevata e sono pertanto da escludere ai sensi dello stesso articolo.

4. Sistema insediativo

4.1. In conformità alla LR 65/2014, lo Statuto del PS definisce il perimetro del territorio urbanizzato57 e, all'interno di questo, individua i morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee con i relativi obiettivi di qualità58.

4.2. La Tavola STRA2, "Disciplina delle unità territoriali organiche elementari (UTOE)", distingue, all'interno del territorio urbanizzato, i tessuti urbani di impianto antico, i tessuti urbani consolidati e i tessuti urbani recenti: all'interno di questi ultimi ricadono i morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee di cui al precedente punto 4.1.

4.3. Il PO recepisce gli obiettivi di qualità definiti dallo Statuto per i morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee e li combina con le azioni strategiche del PS, definendo, nel dettaglio, il sistema del verde urbano (Sistema reticolare delle aree verdi), pubblico e privato, in modo da favorire la mitigazione degli effetti generati dalle grandi infrastrutture longitudinali e potenziare la permeabilità ecologica trasversale degli insediamenti. Il sistema reticolare delle aree verdi è rappresentato nelle Tavole STRA 2.1 e STRA 2.2 e risulta di tipo ricognitivo, il PO ne definisce compiutamente il perimetro e la specifica disciplina al fine di salvaguardare, potenziare e sviluppare parchi e giardini urbani, orti sociali, aree sportive e altre aree socio-aggreganti, raccordate anche al territorio rurale.

4.4. Il PO precisa, altresì ; , l'articolazione dei tessuti urbani individuati nella suddetta Tavola STRA2, considerando il ruolo strategico delle centralità urbane e specificando la disciplina dei tessuti in relazione agli obiettivi strategici definiti per le singole UTOE, nel rispetto delle seguenti disposizioni generali.

Tessuti urbani di impianto storico: al loro interno sono da favorire la residenza e le funzioni terziarie e di servizio ad essa collegate, il recupero del rapporto diretto tra edifici e spazi aperti, pubblici o di uso pubblico, la qualificazione dei luoghi centrali. Il PO definisce le destinazioni d'uso degli edifici e degli spazi aperti avendo come riferimento prioritario la compatibilità con i caratteri tipologici e architettonici storicizzati, ma favorendo al tempo stesso, nelle forme compatibili, gli interventi che favoriscono il pieno utilizzo e la piena funzionalità del patrimonio edilizio esistente.

Tessuti urbani consolidati: al loro interno sono da perseguire, accanto alla qualificazione dei caratteri morfologici, tipologici, architettonici, spaziali e figurativi, il potenziamento dei percorsi pedonali e la creazione di parcheggi (anche di supporto ai tessuti di impianto storico).

Tessuti urbani recenti: stante la mancanza di una efficace armatura urbana, necessitano di qualificazione ecologica, morfologica e funzionale dello spazio pubblico e delle parti edificate, di completamento delle infrastrutture, di adeguamento degli standard urbanistici, di superamento della monofunzionalità residenziale. Le disposizioni statutarie, di cui all'articolo 2.10 delle presenti norme, definiscono specifici obiettivi di qualità per i morfotipi dei tessuti urbani recenti, tese a migliorare la qualità architettonica e paesaggistica, che il PO, nel disciplinare le trasformazioni edilizie e urbanistiche, deve riprendere e specificare. Nei tessuti urbani recenti a prevalente carattere industriale e artigianale di Lagaccioni e Pian dell'Isola devono essere avviate azioni che portino alla costituzione di aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA)59, promuovendo processi gestiti nell'ottica di un sistema territoriale unico e migliorando, al contempo, la qualità ambientale e la competitività delle imprese.

4.5. Nel territorio rurale il PS individua le principali strutture accentrate, di impianto storico o recente: tra queste il Centro di Loppiano, disciplinato da un PP vigente, e il Camping Village Norcenni. Per tali strutture la Disciplina delle UTOE prevede disposizioni che devono essere riprese e specificate dal PO.

4.6. Tavola STRA2 individua, altresì , le aree interessate dai piani attuativi convenzionati, tuttora in vigore, e dai progetti di opere pubbliche approvati, nonché quelle interessate dai servizi e dalle attrezzature, puntuali o areali, che, ai sensi del PTC, assumono rilevanza territoriale60; il PO disciplina i suddetti servizi e le suddette attrezzature tenendo presente che, in conformità allo stesso PTC, essi non sottostanno alle limitazioni delle invarianti strutturali definite dal piano provinciale61.

4.7. Per la definizione degli assetti nelle aree transfrontaliere, dove la gestione urbana/territoriale interessa anche i Comuni limitrofi, il PS dispone che il PO si coordini con i PO dei Comuni contermini.

4.8. Gli interventi che comportano nuovo impegno di suolo all'esterno del territorio urbanizzato, esaminati con parere favorevole dalla Conferenza di copianificazione62, sono individuati con apposite sigle nella Tavola STRA2 e disciplinati dagli articoli relativi alle singole UTOE. Il PO definisce compiutamente il perimetro e la disciplina delle aree interessate dai suddetti interventi in conformità alle disposizioni del PS e alle norme sovraordinate con la redazione di schede norma, comprensive di schema grafico, che declinino e dettaglino le indicazioni del PS e diano conto del recepimento dei contenuti del parere espresso dalla Regione Toscana, in sede di conferenza di copianificazione.

5. Sistema infrastrutturale

5.1. La Tavola STRA2 definisce il sistema delle infrastrutture, stradali e ferroviarie, che interessa il territorio comunale, distinguendo quelle esistenti da quelle suscettibili di potenziamento, di adeguamento e di nuova realizzazione.

5.2. Definisce, altresì , il sistema dei percorsi ciclopedonali ed escursionistici, per i quali, in sede di PO, sono ammesse implementazioni o modifiche di tracciato senza che ciò comporti variante al PS.

5.3. Il PO disciplina compiutamente le suddette opere in conformità alle disposizioni delle presenti norme, garantendo che ciascuna di esse assolva il ruolo strategico conferitogli dal PS. In sede di PO sono ammesse implementazioni o modifiche di tracciato alle infrastrutture già individuate nel PS senza che ciò comporti variante allo stesso.

54. Piano di gestione del rischio alluvioni (PGRA), approvato con Delib. Comitato Istituzionale 03.03.2016, n. 235

55. PTC Provincia di Firenze, Norme di attuazione, art. 21)

56. Autorizzazione Regionale - Decreto Dirigenziale n.416/2010

57. Vedi Tavole STA8.1 e STA8.2

58. PS, Disciplina, art. 2.10, "Territorio urbanizzato"

59. LR 87/98, articolo 18, e LR 61/2003, articolo 10

60. PTC, Norme di attuazione, artt. 24 e 24 bis

61. Per le invarianti strutturali del PTC recepite dal PS vedi articolo 2.13 delle presenti norme

62. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

Art. 3.13 Dimensionamento del sistema insediativo

1.Finalità e modalità operative

1.1. Il PS definisce il dimensionamento del sistema insediativo in funzione della strategia integrata per lo sviluppo sostenibile del territorio, di cui alla Parte Terza, Titolo I, delle presenti norme e delle seguenti finalità generali:

  • - favorire il completamento e la qualificazione (ecologica, morfologica e funzionale) delle strutture urbane e degli insediamenti produttivi accentrati che ricadono nel perimetro del territorio urbanizzato;
  • - garantire una efficiente distribuzione delle dotazioni territoriali e, in particolare, dei servizi di base;
  • - soddisfare la domanda di abitazioni con particolare riguardo per quella proveniente dalle fasce sociali più deboli;
  • - favorire la crescita dei posti di lavoro nel territorio comunale.

1.2. Il dimensionamento del PS, che considera anche gli interventi relativi a progetti e PA vigenti in corso di realizzazione, scaturiti dagli atti di governo del territorio dei due ex Comuni di Figline Valdarno e Incisa in Val d'Arno63, è articolato per funzioni dal presente articolo e per funzioni e per UTOE dalle Tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante delle presenti norme. Il PO conferisce operatività al suddetto dimensionamento, dandogli attuazione attraverso più quadri previsionali strategici di validità quinquennale.

1.3. Il PO, fermo restando il dimensionamento complessivo definito dal PS per le singole funzioni, può prevedere spostamenti di SUL tra le diverse UTOE entro la soglia massima del 20% delle quantità previste dal PS nell'UTOE ricevente. Sono ammessi spostamenti di SUL maggiori esclusivamente per la delocalizzazione di quantità di SUL derivanti da piani attuativi vigenti la cui ricognizione è contenuta nella tabella Piani e progetti in corso di attuazione, finalizzati alla formazione di piani attuativi con comparti discontinui, le cui previsioni risultino reciprocamente vincolate. Il PO può altresì trasformare le quantità di SUL previste per le nuove costruzioni in pari quantitativi di SUL per interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente da realizzarsi attraverso piani attuativi e interventi di rigenerazione urbana.

2. Parametri dimensionali

2.1. Per la definizione dei parametri urbanistici ed edilizi valgono le disposizioni di cui al DPGR 64R/2013.

2.2. Per definire il dimensionamento del sistema insediativo il PS, conformemente a quanto disposto dalla vigente normativa regionale64, adotta come parametro dimensionale la superficie utile lorda (SUL).

2.3. Nelle previsioni relative alla residenza il PS indica, a titolo puramente esplicativo, il numero dei vani convenzionalmente corrispondenti alla SUL.

2.4. Il dimensionamento della residenza è comprensivo degli esercizi commerciali di vicinato, che potranno occupare una SUL non superiore al 10% di quella prevista per la residenza in ogni singola UTOE.

2.5. Il dimensionamento dell'industria e artigianato è comprensivo del commercio all'ingrosso e depositi, che possono occupare una SUL non superiore al 40% di quella prevista per l'industria e l'artigianato in ogni singola UTOE.

2.6. Nel dimensionamento delle strutture commerciali al dettaglio il PS indica la SUL di vendita, demandando al PO il compito di definire, caso per caso, le superfici accessorie (stoccaggio, servizi, ecc.).

2.7. Il dimensionamento delle strutture ricettive è espresso in mq di SUL e in numero convenzionale di posti letto: al singolo posto letto è attribuita una SUL convenzionale di 30 mq, comprensiva di tutte le superfici accessorie della struttura ricettiva. Il PO potrà definire motivatamente, in relazione alle caratteristiche delle strutture ricettive e alla loro classificazione, il numero effettivo di posti letto in ragione della SUL unitaria ad essi attribuita. Il PO tiene comunque ferma la SUL massima definita dal PS per ogni singola UTOE. Per i nuovi interventi nel territorio rurale, esaminati con parere favorevole dalla Conferenza di copianificazione65, il PO assume la SUL licenziata dalla suddetta conferenza in relazione ai singoli interventi e verifica il numero di posti letto convenzionalmente definiti dal PS, ovvero, in presenza di strutture ricettive extralberghiere all'aria aperta, assume il numero delle piazzole.

2.8. Le strutture ricettive extra alberghiere con le caratteristiche della civile abitazione66, così come l'albergo diffuso, che, ai sensi della LR 86/2016, mantengono o possono mantenere la destinazione d'uso residenziale, possono essere ricavate, a meno di specifiche limitazioni del PO, negli edifici esistenti già destinati alla residenza senza che ciò comporti prelievo dal dimensionamento del PS.

3. Destinazioni d'uso assimilabili.

3.1. In coerenza con la LR 65/2014 il PO può individuare aree, diverse dalle zone omogenee A di cui al DM 1444/68, nelle quali siano assimilabili le seguenti categorie funzionali:

  • - residenziale (comprensivo di esercizi commerciali di vicinato, con le specificazioni di cui al precedente punto 2.3 del presente articolo), direzionale e di servizio, laddove reciprocamente funzionali;
  • - artigianale - industriale, commerciale all'ingrosso e depositi, direzionale e servizi alle imprese.

4. Funzioni, obiettivi strategici e dimensionamento

4.1. Il dimensionamento del PS è indicato nei punti che seguono in relazione alle singole funzioni e ai relativi obiettivi strategici di riferimento; esso è altresì articolato tra le singole UTOE nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

4.2. Residenza67

4.2.1. Obiettivi strategici di riferimento

  • - soddisfare prioritariamente la domanda di abitazioni attraverso il recupero e la riorganizzazione funzionale del patrimonio edilizio esistente;
  • - privilegiare le fasce sociali deboli, anche attraverso il sostegno all'edilizia sociale;
  • - finalizzare sempre i nuovi interventi a:
    • - qualificazione, razionalizzazione, completamento e compattazione delle strutture urbane esistenti (creazione di nuove centralità urbane, connessioni stradali, sistema del verde, sistema degli spazi pubblici, ecc.);
    • - potenziamento dei servizi di base nei capisaldi urbani.

Per favorire l'edilizia sociale il PO, in conformità alla LR 65/2014, concepisce l'alloggio sociale come standard aggiuntivo rispetto agli standard di cui al DM 1444/196868 e detta specifiche disposizioni in coerenza all'articolo 63 della LR 65/2014, privilegiando:

  1. a. in presenza di nuove edificazioni ad uso residenziale: la cessione gratuita di quota parte percentuale della SUL residenziale, la cessione gratuita di pari SUL residenziale in altri edifici esistenti nel territorio comunale, la cessione gratuita di quota parte delle aree interessate dall'intervento;
  2. b. in presenza di interventi di ristrutturazione urbanistica con mutamento della destinazione d'uso in favore di categorie funzionali diverse da quelle artigianali e industriali: la cessione gratuita di quota parte percentuale della SUL;
  3. c. in presenza di nuova edificazione a destinazione d'uso turistico-ricettiva extralberghiera: corresponsione di oneri aggiuntivi di urbanizzazione destinati esclusivamente all'edilizia sociale.

In presenza di interventi di modesta rilevanza, il PO può consentire la monetizzazione delle cessioni di cui ai precedenti punti a e b.

4.2.2. Dimensionamento

A tali fini il PS prevede 34.661 mq di SUL di nuova costruzione all'interno del perimetro del territorio urbanizzato ai quali si aggiungono 22.515 mq di SUL di riuso del patrimonio esistente; all'esterno di tale perimetro 5.725 mq di SUL di riuso del patrimonio edilizio esistente. Tali dati comprendono le SUL derivanti da progetti e PA vigenti in fase di attuazione, tra i quali figura un intervento diretto di edilizia sociale69. Complessivamente il PS prevede 62.901 mq di SUL (44,90% riuso del patrimonio esistente e 55,10% di nuove costruzioni), pari a circa 2013 vani70 per circa 671 alloggi71.

4.3. Insediamenti artigianali e industriali

4.3.1. Obiettivi strategici di riferimento

  • - salvaguardia dell'integrità fisica delle strutture artigianali e industriali esistenti, con particolare riferimento alla sicurezza idraulica, anche attraverso processi di riorganizzazione delle aree e di delocalizzazione delle strutture con ubicazioni più critiche;
  • - qualificazione delle strutture artigianali e industriali esistenti nell'ambito della riorganizzazione strutturale e funzionale delle zone produttive, con completamenti e addizioni legate anche al miglioramento delle condizioni ambientali e urbanistiche, nonché al potenziamento dei servizi alle imprese;
  • - radicamento territoriale delle aziende leader e attrazione di nuove imprese nelle strutture dismesse di Lagaccioni;
  • - completamento delle zone produttive di Burchio e Pian dell'Isola;
  • - sostegno a nuove attività imprenditoriali manifatturiere che volessero insediarsi nel territorio comunale.

Il PO subordina le nuove costruzioni che comportano consumo di suolo, ancorché urbanizzato, alla preventiva dimostrazione di adeguate volontà e capacità imprenditoriali, vincolando l'utilizzo delle suddette costruzioni alle finalità produttive72.

