Disciplina di Piano online


Art. 3.16 UTOE 3 di Figline

1. Definizione

L'Unità territoriale organica elementare di Figline occupa il settore centro-meridionale del territorio comunale e comprende il centro abitato di Figline, con le propaggini urbane di Poggiolino, Matassino, Stecco, Cesto e Pian delle Macchie, la grande area produttiva di Lagaccioni, l'insediamento rurale accentrato a prevalente carattere residenziale di Brollo nuova, il Camping Village Norcenni Girasole Club.

2. Finalità

2.1. Il PS persegue la qualificazione ecologica, strutturale e funzionale dell'UTOE di Figline attraverso le seguenti azioni strategiche prioritarie:

  1. a. recupero, qualificazione e integrazione delle aree rivierasche dell'Arno nella prospettiva di un parco fluviale metropolitano;
  2. b. potenziamento e qualificazione delle relazioni ecologiche e funzionali tra fiume e collina, anche attraverso il contenimento della frammentazione prodotta dalla grandi infrastrutture della mobilità e la creazione di sistemi trasversali degli spazi aperti;
  3. c. sviluppo di una moderna ruralità polifunzionale, fondata sulla centralità delle attività agricole e sulla loro integrazione con altre attività economiche locali (in particolare: turismo, commercio, enogastronomia);
  4. d. recupero e valorizzazione dell'area di Lagaccioni, quale sistema produttivo manifatturiero strategico per l'economia locale e luogo baricentrico del sistema insediativo bicefalo di fondovalle (Incisa - Lagaccioni - Figline);
  5. e. forte caratterizzazione di ruolo del centro abitato di Figline quale:
    1. e.1. testata meridionale del insediativo di fondovalle (Incisa-Lagaccioni-Figline);
    2. e.2. (insieme a Incisa) centro amministrativo direzionale;
    3. e.3. centro storico di alto significato identitario, con importanti strutture e manifestazioni culturali, luogo dell'abitare e delle attività connesse;
    4. e.4. sede dell'Ospedale Serristori, presente a Figline fin dal XV secolo e importante struttura socio-sanitaria di rilevanza territoriale;
  6. f. individuazione e qualificazione dei luoghi centrali nei vecchi e nei nuovi settori urbani del centro abitato, quali perni di un rinnovato sistema degli spazi pubblici qualitativamente coordinato e funzionalmente accessibile.

2.2. Le suddette azioni, che trovano più dettagliata definizione nei punti che seguono in relazione al sistema ambientale, al sistema territoriale, al sistema insediativo e al sistema infrastrutturale, sono recepite e specificatamente disciplinate, nelle loro implicazioni urbane e territoriali, dal PO e dagli strumenti della pianificazione urbanistica in coerenza con le disposizioni statutarie del PS e con le indicazioni strategiche indicate nella Tavola STRA2.

3. Sistema ambientale

3.1. Le aree di fondovalle dell'Arno costituiscono un ambito territoriale da sottoporre a politiche sperimentali volte a garantire la sicurezza idraulica, la qualità delle acque, la fruibilità delle rive e l'utilizzazione sostenibile delle risorse territoriali nell'ambito di un progetto unitario incentrato sul ruolo del fiume, quale elemento di identità locale. Tali politiche, che operano per l'istituzione di un'area naturale protetta dell'Arno di livello sovra comunale, presuppongono un regime pattizio tra l'Amministrazione Comunale e i soggetti sociali che operano nelle aree rivierasche, volto a definire sinergie funzionali e buone pratiche nell'uso del territorio e nella costruzione del paesaggio.

Il PO, ferme restando le prioritarie disposizioni dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno, definisce specificatamente il perimetro del suddetto ambito territoriale, individua al suo interno un sistema reticolare di spazi a gestione pubblica (accessi, percorsi, punti di sosta, ecc.) e detta i criteri per la congruità e la sostenibilità delle attività ammissibili nel rispetto dei seguenti obiettivi strategici:

