Schede di Fattibilità

Area 40- LE GRAZIE_PS scarica PDF

Si prevede una espansione dell'UTOE Le Grazie, con realizzazione di edifici a destinazione residenziale, commerciale/direzionale e turistica, con spazi a parcheggio e verde pubblico.

INQUADRAMENTO GEOLOGICO E STRATIGRAFICO

In tutta questa vasta area affiorano terreni riferibili ai Depositi continentali quaternari, definibili Calcari di Badia a Coneo, i vari litotipi costituenti la formazione sono per lo più rappresentati da calcari lacustri biancastri, a grana fine e da travertini fitoclastici, spesso alla base o intercalate agli strati calcarei, sono presenti delle argille limose grigie contenenti abbondanti frammenti di travertino, o livelli di sabbie o limi calcarei,biancastri. La stratificazione è irregolare, con spessori variabili, ma generalmente sub-orizzontale o debolmente inclinata verso valle.
La base dei Travertini, visibile a partire dalle incisioni fluviali, è rappresentata dalle Sabbie di San Vivaldo del ciclo pliocenico marino. Nei primi metri dal piano campagna possono essere presenti terreni residuali, di alterazione dei calcari, dette "terre rosse", costituite da argille rosso cupo con brecce calcaree.

INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO

L'area si sviluppa lungo il margine settentrionale di un altopiano piuttosto esteso, che si estende verso occidente, con una morfologia molto regolare, da Campiglia a Le Grazie, fino a Quartaia.
Dunque in un'area praticamente pianeggiante, a quote comprese tra 240 e 218 m. sul livello del mare, con debole pendenza (inferiore al 5%) verso il margine, rappresentato dalla incisione in cui scorre il Botro di Ricorboli, posta entro l'area nella parte Ovest e a distanze di almeno 50 m. andando verso E,
Nella zona in oggetto, anche in corrispondenza del margine, non si notano forme di erosione e/o di dissesto, in atto o potenziali; le zone a maggiore pendenza si trovano quindi a distanze sufficienti dall'area in oggetto, pertanto l'area è stabile.

SENSIBILITÀ ACQUIFERI AI SENSI PTCP

L'area di variante è a vulnerabilità elevata, pertanto Sensibile di Classe 1; per essa valgono le salvaguardie di cui al Capo A art. A2 del vigente PTCP.

L'intervento previsto non è in contrasto con tale disciplina, purché per la sua realizzazione non si utilizzino fondazioni profonde o scavi di profondità tali da creare vie preferenziali di infiltrazione dal suolo alle falde sottostanti o che venga a mancare il franco necessario ad evitare interferenze con la falda; inoltre che le attività antropiche siano orientate in modo da perseguire la limitazione delle infiltrazioni di sostanze inquinanti.

PERIMETRAZIONI PAI ARNO

L'area in oggetto, secondo il quadro conoscitivo del Piano di Bacino Arno, è esterna a perimetrazioni di pericolosità elevata o molto elevata sia relative a pericolosità idraulica che a pericolosità per frana.

PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA (Tav.40_PS.a)

In accordo con i contenuti della Carta di Pericolosità del vigente Piano Strutturale, gli elementi di tipo morfologico, litotecnico e orografico presenti nell'area sono tali da definire l'intera area in classe di pericolosità geomorfologica media G.2

PERICOLOSITÀ IDRAULICA (Tav.40_PS.b)

L'area si trova all'interno di un'altopiano, l'unico corso d'acqua presente entro l'area è il tratto iniziale del Botro di Ricorboli, per esso è stato eseguito uno specifico Studio Idrologico-Idraulico (Allegato 4) che ha definito le aree allagabili per tempi di ritorno TR200 e TR30 anni. Tali perimetrazioni, praticamente coincidenti, sono servite per definire la Pericolosità Idraulica dell'area circostante; ponendo le aree alluvionabili per TR30 anni a pericolosità idraulica Molto Elevata P.I.4.
La Pericolosità P.I.3 è praticamente coincidente, almeno alla scala topografica a cui viene restituito lo studio, con la Pericolosità P.I.4, pertanto viene omessa nelle carte.

Il resto dell'area è lontana da corsi d'acqua sia in senso orizzontale che verticale e dalle loro pertinenze, né ci sono zone soggette a ristagno per drenaggio difficoltoso.
Pertanto il resto dell'area è classificato a Pericolosità Idraulica bassa I.1.

Ultima modifica 15.02.2022 - 16:19