4.3.2. Dimensionamento

A tali fini il PS prevede 84.308 mq di SUL all'interno del perimetro del territorio urbanizzato73 (12,37% riuso del patrimonio esistente e 87,63% nuove costruzioni) e all'esterno di tale perimetro, a seguito della Conferenza di copianificazione74, 20.600 mq di SUL di nuove costruzioni e 450 mq di SUL di riuso del patrimonio esistente. Tali dati comprendono le SUL derivanti da progetti e PA vigenti in fase di attuazione come meglio esplicito nelle tabelle del dimensionamento del PS.Complessivamente il PS prevede 117.258 mq di SUL (10,53% riuso del patrimonio esistente e 89,47% nuove costruzioni),

4.4. Insediamenti turistico - ricettivi

4.4.1. Obiettivi strategici di riferimento

  • - potenziamento e articolazione dell'offerta ricettiva nel territorio comunale;
  • - creazione di piccole strutture ricettive nei capisaldi urbani dell'UTOE "Centri abitati minori dell'alta collina", previo coinvolgimento dell'associazionismo di base, per potenziarne la funzione di "basi per la fruizione", anche escursionistica, delle aree collinari;
  • - creazione di strutture ricettive nei centri abitati di fondovalle, anche a supporto delle attività produttive esistenti;
  • - potenziamento dell'offerta ricettiva nel territorio rurale, così come licenziata dalla Conferenza di copianificazione75, per rafforzare le strutture esistenti.

4.4.2. Dimensionamento

A tali fini il PS prevede 550 nuovi posti letto all'interno del perimetro del territorio urbanizzato (61,81% riuso del patrimonio esistente e 38,18% nuove costruzioni, per una SUL pari, rispettivamente, a 10.200 mq e 6.300 mq) e all'esterno di tale perimetro a seguito della Conferenza di copianificazione76 265 posti letto (oltre 80 posti letto in tenda), in prevalenza destinati ad ampliare strutture ricettive esistenti (46,04% riuso del patrimonio esistente e 53,96% nuove costruzioni, per una SUL pari, rispettivamente, a 3.660 mq e 4.450 mq), oltre 148 posti letto, pari a una SUL di 4.430 mq, derivanti da PA convenzionati in fase di attuazione (100% riuso del patrimonio esistente), per un totale di 963 posti letto (oltre 80 posti letto in tende).

4.5. Insediamenti commerciali

4.5.1. Obiettivi strategici di riferimento

  • - sostegno prioritario agli esercizi commerciali dei centri storici e delle aree urbane centrali di Figline e Incisa, anche attraverso il rilancio dei centri commerciali naturali esistenti;
  • - sostegno alla creazione di un centro commerciale naturale a Matassino;
  • - creazione di empori polifunzionali nei nuclei e nei borghi rurali del territorio collinare, anche attraverso le strutture dell'associazionismo di base;
  • - forte contenimento degli esercizi commerciali nelle aree produttive artigianali - industriali, limitandone l'inserimento alle aree che presentino buone condizioni di accessibilità, di circolazione, di sosta e di organizzazione interna, previa verifica della compatibilità idraulica, disincentivando comunque lo spostamento degli esercizi commerciali dalle aree urbane centrali77.

4.5.2. Dimensionamento

Il PS non prevede l'insediamento di nuove grandi strutture di vendita nel territorio comunale e comprende il dimensionamento degli esercizi di vicinato in quello della residenza78.

Per le medie strutture di vendita il PS prevede all'interno del perimetro del territorio urbanizzato 14.000 mq di SUL (71,43% riuso del patrimonio esistente e 28,57% nuove costruzioni). A queste previsioni si aggiungono 1.059 mq di SUL derivanti da PA convenzionati in fase di attuazione (100% riuso del patrimonio esistente), per un totale di 15.059 mq di SUL.

4.6. Insediamenti direzionali e servizi privati

4.6.1. Obiettivi strategici di riferimento

  • - potenziamento degli uffici e dei servizi alla persona nei centri storici di Incisa e Figline, per garantire la presenza di funzioni complementari alla residenza e integrare l'offerta dei servizi pubblici;
  • - creazione di strutture direzionali e di servizio alle imprese nelle aree produttive, per favorire il mix funzionale e migliorare i processi produttivi;
  • - potenziamento delle strutture ricreative - culturali negli ambiti urbani;
  • - realizzazione di strutture di servizio con funzioni plurime nel territorio rurale, con particolare riferimento agli insediamenti accentrati (cultura, ricreazione, funzioni di pubblico interesse);
  • - potenziamento di servizi e strutture ricreative nel territorio rurale a seguito della Conferenza di copianificazione79.

4.6.2. Dimensionamento

A tali fini il PS prevede all'interno del perimetro del territorio urbanizzato 23.000 mq di SUL (69,56% riuso del patrimonio esistente e 30,43% nuove costruzioni) e all'esterno di tale perimetro, a seguito della Conferenza di copianificazione80, 10.300 mq di SUL (100% nuove costruzioni). A queste previsioni si aggiungono 4.831 mq di SUL derivanti da PA convenzionati in fase di attuazione (12,42% riuso del patrimonio esistente e 87,58% nuove costruzioni), per un totale di 38.131 mq di SUL.

4.7. Standard urbanistici

4.7.1. A livello comunale, in conformità al DM 1444/1968, il PS prevede una dotazione di standard residenziali pari ad almeno 45 mq/abitante (dotazione esistente: 40,96 mq/abitante), articolati come da tabelle sinottiche finali che costituiscono parte integrante della Disciplina.

4.7.2. Prevede, altresì , una dotazione di standard pari ad almeno il 10% della superficie territoriale nelle zone artigianali e industriali e all'80% della superficie lorda di pavimento negli insediamenti commerciali e direzionali.

4.7.3. In considerazione delle dotazioni esistenti e degli obiettivi programmatici, il PS differenzia le previsioni di aree per standard residenziali tra le singole UTOE. Definisce e articola, di conseguenza, tali dotazioni negli articoli delle presenti norme che disciplinano le suddette UTOE, riepilogandoli poi nelle Tabelle sinottiche finali.

4.7.4 Considerato che le dotazioni di standard urbanistici esistenti sono comunque rilevanti e molto superiori rispetto alle quantità minime fissate dal DM 1444/68, il PO potrà prevedere la possibilità di monetizzazione degli stessi, per l'adeguamento, la riqualificazione o il potenziamento degli standard esistenti.

63. Vedi tabelle sinottiche finali

64. DPGR 5 luglio 2017, n. 32/R

65. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

66. Affittacamere, B&B, case e appartamenti per vacanze, residenze d'epoca

67. Comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato (DPGR 3R/2007)

68. Decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell'art. 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765.

69. Edilizia residenziale sociale NRp5 "Palazzolo nord-est": 600 mq di SUL

70. Un vano è convenzionalmente considerato pari a 31,25 mq di SUL (25 mq di superficie calpestabile + 25% muri)

71. Un alloggio è convenzionalmente considerato pari a tre vani

72. Vedi anche articolo 3.6, punto 2.a, delle presenti norme

73. Di cui 16.000 mq per PUC 11 "Via S.Aleramo" Porcellino, variante RU approvata con Del CC 67/2017

74. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

75. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

76. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

77. Vedi anche articolo 3.6, punto 2.a, delle presenti norme

78. Vedi precedente punto 2.4 del presente articolo.

79. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

80. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

Art. 3.14 UTOE 1 di Burchio e Palazzolo

1. Definizione

L'Unità territoriale organica elementare di Burchio e Palazzolo occupa il settore nord-occidentale del territorio comunale e comprende i centri abitati di Burchio e Palazzolo, l'insediamento accentrato a carattere produttivo e commerciale di Pian dell'Isola, il nucleo rurale di impianto storico di Santa Maria Maddalena, l'insediamento rurale accentrato, a prevalente carattere residenziale e produttivo, de Le Valli.

2. Finalità

2.1. Il PS persegue la qualificazione ecologica, strutturale e funzionale dell'UTOE di Burchio e Palazzolo attraverso le seguenti azioni strategiche prioritarie:

  1. a. recupero e qualificazione delle aree rivierasche dell'Arno nella prospettiva di un parco fluviale metropolitano;
  2. b. potenziamento e qualificazione delle relazioni ecologiche e funzionali tra fiume e collina, anche attraverso il contenimento della frammentazione prodotta dalla grandi infrastrutture della mobilità;
  3. c. sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale, fondata sulla centralità delle attività agricole e sulla loro integrazione con altre attività economiche locali (in particolare: turismo, commercio, enogastronomia);
  4. d. qualificazione dei luoghi centrali nei centri abitati di Burchio e Palazzolo, quali perni di un rinnovato sistema degli spazi pubblici, funzionalmente coordinato e gerarchicamente riconoscibile;
  5. e. qualificazione ecologica e morfologica degli insediamenti produttivi accentrati di Pian dell'Isola, anche in relazione alla più ampia zona produttiva che si estende nel Comune di Rignano.

2.2. Le suddette azioni, che trovano più dettagliata definizione nei punti che seguono in relazione al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo e al sistema infrastrutturale, sono recepite e specificatamente disciplinate, nelle loro implicazioni urbane e territoriali, dagli strumenti della pianificazione urbanistica in coerenza con le disposizioni statutarie del PS e con le indicazioni strategiche indicate nella Tavola STRA2.

3. Sistema ambientale

3.1. Le aree di fondovalle dell'Arno costituiscono un ambito territoriale da sottoporre a politiche sperimentali volte a garantire la sicurezza idraulica, la qualità delle acque, la fruibilità delle rive e l'utilizzazione sostenibile delle risorse territoriali nell'ambito di un progetto unitario incentrato sul ruolo del fiume, quale elemento di identità locale. Tali politiche, che operano per l'istituzione di un'area naturale protetta dell'Arno di livello sovra comunale, presuppongono un regime pattizio tra l'Amministrazione Comunale e i soggetti sociali che operano nelle aree rivierasche, volto a definire sinergie funzionali e buone pratiche nell'uso del territorio e nella costruzione del paesaggio.

Il PO definisce specificatamente il perimetro del suddetto ambito territoriale, individua al suo interno un sistema reticolare di spazi a gestione pubblica (accessi, percorsi, punti di sosta, ecc.) e detta i criteri per la congruità e la sostenibilità delle attività ammissibili nel rispetto dei seguenti obiettivi strategici:

  1. a. garantire la sicurezza idraulica della riva sinistra dell'Arno, con particolare riguardo al sistema insediativo presente a Pian dell'Isola, secondo criteri compatibili con la fruibilità del fiume, la percorribilità delle rive, il ripristino di relazioni trasversali, ecologiche e funzionali, tra fiume e collina;
  2. b. potenziare le relazioni (ecologiche, funzionali, visuali) tra le aree fluviali e le aree pedecollinari, contenendo la frammentazione paesaggistica prodotta dai tracciati infrastrutturali longitudinali (soprattutto autostrada A1 e linea ferroviaria Direttissima) e salvaguardando i varchi residui esistenti indicati nella Tavola STRA2: a tale fine, lungo i tracciati infrastrutturali, è favorita la creazione di macchie di bosco connesse ai boschi esistenti;
  3. c. mitigare gli impatti generati dalla costruzione della terza corsia autostradale, attraverso sistemi naturali o artificiali di contenimento dell'inquinamento (acustico, atmosferico, visuale), soprattutto in corrispondenza del centro abitato di Palazzolo, e della frammentazione paesaggistica lungo tutto il tracciato;
  4. d. prevedere appositi percorsi ciclopedonali di collegamento tra i centri abitati di fondovalle (Burchio, Palazzolo), il borgo rurale di Santa Maria Maddalena, la zona produttiva-commerciale di Pian dell'Isola, la prevista ciclopista dell'Arno e il fiume;
  5. e. in tutti gli insediamenti accentrati: predisporre appositi spazi attrezzati, facilmente accessibili, per la raccolta differenziata dei rifiuti;
  6. f. conservare, sviluppare e valorizzare le attività agricole ai fini produttivi, paesaggistici e della difesa del suolo, salvaguardando i caratteri storico-culturali del paesaggio, degli insediamenti sparsi di impianto storico e della viabilità storica minore.

3.2. Anche con riferimento al sistema idrografico individuato dal PS81, lungo il Fosso del Salceto e il Fosso del Burchio il PO individua, anche in ampliamento delle aree a più elevata pericolosità idraulica, fasce di stretta pertinenza dei corsi d'acqua che svolgono funzioni ecologiche e paesaggistiche primarie nei collegamenti trasversali monte-valle, inibendo al loro interno, se del caso, nuovi interventi edificatori e promuovendo il recupero delle rive.

3.3. Nei centri abitati, così come nelle aree produttive e commerciali di Pian dell'Isola, il PO definisce interventi di qualificazione ecologica con particolare attenzione a:

  1. a. contenere gli impatti generati dal traffico veicolare di attraversamento, con interventi di limitazione della velocità, ovvero interventi di razionalizzazione e di completamento della rete viaria per separare da quello di attraversamento il traffico di penetrazione e di distribuzione locale;
  2. b. favorire la presenza consistente nelle aree urbane di spazi verdi con funzioni sistemiche di carattere ecologico, ricreativo e formale;
  3. c. mitigare l'inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti civili e industriali, favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività industriali e artigianali alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti;
  4. d. prevedere negli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia il rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi, tipologici ed impiantistici dettati dalle vigenti norme regionali in materia di sostenibilità ambientale82;
  5. e. potenziare l'impianto di depurazione di Burchio, rendendolo capace di soddisfare, oltre alle esigenze della zona produttiva esistente nel centro abitato, anche quelle di Palazzolo.

3.4. In accordo con il PIT, il PO sottopone a specifica salvaguardia i principali coni visivi che consentono visuali panoramiche dalla SP 1 "Aretina", dettando apposite disposizioni allo scopo (mantenimento degli spazi aperti, disposizioni sulle recinzioni e sulla vegetazione, ecc.).

4. Sistema territoriale

4.1. Costituiscono servizi e attrezzature di rilievo territoriale ai sensi del PTCP vigente83, con capacità di attivare o potenziare funzioni sovra comunali, le seguenti aree: Centro operativo polivalente Il Burchio - Protezione civile (esistente). In coerenza con quanto disposto dal PTC della Provincia di Firenze84 il PO può precisare il perimetro delle suddette aree.

4.2. Gli assetti insediativi e territoriali delle aree di confine, a Pian dell'Isola e a Le Valli, devono essere definiti dal PO previo coordinamento con il Comune di Rignano sull'Arno.

4.3. Anche ai fini dell'istituzione di un'area naturale protetta85, gli assetti territoriali delle aree rivierasche dell'Arno devono essere definiti, dal PO, previo coordinamento con i Comuni di Rignano sull'Arno e di Reggello.

4.4. Gli interventi per la mitigazione paesaggistica e ambientale della terza corsia dell'autostrada A1 devono essere definiti previo coordinamento con il Comune di Rignano sull'Arno.

5. Sistema insediativo

5.1. Centri abitati di Palazzolo e Burchio

La qualificazione dei centri abitati di Palazzolo e Burchio presuppone la definizione di strutture urbane compiute, riconoscibili e dotate di specifiche caratterizzazioni di ruolo. Al loro interno costituiscono luoghi centrali e/o emergenti per caratterizzazione morfologica e funzionale i seguenti spazi pubblici:

5.1.1. Burchio:

  1. a. area di verde prospiciente il circolo ricreativo e limitrofa al Fosso di Troghi: da estendere e caratterizzare quale luogo ricreativo baricentrico all'insediamento, favorendone la qualificazione delle attrezzature e degli arredi, nonché l'accessibilità pedonale dalle zone residenziali e produttive.

5.1.2. Palazzolo:

  1. a. slargo limitrofo all'ex circolo ricreativo-culturale e alla SP 1 Aretina: da trasformare in piccola piazza attrezzata e connessa, tramite percorsi pedonali, ai settori urbani di monte e di valle.