  1. a. garantire la sicurezza idraulica dell'Arno, anche attraverso opere arginali, con particolare riguardo al sistema insediativo delle aree golenali e all'area produttiva di Lagaccioni;
  2. b. garantire la regimazione del Borro di Ponterosso, attraverso opere di contenimento di alcuni dei suoi affluenti a monte (Fosso della Granchia, Borro della Golfonaia, Borro dell'Alberaia) e opere di risagomatura dell'alveo in prossimità dello sbocco in Arno;
  3. c. qualificare, ai fini agricoli, ricreativi e sociali, le aree inedificate ubicate a est della ferrovia lenta, definendone il ruolo nell'ambito del futuro parco fluviale;
  4. d. potenziare le relazioni (ecologiche, funzionali, visuali) tra le aree fluviali e le aree pedecollinari;
  5. e. prevedere appositi percorsi ciclopedonali di collegamento tra la prevista ciclopista dell'Arno, il centro abitato di Figline e la zona produttiva di Lagaccioni;
  6. f. garantire pertinenze adeguate e possibilità di sviluppo all'impianto di depurazione presente lungo l'Arno;
  7. g. potenziare la rete di adduzione al depuratore di Figline, garantendo l'allacciamento del sistema insediativo Poggio alla Croce - Brollo - Pian delle Macchie;
  8. h. garantire lo smaltimento reflui del complesso ricettivo di Norcenni senza aggravi sul sistema di depurazione pubblico;
  9. i. in tutti gli insediamenti accentrati: predisporre appositi spazi attrezzati, facilmente accessibili, per la raccolta differenziata dei rifiuti;
  10. j. sviluppare le attività agricole, turistiche, agrituristiche e sociali funzionali alla conservazione attiva del paesaggio storico-culturale, alla difesa del suolo e alla promozione economica del territorio comunale.

3.2. Anche con riferimento al sistema idrografico individuato dal PS103, lungo i borri di Tagliafune, Fracassi, Ponterosso e Cesto il PO individua, anche in ampliamento delle aree a più elevata pericolosità idraulica, fasce di stretta pertinenza dei corsi d'acqua che svolgono funzioni ecologiche e paesaggistiche primarie di raccordo trasversale tra fiume e collina, inibendo al loro interno, se del caso, nuovi interventi edificatori e promuovendo il recupero delle rive.

3.3. Nel centro abitato di Figline, esteso agli insediamenti di Lagaccioni e di Matassino, il PO definisce interventi di qualificazione ecologica con particolare attenzione a:

  1. a. contenere gli impatti generati dal traffico veicolare di attraversamento e di distribuzione interna attraverso: la riorganizzazione e il potenziamento del servizio di trasporto pubblico (soprattutto lungo il sistema urbano di fondovalle e da qui per Firenze); creazione di una rete urbana e interurbana di percorsi ciclopedonali (soprattutto per i collegamenti con Lagaccioni e Incisa); limitazioni alla velocità di transito, anche con interventi strutturali sulle carreggiate stradali; razionalizzazione e gerarchizzazione della rete viaria per separare le diverse tipologie di traffico; chiusura degli anelli stradali incompiuti;
  2. b. favorire la presenza consistente di spazi verdi con funzioni sistemiche di carattere ecologico, ricreativo e formale, orientati soprattutto secondo direzioni trasversali monte - valle, provvedendo comunque a:
    1. b.1. salvaguardare i varchi urbani trasversali residui nell'edificato (in particolare: aree lungo il Borro della Fornacina, tra Lagaccioni e la Massa; aree lungo Via Ungheria e il Borro di Fracassi; aree lungo Via Pistelli - Via del Ponterosso e il Borro del Ponterosso; aree lungo il Fosso del Cesto);
    2. b.2. contenere gli impatti generati dai tracciati infrastrutturali longitudinali e soprattutto quelli prodotti sull'abitato di Matassino dall'Autostrada A1, dalla linea ferroviaria Direttissima, dalla costruenda variante alla SR 69 "Casello - Casello";
  3. c. mitigare l'inquinamento atmosferico prodotto dagli impianti civili e industriali nelle aree urbanizzate, favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività industriali e artigianali alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti;
  4. d. prevedere negli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia il rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi, tipologici e impiantistici dettati dalle vigenti norme regionali in materia di sostenibilità ambientale104.

3.4. Aree di recupero ambientale

3.4.1. Il PO definisce compiutamente il perimetro delle aree sottoposte a recupero ambientale individuate dalla Tavola STRA2 nei seguenti siti, subordinandone il riutilizzo alla conclusione delle operazioni di bonifica e di recupero: aree già interessate dalla escavazioni di inerti tra il Fiume Arno e Matassino, in riva destra; aree già interessate dalla escavazione di inerti tra la ferrovia lenta e l'Arno, in riva sinistra; area Pirelli pneumatici spa, in località Pavelli.

3.4.2. Il PO verifica compiutamente, altresì , i siti interessati da inquinamento del suolo indicati nella Tavola STRE2 e, se del caso, definisce specifiche disposizioni che ne subordinano l'uso alla conclusione delle operazioni di bonifica.

4. Sistema territoriale

4.1. Costituiscono servizi e attrezzature di rilievo territoriale ai sensi del PTCP vigente105, con capacità di attivare o potenziare funzioni sovra comunali, le seguenti aree: VVFF - Distaccamento Figline Valdarno (esistente); Depuratore Lagaccioni - Figline (esistente); CC - Stazione e compagnia Figline Valdarno (esistente); ISIS Vasari - Figline (esistente); Teatro comunale Garibaldi - Figline (esistente); Raccolta di arte sacra della insigne Collegiata - Figline (esistente); Antica spezieria Spedale Serristori - Figline (esistente); Impianto di potabilizzazione di Figline (esistente); Ospedale Serristori (esistente con previsione di ampliamento); Campeggio Norcenni (esistente). In coerenza con quanto disposto dal PTC della Provincia di Firenze106 il PO può precisare i perimetri delle suddette aree.

4.2. L'Ospedale Serristori costituisce un'importante struttura socio-sanitaria di livello territoriale, che affianca l'Ospedale di Santa Maria alla Gruccia, dando luogo a un complesso ospedaliero integrato a servizio di un bacino di utenza esteso all'intero Valdarno Superiore. Per garantire l'espletamento di questa funzione nel tempo, il PO definisce un'adeguata area di pertinenza per l'ospedale, mentre le politiche comunali favoriscono l'accessibilità territoriale del complesso.

4.3. Il Camping Village Norcenni Girasole Club, che occupa l'immediato entroterra del centro abitato di Figline, a ridosso del Borro di Ponterosso, e che costituisce la più grande struttura ricettiva del Valdarno, con ospiti provenienti dall'Italia e dall'estero, è suscettibile di qualificare l'offerta ricettiva attraverso una maggiore integrazione nel paesaggio locale, in modo da contribuire alla valorizzazione dell'identità territoriale di lungo periodo, nonché attraverso il potenziamento dei servizi complementari e di supporto alle attività ricettive.

4.4. Gli assetti territoriali delle aree di confine a Matassino sono definiti dal PO previo coordinamento con i comuni di Reggello (FI) e Castelfranco Piandiscò (AR).

4.5. Anche ai fini dell'istituzione di un'area naturale protetta107, gli assetti territoriali delle aree rivierasche dell'Arno sono definiti dal PO previo coordinamento con i comuni di Reggello (FI) e Castelfranco Piandiscò (AR).

5. Sistema insediativo

5.1. Centro abitato di Figline

La qualificazione dello spazio pubblico nel centro abitato deve essere perseguita, prioritariamente, garantendone la continuità fisica, la qualità morfologia e funzionale, l'accessibilità pedonale, i raccordi con il fiume e con il sistema articolato degli insediamenti di fondovalle, nell'ambito di una nuova concezione bicefala del sistema urbano, impostata sulle due centralità storiche, simboliche e funzionali dei centri abitati di Incisa e di Figline, così come integrati dagli insediamenti produttivi baricentrici de La Massa e Lagaccioni.

Nel centro abitato di Figline costituiscono luoghi centrali e/o emergenti per caratterizzazione morfologica e funzionale:

  1. a. il centro storico di Figline, massima espressione, con il Castello e il borgo di Incisa, dell'identità locale, da qualificare e valorizzare, prioritariamente, in quanto:
    1. a.1. luogo dell'abitare e delle attività connesse all'abitare: al suo interno deve essere incentivata la residenza, anche attraverso una specifica disciplina edilizia che, ferma restando la conservazione e la qualificazione della scenografia urbana, favorisca interventi di adeguamento funzionale compatibili, atti a garantire standard abitativi adeguati alle esigenze della contemporaneità; al suo interno devono essere altresì sostenuti il commercio di vicinato, anche attraverso il rilancio del centro commerciale naturale esistente108, il piccolo artigianato di servizio compatibile con la residenza, i servizi pubblici e i servizi privati di interesse pubblico. A tali fini il PO definisce una specifica disciplina atta a disincentivare o inibire i mutamenti di destinazione d'uso in favore della residenza ai piani terra degli edifici. Il centro storico deve essere inoltre supportato favorendone l'accessibilità e facilitando la sosta per i residenti e per i visitatori (anche con appositi parcheggi, sotterranei o multipiano fuori terra, ricavati nelle vicinanze);
    2. a.2. sede di spazi urbani e di complessi edilizi di particolare valore storico - culturale (cinta muraria, Piazza Marsilio Ficino, Piazza S. Francesco Collegiata di Santa Maria, ex Spedale Serristori, Palazzo Pretorio, Chiesa di San Francesco, Teatro Garibaldi, Casagrande dei Serristori, ecc.) che devono essere collegati tra loro e con il sistema delle piazze minori ricadenti nella cerchia delle mura o lungo la cortina muraria (Piazza Bianco Bianchi, , Piazza IV Novembre, Piazza Bonechi, Piazza Don Bosco, Piazza Serristori), coordinando l'arredo urbano e limitando la presenza delle auto in sosta;
    3. a.3. luogo delle grandi manifestazioni culturali e sociali;
    4. a.4. luogo di promozione e di rappresentanza territoriale;
  2. b. le aree della stazione ferroviaria e dell'autostazione, con i relativi parcheggi di scambio (Piazza della Libertà, Piazza Caduti di Pian d'Albero), devono essere concepite come un unico, grande polo di smistamento, integrate strutturalmente e funzionalmente (percorsi pedonali protetti; abbattimento barriere architettoniche; arredo urbano) attrezzate con strutture per l'attesa (autostazione), rese più accessibili dai diversi settori urbani attraverso percorsi ciclopedonali, potenziate nei parcheggi di supporto (soprattutto autostazione), anche attraverso rastrelliere per biciclette e strutture multipiano per le auto;
  3. c. gli impianti sportivi di Via Rossini con la limitrofa Piazza della Libertà: sono da qualificare negli spazi connettivi e nell'equipaggiamento vegetale; da rendere più accessibili dai diversi settori urbani attraverso percorsi ciclopedonali;
  4. d il sistema lineare di spazi pubblici o di uso pubblico, che si sviluppa da nord a sud a ridosso della ferrovia (polo sportivo di Via Rossini con Piazza della Libertà, Istituto Salesiani, Stazione ferroviaria, autostazione, nuovo complesso terziario di Via della Vetreria, Piazza Salvo d'Acquisto) deve essere : concepito come sistema urbano coordinato, frontistante il centro storico e trait d'union tra questo e i settori urbani a est della ferrovia;
  5. d. i parchi urbani di San Biagio e del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa devono essere qualificati nell'arredo urbano e collegati,attraverso percorsi ciclopedonali, alle altre componenti significative del sistema degli spazi aperti limitrofi (in particolare: Piazza Pierallini, Piazza E. Ferrari, Piazza della Fattoria, Piazza della Libertà);
  6. e. l'area a prevalente carattere commerciale di Via Ungheria - Via della Comunità Europea; è da qualificare nello spazio pubblico o di uso pubblico, attraverso il completamento dei filari alberati lungo strada, l'arredo urbano, strutture ombreggianti nei parcheggi;
  7. f. l'area ospedaliera deve essere ampliata, in coerenza con il PTC, per migliorare la qualità ambientale e funzionale dell'Ospedale Serristori, deve essere resa più accessibile, per esaltare il ruolo urbano e territoriale delle strutture socio-sanitarie, e potenziata nelle dotazioni di parcheggio, anche attraverso interventi nel sottosuolo.

Fermo restando quanto disposto al punto 3 del presente articolo, nel settore urbano di Matassino si devono perseguire:

  1. g. la creazione di sistemi atti a contenere gli impatti generati dalle grandi infrastrutture della mobilità, esistenti (autostrada A1, linea ferroviaria Direttissima) o di previsione (variante SR 69 "Valdarno");
  2. h. la creazione di un sistema di relazioni trasversali (ecologiche e funzionali) capace di recuperare un rapporto tra la città e il fiume, compreso un percorso ciclopedonale di collegamento con il centro storico e la stazione ferroviaria di Figline;
  3. i. la creazione di una centralità urbana attraverso la qualificazione del polo dei servizi ricadente nell'isolato delimitato da Via Amendola, Via F.lli Rosselli, Via S. Lavagnini, Via T. Toti, anche contenendo il traffico veicolare lungo Via Lavagnini, limitandone la velocità di transito, creando un sistema di percorsi ciclopedonali per l'accesso alle attrezzature.

Fermo restando quanto disposto al punto 3 del presente articolo, nel settore urbano di Lagaccioni si devono perseguire:

  1. j. la qualificazione e la riorganizzazione morfologica e funzionale dell'area, quale principale polo produttivo-manifatturiero del territorio comunale, luogo strategico per l'economia locale, elemento baricentrico del nuovo sistema urbano bicefalo di fondovalle (Incisa - Lagaccioni - Figline) attraverso:
    1. j.1. la riconfigurazione fisica dell'area in presenza di interventi di sostituzione edilizia e di ristrutturazione urbanistica (infittimento della maglia stradale attraverso la creazione di collegamenti trasversali; creazione di percorsi ciclopedonali; contenimento della superficie coperta e/o impermeabilizzata; incremento degli spazi pubblici; nuovo disegno dei lotti nel settore centro-meridionale);
    2. j.2. la riconfigurazione architettonica e formale degli edifici, attuabile in presenza di interventi di sostituzione e di ristrutturazione edilizia;
    3. j.3. la diversificazione delle attività economiche, con esclusione di strutture destinate alla grande distribuzione commerciale e sostegno alle strutture di servizio alle imprese, ferma restando la netta prevalenza delle superfici fondiarie destinate ad attività artigianali e industriali;
  2. k. il miglioramento delle dotazioni territoriali, attraverso:
    1. k.1. il potenziamento delle aree verdi, soprattutto trasversali e di collegamento tra aree fluviali e aree pedecollinari, e dei parcheggi, attrezzati anche con rastrelliere per le biciclette;
    2. k.2. la creazione di una rete di percorsi ciclopedonali collegati ai centri abitati di Figline e di Incisa e alle aree fluviali;
    3. k.3. il potenziamento della vegetazione di corredo, soprattutto lungo la viabilità carrabile e i percorsi ciclopedonali, con utilizzo di specie autoctone o naturalizzate;
    4. k.4. la realizzazione di piccole aree attrezzate e protette, a uso dei pendolari, in corrispondenza delle fermate del servizio di trasporto pubblico;
    5. k.5. il miglioramento della cartellonistica stradale e della accessibilità;
    6. k.6. l'adeguamento degli spazi di manovra e di carico - scarico merci.

Il PO definisce inoltre, specificatamente, i criteri che, in aggiunta a quelli minimi di legge109, devono essere rispettati per consentire all'area di acquisire la denominazione di Area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA).

Fermo restando quanto disposto al punto 3 del presente articolo, negli insediamenti di Le Macchie e Il Cesto si deve perseguire:

  1. i. la qualificazione e la riorganizzazione morfologica e funzionale interna, attraverso una migliore definizione del bordo urbano (Cesto) e il superamento della monofunzionalità residenziale.

5.2. Insediamenti accentrati con caratteri rurali: Brollo nuova.

La valorizzazione del carattere rurale degli insediamenti rurali accentrati di Brollo nuova deve essere garantita prioritariamente attraverso le seguenti azioni:

  1. a. evitando di accentuare i caratteri insediativi urbani anche attraverso il mantenimento, al suo interno e al suo intorno, di orti e spazi aperti destinati alle attività agricole o connesse all'agricoltura;
  2. b. ricorrendo a specie vegetali autoctone o naturalizzate nelle aree pubbliche per la sosta veicolare e la ricreazione.

5.3. Gli edifici matrice dell'identità storico culturale, di cui alla Tavola QC2.5.1, devono essere tutelati e valorizzati anche in funzione dell'escursionismo culturale e del turismo ambientale. A tale fine il PO prevede una apposita disciplina per i seguenti complessi edilizi e per le relative aree di pertinenza paesaggistica: chiese di San Bartolomeo a Scampata, San Andrea a Campiglia, San Biagio a Gaglianello, San Michele a Pavelli, Santa Maria a Ponterosso, San Romolo ai Cappuccini; ville Norcenni, Il Palagio, La Poggerina, La Palagina, complesso edilizio Ospedale Serrisori (parte storica originaria).

Come specificato nell'Allegato A della presente Disciplina110, il PO definisce altresì una specifica disciplina di tutela e di valorizzazione per la zona di interesse archeologico di Scampata e per la relativa area di pertinenza.

5.4. Dimensionamento del sistema insediativo

Il dimensionamento del sistema insediativo nell'UTOE di Figline è definito nelle tabelle sinottiche finali, che costituiscono parte integrante della presente Disciplina.

In coerenza con gli esiti della Conferenza di copianificazione111, nel territorio rurale sono consentiti interventi che comportano consumo di suolo nei casi e alle condizioni di seguito specificate; il PO definisce compiutamente le suddette condizioni e localizza gli interventi in coerenza con le disposizioni statutarie e strategiche del PS, nonché con le limitazioni e le disposizioni delle norme sovraordinate:

TR3.1 - Norcenni: l'intervento prevede un contenuto ampliamento della superficie territoriale del campeggio nel settore sud-occidentale, con incremento della SUL di 800 mq per la realizzazione di nuove strutture ricreative e di servizio e per l'ampliamento delle strutture esistenti, che devono configurarsi comunque compatibili con le condizioni geomorfologiche, tenendo conto delle risultanze del monitoraggio inclinometrico in atto. L'intervento deve collocarsi nell'ambito di una progressiva contestualizzazione del complesso turistico nel paesaggio locale storicizzato. Di tale progressiva contestualizzazione il PO deve chiedere espressa dimostrazione negli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.2 - La Palagina: l'intervento prevede un ampliamento della struttura ricettiva esistente, con nuove costruzioni pari a 850 mq di SUL e 45 posti letto.
L'intervento non deve interferire con i caratteri tipologici e architettonici storicizzati della villa esistente, ma costituire con questa un complesso armonico e unitario; esso deve, altresì , considerare gli impatti visuali dalle strade limitrofe e, soprattutto, da quella di valle. Le aree per la sosta veicolare, dimensionate per le effettive necessità, non devono compromettere l'integrità della percezione visiva e devono mantenere la permeabilità del terreno. I nuovi assetti territoriali devono garantire il carattere distintivo di gerarchia tra edificio storico principale e nuove costruzioni, assicurando la leggibilità del sistema e la riconoscibilità dei nuovi inserimenti, anche attraverso la proposizione di un linguaggio architettonico contemporaneo; tali assetti devono essere tuttavia coerenti, per caratteri morfotipologici dell'insediamento, con gli assetti paesaggistici storicizzati locali. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.3 - Pavelli: l'intervento prevede un ampliamento della struttura equestre esistente, attraverso nuove costruzioni, per la realizzazione di un maneggio coperto, pari a 1.500 mq di SUL; prevede, inoltre, la creazione di una connessa struttura ricettiva all'aria aperta costituita da 20 piazzole per tende, con una capacità ricettiva massima di 80 posti letto.
Il nuovo maneggio deve avere caratteri tipologici e architettonici coerenti con l'edilizia rurale tradizionale locale, mentre la struttura ricettiva deve configurarsi come un piccolo campeggio strutturalmente e funzionalmente connesso alle attività equestri. I suddetti interventi non devono interferire con le aree boscate e devono garantire la massima permeabilità dei suoli. I nuovi assetti territoriali devono essere coerenti, per caratteri morfotipologici dell'insediamento e degli spazi aperti pertinenziali, con gli assetti paesaggistici storicizzati locali. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.4 - La Borghetta: l'intervento prevede un ampliamento della struttura ricettiva esistente, con nuove costruzioni pari a 2.000 mq di SUL e 45 posti letto.
L'intervento non deve interferire con i caratteri tipologici e architettonici storicizzati della villa esistente, ma costituire con questa un complesso armonico e unitario; esso deve, altresì , considerare gli impatti visuali dalle strade limitrofe e, soprattutto, da quelle di valle. Le aree per la sosta veicolare, dimensionate per le effettive necessità, non devono compromettere l'integrità della percezione visiva e devono mantenere la permeabilità del terreno. I nuovi assetti territoriali devono configurarsi compatibili con le condizioni geomorfologiche (in particolare: stabilità delle scarpate) e garantire il carattere distintivo di gerarchia tra edificio storico principale e nuove costruzioni, assicurando la leggibilità del sistema e la riconoscibilità dei nuovi inserimenti, anche attraverso la proposizione di un linguaggio architettonico contemporaneo; tali assetti devono essere tuttavia coerenti, per caratteri morfotipologici dell'insediamento, con gli assetti paesaggistici storicizzati locali. Di tale coerenza il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali. La convenzione che regola gli interventi deve prevedere la conduzione agricola dei terreni limitrofi riconducibili alla stessa proprietà, prescrivendo le opportune opere di sistemazione idraulica e privilegiando gli ordinamenti colturali tradizionali.
TR3.5 - Nuovo ponte sull'Arno: realizzazione di un nuovo ponte sull'Arno per collegare la variante alla SR 69 "Valdarno" (variante in riva destra casello-casello) con Via S.Pertini (variantina in riva sinistra), migliorando l'accesso all'Autostrada dall'area produttiva di Lagaccioni e fluidificando i traffici locali.
L'intervento, già prefigurato dal concorso bandito dalla Provincia di Firenze nel 2012, deve essere corredato da percorsi ciclopedonali in sede protetta, raccordati a terra al sistema della mobilità dolce, e deve rispettare la Disciplina dei beni paesaggistici di cui all'Allegato A delle presenti norme.
TU3.1 - Figline La Massa: previsione di una nuova zona artigianale/industriale a integrazione di quelle esistenti a Lagaccioni e La Massa con una SUL complessiva massima di 7.000 mq. L'intervento deve configurarsi compatibile con le condizioni geomorfologiche e idrauliche delle aree interessate e deve contenere gli impatti visuali evitando di posizionare le costruzioni a quote elevate rispetto alla strada di valle e mantenendo un varco di adeguata consistenza lungo il Borro della Fornacina; deve, altresì , prefigurare un ampliamento compiuto del territorio urbanizzato, curando in particolar modo il fronte strada e il margine volto verso la campagna. A tale scopo deve essere particolarmente curata, accanto ai caratteri tipologici, architettonici e decorativi degli edifici, la qualità delle aree pertinenziali, garantendo omogeneità alla recinzione dei lotti, un'adeguata permeabilità dei terreni e una consistente dotazione di alberi d'alto fusto.
TU3.2 - Figline Via Kennedy: previsione di una nuova zona artigianale/industriale, quale ampliamento di quella esistente a Lagaccioni, con una SUL complessiva massima di 12.000 mq.
L'intervento deve configurarsi compatibile con le condizioni geomorfologiche e idrauliche delle aree interessate e deve contenere gli impatti visuali evitando di posizionare le costruzioni a quote elevate rispetto a Via Kennedy, mantenendo varchi aperti tra gli edifici verso la campagna retrostante; deve, altresì , prefigurare un ampliamento compiuto del territorio urbanizzato, curando in particolar modo il fronte strada e il fronte tergale. A tale scopo deve essere particolarmente curata, accanto ai caratteri tipologici, architettonici e decorativi degli edifici, la qualità delle aree pertinenziali, garantendo omogeneità alla recinzione dei lotti, un'adeguata permeabilità dei terreni e una consistente dotazione di alberi d'alto fusto.
TU3.3 - Matassino Via Amendola: previsione di aree verdi ad uso ricreativo e di servizi pubblici o di interesse pubblico nell'area compresa tra Via Amendola e la realizzanda variante alla SR 69 "Valdarno".
L'intervento, sottoposto a progettazione unitaria, deve prevedere la creazione di una barriera verde, ad alta densità di impianto, lungo la variante alla SR 69, nonché, nella parte nord-occidentale, la creazione di parcheggi a servizio delle attrezzature di Via Amendola/Via Lavagnini, con percorsi ciclopedonali di collegamento ai tessuti urbani limitrofi e alle rive dell'Arno. I servizi, ubicati preferenzialmente nel settore centrale, devono essere impostati secondo un disegno raccordato al tessuto urbano compreso tra Via Amendola e Via Berlinguer. Di tale raccordo il PO deve chiedere espressa dimostrazione agli elaborati progettuali, che definiranno pertanto l'intervento con riferimento alle tessiture urbane e rurali limitrofe.