5.2. Area produttiva e commerciale di Pian dell'Isola

L'area produttiva e commerciale di Pian dell'Isola deve essere messa in sicurezza idraulica e qualificata nella funzionalità ecologica, nella configurazione morfologica e nella dotazione dei servizi. Il PO provvede a disciplinare, a tali fini, interventi di riordino strutturale finalizzati prioritariamente al perseguimento dei seguenti obiettivi:

  1. a. sicurezza idraulica (in conformità alle specifiche previsioni dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno), attraverso sistemi capaci di garantire la fruibilità delle aree rivierasche dell'Arno;
  2. b. funzionalità ecologica, attraverso:
    1. b.1. la creazione di un sistema articolato di spazi verdi, a sviluppo longitudinale e trasversale, quale raccordo tra il fiume e il borgo rurale di Santa Maria Maddalena e quale mitigazione della frammentazione ambientale prodotta dal tracciato ferroviario;
    2. b.2. incremento delle aree permeabili, soprattutto negli spazi per la sosta veicolare e nella pertinenza delle costruzioni;
    3. b.3. potenziamento e qualificazione della vegetazione di corredo, con utilizzo di specie autoctone o naturalizzate;
  3. c. dotazioni territoriali, attraverso:
    1. c.1. la creazione di una rete di percorsi ciclopedonali connessi alla prevista ciclopista dell'Arno e collegati agli insediamenti di Burchio, Palazzolo e Santa Maddalena, nonché alle aree fluviali;
    2. c.2. la creazione di un'area attrezzata e protetta per le fermate del servizio di trasporto pubblico extraurbano.

Il PO definisce specificatamente i criteri che, in aggiunta a quelli minimi di legge86, devono essere rispettati per consentire all'area di acquisire la denominazione di Area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA).

5.3. Insediamenti accentrati con caratteri rurali.

La valorizzazione degli insediamenti rurali accentrati di Santa Maria Maddalena e delle Valli deve essere garantita prioritariamente attraverso le seguenti azioni:

  1. a. evitando la crescita insediativa e l'evoluzione verso modelli insediativi urbani;
  2. b. salvaguardando la riconoscibilità morfotipologica e paesaggistica degli insediamenti, anche con il mantenimento, al loro interno e la loro intorno, di spazi aperti con caratteri di ruralità;
  3. c. privilegiando, nella realizzazione di spazi per la sosta veicolare, aree di piccole dimensioni e poco strutturate.

5.4. Edifici matrice

Gli edifici matrice dell'identità storico culturale, di cui alla Tavola QC2.5.1, devono essere tutelati e valorizzati anche in funzione dell'escursionismo culturale e del turismo ambientale. A tale scopo il PO prevede una apposita disciplina per i seguenti complessi edilizi e per le relative aree di pertinenza paesaggistica: San Nicolò a Olmeto, S. Quirico di Montelfi, S. Lorenzo a Cappiano, S. Michele, Fattoria di Bagnani.

5.5. Dimensionamento del sistema insediativo

Il dimensionamento del sistema insediativo relativo all'UTOE di Burchio e Palazzolo è definito nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

5.6. Dotazioni minime di spazi pubblici nel sistema insediativo

5.6.1. Il PO assicura le seguenti dotazioni minime di standard ai sensi del D.M. n° 1444/1968:

  1. a. insediamenti residenziali: 60 mq/abitante87;
  2. b. insediamenti artigianali e/o industriali: 10% della superficie territoriale;
  3. c. insediamenti commerciali e direzionali: 80% della SUL

5.6.2. Nei nuovi spazi pubblici assumono particolare rilevanza i seguenti servizi, che sono oggetto di specifiche previsioni da parte del PO:

  • - piccoli parcheggi a servizio dei luoghi urbani centrali e delle fermate del servizio di trasporto pubblico extraurbano;
  • - spazi attrezzati all'aperto per favorire la fruizione delle aree rivierasche.

5.6.3. Il PO favorisce comunque la realizzazione di servizi privati convenzionati di pubblica utilità.

6. Sistema infrastrutturale

6.1. Autostrada A1

Il PS recepisce il potenziamento dell'Autostrada A1 attraverso la realizzazione della terza corsia, prevedendo tuttavia misure finalizzate a mitigare gli impatti generati dall'opera. In particolare:

  • - mitigazione degli inquinamenti acustici e atmosferici in corrispondenza del centro abitato di Palazzolo attraverso:
    • - barriere antirumore realizzate, ove possibile, tramite appositi terrapieni equipaggiati con vegetazione arbustiva e arborea;
    • - utilizzo di asfalti fonoassorbenti;
  • - creazione di barriere vegetali ad alta densità di impianto lungo il tracciato autostradale, quali macchie di bosco connesse alle aree boscate di versante o di fondovalle, mantenendo tuttavia liberi i tratti stradali con visuali panoramiche sugli elementi identitari del patrimonio territoriale, come specificato nell'Allegato A "PS - Disciplina dei beni paesaggistici";
  • - con apertura di nuove visuali panoramiche in corrispondenza di bersagli visivi di rilevante significato identitario, anche attraverso, ove possibile, la rimozione o lo spostamento di detrattori visuali;
  • - ricostruzione degli edifici demoliti o fortemente danneggiati a seguito dei lavori di ampliamento della piattaforma autostradale.

6.2. Strada Provinciale 1 "Aretina"

Gli impatti generati dal traffico di attraversamento della SP 1 "Aretina" nei centri abitati di Burchio e Palazzolo, oltre che nell'insediamento rurale de Le Valli, devono essere mitigati limitando la velocità attraverso idonei strumenti fisici, ambientali e integrati88 e realizzando, lungo la carreggiata stradale, ovvero discosti da questa, percorsi ciclopedonali continui e protetti, connessi ai luoghi centrali e ai pubblici servizi.

Nel centro abitato di Burchio deve essere inoltre migliorato l'innesto di Via Pian dell'Isola, anche attraverso la creazione di un'apposita rotatoria.

Lungo tutto il percorso, appositamente vincolato quale "pubblico belvedere" sul fondovalle e sul Pratomagno ai sensi del DLgs 42/200489, devono essere mantenute le visuali panoramiche e osservate le disposizioni di cui all'Allegato A "PS - Disciplina dei beni paesaggistici.

6.3. Viabilità minore

6.3.1. Le strade vicinali devono essere oggetto di una ricognizione dettagliata, finalizzata a verificarne il regime giuridico e l'accessibilità al pubblico.

L'Amministrazione Comunale promuove la costituzione di appositi consorzi per la manutenzione delle strade vicinali, favorendone la percorribilità pubblica, quanto meno pedonale e ciclabile.

6.3.2. Con utilizzo della viabilità minore esistente, il PO individua una rete di percorsi per la mobilità lenta nel territorio rurale (percorsi pedonali e/o ciclabili, ippovie), capaci, tra l'altro, di rafforzare le relazioni trasversali con i percorsi escursionistici della media e dell'alta collina.

6.4. Mobilità dolce

6.4.1. Per favorire forme di mobilità alternativa tra aree che offrono servizi di pubblico interesse, il PO prevede percorsi ciclopedonali quali collegamento dei centri abitati di Burchio e Palazzolo con il borgo rurale di Santa Maria Maddalena e con la ciclopista dell'Arno.

81. Vedi articolo 2.14

82. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i)

83. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze , Norme di attuazione, art. 24

84. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articolo 24, punti 3 e 5.

85. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A12-Arno

86. DPGR 74R/2009

87. Esistenti 58,99 mq/abitante

88. Rotatorie, isole centrali, sezione stradale, arredo urbano, ecc.

89. Decreto Legislativo 42/2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio. Decreto di vincolo: DM 24/04/1975

Art. 3.15 UTOE 2 di Incisa

1. Definizione

1.1. L'Unità territoriale organica elementare di Incisa occupa il settore centro-settentrionale del territorio comunale e comprende il centro abitato di Incisa, con le propaggini de La Fonte e de La Massa, nonché il Centro di Loppiano.

2. Finalità

2.1. Il PS persegue la qualificazione ecologica, strutturale e funzionale dell'UTOE di Incisa attraverso le seguenti azioni strategiche prioritarie:

  1. a. recupero, qualificazione e integrazione delle aree rivierasche dell'Arno nella prospettiva di un parco fluviale metropolitano;
  2. b. potenziamento e qualificazione delle relazioni ecologiche e funzionali tra fiume e collina, anche attraverso la creazione di un sistema trasversale di spazi verdi e di percorsi ciclopedonali;
  3. c. sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale, fondata sulla centralità delle attività agricole e sulla loro integrazione con altre attività economiche locali (in particolare: turismo, commercio, enogastronomia, attività sociali e culturali del Centro di Loppiano);
  4. d. forte caratterizzazione di ruolo del centro abitato di Incisa quale:
  5. b.1. testata settentrionale del sistema insediativo di fondovalle (Incisa-Lagaccioni-Figline);
  6. b.2. centro amministrativo direzionale (insieme a Figline);
  7. b.3. principale accesso urbano all'Arno;
  8. e. individuazione e qualificazione dei luoghi centrali nei vecchi e nei nuovi settori urbani del centro abitato, quali perni di un rinnovato sistema degli spazi pubblici qualitativamente coordinato e funzionalmente accessibile;
  9. f. integrazione paesaggistica e funzionale del Centro di Loppiano con il territorio comunale e con il centro abitato di Incisa.

2.2. Le suddette azioni, che trovano più dettagliata definizione nei punti che seguono in relazione al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo e al sistema infrastrutturale, sono recepite e specificatamente disciplinate, nelle loro implicazioni urbane e territoriali, dagli strumenti della pianificazione urbanistica in coerenza con le disposizioni statutarie del PS e con le indicazioni strategiche indicate nella Tavola STRA2.

3. Sistema ambientale

3.1. Le aree di fondovalle dell'Arno costituiscono un ambito territoriale da sottoporre a politiche sperimentali volte a garantire la sicurezza idraulica, la qualità delle acque, la fruibilità delle rive e l'utilizzazione sostenibile delle risorse territoriali nell'ambito di un progetto unitario incentrato sul ruolo del fiume, quale elemento di identità locale. Tali politiche, che operano per l'istituzione di un'area naturale protetta dell'Arno di livello sovra comunale, presuppongono un regime pattizio tra l'Amministrazione Comunale e i soggetti sociali che operano nelle aree rivierasche, volto a definire sinergie funzionali e buone pratiche nell'uso del territorio e nella costruzione del paesaggio.

Il PO, ferme restando le prioritarie disposizioni dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno, definisce specificatamente il perimetro del suddetto ambito territoriale, individua al suo interno un sistema reticolare di spazi a gestione pubblica (accessi, percorsi, punti di sosta, ecc.) e detta i criteri per la congruità e la sostenibilità delle attività ammissibili nel rispetto dei seguenti obiettivi strategici:

  1. a. garantire la sicurezza idraulica della riva sinistra d'Arno, con particolare riguardo al settore urbano di Incisa ubicato a est della SP 1 "Aretina" e della SR 69 "Valdarno";
  2. b. potenziare le relazioni (ecologiche, funzionali, visuali) tra le aree fluviali, le aree urbane di Incisa e le aree pedecollinari, salvaguardando i varchi trasversali residuali nell'edificato, in particolare lungo i corsi d'acqua minori che affluiscono in Arno: Fosso delle Campane, Borro della Fornacina, Borro dei Bagnoli90, Borro del Focardo91 e Fosso della Fornacina;
  3. c. recuperare ai fini sociali le aree comprese tra la ferrovia e l'Arno, favorendone l'accessibilità e i raccordi con il centro abitato, garantendone la percorribilità e definendone il ruolo, con particolare riguardo alle attività agricole e ricreative, nell'ambito del futuro parco fluviale;
  4. d. prevedere appositi percorsi ciclopedonali di collegamento tra la prevista ciclopista dell'Arno, il centro abitato di Incisa e i ripiani i mezza costa;
  5. e. valorizzare le aree dell'ex foro boario (Piazzale Mazzanti) e dell'ex campo sportivo di Incisa quali capisaldi del rapporto tra città e fiume;
  6. f. recuperare le pescaie di Incisa e del Bruscheto (Ponte di Annibale), anche per lo sfruttamento delle acque ai fini energetici;
  7. g. in tutti gli insediamenti accentrati: predisporre appositi spazi attrezzati, facilmente accessibili, per la raccolta differenziata dei rifiuti;
  8. h. sviluppare le attività agricole, turistiche, agrituristiche e sociali funzionali alla conservazione attiva del paesaggio storico-culturale, alla difesa del suolo e alla promozione economica del territorio comunale.

3.2. Anche con riferimento al sistema idrografico individuato dal PS92, lungo i fossi delle Campane, della Fornacina, dei Bagnoli93 e del Focardo94 il PO individua, anche in ampliamento delle aree a più elevata pericolosità idraulica, fasce di stretta pertinenza dei corsi d'acqua che svolgono funzioni ecologiche e paesaggistiche primarie nei collegamenti trasversali monte-valle, inibendo al loro interno, se del caso, nuovi interventi edificatori e promuovendo il recupero delle rive.

3.3. L'inspessimento del filamento urbano compreso tra Barberino e La Massa deve essere evitato attraverso il mantenimento e la qualificazione, ecologica e funzionale, del sistema di spazi aperti individuati come varchi del territorio rurale e del territorio urbanizzato nella tavola STRA2, anche al fine di:

  1. a. salvaguardare le funzioni ecotonali delle aree rivierasche, contribuendo alla qualità naturale e alla biodiversità;
  2. b. collegare le aree fluviali con le aree pedecollinari, attraverso varchi di connessione ecologica (in particolare in corrispondenza del Borro della Fornacina).

3.4. Nel centro abitato di Incisa, esteso agli insediamenti de La Fonte e de La Massa, il PO definisce interventi di qualificazione ecologica con particolare attenzione a:

  1. a. contenere gli impatti generati dal traffico veicolare di attraversamento, con interventi atti a limitare la velocità veicolare e interventi di razionalizzazione e completamento della rete viaria per separare il traffico di attraversamento da quello di penetrazione e di distribuzione locale, gerarchizzando i tracciati viari, chiudendo gli anelli stradali incompiuti, riorganizzando il trasporto pubblico, creando una rete urbana e interurbana di percorsi ciclopedonali (soprattutto per i collegamenti con Lagaccioni e Figline). Appare necessario intervenire prioritariamente sui nodi di Piazza Capanni, Piazza Parri e alla confluenza tra Via Fratelli Rosselli e Via Nazionale;
  2. b. favorire la presenza consistente di spazi verdi, con funzioni sistemiche di carattere ecologico, ricreativo e formale, orientati soprattutto secondo direzioni trasversali monte - valle ;
  3. c. mitigare l'inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti civili e industriali nelle aree urbanizzate, favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività industriali e artigianali alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti;
  4. d. prevedere negli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia il rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi, tipologici e impiantistici dettati dalle vigenti norme regionali in materia di sostenibilità ambientale95.

3.5. Aree di recupero ambientale.

3.5.1. Il PO definisce compiutamente il perimetro delle aree sottoposte a recupero ambientale individuate dalla Tavola STRA2 nei seguenti siti, subordinandone il riutilizzo alla conclusione delle operazioni di bonifica e di recupero: versante meridionale del borgo storico di Castello, a Incisa, già interessato dalle attività della ex Italcementi; area in località I Piani, in prossimità dell'Arno, già interessata da attività di escavazione inerti.

3.5.2. Il PO verifica compiutamente, altresì, i siti interessati da inquinamento del suolo indicati nella Tavola STRE2 e, se del caso, definisce specifiche disposizioni che ne subordinano l'uso alla conclusione delle operazioni di bonifica.

4. Sistema territoriale

4.1. Costituiscono servizi e attrezzature di rilievo territoriale ai sensi del PTCP vigente96, con capacità di attivare o potenziare funzioni sovra comunali, le seguenti aree: Centrale idroelettrica Ponte di Annibale - Incisa (nuova previsione); Centrale idroelettrica Pescaia Ex Foro Boario - Incisa (nuova previsione); Museo di arte sacra Oratorio del Crocifisso - Incisa (esistente); Parcheggio scambiatore ex scalo merci - Incisa (nuova previsione); Sottostazione elettrica FS Focardo - Incisa (esistente). In coerenza con quanto disposto dal PTC della Provincia di Firenze97 il PO può precisare i perimetri delle suddette aree.