5.5. Dotazioni minime di spazi pubblici nel sistema insediativo

5.5.1. Il PO provvede ad assicurare le seguenti dotazioni minime di standard ai sensi del D.M. n° 1444/1968:

  1. a. insediamenti residenziali: 45 mq/abitante112;
  2. b. insediamenti artigianali e/o industriali: 10% della superficie territoriale;
  3. c. insediamenti commerciali e direzionali: 80% della SUL

5.5.2. Nei nuovi spazi pubblici assumono particolare rilevanza i seguenti servizi, che sono oggetto di specifiche previsioni da parte del PO:

  1. a. parcheggi a servizio dei luoghi urbani centrali e delle fermate del trasporto pubblico extraurbano;
  2. b. parcheggi di scambio in prossimità della fermata ferroviaria di Figline;
  3. c. aree di verde pubblico per favorire la connessione con le aree fluviali e l'accesso al fiume;
  4. d. ampliamento dell'area ospedaliera.

5.5.3. Il PO favorisce comunque la realizzazione di servizi privati convenzionati di pubblica utilità.

6. Sistema infrastrutturale

6.1. Linea ferroviaria Direttissima Firenze - Roma

6.1.1. La stazione ferroviaria di Figline svolge un ruolo strategico per garantire l'integrazione del centro abitato nel sistema di trasporto sub regionale (area centrale metropolitana fiorentina e Valdarno), favorendo, in particolare, gli spostamenti pendolari da e per Firenze.

Per migliorare le prestazioni della stazione ferroviaria il PO prevede:

  1. a. il consolidamento dei parcheggi di scambio, anche nelle forme dei parcheggi multipiano, e il loro collegamento con la stazione;
  2. b. il potenziamento dei percorsi ciclopedonali di accesso dalla città;
  3. c. una maggiore permeabilità del rilevato ferroviario.

6.2. Autostrada A1

Il PS recepisce il potenziamento dell'Autostrada A1 attraverso la realizzazione della terza corsia, prevedendo tuttavia misure finalizzate a mitigare gli impatti generati dall'opera. In particolare:

  • - mitigazione degli inquinamenti acustici e atmosferici in corrispondenza del centro abitato di Matassino attraverso:
  • - barriere antirumore realizzate, ove possibile, tramite appositi terrapieni equipaggiati con vegetazione arbustiva e arborea;
  • - utilizzo di asfalti fonoassorbenti;
  • - creazione di barriere vegetali ad alta densità di impianto lungo il tracciato autostradale, quali macchie di bosco connesse alla vegetazione ripariale e alla vegetazione lineare limitrofa alla linea ferroviaria "Direttissima", mantenendo tuttavia liberi i tratti stradali con visuali panoramiche sugli elementi identitari del patrimonio territoriale, come specificato nell'Allegato A "PS - Disciplina dei beni paesaggistici";
  • - apertura di nuove visuali panoramiche in corrispondenza di bersagli visivi di rilevante significato identitario, anche attraverso, ove possibile, la rimozione o lo spostamento di detrattori visuali;
  • - ricostruzione degli edifici demoliti o fortemente danneggiati a seguito dei lavori di ampliamento della piattaforma autostradale, anche con delocalizzazione delle volumetrie ove la ricostruzione fosse inibita da norme sovraordinate.

6.3. Strada Regionale 69 "Valdarno" e nuovo ponte sull'Arno

6.3.1. Le varianti alla SR 69 "Valdarno" (riva destra "Casello - Casello" e riva sinistra "Variantina") necessitano di adeguate dotazioni di corredo. In particolare sistemi di contenimento degli inquinamenti acustici, atmosferici e visuali (soprattutto variante in riva destra) e sistemi di integrazione con il tessuto urbano esistente (soprattutto variante in riva sinistra: innesti, marciapiedi, pista ciclabile, equipaggiamento vegetale). Il PO provvede a definire le caratteristiche di tali sistemi in accordo con il programma triennale delle opere pubbliche.

6.3.2. Il nuovo ponte sull'Arno consente un collegamento più agevole tra i caselli autostradali e l'area produttiva di Lagaccioni, aumentandone l'attrattività. E' pertanto necessaria una adeguata gerarchizzazione della strada che connette l'area produttiva al ponte, con sistemi che favoriscano la fluidificazione del traffico in corrispondenza della connessione con la viabilità locale. Per favorire l'accesso alla stazione ferroviaria di Figline è altresì necessario che il nuovo ponte sia direttamente collegato al parcheggio scambiatore di Piazza Caduti di Pian d'Albero.

6.4. Viabilità comunale

6.4.1. Stanti le varianti alla SR 69 "Valdarno", volte a spostare i traffici di attraversamento di lunga percorrenza su nuovi tracciati viari, il tratto urbano della SR 69 (Via Roma - Via Petrarca) assume il carattere di asse di penetrazione e di distribuzione interna alla città.

A tale scopo il suddetto tratto deve essere dotato di sistemi per la limitazione della velocità veicolare, di percorsi ciclopedonali protetti, di fermate attrezzate del servizio di trasporto pubblico, di equipaggiamento vegetale.

6.4.2. Onde creare una circonvallazione nella parte sud-occidentale del centro abitato, il tracciato costituito da Via N. Pistelli, Viale G. Galilei, Via G.B. del Puglia, Via S. Romolo e Via della Resistenza deve essere adeguatamente connesso e gerarchizzato.

6.5. Viabilità minore

6.5.1. Le strade vicinali devono essere oggetto di una ricognizione dettagliata, finalizzata a verificarne il regime giuridico e l'accessibilità al pubblico.

L'Amministrazione Comunale promuove la costituzione di appositi consorzi per la manutenzione delle strade vicinali, favorendone la percorribilità pubblica, quanto meno pedonale e ciclabile.

6.5.2. Con utilizzo della viabilità minore esistente, il PO individua una rete di percorsi per la mobilità lenta nel territorio rurale (percorsi pedonali e/o ciclabili, ippovie), capaci, tra l'altro, di rafforzare le connessioni trasversali con il Villaggio turistico di Norcenni e con il sistema territoriale dell'alta collina.

6.6. Mobilità dolce

6.6.1. Per favorire una mobilità alternativa tra aree che offrono servizi di pubblico interesse e per rafforzare le relazioni tra le diverse componenti del sistema urbano di fondovalle, il PO prevede una rete di percorsi ciclopedonali nel centro abitato di Figline, collegata con la ciclopista dell'Arno ed estesa a Matassino, Norcenni e Il Cesto.

103. Vedi articolo 2.14

104. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i)

105. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze , Norme di attuazione, art. 24

106. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, Norme di attuazione, articolo 24, punti 3 e 5.

107. Vedi PTC Provincia di Firenze, Ambito di reperimento A12-Arno

108. Centro commerciale naturale Il Granaio

109. DPGR 74R/2009

110. Allegato A "PS - Disciplina dei beni paesaggistici"

111. Conferenza di copianificazione del 19.05.2017

112. Esistenti 42,40 mq/abitante