4.2. Anche ai fini dell'istituzione di un'area naturale protetta98, gli assetti territoriali delle aree rivierasche dell'Arno devono essere definiti, dal PO, previo coordinamento con il Comune di Reggello.

4.3. Il Centro di Loppiano, che occupa buona parte dei Ripiani di mezza costa, costituisce una struttura polifunzionale di rilevanza internazionale, la cui qualificazione e il cui potenziamento, nell'ambito del PP vigente, devono essere perseguiti tenendo presente il ruolo del Centro, che travalica i confini comunali e regionali, e, al contempo, l'identità paesaggistica del territorio, quale stratificazione storica delle relazioni tra natura e cultura. Tale identità, pur concepita secondo una dinamica evolutiva, costituisce un valore fondante del territorio incisano e deve essere un riferimento costante per le sue trasformazioni future.

5. Sistema insediativo

5.1. Centro abitato di Incisa

La qualificazione dello spazio pubblico nel centro abitato deve essere perseguita, prioritariamente, garantendone la continuità fisica, la qualità morfologia e funzionale, l'accessibilità pedonale, i raccordi con il fiume e con il sistema articolato degli insediamenti di fondovalle, nell'ambito di una nuova concezione bicefala del sistema urbano, impostata sulle due centralità storiche, simboliche e funzionali dei centri abitati di Incisa e di Figline, così come integrati dagli insediamenti produttivi baricentrici de La Massa e Lagaccioni.

Il PO persegue la qualificazione del centro abitato di Incisa a partire dalle azioni che interessano i seguenti luoghi, centrali e/o emergenti per caratterizzazione morfologica e funzionale:

  1. a. Piazza del Municipio: da caratterizzare quale centralità storica e simbolica, luogo del potere civile e religioso, sede qualificata dei servizi amministrativi;
  2. b. Piazza della Repubblica: da qualificare, nell'organizzazione spaziale e nell'arredo urbano, quale spazio complementare e di supporto a Piazza del Municipio;
  3. c. Castello: da recuperare con interventi adeguati al valore storico, architettonico e urbanistico unitario del complesso; da valorizzazione funzionalmente attraverso un uso congruo delle emergenze architettoniche presenti (Casa del Petrarca, Oratorio del SS Crocifisso); da rendere accessibile a piedi attraverso il recupero e la qualificazione dell'antico percorso che sale da Piazza del Municipio;
  4. d. Piazzale Mazzanti: da caratterizzare, con l'ex campo sportivo di Via La Pira, quale luogo urbano privilegiato per la fruizione delle aree fluviali e per le visuali sul fiume; da relazionare, attraverso percorsi pedonali e/o ciclabili lungo l'ex tracciato ferroviario, con le aree rivierasche settentrionali dell'Arno (La Fonte, Bruscheto/Ponte di Annibale, ecc.); da qualificare quale luogo di scambi e di manifestazioni sociali all'aperto;
  5. e. area ex Italcementi: da recuperare integralmente, secondo criteri prioritari di qualità ecologica e paesaggistica e di valorizzazione delle tracce di archeologia industriale, per la creazione di una nuova centralità urbana polifunzionale; da coordinare con il recupero delle aree verdi orientali nella valle del Borro di Castelvecchio e delle vecchie cave ubicate a monte dell'insediamento; ripianificazione dell'area, anche attraverso interventi di rigenerazione urbana, prevedendo la riqualificazione dell'area della cava con valore di testimonianza storica, la valorizzazione del centro storico di Incisa, promuovendo azioni di recupero del patrimonio di archeologia industriale e dei sentieri verdi di collegamento con il borgo storico;
  6. f. ex campo sportivo di Via La Pira: da concepire come terrazza affacciata sul fiume, con visuali estese fino al sistema medievale castello - borgo - ponte - torre de' Bandinelli; da caratterizzare, con Piazzale Mazzanti, quale luogo urbano privilegiato per la fruizione delle aree fluviali; da relazionare, attraverso percorsi pedonali e/o ciclabili lungo la riva dell'Arno, con le aree rivierasche meridionali comprese tra il fiume e la ferrovia; da qualificare quale luogo di scambi, di attività ricreative e di manifestazioni sociali all'aperto;
  7. g. polo sportivo di Via Pertini: da concepire come spazio aperto urbano relazionato al fiume, rispetto al quale sono da potenziare le relazioni ecologiche e funzionali, compreso il raccordo con la ciclopista dell'Arno; da qualificare con la diversificazione delle attività motorie e ricreative; da integrare maggiormente nel sistema urbano, migliorandone l'accessibilità e le relazioni funzionali con i settori urbani limitrofi;
  8. h. aree ferroviarie dismesse: da recuperare e integrare nel tessuto urbano quale cerniera polifunzionale tra la città e la ferrovia, dotata di piazza alberata, parcheggio scambiatore, servizi di informazione e di accoglienza, servizi pubblici o di interesse pubblico, residenza e terziario; da raccordare, attraverso percorsi ciclopedonali, alle altre centralità urbane limitrofe (area ex Sacci, ex campo sportivo, area ex Italcementi);
  9. i. area ex Sacci e complesso ecclesiale dei Santi Cosma e Damiano al Vivaio: da concepire come spazio urbano unitario, articolato in un polo culturale (formazione, convegni, esposizioni) e in un parco pubblico (ricreazione, manifestazioni sociali all'aperto); da strutturare (parco pubblico) secondo criteri prioritari di qualità ecologica e morfologica; da migliorare nell'accessibilità e negli spazi di sosta;
  10. j. verde attrezzato di Via P.P. Pasolini a La Massa: luogo centrale di recente creazione, da proteggere soprattutto dagli impatti generati dal traffico di scorrimento lungo la SR 69 e da integrare con il nucleo antico dell'abitato attraverso ampi attraversamenti pedonali dedicati.

5.2. Insediamenti accentrati del territorio rurale: Loppiano

Il Centro di Loppiano deve mantenere i caratteri di ruralità legati alla dispersione degli insediamenti, pur localmente accentrati, e alla netta prevalenza delle aree agricole rispetto alle aree edificate.

I futuri interventi, previsti dal PP vigente99, devono perseguire la massima integrazione territoriale, sia con riferimento al paesaggio (qualità ecologica e morfotipologica degli insediamenti con i relativi spazi aperti di pertinenza), sia con riferimento alle funzioni (sinergie con il centro abitato di Incisa e con i servizi erogati dalla Amministrazione Comunale).

5.3. Edifici matrice

Gli edifici matrice dell'identità storico culturale, di cui alla Tavola QC2.5.1, devono essere tutelati e valorizzati anche in funzione dell'escursionismo culturale e del turismo ambientale. A tale fine il PO prevede una apposita disciplina per i seguenti complessi edilizi e per le relative aree di pertinenza paesaggistica: pieve di San Vito a Loppiano, chiese di SS. Cosma e Damiano al Vivaio e San Alessandro a Incisa, Villa L'Entrata, Castelvecchio, Castello di Pratelli, Fattorie di Loppiano e Tracolle.

5.4. Dimensionamento del sistema insediativo

Il dimensionamento del sistema insediativo nell'UTOE di Incisa è definito nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

In coerenza con gli esiti della Conferenza di copianificazione100, nel territorio rurale sono consentiti interventi che comportano consumo di suolo nei casi e alle condizioni di seguito specificate; il PO definisce compiutamente le suddette condizioni e localizza gli interventi in coerenza con le disposizioni statutarie e strategiche del PS, nonché con le limitazioni e le disposizioni delle norme sovraordinate:

TR2.1 - Località L'Entrata: l'intervento, che prevede la realizzazione di un centro di riabilitazione e benessere, con annessa foresteria di 160 posti letto, attraverso nuove costruzioni per 7.500 mq di SUL, deve costituire un'evoluzione coerente della struttura ecosistemica e di quella agroforestale, attualizzando gli elementi e le regole che compongono tali strutture ed evitando, di contro, di configurarsi come insediamento monofunzionale chiuso e avulso dal contesto paesaggistico. Esso, in particolare, deve dar luogo a un complesso unitario, costituito da edifici e spazi aperti, che interpreti e riproponga, in chiave contemporanea, le relazioni strutturanti edificio-giardino-boschi-coltivi proprie del sistema insediativo rurale, rimanendo gerarchicamente subordinato al complesso storicizzato de l'Entrata. I nuovi assetti territoriali devono essere coerenti, nei caratteri morfotipologici dell'insediamento, così come nei caratteri architettonici degli edifici e degli spazi aperti pertinenziali, agli assetti paesaggistici storicizzati dei ripiani di mezza costa. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola l'intervento deve prevedere la conduzione agricola dei terreni confinanti riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR2.2 - Centro di Loppiano: ricollocazione, a parità di SUL e di volumetria, dei nuovi fabbricati previsti dal PP vigente101, in prossimità di complessi edilizi esistenti nell'UTOE di Incisa. I suddetti fabbricati, secondo il PP vigente, derivano sia da interventi di ristrutturazione urbanistica che da interventi di nuova costruzione. La loro ricollocazione deve avvenire previa variante al PP, specificatamente disciplinata dal PO, e deve dare luogo a piccoli insediamenti rurali accentrati compatibili con le condizioni geomorfologiche (in particolare scarpate lungo il Fosso delle Campane), che integrino i complessi edilizi esistenti senza alterarne i caratteri morfologici e insediativi storicamente consolidati, né le visuali panoramiche e le relazioni figurative con la viabilità di impianto storico e con il territorio rurale contermine. I caratteri morfotipologici dei nuovi insediamenti, così come i caratteri architettonici degli edifici e degli spazi aperti pertinenziali, devono mostrarsi coerenti con gli assetti paesaggistici storicizzati dei ripiani di mezza costa, rimanendo gerarchicamente subordinati ai complessi edilizi di impianto storico. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR2.3 - Centro di Loppiano - Loc. Scintilla: realizzazione di una struttura ricettiva di 80 posti letto, attraverso il recupero di annessi agricoli non più necessari alla conduzione dei fondi (SUL 660 mq) e nuove costruzioni con una SUL massima di 1.600 mq.
L'intervento, unitario, deve dare luogo a un piccolo insediamento rurale compatto e accentrato, evitando la dispersione insediativa, con le nuove costruzioni discoste dalla strada non meno di quelle esistenti; il nuovo nucleo deve trovare accesso attraverso la strada di penetrazione a pettine esistente, evitando i doppi percorsi di entrata e di uscita. I nuovi assetti territoriali devono essere coerenti, per caratteri morfotipologici dell'insediamento e degli spazi aperti pertinenziali, con gli assetti paesaggistici storicizzati dei ripiani di mezza costa, mantenendo le relazioni funzionali ed estetico-percettive con il contesto paesaggistico. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni confinanti riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR2.4. - Località S.Antonio: potenziamento della struttura produttiva esistente attraverso nuove costruzioni con una SUL massima di 1.600 mq Le nuove costruzioni devono risultare compatibili con le condizioni geomorfologiche (in particolare: stabilità delle scarpate e fenomeni attivi correlati) ed essere coordinate con quelle esistenti, per tipologia, ingombro, altezza e finiture. L'intervento deve minimizzare gli impatti visuali dalla SP 1, anche attraverso adeguati sistemi di recinzione combinati all'uso di vegetazione d'arredo, garantendo, altresì, il mantenimento della fascia boscata occidentale.

5.5. Dotazioni minime di spazi pubblici nel sistema insediativo

5.5.1. Il PO provvede ad assicurare le seguenti dotazioni minime di standard ai sensi del D.M. n° 1444/1968:

  1. a. insediamenti residenziali: 45 mq/abitante102;
  2. b. insediamenti artigianali e/o industriali: 10% della superficie territoriale;
  3. c. insediamenti commerciali e direzionali: 80% della SUL

5.5.2. Nei nuovi spazi pubblici assumono particolare rilevanza i seguenti servizi, che sono oggetto di specifiche previsioni da parte del PO:

  1. a. parcheggi a servizio dei luoghi urbani centrali e delle fermate del servizio di trasporto pubblico extraurbano;
  2. b. parcheggi di scambio in prossimità della fermata ferroviaria di Incisa;
  3. c. aree di verde pubblico per favorire l'accesso alle aree fluviali;
  4. d. aree a corredo delle strutture scolastiche e atte ad elevarne la qualità ambientale.

5.5.3. Il PO favorisce comunque la realizzazione di servizi privati convenzionati di pubblica utilità.

6. Sistema infrastrutturale

6.1. Linea ferroviaria lenta Firenze - Roma

6.1.1. La fermata ferroviaria di Incisa svolge un ruolo rilevante per favorire l'integrazione del centro abitato nel sistema di trasporto sub regionale (area centrale metropolitana fiorentina e Valdarno), favorendo, in particolare, gli spostamenti pendolari. A tale scopo il PS prevede la realizzazione di un parcheggio scambiatore, con almeno 150 posti auto, nelle aree ferroviarie dismesse della fermata ferroviaria di Incisa.

6.2. Strada Provinciale 1 "Aretina" e Strada Regionale 69 "Valdarno"

6.2.1. Stanti le opere infrastrutturali, già in fase di avanzata attuazione, volte a spostare i traffici di attraversamento di lunga percorrenza su nuovi tracciati viari, la PS 1 "Aretina" e la SR 69 "Valdarno" assumono il carattere prevalente di asse urbano di penetrazione e di distribuzione interna.

6.2.2. A tale scopo il tracciato delle due strade deve essere dotato di sistemi per la limitazione della velocità veicolare, di percorsi ciclopedonali, di fermate attrezzate per il servizio di trasporto pubblico, di equipaggiamento vegetale.

6.3. Viabilità minore

6.3.1. Le strade vicinali devono essere oggetto di una ricognizione dettagliata, finalizzata a verificarne il regime giuridico e l'accessibilità al pubblico. L'Amministrazione Comunale promuove la costituzione di appositi consorzi per la manutenzione delle strade vicinali, favorendone la percorribilità pubblica, quanto meno pedonale e ciclabile.

6.3.2. Con utilizzo della viabilità minore esistente, il PO individua una rete di percorsi per la mobilità lenta nel territorio rurale (percorsi pedonali e/o ciclabili, ippovie), capaci, tra l'altro, di rafforzare le connessioni trasversali con i Ripiani di mezza costa e con il Centro internazionale di Loppiano.

6.4. Mobilità dolce

6.4.1. Per favorire una mobilità alternativa tra aree che offrono servizi di pubblico interesse e per rafforzare le relazioni tra le diverse componenti del sistema insediativo, urbano e rurale, il PO definisce una rete di percorsi ciclopedonali, interna all'abitato di Incisa e connessa con le aree di Loppiano, a integrazione della ciclopista dell'Arno proveniente da Lagaccioni e Figline.

90. Borro dei Bagnoli o dell'Acqua Caduta

91. Borro del Focardo o Moriano o Molinaccio

92. Vedi articolo 2.14

93. Detto anche Borro dell'Acqua Caduta

94. Detto anche Borro di Moriano o Borro Mulinaccio

95. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del. G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i

96. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze , Norme di attuazione, art. 24

97. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articolo 24, punti 3 e 5

98. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A12-Arno

99. Approvato con Del. CC 10/06/2015, n. 118

100. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

101. Approvato con Del. CC 10/06/2015

102. Esistenti 44,37 mq/abitante

Art. 3.16 UTOE 3 di Figline

1. Definizione

L'Unità territoriale organica elementare di Figline occupa il settore centro-meridionale del territorio comunale e comprende il centro abitato di Figline, con le propaggini urbane di Poggiolino, Matassino, Stecco, Cesto e Pian delle Macchie, la grande area produttiva di Lagaccioni, l'insediamento rurale accentrato a prevalente carattere residenziale di Brollo nuova, il Camping Village Norcenni Girasole Club.

2. Finalità

2.1. Il PS persegue la qualificazione ecologica, strutturale e funzionale dell'UTOE di Figline attraverso le seguenti azioni strategiche prioritarie:

  1. a. recupero, qualificazione e integrazione delle aree rivierasche dell'Arno nella prospettiva di un parco fluviale metropolitano;
  2. b. potenziamento e qualificazione delle relazioni ecologiche e funzionali tra fiume e collina, anche attraverso il contenimento della frammentazione prodotta dalla grandi infrastrutture della mobilità e la creazione di sistemi trasversali degli spazi aperti;
  3. c. sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale, fondata sulla centralità delle attività agricole e sulla loro integrazione con altre attività economiche locali (in particolare: turismo, commercio, enogastronomia);
  4. d. recupero e valorizzazione dell'area di Lagaccioni, quale sistema produttivo manifatturiero strategico per l'economia locale e luogo baricentrico del sistema insediativo bicefalo di fondovalle (Incisa - Lagaccioni - Figline);
  5. e. forte caratterizzazione di ruolo del centro abitato di Figline quale:
    1. e.1. testata meridionale del insediativo di fondovalle (Incisa-Lagaccioni-Figline);
    2. e.2. (insieme a Incisa) centro amministrativo direzionale;
    3. e.3. centro storico di alto significato identitario, con importanti strutture e manifestazioni culturali, luogo dell'abitare e delle attività connesse;
    4. e.4. sede dell'Ospedale Serristori, presente a Figline fin dal XV secolo e importante struttura socio-sanitaria di rilevanza territoriale;
  6. f. individuazione e qualificazione dei luoghi centrali nei vecchi e nei nuovi settori urbani del centro abitato, quali perni di un rinnovato sistema degli spazi pubblici qualitativamente coordinato e funzionalmente accessibile.

2.2. Le suddette azioni, che trovano più dettagliata definizione nei punti che seguono in relazione al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo e al sistema infrastrutturale, sono recepite e specificatamente disciplinate, nelle loro implicazioni urbane e territoriali, dal PO e dagli strumenti della pianificazione urbanistica in coerenza con le disposizioni statutarie del PS e con le indicazioni strategiche indicate nella Tavola STRA2.

3. Sistema ambientale

3.1. Le aree di fondovalle dell'Arno costituiscono un ambito territoriale da sottoporre a politiche sperimentali volte a garantire la sicurezza idraulica, la qualità delle acque, la fruibilità delle rive e l'utilizzazione sostenibile delle risorse territoriali nell'ambito di un progetto unitario incentrato sul ruolo del fiume, quale elemento di identità locale. Tali politiche, che operano per l'istituzione di un'area naturale protetta dell'Arno di livello sovra comunale, presuppongono un regime pattizio tra l'Amministrazione Comunale e i soggetti sociali che operano nelle aree rivierasche, volto a definire sinergie funzionali e buone pratiche nell'uso del territorio e nella costruzione del paesaggio.

Il PO, ferme restando le prioritarie disposizioni dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno, definisce specificatamente il perimetro del suddetto ambito territoriale, individua al suo interno un sistema reticolare di spazi a gestione pubblica (accessi, percorsi, punti di sosta, ecc.) e detta i criteri per la congruità e la sostenibilità delle attività ammissibili nel rispetto dei seguenti obiettivi strategici:

  1. a. garantire la sicurezza idraulica dell'Arno, anche attraverso opere arginali, con particolare riguardo al sistema insediativo delle aree golenali e all'area produttiva di Lagaccioni;
  2. b. garantire la regimazione del Borro di Ponterosso, attraverso opere di contenimento di alcuni dei suoi affluenti a monte (Fosso della Granchia, Borro della Golfonaia, Borro dell'Alberaia) e opere di risagomatura dell'alveo in prossimità dello sbocco in Arno;
  3. c. qualificare, ai fini agricoli, ricreativi e sociali, le aree inedificate ubicate a est della ferrovia lenta, definendone il ruolo nell'ambito del futuro parco fluviale;
  4. d. potenziare le relazioni (ecologiche, funzionali, visuali) tra le aree fluviali e le aree pedecollinari;
  5. e. prevedere appositi percorsi ciclopedonali di collegamento tra la prevista ciclopista dell'Arno, il centro abitato di Figline e la zona produttiva di Lagaccioni;
  6. f. garantire pertinenze adeguate e possibilità di sviluppo all'impianto di depurazione presente lungo l'Arno;
  7. g. potenziare la rete di adduzione al depuratore di Figline, garantendo l'allacciamento del sistema insediativo Poggio alla Croce - Brollo - Pian delle Macchie;
  8. h. garantire lo smaltimento reflui del complesso ricettivo di Norcenni senza aggravi sul sistema di depurazione pubblico;
  9. i. in tutti gli insediamenti accentrati: predisporre appositi spazi attrezzati, facilmente accessibili, per la raccolta differenziata dei rifiuti;
  10. j. sviluppare le attività agricole, turistiche, agrituristiche e sociali funzionali alla conservazione attiva del paesaggio storico-culturale, alla difesa del suolo e alla promozione economica del territorio comunale.

3.2. Anche con riferimento al sistema idrografico individuato dal PS103, lungo i borri di Tagliafune, Fracassi, Ponterosso e Cesto il PO individua, anche in ampliamento delle aree a più elevata pericolosità idraulica, fasce di stretta pertinenza dei corsi d'acqua che svolgono funzioni ecologiche e paesaggistiche primarie di raccordo trasversale tra fiume e collina, inibendo al loro interno, se del caso, nuovi interventi edificatori e promuovendo il recupero delle rive.

3.3. Nel centro abitato di Figline, esteso agli insediamenti di Lagaccioni e di Matassino, il PO definisce interventi di qualificazione ecologica con particolare attenzione a:

  1. a. contenere gli impatti generati dal traffico veicolare di attraversamento e di distribuzione interna attraverso: la riorganizzazione e il potenziamento del servizio di trasporto pubblico (soprattutto lungo il sistema urbano di fondovalle e da qui per Firenze); creazione di una rete urbana e interurbana di percorsi ciclopedonali (soprattutto per i collegamenti con Lagaccioni e Incisa); limitazioni alla velocità di transito, anche con interventi strutturali sulle carreggiate stradali; razionalizzazione e gerarchizzazione della rete viaria per separare le diverse tipologie di traffico; chiusura degli anelli stradali incompiuti;
  2. b. favorire la presenza consistente di spazi verdi con funzioni sistemiche di carattere ecologico, ricreativo e formale, orientati soprattutto secondo direzioni trasversali monte - valle, provvedendo comunque a:
    1. b.1. salvaguardare i varchi urbani trasversali residui nell'edificato (in particolare: aree lungo il Borro della Fornacina, tra Lagaccioni e la Massa; aree lungo Via Ungheria e il Borro di Fracassi; aree lungo Via Pistelli - Via del Ponterosso e il Borro del Ponterosso; aree lungo il Fosso del Cesto);
    2. b.2. contenere gli impatti generati dai tracciati infrastrutturali longitudinali e soprattutto quelli prodotti sull'abitato di Matassino dall'Autostrada A1, dalla linea ferroviaria Direttissima, dalla costruenda variante alla SR 69 "Casello - Casello";
  3. c. mitigare l'inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti civili e industriali nelle aree urbanizzate, favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività industriali e artigianali alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti;
  4. d. prevedere negli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia il rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi, tipologici e impiantistici dettati dalle vigenti norme regionali in materia di sostenibilità ambientale104.

3.4. Aree di recupero ambientale

3.4.1. Il PO definisce compiutamente il perimetro delle aree sottoposte a recupero ambientale individuate dalla Tavola STRA2 nei seguenti siti, subordinandone il riutilizzo alla conclusione delle operazioni di bonifica e di recupero: aree già interessate dalla escavazioni di inerti tra il Fiume Arno e Matassino, in riva destra; aree già interessate dalla escavazione di inerti tra la ferrovia lenta e l'Arno, in riva sinistra; area Pirelli pneumatici spa, in località Pavelli.

3.4.2. Il PO verifica compiutamente, altresì , i siti interessati da inquinamento del suolo indicati nella Tavola STRE2 e, se del caso, definisce specifiche disposizioni che ne subordinano l'uso alla conclusione delle operazioni di bonifica.

4. Sistema territoriale

4.1. Costituiscono servizi e attrezzature di rilievo territoriale ai sensi del PTCP vigente105, con capacità di attivare o potenziare funzioni sovra comunali, le seguenti aree: VVFF - Distaccamento Figline Valdarno (esistente); Depuratore Lagaccioni - Figline (esistente); CC - Stazione e compagnia Figline Valdarno (esistente); ISIS Vasari - Figline (esistente); Teatro comunale Garibaldi - Figline (esistente); Raccolta di arte sacra della insigne Collegiata - Figline (esistente); Antica spezieria Spedale Serristori - Figline (esistente); Impianto di potabilizzazione di Figline (esistente); Ospedale Serristori (esistente con previsione di ampliamento); Campeggio Norcenni (esistente). In coerenza con quanto disposto dal PTC della Provincia di Firenze106 il PO può precisare i perimetri delle suddette aree.

4.2. L'Ospedale Serristori costituisce un'importante struttura socio-sanitaria di livello territoriale, che affianca l'Ospedale di Santa Maria alla Gruccia, dando luogo a un complesso ospedaliero integrato a servizio di un bacino di utenza esteso all'intero Valdarno Superiore. Per garantire l'espletamento di questa funzione nel tempo, il PO definisce un'adeguata area di pertinenza per l'ospedale, mentre le politiche comunali favoriscono l'accessibilità territoriale del complesso.

4.3. Il Camping Village Norcenni Girasole Club, che occupa l'immediato entroterra del centro abitato di Figline, a ridosso del Borro di Ponterosso, e che costituisce la più grande struttura ricettiva del Valdarno, con ospiti provenienti dall'Italia e dall'estero, è suscettibile di qualificare l'offerta ricettiva attraverso una maggiore integrazione nel paesaggio locale, in modo da contribuire alla valorizzazione dell'identità territoriale di lungo periodo, nonché attraverso il potenziamento dei servizi complementari e di supporto alle attività ricettive.

4.4. Gli assetti territoriali delle aree di confine a Matassino sono definiti dal PO previo coordinamento con i comuni di Reggello (FI) e Castelfranco Piandiscò (AR).

4.5. Anche ai fini dell'istituzione di un'area naturale protetta107, gli assetti territoriali delle aree rivierasche dell'Arno sono definiti dal PO previo coordinamento con i comuni di Reggello (FI) e Castelfranco Piandiscò (AR).

5. Sistema insediativo

5.1. Centro abitato di Figline

La qualificazione dello spazio pubblico nel centro abitato deve essere perseguita, prioritariamente, garantendone la continuità fisica, la qualità morfologia e funzionale, l'accessibilità pedonale, i raccordi con il fiume e con il sistema articolato degli insediamenti di fondovalle, nell'ambito di una nuova concezione bicefala del sistema urbano, impostata sulle due centralità storiche, simboliche e funzionali dei centri abitati di Incisa e di Figline, così come integrati dagli insediamenti produttivi baricentrici de La Massa e Lagaccioni.

Nel centro abitato di Figline costituiscono luoghi centrali e/o emergenti per caratterizzazione morfologica e funzionale:

  1. a. il centro storico di Figline, massima espressione, con il Castello e il borgo di Incisa, dell'identità locale, da qualificare e valorizzare, prioritariamente, in quanto:
    1. a.1. luogo dell'abitare e delle attività connesse all'abitare: al suo interno deve essere incentivata la residenza, anche attraverso una specifica disciplina edilizia che, ferma restando la conservazione e la qualificazione della scenografia urbana, favorisca interventi di adeguamento funzionale compatibili, atti a garantire standard abitativi adeguati alle esigenze della contemporaneità; al suo interno devono essere altresì sostenuti il commercio di vicinato, anche attraverso il rilancio del centro commerciale naturale esistente108, il piccolo artigianato di servizio compatibile con la residenza, i servizi pubblici e i servizi privati di interesse pubblico. A tali fini il PO definisce una specifica disciplina atta a disincentivare o inibire i mutamenti di destinazione d'uso in favore della residenza ai piani terra degli edifici. Il centro storico deve essere inoltre supportato favorendone l'accessibilità e facilitando la sosta per i residenti e per i visitatori (anche con appositi parcheggi, sotterranei o multipiano fuori terra, ricavati nelle vicinanze);
    2. a.2. sede di spazi urbani e di complessi edilizi di particolare valore storico - culturale (cinta muraria, Piazza Marsilio Ficino, Piazza S. Francesco Collegiata di Santa Maria, ex Spedale Serristori, Palazzo Pretorio, Chiesa di San Francesco, Teatro Garibaldi, Casagrande dei Serristori, ecc.) che devono essere collegati tra loro e con il sistema delle piazze minori ricadenti nella cerchia delle mura o lungo la cortina muraria (Piazza Bianco Bianchi, , Piazza IV Novembre, Piazza Bonechi, Piazza Don Bosco, Piazza Serristori), coordinando l'arredo urbano e limitando la presenza delle auto in sosta;
    3. a.3. luogo delle grandi manifestazioni culturali e sociali;
    4. a.4. luogo di promozione e di rappresentanza territoriale;
  2. b. le aree della stazione ferroviaria e dell'autostazione, con i relativi parcheggi di scambio (Piazza della Libertà, Piazza Caduti di Pian d'Albero), devono essere concepite come un unico, grande polo di smistamento, integrate strutturalmente e funzionalmente (percorsi pedonali protetti; abbattimento barriere architettoniche; arredo urbano) attrezzate con strutture per l'attesa (autostazione), rese più accessibili dai diversi settori urbani attraverso percorsi ciclopedonali, potenziate nei parcheggi di supporto (soprattutto autostazione), anche attraverso rastrelliere per biciclette e strutture multipiano per le auto;
  3. c. gli impianti sportivi di Via Rossini con la limitrofa Piazza della Libertà: sono da qualificare negli spazi connettivi e nell'equipaggiamento vegetale; da rendere più accessibili dai diversi settori urbani attraverso percorsi ciclopedonali;
  4. d il sistema lineare di spazi pubblici o di uso pubblico, che si sviluppa da nord a sud a ridosso della ferrovia (polo sportivo di Via Rossini con Piazza della Libertà, Istituto Salesiani, Stazione ferroviaria, autostazione, nuovo complesso terziario di Via della Vetreria, Piazza Salvo d'Acquisto) deve essere : concepito come sistema urbano coordinato, frontistante il centro storico e trait d'union tra questo e i settori urbani a est della ferrovia;
  5. d. i parchi urbani di San Biagio e del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa devono essere qualificati nell'arredo urbano e collegati,attraverso percorsi ciclopedonali, alle altre componenti significative del sistema degli spazi aperti limitrofi (in particolare: Piazza Pierallini, Piazza E. Ferrari, Piazza della Fattoria, Piazza della Libertà);
  6. e. l'area a prevalente carattere commerciale di Via Ungheria - Via della Comunità Europea; è da qualificare nello spazio pubblico o di uso pubblico, attraverso il completamento dei filari alberati lungo strada, l'arredo urbano, strutture ombreggianti nei parcheggi;
  7. f. l'area ospedaliera deve essere ampliata, in coerenza con il PTC, per migliorare la qualità ambientale e funzionale dell'Ospedale Serristori, deve essere resa più accessibile, per esaltare il ruolo urbano e territoriale delle strutture socio-sanitarie, e potenziata nelle dotazioni di parcheggio, anche attraverso interventi nel sottosuolo.

Fermo restando quanto disposto al punto 3 del presente articolo, nel settore urbano di Matassino si devono perseguire:

  1. g. la creazione di sistemi atti a contenere gli impatti generati dalle grandi infrastrutture della mobilità, esistenti (autostrada A1, linea ferroviaria Direttissima) o di previsione (variante SR 69 "Valdarno");
  2. h. la creazione di un sistema di relazioni trasversali (ecologiche e funzionali) capace di recuperare un rapporto tra la città e il fiume, compreso un percorso ciclopedonale di collegamento con il centro storico e la stazione ferroviaria di Figline;
  3. i. la creazione di una centralità urbana attraverso la qualificazione del polo dei servizi ricadente nell'isolato delimitato da Via Amendola, Via F.lli Rosselli, Via S. Lavagnini, Via T. Toti, anche contenendo il traffico veicolare lungo Via Lavagnini, limitandone la velocità di transito, creando un sistema di percorsi ciclopedonali per l'accesso alle attrezzature.

Fermo restando quanto disposto al punto 3 del presente articolo, nel settore urbano di Lagaccioni si devono perseguire:

  1. j. la qualificazione e la riorganizzazione morfologica e funzionale dell'area, quale principale polo produttivo-manifatturiero del territorio comunale, luogo strategico per l'economia locale, elemento baricentrico del nuovo sistema urbano bicefalo di fondovalle (Incisa - Lagaccioni - Figline) attraverso:
    1. j.1. la riconfigurazione fisica dell'area in presenza di interventi di sostituzione edilizia e di ristrutturazione urbanistica (infittimento della maglia stradale attraverso la creazione di collegamenti trasversali; creazione di percorsi ciclopedonali; contenimento della superficie coperta e/o impermeabilizzata; incremento degli spazi pubblici; nuovo disegno dei lotti nel settore centro-meridionale);
    2. j.2. la riconfigurazione architettonica e formale degli edifici, attuabile in presenza di interventi di sostituzione e di ristrutturazione edilizia;
    3. j.3. la diversificazione delle attività economiche, con esclusione di strutture destinate alla grande distribuzione commerciale e sostegno alle strutture di servizio alle imprese, ferma restando la netta prevalenza delle superfici fondiarie destinate ad attività artigianali e industriali;
  2. k. il miglioramento delle dotazioni territoriali, attraverso:
    1. k.1. il potenziamento delle aree verdi, soprattutto trasversali e di collegamento tra aree fluviali e aree pedecollinari, e dei parcheggi, attrezzati anche con rastrelliere per le biciclette;
    2. k.2. la creazione di una rete di percorsi ciclopedonali collegati ai centri abitati di Figline e di Incisa e alle aree fluviali;
    3. k.3. il potenziamento della vegetazione di corredo, soprattutto lungo la viabilità carrabile e i percorsi ciclopedonali, con utilizzo di specie autoctone o naturalizzate;
    4. k.4. la realizzazione di piccole aree attrezzate e protette, a uso dei pendolari, in corrispondenza delle fermate del servizio di trasporto pubblico;
    5. k.5. il miglioramento della cartellonistica stradale e della accessibilità;
    6. k.6. l'adeguamento degli spazi di manovra e di carico - scarico merci.

Il PO definisce inoltre, specificatamente, i criteri che, in aggiunta a quelli minimi di legge109, devono essere rispettati per consentire all'area di acquisire la denominazione di Area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA).

Fermo restando quanto disposto al punto 3 del presente articolo, negli insediamenti di Le Macchie e Il Cesto si deve perseguire:

  1. i. la qualificazione e la riorganizzazione morfologica e funzionale interna, attraverso una migliore definizione del bordo urbano (Cesto) e il superamento della monofunzionalità residenziale.

5.2. Insediamenti accentrati con caratteri rurali: Brollo nuova.

La valorizzazione del carattere rurale degli insediamenti rurali accentrati di Brollo nuova deve essere garantita prioritariamente attraverso le seguenti azioni:

  1. a. evitando di accentuare i caratteri insediativi urbani anche attraverso il mantenimento, al suo interno e al suo intorno, di orti e spazi aperti destinati alle attività agricole o connesse all'agricoltura;
  2. b. ricorrendo a specie vegetali autoctone o naturalizzate nelle aree pubbliche per la sosta veicolare e la ricreazione.

5.3. Gli edifici matrice dell'identità storico culturale, di cui alla Tavola QC2.5.1, devono essere tutelati e valorizzati anche in funzione dell'escursionismo culturale e del turismo ambientale. A tale fine il PO prevede una apposita disciplina per i seguenti complessi edilizi e per le relative aree di pertinenza paesaggistica: chiese di San Bartolomeo a Scampata, San Andrea a Campiglia, San Biagio a Gaglianello, San Michele a Pavelli, Santa Maria a Ponterosso, San Romolo ai Cappuccini; ville Norcenni, Il Palagio, La Poggerina, La Palagina, complesso edilizio Ospedale Serrisori (parte storica originaria).

Come specificato nell'Allegato A della presente Disciplina110, il PO definisce altresì una specifica disciplina di tutela e di valorizzazione per la zona di interesse archeologico di Scampata e per la relativa area di pertinenza.

5.4. Dimensionamento del sistema insediativo

Il dimensionamento del sistema insediativo nell'UTOE di Figline è definito nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

In coerenza con gli esiti della Conferenza di copianificazione111, nel territorio rurale sono consentiti interventi che comportano consumo di suolo nei casi e alle condizioni di seguito specificate; il PO definisce compiutamente le suddette condizioni e localizza gli interventi in coerenza con le disposizioni statutarie e strategiche del PS, nonché con le limitazioni e le disposizioni delle norme sovraordinate:

TR3.1 - Norcenni: l'intervento prevede un contenuto ampliamento della superficie territoriale del campeggio nel settore sud-occidentale, con incremento della SUL di 800 mq per la realizzazione di nuove strutture ricreative e di servizio e per l'ampliamento delle strutture esistenti, che devono configurarsi comunque compatibili con le condizioni geomorfologiche, tenendo conto delle risultanze del monitoraggio inclinometrico in atto. L'intervento deve collocarsi nell'ambito di una progressiva contestualizzazione del complesso turistico nel paesaggio locale storicizzato. Di tale progressiva contestualizzazione il PO deve chiedere espressa dimostrazione negli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.2 - La Palagina: l'intervento prevede un ampliamento della struttura ricettiva esistente, con nuove costruzioni pari a 850 mq di SUL e 45 posti letto.
L'intervento non deve interferire con i caratteri tipologici e architettonici storicizzati della villa esistente, ma costituire con questa un complesso armonico e unitario; esso deve, altresì , considerare gli impatti visuali dalle strade limitrofe e, soprattutto, da quella di valle. Le aree per la sosta veicolare, dimensionate per le effettive necessità, non devono compromettere l'integrità della percezione visiva e devono mantenere la permeabilità del terreno. I nuovi assetti territoriali devono garantire il carattere distintivo di gerarchia tra edificio storico principale e nuove costruzioni, assicurando la leggibilità del sistema e la riconoscibilità dei nuovi inserimenti, anche attraverso la proposizione di un linguaggio architettonico contemporaneo; tali assetti devono essere tuttavia coerenti, per caratteri morfotipologici dell'insediamento, con gli assetti paesaggistici storicizzati locali. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.3 - Pavelli: l'intervento prevede un ampliamento della struttura equestre esistente, attraverso nuove costruzioni, per la realizzazione di un maneggio coperto, pari a 1.500 mq di SUL; prevede, inoltre, la creazione di una connessa struttura ricettiva all'aria aperta costituita da 20 piazzole per tende, con una capacità ricettiva massima di 80 posti letto.
Il nuovo maneggio deve avere caratteri tipologici e architettonici coerenti con l'edilizia rurale tradizionale locale, mentre la struttura ricettiva deve configurarsi come un piccolo campeggio strutturalmente e funzionalmente connesso alle attività equestri. I suddetti interventi non devono interferire con le aree boscate e devono garantire la massima permeabilità dei suoli. I nuovi assetti territoriali devono essere coerenti, per caratteri morfotipologici dell'insediamento e degli spazi aperti pertinenziali, con gli assetti paesaggistici storicizzati locali. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.4 - La Borghetta: l'intervento prevede un ampliamento della struttura ricettiva esistente, con nuove costruzioni pari a 2.000 mq di SUL e 45 posti letto.
L'intervento non deve interferire con i caratteri tipologici e architettonici storicizzati della villa esistente, ma costituire con questa un complesso armonico e unitario; esso deve, altresì , considerare gli impatti visuali dalle strade limitrofe e, soprattutto, da quelle di valle. Le aree per la sosta veicolare, dimensionate per le effettive necessità, non devono compromettere l'integrità della percezione visiva e devono mantenere la permeabilità del terreno. I nuovi assetti territoriali devono configurarsi compatibili con le condizioni geomorfologiche (in particolare: stabilità delle scarpate) e garantire il carattere distintivo di gerarchia tra edificio storico principale e nuove costruzioni, assicurando la leggibilità del sistema e la riconoscibilità dei nuovi inserimenti, anche attraverso la proposizione di un linguaggio architettonico contemporaneo; tali assetti devono essere tuttavia coerenti, per caratteri morfotipologici dell'insediamento, con gli assetti paesaggistici storicizzati locali. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.5 - Nuovo ponte sull'Arno: realizzazione di un nuovo ponte sull'Arno per collegare la variante alla SR 69 "Valdarno" (variante in riva destra casello-casello) con Via S.Pertini (variantina in riva sinistra), migliorando l'accesso all'Autostrada dall'area produttiva di Lagaccioni e fluidificando i traffici locali.
L'intervento, già prefigurato dal concorso bandito dalla Provincia di Firenze nel 2012, deve essere corredato da percorsi ciclopedonali in sede protetta, raccordati a terra al sistema della mobilità dolce, e deve rispettare la Disciplina dei beni paesaggistici di cui all'Allegato A delle presenti norme.
TU3.1 - Figline La Massa: previsione di una nuova zona artigianale/industriale a integrazione di quelle esistenti a Lagaccioni e La Massa con una SUL complessiva massima di 7.000 mq. L'intervento deve configurarsi compatibile con le condizioni geomorfologiche e idrauliche delle aree interessate e deve contenere gli impatti visuali evitando di posizionare le costruzioni a quote elevate rispetto alla strada di valle e mantenendo un varco di adeguata consistenza lungo il Borro della Fornacina; deve, altresì , prefigurare un ampliamento compiuto del territorio urbanizzato, curando in particolar modo il fronte strada e il margine volto verso la campagna. A tale scopo deve essere particolarmente curata, accanto ai caratteri tipologici, architettonici e decorativi degli edifici, la qualità delle aree pertinenziali, garantendo omogeneità alla recinzione dei lotti, un'adeguata permeabilità dei terreni e una consistente dotazione di alberi d'alto fusto.
TU3.2 - Figline Via Kennedy: previsione di una nuova zona artigianale/industriale, quale ampliamento di quella esistente a Lagaccioni, con una SUL complessiva massima di 12.000 mq.
L'intervento deve configurarsi compatibile con le condizioni geomorfologiche e idrauliche delle aree interessate e deve contenere gli impatti visuali evitando di posizionare le costruzioni a quote elevate rispetto a Via Kennedy, mantenendo varchi aperti tra gli edifici verso la campagna retrostante; deve, altresì , prefigurare un ampliamento compiuto del territorio urbanizzato, curando in particolar modo il fronte strada e il fronte tergale. A tale scopo deve essere particolarmente curata, accanto ai caratteri tipologici, architettonici e decorativi degli edifici, la qualità delle aree pertinenziali, garantendo omogeneità alla recinzione dei lotti, un'adeguata permeabilità dei terreni e una consistente dotazione di alberi d'alto fusto.
TU3.3 - Matassino Via Amendola: previsione di aree verdi ad uso ricreativo e di servizi pubblici o di interesse pubblico nell'area compresa tra Via Amendola e la realizzanda variante alla SR 69 "Valdarno".
L'intervento, sottoposto a progettazione unitaria, deve prevedere la creazione di una barriera verde, ad alta densità di impianto, lungo la variante alla SR 69, nonché, nella parte nord-occidentale, la creazione di parcheggi a servizio delle attrezzature di Via Amendola/Via Lavagnini, con percorsi ciclopedonali di collegamento ai tessuti urbani limitrofi e alle rive dell'Arno. I servizi, ubicati preferenzialmente nel settore centrale, devono essere impostati secondo un disegno raccordato al tessuto urbano compreso tra Via Amendola e Via Berlinguer. Di tale raccordo il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali, che definiranno pertanto l'intervento con riferimento alle tessiture urbane e rurali limitrofe.

5.5. Dotazioni minime di spazi pubblici nel sistema insediativo

5.5.1. Il PO provvede ad assicurare le seguenti dotazioni minime di standard ai sensi del D.M. n° 1444/1968:

  1. a. insediamenti residenziali: 45 mq/abitante112;
  2. b. insediamenti artigianali e/o industriali: 10% della superficie territoriale;
  3. c. insediamenti commerciali e direzionali: 80% della SUL

5.5.2. Nei nuovi spazi pubblici assumono particolare rilevanza i seguenti servizi, che sono oggetto di specifiche previsioni da parte del PO:

  1. a. parcheggi a servizio dei luoghi urbani centrali e delle fermate del trasporto pubblico extraurbano;
  2. b. parcheggi di scambio in prossimità della fermata ferroviaria di Figline;
  3. c. aree di verde pubblico per favorire la connessione con le aree fluviali e l'accesso al fiume;
  4. d. ampliamento dell'area ospedaliera.

5.5.3. Il PO favorisce comunque la realizzazione di servizi privati convenzionati di pubblica utilità.

6. Sistema infrastrutturale

6.1. Linea ferroviaria Direttissima Firenze - Roma

6.1.1. La stazione ferroviaria di Figline svolge un ruolo strategico per garantire l'integrazione del centro abitato nel sistema di trasporto sub regionale (area centrale metropolitana fiorentina e Valdarno), favorendo, in particolare, gli spostamenti pendolari da e per Firenze.

Per migliorare le prestazioni della stazione ferroviaria il PO prevede:

  1. a. il consolidamento dei parcheggi di scambio, anche nelle forme dei parcheggi multipiano, e il loro collegamento con la stazione;
  2. b. il potenziamento dei percorsi ciclopedonali di accesso dalla città;
  3. c. una maggiore permeabilità del rilevato ferroviario.

6.2. Autostrada A1

Il PS recepisce il potenziamento dell'Autostrada A1 attraverso la realizzazione della terza corsia, prevedendo tuttavia misure finalizzate a mitigare gli impatti generati dall'opera. In particolare:

  • - mitigazione degli inquinamenti acustici e atmosferici in corrispondenza del centro abitato di Matassino attraverso:
  • - barriere antirumore realizzate, ove possibile, tramite appositi terrapieni equipaggiati con vegetazione arbustiva e arborea;
  • - utilizzo di asfalti fonoassorbenti;
  • - creazione di barriere vegetali ad alta densità di impianto lungo il tracciato autostradale, quali macchie di bosco connesse alla vegetazione ripariale e alla vegetazione lineare limitrofa alla linea ferroviaria "Direttissima", mantenendo tuttavia liberi i tratti stradali con visuali panoramiche sugli elementi identitari del patrimonio territoriale, come specificato nell'Allegato A "PS - Disciplina dei beni paesaggistici";
  • - apertura di nuove visuali panoramiche in corrispondenza di bersagli visivi di rilevante significato identitario, anche attraverso, ove possibile, la rimozione o lo spostamento di detrattori visuali;
  • - ricostruzione degli edifici demoliti o fortemente danneggiati a seguito dei lavori di ampliamento della piattaforma autostradale, anche con delocalizzazione delle volumetrie ove la ricostruzione fosse inibita da norme sovraordinate.

6.3. Strada Regionale 69 "Valdarno" e nuovo ponte sull'Arno

6.3.1. Le varianti alla SR 69 "Valdarno" (riva destra "Casello - Casello" e riva sinistra "Variantina") necessitano di adeguate dotazioni di corredo. In particolare sistemi di contenimento degli inquinamenti acustici, atmosferici e visuali (soprattutto variante in riva destra) e sistemi di integrazione con il tessuto urbano esistente (soprattutto variante in riva sinistra: innesti, marciapiedi, pista ciclabile, equipaggiamento vegetale). Il PO provvede a definire le caratteristiche di tali sistemi in accordo con il programma triennale delle opere pubbliche.

6.3.2. Il nuovo ponte sull'Arno consente un collegamento più agevole tra i caselli autostradali e l'area produttiva di Lagaccioni, aumentandone l'attrattività. E' pertanto necessaria una adeguata gerarchizzazione della strada che connette l'area produttiva al ponte, con sistemi che favoriscano la fluidificazione del traffico in corrispondenza della connessione con la viabilità locale. Per favorire l'accesso alla stazione ferroviaria di Figline è altresì necessario che il nuovo ponte sia direttamente collegato al parcheggio scambiatore di Piazza Caduti di Pian d'Albero.

6.4. Viabilità comunale

6.4.1. Stanti le varianti alla SR 69 "Valdarno", volte a spostare i traffici di attraversamento di lunga percorrenza su nuovi tracciati viari, il tratto urbano della SR 69 (Via Roma - Via Petrarca) assume il carattere di asse di penetrazione e di distribuzione interna alla città.

A tale scopo il suddetto tratto deve essere dotato di sistemi per la limitazione della velocità veicolare, di percorsi ciclopedonali protetti, di fermate attrezzate del servizio di trasporto pubblico, di equipaggiamento vegetale.

6.4.2. Onde creare una circonvallazione nella parte sud-occidentale del centro abitato, il tracciato costituito da Via N. Pistelli, Viale G. Galilei, Via G.B. del Puglia, Via S. Romolo e Via della Resistenza deve essere adeguatamente connesso e gerarchizzato.

6.5. Viabilità minore

6.5.1. Le strade vicinali devono essere oggetto di una ricognizione dettagliata, finalizzata a verificarne il regime giuridico e l'accessibilità al pubblico.

L'Amministrazione Comunale promuove la costituzione di appositi consorzi per la manutenzione delle strade vicinali, favorendone la percorribilità pubblica, quanto meno pedonale e ciclabile.

6.5.2. Con utilizzo della viabilità minore esistente, il PO individua una rete di percorsi per la mobilità lenta nel territorio rurale (percorsi pedonali e/o ciclabili, ippovie), capaci, tra l'altro, di rafforzare le connessioni trasversali con il Villaggio turistico di Norcenni e con il sistema territoriale dell'alta collina.

6.6. Mobilità dolce

6.6.1. Per favorire una mobilità alternativa tra aree che offrono servizi di pubblico interesse e per rafforzare le relazioni tra le diverse componenti del sistema urbano di fondovalle, il PO prevede una rete di percorsi ciclopedonali nel centro abitato di Figline, collegata con la ciclopista dell'Arno ed estesa a Matassino, Norcenni e Il Cesto.

103. Vedi articolo 2.14

104. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i)

105. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze , Norme di attuazione, art. 24

106. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articolo 24, punti 3 e 5.

107. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A12-Arno

108. Centro commerciale naturale Il Granaio

109. DPGR 74R/2009

110. Allegato A "PS - Disciplina dei beni paesaggistici"

111. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

112. Esistenti 42,40 mq/abitante

Art. 3.17 UTOE 4 di Restone e Porcellino

1. Definizione

L'Unità territoriale organica elementare di Restone e Porcellino occupa il settore meridionale del territorio comunale e comprende, oltre ai centri abitati di Restone e Porcellino, le aree dell'ex miniera di Santa Barbara e le aree rivierasche (dell'Arno e del Cesto) destinate a ospitare casse di compensazione per la riduzione del rischio idraulico.

2. Finalità

2.1. Il PS persegue la qualificazione ecologica, strutturale e funzionale dell'UTOE di Restone e Porcellino attraverso le seguenti azioni strategiche prioritarie:

  1. a. recupero ambientale delle aree rivierasche dell'Arno, in coerenza con le opere per la riduzione del rischio idraulico previste dal PGRA dell'Autorità di bacino del Fiume Arno113, e loro qualificazione paesaggistica nella prospettiva di un parco fluviale metropolitano;
  2. b. potenziamento e qualificazione delle relazioni ecologiche e funzionali tra fiume e collina, anche attraverso il contenimento della frammentazione prodotta dalla grandi infrastrutture della mobilità (soprattutto in riva sinistra: autostrada A1, linea ferroviaria Direttissima, variante alla SR 69 "Valdarno");
  3. c. recupero ambientale e qualificazione paesaggistica della aree dell'ex miniera di Santa Barbara ai fini agricolo-forestali, ricreativi ed energetici;
  4. d. sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale, fondata sulla centralità delle attività agricole e sulla loro integrazione con altre attività economiche locali (in particolare: turismo, commercio, enogastronomia);
  5. e. qualificazione morfologica e funzionale dei centri abitati di Restone e Porcellino.

2.2. Le suddette azioni, che trovano più dettagliata definizione nei punti che seguono in relazione al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo e al sistema infrastrutturale, sono recepite e specificatamente disciplinate, nelle loro implicazioni urbane e territoriali, dal PO e dagli strumenti della pianificazione urbanistica in coerenza con le disposizioni statutarie del PS e con le indicazioni strategiche indicate nella Tavola STRA2.

3. Sistema ambientale

3.1. Aree rivierasche dell'Arno

Le aree rivierasche dell'Arno costituiscono un ambito territoriale da sottoporre a politiche sperimentali volte a garantire la sicurezza idraulica, la qualità delle acque, la fruibilità delle rive e l'utilizzazione sostenibile delle risorse territoriali nell'ambito di un progetto unitario incentrato sul ruolo del fiume, quale elemento di identità locale. Tali politiche, che operano per l'istituzione di un'area naturale protetta dell'Arno di livello sovra comunale, presuppongono un regime pattizio tra l'Amministrazione Comunale e i soggetti sociali che operano nelle aree rivierasche, volto a definire sinergie funzionali e buone pratiche nell'uso del territorio e nella costruzione del paesaggio.

Il PO, ferme restando le prioritarie disposizioni dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno, definisce specificatamente il perimetro del suddetto ambito territoriale, individua al suo interno un sistema reticolare di spazi a gestione pubblica (accessi, percorsi, punti di sosta, ecc.) e detta i criteri per la congruità e la sostenibilità delle attività ammissibili al suo interno nel rispetto dei seguenti obiettivi strategici:

  1. a. garantire la sicurezza idraulica delle rive, attraverso le opere per la riduzione del rischio idraulico previste, in riva destra e in riva sinistra, dal sopra citato PGRA114;
  2. b. recuperare ai fini naturalistici, agricoli, ricreativi e sociali le aree rivierasche rimodellate a seguito degli interventi di cui al precedente punto, con particolare riferimento all'oasi naturalistica della Garzaia, istituita dall'Amministrazione Comunale di Figline Valdarno115 e presente in località Carresi, per la quale vanno riprese e specificate le politiche di tutela delineate dal PTC;
  3. c. potenziare le relazioni ecologiche e funzionali tra le aree fluviali e le aree pedecollinari in destra e in sinistra d'Arno;
  4. d. prevedere appositi percorsi ciclopedonali di collegamento tra la prevista ciclopista dell'Arno, i centri abitati di Restone e Porcellino e le aree dell'ex miniera di Santa Barbara;
  5. e. in tutti gli insediamenti accentrati predisporre appositi spazi attrezzati, facilmente accessibili, per la raccolta differenziata dei rifiuti.

3.2. Aree rivierasche del Torrente Cesto

Come previsto dall'Autorità di bacino del Fiume Arno, il tratto terminale delle aree rivierasche del Torrente Cesto, a ovest della linea ferroviaria lenta Firenze - Roma e della SR 69 "Valdarno", costituisce un ambito territoriale da sottoporre a interventi di regimazione idraulica atti a consentire un corretto deflusso delle acque in prossimità della sezione di chiusura del bacino omonimo.

3.3. Aree dell'ex miniera di Santa Barbara

Le aree dell'ex miniera di Santa Barbara, che si estendono anche nel Comune di Cavriglia, costituiscono un ambito territoriale da sottoporre a politiche di recupero ambientale e di qualificazione paesaggistica, finalizzate al superamento delle condizioni di degrado conseguenti alla cessazione delle attività di escavazione. Al loro interno vige il Progetto di recupero ambientale predisposto da Enel116, che interessa le aree di proprietà dell'ente.

Le politiche di recupero ambientale devono perseguire prioritariamente:

  1. a. la riconfigurazione morfologica e idrografica delle aree, in modo da definire una nuova struttura idrogeomorfologica, compiuta e funzionante;
  2. b. la riconfigurazione degli assetti ecologici e vegetazionali, in modo da garantire qualità alle componenti naturali biotiche e alle relazioni ecosistemiche;
  3. c. la salvaguardia e la valorizzazione delle componenti antropiche di valore storico e testimoniale, in modo da conservare, pure all'interno di una nuova configurazione paesaggistica, le residue componenti patrimoniali della struttura insediativa;
  4. d. l'utilizzazione delle aree per finalità agricole e forestali, in modo da prefigurare una nuova struttura agroforestale connessa a usi ricreativi compatibili.

In coerenza con gli esiti della Conferenza di copianificazione117 e compatibilmente con la LR 56/2011118, nelle aree ex minerarie sono consentiti interventi che comportano consumo di suolo nei casi e alle condizioni di seguito specificate; il PO definisce compiutamente le suddette condizioni e localizza gli interventi in coerenza con le disposizioni statutarie e strategiche del PS, nonché con le limitazioni e le disposizioni delle norme sovraordinate:

TR4.1 - Aree di recupero Santa Barbara:

utilizzo di terreni, adeguatamente individuati tra quelli di minore qualità naturale ed ecosistemica, di minore pregio paesaggistico e di minore visibilità dalla distanza, per l'installazione di impianti fotovoltaici, con utilizzo dell'energia prodotta per alimentare, a costi contenuti e competitivi, le strutture produttive del territorio, con particolare riferimento a quelle dell'area industriale - artigianale di Lagaccioni.

Gli interventi, che interesseranno in particolare l'area de Le Borra, saranno localizzati dagli strumenti della pianificazione urbanistica previo schema direttore corredato da uno studio di fattibilità economica e di contenimento degli impatti paesaggistici, evitando eccessive concentrazioni e privilegiando un modello a rete che utilizzi aree sufficientemente distribuite sul territorio.

3.4. Nei centri abitati di Restone e Porcellino il PO definisce interventi di qualificazione ecologica con particolare attenzione a:

  1. a. contenere gli impatti generati dal traffico veicolare: attraverso la riorganizzazione e il potenziamento del trasporto pubblico (soprattutto lungo il sistema urbano di fondovalle e nei collegamenti con le stazioni ferroviarie), limitazioni alla velocità di transito anche con interventi strutturali sulle carreggiate stradali, razionalizzazione e gerarchizzazione della rete viaria per separare il traffico di attraversamento da quello di distribuzione (anche attraverso il completamento della SP 14 "Delle Miniere"), chiusura degli anelli stradali incompiuti, creazione di percorsi ciclopedonali connessi a Restone con la ciclopista dell'Arno e a Porcellino con Cavriglia e con San Giovanni Valdarno;
  2. b. mitigare l'inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti civili e industriali nelle aree urbanizzate, favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività industriali e artigianali alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti;
  3. c. prevedere negli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia il rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi, tipologici ed impiantistici dettati dalle vigenti norme regionali in materia di sostenibilità ambientale119.

3.5. Aree di recupero ambientale

3.5.1. Il PO definisce compiutamente il perimetro delle aree sottoposte a recupero ambientale nei seguenti siti, subordinandone il riutilizzo alla conclusione delle operazioni di bonifica e di recupero: area ex mineraria di Santa Barbara; aree comprese tra l'Arno e la ferrovia lenta, già interessate dalla escavazione di inerti.

3.5.2. Il PO verifica compiutamente, altresì , i siti interessati da inquinamento del suolo indicati nella Tavola STRE2 e, se del caso, definisce specifiche disposizioni che ne subordinano l'uso alla conclusione delle operazioni di bonifica.

4. Sistema territoriale

4.1 Costituiscono servizi e attrezzature di rilievo territoriale ai sensi del PTCP vigente120, con capacità di attivare o potenziare funzioni sovra comunali, le seguenti aree: sottostazione elettrica FS Renacci-Figline (esistente). In coerenza con quanto disposto dal PTC della Provincia di Firenze121 il Piano operativo può precisare i perimetri delle suddette aree.

4.2. Gli assetti territoriali delle aree di confine a Porcellino e nelle aree ex minerarie di Santa Barbara devono essere definiti dal PO previo coordinamento con i comuni di Cavriglia (FI) e San Giovanni Valdarno (AR).

4.3. Anche ai fini dell'istituzione di un'area naturale protetta122, gli assetti territoriali delle aree rivierasche dell'Arno devono essere definiti, dal PO, previo coordinamento con i Comuni di San Giovanni Valdarno (AR) e Castelfranco Piandiscò (AR).

4.4. Le aree della ex miniera di Santa Barbara costituiscono un ambito territoriale con rilevanti potenzialità ricreative e di produzione energetica da fonte rinnovabile123. Le potenzialità energetiche, in particolare, sono da valutare come approvvigionamento, a costo contenuto, per il sistema produttivo comunale e, in modo particolare, dell'area di Lagaccioni, aumentandone la competitività e l'attrattività.

5. Sistema insediativo

5.1. Centro abitato di Restone

Il centro abitato di Restone deve essere qualificato attraverso servizi di base compatibili con la dimensione dell'insediamento e attraverso la configurazione di una piccola centralità urbana imperniata sul centro polivalente e circolo ricreativo.

Anche con riferimento al precedente punto 3.4.a del presente articolo, sono da limitare gli innesti della viabilità urbana sulla SR 69 "Valdarno".

5.2. Centro abitato di Porcellino

Il centro abitato di Porcellino deve essere qualificato, in stretta relazione al sistema insediativo che si sviluppa nei territori comunali di Cavriglia e di San Giovanni Valdarno, sulla base di due esigenze prioritarie:

  1. a. alleggerimento della pressione insediativa sul Borro di San Cipriano;
  2. b. limitazione delle interferenze viabilistiche e funzionali con la SR 69 "Valdarno", anche attraverso il completamento della SP 14 "Delle Miniere".

5.3. Gli edifici matrice dell'identità storico culturale, di cui alla Tavola QC2.5.1, devono essere tutelati e valorizzati anche in funzione dell'escursionismo culturale e del turismo ambientale. A tale fine il PO prevede una apposita disciplina per i seguenti complessi edilizi e per le relative aree di pertinenza paesaggistica: Chiese di S. Maria a Tartigliese e S. Maria a Ripalta.

5.4. Dimensionamento del sistema insediativo

Il dimensionamento del sistema insediativo relativo all'UTOE di Restone e Porcellino è definito nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

5.5. Dotazioni minime di spazi pubblici nel sistema insediativo

5.5.1. Il PO assicura le seguenti dotazioni minime di standard ai sensi del D.M. n° 1444/1968:

  1. a. insediamenti residenziali: 35 mq/abitante124;
  2. b. insediamenti artigianali e/o industriali: 10% della superficie territoriale;
  3. c. insediamenti commerciali e direzionali: 80% della SUL

5.5.2. Il PO favorisce comunque la realizzazione di servizi privati convenzionati di pubblica utilità.

6. Sistema infrastrutturale

6.1. Autostrada A1 e linea ferroviaria Direttissima Firenze - Roma

Il PS recepisce il potenziamento dell'Autostrada A1 attraverso la realizzazione della terza corsia, prescrivendo, tuttavia, misure finalizzate a mitigare gli impatti generati dall'opera. In particolare:

  1. a. mantenimento e potenziamento di barriere vegetali ad alta densità di impianto lungo il tracciato autostradale, quali macchie di bosco connesse alla vegetazione ripariale, alla vegetazione lineare limitrofa alla linea ferroviaria Direttissima, alla vegetazione lineare trasversale che connette il fondo valle alle aree boscate pedecollinari. Devono comunque essere preservate, in coerenza con l'Allegato A alla presente Disciplina, le visuali panoramiche sui principali elementi identitari del patrimonio territoriale;
  2. b. ricostruzione degli edifici demoliti o fortemente danneggiati a seguito dei lavori di ampliamento della piattaforma autostradale, anche con delocalizzazione delle volumetrie ove la ricostruzione fosse inibita da norme sovraordinate.

6.2. Strada Regionale 69 "Valdarno"

Gli impatti generati dal traffico di attraversamento della SR 69 "Valdarno" nei centri abitati di Restone e Porcellino, devono essere mitigati limitando la velocità attraverso idonei strumenti fisici, ambientali e integrati125 e limitando le interferenze con la viabilità di penetrazione e di distribuzione urbana.

In particolare sono da prevedere interventi strutturali per migliorare l'innesto di Via di Restone sulla suddetta SR 69, anche attraverso la realizzazione di una rotatoria stradale.

6.3. Strada Provinciale 14 "Delle Miniere"

Deve essere completata la variante alla SP 14 "Delle Miniere", onde consentire il collegamento diretto tra la rotatoria di Cetinale e la SR 69, evitando l'attraversamento di Porcellino da parte del traffico pesante e favorendo l'accesso alle aree dell'ex miniera di Santa Barbara.

6.4. Viabilità minore

6.4.1. Le strade vicinali devono essere oggetto di una ricognizione dettagliata, finalizzata a verificarne il regime giuridico e l'accessibilità al pubblico.

L'Amministrazione Comunale promuove la costituzione di appositi consorzi per la manutenzione delle strade vicinali, favorendone la percorribilità pubblica, quanto meno pedonale e ciclabile.

6.4.2. Con utilizzo della viabilità minore esistente, il PO individua una rete di percorsi per la mobilità lenta nel territorio rurale (percorsi pedonali e/o ciclabili, ippovie), capaci, tra l'altro, di rafforzare le connessioni trasversali con le aree dell'ex miniera di Santa Barbara.

6.5. Mobilità dolce

6.5.1. Per favorire una mobilità alternativa tra aree che offrono servizi di pubblico interesse e per rafforzare le relazioni tra le diverse componenti del sistema urbano di fondovalle, il PO prevede percorsi ciclopedonali di collegamento tra i centri abitati di Restone e Porcellino con la ciclopista dell'Arno.

113. Autorità di Bacino del Fiume Arno, Comitato Istituzionale, Delibera 03.03.2016, n. 235, Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA)

114. Autorità di Bacino del Fiume Arno, Comitato Istituzionale, Delibera 03.03.2016, n. 235, Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA)

115. Del. CC del 13.02.2003, n. 4

116. "Progetto per il recupero ambientale della miniera di Santa Barbara nei Comuni di Cavriglia (AR) e Figline Valdarno (FI) - costruzione dei bacini di Castelnuovo dei Sabbioni e Allori all'interno della miniera di Santa Barbara - riassetto idrografico e morfologico dell'area di miniere", approvato dalla Regione Toscana con Decreto Dirigenziale 416 del 09/02/2010 "Autorizzazione alla realizzazione del piano di recupero ambientale della concessione Santa Barbara nei Comuni di Cavriglia e Figline Valdarno".

117. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

118. Legge regionale 4 novembre 2011, n. 56, "Modifiche alla LR 21 marzo 2011, n. 11". In particolare vedi Allegato A

119. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i)

120. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze , Norme di attuazione, art. 24

121. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articolo 24, punti 3 e 5

122. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A12-Arno

123. Vedi precedente punto 3.3 del presente articolo

124. Esistenti 13,53 mq/abitante

125. Rotatorie, isole centrali, sezione stradale, arredo urbano, ecc.

Art. 3.18 UTOE 5 dei centri abitati minori dell'alta collina

1. Definizione

L'Unità territoriale organica elementare dei centri abitati minori dell'alta collina occupa tutto il settore occidentale del territorio comunale e comprende i centri abitati di Poggio alla Croce, Brollo vecchia, Ponte agli Stolli.

2. Finalità

2.1. Il PS persegue la qualificazione ecologica, strutturale e funzionale dell'UTOE dei centri abitati minori dell'alta collina attraverso le seguenti azioni strategiche prioritarie:

  1. a. valorizzazione dei caratteri naturali, escursionistici e ricreativi, con particolare riguardo alle aree di Monte Muro - Poggio Citerna126 e Monte Lisoni - Monte Acuto127, anche nella prospettiva della istituzione di due aree naturali protette di livello sovracomunale da coordinare, rispettivamente, con i Comuni di Rignano sull'Arno - Greve in Chianti e Greve in Chianti - Cavriglia;
  2. b. caratterizzazione di ruolo dei centri abitati minori quali:
  3. b.1. avamposti per la fruizione delle aree naturali di Monte Muro - Poggio Citerna e di Monte Lisoni - Monte Acuto;
  4. b.2. avamposti per l'accesso pedonale ai luoghi della memoria di Pian d'Albero;
  5. b.3. capisaldi urbani del settore occidentale del territorio comunale e sedi di servizi pubblici decentrati e di servizi privati di uso pubblico;
  6. c. sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale, fondata sulla centralità delle attività agricolo-forestali e delle relative attività connesse.

2.2. Le suddette azioni, che trovano più dettagliata definizione nei punti che seguono in relazione al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo e al sistema infrastrutturale, sono recepite e specificatamente disciplinate, nelle loro implicazioni urbane e territoriali, dagli strumenti della pianificazione urbanistica in coerenza con le disposizioni statutarie del PS e con le indicazioni strategiche indicate nella Tavola STRA2.

3. Sistema ambientale

3.1. Le aree di alta collina del settore occidentale costituiscono il principale bacino di naturalità del territorio comunale, grazie all'ubicazione marginale rispetto alle aree urbanizzate di fondovalle, alla conseguente rarefazione del sistema insediativo, alla presenza estesa di coperture boschive alternate a terreni scoperti con prati, arbusteti o colture arboree. Questi caratteri, estesi al territorio dei Comuni limitrofi di Rignano sull'Arno, Greve in Chianti e Cavriglia, devono essere specificatamente salvaguardati dal PO e valorizzati attraverso politiche coordinate di livello sovracomunale. L'Amministrazione Comunale di Figline e Incisa Valdarno opera pertanto, in coerenza con il PTC della Provincia di Firenze e sviluppando le politiche di tutela ivi delineate, per favorire l'istituzione di due aree naturali protette nelle aree di Monte Muro - Poggio Citerna e di Monte Lisoni - Monte Acuto, previa concertazione, programmatica e procedurale, con i suddetti Comuni.

3.2. Lungo i Fossi di Massone, Doccia, Cappiano, Parco, Moriano, Cafaggio, Macchie, Fracassi, Granchia, Dell'Alberaia, Cesto e Prati il PO, anche in ampliamento delle aree a più elevata pericolosità idraulica, individua aree di stretta pertinenza dei corsi d'acqua che svolgono funzioni ecologiche e ricreative, inibendo al loro interno, se del caso, nuovi interventi edificatori e promuovendo il recupero delle rive.

3.3. Nei centri abitati il RU definisce interventi di riqualificazione ecologica con particolare attenzione a:

  1. a. favorire la presenza di spazi verdi, con funzioni sistemiche di raccordo ecologico con le aree rurali limitrofe;
  2. b. mitigare l'inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti civili, favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti;
  3. c. prevedere negli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia il rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi, tipologici ed impiantistici dettati dalle vigenti norme regionali in materia di sostenibilità ambientale128;
  4. d. prevedere appositi spazi attrezzati e facilmente accessibili per la raccolta differenziata dei rifiuti.

3.4. Il PO sottopone a salvaguardia i principali coni visivi che consentono visuali panoramiche dalla SP 16 "Chianti Valdarno", dalla SP 56 "Del Brollo e di Poggio alla Croce" e dalle strade comunali "Del Massone", "Di Castagneto", "Di Montescalari", "Di Gaville" e "Di Castiglione", dettando apposite disposizioni allo scopo (mantenimento degli spazi aperti limitrofi, disposizione sulle recinzioni e sulla vegetazione, ecc.).

4. Sistema territoriale

4.1. Costituiscono servizi e attrezzature di rilievo territoriale ai sensi del PTCP vigente129, con capacità di attivare o potenziare funzioni sovra comunali, le seguenti aree: Museo della Civiltà contadina di Gaville (esistente). In coerenza con quanto disposto dal PTC della Provincia di Firenze130 il Piano operativo può precisare i perimetri delle suddette aree.

4.2. Gli assetti urbani e territoriali delle aree di confine a Poggio alla Croce devono essere definiti dal PO previo coordinamento con il Comune di Greve in Chianti.

4.3. Nella prospettiva dell'istituzione di aree naturali protette131, gli assetti territoriali delle aree di confine di Monte Muro - Poggio Citerna e di Monte Lisoni - Monte Acuto devono essere definiti previo coordinamento con i Comuni di Rignano sull'Arno, Greve in Chianti e Cavriglia.

5. Sistema insediativo

5.1. Centri abitati minori di Poggio alla Croce, Brollo vecchia, Ponte agli Stolli

La qualificazione dei centri abitati minori di Poggio alla Croce, Brollo e Ponte agli Stolli presuppone il blocco della crescita insediativa e la definizione di strutture urbane compiute, riconoscibili e dotate di specifiche caratterizzazioni di ruolo. Al loro interno:

  1. a. sono da valorizzare i luoghi centrali, supportati da spazi di sosta ubicati in aree di frangia facilmente raggiungibili tramite percorsi pedonali;
  2. b. devono essere create fermate attrezzate del servizio di trasporto pubblico extraurbano;
  3. c. deve essere favorita la presenza di strutture polifunzionali di pubblica utilità capaci di garantire servizi di base, con particolare riguardo alle strutture dell'associazionismo di base e agli empori polifunzionali.

5.2. Insediamenti accentrati con caratteri rurali: Gaville, Castiglione

La valorizzazione del carattere rurale degli insediamenti rurali accentrati di Gaville (vecchia e nuova) e di Castiglione deve essere garantita prioritariamente attraverso le seguenti azioni:

  1. a. salvaguardando la riconoscibilità morfotipologica degli insediamenti ed evitando la loro evoluzione verso modelli insediativi urbani anche attraverso il mantenimento, al loro interno e la loro intorno, di spazi aperti destinati alle attività agricole o connesse all'agricoltura;
  2. b. integrando gli insediamenti di impianto recente con spazi aperti e percorsi che si adattino alla morfologia dei siti e privilegiando, nella realizzazione di spazi per la sosta veicolare, aree di piccole dimensioni poco strutturate;
  3. c. sostenendo la creazione di esercizi commerciali di vicinato e di strutture di ristoro quali sbocchi privilegiati della filiera corta agricola locale, favorendone comunque l'evoluzione in empori polifunzionali o in strutture capaci di assolvere una pluralità di funzioni di pubblico interesse.

5.3. Gli edifici matrice dell'identità storico culturale, di cui alla Tavola QC2.5.1, devono essere tutelati e valorizzati anche in funzione dell'escursionismo culturale e del turismo ambientale. A tale scopo il PO prevede un'apposita disciplina per i seguenti complessi edilizi e per le relative aree di pertinenza paesaggistica: Pieve di S. Romolo a Gaville, Badia di Montescalari, Chiese di S. Cerbone a Castagneto, S. Martino a Torreggi, S. Miniato a Celle, S. Pietro al Terreno, S.Stefano a Borri; Castelli di Gaville e di Celle; Fattoria di Castagneto e S. Leo.

5.4. Dimensionamento del sistema insediativo

Il dimensionamento del sistema insediativo nell'UTOE dei centri abitati minori dell'alta collina è definito nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

In coerenza con gli esiti della Conferenza di copianificazione132, nel territorio rurale sono consentiti interventi che comportano consumo di suolo nei casi e alle condizioni di seguito specificate; il PO definisce compiutamente le suddette condizioni e localizza gli interventi in coerenza con le disposizioni statutarie e strategiche del PS, nonché con le limitazioni e le disposizioni delle norme sovraordinate:

TR 5.1 - Castagneto: realizzazione di una struttura ricettiva con capienza fino a 100 posti letto, attraverso il recupero delle costruzioni esistenti, e realizzazione di nuove costruzioni interrate con una SUL massima di 500 mq per attività complementari alla ricettività.
L'intervento deve configurarsi compatibile con le condizioni geomorfologiche (in particolare: stabilità delle scarpate) e garantire la tutela dei caratteri tipologici e architettonici degli edifici esistenti, quali elementi significativi e identitari del patrimonio territoriale. Le aree per la sosta veicolare, dimensionate per le effettive necessità, non devono compromettere l'integrità della percezione visiva e devono mantenere la permeabilità del terreno.
I nuovi assetti territoriali devono garantire il carattere distintivo di gerarchia tra edificio storico principale e nuove costruzioni, ancorché interrate, assicurando la leggibilità del sistema e la riconoscibilità dei nuovi inserimenti, anche attraverso la proposizione di un linguaggio architettonico contemporaneo. I caratteri morfotipologici della nuova struttura ricettiva, così come i caratteri architettonici delle costruzioni e degli spazi aperti pertinenziali, devono mostrarsi coerenti con gli assetti storicizzati dell'alta collina. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.

5.5. Dotazioni minime di spazi pubblici nel sistema insediativo

5.5.1. Il PO provvede ad assicurare le seguenti dotazioni minime di standard ai sensi del D.M. n° 1444/1968:

  1. a. insediamenti residenziali: 45 mq/abitante133;
  2. b. insediamenti artigianali e/o industriali: 10% della superficie territoriale;
  3. c. insediamenti commerciali e direzionali: 80% della SUL

5.5.2. Il RU favorisce comunque la realizzazione di servizi privati convenzionati di pubblica utilità.

6. Sistema infrastrutturale

6.1. SP 16 "Chianti Valdarno"

Gli impatti generati dal traffico di attraversamento nei centri abitati devono essere attenuati attraverso provvedimenti tesi a limitare la velocità veicolare anche attraverso idonei strumenti fisici, ambientali e integrati134 e limitando le interferenze con la viabilità di penetrazione e di distribuzione urbana.

6.2. Viabilità minore

Le strade vicinali devono essere oggetto di una ricognizione dettagliata, finalizzata a verificarne il regime giuridico e l'accessibilità al pubblico.

L'Amministrazione Comunale promuove la costituzione di un apposito consorzio per la manutenzione delle strade vicinali, favorendone la percorribilità pubblica, quanto meno pedonale e ciclabile.

La viabilità panoramica che risale i versanti di Monte Muro - Poggio Citerna a nord e di Monte Lisoni - Monte Acuto a sud deve essere tutelata, con particolare riguardo alle visuali che si aprono su prati, pascoli, arbusteti e sulle componenti della struttura insediativa con maggiore significato identitario.

I sentieri storici devono essere salvaguardati con apposita disciplina e valorizzati ai fini escursionistici (in particolare: "Poggio alla Croce - Pian d'Albero", "S. Andrea a Campiglia - Pian d'Albero - Montescalari" e "Gaville - Monte Lisoni").

6.3. Mobilità dolce

Con utilizzo della viabilità minore esistente, il PO individua una rete di percorsi per la mobilità lenta attraverso il territorio rurale (sentieri pedonali e ciclabili, ippovie).

126. Ricadenti nell'Ambito di reperimento per l'istituzione di parchi, riserve e aree protette di interesse locale del PTC "Ao8 - Colline fiorentine"

127. Ricadenti nell'Ambito reperimento per l'istituzione di parchi, riserve e aree protette di interesse locale del PTC "Ao4 - Monti del Chianti" e del SIR - pSIC "Monti del Chianti" - IT5190002

128. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i.

129. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze , Norme di attuazione, art. 24

130. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articolo 24, punti 3 e 5.

131. Vedi punto 3.1 del presente articolo

132. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

133. Esistenti 27,37 mq/abitante

134. Rotatorie, isole centrali, sezione stradale, arredo urbano, ecc.